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Imprese e ambiente, un rapporto naturale Businesses and the Environment, a Natural Relationship di Cristina Rapisarda Sassoon* by Cristina Rapisarda Sassoon*

La certificazione ambientale esalta i nuovi orientamenti dettati da una crescente sensibilità sociale Environmental certification highlights new orientations dictated by a growing social sensitivity

Cristina Rapisarda Sassoon

N

ei Paesi industrializzati, la tutela dell’ambiente occupa un posto di primo piano nella percezione dell’opinione pubblica ormai da circa un ventennio. Il degrado dell’ambiente incide infatti in modo consistente sulla qualità della vita e l’attenzione dei cittadini su questo tema è cresciuta costantemente. Negli stessi anni è cresciuta anche l’attenzione delle imprese per l’ambiente: ed è questa una consapevolezza che corre in primo luogo lungo il filo della responsabilità sociale dell’impresa. Spetta infatti anche all’industria il compito di conservare e, se possibile, di migliorare l’ambiente in cui viviamo, sviluppando tecniche e prodotti sempre più efficaci nella prevenzione e nell’eliminazione degli inquinamenti. In effetti, le aziende sono divenute progressivamente sempre più consapevoli delle proprie responsabilità in questo campo, impegnandosi in un miglioramento continuo delle proprie prestazioni ambientali. Ma la sensibilità delle aziende sui temi ambientali è stata motivata anche da riconosciuti fattori di opportunità. Innanzitutto per il fatto che una gestione adeguata delle criticità ambientali migliora il

rapporto dell’azienda con il contesto territoriale e sociale di riferimento, con indubbi vantaggi sia dal punto di vista della dinamica consensuale – anziché conflittuale – della localizzazione produttiva sia dal punto di vista delle possibili responsabilità connesse a situazioni localizzative degradate. In secondo luogo, è lo stesso accesso ai mercati – soprattutto internazionali – ad essere facilitato dall’affidabilità che l’impresa è in grado di garantire in termini di compatibilità ambientale. Di tutto ciò sono ben consapevoli anche le imprese italiane, che tendono a rendersi sempre più parti attive delle politiche e dei programmi di sviluppo sostenibile. Per il sistema delle aziende italiane è tempo tuttavia di passare, sui temi ambientali, a un più deciso e generalizzato atteggiamento propositivo e proattivo e lo strumento ideale per segnare questa svolta è sicuramente la certificazione ambientale, che attesta in modo neutro e trasparente l’attenzione e il rispetto dell’azienda per l’ambiente. In Italia sarebbe particolarmente opportuno rilanciare la certificazione ambientale – secondo gli schemi EMAS e ISO 14001 – rendendola il più

possibile diffusa a tutti i livelli territoriali e a tutte le dimensioni di impresa. Per superare una volta per tutte il luogo comune dell’impresa nemica dell’ambiente, che minaccia la sicurezza alimentare e che mira a eludere vincoli e normative. Per capire l’entità del problema, è utile esaminare i risultati fino a oggi raggiunti, che testimoniano di una realtà in forte e costante espansione, ma ancora suscettibile di sviluppi. Analogamente a quanto avvenne circa dieci anni fa con i sistemi qualità e la qualità totale, infatti, i sistemi di gestione ambientale sono ormai diventati un elemento distintivo delle imprese che puntano a ricoprire un ruolo di rilievo nello scenario competitivo internazionale. Numerosi studi condotti in ambito nazionale e internazionale tra le imprese certificate hanno in effetti dimostrato che vi è un apprezzamento diffuso e radicato rispetto ai principali benefici connessi all’implementazione di un sistema di gestione ambientale. In particolare, una maggiore organicità nella gestione dei diversi aspetti ambientali connessi all’attività dell’impresa, un livello più elevato di coinvolgimento e motivazione del personale, un miglioramento nei rapporti con gli interlocutori pubblici e privati, un consolidamento dell’immagine presso i consumatori sono tra le ricadute positive più spesso richiamate. Naturalmente, gli stessi studi confermano che, a fronte di questi benefici, l’implementazione e la certificazione di un sistema di gestione ambientale rappresentano un processo impegnativo e complesso, che richiede da parte dell’impresa un significativo investimento in

termini di risorse umane, organizzative, tecniche ed economiche. Lo scenario internazionale mette in luce che, a fine agosto 2001, i siti registrati EMAS a livello europeo erano 3.703, più di due terzi dei quali – 2.514 – tedeschi (v. Tabella 1 a pagina 22). Il dato che impressiona maggiormente nell’esame del numero di siti registrati per Paese è la massiccia adesione al Regolamento delle imprese del Nord Europa e, in particolare, della Germania, l’unico Paese dove la diffusione di questo strumento ha assunto le caratteristiche di un vero e proprio fenomeno “di massa”. La stretta cooperazione tra pubblica amministrazione, sistema delle imprese e Camere di Commercio (fortemente responsabilizzate nella gestione di EMAS) che caratterizza la realtà tedesca ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale nel successo del Regolamento, unita alla elevata sensibilità che i cittadini-consumatori di questo Paese dimostrano da tempo nei confronti della tutela dell’ambiente: un fattore, quest’ultimo che ha indubbiamente motivato le imprese a intraprendere il percorso della certificazione ambientale. Per quanto riguarda l’Italia, ha scontato una partenza molto lenta (i primi siti sono stati registrati solo a fine 1997), per poi evidenziare un aumento costante nel tempo fino all’attuale livello di 60 siti registrati, apparentemente intermedio rispetto agli altri Paesi europei. Tuttavia, per valutare correttamente il livello di diffusione della certificazione ambientale in un Paese, vale la pena di considerare il numero di siti registrati in rapporto alle dimensioni di ciascun Paese, calcolato in termini di milioni di abitanti. Così facendo (v. Tabella 2 a pagina 23), oltre

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