arcVision 10

Page 67

LO SPAZIO MUTANTE MUTANT SPACE Le Torri/The Towers

Spazi emozionali Emotional Spaces Glossity: la città neurale Glossity: the neural city Progetto di HOV-David Raponi Project by HOV-David Raponi

64

G

razie al suo particolare Dna, in parte condiviso con l’arte, a volte l’architettura prende il volo, mostrando tutte le sue potenzialità utopistiche. Anche le più estreme. Come “Glossity”, ambizioso progetto elaborato da HOV, di cui David Raponi è uno dei progettisti maggiormente coinvolti. Glossity è un paradigma, un’opzione su come i più diversi ambiti disciplinari possano concorrere a dare nuova linfa vitale all’architettura attraverso riflessioni teoriche estreme, che coinvolgono i campi della fisica, della chimica e della biologia. Con queste premesse è chiaro che il soggetto della ricerca non è più solamente il linguaggio nelle sue possibili articolazioni formali ma soprattutto sono i diversi ambiti scientifici con cui l’architettura può interfacciarsi. Senza comunque perdere la sua identità di disciplina preposta all’organizzazione dello spazio abitabile, in tutte le sue configurazioni funzionali. Pur nella sua iperscientificità proiettata nel futuro, Glossity non trascura i sentimenti. L’amore, per esempio. Il Centro di Riproduzione Intensivo non è, infatti, solo un luogo di smistamento di spermatozoi ma anche una dimensione onirica dove fra reale e virtuale si possono scambiare intense relazioni emotive. Ma come rendere possibile una così ambiziosa possibilità senza scadere nell’ovvio di un appagamento sessuale da film di fantascienza di quart’ordine? HOV punta sulla materia “amica”, sulla morbidezza strutturale, sulle forme accoglienti dove sono inglobate reti neuronali diffusive, in grado di relazionarsi con il sistema nervoso umano. La forma stessa dell’insediamento sarà la risultante spaziale ordinata dai flussi emozionali che l’attraversano. Un’utopia affascinante, i cui tempi di realizzazione non sono ancora quantificabili. L’operazione ha comunque una sua valenza programmatica poiché suggerisce nuovi spunti di ricerca. L’importanza dell’operazione Glossity è dunque d’ordine metaprogettuale: l’obiettivo è creare i presupposti culturali affinché la ricerca scientifica si orienti verso la realizzazione di materiali innovativi capaci d’interagire con le variabili biologiche umane. Qualcosa di simile esiste già, anche se non del tutto implementabile con i requisiti richiesti da Glossity. Nel 2000 il giapponese Shirakawa e gli americani Heeger e MacDiarmid vinsero il Nobel per la chimica per la scoperta e lo sviluppo dei polimeri semiconduttori, la cui principale particolarità è consentire la conduzione dell’energia elettrica anche attraverso le materie plastiche. Sono già disponibili materiali estremamente leggeri e fles-

sibili poiché costituiti da molecole organiche. Attualmente, con tali materiali si realizzano display flessibili e circuiti integrati usa e getta. Glossity non si ferma all’architettura ma cerca di prefigurare linee d’intervento urbanistico. La città di Glossity dovrà corrispondere a rigidi criteri di sostenibilità, sarà inoltre mutante nella forma e programmabile nella qualità abitativa. L’edificio tipo è un organismo pulsante e la sua materia costruttiva sarà organizzata in unità autogeneranti, costituite da speciali molecole realizzate in laboratorio. Lo scenario prefigurato è esaltante e sta indirizzando l’architettura fuori dalle secche di certe ricerche ostinatamente orientate solo verso problematiche legate al linguaggio che, per sua natura, spesso rimane prigioniero dello stile e quindi della moda.

Nella pagina a fianco, da sinistra: schemi dell’evoluzione della struttura e rendering della Torre del Mare, una grande “scheggia” di materiale proveniente dal passato della Terra; Torre di New York City, l’edificio è utilizzabile – pur se lo spazio non risponde certo alla logica del massimo sfruttamento della superficie – e ha una forte carica drammatica e angosciante risultata molto appropriata dopo la tragedia dell’11 Settembre. A differenza di molti monumenti celebrativi che sembrano dei risarcimenti ai sensi di colpa, qui la società potrebbe per una volta, nell’estetica del monumento, riformulare la catastrofe non conferendo serenità apparente a ciò che serenità non conosceva, ma osservare la sua presenza nel quotidiano. A sinistra, Torre per Reggio o Torre dei Suicidi: nasce dalla vista di un alto scheletro di cemento osservato dal treno, alla periferia di Reggio Calabria, Italia. Opposite page, from left: diagram of the structure development and rendering of the Sea Tower, a huge “splinter” of material from the Earth’s distant past; New York City Tower, the building can be used – even though the space certainly does not exploit the available surface area – and exudes a dramatic and disturbing force to convey the tragic events of 11 September. Unlike many other monuments that often try to compensate for a guilty conscience, here for once the general public could draw on the building’s aesthetics to re-think the disaster, not to pacify something that cannot be pacified but to note how it fits into daily life. Left, Reggio Tower or Suicide Tower: deriving from the view of a tall concrete skeleton seen from the train out in the suburbs of Reggio Calabria, Italy.

65


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.