arcVision 15

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60-67 JAHN Ita-Ing

17-07-2006

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Trasparenza a scala urbana Urban-Scale Transparency Leverkusen, quartier generale Bayer Leverkusen, Bayer Headquarters Progetto di Murphy/Jahn Project by Murphy/Jahn

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Sezione e, pagina a fianco, particolare della facciata prospettante l’area interna del complesso. Section and, opposite page, detail of the facade overlooking the inner courtyard of the complex.

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e in passato l’immagine aziendale si identificava soprattutto nella grafica del logo e nella metodologia di comunicazione, ora è anche l’architettura a porsi come segno identitario del brand. La nuova sede Bayer a Leverkusen rappresenta in modo eclatante tale tendenza. Ciò è evidente nella configurazione planimetrica generata dal tradizionale logo circolare, che da sempre rappresenta una delle più antiche aziende chimiche del mondo. La soluzione dell’anello aperto, in forma di grande “C”, è una variante, sia funzionale sia metaforica, poiché serve a veicolare l’immagine di un’azienda aperta al futuro ma senza dimenticare il passato (chiaro il richiamo al colonnato del Bernini della Basilica di San Pietro in Vaticano, di cui “copia” il simbolico abbraccio rivolto ai fedeli). L’operazione “comunicazione totale” non finisce in una forma che esalta il logo in versione tridimensionale, ma si estende anche alla scelta del materiale dell’involucro architettonico. La chimica è un mondo che fa della trasparenza una delle sue peculiarità, è un ambiente di alambicchi e provette: dunque il nuovo complesso non poteva che configurarsi come un gigantesco contenitore da laboratorio chimico. La tendenza a costruire architetture come oggetti a scala urbana non autorizza a eludere un contesto importante, in questo caso caratterizzato da un asse urbano con presenze monumentali e un ampio parco. La cristallina purezza della costruzione si confronta con la natura e l’artificio, due polarità a volte conflittuali, ma

in questo caso complementari grazie all’edificio che funge da elemento di mediazione, che se da una parte impone la sua presenza attraverso ampi volumi, dall’altra la quasi totale trasparenza crea un forte effetto di dematerializzazione in grado di rendere il tutto mai invasivo rispetto all’intorno. Quando la trasparenza è quasi totale, si pone sempre il tema della transizione esterno-interno, in altre parole di come evitare che una delle due condizioni sia prevalente sull’altra; quando ciò si verifica viene a mancare il senso dell’impermeabilità, della protezione che l’architettura deve comunque assicurare, senza compromessi. Il problema è stato risolto attraverso un sistema attualmente molto in uso, ovvero impiegando una doppia pelle di vetro. Il tutto inframmezzato da un’intercapedine che permette ventilazione e un’adeguata schermatura dai raggi solari. Ovviamente, tale accorgimento ha qualche limite, peraltro risolvibile: nei periodi primaverile e autunnale la ventilazione avviene naturalmente per convezione, mentre in estate e in inverno il sistema è coadiuvato da apparecchiature motorizzate che assicurano la diffusione dell’aria fresca o calda in tutti gli ambienti. A completamento del sistema di climatizzazione, in linea con tutti gli accorgimenti in fatto di sostenibilità, è stata realizzata una griglia frangisole composta di lamine metalliche destinata al controllo dell’incidenza dei raggi solari, che contribuisce inoltre a evidenziare lo sviluppo orizzontale dell’involucro curvilineo.


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