Centaurus Magazine 07

Page 39

a un rito formalmente illegale già dalla tarda epoca romana, è soltanto attorno al 14° secolo che l’omofobia si diffuse in Europa occidentale. Ciò nonostante, anche in seguito continuarono ad essere celebrate unioni omosessuali. A Roma, a San Giovanni in Laterano, tradizionalmente considerata la chiesa parrocchiale del Papa, nel 1578 furono celebrate ben 13 messe nuziali per altrettante coppie omosessuali, a quanto pare con la collaborazione del clero locale. “Presero insieme la comunione, seguirono la stessa liturgia, dopodiché dormirono e mangiarono insieme,” come si evince da un resoconto dell’epoca. Un’altra unione fra due donne, anche questa documentata, fu celebrata in Dalmazia nel 18° secolo. Già in passato il nostro giornale ha dato più volte spazio a tesi storiche controverse riguardanti la Chiesa. Ma la ricerca accademica del professor Boswell è così approfondita e supportata da fonti storiche da porre le odierne gerarchie ecclesiastiche e gli eterosessuali credenti di fronte a un interrogativo riguardo al proprio atteggiamento nei confronti dell’omosessualità. Per la Chiesa, negare l’esistenza delle prove nei suoi stessi archivi sarebbe un escamotage assai poco dignitoso. Tali prove infatti smentiscono in maniera inequivocabile chi afferma che la Chiesa moderna avrebbe mantenuto da sempre immutate le proprie posizioni in tema di omosessualità. Dimostrano inoltre che per gran parte degli ultimi duemila anni, nelle chiese parrocchiali e nelle cattedrali di tutta la cristianità, dall’Irlanda ad Istanbul fino al cuore di Roma stessa, le relazioni omosessuali

furono accettate come una valida espressione della capacità, donataci da Dio, di amare e di donarci ad un’altra persona, e che questo amore fu celebrato, onorato e benedetto nel nome e per mezzo dell’Eucarestia al cospetto di Gesù Cristo. Jim Duffy è uno scrittore e uno storico. Riproduciamo il presente articolo originariamente pubblicato sull‘Irish Times del 11 agosto 1998 con il suo permesso del quale lo ringraziamo. > Jim Duffy (Traduzione: Paolo Pergher) COMMENTO DEL TRADUTTORE Con piacere ho accolto la richiesta della redazione di tradurre dall‘inglese l‘articolo „Quando il matrimonio gay era un rito“. Anche se non condivido appieno le tesi espresse dall‘autore, ritengo che ogni contributo al dibattito sulle questioni che ci riguardano meriti di essere pubblicato. Detto questo, vorrei evidenziare due lacune che ho riscontrato nell‘articolo: 1) l‘autore non cita le fonti, o lo fa in maniera troppo approssimativa, prestando così il fianco a critiche ed accuse di dilettantismo. Per ovviare a questa lacuna, consiglio a chi conosce l‘inglese e desidera

approfondire la questione di fare riferimento al sito internet del professor Boswell all‘indirizzo http://www.fordham.edu/halsall/ pwh/index-bos.html. 2) Per quanto interessante ed affascinante sia l‘argomento, trovo le conclusioni a cui giunge l‘autore un tantino ingenue: tutti sappiamo che nel corso della storia vi furono papi, vescovi e sovrani omosessuali, i quali, in virtù del loro potere, potevano permettersi questo ed altro, ma da questo ad affermare che la chiesa avrebbe dato la sua benedezione alle unioni omosessuali ce ne passa. Il matrimonio religioso omosessuale è sicuramente esistito nel corso della storia, ma era comunque un‘eccezione, appannaggio esclusivo di ricchi e potenti. Per contro vorrei ricordare tutti i „sodomiti“ di umile estrazione, molti dei quali giovanissimi, che vennero messi al rogo senza tanti complimenti durante il medioevo. Infine nell‘antichità la chiesa di Roma non poteva, per ovvi motivi, esercitare un controllo capillare su tutta la cristianità, cosa che invece oggi è possibile, come dimostrano i numerosi sacerdoti cattolici che in tutto il mondo hanno osato sfidare le gerarchie ecclesiastiche celebrando unioni omosessuali e che per questo sono stati costretti a lasciare l‘abito talare. > Paolo Pergher

38


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.