architetti napoletani 2 - agosto 2000

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immediati di trasformazione urbana? A cosa affidare la coerenza tra piano regolatore ed interventi di carattere anticipatorio che possano avviare la riqualificazione dei quartieri? Lo strumento che con Bohigas ci siamo dati è il progetto di AAPU, acronimo che sta per Area di Attuazione Puntuale Urbanistica, ed è, sostanzialmente, un progetto urbanistico-architettonico calato su un ambito scelto con molta attenzione in quanto ritenuto strategico per innescare – immediatamente - un circolo virtuoso di rinascita della città e di recupero di un’identità perduta o mai avuta. Non è stato semplice coniugare la filosofia urbanistica di Bohigas con leggi e regolamenti che imbrigliano, in special modo in Campania, tutte le amministrazioni comunali. Ci siamo riusciti grazie anche ad una “fantasia” amministrativa che ci ha consentito di sfruttare tutte le possibilità offerte dal variegato quadro normativo ed alla consapevolezza, fonte di tranquillità, che si è operato – sempre - in nome di un incontrovertibile interesse collettivo. Compatibilità con il vecchio PRG, accordi di programma, conferenze di servizi, varianti ai piani di recupero, legge 1/78, ecc. nessuna possibilità è stata trascurata per fare presto, nonostante la palude burocratica della regione Campania. Ma presto non è ancora abbastanza. Nei processi economici il tempo non è una variabile indipendente. Nelle centinaia di opere pubbliche appaltate sono stati coinvolti, accanto ai dipendenti del comune, numerosissimi tecnici esterni. Architetti, ingegneri, geometri hanno prestato la loro opera professionale con entusiasmo, sapendo di far parte di un progetto ambizioso, destinato a cambiare il volto della città. Ma come scegliere i tecnici? Come conciliare trasparenza negli affidamenti e capacità professionali? Qualità delle progettazioni e rispetto normativo? I tentativi esperiti sono stati vari e non tutti hanno sortito effetti positivi. Sono stati effettuati pubblici sorteggi, valutazioni curricolari e, sotto soglia, incarichi fiduciari. Ma laddove si è voluto privilegiare la qualità delle progettazioni ed incentivare il contributo di idee, si è scelta la strada del concorso. Il concorso bandito per la parte alta del centro storico, denominato degli “edifici mondo” perché comprendente grandi complessi conventuali, aveva quale ambiziosa finalità quella di preludere ad un piano-progetto che, integrandosi con le scelte del PRG, contribuisse a definire il ruolo di una tra le zone più problematiche di Salerno. L’amministrazione doveva potersi avvalere del maggior numero di suggerimenti e suggestioni possibili. E’ nata così l’idea di un concorso con una prima fase aperta a tutti, in cui la selezione avvenisse su idee pro-

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getto presentate in forma anonima. La seconda fase, assistita da un rimborso spese, ha visto il confronto di dodici gruppi di progettazione di cui quattro invitati e otto selezionati. Tre i vincitori ex aequo: Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa con un’affascinante proposta di città giardino verticale; Manuel de las Casas che prevede un intervento sobrio, rispettoso del passato e molto attento alle funzioni ed all’accessibilità; Antonio Monestiroli che, con grande chiarezza di impianto, finalizza l’intervento al recupero della qualità architettonica degli edifici-mondo ed all’eliminazione del loro isolamento. Diversa è la strategia seguita per l’affidamento della progettazione della nuova strada “lungo Irno”. In questo caso la presenza di un’idea-progetto forte, elaborata da Bohigas nell’ambito degli incarichi conferitigli, rendeva necessario l’individuazione di un soggetto professionale, in possesso del necessario know-how, che fosse in grado di sviluppare, con rapidità ed efficienza, l’idea senza tradirne l’impostazione. Ci si è avvalsi, dunque, di una procedura aperta e di un confronto tra curricula, prezzi e tempi offerti. Ancora diverse le strategie rivolte alla scelta dei progettisti di tre importantissime opere pubbliche: nuovi uffici giudiziari, stazione marittima e palazzetto dello sport. Si è voluto, con questa serie di concorsi, rilanciare il ruolo della città, coinvolgendo nell’operazione di trasformazione urbana architetti di indiscussa caratura internazionale. Per i tre concorsi si è seguita una procedura sostanzialmente analoga, articolata in due fasi. La prima aperta con selezione curricolare, in cui i candidati venivano anche invitati ad esplicitare, con una breve relazione, il proprio approccio progettuale al tema del concorso; la seconda, ristretta e assistita da un rimborso spese, consistente nella comparazione delle proposte progettuali, rivelatesi poi tutte di grande spessore. Molto soddisfacenti i risultati: David Chipperfield si aggiudica l’incarico per i nuovi uffici giudiziari con un elegante sistema di edifici a corte, connessi da colonnati e giardini; Tobia Scarpa vince il palazzetto dello sport con un progetto sobrio ma non privo di fascino e, dulcis in fundo, a Zaha Hadid viene affidato l’incarico per il progetto della nuova stazione marittima pensata come una grande e trasparente conchiglia, quasi un’astronave senza peso poggiata sul molo Manfredi. Comune denominatore di tutti i concorsi è stato il notevole livello delle commissioni giudicatrici, tutte composte da esperti di grande spessore e indiscussa competenza. * Sindaco del Comune di Salerno


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