TESI - Architettura per il convogliamento di flussi in area vasta alpina

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“Tutelare non significa fermare il tempo, ma garantire l’integrità dei racconti di una narrazione in continuo movimento.“ Massimo Venturi Ferriolo

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INDICE 0 - Introduzione I - PRIMA PARTE

Comprensione del territorio e strumenti di lettura I1

Lettura del territorio: le Alpi ed i suoi ambiti altimetrici I 1.1 Ambito di Bassa Quota I 1.2 Ambito di Media Quota I 1.3 Ambito di Alta Quota

I2

Struttura del governo del territorio in Trentino

I3

La comunità di Valle della Bassa Valsugana e Tesino

II - SECONDA PARTE

Il caso di Borgo Valsugana II 1

Posizione strategica nel C3 tra Trento e Bassano

II 2

Il pentagramma dei flussi II 2.1 Brenta II 2.2 via Claudio-Augusta II 2.3 Ciclabile II 2.4 Provinciale della Valsugana II 2.5 Ferrovia

II 3

Attrattive e qualità della zona V


II 3.1 II 3.2 II 3.3 II 4

Cultura Sport Benessere

Occasioni da sfruttare II 4.1 Valori compresi: obbiettivi a cui puntare II 4.2 L’ architettura come strumento concreto di

III - TERZA PARTE

Recupero strategico di edifici simbolo per il Borgo III 2

Officina cittadina: Laboratorio co-working III 2.1 Inquadramento III 2.2 Proposta e motivazione III 2.3 Target di utenza e attrazione dei flussi

III 2

Albergo Venezia: tradizione dell’ospitalità unita alla ricettività alternativa III 2.1 III 2.2 III 2.3

III 3

Maso in località Valli: scuola natura III 2.1 III 2.2 III 2.3

VI

Inquadramento Proposta e motivazione Target di utenza e attrazione dei flussi

Inquadramento Proposta e motivazione Target di utenza e attrazione dei flussi


IV - QUARTA PARTE

Conclusioni IV 1

Occasioni da sfruttare per la valle

IV 2

Valori compresi: obbiettivi a cui puntare

IV 3

L’architettura come strumento di convogliamento dei flussi

IV 4

L’importanza della pianificazione territoriale, necessaria per attuare politiche condivise di buona architettura

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Gli argomenti trattati in questo elaborato nascono dalle riflessioni sul rapporto tra l’uomo e la natura, il territorio, la storia e la cultura. Esistono luoghi dove l’uomo ha vissuto in simbiosi con l’ambiente naturale tramandando nella memoria collettiva i valori che gli appartengono, segnando il paesaggio con il suo agire, riconoscendosi in esso e nei suoi simboli. Oggi la memoria storica degli abitanti va sempre più svanendo con la perdita dei caratteri vernacolari tipici dell’architettura, dell’arte e del patrimonio culturale e ambientale. Le nuove tecnologie edilizie, che permettono processi più rapidi, hanno tuttavia impoverito l’architettura di montagna allontanandola dal carattere identitario del luogo. Edifici che dovrebbero essere preservati per l’importanza della loro storia nel borgo, sono abbandonati e restano per anni a simboleggiare il disinteresse dell’uomo nei confronti della sua storia e della sua cultura.I discorsi trattati nell’elaborato sono frutto degli studi, delle informazioni e delle riflessioni affrontati al Politecnico di Milano durante i laboratori del terzo anno di corso; gli insegnamenti ci hanno educato sull’importanza del paesaggio, della pianificazione territoriale, della centralità dell'architettura e dell'urbanistica, il tutto contestualizzato nell’evoluzione paesaggistica. Durante il laboratorio di urbanistica del paesaggio del professore Pier Luigi Paolillo, svolto nell’anno accademico 2014 - 2015, abbiamo confrotato gli sviluppi tra l’area urbanizzata e l’area verde della provincia di Milano e di Monza e Brianza. Da queste indagini abbiamo prodotto l’elaborato “Il ruolo delle reti ecologiche in ambito territoriale: i casi di

Milano e Monza Brianza come esempi di pianificazione su area vasta” , in cui abbiamo messo in luce l’intento condiviso fra le due amministrazioni di cercare un compresso tra l’espansione dell’urbanizzato e il ridursi del suolo agricolo: l’obiettivo è quello di rendere possibile il progetto di integrità della rete ecologica europea condiviso dai paesi aderenti alla commissione Europea del paesaggio. Tali riflessioni sono poi maturate in noi e ci hanno portato in Trentino per convogliarsi nella pratica proVIII


gettuale. Da Milano a Fiera di Primiero abbiamo notato le differenze di gestione, in ambito di pratiche paesaggistiche, tra l’area urbana di Milano e Monza Brianza e le zone alpine come quelle del Trentino, cercando di interpretare i casi seguendo i criteri appresi in classe dai professori e più volte esercitati e studiati anche all'esterno dell'università. Il nostro elaborato finale si suddivide in capitoli parti principali, suddivisi in ordinati sottocapitoli. Nella prima parte vengono mostrati gli strumenti di lettura del territorio montano alpino sia dal punto di vista geomorfologico che da quello politico di gestione urbanistica gerarchica. Segue poi uno zoom che parte dall'Europa, inquadrando sulla regione trentina fino all'area vasta della comunità di valle della Bassa Valsugana e Tesino che viene analizzata più nello specifico. La seconda parte inquadra la Valsugana, scelta come nostro caso di studio, all’interno del panorama storico e culturale europeo, analizzando il territorio dal punto di vista del movimento infrastrutturale palesando l'importanza della valle tra le città di Trento e Bassano, poli strategici della mobilità tra Italia e Europa. Vengono quindi individuati i cinque flussi principali che nella valle solcano il territorio e generano movimento, elemento fondamentale per la sopravvivenza di quelle comunità che non si basano solo sul turismo sciistico stagionale ma anche del turistmo che viene generato dalla loro cultura, dalle loro qualità paesaggistiche, ambientali ed architettoniche. La terza parte raggruppa tre proposte di recupero di strutture, scelte tra i casi più gravi di abbandono edilizio a Borgo Valsugana. La città, nonostante sia posizionata strategicamente in mezzo alla valle filtrando il passaggio dei flussi, offre, in questi tre casi, un’immagine degradata della sua architettura perdendo l’occasione di convogliare nuove persone, idee e possibilità all'interno della comunità e lascia vuoti e inutilizzati edifici storici affacciati sulle strade principali del borgo. Il quarto capitolo tratta delle riflessioni dedotte dal ragionamento svolto nelle prime tre parti a fronte degli insegnamenti di base ricevuti dal Politecnico o elaborati grazie ad esterni. Si chiude il lavoro con una breve appendice previsionale degli effetti benefici del recupero e del riuso in architettura nel caso studiato. IX


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XI




I Comprensione del territorio e strumenti di lettura

SEZIONE di VALLE sintesi degli elementi essenziali che compongono le valli Trentine

Il paesaggio trentino è frutto dell'interazione tra l'uomo e l'ambiente in cui vive, in altre parole lo si può intendere come l'ambito territoriale di una cultura. Quello che vediamo intorno a noi è il paesaggio che nel corso del tempo gli abitanti di questo territorio hanno costruito, ciascuno contribuendo alla produzione e alla stratificazione di questo elemento fondante del “patrimonio identitario del Trentino e delle sue comunità, costituito da valori ambientali culturali e di significati simbolici, in parte peculiari e

caratteristici di questi luoghi. L’uomo è attore fondamentale nel’evoluzione del paesaggio in tutti gli ambiti. In ambiente montano, ancor di più che in altri contesti, si pensi ad esempio, la necessità di mettere a coltura anche terreni particolarmente impervi data la scarsità di suolo coltivabile, ha richiesto l'intervento e la fatica di molte generazioni, con risultati di grande efficacia per quanto riguarda la produzione agricola, ma anche di considerevole valenza paesaggistica. Anche la parallela dislocazione delle varie attività agro-sil

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vo-pastorali e l'ordinamento fondiario, che hanno dato luogo alla costruzione di edifici rurali di varia funzione, contribuiscono significativamente alla composizione del paesaggio alpino determinando in certi casi criticità dovute all’edilizia diffusa. Il paesaggio con la sua simbologia e interrelazione di trame contribuisce a saldare l'attaccamento degli abitanti al territorio originario e ad alimentare l'orgoglio della propria storia e cultura vernacolare creando un legame tra persone alimentato dalla condivisione di valori, di culture e dalla memoria di un vissuto emotivo per cui il paesaggio è teatro dove si svolge la narrazione della vita. Il paesaggio, nelle sue per-

DOSSO Sporgenza geologica emergente nel fondo valle, spesso abitati da castelli

manenze e nelle sue trasformazioni, è la testimonianza di questa trasmissione di un patrimonio culturale, dei suoi mutamenti, della sua evoluzione, ma anche della suo rovina e degrado. Rappresenta infatti l'esito stratificato ma visibile della storia di un territorio che è sempre in evoluzione ed è un elemento essenziale nella produzione di una memoria condivisa per il futuro. La consapevolezza del suo valore per la vivibilità dei luoghi deve essere il punto da cui partire nella formazione delle azioni progettuali e delle aspirazioni collettive circa le prospettive di sviluppo di un territorio. L’architettura svolge un ruolo chiave in Trentino nell’impatto paesaggistico e territoriale anche perchè l’edilizia ha

ALTOPIANO area piana delimitata da pendii laterali

PENDICE, PIEDE o FALDA Linea di intersezione tra pendio e territorio pianeggiante

CONOIDE di DEIEZIONE Origine glaciale, sede caratteristica di insediamenti riparati alluvioni, venti e valanghe.

LAGO ALPINO Grazie al clima mite ed ai versati esposti al 15 sole si hanno culture mediterranee.


sempre dovuto seguire determinati criteri dettati dal clima e dall’ ambiente, presentando caratteristiche comuni che hanno determinato una notevole varietà a seconda di ambiti altimetrici, materiali a disposizione ed esposizione, oggi a rischio omologazione.

VALLE TRASVERSALE Fianco versante con diversi pendii e orientazioni: concavo, convesso, regolare

Valle longiutdinale Disposizione valle parallelamente alla catena

Valle trasversale Punto di intersezione tra rilievo e valle

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I1 Lettura del territorio: ambiti altimetrici sulle Alpi L'architettura naturale trentina mostra una grande varietà di soluzioni anche nell'ambito di singoli edifici, mentre negli aspetti distributivi, nel modo in cui vari ambienti si mettono in relazione fra loro, essa risulta piuttosto semplice, riconducibile ai due principali archetipi comuni alle diverse regioni del versante meridionale delle Alpi. Vi sono due matrici storiche della casa alpina, riconoscibili nell'ambito trentino: quella di origine romana mediterranea, in muratura con androni voltati, e quella di origine germanica nordeuropea di costruzione prevalentemente lignea. Per descrivere la diversità dei due impianti e le varianti principali sviluppate dei manufatti nei vari luoghi, non basta considerare i caratteri riguardanti la tipologia del singolo edifici, isolato o aggregato, mono o

plurifamiliare, le diverse reciproche posizioni di spazi rustici e abitativi, o le varie destinazioni dei locali di tipologia del sistema multi-scala, ma bisogna tenere in considerazione anche la posizione infinitesima sul territorio perchè anche piccoli accorgimenti nei confronti del soleggiamento o sull’andamento dei venti possono cambiare le condizioni di vita notevolmente. Osservando l'architettura vernacolare trentina, può colpire a prima vista la grande varietà di forme che gli edifici assumono nei diversi ambiti geografici, climatici, altimetrici e culturali del territorio. Si potrebbe notare come i caratteri dell'architettura trentina si possano individuare meglio confrontandoli con quelli dei territori confinanti. Analizzando, per esempio, ciò che contraddistingue i contenuti costruttivi adottati dalla cultura edificatoria locale nelle varie aree limitrofe, possiamo identificare dei tratti caratteristici che, portati da determinate maestranze in un determinato

momento storico generarono tendenze comuni ancora oggi visibili nelle tecniche costruttive adottate . Dalla diversa combinazione dei sistemi costruttivi e dalle modificazioni parametriche dei singoli elementi, deriva quel vasto repertorio di tipologie date dalle forme combinate per ottenere spazi adatti per la funzione necessaria, presentando sempre più spesso tecniche compositive prevalentemente modulari che elementari, a seconda dell'influenza culturale e della destinazione d’uso. Oggi i fattori ambientali principali che caratterizzano il territorio alpino Trentino si possono riassumere in tre categoria principali teorizzate per semplificare la comprensione del territorio e delinearne le principali qualità a seconda di fattori come la variazione di quota e le differenze fra unità paesaggistiche.

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AMBITI di BASSA QUOTA - sistema a rete Paesaggi al di sotto dei 500m slm: bassopiani, fondovalli, pendici.

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AMBITI di MEDIA QUOTA AMBITI di ALTA QUOTA - sistema a tori - sistema a isole Valli trasversali e versanti di mezza costa. Paesaggi al di sopra dei 1000m slm delle valli trasversali e degli altopiani.


I 1.1 Ambito di Bassa Quota All’ Ambito di Bassa Quota appartiene il paesaggio di bassopiano e le sue prime pendici montane, dal punto di vista altimetrico gli appartiene quella porzione di territorio al di sotto dei 500m slm. Graficamente potrebbe essere rappresentabile come un “sistema a rete” che raccoglie un intreccio di flussi (naturali come fiumi o torrenti e antropizzati come infrastrutture di collegamento) per convogliarli sul piano inclinato della valle. Nello specifico Trentino l’ambito di bassa quota se sottolineato delinea strisce di pianura che compenetrano la regione lungo i grandi bacini di fondo valle (l’Adige, il Sarca, il Chiese, il Brenta) dove scorrono parallelamente al fiume, le strade principali e la ferrovia delimitate ai bordi da terreni inclinati costituiti da pendii concavi e convessi, spesso terrazzati, che si sviluppano con

andamento sinusoidale, alternati da conoidi e rupi scoscese. Sullo sfondo come ai lati delle valli sono sempre stati presenti, seppur in distanza, i grandi panorami delle dolomiti trentine. Due sono i principali ambiti di basso piano: la valle dell’Adige che collega Verona, l’Alto Adige in direzione sud/ nord, e la Valsugana, a essa perpendicolare che collega Trento con la pianura Veneta. Il bassopiano ospita oltre ai principali fiumi e laghi prealpini (lago di Garda, di Caldonaz-

Vista del Lago di Garda da Nago Torbole

zo, di Levico) anche le città più importanti della Provincia (Trento, Rovereto, Riva, Ala, Pergine, Borgo) quelle più simili ai centri di pianura, caratterizzate dalla presenza di un centro storico organizzato in isolati, e delle zone periferiche con le aree industriali. Ai margini della vallata si possono riconoscere altri tipi caratteristici di paesaggio: i conoidi di deiezione, le tipologie di laghi alpini e i tipi di dossi. -Conoidi di deiezione: Nelle pieghe dei versanti sui

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bordi delle valli si insediano dei centri minori, sorti fuori dal pericolo di inondazioni, riparati dai venti prevalenti e delle valanghe. Frequentemente all’imbocco di una valle secondaria si sono formati in epoca glaciale. Laghi prealpini: I laghi prealpini del trentino presentano il tipico paesaggio dell’ulivo, dell’alloro, della vite e della macchia mediterranea poiché, essendo disposti sulle pendici delle montagne esposte a sud, godono di un clima particolarmente mite anche durante i mesi invernali. Dossi: Un’altra figura tipica del paesaggio trentino è costituito dalla presenza di dossi emergenti dal territorio pianeggiante e spesso abitati da castelli.

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I 1.2 Ambito di Media Quota All’ ambito di Media Quota corrispondono tipi di valli secondarie e versanti di mezza costa. Può essere rappresentabile immaginando di sezionare il territorio trentino orizzontalmente dai 500 mt ai 1000 mt e osservare il territorio compreso, come un “sistema a tori”. Questo ambito è caratterizzato per lo più da valli trasversali che si diramano dalle più basse ascendendo superando la quota limite dell’ambito di Bassa quota, vi troviamo anche pendii o terrazzi abitati e molto spesso coltivati, dove

bene a Sud, quindi ben soleggiati, contrapposti a pendii boscosi esposti a nord, oppure pendii e terrazzi rivolti a Est e a Qvest. Queste valli risalgono dalla principale iniziando con un salto di quota che porta in un ambito di mezza montagna, localizzato fra i 500 e i 1000 m slm che viene segnato da torrenti fiumi e laghi e ,più intensamente rispetto all ambito di alta quota, dall’ azione umana agricola e dall’ azione urbana. I versanti di mezza montagna sono spesso modellati dall’uomo per accogliere le diverse colture, dalla vite, ai frutteti, agli orti. Le valli trasversali danno al paesaggio trentino una configurazione geometrica assai riconoscibile, quella dove si sviluppa la maggior


parte degli insediamenti mi- I 1.3 nori, localizzati a mezza-co- Ambito di Alta Quota sta, lungo il profilo orto-grafico, in posizione sempre ben soleggiata, segnati da ordituAll’ambito di alta quota re parallele di terrazzi e poggi. appartiene il paesaggio sopra i 1000 m slm delle valli traIl territorio Trentino a secon- sversali e degli altopiani. Si da della conformazione del potrebbe schematizzare, ipoterritorio e della quota, dell’ tizzando di sezionere il terriesposizione e di moltissimi torio trentino orizzontalmenfattori ambientali vari neces- te da quota 1000m e vedere sita di accorgimenti diversi le formazioni rocciose fino a da tenere in considerazione, quote maggiori, come un sisia in architettura che in ur- stema ad isole sparse solcate banistica che in architettura soltanto da piccoli sentieri e che in amministrazione, che ruscelli. Si tratta di zone che, variano tantissimo da caso a per per i climi estremi sono caso a seconda del rapporto generalmente poco abitate. di tutti questi l’uno con l’altro. Mano a mano che si sale oltre i 1200 mt la vegetazione si dirada e vengono quindi a mancare i presupposti per la sopravvivenza di base quindi Dolomiti

anche storicamente gli unici insediamenti che si sono insediati in queste quote sono alpeggi rifugi bivacchi nei siti ben protetti, riparati dai venti ed esposti a Sud cercando la luce del sole. La parte più estrema di questo ambito è dominata sempre dalla presenza maestosa di alte creste e cime rocciose in ambito trentino. Nei siti protetti e ben esposti al sole si dispongono piccoli insediamenti e alpeggi disposti a nebulosa secondo la tradizione nordica. A l t o p i a n i . Gli altopiani comprendono i territori di Bleggio, Lomaso, Lavarone, Folgaria. È difficile definire esattamente la differenza tra basso piano ed altopiano. Sono entrambi

Pale di San Martino

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caratterizzati da un ampia pianura bordata da pendii laterali. Differente è la vegetazione, il clima e l’organizzazione del sistema insediativi; infatti, mentre la prima corrisponde a un bacino fluviale con un prevalente andamento lineare determinato dal corso d’acqua, l’altra non ha una struttura formale predefinita, per cui l’orditura delle strade, come una rete a maglie triangolari, può anche estendersi su tutto il territorio. Nei nodi si localizzano i centri abitati, nuclei generalmente di dimensioni ridotte, con case concentrate e compatte che mostrano come prevalga un senso di difesa dell’intero paese più che quel-

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la di ogni singola casa. Sugli altopiani sono localizzati molti dei laghi alpini nei quali, spesso, si riflettono direttamente le montagne circostanti.

Dolomiti Lago Calaita Complesso Pale di San Martino Fiera di Primiero (TN)


I2 Struttura governo del territorio e pianificazione del paesaggio Il Trentino per gestire il territorio a livello urbanistico, politico e amministrativo si suddivide in varie unità territoriali. La comunità di valle ricopre un ruolo importante in quanto delinea direttive per area vasta sovracomunale. Ha il compito di gestire le evoluzioni e le criticità paesaggistiche e urbanistiche di un area che comprende più città e centri urbani diversi accomunati da caratteristiche culturali, storiche, ambientali, territoriali e sociali. Le persone che abitano questi luoghi si sono riunite e associate praticamente in maniera autonoma, consci dell’importanza della pianificazione sul territorio. L’unità inferiore alla comunità di valle è quella comunale, di scala amministrativa più ridotta, limitata ai confini di

GERARCHIA RELAZIONI Il grafico dimostra gli enti comunali uniti nelle proprie comunità, comunità che assieme si relazionano e interagiscono con l’unità provinciale.

un centro costruito di sicuro non in grado di gestire criticità paesaggistiche o territoriali. Ogni comunità di valle aggiorna la provincia, che orienta per ognuna delle direttive specifiche per gestire con precisione tutta la varietà di necessità, attori e di azio-

PROVINCIA COMUNITÀ di VALLE COMUNI

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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Dipartimento Territorio, Agricoltura, Ambiente e Foreste Ufficio Sistemi Informativi

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ni ambientali, territoriali e paesaggistiche per cui non basterebbero provvedimenti omologati e standardizzati. Questo sistema di relazioni e scambio di informazioni con a capo la provincia come ultima unità sfocia nei piani urbanistici provinciali PUP. La Provincia Autonoma di Trento non possiede piani paesaggistici. Gli strumenti per la gestione del paesaggio in particolare sono contenuti nel Piano Urbanistico Provinciale (PUP) che è a tutti gli effetti un piano territoriale mentre la stessa gestione è affidata alle Commissioni per la pianificazione territoriale ed il paesaggio delle Comunità (CPC) nonché a disposizioni particolari riguardanti il patrimonio edilizio montano. A partire dal PUP del ‘67 la tutela del paesaggio è stata considerata materia integrata alla gestione complessiva del territorio, rivelando una precoce attenzione verso i nuovi significati che il concetto di paesaggio andava assumendo accanto alla tra-

dizionale concezione estetica. Il PUP del 2008, strumento attualmente vigente, si basa sui principi di sostenibilità, sussidiarietà responsabile, competitività e sul superamento del semplice regime vincolistico e autorizzatorio dei singoli interventi, grazie alla integrazione di pianificazione lettura del paesaggio e valutazione delle possibili trasformazioni. I Piani territoriali delle comunità, riferiti ai territori delle singole, perseguono i seguenti obiettivi: raggiungere un elevato livello di competitività territoriale, valorizzare le risorse dell’identità locale, realizzare un riequilibrio di tipo sociale. Esiste inoltre una specifica normativa riguardante il patrimonio edilizio montano, parte integrante del paesaggio delle Alpi.

I3 La comunità di valle della bassa Valsugana e Tesino Come abbiamo già visto le comunità di valle sono gli enti territoriali locali della provincia autonoma di Trento che formano il livello istituzionale intermedio fra i comuni e la provincia. Esse sostituiscono i comprensori, che già sostituivano le comunità montane. Dal 2006 con la riforma dell’assetto istituzionale della Provincia gli 11 comprensori in cui era suddivisa vengono sostituite da 15 comunità di valle. Tra queste la comunità di valle della Bassa Valsugana e Tesino, detta altrimenti C3 a partire dalla numerazione che risale ancora al periodo dei comprensori, è quella che prenderemo in analisi in questa trattazione analizzandone le qualità strategiche territoriali amministrative, attrattive, e le potenzialità. Esteso su una superficie di 578 km², conta 26.167 abi25


tanti e confina a nord con la Comunità territoriale della Val di Fiemme (C1), ad est con la Comunità di Primiero (C2) e con la Provincia di Belluno, a Sud con la Provincia di Vicenza e ad Ovest con la Comunità Alta Valsugana e Bersntol (C4). La geografia della vallata è dominata dal fluire del fiume Brenta, che prosegue in direzione di Bassano del Grappa. Il Tesino invece è un altopiano, composto dagli abitati di Pieve Tesino, Cinte Tesino, e il centro principale Castello Tesino. La comunità si occupa della gestione amministrativa di questa superficie in materia urbanistica comunale e sovracomunale, sanitaria, politica, economica e sociale, applica e propone plitiche territoriali e paesaggistiche di area vasta collaborando con la provincia orientando le proprie politiche di intervento secondo le direttive proposte dalla Commissione Europea del Pesaggio.

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II 1 Posizione strategica della Valsugana: connettore tra Trento e Bassano del Grappa

Inquadramento Europeo

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Per Valsugana i geografi intendono la valle OvestEst formata dall’alto corso del Brenta, dalle sue sorgenti, i laghi di Levico e Caldonazzo, fino alla sua confluenza col torrente Cismon dopo la serra di Primolano, la sua estensione è di circa 50km e larga diversamente secondo la varia posizione dei monti. E’ un territorio ricco di storia che ha assistito ad avvenimenti fondamentali per il futuro della penisola italiana, dalle campagne militari romane,

alle varie dominazioni vescovili medievali, al passaggio di eserciti e truppe Napoleoniche fino ai combattimenti sui fronti sempre in movimento delle moderne guerre mondiali. La Valsugana, ha sempre avuto dal punto di vista storico, culturale ed economico una notevole importanza per il Trentino. Il suo posizionamento con agli estremi Trento e Bassano del Grappa ha garantito nei secoli infatti un veloce spostamento nell’adia-


cente Veneto evitando il sovrappasso delle catene montuosea. Se pensiamo che da Trento raggiungendo il passo del Brennero, nodo essenziale di collegamento con la Svizzera e la Germania si può sostenere che la Valsugana effettivamente, con la sua posizione strategica, abbia sempre messo in relazione naturalmente il Nord-Est Italia con il resto del Nord-Europa. In quanto terra di passaggio ha rappresentato una cerniera tra la cultura Italo Romana della penisola il mondo di ceppo celtico germanico, proprio grazie al suo orientamento Est-Ovest, che consentiva il passaggio fra le montagne su un terreno sicuro dalla Pianura Padana alla Val D’Adige. Essa fu sfruttata nel corso della storia come canale di passaggio che ne caraterizzò la nascita di economie, incontri fa culture e la nascita di piccoli centri urbani. Gli avvenimenti storici, le battaglie e le dominazioni che videro partecipe la valle, dai primi insediamenti romani fino all’età moderna sono la

prova di come l’uomo abbia riconosciuto il territorio della Valsugana come ospitale, favorevole al passaggio e generosa di materie prime, in primis per commerci, in secundis per scopi bellici; il suo ruolo poi sia evoluto in età contemporanea fino a diventare tratta turistica ed economica fondamentale. Le prime testimonianze di presenza umana si possono attribuire ai Romani, i quali già nel I secolo a.C. esploravano la valle che poco dopo avrebbero chiamato “Ausuganea”. A questo periodo si fa risalire la costruzione della via consolare Claudio Augusta Altinate, che partendo da Altino conduceva ad Augusta, passando per Feltre. E’ proprio dovuta ai romani la fondazione di Borgo (allora chiamata Ausugum datata I secolo d.C.), il cui ruolo era quello di presidiare militarmente il corso della valle nel suo punto più stretto, quello tra il monte Ciolino e il monte Rocchetta cingendo

il centro di Borgo, che simmetricamente rispetto al Brenta si protrae verso Nord creando una strettoia naturale. Più volte tagliata da confini politici e culturali, la Valsugana evolse nel tempo a seguito delle attività antropiche (campi, disboscamenti, opere di assetto territoriali, etc) e naturali (alluvioni del Brenta, dissesti, etc.) Proprio perchè la sua posizione permetteva di entrare in Val d’Adige dal Veneto e da li in Austria fu costretta a essere luogo di plurime battaglie e presìdi militari, soprattutto in età moderna, svoltesi tra Austria e Italia, per motivi espansionistici, politici e per il controllo dei confin (un tempo coincidevano con la catena di Cima XII , che dopo la Grande Guerra fu spostato più a Nord con l’annessione al regno d’ Italia del Trentino, dell’Alto Adige, e dell’Ampezzano). In questi conflitti svolse più ruoli tra cui avamposti, retrovie, confini di stato e terre di nessuno, lasciando indelebili e 31


visibili ancora oggi i segni sulle di Bassano e Verona; le ope- pendolari e turisti si muovono montagne, nei centri urbani, re di viabilità veloce come la con i loro mezzi o con i servinei fortini rimasti tra le cime. ferrovia e la strada statale, ha zi di treni e autobus che colfatto si che in pochi decenni legano tutti i centri urbani. Fu bombardata, riconquista- assumesse assieme alla Val Questi flussi intensi che conta, tutto perchè i protago- d’Adige, il convogliamento tano migliaia di persone e di nisti di questi eventi ricono- dei traffici commerciali tra il cose ogni giorno , si incanascevano senza alcun dubbio Nord-europa e il Nord-Italia. lano nella valle e fluiscono in l’importanza fondamentale Migliaia di container passano una direzione o nell’ altra, o strattegico di questa terra. ogni anno sul tracciato del- Trento o Bassano, passanOggi l’importanza strate- la ferrovia portando materie do per ogni paese e comunigica di questi luoghi non prime e prodotti, sulla stata- cando con il resto del monviene più palesata, anche le camion trasportano merci, do a una velocità elevata. se intensamente sfruttata. L’avvento della mobilità individuale in età contemporanea e l’abbreviamento dei tempi di percorrenza di ogni distanza da percorrere grazie al boom 75(17 72 2 tecnologico, rendono ancora meno evidenti alla vista dell’ uomo comune i vantaggi che 3HUJLQH offrono luoghi come questo, che per secoli sono stati consi9DOVXJDQD derati accessi imprescindibili. Dal secondo dopo guerra in poi con la pace in Europa e lo sviluppo economico, la Valle ritorna a essere protagonista nel commercio dell’Italia Settentrionale, con aumento di importanza tra i collegamenti 32

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I due poli principali rappresentano tra l’altro un eccellenza del Nord-Italia: Trento è importante come polo commerciale, storico, amministrativo e turistico della regione Trentino sull’asse Modena-Brennero, ma soprattutto come polo universitario ingegneristico e tecnologico a livello europeo; mentre Bassano, anch’essa città storica fondamentale per il turismo e per il commercio

veneto, è anche snodo delle comunicazioni sull’asse infrastrutturale Torino-Venezia. Questo asse Trento-Bassano che è ben radicato nel territorio ed è diventato molto efficace, ha portato moltissimi cambiamenti nel corso degli anni e determinato modifiche del paesaggio della valle ma anche aumento della sua efficienza economica. In particolare Borgo, con la

sua posizione centrale nella valle si può definire perno nevralgico territoriale della comunità di valle, la cui importanza a livello gestionale e amministrativo oltre che storica e sociale è indubbiamente più rilavante rispetto ad altri insediamenti nella valle. Pur avendo una forte articolazione storica che ne hanno determinato la sua morfologia territoriale, politica, amministrativa, nell’ultimo decenio si riscontrano in essa le problematiche collegate al quadro globale tra cui crisi economica, sociale e non ultima d’importanza ecologica-ambientale. Rafforzare la sua integrità è obiettivo di questa tesi prendendo base dalla sua eccezzionalità politica territoriale forte oltre che speciale e orientate al convogliamento di questi flussi di passaggio per aumentarne la loro attrazione.

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II 2 Pentagramma dei flussi: Brenta Claudio-Augusta Ciclabile Provinciale Ferrovia La conformazione della valle con il suo corso leggermente pendente ha fatto si che venisse utilizzata come connettere di popoli e territori, prima per motivi militari ed esplorativi, poi per motivi economico-commerciali, di difesa del terrritorio, solo in tempi più moderni per motivi turistici. Oggi è attraversata dai tracciatia da diversi layer sviluppati in epoche differenti con differenti evoluzioni ma che in comune mantengono una direzzionalità quasi parallela. Grazie a questa sovrapposizione di trame è possibile leggere e ripercorrere i trascorsi che ne hanno caratterizzato la valle fino ad oggi. 34

Questi tracciati si sono fatti strada nel territorio seguendo le minori inclinazioni dei pendii naturali e più facili da attraversare nella vallata, tenendo conto delle restrizioni imposte dal corso del fiume Brenta che ha stabilito dal tempo dei romani un primo limite da rispettare per il pas-

saggio e la costruzione, e allo stesso tempo una ancestrale direttiva da seguire per l’esplorazione. Solo dopo il suo arginamento in età moderna, si sono sottratti alla Brenta quei territori alluvionali di timbro paludoso costrendovi nel tempo le infrastrutture che vengono oggi vengo usa-


te e in costante evoluzione. I percorsi per tipologia possono essere riassunti tutti in cinque principali categorie che chiameremo in questo caso FLUSSI in quanto sono tutti accomunati da un fattore essenziale imprescindibile: il movimento; quello che ogni giorno muove un costante flusso

di persone, materiali, elementi da un posto a un altro e si rende portatore di vita per il territorio in cui passa come un fascio di capillari che si dirama in un corpo tenendolo in vita. Questi cinque flussi che percorrono la valle seguendo un andamento parallelo ricordano un pentagramma compo-

sto da linee, che sempre separate, corrono insieme ma non si toccano mai se non in corrispondenza di un accordo, più note che collaborano per crearne una sola connettendo righe diverse. Così come su uno spartito si potrebbe quindi leggere il territorio con i suoi flussi paralleli, che non si toccano ma che entrano in contatto tra loro in determinati punti nello spazio perchè messi in relazione da collegamenti esterni, così come un accordo mette in relazione le frequenze sonore rappresentate dalle linee parallele del pentagramma. I cinque flussi sono quindi: fiume Brenta, - via Claudia Augusta, - ciclopista del Brenta, - strada provinciale ferrovia. Ognuno simbolo di un epoca, di una tecnologia e di una tendenza umana, prima l’esplorazione e la conquista, poi lo sfruttamento, le rivoluzioni tecnologiche e sociali, l’indipendenza e infine lo svago. 35 Inquadramento Borgo Valsugana


II 2.1 Il fiume Brenta Il Brenta nasce dal lago di Caldonazzo e di Levico e fluisce per tutta la Valsugana attraversando Borgo che si sviluppa sia su una sponda che sull’ altra del fiume. A Primolano entra nel canale di Brenta, transitando per Cismon del Grappa, Valstagna, San Nazario, Campolongo sul Brenta, Solagna, Pove del Grappa e Campese. L’accesso alla pianura veneta avviene da Bassano del Grappa dove il fiume passa sotto il famoso Ponte Vecchio costruito niente meno che dal Palladio, luogo che assistì a vari eventi storici che lo videro protagonista di conflitti e inseguimenti militari essendo uno dei collegamenti principali tra Bassano e Vicenza. Le frequenti piene del fiume, tanto frequenti e disastrose da coniare il termine veneto “Brentane”, modificavano spesso il suo corso contribuendo fortemente assieme alla 36

foce dell’ Adige, a formare la laguna Veneta e ad alimentare le paludi che una volta circondavano Padova e ricoprivano la gran parte della pianura Padana fino ai tempi moderni quando con il suo arginamento e la suddivisione in navigli ha permesso la sottrazione di terre alle acque rendendo sicuri insediamenti e terreni. Un elemento importante e imprescindibile quindi per la capitale veneta tanto che già nel 1200 si parlava di canalizzazione e regolamentazione delle foci di questi due fiumi che troppo spesso ingrossandosi creavano problemi di salubrità e logistica. Il suo basso corso quindi fu modificato più volte e per diversi motivi incanalato per creare navigli, fossati di protezione, bonifiche di aree paludose per edilizia o agricoltura. Questo fiume è una prima via di collegamento tra Trento, Bassano del Grappa e Venezia generato dalla natura stessa. Segue una naturale discesa, dolce e progressiva. Il Brenta rappresenta sicu-


ramente un primo e fondamentale flusso nella nostra analisi territoriale che percorrendo la valle ha determinato le sue forme e il suo decorso post glaciazioni, creando questo primo flusso generatore e suggeritore per l’uomo in cui avrebbe costruito e praticato i suoi insediamenti.

Scorcio del Brenta nel Borgo

II 2.2 La ciclopista della Valsugana Una delle piste ciclabili meglio fatte e piu complete del Trentino se non d’Italia è quella Valsuganotta con il suo scorrere liscio caratterizzato da poche salite e cambi di direzione. La sua fluidità di percorso è dovuta al suo posizionamento accanto al corso del Brenta che scendendo dolcemente verso la Pianura Padana accompagna la pista ciclabile dalla località di San Cristoforo al lago giunge fino al confine con la provincia di Vicenza in località Pianello, frazione di Grigno, dove finisce il tratto di gestione trentina. Da lì è immediata l’immissione nel tratto di gestione veneta che raggiunge Bassano del Grappa. Viene chiamata anche la Via del Brenta per la sua stretta connessione con il corso del fiume, infatti seguendo proprio il profilo delle sponde garantisce una salita fluida e una 37


discesa piacevole, apprezzabile per la sua lieve pendenza e prevalenza di piano. Ogni anno i cicloturisti che scelgono il Trentino come sfondo per le loro vacanze all’ insegna dello sport, della natura e del benessere in generale, tornano a casa arricchiti di esperienze piacevoli immerse nel verde, questo è infatti da interpretare come uno dei flussi più importanti che passa per la Valsugana. Il tratto di ciclabile infatti in corrispondenza di Borgo si inserisce nell’abitato allontanandosi dalla statale con cui si incrocia all’ altezza dello svincolo per Roncegno e convoglia il flusso di turisti all’interno del tessuto urbano storico. Il tracciato percorre tutte le località storiche della Valsugana come Primolano e Cismon dove si è combattuta la Prima Guerra Mondiale, partendo dai laghi di Levico e Caldonazzo e avvicinandosi alle località termali e a Borgo dove si inserisce nel tessuto urbano storico per invogliare a fare un giro nelle vie del paese, per questo 38

motivo è da considerare vitale come risorsa per la comunità. Offre quindi la possibilità di raggiungere le località della Valsugana in tranquillità, rispettando l’ambiente spostandosi senza consumi, con la famiglia e i figli senza alcuna fatica, ammirando panorami che con la mobilità veloce non si avrebbe il tempo di apprezzare. In aggiunta le tappe principali della ciclabile della Valsugana sono anche servite dalla linea ferroviaria Trento -Bassano gestita dalla società Trentino trasporti quindi in qualsiasi momento il

cicloturista può decidere di usufruire del treno per spostarsi da una tappa all’altra o per organizzare un rientro veloce sempre all’ insegna del risparmio e dell’ecologia.

Ciclabile “Via del Brenta”


II 2.3 La via romana Claudia-Augusta La strada romana Claudia-Augusta fu costruita attorno al I secolo d.C. più precisamente fu iniziata nel 15 a.C. Per ordine di Druso maggiore o Nerone Claudio Druso Germanico (parte della dinastia giulio-claudia perchè figlio di Livia Drusilla, terza moglie di Augusto), generale di Augusto, in occasione delle campagne militari che lo portarono alla conquista della Rezia e

della Vindelicia, antiche regioni romane che corrispondevano all’attuale zona alpina della Svizzera e del Sud della Germania, e rappresentavano il confine estremo Nord dell’ impero romano. I lavori per la posa della strada furono poi ultimati da Claudio, figlio di Druso maggiore nel 47 d.C. da cui deriva il nominativo Claudia Il numero di reperti testimonianti sulla storia di questa via romana è molto ridotto, tra questi sono fondamentali le pietre miliari ritrovate per caso lungo il percorso le quali riportano scritto che i punti di partenza del percorso erano due, uno da Ostiglia (Hostilia) nella provincia di Mantova e l’altro da Altino (Altinum) nella provincia di Chieti, e che convergevano a Trento (Tridentum). L’ultimo tratto di strada, da Trento a Burghöfe-Mertingen tramite il passo di Resia, è il tratto di cui tra l’altro si conoscono più testimonianze della sua esistenza con il tratto che collegava Trento con Ostiglia, mentre il ramo altinate risulta ancora es-

sere frutto di indagine e di ricerca per gli archeologi. Altinum era un importante città per l’impero romano in quanto centro di smistamento portuale per le attività commerciali di tutto l’Adriatico Settentrionale, infatti la via Claudio-Augusta oltre che per scopi militari rappresentava anche una importante arteria per i commerci dell’ impero romano con le regioni dell’estremo Nord. Sembrerebbe che la strada di epoca imperiale per gran parte del suo tragitto ricalchi ancor più antichi sentieri di caccia esistenti fin dal Neolitico che venivano

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usati come percorsi da pastori, commercianti, artigiani per spostarsi nelle zone alpine. Dopo il potenziamento di questo tracciato reso lastricato alla tipica maniera romana lungo il percorso furono edificati castelli e avamposti fortificati, torri e accampamenti (che diventarono poi cittadelle) che sopravvissero alla caduta dell’impero e diventarono in eta medioevale punti nevralgici di commercio e di potere politico, anche grazie alla scelta strategica del luogo dove furono posizionati. I criteri secondo cui l’uomo in antichità sceglieva il percorso per spostarsi non coincide con quello che abbiamo noi oggi, infatti il fondovalle veniva visto come territorio pericoloso in quanto non offriva i ripari che garantivano i valichi di montagna, e il più delle volte presentava caratteristiche paludose per la mancata gestione delle acque come siamo abituati a fare quotidianamente, quindi preferiva scegliere percorsi in alta quota anche se magari più freddi e ventosi ma 40

al sicuro da piccoli animali, insetti portatori di malattie e da grossi predatori.In particolare il ramo altinate di questa strada partiva da Altino quella che doveva essere la posizione dell’ ancestrale insediamento portuale della zona dell’Adriatico Settentrionale al tempo dei romani, dirigendosi verso Nord attraversava Trieste e raggiungeva Feltre seguendo il corso del Piave, evitando però la Valdobbia che doveva presentarsi spesso impraticabile a causa delle piene incontrollate del fiume. Doveva essere più sicuro evidentemente passare in alta montagna percorrendo i passi a Ovest della valle del Piave raggiungendo quindi la valle di Feltre che garantiva probabilmente in età antica un attraversamento più facile del corso del fiume. La via romana quindi proseguiva verso Ovest da Feltre percorreva in costa le montagne passando per Pedavena per Lamon e Castello Tesino evitando il più basso corso del torrente Cismon soggetPietra miliare

to ai cambiamenti di portata stagionali. Procedendo sempre a Ovest giungeva a Telve poco sopra a quella che è l’attuale nucleo urbano di Borgo che come si sa in età romana doveva presentarsi come una zona paludosa e inospitale per l’uomo a causa delle frequenti e abbondanti piene ed esondazioni del Brenta. A fronte di ciò la strada invece che scendere verso valle e oltrepassare il monte Ciolio a Sud a ridosso del corso del fiume lo oltrepassa seguendo il ver-


sante Nord preferendo affrontare la discesa per Roncegno passando per l’attuale Ronchi. Il pianoro dove poi sarebbe stata fondata Ausugum doveva essere soggetto alle piene del Brenta che con le sue esondazioni rendeva il luogo paludoso e inospitale per lunghi periodi, in particolare nella parte a Ovest del monte Ciolino che con il monte Rocchetta crea una strettoia naturale del corso della valle. Le bonifiche delle ulti-

me zone paludose rimaste a Ovest dell’ abitato risalgono all’ inizio del Settecento, in età moderna, grazie ai lavori di rettifica del corso del fiume. Nel suo percorso verso Ovest la strada lastricata, superato Roncegno probabilmente proseguiva in mezzacosta fino a raggiungere il corso del Brenta reso più sicuro dalla maggiore pendenza del tratto di valle fino a raggiungere i laghi affluenti, Levico e Caldonazzo. Oltrepassata la zona dei laghi il percorso raggiunge Pergine e invece che scendere per la val d’Adige passando per Civezzano e per quelle direzioni che hanno oggi le nostre strade carrabili che per l’esercito romano una volta erano impraticabili, intraprende il percorso più a Nord tra le cime montuose per raggiungere la val dei Mocheni passando infine per la val Cembra. Ci sono ancora studi in corso d’opera che cercano di capire quale potesse essere il percorso effettivo che prendeva il lastricato dai laghi in poi, molti Pietra miliare romana

studiosi si chiedono anche se passasse davvero per Trento o se in realtà questo ramo della strada servisse per condurre a Bolzano in Rezia dopo semplicemente essersi ricongiunta con il ramo proveniente da Ostiglia. La via Claudia Augusta d’altronde sembrerebbe virare verso la val dei Mocheni in direzione Nord. In epoca romana infatti la forra del Fersina era impraticabile quindi il passaggio per la val Cembra rimaneva quasi come percorso obbligato per raggiungere la val d’Adige. E’ancora da appurare quindi se si biforcasse per andare sia a Trento che a Bolzano per avere una doppia soluzione tattica per controllare l’ intera valle dell’ Adige o se andasse semplicemente a Trento per ricongiungersi con il ramo ostigliano.Da Bolzano ormai ricongiuntasi con il suo ramo proveniente da Ostiglia la via romana proseguirà verso Nord passando per Merano e superando l’odierno confine di stato con l’Austria presumibilmente al passo del Resia oltrepassando il fiume Inn a 41


Imst e così sempre in direzione Nord per le valli austriache fino ad Augusta in Germania . Anche su questo c’è chi al contrario sostiene che il confine venisse superato al passo del Brennero passando invece da Vipiteno, e che poi si raggiungesse Augusta passando per Innsbruck invece che per Landeck. La via romana può essere un occasione affascinante per promuovere la cultura in valle, per proporre giri turistici alternativi a sfondo culturale che possano soddisfare un target sempre più ampio di turisti.

Annuale corsa antico treno a vapore

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II 2.4 La ferrovia della Valsugana L’asse ferroviario Venezia Trento nasce in un modo quasi naturale grazie a una stessa intuizione strategico-militare che austriaci e italiani ebbero nello stesso momento e che li portò a costruire un tracciato pensato sia per portare rifornimenti e uomini che si dirigeva verso il confine, che come si sa prima della Grande Guerra tagliava

la Valsugana dalla catena di CimaXII in poi. I primi tratti quindi in direzione del confine nascono come scommessa di invasione e conquista dei territori anelati. In questo caso gli Austriaci iniziarono a costruire a metà Ottocento il tratto che da Trento proseguiva a Sud verso Ala e prolungarono la linea da Trento a Bolzano verso il Brennero con un obbiettivo evidente di controllo della val d’Adige, mentre contemporaneamente in Italia si apriva il tratto che da Padova andava verso Bassano del Grappa nel primo decennio del Novecen-


to. Solo nell’ ultimo decennio dell’ Ottocento veniva costruito dagli austriaci l’ultimo tratto che da Trento arrivava alla linea di confine, che, dopo l’acquisizione italiana del Veneto passava per Tezze di Grigno, opera che fu mossa da motivi strategici e di controllo del territorio evidenti. In territorio italiano la copertura della distanza tra Mestre e Bassano fu invece realizzata nel primo decennio del Novecento poi successivamente venne costruito il pezzo più complesso fino a Primolano, che in breve tempo evol-

se da cittadina qualunque a stazione internazionale di confine tra Italia ed Austria. Dopo la prima guerra mondiale il Trentino e l’Alto Adige passano all’Italia e la gestione del tratto di ferrovia Trento-Grigno viene consegnata alle Ferrovie dello Stato che unificarono la linea unendo i due tratti già costruiti precedentemente nei due territori confinanti dai due nemici in tempo di guerra. Oggi la Ferrovia della Valsugana è di proprietà statale, la gestione degli impianti è affidata alle Ferrovie del-

lo Stato e il servizio regionale è svolto da Trenitalia e Trentino Trasporti, società di trasporto pubblico della provincia autonoma di Trento. La ferrovia in Valsugana è il prodotto dell’ uomo che più rende evidente l’importanza di questa valle per i rapporti tra la penisola Italiana e il resto dell’Europa oltre le Alpi. Si potrebbe dire anche che la storia della sua costruzione nasca dal progetto di espansione di due popoli che vedevano la Valsugana come possibile varco per il territorio confinante. É sempre stata una via di scambio commerciale, di passaggio di merci, di spiegamento militare, di difesa strategica e in tempo di guerra questo era stato capito da tutte e due le fazioni coinvolte che investirono per valicare pendii ripidi costruendo opere infrastrutturali enormi per sfruttare la posizione conveniente della valle nel territorio europeo e italiano. La ferrovia con la sua varietà dei treni e il numero delle “Minuetto”

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fermate ormai copre praticamente tutto il territorio della valle del Brenta per questo è apprezzabile anche a livello turistico oltre che commerciale. Garantisce spostamenti veloci e sicuri in tutte le principali località della valle, assicura un ritorno veloce per i cicloturisti che percorrono la via del Brenta, riduce il traffico individuale di pendolari nelle strade carrabili in valle e, cosa più importante, è che tiene connesso il NordEst Italia con il Nord Europa.

Vista della Valsugana dal Monte Lefre risalente al 1915

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II 2.5 La statale della Valsugana La strada statale 47 della Valsugana (SS 47) o strada provinciale 47 della Valsugana (SP 47) è una strada statale e provinciale italiana, il cui percorso si sviluppa in Veneto e in Trentino-Alto Adige. Inizia a Padova e termina a Trento, dopo avere attraversato parte della pianura veneta e percorso la Valsugana. Il tracciato si snoda lungo un percorso di circa 132 km, la maggior parte dei quali (73 km) in Veneto. Nasce da Padova e termina a Trento innestandosi sulla SS12 dell’Abe-

tone e del Brennero; nel suo cammino attraversa, oltre a Padova e Trento anche la provincia di Vicenza. Inoltre, per lunghi tratti dopo il comune di Bassano del Grappa il tracciato segue il percorso del fiume Brenta, che nasce dai laghi di Levigo e Caldonazzo, in provincia di Trento, e attraversa tutta la Valsugana. Oltre ai capisaldi le principali città attraversate sono Cittadella , Bassano del Grappa, Cismon del Grappa, Borgo Valsugana, Pergine Valsugana. Dal punto di vista fisico la SS47 alterna tratti con caratteristiche di strada a scorrimento veloce a doppia carreggiata, con 2 corsie per senso di marcia, e con funzioni di strada extrau-


rbana, a tratti ad una carreggiata ed una corsia per senso di marcia. Intro mancante L’intero tratto di statale è sempre stato lasciato in gestione all ANAS, fino al 1998 quando con decreto legislativo la gestione della strada dal confine Veneto fino a Trento viene affidata alla Provincia autonoma di Trento. Con un altro decreto legislativo nel 2001 stavolta la gestione del tratto da Padova a Cittadella veniva affidata per convenzione alla società Veneto Strade. Il cambio di gestione da statale a provinciale ne fece conseguire un cambio di nome in SP 47 da SS 47. Il solo tratto rimasto all’ ANAS sarebbe quello tra Cittadella e il con-

fine regionale con il Trentino. Il progetto della Regione del Veneto sarebbe quello poi di potenziare la ex strada statale in una autostrada a percorrenza veloce e più corsie per migliorare i collegamenti con il Trentino e quindi con il Nord Europa. Alcuni parlano a proposito di un progetto che sarebbe in fase di sviluppo per la costruzione di un traforo che dalla Valsugana porti diretto a Vicenza passando sotto le montagne a Sud per deviare il percorso di tir e trasporti commerciali dalla valle direttamente in pianura, cosa che velocizzerebbe di molto i trasporti e migliorerebbe le condizioni di vita generali in

Valsugana. E’ ancora ipotetico quello che si farà ma senza dubbio si può affermare l’importanza di questa infrastruttura che ulteriormente calca e serve il territorio della valle del Brenta e che ogni giorno è percorsa da migliaia di utenti che riescono a spostarsi in fretta anche con i mezzi di locomozione individuali, e che ogni giorno vede passare camion carichi di materiali e materie industriali utili e soprattutto turisti che la scelgono molte volte come eccellenza esclusiva per i loro viaggi a bordo di mezzi fuoristrada o di moto da cross. La Valsugana e in questo caso Vista odierna della Valsugana dal “Panoramico”

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proprio Borgo, si presenta come tappa fondamentale per i turisti in particolare gli appassionati di moto che vogliono guidare e ammirare i paesaggi che offre la valle e le sue montagne, da lì infatti si diramano le strade che portano a passi di montagna panoramici come il Brocon e il Manghen molto gettonati dai motociclisti. Essendo accesso per luoghi così apprezzati dai turisti la strada viene battuta ogni anno da migliaia di persone e le diramazioni per le località più affermate partono proprio da Borgo, storico centro culturale ed economico-sociale della valle.

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II 3 Attrattive e qualità della zona

Il patrimonio naturale è uno dei pregi e degli orgogli della regione Trentino e sicuramente la Valsugana è una di quelle zone dove si possono apprezzare alcune delle eccezionalità più conosciute e gettonate del Trentino orientale e ammirare luoghi dove la natura è stata estremamente generosa, creando ad esempio laghi e zone termali, risorgive le cui acque sono rinomate per la purezza e per le proprietà benefiche. L’intensa attività umana nella valle ha fatto si che si sviluppassero le trame e le tessiture di connessioni artificiali che alimentano tutta la valle e interconnettono tutte le località dalla più piccola ed estrema alla più centrale facendo si che si sviluppasse una rete di attrazioni, ricettività e proposte turistiche. In particolare la Valsugana propone un’at-

trattiva di ampio raggio che va, secondo la nostra analisi, a puntare su tre punti fondamentali che sono la cultura, lo sport e il benessere. Per vocazione naturale molto conosciuta per le zone termali dei laghi oltre a questo offre infatti centri storici e culturali, esposizioni artistiche e possibilità sportive tutte sparse sulla superficie della valle, affiancate da collegamenti veloci. Grazie a ciò si riesce ad attirare moltissimi turisti intelligenti e interessati che riempiono la valle ogni anno a prescindere dalle stagioni.


II 3.1 Cultura

La Valsugana propone già una serie di attrattive culturali che attirano ogni anno molti interessati alla storia moderna del nostro paese e a quella del Trentino. Ogni anno migliaia sono i visitatori che percorrono i vecchi sentieri sulla linea del fronte in cerca dei numerosi resti dei fortini e delle trincee della Grande Guerra o visitano i numerosi castelli medievali andando a scoprire luoghi più antichi del-

la valle che nacquero addirittura in età romana. Moltissimi già passano in Valsugana per visitare questi posti come castel Telvana o castel Ivano, per vedere il museo della Guerra o percorrono la via Claudia Augusta cercando di trovare porzioni di lastricato. Si stimano entro le settanta mila le persone che ogni anno visitano Arte Sella e che sicuramente restano soddisfatte delle installazioni artistiche sul concetto vegetecture immerse nella natura, proposte da vari artisti e imparano valori importanti sulla montagna e sulla fragilità degli ecosistemi.

Un tale numero di persone viene attratto anche dalla residenza De Gasperi dove lo statista visse i suoi ultimi anni, ed è sita proprio in val di Sella, valle che sfocia nei pressi di Borgo in corrispondenza del monte Rocchetta. Il passaggio della via romana consolare Claudia- Augusta in valle, che è testimonianza dell’ antica antropizzazione della Valsugana, oggi attira molti cicloturisti e appassionati che decidono di percorrere la ciclabile che si dice ne ricalchi alcuni tratti, sfruttando l’occasione per imparare e insegnare sul campo la storia antica degli insediamenti storici. Il fatto che così tante persone siano interessate a questo tipo di attività rappresenta l’interesse che c’è nel conoscere la natura e le trame dei luoghi che vengono visitati oltre che al solo interesse per i bei panorami che ormai non è più sufficiente. La cultura è sicuramente uno dei campi su cui puntare per l’attrazione dei flussi per più motivi: per attiAlcide Degasperi

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Cantina rifugio al “Crucolo”

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ARTE SELLA - Cattedrale vegetale - Giuliano Mauri

ARTE SELLA - Tana libera tutti - Patrick Dougherty


Castel Telvana

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rare turismo intelligente, per creare e invogliare il turismo. Questo tipo di messaggio è adatto per attirare un target di turisti che non siano legati a un luogo in cui si recano solamente per la bellezza delle piste da sci ma piuttosto per la ricchezza culturale che possiede e può offrire all’ utente che è interessato a entrare in contatto con le tradizioni e con le usanze di questo luogo in cui si trova a trascorrere del tempo. La Valsugana rivela sia la sua parte storica sia la sua parte moderna e artistica e così riesce sicuramente a trovarsi un posto di rilievo nelle valli trentine che spiccano per la loro qualità culturale e tradizionale, al contrario di altre che puntano soltanto sul turismo invernale sciistico e risentono molte volte dello svuotamento stagionale e dei cambiamenti climatici.

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II 3.2 Sport

Gli sportivi in Valsugana sono tantissimi tanto tra i residenti quanto tra i turisti, di vari tipi e discipline, nel particolare di Borgo uno tra gli sport più gettonati e apprezzati è il ciclismo, diffusissimo fra i ragazzi che lo praticano tutti i giorni anche per gli spostamenti. Si svolgono anche due eventi fondamentali per il ciclismo italiano under 20, la coppa d’Oro maschile e la coppa Rosa femminile, quindi in questi due eventi la città si riempie di fervore sportivo e di appassionati di ciclismo. Stessa cosa è successa quando per Borgo è passato più di una volta il giro d’italia passando esattamentedavanti all’ Albergo Venezia per andare a Nord per Cavalese. In più la presenza della ciclabile della Valsugana o Via del Brenta convoglia il flusso di cicloturisti esattamente nel centro della città quindi

sicuramente saranno sempre presenti nel contesto urbano di passaggio per proseguire verso Bassano o Trento o per deviare nel mezzo del centro storico e prendere la via per il passo Manghen o per il Brocon, o per visitare i castelli raggiungendoli in bici. La quantità di valichi e di formazioni montane come il Lagorai o l’altipiano di Asiago, il Fravort, i percorsi in quota tracciati per migliaia di chilometri sono comunque un occazione per chi vuole cercare attività sportiva di ogni tipo in montagna dal downhill al parapendio e altri.


Volo libero dal monte Fravort MTB - Dolomiti - Cimon della pala

Sci alpinistico - Canalone sulla Marmolada

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II 3.3 Benessere Tutti sanno che gli ambiti montani oggi garantiscono condizioni ambientali favorevoli al benestare dell’ uomo per la qualità migliore dell’ aria, dell’acqua, del paesaggio e della vita in generale rispetto alla città. La Valsugana presenta oltre tutte queste caratteristiche di base, anche i paesaggi dei laghi, i biotipi i luoghi incontaminati così ben protetti, sono un ottimo modo per staccare dalla città sempre più malsana. Oltre a questi imprescindibili valori la Valsugana propone una serie di rinomati centri termali dal

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nome storico e conosciuto da molti, come Levico e Roncegno che attirano la gran parte dei turisti di passaggio. Le cure termali sono conosciute in tutta Italia e moltissima gente viene in valle apposta per intraprenderle e trascorrere periodi in valle per frequentare le terme e passare del tempo nel paese, un target di utenze turistiche prezioso che va soddisfatto nelle sue esigenze. Solo a Borgo invece si può trovare un’eccellenza di tipo sanitario-ospedaliero, infatti nell’ospedale civile della città si può accedere a una terapia contro i tumori esclusiva in tutta Europa che richiama molte persone che vengono apposta per intraprendere la cura. Questa possibilità ha

scosso la comunità scientifica di tutto il mondo che ha rivolto molte attenzioni al macchinario fin dalla sua creazione, avvenuta negli anni Cinquanta. Un altra categoria attrattiva quella del benessere che attira ogni anno tantissime persone interessate ai laghi o alle terme, alle cure mediche, che dovranno arrivare in valle con l’auto o con il treno, che dovrà pernottare, mangiare, svagarsi. La valle deve essere in grado quindi di fornire dei servizi adatti e nella quantità necessaria in base alle persone che ne usufruirebbero, l’amministrazione dei comuni e delle comunità risulta quindi organo importantissimo e necessario Spumante del lago


Passeggiata lungo lago di Caldonazzo localitĂ San Cristoforo

Terme di Roncegno

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III 1 Recupero strategico di edifici simbolo per il Borgo

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A causa di fasi economiche e di periodi di crisi durante i decenni più recenti, si sono verificati numerosi casi di abbandono edilizio. Fenomeno a cui contribuisce lo spopolamento generalmente diffuso verificatosi in più località di montagna dagli anni settanta a oggi a seguito dei cambiamenti socio-economici avvenuti in ambito alpino. Gli edifici che rimangono abbandonati per anni e molte volte vengono sottovalutati nelle loro qualità gran parte delle volte, sono in realtà molto importanti a livello storico, culturale e identitario. Un edificio che sia posizionato in un punto strategico alla vista di tutti, che sia di valore storico e culturale per la comunità, che faccia parte della memoria degli abitanti di un luogo è importante che continui a esistere per poter tramandare l’identità di questo luogo in cui si trova nel futuro. Dopo inquadrato geografio/ amministrativo abbiamo identificato tre edifici abbandonati di valore che

fossero simbolo dell’identità lavorativa, ricettiva, creativa di questa comunità. Di seguito proporremo delle idee per riusare gli edifici insediandoci attività alternative di commercio, creazione e sviluppo di idee e di ricettività, che possano chiamare sempre più opportunità, investimenti, persone, sfruttando anche le potenzialità che Borgo già possiede Le architetture verrebbero ripristinate mantenendo le facciate originali contribuendo quindi alla continuazione della memoria architettonica storica della zona. Gli edifici alla scala urbana si trovano in posizioni strategiche perchè in corrispondenza di flussi di passaggio costante di mobilità veloce e lenta che garantiscono una grande visibilità e una notevole varietà di utenze, dalle scuole, ai professionisti ai turisti.

Inquadramento architetture interessate

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III 2 Officina cittadina: laboratorio co-working

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III 2.1 Inquadramento L’ipotesi è quella di proporre il recupero edilizio dell’edificio ad angolo tra via Spagolla e viale Piave, dove il traffico e la visibilità sono molto intensi. L’edificio, che era una vineria di inizio Novecento presenta un fabbricato originale su tre piani con cantina, e un altro accorpamento costruita in secondo momento sviluppato su due piani utilizzato come capanno per gli attrezzi. La costruzione era dedicata allo stoccaggio del vino in botti che sarebbero poi state spedite e smerciate sfruttando la vicinanza della stazione ferroviaria di Borgo centro. La sua posizione è strategica alla scala urbana per la sua vicinanza con la stazione del treno che ogni giorno fa più volte il percorso da Trento a Bassano del Grappa e si trova ad avere un fronte sulla via Piave che è una via molto trafficata del centro.

III 2.2 Proposta e motivazioni La destinazione d’uso proposta è un Co-working, dove dare la possibilità agli abitanti del paese di usufruire di un laboratorio dove lavorare con attrezzi specifici, per stimolare l’artigianato e per fornire occasioni agli istituti superiori molto numerosi in zona, ma soprattutto dove tutti possano trovare spazi dove lavorare in modo indipendente, ma in un ambiente condiviso, che permetta di stringere nuovi contatti con professionisti e clienti, creando un ambiente perfetto per neoimprenditori, freelance, professionisti e organizzazioni alla ricerca di uno spazio stimolante che concilii condivisione e professionalità. Creando una struttara con un’attrazione di questo tipo al suo interno si mira ad un target di interesse molto ampio che può toccare anche scuole, come l’ istituto dei geometri a pochi metri di distanza. Inquadramento Officina cittadina

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III 3 Albergo Venezia

III 3.1 Inquadramento Lo stabile situato all’ angolo di corso Vicenza con Via per Telve è un vecchio albergo risalente agli inizi del Novecento. Ormai in disuso è costituito da un evidente corpo di fabbrica originale al quale è stato accorpato un secondo volume costruito in mattoni forati. L’Albergo è inserito in un vasto giardino ospita alberi di grandi dimensioni e diversi tipi che con la loro chioma rendono il lotto un isola verde tra l’urbanizzato delle case circostanti. E’ sempre stato un albergo molto conosciuto dai borghesani ed è il simbolo della diffusa abitudine all’ ospitalità. La sua posizione è strategica perchè si trova all’ inizi di via per Telve, che indirizza verso il passo del Manghen, meta frequentatissime dai turisti, ma è anche scorciatoia per raggiungere la val di Fiemme evitando di eseguire un vertice a Trento.

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III 3.2 Proposta e motivazioni L’Albergo va ripensato sotto una chiave nuova proponendo un’ attivita ricettiva nello stabile storico conosciuto da tutti i borghesani per potergli affiancare delle case sugli alberi tra i pini del giardino. Infatti secondo la DELIBERA della Giunta provinciale n. 1699 di data 6 ottobre 2015 viene approvata la normativa per le case sugli alberi nell’ambito dell’offerta turistica ricettiva. La legge definisce i criteri che regolano la progettazione di costruzioni sopraelevate indipendenti e abitabili che possono adottare sistemi ricettivi come hotel, agriturismi, rifugi per proporre innovazione e tecnologia nel turismo. Le costruzioni sono mimetizzate fra gli alberi e normativate apposta per non essere di impatto a livello paesaggistico. Inquadramento Albergo Venezia

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III 4 Scuola natura “Le Valli”

III 4.1 Inquadramento Il maso in località valli presenta un volume principale di fine Ottocento a cui negli anni sono stati addossati due corpi: uno destinato a stalla e l’altro come ampliamento della superfice vivibile. Il lotto è appartato rispetto alle strade principali però è immediatamente collegato all’asse che da borgo sale verso Telve per proseguire verso la valle di Fiemme. E’ situato ai piedi del monte Ciolino pochi metri di dislivello più in basso rispetto a Castel Telvana, dove si crede che passasse l’antico tracciato della via Claudia-Augusta. L’edicola posizionata sopra al volume principale testimonia il nodo di passaggio di più vie, secondo la tradizione di montagna nella dislocazione dei capitelli. Queste simbologie fanno parte dell’ identità paesaggistica di Borgo eredità unica caratteristica solo in questo luogo.

III 4.2 Proposta e motivazioni Proponiamo un’attività di tipo turistico che abbia come obbiettivi di fondo quelli di educare alla simbiosi tra uomo e natura nella vita di tutti i giorni anche tramite l’educazione alla natura, al paesaggio ed ai caratteri identitari architettonici del luogo. Il volume più antico è incastonato nella roccia e rappresenta un ottimo esempio di architettura in simbiosi con la natura circostante oltre che un grande simbolo di architettura agricola tipica borghesana da riattivare per preservarlo nella memoria degli abitanti del luogo. In piu la sua posizione così vicina al castello può permettergli di ipotizzare una collaborazione di tipo turistico e vantare un collegamento diretto con questo simbolo della storia medievale della valle, che spicca da qualsiasi prospettiva si guardi. Inquadramento Scuola Natura “le Valli”

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IV 1 Occasioni da sfruttare per la valle La Valsugana ha delle risorse che le garantiscono sostentamento, indipendentemente dalla promozione turistica. Un buon esempio è l'intreccio di flussi precedentemente analizzato , potente snodo di infrastrutture di mobilità lenta e veloce che mettono in comunicazione più realtà, e raggiungono tutti i punti della valle attraversandola nella sua direzione longitudinale. Le attrattive sul territorio sono molte, di vari tipi e tutte interconnesse tra di loro. Borgo si trova nel mezzo di questo sistema di flussi, svolgendo il ruolo di filtro per i passaggi e di perno per le amministrazioni. La valle presenta però anche molte criticità dal punto di vista urbanistico, paesaggistico e ambientale da risolvere. Tra queste l’abbandono edilizio nei centri urbani, come a Borgo Valsugana, dove il riuso architettonico strategico può 72

diventare un’occasione per vello territoriale per chiamareinventare la città e le sue re investimenti creando laproposte a livello di comunità. voro e condivisione di idee. Oltre all’abbandono edilizio ci sono molti siti dove le criticità ambientali sono gravi. Nella periferia di Borgo l’acciaieria crea disagi dal punto di vista dell’inquinamento delle falde e dell’inquinamento acustico; non ha alcun motivo di rimanere lì, quando potrebbe spostarsi in zone industriali con località naturalistiche meno sensibili. Nella valle in generale sono dispersi più centri industriali che determinano insediamenti diffusi e irregolari in corrispondenza delle principali infrastrutture, ambiti canonicamente associati a veloci evoluzioni paesaggistiche; sono criticità che vedono subentrare la gestione territoriale sovracomunale. Noi ci siamo invece limitati alla scala urbana comunale proponendo il recupero di tre edifici che, seppur abbandonati, sono collocati in posizione centrale per il borgo e il nostro obiettivo è quello di cercare di attuare una strategia a li-


IV 2 Valori compresi: obbiettivi a cui puntare Ci sono dei principii che sono da tenere in considerazione in qualunque caso in architettura e in urbanistica. I valori storici e cuturali che arricchiscono i luoghi del nostro paese fanno parte della nostra memoria, essa va preservata e tutelata in quanto pilastro fondamentale su cui si regge l’identità della comunità che vi abita. “Tutelare

però non vuol dire fermare il tempo, ma garantire l’integrità dei racconti di una narrazione in continuo movimento. Tendiamo a tutelare per non perdere il senso dell’ appartenenza e dell’origine di un radicamento costituito da storia e cultura che la legittimi, d’altronde senza memoria non c’è futuro”(Venturi Ferriolo). Su queste motivazioni fondiamo il fatto che è necessario il recupero di queste strutture abbandonate che sono simbolo dell’azione dell’uomo in

tre contesti differenti, uno ricettivo tipico, uno commerciale e turistico e uno agricolo, tutti rappresentativi della cultura della valle. Un progetto di recupero architettonico in questi casi deve affiancare il moderno al tradizionale con l’obbiettivo di rendere leggibili tutti i caratteri storici dell’ edificio a partire dalla facciata fino agli interni, dove possibile. Allo stesso tempo l’attività avviata dovrà offrire possibilità al passo coi tempi moderni sfruttando nuove normative come quelle per le case sugli alberi o sfruttando nuove proposte della provincia come il coworking e presentando al pubblico spazi adatti al lavoro in condivisione e alla ricettività alternativa.

IV 3 L'architettura come strumento di convogliamento dei flussi Quello che abbiamo chiamato pentagramma dei flussi, è una lettura del territorio sotto la chiave del movimento. Una risorsa fondamentale per la valleò e per Borgo che funge da filtro nella sua porzione di territorio. Il riuso di architetture proposto si pone come obiettivo quello di convogliare più flussi all’interno di Borgo proponendo attività alternative di attrattiva turistica e possibilità commerciali, frequentate da più persone in continuo ciclo di passaggio; il fine è quello di invogliare i rapporti interpersonali tra colleghi, cittadini o turisti creando una trama di relazioni tra clienti, attirando attenzioni, attuando programmi di intrattenimento o organizzando eventi, magari in collaborazione con i gestori dei castelli o altri beni appartenenti al patrimonio architettonico storicio. 73


IV 4 L'importanza della pianificazione territoriale, necessaria per attuare politiche condivise di buona architettura Lo strumento più forte per attuare investimenti e gestire tutta la molteplicità di fattori ambientali paesaggistici e urbanistici del territorio è indubbiamente il piano territoriale che permette di unificare le politiche degli enti territoriali e orientarli in modo da agire secondo una comune direzione. Per attuare qualsiasi tipo di politica è necessaria comunicazione e interrelazione tra amministrazioni. In parallelo alla pianificazione urbanistica va tenuta in considerazione l’imprescindibilità della pianificazione paesaggistica, secondo le direttive fornite dalla Comunità Europea, necessaria per gestire l’evoluzione dei paesaggi comunitari di interesse. 74


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Fonti bibliografiche Albert Hoffman, Percezioni di realtà, Eretica, 2006. Antonio De Rossi, Grande scala, Spagna, 2009. Arturo Lanzani, I paesaggi Italiani, Meltemi Babele, 2008. Comunità Europea, Protocollo di attuazione della Convenzione delle Alpi,1991. Comunità Valsugana e Tesino, Piano Territoriale della Comunità Valsugana e Tesino: Piano stralcio sulla politica per gli insediamenti commerciali, 2015. Corrado Diamantini, Temi e indicatori di sostenibilità ambientale in una regione alpina, Temi, 2001. Emilio Sereni, Storia del paesaggio agrario Italiano, Laterza, 1996. Johanna Paungger, Thomas Poppe, Servirsi della Luna, Tea, 2013. Maurizio Corrado, Riccardo Dalisi, Vegetecture, Sistemi editoriali, 2014. Pandakovic, Dal sasso, Saper vedere il paesaggio, Città Studi, 2013. Pier Luigi Paolillo, Massimo Venturi Ferriolo, Relazioni di paesaggio, Mimesis, 2015. Provincia autonoma di Trento, Trentino verso nuovi paesaggi, Assessorato all’ urbanistica, 2013.

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Sergio Los, Natasha F. Pulitzer, I caratteri ambientali dell’ architettura, edizioni Arca, 1999. Werner Batzing, Le Alpi, Bollati Boringhieri, 2005.

Fonti sitograďŹ che http://www.comune.borgo-valsugana.tn.it http://www.comunitavalsuganaetesino.it http://www.magicoveneto.it http://www.provincia.tn.it http://www.viaclaudia.org https://www.visittrentino.it http://www.territorio.provincia.tn.it http://www.trail.unioncamere.it

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RINGRAZIAMENTI La stesura di questo elaborato è stato possibile grazie alla preziosa assistenza di tecnici, amici e strutture esterne al Politecnico di Milano. La loro pazienza nel soddisfare le nostre domande, curiosità e la loro disponibilità nell’ospitarci durante soppralluoghi, sono state preziose. Il loro contributo ha alimentato l’interesse e la motivazione ad affrontare gli argomenti trattati. Nicola Chiavarelli Pietro Pitteri Giacomo Bianchi Monica Gadenz Hanini Fatima Cristina Rastelli Daniele Degiovanni Erika Vitali Daniel Gonzo Shevek Pedrotti Martina Caprotti

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Studio MQaa & Partners Arte Sella Bibblioteca di Borgo Valsugana Servizio Urbanistico Provinciale


Rifugio “SCARPA� - versante Veneto delle Pale di San Martino - BL Sopralluogo durante tirocinio formativo presso MQaa & Partner - Fiera di Primiero - TN

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