La gazza sulla torre #1

la Gazza sulla

DIRETTORE:

ANNO 1 - N° 1

ANTONIO DI AMICO

www.ictorredepasseri.gov.it

Torre

VICE-DIRETTORE: VITTORIA CAPITANIO 30 giugno 2017

Edito dall'I.C. ALBERTO MANZI - TORRE DE' PASSERI

Certe giornate di maggio a cura di

Samuel Di Giandomenico - Classe IV^ B (Torre de' Passeri)

a cura di Ins. Aquilino Longo

Lasciando da parte il camminare a piedi, una forma di trasporto intelligente, ecologica e slow è rappresentata dalla bicicletta.

Fino ad ora, non mi ero mai soffermato a pensare alla bellezza di questo mezzo. Poi nel Laboratorio di giornalismo i maestri mi hanno chiesto di realizzare un articolo/racconto proprio su questo mezzo di locomozione.

Mi metto alla ricerca di notizie su internet, trovo dati, storia e dettagli sulla bicicletta. Provo anche a fare il furbetto; stampo un’accozzaglia di notizie trovate e …provo a consegnarle agli editori del giornalino.

Peccato: il mio articolo non funziona, nonostante l’abbondanza e lo snocciolamento di dati e dettagli fin troppo tecnici, non esprime nulla, risulta troppo poco interessante. Articolo bocciato dal maestro. Così com’è non va in stampa.

Provo e riprovo a riscriverlo, ma quello che ne

Venerdì 30 giugno 201 7.

Per i docenti di tutti i gradi di scuola la fine dell'anno scolastico, da sempre, è sancito dall'ultimo collegio docenti, oggi previsto per le 1 7.

Per gli alunni, invece, l'ultima campanella è suonata mercoledì 7 giugno; un ultimo impegno, fissato venerdì 23 giugno, li ha visti varcare il portone ancora una volta per il ritiro della pagella insieme ai genitori. Per gli alunni delle classi V^ si tratta di un ultimo saluto alle classi che li hanno accolti (nei primi anni) e accompagnati (nei successivi), ai maestri e alle maestre che hanno avuto modo di incontrare nel corso dei 5 anni.

Gli insegnanti, dal canto loro, pronti a dispensare consigli per i futuri anni alla loro prole scolastica; i genitori prodighi di ringraziamenti.

Tra gli alunni evidente è il dispiacere per l'avventura quinquiennale appena lasciata alle spalle; a cui fa da contrappunto a cura di l'eccitazione per il nuovo percorso Ins. Barbara Bernardone che dovranno intraprendere e il calore, il colore e l'odore di tutta un'estate appena iniziata da attraversare e riempire con vacanze, avventure, incontri, amicizie e tanto altro ancora.

Insomma tutti in vacanza. E opportunamente anche il giornalino d'istituto.

Un bel percorso intenso è stato quello che ha accompagnato i ragazzi che vi hanno preso parte.

Un percorso che avrebbe potuto

ricavo è una sintesi dell’articolo precedente. Poi però…arriva Maggio e con esso anche il caldo e le belle giornate.

Proprio grazie alle belle giornate ho avuto la possibilità di riprendere, dopo un lungo e forzato letargo dovuto all’inverno, la mia bicicletta; giaceva in un angolo polveroso della cantina. Lo dico subito a scanso di equivoci, doverla ripulire da quello spesso strato di polvere non ha contribuito a creare un’intesa tra me e lei, anzi…; ma sono bastati due colpi di pedale affinché le distanze tra noi tornassero quelle della scorsa estate.

A suon di pedale, nei percorsi che mi creavo di volta in volta nel paese, sono stato attento (oltre alle macchine e alla segnaletica) ad assaporare ogni più piccola variazione del mio umore.

SEGUE ALLA PAGINA 10

Il piacere della Musica: Alla ricerca della seconda parte Storia perduta

SEGUE A PAGINA 10

a cura di

Classe IV° C - Tocco da Casauria

SEGUE A PAGINA 2

SEGUE A PAGINA 3 1

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30 Giugno 2017

Storie dietro l'angolo ... 1/2 Alla ricerca della Storia perduta a cura di

IV° C - Tocco da Casauria

Il Gran Sasso

La leggenda della Majella a cura di

Giada Zaccagnini - V° A Piano d'Orta

La leggenda narra che una dea chiamata Maja e suo figlio Ermete fuggirono dalla Frigia su una zattera, approdando sul prato di Ortona.

Ermete era gravemente ferito tanto che la madre dovette portarlo sulle spalle fino ad arrivare su una cima del Gran Sasso, dove si rifugiarono dentro una grotta.

Le cure della mamma non servirono a guarire il figlio,cche mori' diventando tutt’uno con la montagna.

La madre disperata cominciò a vagare per monti e valli fino a giungere sulla Majella; lì, disperata tirò il suo ultimo respiro, con lo sguardo rivolto verso il figlio.

Ancora oggi se si guardano, da un particolare versante, queste due montagne sembra di osservare il figlio Ermete e la dea Maja.

La Majella

Per il 2° anno abbiamo studiato la storia del nostro paese Tocco da Casauria, facendo ricerche ed uscite sul territorio, aiutati dal nonno di Benedetta Nicolino Guardiani, appassionato di storia locale. Come prodotto finale abbiamo realizzato un video intitolato “Alla ricerca della storia perduta”.

Quest’anno ci siamo soffermati sulle strade del territorio e sulla nascita del nostro paese.

Oggi la principale via d’accesso a Tocco è una grande strada che lo collega alla statale Tiburtina Valeria, ma non è sempre stato così. Uscendo dal nostro paese attraverso la antica porta della croce, si incontra dapprima la piccola chiesa di San Rocco; a fianco a questa ha inizio una piccola strada sterrata che si può percorrere solo a piedi o con mezzi adatti: la Strada Valeria.Ci siamo incamminati e lungo il tragitto abbiamo incontrato un’antica fontana, che porta lo stesso nome della strada: fonte Valerio.Proseguendo ancora siamo arrivati ad un’altra fonte,assai più grande e ancora attiva: Fonte delle 4 Cannelle, situata proprio allo sbocco sulla statale Tiburtina. La presenza di ben due fonti lungo questa strada oggi quasi insignificante ci dimostra come un tempo invece doveva essere molto trafficata.

Abbiamo scoperto che un tempo la principale via di accesso al nostro paese,era proprio questa strada così chiamata perché lo collegava alla grande e trafficata Tiburtina Valeria. Oggi proprio nei pressi dell’incrocio tra le due strade si trova un rudere, quasi del tutto coperto di rampicanti e ormai in parte crollato. Un tempo era un’antica locanda in cui molti viaggiatori di passaggio trovavano ristoro ”La locanda delle quercelle”.

La statale tiburtina Valeria che tuttora collega in nostro Abruzzo con la capitale, era una delle vie consolari romane che inizialmente congiungeva Roma a Tibur (attuale Tivoli).

Al nome Tiburtina si aggiunge quello di Valeria dal console Marco Valerio Massimo Polito che ne dispose la pavimentazione in pietra. Da Tivoli venne poi prolungata fino a Corfinio, importante cittadina italica.

Successivamente tra il 48 e il 49 d.C. l’imperatore Claudio fece costruire l’ultimo tratto, che da Corfinio,passando per Teate (oggi Chieti), giungeva fino ad Ostia Aterni (attuale Pescara) e che prese il nome di Claudia Valeria.

Oggi l’intera strada che da Roma giunge a Pescara,attraversando l’Appennino in meno di 200 km, è nota come strada statale 5 Tiburtina Valeria.

Questa importante arteria ha influito molto sulla storia del nostro territorio. Quando

l’imperatore Claudio decise di costruirla nella zona pianeggiante presso il fiume Pescara vi erano piccoli insediamenti risalenti ad epoca neolitica. La nuova strada e il conseguente aumento di traffico per scambi commerciali, tra la costa adriatica e Roma, ne fece crescere l’importanza e ben presto al piccolo villaggio si sostituì un grande centro chiamato Interpromium,costituito da diversi insediamenti abitativi, locande, edifici di culto ed una stazione doganale detta Ponderarium.

Molti reperti trovati in questi luoghi, che abbiamo potuto osservare nel Museo Civico di Tocco testimoniano la vita che vi si svolgeva, ci ha colpiti lo scheletro di epoca neolitica trovato dove ora sorge uno stabilimento di laterizi. Noi abbiamo visitato questa zona, percorso il vecchio tracciato della Via Claudia che attraversava Interpromium e abbiamo visto i resti dell’antico ponte romano sul fiume Pescara,detto ponte marmoreo che è stato utilizzato fino al 1 771 quando è crollato.

Con la caduta dell’impero romano ,le incursioni barbariche e il diminuire dei commerci però Interpromium venne via via abbandonato, mentre cresceva di importanza il borgo di Tocco che per la sua posizione sopraelevata offriva un riparo più sicuro alla popolazione.

Ma un altro insediamento si andava imponendo nel IX secolo: l’imperatore Ludovico II proprio in una piccola isola che il fiume Pescara formava in questa zona, volle edificare per grazia ricevuta la grande chiesa a cui si aggiunse poi il monastero: l’ Abbazia di San Clemente a Casauria.

Per diverso tempo tutta la vita economica e culturale dei paesi circostanti,fu influenzata e controllata dal Monastero con gli abati che si succedettero alla sua guida. La più importante fonte scritta a questo riguardo è il Chronicon (un grande libro in cui gli abati dell’abbazia scrivevano tutti gli avvenimenti più importanti, ne abbiamo vista una copia visitando la biblioteca del Convento dell’Osservanza) che parla di numerose Ville e Casali su cui il Monastero cercava di estendere il suo dominio. Tocco cercò di restare indipendente ed ebbe vari scontri con l’Abbazia, ma questa è un’altra storia…

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30 Giugno 2017

Ma che Musica Maestro...

Il piacere della Musica: seconda parte a cura di

Ins. Barbara Bernardone

Cari lettori, vorrei proseguire il mio discorso sul piacere della musica ponendovi alcuni interrogativi: vi siete mai chiesti come mai ognuno di noi è in grado di riconoscere centinaia di brani musicali in una frazione di secondo, o di cantarli da cima a fondo mentre ad esempio facciamo fatica a ricordare poesie o citazioni a memoria? Vi è mai capitato di interrogarvi sul perché la musica ha il potere di rilassare, o far comunicare chi parla lingue diverse, o far entrare in trance, o, ancora, sincronizzare migliaia di persone, come succede, ad esempio, ad un concerto rock?

Tutto ciò avviene perché la nostra mente ha una capacità innata di recepire i suoni. Mi spiego meglio: la comprensione musicale richiede un cospicuo numero di capacità cognitive, che ognuno di noi possiede (mantenere l’attenzione; memorizzare; contare; misurare altezza, timbro e intensità; analizzare l’andamento melodico e l’intreccio armonico…). Naturalmente le capacità innate saranno tanto maggiori quanto verranno sollecitate e stimolate. Non a caso, infatti, l’apprendimento ideale è quello che si basa su un proprio bagaglio genetico implicito, unito all’esercizio e alla pratica.

I processi di apprendimento non sempre sono consapevoli, proprio come nella lingua non sempre ci si rende conto di quali regole grammaticali vengono applicate.

La stimolazione uditiva può avvenire già quando si è nel grembo materno, facendo ascoltare delle melodie al feto. Numerosi studi hanno dimostrato che esiste una sensibilità del sistema percettivo e cognitivo alla musica, ancora prima della nascita. Tutto ciò non fa altro che avvalorare l’idea degli innatisti: l’ascolto della musica nel grembo materno può avere effetti sul comportamento futuro del neonato, che sarà in grado di riconoscere la melodia preferita, quella che

ha ascoltato maggiormente quando era nel grembo materno, anche se presentatagli con variazioni di tonalità, velocità e timbro. Come ce ne accorgiamo? Mentre ascolta quella specifica melodia, il neonato aumenta la suzione del latte, subisce una variazione del ritmo cardiaco e respiratorio, e riesce a rilassarsi. Non solo, quella determinata melodia piace più delle altre, perché il cervello umano sviluppa le proprie competenze sulla base del livello di familiarità con gli stimoli (siamo in grado, ad esempio, di distinguere più facilmente le facce che vediamo con più frequenza: riconosciamo bene gli occidentali, ma abbiamo qualche difficoltà a discernere gli orientali, perché ci sembrano tutti uguali; allo stesso modo una melodia a noi particolarmente nota ci piace più delle altre, perché la nostra mente si aspetta determinate cadenze e attende con ansia la conferma di quanto già ha ascoltato: è per questo che ci emozioniamo).

Dimostrato allora che l’attività cerebrale ha un’elevata capacità astrattiva fin da piccolissimi, resta da chiarire quali altre sono le manifestazioni dell’innatismo musicale.

Prima di tutto le risposte fisiologiche alla musica (tensione muscolare, rilassamento, variazione della frequenza cardiaca e respiratoria, diminuzione della sudorazione, accelerazione della attività gastrica, produzione superiore alla norma di ormoni) sono solo alcune delle dimostrazioni del fattore genetico.

Va poi sottolineato l’utilizzo dell’intera area cerebrale: la suddivisione tra funzioni che risiedono nell’emisfero destro o sinistro, nella musica appare troppo semplicistica.

Infatti ascolto, apprendimento e produzione musicale richiedono il coinvolgimento di aree non nette, anzi, per l’elaborazione sonora c’è una quasi totale assenza di

pre ferenza emisferica e una sovrapposizione delle aree cerebrali.

Altro fenomeno legato all’innatismo musicale è l’orecchio assoluto: la capacità di identificare in modo preciso l’altezza di un suono (frequenza). La maggior parte degli esseri umani ha bisogno di un punto di riferimento in base al quale elaborare le relazioni tra i suoni. Chi ha l’orecchio assoluto può identificare senza riferimenti l’altezza di una nota. Apprendere l’orecchio assoluto è impossibile, si può solo esercitare.

Infine, pur non avendo ricevuto alcuna forma di educazione musicale, esistono dei soggetti che presentano doti musicali superiori alla norma. Se alla inclinazione si unisce la pratica, i risultati saranno ottimali.

Ciò conferma che il talento è utile, ma senza esercizio non si arriva molto lontano.

Naturalmente “l’allenamento”, per essere sopportato ed efficace, deve essere approcciato in forma ludica: la motivazione, interna (esperienze piacevoli) ed esterna (gratificazioni e successo), è l’unico mezzo per riuscire a sopportare la fatica, l’ansia e le rinunce che bisogna fare per studiare. E’ questo il caso di molti geni che hanno fatto la storia della musica. Nelle prossime uscite vi parlerò di qualcuno di loro.

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Cantieri in costruzione

Koinè mediterranea a cura di Artan Fetai e Hiba Hider Classi V° C e B Torre de' Passeri Ci chiamiamo Hiba e Artan, i nostri genitori sono nati in Algeria e in Macedonia. Due paesi oggettivamene distanti tra loro. Nonostante i circa 2000 km che separano i nostri paesi, oltre al mare, ciò che ci accomuna è la religione che pratichiamo: quella musulmana. A noi piacerebbe spiegarvi alcune nostre feste e usanze.

Una di queste è sicuramente il Ramadam. Il Ramadan è il nome del nono mese del calendario musulmano. Secondo la tradizione è in questo mese che Maometto ricevette la rivelazione del Corano, il nostro libro sacro. In questo periodo si festeggiano il digiuno, l’autodisciplina, la preghiera, la meditazione. La festa consiste nel non mangiare nulla per quasi un mese, ogni anno in un periodo diverso.

Prima di iniziare il Ramadam le persone che lo celebrano devono lavarsi denti e bere un bicchiere di acqua per non fare rimanere del cibo in bocca. Si tratta di piccoli gesti di abluzioni rituali che consentono alle persone di mettersi in uno stato di purità rituale, eliminando ciò che è impuro e sporco.

Dalle prime ore del giorno e fino all’imbrunire c’è l’obbligo di non mangiare e bere nulla, e di non fumare.

Il digiuno viene rotto solo per la cena.

Dopo tutti questi giorni di digiuno c’è una festa in cui ci si comprano vestiti nuovi, si preparano dolci e si fa visita ai parenti che ti danno dei soldi.

Ci auguriamo che questo articolo sia servito ad avvicinarvi alla nostra cultura e a conoscere, capire e rispettare le diversità.

Che poi a pensarci bene … c’è differenza tra il Ramadam e la Quaresima?

Ecco: le culture e le storie dei diversi paesi hanno dei tratti in

comune a dimostrazione che il mare, i monti, le strade e le vallate che separano i paesi rappresentano solo sulla cartina e amministrativamente un muro, nella realtà essi sono dei ponti gettati verso l’altrove.

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Storie dietro l'angolo ... 2/2 Piano d'Orta: un po' di storia a cura di Vanessa Serraiocco - Casse V A^ (Piano d'Orta)

Lo sapevate che il polpo... a cura di

Maria Vittoria De Luca Classe V C^ (Torre de' Passeri)

Ho scoperto otto interessanti sui

cose polpi:

1 . Il polpo è uno degli animali più antichi al mondo, l’esemplare più antico risale a 296 anni fa, quindi nell’ era dei primi rettili precedenti ai dinosauri.

2. I polpi hanno tre cuori, due pompano il sangue nelle branchie e il terzo è responsabile della circolazione negli altri organi. Quando nuota il terzo cuore smette di battere, per questo il polpo preferisce strisciare sul fondale.

3. Aristotele credeva che i polpi fossero stupidi, invece ora si sa che sono animali, non solo molto ordinati, ma anche molto intelligenti: riescono persino a

La storia di Piano d'Orta segue per molti versi quella della ex fabbrica Montecatini, almeno per quanto riguarda i tempi antichi. Dal 1 927 il nostro territorio, fino alla provincia di Chieti, passa sotto la giurisdizione della nuova provincia di Pescara. Dai tempi antichi la conca racchiusa tra il colle Scandellaro, colle Morto e colle delle Civette... insomma l'odierna Piano d'Orta, non era che un grande lago o acquitrinio.

Da certi scavi eseguiti da dei ragazzi che frequentavano l'università e da altri studiosi della zona, si è avuta la certezza dell'esistenza di questo lago.

Sicuramente, come testimonia un antichissimo pilone di pietra, Piano d'Orta fu zona romana, ma subì dei cambiamenti notevoli durante le fare piccoli lavori come aprire contenitori con tappo.

4. Il nostro sangue è rosso perché è ricco di ferro, il sangue dei polpi è ricco invece di una proteina che contiene rame chiamata enocianina che rende il loro sangue blu.

5. Due terzi dei neuroni del polpo si trovano nei tentacoli e non nella testa, infatti i tentacoli possono fare più lavori e reagire

due guerre mondiali. Infatti le persone più anziane ricordano che un piccolo veivolo riuscì a sganciare una bomba durante la Prima Guerra Mondiale per colpire il fiume Orta e la fabbrica Montecatini. Fortunatamente fu colpito solo il letto del fiume Orta, vicino all'odierno distributore Agip. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Piano d'Orta venne bombardata trentasei volte e, a subire i danni più disastrosi, è proprio il complesso chimico. Alcuni tedeschi avevano occupato e gestivano la fabbrica; avevano il loro comando sulla via provinciale per Torre de' passeri al primo piano della casa di Legnini Francesco.

Durante questi bombardamenti, la popolazione si rifugiava nelle grotte naturali e sotto le pareti rocciose del fiume Orta.

automaticamente. Per questo si dice che i polpi abbiano nove cervelli (uno per ogni tentacolo più quello della testa).

danneggiare il nemico fisicamente, offuscando la vista e l’ olfatto; in questo modo può scappare con meno fretta.

6. I polpi riescono a mimetizzarsi in maniera intelligente e diversa rispetto agli altri animali, riescono a cambiare colore e persino la consistenza della loro pelle!

8. Dopo l’ accoppiamento i due polpi muoiono con tempi diversi : il maschio vaga per due/tre mesi e poi muore, mentre la femmina aspetta che le uova si schiudano, smettendo anche di mangiare, poi i suoi sensi la abbandonano.

7. L’inchiostro del polpo è ricco di un enzima chiamato Tirosinosi, può infatti

Perchè l'Italia ha scelto Roma come capitale? a cura di Maria Vittoria De Luca Classe V C^ (Torre de' Passeri)

Veduta della cupola del Vaticano da Ponte Sant'Angelo

Con la costituzione del Regno d’Italia, sancita il 1 7 marzo del 1 861 , ci si pose il problema di individuare una capitale: si pensò immediatamente a Roma. Due i motivi a supporto di questa scelta: perché geograficamente al centro del nostro paese e perché, storicamente, “cuore” dell’ impero romano.

Il problema era rappresentato dal fatto che, al 1 7 marzo 1 861 Roma si trovava ancora sotto la sovranità della chiesa, dunque, protetta dalle truppe di Napoleone III re di Francia.

Per ovviare a questa situazione al suo posto fu inzialmente scelta prima Torino (1 861 ) e poi Firenze (1 864). Quando poi Napoleone III venne sconfitto dai prussiani (1 870) l’ esercito Italiano partì alla conquista di Roma, che avvenne il 20/09/1 870 con la famosa Breccia di Porta Pia. Circa 1 anno dopo, l'1 luglio 1 871 , Roma veniva proclamata capitale d’Italia.

Curiosamente il riconoscimento nella Costituzione, di Roma come capitale d'Italia avviene solo nel 2001 , con la riforma del Titolo V.

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Ars gratia Artis 1/2

L'Era del Design

Giorgia Di Battista Classe 3^ A - Scuola secondaria di 1° grado

a cura di

Prof. Luigi Solimes Produrre un'icona di un aula scolastica dedicata ad una materia specifica é stata un'esperienza bella ma nel contempo faticosa e laboriosa.

Viviamo in un epoca in cui siamo bombardati da marchi/loghi di aziende, e attraverso i social media il fenomeno si è ampliato a dismisura.

La progettazione di un'icona, quindi, prevede la stilizzazione estrema di un'immagine, che per essere efficace dev'essere d'impatto e adeguarsi ai ritmi frenetici della vita moderna.

L'obiettivo è stato quello di rendere l'alunno più consapevole di ciò che osserva quotidianamente e meno succube della pubblicità.

Basti pensare che é bastato un "baffo", come nel caso della Nike a far innamorare la mia generazione.

I ragazzi dovrebbero capire che dietro l'immagine semplice del "pulcino" di Twitter ci sono studi di sociologi, psicologi oltre che di graphic designer.

Auguro ai miei ragazzi una buona vita, e per buona intendo libera!

Martina Fonzo Classe 3^ C - Scuola secondaria di 1° grado

Eleonora De Vincentis Classe 3^ A - Scuola secondaria di 1° grado

Jenyfer Patrizi Classe 3^ B - Scuola secondaria di 1° grado

Beatrice Di Rocco Classe 3^ A - Scuola secondaria di 1° grado

Azra Fetai Classe 3^ B - Scuola secondaria di 1° grado

Ebru Sejdini Classe 3^ C - Scuola secondaria di 1° grado

Gaia Del Biondo Classe 3^ A - Scuola secondaria di 1° grado

Aurora Di Rico Classe 3^ C - Scuola secondaria di 1° grado

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30 Giugno 2017

Ars gratia Artis 2/2

L'era dei Talenti a cura di

Prof. Luigi Solimes

Ritratti a cura di Daniele Zuccaro Classe 3^ B - Torre de' Passeri

Nell'antica Grecia il talento era un'unità di peso corrispondente ad una somma di denaro messa su un piatto della bilancia.

Dall'arcaico significato siamo passati a quello attuale di "dote" grazie a un racconto allegorico narrato nel Vangelo di San Matteo: un uomo parte per un viaggio e affida ai suoi tre servi parte delle sue ricchezze. A uno dà cinque talenti, ad uno tre, all'ultimo uno. I primi due, durante l'assenza dell'uomo, si danno da fare per far fruttare quanto ricevuto, l'ultimo invece lo va a nascondere. Al ritorno del padrone i primi due gli restituirono la somma raddoppiata, ricevendo grandi lodi.

Il terzo servo diede il talento che aveva tenuto nascosto, ricevendo un rimprovero.

Il talento é quindi un'attitudine che va coltivata con passione, dedizione e sacrificio.

Ognuno, con la propria inclinazione, può rendere la propria vita un "Talent show".

Ritratto di Sofia Loren

Ritratto di Marylin Monroe

Ritratto di Mike Tyson

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Miscellanea

L'Estate Testo di Maria Laura Poroni Classe V° A - Piano d'Orta

Wikipedia l'enciclopedia a portata di mano da prendere con le molle. a cura di

Nicolò Morsella Classe V° A - Piano d'Orta Wikipedia è un’enciclopedia libera. Etimologicamente il termine significa “cultura veloce” composta com’è dal termine hawaiano “wiki” che significa veloce e dal suffisso “-pedia” di origine greca che deriva “paideia” e che significa educazione. Letteralmente, quindi, questa parola greca-hawaiana sta ad indicare un’educazione veloce o, meglio, un’acculturazione rapida.

Essendo un’enciclopedia libera, perché ognuno è libero di dare il proprio contributo, il sapere che trapela da essa è da prendere con le dovute precauzioni. Le informazioni dispensate da wikipedia, infatti, devono essere vagliate con cura.

La sua nascita si deve a Jimmy Wales e Larry Sanger la cui idea viene lanciata in rete il 15 gennaio 2001. Oggi, a 17 anni dalla sua nascita, wikipedia vanta 35 milioni di voci tradotte in 280 lingue.

Nel corso di giornalismo noi ce ne serviamo come strumento di primo approccio propedeutico ad un approfondimento personale e successivo del tema individuato.

La cosa che abbiamo imparato prima ancora di andare a leggere la notizia ricercata e trovata su wikipedia è quella di andare a verificare le fonti da cui l’enciclopedia libera trae il suo sapere e che di solito si trovano alla fine: bibliografia, collegamenti esterni, altri progetti, voci correlate.

Le rose, le viole, e altri fiori: indican la bellezza di questa stagione.

La spiaggia, il mare e le pinete: indican la libertà di queste giornate.

Gite, vacanze e safari: son le vacanze di queste giornate Se non capite ve la dico: è l'Estate la mia STAGIONE.

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Fish & Chips - Culture Club La metodologia CLIL: un'opportunità da non sottovalutare a cura di

Ins. Erica Di Giulio CLIL è l'acronimo di "Content and Language Integrated Learning", ossia Apprendimento integrato di lingua e di contenuto.

L’importanza della comunicazione in Lingua Inglese all’interno del percorso formativo dell’alunno induce a progettare percorsi formativi efficaci e concreti, necessari al successo formativo di ciascun allievo.

Attraverso la metodologia CLIL, gli alunni affrontano contemporaneamente contenuto e lingua. Con questo aumento del carico cognitivo, contenuti, prima ignoti, sono veicolati in L2, compresi e assimilati con maggiore consapevolezza e sicurezza.

In tempi brevi gli alunni sono in grado di presentare contenuti in L2, sviluppando un notevole grado di autostima, senso di responsabilità e autonomia. Il lavoro di memorizzazione e rielaborazione è in gran parte svolto in classe e supportato da applicazioni e strumenti digitali fondamentali per motivare stimolare l’interesse e la partecipazione di ognuno.

La predisposizione e la raccolta di materiali “user-friendly”, adeguati all’età degli

studenti, alle conoscenze e alle competenze raggiunte, nonché di contenuti per loro interessanti garantiscono la validità del metodo e favoriscono la naturale acquisizione della lingua.

Il CLIL ben si integra con esperienze di EAS e con attività di problem solving e di cooperative learning: costruire insieme l'apprendimento in situazioni problematiche, affrontando contenuti molto prossimi alla realtà che vanno dalle scienze naturali alla geografia e alla storia, equivale a rendere efficace il processo e la qualità dell'appreso.

Il nostro istituto ha aderito alla sperimentazione della metodologia CLIL con il progetto e-CLIL, acronimo di Earthquake: care - learn - investigate land, della Rete #CLILforLAND, scuola capofila IC 3 di Chieti, autorizzato con finanziamento MIUR. Il progetto ha coinvolto la classe quarta della scuola primaria di Tocco da Casauria e la classe prima della scuola secondaria di Piano d'Orta.

Il progetto nasce dall’unione di scuole appartenenti ad un contesto ad alto rischio

PUBLIO OVIDIO NASONE

sismico e dalla conseguente volontà di prendersi cura della propria terra, investigando temi scientifici e geografici in Lingua Straniera e apprendendo comportamenti corretti, utili ad assicurare l’incolumità in caso di eventi naturali.

L’impiego della metodologia CLIL, già sperimentata in alcune scuole della Rete e previa formazione linguistica e metodologica dei docenti coinvolti, garantisce il raggiungimento di competenze plurilinguistiche e pluriculturali grazie a un maggiore sforzo cognitivo e ad azioni collaborative orientate alla risoluzione di problemi. L’uso della piattaforma eTwinning, scelta per la presenza diffusa nelle scuole di ambasciatori e referenti regionali, assume una duplice valenza, sia come strumento di condivisione e cooperazione per il passaggio di informazioni, materiali e prodotti fra i componenti della rete e con paesi partner gemellati, sia come veicolo di documentazione e divulgazione pubblica dei processi attuati e degli outcomes realizzati.

a cura di

Federica Di Monte Classe Vì A - (Piano d'Orta)

Qualche mese fa sono andata a Sulmona per vedere uno spettacolo teatrale con la mia classe e la maestra Giovanna. Durante il tragitto mi sono ritrovata faccia a faccia con un uomo: la maestra mi spiegò che era PUBLIO OVIDIO NASONE. Publio Ovidio Nasone, noto anche come Ovidio, nacque a Sulmona nel 43 a.C ; era un poeta romano famoso, anzi uno dei più famosi. Quando Ovidio compì 1 2 anni si recò a Roma con suo fratello per diventare un politico giudiziario come voleva il padre, ma lui aveva la passione per la poesia. Com’era tradizione da un secolo, Ovidio si recò ad Atene; durante il viaggio di ritorno visitò tutte le città dell’ Asia minore, visitò l’Egitto e soggiornò per un anno in Sicilia. La vita amorosa del poeta era assai difficile: dopo due matrimoni andati a male, sposò una giovane e delicata fanciulla con cui restò per tutta la vita.

Nell’8 d.C il suo successo era diventato eccezionale: diventava sempre più famoso; fin quando fu colpito da una condanna di Augusto, che lo esiliò dalla sua adorata città (Tomi).

Così, fu costretto a vivere isolato, in una terra selvaggia, dove divenne più triste che mai, fino alla sua morte nel 1 8 d.C. Così finì la storia del poeta dell’amore e della brillantezza, uno degli uomini più coraggiosi di Roma.

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TALES & ANALYSIS S E G U E D ALLA P RI M A PAG I N A La prima cosa che ho scoperto, cavalcando la mia bicicletta ma anche osservando gli altri ciclisti, è che essa può essere impiegata in tanti modi: come mezzo di trasporto, come mezzo per fare sport, come mezzo per svagarsi.

Ho pensato e scoperto anche, andandomene in giro, che può essere utilizzata da tutti indistintamente: ricchi e poveri, donne e uomini, anziani, adulti e bambini, cristiani, musulmani, ebrei, induisti, buddisti, sumeri, babilonesi, egiziani, indiani, romani, cinesi, cretesi, greci …insomma un mezzo costituzionale e democratico per eccellenza.

Visto che sulla bicicletta ci sono solo io mi permette di sentirmi autonomo e indipendente, di scoprire ed esplorare prati e campagne.

I maestri mi hanno detto che la bicicletta è stata vista nel passato come mezzo di trasporto rivoluzionario: <usata dagli strati popolari, non soltanto per motivi di lavoro, ma anche in funzione politica e, nel corso della lotta di Liberazione, per compiere azioni di vario tipo, contro i nazifascisti>. I maestri mi hanno parlato di Bartali, campionissimo italiano, che durante i suoi allenamenti fatti di km di strada da percorrere, usava la bicicletta come mezzo di trasporto di documenti che hanno permesso di salvare tante persone di religione ebrea ricercate da fascisti e nazisti durante la seconda guerra mondiale.

La bicicletta, nonostante gli anni che si porta sulle spalle, non ha perso quella sua spinta rivoluzionaria. Oggi lo è in diverso modo se si pensa al contributo che essa dà all’ambiente: mezzo di trasporto ecologico che non inquina.

Rimettendola in cantina, dopo le assolate “giornate maggesi” ho S E G U E D ALLA P RI M A PAG I N A essere ancor più ricco e interessante se si fosse avuta un po' più di collaborazione da parte di colleghi e colleghe che popolano l'istituto.

Il progetto "giornalino d'istituto" ha un senso se viene coltivato, nello stesso giardino, da tutti i condomini. Diversamente vissuto come un appendice in peritonite, e per di più come progetto extra scolastco che nulla ha a che vedere con il tempi e le competenze scolastiche, svaluta il tempo speso dietro di esso e il prodotto, rendendolo mutilo e manchevole.

Quest'anno il progetto non è naufragato grazie alla caparbietà e all'arte dell'arrangiarsi, dei ragazzi e dei docenti che hanno collaborato (pochi, ma buoni), caratteristiche che denotano non una, ma addirittura due competenze: il senso di inziativa e di imprenditorialità; e imparare ad imparare. E tanto è sufficiente per portare avanti il progetto anche l'anno prossimo.

A mio personale avviso, il progetto avrebbe una maggiore opportunità di crescita recuperandolo sia come prassi didattica quotidiana per agire sul rinnovamento delle metodologie didattiche e per svincolarlo da un tempo extra-scolastico che lo penalizza fortemente nella frequenza (stando alle iniziali adesioni di alunni che poi hanno motivato la necessità di abbandonare per gli

capito anche che la bicicletta richiama la lentezza; permette cioè di conoscere meglio il proprio territorio, di fissarlo nella memoria e quindi anche di riappropriarsene.

Se andare in bici è così bello e alternativo come ho scoperto io oggi perché mai, mi chiedo, tutti preferiscono spostarsi con altri mezzi?

Secondo me il tema della pericolosità e della sicurezza frena molto l’utilizzo di questo mezzo “alternativo”. I ciclisti non hanno a disposizione spazi riservati per una circolazione sicura e il più delle volte la sede stradale del ciclista coincide con quella carrabile. E questo non va bene: sono necessari percorsi e strade dedicate. Avete visto le tante vittime, anche famosi personaggi del mondo sportivo, che ci sono state dopo Pasqua? Scarponi, Hayden …

Un giorno mi piacerebbe anche creare con la bici un tagliaerba e una lavatrice. Ho già il progetto in mente…riuscite a immaginare? Andando a spasso per i prati, userei la forza delle mie gambe per tagliare l’erba; e poi, dopo una giornata passata a scampar prati, laverei il mio calzoncino e maglietta non smettendo mai di pedalare. A me piacerebbe, per esempio, che la scuola organizzasse uscite in bici; e che si potesse anche arrivare a scuola con la bici … ...a proposito: perché per il prossimo anno non organizziamo un bicibus? fosse anche per una giornata. ...…sarebbe un rispettoso modo di trattare la nostra bici, oltraggiata dalla spessa coltre di polvere invernale.

eccessivi impegni pomeridiani: calcio, danza, progetto invalsi, progetto coro, ecc.), sia come azione condivisa da tutti per tradurre in pratica, sviluppandola, quella trasversalità operativa di cui si parla nelle Indicazioni Nazionali per il Curricolo (201 2).

Leo Apostel, filosofo belga, sostenitore della ricerca interdisciplinare e della riduzione del divario tra le scienze positive e le scienze umane, amava ricordare, a proposito di interdisciplinarietà e trasversalità didattica, che le discipline non si incontrano da sole se prima non si incontrano i docenti.

L'auspicio per il prossimo anno, chiunque si prenderà carico del progetto è proprio quello di trasformarlo in una piattaforma comune su cui esercitare lo spirito e la prassi operativa comune; una comunità di pratica in cui sperimentare una negoziazione di pratiche e di significati in modo da sviluppare aspetti sociali e professionali identitari.

Siamo un Comprensivo, d'altronde.

Ciò detto, vanno sottolineate le felici collaborazioni che hanno arricchito il nostro giornalino: - quella della vicepreside Ins. Erica Di Giulio che è sempre stata solerte e puntuale nella consegna dei suoi articoli; - quella del Prof. Luigi Solimes con cui il

giornalino si è arricchito di quella tematica che tanto mancava al giornalino: la cultura dell'arte che, come diceva San Tommaso d'Aquino, non è morale né immorale, lo diventa solo se aiuta l'uomo nel suo perfezionamento o ve lo distoglie; - quella delle maestre di Tocco....

- quella di quel manipolo di ragazzi artefici, attraverso i loro sforzi, di questo prodotto; - why not? ...quella degli editori del giornalino: Inss. Barbara Bernardone e Aquilino Longo.

Bhè, tutto sommato e a conti fatti, tra le felici collaborazioni vanno inserite anche le vostre: quelle di quei 358 lettori e dei 527 visualizzatori, stando alle statistiche di ISSUU, che hanno voluto spendere un po' del loro tempo nella lettura del giornalino, sempre secondo ISSUU mediamente 4 minuti e 09 secondi.

Infine non me la sento di ringraziare, ma solo per il momento, chi, durante la rituale visita pasquale, aveva formalmente preso l'impegno di rispondere alle domande dei ragazzi del giornalino d'istituto le cui risposte stiamo ancora attendendo; la testimoniannza di fede è quella che ci rende ancora speranzosi nel veder compiuta la parusia di esse nella nostra casella mail.

Nell'attesa...

Buone vacanze a tutti noi e voi ;)

la Gazza sulla Torre

11

30 Giugno 2017

STRUTTURA DEL GIORNALE EDITORI: Inss. Aquilino Longo e Barbara Bernardone DIRETTORE: Antonio Di Amico VICEDIRETTORE: Vittoria Capitanio CAPOREDATTORI: Federica Di Monte, Giada Zaccagnini, Micaela Caiani, Maria Vittoria De Luca, Vanessa Serraiocco, Alessandro Battaglia, Samuel Di Giandomenico, Marco Zaccagnini, Nicolo Morsella, Antonio Nota, Matteo Cellini, Artan Fetai, Hiba Hider, Adrian Atodirisei, Maria Laura Poroni.

CORRISPONDENTE: Ins. Erica Di Giulio, Prof. Luigi Solimes, Ins. Paola Ruggeri.

COLLABORATORE: Marta Di Rienzo, Daniele Zuccaro, Gaia Del Biondo, Ebru Sejdini, Azra Fetai, Aurora Di Rico, Beatrice Di Rocco, Jenyfer Patrizi, Martina Fonzo, Eleonora De Vincentis, Giorgia Di Battista.

CORRETTORE BOZZE: Ins. Mariabice Tarantelli GRAFICI e ART DIRECTOR: Ins. Aquilino Longo La Redazione ringrazia per il supporto e la disponibilitĂ concessa la Dirigente Scolastica Prof.ssa Antonella Pupillo; per gli "occhi vigili" la Correttrice di Bozze Ins. Mariabice Tarantelli.

Invitiamo chiunque abbia voglia di spendere del tempo ad esplorare il mondo del giornalismo a leggere il giornalino e ad arricchire il progetto con la propria collaborazione.

Ultimo ma non ultimo, il ringraziamanto PIU' GRANDE va ai nostri Insegnanti: Maestra Barbara e Maestro Lino che ci hanno guidati in tutto, nell'ispirazione, supervisione, correzione, resa e "traduzione" dell'espressione libera, incoraggiandoci nel nostro grande lavoro :)