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Domenica 23 Agosto 2009

LA

vacanza SMOBILITA di DAMIANO LATERZA Autovetture corazzate, in lento susseguirsi, diradano verso il mare. «Che si comprano a fare il Suv, se poi vanno a sessanta all'ora?» avrebbe voluto chiedere Marta, vispa donzelletta di provincia, imbottigliatasi a bella posta per consumare quel rito collettivo dal sapore vintage. Era stata licenziata sei volte negli ultimi dodici mesi: aveva bisogno di un giorno di mare. «Il lavoro smobilita l'uomo. E pure la donna» si disse. Poi incrociò un distributore di carburante lungo l'afosa statale costellata di finti autovelox e segnali più o meno improbabili, e stette per svenire. S'era impegnata persino il prezioso anello di un fidanzamento l'ennesimo - non andato a buon fine, per pagarsi quell'agognata giornata marittima e metà del budget disponibile se n'era già andata così, con un pieno di nafta dall'odore inebriante. «Il digitale terrestre è arrivato sulla terra» c'era scritto, a un certo punto, in un tratto desueto ove l'unico segnale FM captabile era quello di Radio Maria. «Ricordate: il ferragosto non esiste. Oggi si festeggia l'Assunta!» ripeteva nel mentre, ossessiva, la voce metallica d'un parroco fattosi DJ per amore della Madonna. «Un cd di Madonna! Ecco quello che ci vuole» fece

Marta e smise di affliggersi. Poi scrisse il seguente SMS alla sua amica del cuore Tania, la quale aveva acceso un piccolo mutuo per andarsene in crociera nel Golfo Persico ove sperava di incontrare un vero pirata e fare l'amore con lui: «Oggi niente austerità. Baci. Tvtb». «A proposito di austerity, zia, mi racconti di quando, nell'estate del 1974, per esorcizzare la crisi petrolifera, te e lo zio facevate il bagno nudi nella benzina?» disse Matteo, rampollo di una nota famiglia produttrice di salsicce in scatola. Sua zia, la baronessa von Wurstel, sorrise nostalgica, ma non si scompose. Era tutta intenta a decidere, con l'ausilio della servitù, il modo ottimale di tagliare il pomodoro da inserire nei sandwich da portare in barca. «Siamo tutti sulla stessa barca» avrebbe asserito enfatico, intanto, l'umile gestore d'una ricevitoria SISAL presa d'assalto da orde di inebetiti giocatori a caccia di magiche sestine. «Se vinco costruirò il nuovo stadio della Juventus» disse Giovanni agli amici, tronfio d'orgoglio. Sua moglie si spaccava la schiena per 14 ore al giorno in una polleria a gettoni (c'è un macchinario, metti un gettone, esce un pollo arrostito. Dietro al macchinario, la moglie di Giovanni, da sola, cura tutta la filiera, dal pulcino al rosmarino) e lui pensava solo alla Juve.

Del resto era la Vecchia Signora che gli dava le soddisfazioni maggiori. «Vedi quella vecchia signora? E' mia moglie. Per questo ho deciso di andare a investire in Moldova» proferì il commendator Panzavolta, strizzante l'occhio, e rivolgendosi verso l'ignaro vicino d'ombrellone il quale, dal canto suo, era tutto intento a darsi un tono. E lo faceva nel modo più chic possibile, cioè declamando, a voce alta, brani dell'ultima fatica letteraria di Fabrizio Corona. Nel frattempo le di lui “bambine” - 13 e 15 anni - nel pieno di una tempesta ormonale, puntavano due esili bagnini dalle dubbie capacità natatorie che si sollazzavano sulla battigia. Un lido qualunque. Approdo sicuro. Pressati come sardine. Lettini a castello. Ci si abbronza a turno. Quando stai sotto puoi leggere o dormire. Quando stai sopra puoi prendere il sole e lo prendi pure meglio, perchè sei più vicino (al sole). «Papi!» urla una lolita sgraziata rivolgendosi verso un irreprensibile padre di famiglia, in fila per una razione di calamari fritti prodotti dalla Pirelli dentro una triste tavola calda anni '60. «Pafff!» una donna minuta - si presume la di lui moglie - assesta all'uomo un ceffone sonoro, tra l'ilarità dei presenti. La ragazzina fugge

divertita e va a creare scompiglio altrove. «Avete la ceretta per uomo?» urla la grassa signora di periferia entrando in farmacia. Igor e Marina, invece, passano tutto il giorno in cerca di una cala isolata. Fattasi notte, tornano a casa. Non sono mai scesi dalla macchina. Sui monti del Tirolo, intanto, un gruppo di scalatori disabili s'imbatte in una mummia preistorica congelata che sembra il Senatore Andreotti. Sulla costa, le corriere vengono prese d'assalto, come negli anni cinquanta. C'è il nonno, con la badante bulgara, già ingegnere termonucleare in pensione. «Trent'anni fa qui non c'era niente!» «Anche oggi non c'è niente, papà» «Si, ma il niente di allora era diverso. Era un niente che aveva un senso». In città, la scomparsa di qualsivoglia mezzo di locomozione a petrolio, presagisce scenari da futuro prossimo rigorosamente a pedali. Sotto al cartello “Divieto di balneazione” alcuni bambini giocano con dei granchi a due teste e trentacinque chele già impanate. Poco distante, su una distesa di buste di plastica, alcuni inglesi credono di essere in presenza di un audace esperimento di land art. «In che anno siamo?» chiede la nonna arteriosclerotica. «Non lo so» risponde il nipote, strafatto di crack.

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