Opuscolo Festa san Sebastiano 2020

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A.D. 2020

CittĂ di Acireale

MARTIRE

Basilica Collegiata San Sebastiano Martire


Si ringrazia il signor Salvatore Guarrera per aver generosamente contribuito alla Festa di San Sebastiano

Foto copertina: Petra Sappa


Coraggio e cuore: Acireale e San Sebastiano Il saluto di don Vittorio Rocca, Decano della Basilica

Ha scritto papa Francesco: «Il cuore della Chiesa è pieno anche di giovani santi, che hanno dato la loro vita per Cristo, molti di loro fino al martirio. Sono stati preziosi riflessi di Cristo giovane che risplendono per stimolarci e farci uscire dalla sonnolenza. […] Attraverso la santità dei giovani la Chiesa può rinnovare il suo ardore spirituale e il suo vigore apostolico. Il balsamo della santità generata dalla vita buona di tanti giovani può curare le ferite della Chiesa e del mondo, riportandoci a quella pienezza dell’amore a cui da sempre siamo stati chiamati […]. Nel III secolo, San Sebastiano era un giovane capitano della guardia pretoriana. Raccontano che parlava di Cristo dappertutto e cercava di convertire i suoi compagni, fino a quando gli ordinarono di rinunciare alla sua fede. Poiché non accettò, gli lanciarono addosso una pioggia di frecce, ma sopravvisse e continuò ad annunciare Cristo senza paura. Alla fine lo frustarono fino ad ucciderlo». Dobbiamo ritrovare la forza del cristianesimo originario. Coraggio, abbiamo perso il coraggio. L’orgoglio delle nostre radici e della nostra cultura cristiana. Sebastiano ci chiede l’impossibile. Benedire

coloro che ci maledicono, ci chiede di spezzare la catena del male. Ci esorta a non esprimere scontentezza ma gioia, anche quando tutto è contro di noi. Il soffio dello Spirito è presente in ogni uomo, ma la cultura dominante si accanisce proprio su questa sua dimensione spirituale. La ridicolizza. Disattiva la nostra bussola, ci toglie l’orientamento. Ma, senza una dimensione spirituale, anche la politica e l’economia impazziscono. Il mondo moderno ha reso più difficile l’ascolto della parola di Dio. Ma il vento del buon



Dio soffia sempre, da tante direzioni. Noi dobbiamo solo saperlo cogliere, come una buona barca a vela. Per questo capita di dover correggere spesso la rotta della vita. In principio c’è la parola feconda di Dio. L’uomo non deve far altro che intercettarla e sintonizzarsi su essa. Ma oggi questo circuito si è interrotto. Coraggio e cuore, ci vuole. Come fece Sebastiano. In un’epoca di violenza, di odio e di persecuzione osò parlare di pace, di perdono. Osò parlarne mentre tutto sembrava perduto. Ha saputo costruire speranza. Imitiamolo. Costruiamo anche noi trame e relazioni, una rete di speranza e di fraternità. Non rassegniamoci al ritorno dei muri e della violenza. Con il glorioso martire Sebastiano desideriamo rispondere anche noi a Cristo che ci chiama nella Chiesa a dare vita a questo nostro mondo. Buona Festa!

p.s.: Ultima notizia: dagli ultimi documenti scoperti in archivio la devozione e la festa a san Sebastiano non è iniziata 450 ma 500 anni fa… mezzo millennio di devozione!


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Mezzo Millennio di Devozione di Saro Bella

La Confraternita di San Sebastiano, prima di completare intorno al 1640 il trasferimento nella attuale fastosa Basilica, trovava sede in un Oratorio posto dove oggi sorge la chiesa dedicata a Sant’Antonio di Padova. In questo Oratorio nacque il culto verso San Sebastiano che ad Acireale ha origini tanto antiche da coincidere con la prima formazione di Aquilia, come allora si chiamava l’attuale centro storico di Acireale. Le poche notizie del primo Cinquecento sul territorio posto attorno a dove sarebbe successivamente sorto l’Oratorio di San Sebastiano, riferiscono l’esistenza di agglomerati di case che prendono il nome dalle famiglie che li abitavano: i Furesti, i Miuccio, i Musumeci. Nuclei originari che progressivamente crebbero e si popolarono tanto da comporre un piccolo casale dove la chiesa dedicata a San Sebastiano, loro santo protettore, nel frattempo edificata, denominò tutto il casale ormai divenuto quartiere di un centro urbano formatosi per fusione e integrazione con altri casali (Sopramiano, Annunziata, San Michele, ecc.) che nel frattempo avevano seguito la medesima evoluzione. Più che chiese erano, almeno all’origine, umili piccolo oratori, luoghi dove ci si riuniva per pregare, innalzati da una religiosità che nelle confraternite trovava l’organizzazione laica capace, oltre a dare forza e risorse per costruire e mantenere gli stessi oratori, di unire, proteggere e organizzare la popolazione, favorendo nel contempo una socialità indispensabile ad ideare e predisporre l’azione per partecipare alla gestione politico amministrativa di tutta la comunità. Giurati, Catapani, Giudici, Capitan di Giustizia, nominati dal Viceré su proposta di pubblico consiglio di tutti i capi famiglia, si occupavano di fornire i servizi essenziali come: il governo civile, l’annona (ufficio pubblico che sovrintende ai rifornimenti di alimentari o altri generi essenziali e ne controlla la qualità e i prezzi), l’amministrazione della giustizia, la sicurezza. Tocca comunque proprio alle confraternite assolvere, oltre ai servizi religiosi, anche altre importanti funzioni pubbliche. Le Confraternite, infatti, oltre ad essere il centro motore dei propri oratori, delle feste del santo di riferimento,

Fig. 1 Chiesa di Sant’Antonino (antica chiesa di San Sebastiano)

del culto, rivestivano anche notevole importanza sotto l’aspetto dell’assistenza ai più deboli, della protezione sociale, del mutuo soccorso, della costituzione di doti per facilitare il matrimonio di fanciulle povere o il mantenimento di orfani e derelitti, della cura agli ammalati, della buona morte in grazia di Dio, della sepoltura religiosa, favorendo nel contempo una fitta rete di relazioni sociali che oltre a dare identità, univano e fornivano rassicurante protezione. Tutte attività che le confraternite finanziavano con le quote versate dai confrati, con le offerte dei privati, con i lasciti testamentari, con il reddito


Dott. Antonino Di Mauro

Specialista Medicina dello Sport Università “La Sapienza” Roma Tel. 095 7634589 - Cell. 3393256145 Via Prov. x S. M. Ammalati n. 41 - (angolo Via Saru Spina) - 95024 Acireale


di beni immobili ricevuti in donaziometà del secolo seguente, niente ci ne, ecc. assicura che il portale non sia staNon ci è dato sapere l’anno esatto innalzato successivamente viste to della costituzione della confraanche le numerose riedificazioni e ternita di San Sebastiano e nemmeaggiustamenti subiti dalla chiesa no della, evidentemente, successiva nel corso dei secoli. costruzione dell’oratorio. Anche lo scudo posto in cima al Tanti svagati autori interpretanportale, contiene segni iconografici do malamente, come spesso acca(giglio e libro) che si riferiscono al de, una affermazione del Canonico Santo padovano e indicano quindi Raciti Romeo che in questi termirimaneggiamenti se non edificani si esprimeva: «Nel sito di questa zione successive al 1652 quando chiesa sorgeva, in origine, il tempio la chiesa venne consegnata dai votivo di S. Sebastiano Martire edificonfrati di San Sebastiano alla concato dopo la peste del 1466. Di questo fraternita di Sant’Antonino sino ad antico santuario esiste il solo portale allora ospitata nella vicina chiesa in stile gotico, il rimanente fu distrutdi Odigitria. Modifiche successive to dal terremoto del 1693.» (Raciti, a tale data vengono anche conferGuida 1927, p. 117) hanno malacmate dall’epigrafe sulla facciata «Si cortamente riferito l’edificazione quaeritis miracula ad Antonium vedella chiesa al 1466 mentre il Raciti nite» (se cercate miracoli venite ad voleva solo escludere che la chiesa Antonio), oggi non più esistente ma fosse stata edificata prima di tale ancora citata nel 1917 in una pubdata potendo quindi la stessa esseblicazione dell’Arciprete di Acitrezre stata innalzata in un anno posteza Salvatore de Maria. riore indefinito. La mancanza di specifici rifeFig. 2 Testamento di Manfredo Russo (23 maggio 1522) Neanche l’affermazione di G. rimenti a fonti documentarie ci Gravagno: «Secondo la tradizione, l›antica chiesetta dedicata al induce comunque a considerare l’antica tradizione che fissa culto di S. Sebastiano (oggi di S. Antonino di Padova) sarebbe stal’edificazione dell’oratorio al 1466 come vogliono alcuni o al ta edificata in quest›anno 1502.» (Storia Aci, p. 519) che titu1502 come riportato da altri, priva com’è di riscontri certi, più bante, come attesta la menzione «secondo la tradizione» tesa pia aspirazione che fondata notizia storica. È probabilmente ad escludere l’esistenza di fonti documentali, si conforma ad la fama di depulsoris pestis cioè di protettore da quel flagello una nota del manoscritto di Paolo Leonardi Pennisi (Notizie che al Santo viene ascritta, ad aver indirizzato verso le date storiche di Acireale, Ms. 1811, p. 214) «Quella poi di San Seanzidette nelle quali, peraltro, non sono adeguatamente dobastiano dal principio era una piccolissima chiesa fabbricata dal cumentate epidemie del terribile male. 1502 quale è quella che va dedicata a S. Antonino di Padova.» ci Invece, ad attestarci in maniera inoppugnabile l’esistenza aiutano a definire una data specifica cui ricondurre l’edificadell’oratorio di San Sebastiano è un documento del 23 magzione della Chiesa-Oratorio. gio 1522 con cui Manfredo Russo figlio dei defunti coniugi Non ci è d’aiuto, nella determinazione della epoca di coPietro Russo e Arbile, abitante nel territorio di Jaci in contrada struzione della chiesa, neanche l’analisi architettonica del Aquilia, detta le sue volontà testamentarie. Nel testamento portale d’ingresso che il prof. Enzo Maganuco riferì essere egli disponeva, tra l’altro, un legato per pagare tarì 15 all’oral’ultima cellula (temporale) di un indirizzo plateresco (uno stile torio dei santi Pietro e Paolo della contrada di Aquilia a suffraartistico proveniente dalla Spagna che presente nel XV e XVI gio della sua anima e altrettanti all’oratorio di san Sebastiano secolo si ispirava agli ornamenti dei lavori in argento, in spadella stessa contrada affinché «con bona compagnia (in buon gnolo appunto plata), facciata che altri autori hanno definito numero) diggiano portare lo Corpo di esso testatore a santa Maanche come pseudo gotica. Giacché, anche se l’architettura ria La Grande in Catania et non volendo portare lo corpo in Catadella facciata mostrata dalla chiesa è stilisticamente riferinia non haggiano (abbiano) detto legato». bile a un periodo che va dal tardo Quattrocento alla prima Anche se la somma era consistente, la distanza non era



certo irrilevante tanto da far precisare al testatore, a scanso di equivoci, che l’effettivo pagamento poteva avvenire solo dopo l’accompagnamento della sua salma sino alla chiesa di santa Maria La Grande (l’attuale chiesa catanese di San Domenico). Non sono, comunque le prudenti precisazione del Russo ad interessarci bensì la costatazione che alla data, oltre a quello dedicato ai santi Pietro e Paolo, ad Aquilia esisteva un Oratorio, una confraternita abbastanza numerosa e certamente anche una chiesa dedicati a san Sebastiano. Una confraternita che certo non era stata fondata proprio quell’anno ma che era sorta in una epoca precedente che, allo stato attuale delle ricerche storiche, non è possibile determinare con precisione. Il testamento quindi è di grande importanza per la storia del culto di San Sebastiano nella nostra città poiché ci consente di affermare con prudente ma assoluta certezza che ad Acireale la devozione verso San Sebastiano è così lunga da superare il mezzo Millennio Se il testamento del Russo rappresenta in assoluto la più antica citazione conosciuta sulla esistenza di confraternita e oratorio, un altro documento e altrettanto importante per festa e chiesa di San Sebastiano. Ci riferiamo al decreto che autorizzava i festeggiamenti del Santo emesso dal vescovo Antonio Faraone l’11 settembre del 1571. Questo importante documento, custodito nell’archivio della Basilica, è sopravvissuto sino ad oggi nella forma originale di bolla vescovile scampando fortunatamente alla totale dispersione che ha coinvolto tutte l’altra documentazione coeva della Confraternita. Ancora oggi, a distanza di ben 449 anni, si può così ammirare un rettangolo di pergamena di quel bel giallo sporco cangiante che solo il trascorrere dei secoli riesce così bene ad imprimere. Una piegatura in basso per il lato lungo della pergamena accoglie, oltre ai fori sui quali risulta saldamente intrecciato un lacero nastro, misero resto del sigillo pendente cui il documento era munito, un elaborato monogramma nel quale a fatica si riesce a intravedere una doppia R seguita da un ium, che sono da interpretare come contrazione di registratum seguiti da un Guglielmus Sinodalis e da un abbreviatura che riusciamo a sciogliere in Magister notarius che ben si concilia con i precedenti termini. Pergamena, nastro, monogramma, e termini usati, insieme all’autografo del vescovo Faraone posto in calce alla pergamena con uno ampio e svolazzante corsivo, rafforzano l’idea di trovarci di fronte proprio all’originale decreto vescovile. Le quindici righe di termini, spesso contratti in tipiche imbreviature cinquecentesche, ci proiettano con straordina-

ria efficacia in un mondo che anche se, o forse proprio perché, remoto riesce a suscitare forti emozioni ed indelebili sensazioni. Ed ogni vocabolo ben al di là del suo reale significato emana fascini e conduce stimoli capaci di far rivivere ambienti ed atmosfere offuscati dall’incedere del tempo. Con progressiva chiarezza da questa nebbia lattiginosa emergono attori e scenari di un passato che anche se remoto ed ormai irreale riesce tuttavia con la straordinaria efficacia di un deja vu a far vibrare intime corde del più profondo essere. Prendono così corpo i vescovi e i notai ma anche confrati e fedeli e piccole chiese elevate con tanti sacrifici da un popolo animato da una fede che anche se profonda- Fig. 3 Statua di San Sebastiano mente intrisa di aspettative di protezione e di tangibili grazie, si mostra pur sempre spontanea e genuina. Il documento, a prima vista, risulta semplice e lineare: il vescovo Faraone, aderendo alle aspirazioni di confrati e fedeli del Santo e su specifica richiesta dei giurati della città, permette di poter condurre processionalmente il 20 gennaio di ogni anno la statua del Santo ben lieto che in tal modo si svolga con maggiore solennità la festa. Concede inoltre, anche un’indulgenza di 40 giorni a tutti coloro che visiteranno piamente e devotamente la chiesa lo stesso giorno dei festeggiamenti. In effetti, una più attenta lettura ci porta ad alcune considerazioni: appare evidente come la statua fosse già presente, il Vescovo infatti nel suo decreto asserisce: «fecero fare e costruire ad onore e gloria di Dio e dello stesso beato Sebastiano una immagine ossia una statua»; che festa e processione per antica consuetudine si svolgessero già: «desiderando che l’immagine il venti del mese di gennaio di ogni anno possa essere condotta per questa predetta terra di Aquilia e possa celebrarsi come per antica consuetudine la festa con maggior solennità» e che quindi il decreto vescovile interviene ad autorizzare una


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processione per una festività già consegnata alla tradizione locale concedendo un’indulgenza di quaranta giorni, nel testo definita come de vera indulgentia dizione dalla quale traspare con ulteriore evidenza l’intenzione riformista post Tridentina del documento. In una delle ultime sessioni del Concilio di Trento -la XXV del 3 dicembre 1563- fu promulgato, infatti, il decreto Della invocazione, della venerazione e delle reliquie dei santi e delle sacre immagini, nel quale non solo si ammetteva l’uso delle immagini sacre (stampe, dipinti, statue), la cui liceità era stata negata dalla Riforma protestante, ma se ne esaltava la funzione didattica e catechetica. Viene anche raccomandato e incoraggiato il culto dei Santi che con il loro esempio di vita cristiana e la loro intercessione favorivano la santificazione dei fedeli. Affinché il culto sia efficace deve comunque essere sempre vero ed autentico, cioè riconosciuto come tale da parte dell’autorità competente della Chiesa. Pertanto nel decreto tridentino si stabilivano alcuni principi generali demandando la verifica, il controllo e l’applicazione dei canoni decretati, alle autorità religiose locali e particolarmente al Vescovo. A questi decretati controlli e verifiche si conforma l’azione del vescovo Faraone: Statua, Festa, Indulgenza, e culto di san Sebastiano, già esistenti per antica consuetudine in Aquilia di Jaci, ricevono con un suo decreto la piena e assoluta validazione e approvazione. Il decreto non rappresenta quindi, come da molti supposto, la prima concessione della festa ma ne è invece una sua riconferma e certificazione in ottemperanza ai dettati del Concilio di Trento che come abbiamo riferito aveva tra l’altro imposto una sostanziale revisione dei culti, delle indulgenze e delle feste locali per sfrondarli delle tante contaminazioni che poco avevano di religioso. Il documento non è peraltro unico, essendo simile se non identico ad un altro emanato l’anno prima a favore della festa di san Filippo di Carchina (l’attuale Aci San Filippo) e ad un altro, emanato nel 1563 a favore della festa di Sant’Antonio venerato nella chiesa madre di Aci S. Antonio e, presumibilmente, a tanti altri ancora non conosciuti. Una sottolineatura appare importante: la statua di San Sebastiano menzionata nel decreto vescovile è, con molta probabilità, la stessa ancora oggi usata, come viene ipotizzato dai recenti restauri che hanno identificato, nella sua conformazione e nei materiali usati, una «tipologia tipica della seconda metà del sec. XVI». I documenti che abbiamo presentato consentono quindi di poter affermare con assoluta certezza: che il culto di San Sebastiano ad Acireale dura e prospera da oltre mezzo Mil-

Fig. 4 L’attuale Basilica di San Sebastiano

lennio e che un decreto vescovile lo certifica e conferma nel 1571. Ricorrenze rilevanti che evidenziano un culto di lunghissimo periodo che testimonia il profondo legame della Città con il suo Compatrono. Un legame ancora vivo e saldo che l’anno prossimo a 450 anni dall’emanazione del decreto e a più di Mezzo Millennio di culto comprovato verrà come merita solennemente celebrato. Una devozione verso San Sebastiano tenace e di lunga durata, ancora oggi, dopo 450 anni dall’emanazione del decreto e a più di Mezzo Millennio di culto comprovato, ben viva e salda. Una devozione le cui espressioni artistiche, culturali, sociali, di costume, lunghi secoli di storia hanno costruito un profondo ed indissolubile legame che lega saldamente ancora oggi San Sebastiano ad Acireale.


COMER SUD


Decreto Faraone Noi Antonio Faraone, per grazia di Dio e della Sede Apostolica vescovo di Catania, poiché siamo inclini a pensare che in tal modo accrescano in maniera più propizia il loro animo, approviamo con favore quanto è desiderio dei pii e devoti fedeli in Cristo e anche accogliamo con benigno favore il fatto che sperano ardentemente di conseguire con l’aiuto di Dio e del loro Santo molteplici benefici di corpo e d’anima e per questo non smettono di servirli con tutte le loro forze mostrando loro una riconoscente devozione. Pertanto, poiché i Rettori e Confrati dell’Oratorio e Chiesa chiamata di San Sebastiano di Aquilia di Jaci nella nostra diocesi di Catania con la massima devozione con cui si rivolgono a Dio e al beato Sebastiano fecero fare e costruire ad onore e gloria di Dio e dello stesso beato Sebastiano una immagine ossia una statua del detto beato Sebastiano e desiderando che l’immagine il venti del mese di gennaio di ogni anno possa essere condotta per questa predetta terra di Aquilia e possa celebrarsi come per antica consuetudine la festa con maggior solennità, ci supplicano umilmente, tramite lettera dei nobili Giurati della stessa terra di Jaci Aquilia del detto territorio, affinché ci degnassimo concedere licenza di poter condurre processionalmente con il clero e il popolo per la stessa terra di Aquilia la predetta immagine. Noi, riconoscendo che quanto richiesto tende alla devozione di Dio e all’onore del detto beato Sebastiano, tramite l’esercizio della nostra autorità ordinaria e pontificia diamo licenza ai Rettori e ai predetti Confrati e agli altri devoti abitanti e abitatori della predetta terra e suo territorio, che la predetta immagine ogni anno e in perpetuo, nel giorno della

Fig. 5 Decreto vescovo Faraone (11 settembre 1571)

predetta festa possa essere condotta per la sopradetta terra processionalmente con il clero e il popolo fatte sempre salve le permanenti ed inviolate leggi delle Chiese parrocchiali di questa terra. Inoltre concediamo e elargiamo nel Signore quaranta giorni di vera indulgenza nella forma consueta della chiesa a tutti e ai singoli fedeli e visitatori che visiteranno piamente e devotamente la predetta chiesa e oratorio durante detta festività nel 20 del mese di gennaio dal primo vespro al tramonto del sole di detto giorno. Comandiamo che questo presente privilegio si compili dal nostro mastro notaio sottoscritto di nostra mano e munito del sigillo che noi usiamo imprimere nel pendente. Dato nella predetta Terra di Jaci Aquilia in corso di visita il giorno 11 settembre XV Indizione 1571. Antonius Faraonius Episcopus Catanensis.



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Attività Culturali e Ricreative DOMENICA 5 GENNAIO

Ore 20,00: Cena di fraternità e tombola.

LUNEDÌ 6 GENNAIO

Ore 20,00: Concerto bandistico, a cura della banda musicale “Orazio Sapienza” di Aci Sant’Antonio.

VENERDÌ 10 GENNAIO

Ore 20,00: Serata Verdiana. Coro Lirico Siciliano. Direttore Francesco Costa (ingresso con biglietto).

SABATO 11 E DOMENICA 26 GENNAIO

Ore 8,00-12,00: Donazione del sangue presso la sede della Misericordia di Acireale

SABATO 11 GENNAIO

Ore 17,00: 450 o 500 anni fa? L’inizio della Festa di San Sebastiano ad Acireale. Conferenza di Saro Bella, esperto di storia locale e direttore dell’Archivio storico della basilica.

DOMENICA 12 GENNAIO

Ore 20,00: Il martirio di San Sebastiano negli affreschi di Paolo Vasta a cura di Fabio Grippaldi.

VENERDÌ 17 GENNAIO

Ore 20,00: Dai giovani un’umanità più fraterna. Incontro con don Luca Ramello, direttore della pastorale giovanile di Torino in collaborazione con il Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile, il Coordinamento Oratori diocesi di Acireale e il Centro Diocesano per le Vocazioni.

10 - 20 GENNAIO

Mostra “Sebastos. L’arte tra fede e folclore”, presso la chiesa di San Benedetto.

11 - 20 GENNAIO

Mostra de “I Fercoli della devozione” presso la chiesa di Sant’Antonio di Padova.


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Giornata dei bambini e della carità Domenica 26 Gennaio Si invitano i fedeli a portare in Basilica generi alimentari da condividere con chi ne ha bisogno.

Ore 11,00 Santa Messa con la benedizione dei bambini



19 Gennaio, Vigilia della

Solennità di San Sebastiano

Ore 19,00: Investitura dei nuovi canonici del Capitolo della Collegiata. Santa Messa in Basilica. Benedizione degli abiti votivi e corteo verso la Chiesa di Sant’Antonio di Padova. Ore 20,15: Processione delle venerate reliquie di San Sebastiano verso la Basilica e canto dei Primi Vespri Solenni Capitolari. Ore 21,00: Esecuzione della Cantata in onore di San Sebastiano accompagnata dal Corpo Bandistico “Mº Orazio Sapienza”. Ore 22,00: Suono delle tradizionali “Sette Chiamate”

Notte Sacra di San Sebastiano

Dalle ore 23,00 la Basilica rimarrà aperta tutta la notte per la preghiera



20 Gennaio - Giorno della Festa

ore 7,30 Apertura della Cappella

ore 15,30 Sosta davanti la Basilica di san Sebastiano, scioglimento del voto a coloro che concludono il “mezzo giro penitenziale” e benedizione di coloro che iniziano o continuano la processione.

ore 11,00 Solenne uscita

ore 16,30 Arrivo del fercolo in piazza Agostino Pennisi (ex Stazione FS) e omaggio al Santo con il passaggio del treno. Preghiera per la pace nel mondo.

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IN CAMMINO VERSO IL 450° DELLA BOLLA VESCOVILE DELL’ AUTORIZZAZIONE DELLA FESTA (1571-2021)

MERCOLEDÌ 1 GENNAIO Solennità di Maria SS.ma Madre di Dio

tenendo conto che durante la processione non saranno effettuate fermate allo scopo.

Apertura dei festeggiamenti

Ore 11,00: Un solenne scampanio e lo sparo di fuochi d’artificiosaluteranno l’inizio dei festeggiamenti. Ore 11,00 - 19,00: Sante Messe.

DOMENICA 5 GENNAIO - Giornata della famiglia Ore 11,00: Santa Messa. Ore 19,00: Santa Messa con la benedizione di tutte le coppie, particolarmente di quelle sposate nel 2018.

2-15 GENNAIO

DOMENICA 12 GENNAIO

Peregrinatio delle reliquie di San Sebastiano nelle comunità parrocchiali e negli ammalati

Tutti gli ammalati che desiderano la visita delle reliquie sono pregati di comunicarlo in basilica (tel. 095.601313) entro il 2 gennaio 2020,

Giornata della preghiera per la pace Ore 11,00 – 19,00: Sante Messe. Ore 11,00: Santa Messa con la partecipazione delle associazioni combattentistiche e d’arma di Acireale.

TRIDUO SOLENNE 16 – 17 – 18 GENNAIO

Ore 19,00: Santa Messa del triduo presieduta dal rev.mo don Luca Ramello, direttore della Pastorale Giovanile della Arcidiocesi di Torino. Tema della predicazione: Restiamo cristiani.

Ore 11,00: Santa Messa. Ore 19,00: Investitura dei nuovi canonici del Capitolo della Collegiata. Solenne santa Messa, presieduta dal rev.do padre Graziano Lezziero O.P., parroco della basilica Santa Maria Novella in Firenze. Benedizione degli abiti votivi e corteo verso la chiesa di Sant’Antonio di Padova. Ore 20,15: Processione delle venerate reliquie di San Sebastiano attraverso le vie: Vittorio Emanuele, Meli, Davì, Ruggero Settimo, con la partecipazione del Capitolo Collegiale, delle Confraternite

e dei devoti in abito votivo. Ingresso in basilica e canto dei Primi Vespri Solenni Capitolari. Ore 21,00: Esecuzione della Cantata in onore di San Sebastiano del Mº Sac. Antonino Maugeri. Ore 22,00: Suono delle tradizionali “Sette Chiamate”. NOTTE SACRA DI SAN SEBASTIANO La Basilica rimarrà aperta tutta la notte per la preghiera, con turni di veglia comunitari.

LUNEDÌ 20 GENNAIO – Solennità di San Sebastiano

Ore 5,45: Recita del Santo Rosario meditato. Ore 6,30: Santa Messa. Ore 7,00: Ventuno colpia a cannone saluteranno la solennità. Ore 7,30: Apertura della cappella ed esposizione del venerato simulacro del Santo Bimartire alla venerazione dei fedeli. Ore 7,45: Santa Messa presieduta dal rev.do can. Orazio Barbarino, parroco delle parrocchie Santa Maria delle Grazie e San Francesco di Paola in Linguaglossa. Ore 9,30: Solenne Messa Pontificale presieduta da S. E. R. mons. Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale, con la concelebrazione del rev.do Capitolo Collegiale della basilica, dei parroci e del clero della Città. Interverranno le Autorità civili e militari della Città. Ore 11,00: Trionfale uscita del venerato simulacro di San Sebastiano.

Riflessione dettata dal rev.do can. Gaetano Pulvirenti, arciprete parroco della parrocchia Santa Lucia in Acicatena. Benedizione di coloro che iniziano il “giro votivo”. Il fercolo percorrerà le vie: R. Settimo, Piazza Duomo, Cavour, p.zza San Domenico, Musmeci, San Carlo, San Biagio, p.zza San Biagio, Gozzano, J. Da Todi, p.zza San Francesco, Petrarca, p.zza Dante, Manzoni, Gozzano, p.zza San Biagio, Collegio Pennisi, p.zza San Michele, Dafnica, p.zza San Giovanni, Lanzafame, Turchia, L. Da Vinci, S. Vigo, Mascagni, Ponchielli, Dafnica, San Martino, p.zza G. Marconi, Meli. Ore 15,30 (circa): Sosta davanti la basilica di san Sebastiano, scioglimento del voto a coloro che concludono il “mezzo giro” e benedizione di coloro che iniziano o continuano la processione. Il fercolo continuerà per le vie: Vittorio Emanuele, p.zza Carmine, via Vit-

Programma 2020

DOMENICA 19 GENNAIO – Vigilia della Solennità e Notte sacra di preghiera



MERCOLEDÌ 22 GENNAIO

Ore 19,00: Santa Messa di suffragio con adorazione eucaristica per i defunti del 2019 (chi volesse ricordare i propri cari lo segnali in basilica).

GIOVEDÌ 23 - VENERDÌ 24 GENNAIO

SABATO 25 GENNAIO

Ore 17,00: Solenne pellegrinaggio delle reliquie di san Sebastiano presso la parrocchia Santa Maria delle Grazie in Acireale. Il corteo processionale seguirà il seguente itinerario: via Vittorio Emanuele, via delle Terme e via Nazionale per Catania. Ore 18,30: Santa Messa e rientro in Basilica.

DOMENICA 26 GENNAIO Giornata dei bambini e della carità

Il simulacro di San Sebastiano resterà esposto alla venerazione dei fedeli l’intera giornata. Si invitano i fedeli a portare in basilica generi alimentari da condividere con chi ne ha bisogno. Ore 9,30 - 11,00 - 17,30 - 19,00: Sante Messe. Ore 11,00: Santa Messa con la benedizione dei bambini (si invitano i genitori a portare i loro figli). Ore 19,00: Solenne Messa Pontificale presieduta da S.E.R. mons. Giuseppe Favale, vescovo di Conversano-Monopoli (BA). Al termine traslazione del venerato simulacro di san Sebastiano dalla cappella all’altare maggiore. Ore 20,30: Veglia di preghiera con i giovani, a cura del settore giovani dell’Azione Cattolica di Acireale.

Ore 19,00: Santa Messa.

LUNEDÌ 27 GENNAIO – Ottava dei festeggiamenti Ore 9,00 – 10,30 – 12,00: Sante Messe. Ore 15,30: Santa Messa per gli ammalati e gli anziani della Città presieduta dal rev.do don Emanuele Nicotra, assistente diocesano dell’UNITALSI. Ore 17,00: Santa Messa con la partecipazione del Corpo dei Vigili Urbani di Acireale presieduta dal rev.do mons. Giovanni Mammino,

vicario generale. Ore 19,00: Solenne Messa Pontificale presieduta da S.E.R. mons. Cesare Di Pietro, vescovo ausiliare di Messina. Ore 20,30: Processione con il venerato simulacro di san Sebastiano in piazza Lionardo Vigo. Benedizione con le reliquie e chiusura della cappella.

Con approvazione ecclesiastica Dalla Basilica Collegiata, 20 dicembre 2019

Il Comitato Festeggiamenti

ANNO GIUBILARE 2021 16 gennaio 2021 - 27 gennaio 2022 Festa straordinaria estiva: dal 20 agosto al 4 settembre 2021

Per il Capitolo Collegiale Can. Prof. Vittorio Rocca

Programma 2020

torio Emanuele. viale Libertà, p.zza A. Pennisi, S. Vigo, San Girolamo, Archimede, quartiere Mandorle, S. Vigo, chiesa Madonna della Fiducia, S. Vigo, Rossini, p.zza Madonna della Pace, Verdi, San Martino, San Francesco di Paola, del Popolo, Maddem, Scaccianoce, Galatea, piazza P. Impastato, Roma, c.so Umberto, l.go Giovanni XXIII, Currò, p.zza porta Cusmana, P. Vasta, R. Margherita, Mancini, c.so Umberto, piazza Indirizzo, c.so Italia, Veneto, Principe Amedeo, SS. Salvatore, c.so Savoia, Caronda, M. di Sangiuliano, Atanasia, c.so Savoia, p.zza Duomo, Davì, Musmeci, rientro in basilica. Ore 11,30: Santa Messa. Ore 16,30: Arrivo del fercolo in piazza Agostino Pennisi (ex Stazione FS) e omaggio al Santo con il passaggio del treno. Preghiera per la pace nel mondo. Ore 17,00 – 18,00 – 19,00: Sante Messe. Ore 24,00: Rientro del fercolo in basilica, reposizione del simulacro del Santo e chiusura della cappella.




I CORPI BANDISTICI

Corpo Bandistico “M° Orazio Sapienza” di Aci S. Antonio diretto dal M° Filippo Sapienza C.da Timpa di Pero, Belpasso (CT) 095.917669 - www.fuochichiarenza.it email: ufficio@fuochichiarenza.it

Si ringrazia:

Corpo Bandistico “Xiphonia” di Aci S. Filippo diretto dal M° Emanuele Sapienza effettueranno i servizi bandistici durante i festeggiamenti

- il sig. Sindaco e l’Amministrazione Comunale, il Commissariato di P.S. nella persona della Dott.ssa G. Rizzo, le forze dell’ordine, i gruppi e le associazioni di volontariato; - Tony Pavone, Petra Sappa, Salvo Biglio, Davide Panebianco, Salvo Rapisarda e Massimo Vittorio per la documentazione fotografica; - si ringrazia il sig. Sebastiano Caniglia per la gentile collaborazione; - si ringrazia la Ditta Drago pneumatici per aver offerto i fuochi dell’apertura della cappella; - si ringrazia il Gruppo Passione e Mentalità per aver offerto i fuochi dell’ottava; - la Meridional Service per la gentile collaborazione; - i quartieri e i singoli devoti per l’accoglienza festosa al Santo; - gli sponsor e tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito alla buona riuscita dei festeggiamenti.


Il Comitato per i festeggiamenti 2020 Decano Vittorio Rocca, Presidente Salvo Consoli, Giuseppe Fichera, Andrea Mangano, Giovanni Saitta, Rosario Fichera, Andrea Caramma, Salvo Rapisarda, Mario Terni, Adriano Pittera, Giovanni Pulvirenti, Rosario Bella, Alessandro Abate, Salvo Puglisi, Danilo Nicotra, Paolo Di Mauro, Giuseppe Castorina, Salvo Cannavò, Salvo Lombardo.

La Basilica declina ogni responsabilitĂ per incidenti avvenuti prima, durante e dopo i festeggiamenti, altresĂŹ si riserva di variare il presente programma in caso di circostanze varie ed eventuali.


Litografia BRACCHI - Giarre - 095.931427

Piazza Lionardo Vigo, 3 - 95024, Acireale (CT) - ITALY Tel. (+39) 095 605696 - Cell. (+39) 3331590656 caffecipriani@gmail.com - www.caffecipriani.com


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