N59

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NUMERO 59

ANNO XII

Contattaci: Sito web: http://forum.liceomascheroni.it, sezione Caterpillar Mail: caterpillar@liceomascheroni.it Cassettine della posta: marrone al bar dell’Ala Nuova, rossa all’ingresso dell’Ala Vecchia


Salve a tutti, affezionati lettori! Il numero che vi state apprestando a leggere, per chi non sia passato subito a bruciarsi il finale prima di venire a conoscenza dell’inizio e dello svolgimento (chi ha orecchie per intendere intenda), ha visto una discreta risposta da parte di voi lettori, come si era richiesto in precedenza.. infatti ci sono un paio di interventi per la rubrica “La posta del cuore”. Bravi, per sta volta ve la siete cavata con questo contentino, però per la prossima ci si aspetta di meglio ;-) Mi devo scusare invece per la messaggeria poco nutrita, ma l’ultima volta, delle simpatiche giovin fanciulle, mi hanno fatto passare tutto il tempo a cercare i miei aereoplanini modello che volevo appendere sull’albero di Natale che avrete sicuramente visto nel corridoio, in seguito alle loro “divertentissime” occultazioni in cui si sono dilettate. Volevo appenderli sull’albero perché davano un tocco di colore e di novità.. senza contare che facevano paura! Ma tanto sapevo che li avrebbero subito staccati e nascosti e così ho abbandonato l’idea.. -) Tornando al contenuto di questo numero leggetevi bene quello che parla del forum della scuola.. Ci sono già stati dei nuovi iscritti quest’anno, ma si sa, più si è meglio è! Per cui chiunque voglia venire a curiosarvi sarà il benvenuto! I più interessati allo sport saranno contenti questa volta, in quanto gli articoli dedicati sono davvero numerosi, per cui avranno sicuramente molto da leggere.. Ci sarebbero delle considerazioni da fare sul calcio femminile, ma lasciamo che ognuno lasci viaggiare la propria di fantasia -)) Il cruciverba è immancabile.. abbiamo un nuovo autore, fra l’altro, in questo numero, chissà se riscuoterà successo, sarebbe bello se coloro che abitualmente compilano i cruciverba ci scrivessero le loro opinioni in merito, tipo se l’avete trovato facile, difficile, stupido, intelligente, se ci sono troppe parole e definizioni inventate dagli autori che nessun’altro conosce(non riuscite mai a finirli vero!? -) Attualissimo il tema dell’educazione nelle ultime settimane.. e come i mass media ci ricamano sopra, anche noi abbiamo una plurale quantità di articoli riguardo a questa faccenda! Diteci che ne pensate. Poi un paio di articoletti leggeri, rilassanti, meno rilassanti, etc etc etc… -) Beh, che dire.. questo è il numero di Natale, quello che leggerete prima di iniziare le vacanze di metà anno.. le solite vacanze che non sono mai abbastanza lunghe e sempre troppo corte.. non mi resta che portarvi gli auguri di buon Natale e felice anno nuovo da parte di tutta la Redazione bla bla bla.. voi pensate a ricaricare le batterie e non studiate troppo che se no tornate a gennaio che avete già fuso il cervello.. poi dopo la Befana ricominciate, ma almeno una settimana di pace totale ve la dovete fare! Luk


Gentili mascheroniani Come promesso dalle tre liste da cui provengono i vostri cari quattro rappresentanti d’istituto, abbiamo deciso di mantenervi informati sugli ultimi sviluppi avvalendoci del Caterpillar come strumento imparziale d’informazione. Innanzitutto nonostante fossimo sommersi di verifiche e interrogazioni abbiamo trovato il tempo di passare un paio di giorni, il 30/11 e l’1/12, in montagna, interamente sovvenzionati dalla scuola. Oltre a divertirci parecchio ed oltre ad aver dormito molto poco, abbiamo partecipato alla due giorni di formazione insieme agli altri rappresentanti di trenta scuole della provincia. Sembra scontato il fatto che la nostra sia una scuola di prim’ordine ma vivere l’esperienza di poter rendersene veramente conto, ci ha fatto ritornare a casa con la consapevolezza di dover davvero essere grati a coloro che ci danno la possibilità di svolgere determinate attività durante l’anno scolastico

e di poter usufruire di attrezzature da fare invidia a molti altri istituti. Per esempio, ci sono scuole in cui, nonostante l’istituzione della attività seminariali fosse state precedentemente concordata in consiglio d’istituto, il preside contrariato ha chiamato le forze dell’ordine il secondo giorno di suddette attività senza preavviso perché amareggiato all’idea di lasciare l’istituto in mano all’amministrazione studentesca. Oppure ci sono scuole in cui alcune classi devono alternarsi a svolgere le lezioni in un angolo della palestra poiché non ci sono abbastanza aule per ospitare gli studenti. Oppure altre che devono affittare a pagamento un cinema per svolgere le assemblee d’istituto. Insomma, cose dell’altro mondo. Almeno per noi. Ma per coloro per cui questa è la quotidianità, sentire di una settimana di recupero e approfondimento a Febbraio, di attività seminariali in corso da diversi anni, e persino di un auditorium con poltrone e

parquet, la nostra scuola sembra proprio un’isola felice. Per il resto, ci dilettiamo a riordinare le circolari sulla privacy e quelle della cogestione, senza parlare delle discussioni sulla grafica dell’annuario e sulle idee per la festa di fine anno, come dire…stiamo lavorando per voi. Visto che posso usufruire di questo spazio, rinnovo l’invito a consegnare IN ORDINE ALFABETICO le circolari, perché vorrei che vi metteste un attimo nei nostri panni con 1354 fogli sparsi senza un ordine logico. Con questo vi ringrazio dell’attenzione e vi porgo i più cordiali auguri di buon Natale da tutta la rappresentanza studentesca. Che belli i saluti formali…. Valentina Signorelli…….. per tutti e quattro


Giunge il Natale.. Le giornate si sono accorciate a dismisura, il sole tramonta alle quattro del pomeriggio, il fiato si condensa fuori dalle bocche, e tutta la città si è cosparsa di bagliori dorati e regali impacchettati nelle vetrine. In tutto questo, circondato dall’atmosfera più magica dell’anno, fatta di canzoni inglesi con la voce antidata di Dean Martin e ghirlande di agrifoglio, il Mascheroni pareva esser rimasto l’ultimo baluardo di serietà e sterilità, non contagiato dal clima natalizio dilagante. Ci avevano provato in tanti, negli anni, a renderlo meno austero: qualcuno in classe aveva messo degli addobbi, dipinte le finestre, agghindati i banchi. Niente. Il risultato era sempre quello di una scuola che, se non si nota nelle calde giornate primaverili, durante quelle invernali risulta simile ad un incrocio tra un carcere e un ospedale. L’ala vecchia è beige, l’ala tonda è grigia, l’ala nuova è… sporca. Le porte e le finestre sono a vetri, contornate da anime di metallo bianco e guarnizioni di gomma nera. I lucernari in plastica sopra al ballatoio, opacizzati dallo sporco di anni, a stento lasciano passare la luce delle mattine uggiose di novembre e dicembre. Al centro dell’Ala Nuova, nel nodo nevralgico di traffico pedonale, tra il bar e il corridoio, due serie di sbarre metalliche ci fanno temere che la scuola sia realmente un carcere. Eppure noi, che in redazione ci fermiamo fino a ora tarda dentro la scuola, siamo ben consci del fascino intrinseco che il Mascheroni possiede, e dell’enorme potenziale estetico che è racchiuso nelle sue pareti cariche di storia. La luce gialla della zona segreteria che illumina la scuola nel buio della sera, il calore del bar (E dei baristi) che riscalda le più noiose ore di studio, il sorriso delle “bidelle” sempre disponibili a fare due chiacchiere anche quando il lavoro sembra non finire mai… E allora no, proprio non ci andava che l’atmosfera invernale intristisse un edificio (Una casa?) con così tante potenzialità.. Così ci siamo decisi a fare una colletta, armarci di buona volontà, e regalarvi un presentino che potesse far sorridere anche voi un po’ di più in queste giornate grigie, consci dell’avvicinarsi del Natale, delle


festività, della bontà comune e delle tanto attese vacanze. Certo, non sembra Central Park ma… Un albero di Natale che la redazione dedica a tutti voi studenti, dalle prime alle quinte, che in questa scuola vivete il 50% della vostra vita, tra passioni, crisi, sofferenze ed amori. A voi docenti, che in questa scuola avete visto generazioni crescere e passare, vivere i vari Natali e tornare ciclicamente di anno in anno. A voi personale non docente, e a tutte le altre persone che, in un modo o nell’altro, rendono grande il Mascheroni. Insomma a tutti voi, perché, sotto Natale, speriamo che la visione di un piccolo albero di plastica verde, che irradia col suo luccichio dorato il corridoio principale che tante volte percorrete in tutta fretta, possa strapparvi un sorriso di gioia e donarvi una sensazione di calore. Con i nostri più cari auguri, La redazione

Cari Mascheroniani medi, veterani o primini che siate, con il presente articolo voglio rendervi partecipi di un grandissimo strumento di cui il Mascheroni è dotato, e che forse pochi di voi conoscono. Trattasi del Forum online del Liceo! Incrocio tra un salotto virtuale e una bacheca, un talk show e un bar, il Forum è ben più di un normale sito internet. Sulla d’informazione e vita

falsariga dell’acropoli greca e del foro romano, è il principale luogo sociale della scuola, dopo la scuola stessa. Torni a casa stanco morto dopo ore e ore di lezioni noiose ed estenuanti viaggi in pullman e non hai voglia di studiare? Pranzi di corsa sperando di fiondarti davanti alla televisione per guardare i Griffin o i Simpson, e scopri che quei beceri di Italia 1 hanno sostituito il tutto con Hamtaro? La tua ragazza ti ha lasciato con un SMS perché è andata col tuo migliore amico (E tutta la sua compagnia) e vuoi conoscere nuove persone per non pensarci?


Vieni a trovarci! Il Forum è il posto che fa per te!!! Frequentato da utenti dal ’92 all’81, vivo e popolato ad ogni ora, sempre pieno di stimoli e alla ricerca di novità, il Forum non ha orari e non ha età, e sta aspettando proprio il tuo contributo! Nel forum potrai trovare una sezione dedicata al Liceo, e a cosa avviene all’interno della scuola, un’altra dove votare le bellezze dell’Istituto (Top Of The Gnocc), un’altra ancora dove leggere le ultime novità/critiche/idee relative al Caterpillar, e molte altre dove parlare di musica, cinema, letteratura, motori, o, semplicemente, fare quattro chiacchiere. Entrare nel forum è facile, gratuito e non richiede più di cinque minuti. Effettua la registrazione, ti serve solo un indirizzo e-mail, scegli il tuo nick e…. vieni a navigare con noi! Potrai partecipare al simpatico gioco delle domande o a quello musicale, potrai raccontarci cosa stai ascoltando in questo momento, potrai partecipare alle singolari tenzoni tra sBallo, Luk e Adrenocromo sul mondo dei motori, e ultimo, ma non per importanza, potrai provarci spudoratamente con tutte le primine (O i primini, mica siamo sessisti ;-)) che vuoi! Non ti basta? Il forum garantisce anche una fitta rete di rapporti di vita sociale! Dallo scambio di contatti MSN alle cene di gruppo, gli utenti del forum si ritrovano spesso, per una birra, una pizza, un saluto, e per vivere insieme nuove amicizie, nuove storie, nuovi amori… Perché sei ancora qui davanti al Caterpillar e non sei corso al PC? Ah ma certo, non ti ho detto l’indirizzo a cui trovarci! http://forum.liceomascheroni.it Ti aspettiamo!!!! Ale e la community del forum

Ciao ragazzi! L’articolo che si presenta su questa pagina è un articolo un pò diverso dagli altri e, permettetecelo, un pò speciale. Come la maggior parte di voi studenti sa, il nostro liceo si impegna ogni anno a raccogliere dei fondi da devolvere ad associazioni che si occupano di progetti di aiuto e sostentamento per i paesi più poveri. Il modo in cui questa scuola si prefigge di offrire il suo contributo prende forma nella “vendita delle torte”. Quest’ultima viene realizzata ogni anno ed è finalizzata alla raccolta di fondi che quest’anno saranno destinati ad un ospedale sito nel nord dell’Uganda. Con questo articolo non vogliamo solo informarvi su come verrà impiegato il ricavato della vendita delle torte, ma anche, e soprattutto, intendiamo divulgare notizie di grande importanza e diffondere la conoscenza di situazioni spesso ignote. Queste situazioni sembrano non coinvolgerci direttamente, e forse è questo il motivo per cui si sa poco di certi


fenomeni. Ma sarebbe bello, nonchè opportuno, che tutti noi aiutassimo coloro che necessitano di sostegno. Qui, tra le virgolette, è stato riportato il discorso di una studentessa dell’università di medicina di Pavia, che per inciso ha studiato al Mascheroni. Questa ragazza è stata nell’ospedale del nord dell’Uganda di cui sopra, e si è resa conto della reale situazione in cui versa il territorio. “L’Uganda è un paese dell’africa sub-sahariana che non ha sbocchi sul mare ma ha una delle più grandi sorgenti del Nilo(Jinja) ed il sud del Paese si affaccia direttamente sul lago Vittoria,uno dei più grandi laghi dell’Africa centro-orientale. E’ un paese che, dal punto di vista delle risorse naturali, è ricchissimo e potrebbe essere economicamente autosufficiente, se non fosse per la situazione socio-politica estremamente precaria. Da più di vent’anni ormai una parte del paese (Il nord) è devastata da una guerra civile che ha praticamente diviso l’Uganda in due “paesi”: da un lato il sud con la capitale Kampala,città parzialmente occidentalizzata che vive in una condizione economicamente e socialmente più stabile, dall’altra il nord, che da molto tempo ormai cerca di sopravvivere in questa situazione precaria di guerriglia. I più coinvolti chiaramente sono i bambini che vengono rapiti dai guerriglieri dell’LRA (Lord Resistance Army) con a capo Joseph Kony e vengono costretti da loro ad uccidere i propri familiari e la propria gente per diventare a loro volta guerriglieri ed entrare a far parte dell’LRA. Per questo motivo è nato il fenomeno dei Night Commuters (i “pendolari” della notte), orde di bambini che ogni sera percorrono chilometri e chilometri di strada per raggiungere dei luoghi che sono ritenuti più “sicuri” per dormire, e la mattina dopo riprendono il cammino verso i propri villaggi, che naturalmente, oggi, si sono ridotti a veri e propri campi per rifugiati. Il Saint Mary’s hospital di Lacor,si colloca proprio in questa regione disastrata e in particolare in un distretto vicinissimo alla città di Gulu. Questo ospedale è nato nel 1959, fondato dai missionari comboniani, ma successivamente è stato ampliato dai coniugi Piero Corti (Medico italiano) e Lucile Teasdale (Chirurgo canadese) che dal 1961 si sono trasferiti stabilmente in Uganda,fino alla loro morte (Lucile è deceduta nel 1996 per l’AIDS contratta durante un intervento chirurgico e Piero è deceduto nel 2003). Dal 1961 l’ospedale si è molto ingrandito fin tanto da diventare uno dei più importanti dell’africa sub-sahariana, non solo dal punto di vista sanitario ma anche come punto di riferimento sociale ed economico. Infatti l’ospedale è il maggiore “datore” di lavoro del nord-Uganda, poichè ha più di 550 dipendenti, oltre ad essere considerato un luogo “sicuro” di rifugio per questa gente: ogni notte infatti centinaia di night commuters trovano ospitalità all’interno delle mura dell’ospedale. Il Lacor Hospital potrebbe essere paragonato ad uno dei nostri ospedali poichè è diviso in vari reparti (Pediatria, maternità, nutrizione, medicina, chirurgia, tubercolotici),cosa che a noi può sembrare assolutamente normale, ma in un paese africano non è così scontata. Inoltre fornisce assistenza ambulatoriale e servizi anche a pazienti non ricoverati, cioè svolge un ruolo che potrebbe essere assimilato a quello delle nostre ASL, e questo è assolutamente straordinario in un paese in via di sviluppo e soprattutto in guerra. L’ospedale è finanziato principalmente da una fondazione (Fondazione Corti, che ha sede a Milano), la quale è nata con l’unico scopo di reperire i fondi per sostenerlo. La fondazione ha infatti soltanto


due dipendenti stipendiati, per il resto è costituita da volontari.Io ho conosciuto l’ospedale e la fondazione circa tre anni fa grazie alla lettura del libro “Un sogno per la vita”, che narra appunto la bellissima storia di Piero e Lucille. Incuriosita e molto colpita da questa straordinaria storia mi sono recata alla fondazione di Milano per conoscere Dominique Corti, figlia di Piero e Lucille e attuale presidente della fondazione Corti, che ha accettato di venire a parlare del suo ospedale ad un incontro organizzato all’università da alcuni di noi studenti di medicina. Così è nato il gruppo volontari di Pavia della fondazione. Nel dicembre del 2005 io, assieme ad altri quattro amici-volontari, ho trascorso venti giorni all’ospedale e mi sono veramente resa conto della grandezza di tale struttura da tutti i punti di vista, e ho potuto vivere ciò di cui per due anni avevo solo sentito raccontare. Per quanto riguarda invece la nostra attività qua in Italia, essa si basa principalmente sulla diffusione della conoscenza dell’ospedale e sull’organizzazione di conferenze e altre iniziative per il reperimento dei fondi. Più del 90% dei fondi raccolti è destinato alle spese di gestione dell’ospedale (Principalmente gli stipendi dei dipendenti). Quello che si può fare da qui è quindi principalmente attività divulgativa, anche per far conoscere la situazione politica e sociale difficile in cui vive il nord-Uganda e di cui spesso non si sa nulla, ma soprattutto diffondere l’importanza che ha il nostro aiuto, anche solo economico, per una struttura come il Lacor Hospital, che è sostenuto quasi unicamente dalla fondazione. Si può aderire a progetti come “L’adozione di un letto”, versando una quota mensile, oppure semplicemente fare delle libere donazioni destinate alle spese di gestione dell’ospedale. Inoltre, se qualcuno è interessato a fare concretamente qualcosa per l’ospedale diventando volontario della fondazione Corti, può contattare, e fare riferimento ad essi per le varie iniziative, alcuni volontari di Bergamo: Achille Rosa 035-345278 Alessandra Marini 035-246959 Liliana Praticò 3332003626 Per maggiori informazioni si veda il sito:www.lacorhospital.org” Francy e Tania

“Terzo classificato…liceo classico Sarpi di Bergamo, secondo classificato…liceo Europeo Cadorna di Torino, primo classificato e vincitore del concorso…liceo Scientifico statale Mascheroni di Bergamo”. Siamo a Saint Vincent, piccola località della Val d’Aosta, dove ormai da diversi anni si organizza un convegno, a cui partecipano politici di entrambi gli schieramenti, per discutere di problematiche riguardanti il nostro paese. Già lo scorso anno una classe del nostro istituto vi ha partecipato, posizionandosi nella parte alta della classifica, benché non siano stati ufficialmente dichiarati vincitori. Quest’anno il nostro liceo, partecipando con la classe VB grazie alla proposta che ci è stata rivolta dalla professoressa Bellini, ha ottenuto la vittoria, superando altri dieci licei delle città di Lombardia, Piemonte e Val d’Aosta. La richiesta era quella di scrivere un elaborato di sole sei cartelle Word in forma di saggio breve, di articolo giornalistico o di sceneggiatura, mentre il tema che ci è stato rivolto era una riflessione sull’Italia che vorremmo; vorrei ora descrivervi come abbiamo proceduto alla sua scrittura ed illustrarvene alcuni passaggi essenziali e significativi. Dopo aver deciso di redigere l’elaborato in forma di saggio breve, il problema basilare che abbiamo dovuto affrontare è stato quello di renderlo originale, evitando forme


troppo pedantesche o eccessivamente banali, il che ci ha spinto verso l’idea di creare un doppio livello di scrittura, esponendo dapprima i nostri sogni e le nostre speranze e completando in seguito l’elaborato attraverso uno studio approfondito dei problemi analizzati, scritti in forma puramente saggistica; abbiamo voluto infine incorniciare l’intera opera citando alcune frasi della Repubblica di Platone, dove si afferma che lo stato ideale, l’Italia che noi abbiamo tratteggiato nella nostra riflessione, deve rimanere l’archetipo della vera forma di governo, il modello da dover seguire e dove “l’uomo di cui parliamo svolgerà la sua attività politica solamente in questo e in nessun altro”. I problemi che sono stati trattati contemplano la vita economica, sociale e politica del nostro paese e riguardano più approfonditamente la mancanza di una forte identità nazionale, palesemente mostratosi durante le ultime recenti elezioni politiche, ma che si può considerare come un leit motiv di tutta la storia e la storiografia d’Italia, dove, nell’interpretazione data da Pietro Scoppola, i conflitti tra Chiesa e Stato, Nord e Sud mostrano la debolezza del senso di appartenenza degli italiani alla propria nazione, la quale è tuttora corroborata dal contrasto evidente fra i principi e i valori dichiarati della democrazia e i livelli reali d’efficienza dei servizi offerti dello stato. Oltre a ciò, la necessità di preservare le realtà territoriali e le culture locali, senza però chiudersi in senso campanilistico, bensì cercando di renderle un contributo per una prospettiva a raggio nazionale, il bisogno di un’Italia giusta e ricca, dove, riprendendo il pensiero di Cesare Beccarla secondo cui è la certezza della pena e non la sua durezza a costituire un reale disincentivo per la criminalità, esso possa trovare effettiva realizzazione, di un’Italia che dia lavoro e dove il rapido decremento degli impieghi a tempo indeterminato non si trasformi in una forma di precariato, pericoloso per il futuro dei giovani laureati italiani, di un’Italia che si impegni nella ricerca e che non permetta il brain drain della giovane “intellighenzia”che fuoriesce dal sistema universitario italiano, che mantiene un buon livello di preparazione pur affrontando continue diminuzioni dei finanziamenti, di un’Italia ospitale nei confronti dell’immigrazione, proprio perché lei stessa è stata a sua volta terra di emigrazione ed è dunque consapevole del profondo dramma e disagio che induce una persona a lasciare la propria patria per cercare la fortuna in un paese diverso. Infine vorremmo un’Italia in cui ci si senta liberi, dove, come scrive Antonio, “essa( l’Italia) faccia della libertà il suo principio cardine[…],in cui il termine di schiavitù si trovi solo sui libri di storia o sui dizionari, libera da ogni forma di discriminazione, in cui ciascuno possa arricchire lo stato con le sue diversità[…]senza che queste costituiscano un fardello, ma divengano le ali con cui volare verso una maggiore serenità”, rispettando così la Costituzione che, memore della dittatura fascista e degli orrori della seconda guerra mondiale, afferma la libertà come necessario motore per lo sviluppo di uno stato. Vi invito, dunque, a leggere l’intero elaborato, che saremo ben lieti di darvi, e termino, dopo aver ringraziato chi ha lavorato con impegno e serietà per raggiungere questo ottimo risultato(tra questi in particolare i professori Bellini Marisa, Bernuzzi Marco, De Nigris Stefania di cui mi scuso per aver omesso i ringraziamenti durante la mia presentazione del lavoro al convegno) che vorrei dedicare alla memoria del nostro preside Di Mauro che sarebbe stato ben felice di vedere la sua scuola vincitrice del concorso organizzato dalla fondazione DonatCattin, di cui lui stesso faceva parte, con l’appello scritto da Andrea Cairoli e posto nella


prima pagina di introduzione. Non si può pensare, immaginare e descrivere l’Italia che vorremmo senza cadere nella banalità; è facile, infatti affermare con certezza che ciò che desideriamo è una Italia migliore( ovvio, chi ne vorrebbe una peggiore?), governata da una classe politica abile e rispettosa dei valori tradizionali della cultura nazionale, retta da solidi principi quali la pace, l’uguaglianza, una maggiore unità all’interno dei nostri stessi confini e del mondo interno senza distinzioni di razza, religione o cultura. Forse, prima di affrontare questo spinoso problema, occorrerebbe chiedersi cosa significhi per noi essere italiani e se davvero ci riteniamo tali, poiché da questo nodo cruciale si mostra quale sia veramente la nostra idea di nazione e quale quella che noi costruiremo in un prossimo futuro. Vogliamo infatti l’Italia dei Falcone e Borsellino, l’Italia di Aldo Moro e Marco Biagi o quella rappresentata nei reality?Preferiamo un’Italia che abbia memoria degli anni duri e miseri del dopoguerra, dove però regnavano solidarietà e voglia di ricominciare, che ricordi la miseria e il sangue dei partigiani, sacrificatisi per un ideale di nazione che non si è mai realizzato pienamente, che ricordi le stragi di Capaci e via D’Amelio che hanno costituito una frattura profonda nell’intera storia del nostro stato repubblicano, o preferiamo un’Italia che si appiattisca sugli ultimi decenni di ricchezza smodata, speco e consumismo, provata dal buio di tangentopoli e calciopoli, ferita dalle brigate rosse e dalle stragi susseguitesi da Bologna a Brescia? “Non recidere, forbice […]nella memoria che si sfolla, /non far[…]la mia nebbia di sempre”. Può il libero richiamo ai versi di Montale essere monito per noi? Preferiamo l’Italia dalle mille città e risorse locali, dal paesaggio naturale vario e splendido, l’Italia centro mondiale d’arte o preferiamo quella cementificata, quella dei condoni edilizi, delle sanatorie, quella in cui regna la furbizia o l’arte di arrangiarsi? Vogliamo un’Italia capace di indignarsi di fronte ai soprusi o un’Italia “il cui clamore non è che silenzio”(Pasolini)indifferenza, rassegnazione?Ma la domanda più pesante è questa: cosa fare perché i nostri sogni si possano incontrare con un progetto realistico e fattibile? Noi, ragazzi della VB, per ora abbiamo solo sognato, o meglio solo iniziato a sognare, ma pensiamo che questo sia un inizio possibile. Cairoli Andrea (per la classe VB)

BETTONI – ANTONELLA Dopo essere stata giorni e giorni (ahaha) a pensare come rendermi utile per il Caterpillar sono arrivata alla conclusione che sarebbe stato carino fare un’intervista doppia a due professori un po’ particolari. Infatti questi non sono sulla lista del colloquio per i genitori e non insegnano nelle classi ma in laboratorio; loro sono il Prof. Bettoni, assistente nel laboratorio di fisica e la Prof. Baggi, assistente nel laboratorio di scienze. Vi sarà infatti sicuramente capitato di andare in laboratorio e di fare esperimenti. Ecco: quelli che vi preparano tutto il materiale sono loro!!

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Domande generali Nome & cognome: Antonella: Antonella Baggi Bettoni: Ferdinando Bettoni

qualche studente B: incidente più grave…bha, si è bruciata una resistenza, niente di grave...

(‘A’) (‘B’)

Età. A: 48 (dovreste sapere che a una signora l’età non si chiede…) B: 44

Ritiene utili per gli studenti esperienze esterne come Bergamo Scienza? A: si sicuramente, è molto stimolante B: tantissimo

È sposato? A: si B: no

Consiglierebbe la nostra scuola a uno studente di terza media? Perché? A: sicuramente, credo che sia uno degli istituti migliori della città B: sono stato giusto ieri a presentare il mascheroni in alcune scuole medie e l’ho consigliato vivamente

Ha figli? A: 4 B: no Che studi ha fatto? A: ho fatto la scuola per chimici quindi mi sono diplomata al Natta B: perito elettrotecnico, ho studiato all’Esperia

Quale è stata la situazione più imbarazzante della sua vita? A: una volta uno studente mi ha fatto una domanda a cui non sapevo rispondere e gli ho detto una cavolata! B: …nessuna esperienza in particolare

Quale è il suo compito nella scuola? A: assistente tecnico del laboratorio di scienze B: sono l’insegnante tecnico pratico del laboratorio di fisica

Come passa il tempo il tempo tra una sessione di assistenza e l’altra? A: sistemo il laboratorio e preparo gli strumenti per le lezioni successive, cerco nuove esercitazioni in internet e curiosità per gli studenti B: preparo le esperienze e cerco di migliorarle

Da quanti anni è al Mascheroni? A: 16…dal ’91 B: da sempre, dall’ ‘85 Che musica ascolta? A: ah tutti i generi..in casa con 4 figli…Vasco Rossi, Ligabue, Coldplay B: adesso classica; prima jazz Film preferito? A: …facciamola dopo questa domanda…non mi viene in mente un film…! B: “il cielo sopra Berlino” Quale è il suo sogno ricorrente? A: ultimamente incubi relativi alla sicurezza nella scuola visto che mi sto assumendo questo incarico B: volare Quale è stato l’incidente più grave capitatole in laboratorio? A: in laboratorio giusto qualche malore di

Dia un voto a… ..agli strumenti messi a disposizione dalla scuola per i laboratori A: rispetto a colleghi in altri istituti ho molti più strumenti: 10 B: sono veramente buoni, un po’ vecchi ma veramente di buona qualità: direi 9 ..alla partecipazione degli studenti durante gli esperimenti A: dipende dal docente, se lui crede nella sperimentazione l’attenzione è buona: 8 B: quando lavorano a gruppi sono più impegnati rispetto a quando sono alla cattedra, ma comunque la partecipazione è buona: 8

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..alla preparazione dei docenti sugli esperimenti di laboratorio A: complessivamente 9 anche se dipende dai docenti perché quelli qui da poco hanno magari esperienze passate differenti B: buona anche se c’è differenza tra gli insegnati laureati in matematica e in fisica, comunque 9

Domande di cultura generale Anno della scoperta dell’america? A: 12 ottobre 1492 B: 1492…? Anno della fondazione della Repubblica d’Italia? A: 1948…1945?....1946? B: 1862…ah è la data dell’unificazione…quella della Repubblica è il 1946 Chi è Eva Brown? A: ……non mi è nuova…l’amante di Hitler?... B: la compagna di Hitler Che formula è x=v t + ½ at ? A: ..non lo so! B: …x è S (spostamento)..?... è la formula del calcolo dello spostamento nel moto uniformemente accelerato 2

B: prima o poi il debito che c’è bisognerà pagarlo...bisogna darsi da fare senza rimandare ..del governo Prodi? A: dovrebbe esserci un governo che faccia gli interessi del paese; nemmeno cambiando e mettendo al governo la destra la situazione cambierebbe perché i problemi sono alla base B: ci sta provando anche lui, mi da però fastidio il fatto che non guardi al bene comune ma agli interessi di una parte ..del ministro Fioroni (ministro dell’istruzione)? A: non saprei: un ritorno al passato che non so se è positivo o negativo B: ha appena cominciato, spero solo che la sua idea venga portata avanti evitando di proporre leggi che in 5 anni non riescono a essere attuate ..dell’altro intervistato? A: il collega?...dolce e sensibile, discreto e riservato ma comunque preparato B: ..l’assistente Baggi..è molto preparata ...di quegli assistenti fantasma che fanno un esperimento al mese? B: io all’interno della scuola non faccio solo l’assistente di laboratorio, mi occupo anche per esempio della parte multimediale. Credo però che i laboratori dovrebbero essere utilizzati di più

Cosa significa… Che composto è C6H1206 ? A: facile..glucosio B: oh mamma………non ne ho idea…...chimica l’ho fatta solo in seconda Esperia!

Cosa pensa di… ..della finanziaria? A: oh mamma…abbastanza confusa, dovrebbe privilegiare le classi disagiate e alla fine sta penalizzando un po’ tutti…

Sciallo? A: lo usano anche i miei figli…si usa per qualcosa di non troppo impegnativo B: …sciallo..? non ne ho idea! Fottìo? A: non saprei B: …bho uno che se ne f*tte.. Spacca di brutto A: qualcosa che emoziona, che ti prende B: qualcosa che rompe..

Marti 4F L’intervista è stata realizzata dalla Marti con la collaborazione della redazione per la stesura della domande

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Ad ognuno di noi è capitato, nella propria esperienza scolastica, di prendere un brutto voto (Se non vi è successo non siete delle persone normali) e di essere ripetutamente ripreso dalla famiglia e dagli insegnanti per gli insuccessi scolastici nelle diverse materie. Ciò è inevitabile, non sarebbe neanche giusto se il professore di matematica, per fare un esempio, dopo il quarto 3 nella verifica ti dicesse consegnandola: ‘’Non fa niente dai! Andrà meglio la prossima volta! Allegria!”. Quando però il fallimento in una materia viene paragonato ad un insuccesso nella vita dello studente, la situazione può diventare davvero pesante. Nella società di oggi, spesso, il giudizio scolastico degli alunni viene confuso con quello sulla loro vita. I voti delle interrogazioni, delle verifiche e quelli in pagella diventano un giudizio anche sul piano morale e sociale dell’adolescente. La scuola e la famiglia non guardano il lato più profondo di un ragazzo, il suo stato d’ animo, i suoi desideri e il rapporto con i coetanei ma danno importanza piuttosto al ruolo di studente. In questo modo gli adolescenti, soprattutto quelli più fragili che non riescono a reagire, si rassegnano nel ruolo di perdente. Credo che siano tutti d’accordo nel sostenere che il lato personale di un giovane abbia molta più importanza di quello sul ruolo di studente; un alunno potrà non avere otto in matematica o in latino ma questo non vuol dire che non avrà successo nella vita. Gli insegnanti non devono e non hanno diritto di giudicare uno studente solo in base ai risultati scolastici demoralizzando coloro che non hanno ottimi voti in pagella o nelle interrogazioni. E poi, detto tra noi, quanti sono i tipici secchioni (E per ‘’tipici’’ intendo quelli che durante le verifiche si buttano sopra il banco apposta per non farti copiare o che quando sei interrogato anzano la mano 728 volte qualsiasi cosa tu dica in un modo così odioso che alla fine anche la profe non ne può più) che, dopo un’ esperienza scolastica di voti eccellenti e 10 in condotta diventano dei FALLITI? TANTI. Quanti sono invece quei ragazzi che, nonostante non abbiano avuto la media dell’ otto, sono riusciti ad avere successo nel lavoro? TANTI. Tornando al comportamento degli insegnanti, come dice Woody Allen in un suo famoso film del quale ora non ricordo il nome: ‘’Chi non sa far niente insegna” (E chi non sa insegnare insegna ginnastica, ma questo non c’ entra). E dopo questo mi sono appena giocata l’ anno scolastico. Beux.

Si sa, da sempre il mondo della scuola per molti significa valutazioni, verifiche e giudizi di fine anno. Certo, la scuola è fatta anche e soprattutto dai voti che si ricevono (o dall’altra parte della cattedra che si danno). Un voto non è altro che l’attestazione del raggiungimento o meno di un determinato grado di conoscenze o competenze in una disciplina e come gli insegnanti ci ripetono dalle elementari “Non è mai un giudizio sulla persona”; ma siamo sicuri che sia davvero così? E’ proprio vero che nel formulare giudizi i docenti non si fanno mai influenzare da fattori esterni al campo prettamente scolastico? O forse essendo esseri umani anche loro per natura sono portati all’errore?

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Il problema della soggettività nelle valutazioni dei docenti è, ovviamente, particolarmente sentito dalla parte degli studenti, molti dei quali sono certi nel ritenere di essere vittime di favoritismi attuati più o meno consciamente. Tolti dal gruppo di coloro che si lamentano, gli alunni con manie di persecuzione, chi ha difficoltà di metacognizione, eseguita la tara del punto di vista parziale dello studente (quante volte anche riguardo alla stessa interrogazione vi sono pareri discordi sulla bontà della valutazione formulata!), resta in ogni caso un certo numero di persone, convinto di essere sfavorito (chissà come mai l’opposto è cosa rara) nei giudizi, rispetto agli altri compagni di classe. Una delle rimostranze più frequenti, è inerente alla fatica sostenuta, all’impegno profuso e lo studio (presunto o reale) fatto senza risultati apparenti (“Ma avevo studiato tanto…”). Purtroppo però, che vi piaccia o meno, il Mascheroni è un liceo: è finito il periodo della scuola dell’obbligo, alle medie inferiori, dove il solo sforzo era garanzia di successo, passaporto sicuro per la sufficienza. Alle medie superiori sono premiati i risultati, indipendentemente dal modo in cui sono conseguiti e, al contempo, puniti gli insuccessi senza discrimina tra chi s’impegna e non riesce, e chi ha buone possibilità ed è carente nell’applicazione. Questo spietato meccanismo meritocratico può essere ritenuto scorretto, e forse in una certa misura lo è, seppur non completamente in quanto prepara a quella che sarà la vita vera, fuori dalle quattro mura di ‘via Alberico da Rosciate 21/A’: un mondo in cui vige la legge del più forte, un mondo sempre più cinico, poco attento alle persone ma guidato dalla distorta logica del profitto e dell’utile. Come nella società c’è chi cerca di sottrarsi a questo tirannico ricatto della produttività, così nella scuola ci sono insegnanti che, nei limiti di quella sempre minore porzione di soggettività loro riservata, cercano di mitigare gli effetti di tale rigidezza che in Giappone (dove la concezione della vita fondata sull’“onore”, molto lontana dalla nostra mentalità ‘occidentale’, spesso porta a suicidi di massa tra gli studenti che non siano riusciti a superare con successo gli esami d’ammissione alle facoltà universitarie). Un altro caso favoritismo relativamente comune, è la generale tendenza della classe insegnante a valutare con più magnanimità gli elaborati degli alunni che prediligono rispetto a quelli che risultano loro più antipatici ( a tal proposito si consulti il blog di una professoressa di Firenze su Splinder: http://laprofepuntoit.splinder.com). Anche i maestri (come gli arbitri), infatti, sono esseri umani, anche se spesso ce ne dimentichiamo, ed è per loro impossibile, nella formulazione di un voto, distinguere e separare nettamente il giudizio personale da quello scolastico, sebbene le valutazioni, in particolare quelle negative, siano basate su dati oggettivi. Accade così che siano favoriti gli alunni che durante le lezioni sono più attenti e partecipi, quelli che sono più ordinati, scrivono meglio e presentano compiti di verifica più gradevoli agli occhi, in obbedienza alla regola fondamentale della società moderna per la quale l’apparenza viene prima e vale più del contenuto. Certo, spesso anche la forma ha il suo peso, ed è giustissimo che sia così, soprattutto in alcune materie. Queste due forme di soggettività nelle valutazioni, da parte dei docenti, sono tuttavia tra le più leggere e comprensibili, se non quasi giustificabili; secondo le leggende metropolitane del mondo scolastico (ma si sa come

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ogni leggenda si basi almeno su una mezza verità), tuttavia, vi sono altri, ben più gravi, casi in cui la soggettività muta in parzialità e favoritismo. Come fare allora per limitare la soggettività, questa nebbia che ricopre, ora come una folta coltre, ora come una leggera foschia, ogni risultato? La risposta più ovvia sarebbe fare ricorso solamente a metodi di valutazione completamente oggettivi: le cosiddette “domande chiuse”. Fortunatamente però ciò è impossibile nella maggior parte delle discipline (da latino a matematica, dal latino a chimica e così via), ma anche se fosse possibile, siamo sicuri che questo non comporterebbe, sul lungo periodo, un generale decadimento delle basilari capacita espressive e di sintesi necessarie per un’esposizione chiara, organica e pertinente? Inoltre, ignorando la maggior facilità con cui potrebbero essere suggerite le risposte corrette, si otterrebbe davvero un risultato fedele al tasso di preparazione effettivo d’ogni alunno o solamente l’inibizione delle sue capacità espressive e di sintesi? Per concludere, se una quota di soggettività, anche rilevante, è il dazio da pagare per avere un sistema d’istruzione che formi persone preparate non solo nello specifico di quanto si sta trattando in quel momento i quella determinata materia ma capaci di andare oltre il contingente, di slegarsi dalla logica del voto e della sufficienza come obiettivo, individui in grado di unire tutte le singole, sterili e vuote conoscenze per darsi forma un’idea che sia la loro, per forgiarsi una personalità vasta e complessa, allora io ritengo che, davvero, ne valga la pena. Radio

Le notizie diffuse durante quest’ultimo mese dalla cronaca riguardo a vergognosi episodi avvenuti nelle scuole,costituiscono un campanello d’allarme (che, come al solito, fa sempre più rumore della meritevole e positiva quotidianità, troppo superficialmente considerata “scontata”) per la società civile e spingono all’interrogazione sull’onestà, morale ed intellettuale, dell’”educazione”. L’etimologia del termine educare, deriva dal latino “e-ducere”, e significa “condurre fuori” e cioè portare alla luce qualcosa di nascosto. Questa definizione , che si rifà direttamente alla dottrina platonica (secondo cui la conoscenza coincida con la mimesi, con il ricordo insito in ognuno di noi), lega teoricamente la figura dell’educatore odierno a quella del filosofo dell’antica Grecia: credo infatti che esistano dei princìpi professionali che, poiché finalizzati ad occuparsi dell’uomo, debbano rimanere fissati, inviolati a discapito del trascorrere del tempo e degli inevitabili cambiamenti che esso comporta. Quindi, sulla scia di questo fondamento etico, l’ “educatore” dovrebbe essere tutt’oggi l’emblema dell’uomo passionale, curioso, assetato di conoscenza: solo in questo modo potrà trasmettere qualcosa ed adempiere così al proprio compito di “formare” degli individui. Sarebbe tuttavia troppo semplice per me, studentessa, attribuire la responsabilità dell’educazione ad una sola categoria di persone, quelle che si siedono dietro ad una cattedra e siamo soliti chiamare “profe”: il rapporto tra “educatori” ed alunni è innanzitutto un rapporto tra uomini e pertanto sempre complesso e mai riducibile a luoghi comuni. Penso che, a volte, per trovare le risposte alle domande , basterebbe osservare la realtà dall’alto, distogliendo almeno per un po’ l’attenzione da noi stessi e

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rapportarci con gli individui che ci stanno attorno…forse così capiremmo che l’educare consiste sostanzialmente nella capacità di comunicare, di trasmettere e soprattutto condividere delle conoscenze e dei valori. Accade spesso che la scuola venga considerata da noi studenti come un organismo istituzionale da cui “aspettarci” qualcosa: proviamo invece a chiederci che cosa potremmo dare noi alla scuola o meglio a tutte le persone che condividono con noi la realtà scolastica, proviamo a non scrollare le spalle davanti a alle responsabilità verso l’ ”altro”…credo che, solo così, al di là dell’aspetto meramente istruttivo, ciò che ci rimarrà nel cuore dopo l’esperienza liceale, o che, meglio ancora, cresce dentro di noi già durante questi cinque anni, sia la componente eticocomportamentale, fondata sulla collaborazione e sul rispetto reciproco. In ogni tentativo di trasmettere le conoscenze è insito un principio di “bene”, che andrebbe sempre e comunque riconosciuto, evitando così che lo spirito si assopisca: in questo modo si instaura un rapporto di reciprocità di azione tra alunni ed educatori che è condizione necessaria affinché gli uni siano “formati” e gli altri divengano “insegnanti”, cioè coloro che sono stati capaci di lasciare un segno dentro di noi. Spero che queste, seppur riduttive, considerazioni su ciò che io considero essere il significato dell’educazione, possano contribuire a dare voce a tutte quelle persone appartenenti al microcosmo scolastico che si sentono offese dai fatti vergognosi resi noti dalla cronaca recente e che stanno andando a ledere il concetto di “normalità”. Troppo facile minimizzare la realtà contingente ad una serie di frustranti e perversi luoghi comuni e , come meccanismo di reazione, rinchiudersi in una dimensione interiore che porta a considerare come “utopico”ogni tentativo di educare sul serio. Basterebbe aprire gli occhi, per accorgersi che questa tensione superiore verso il “bene”, nella maggior parte dei casi, sia già in atto: è però un tentativo silenzioso, che nasce dalle coscienze e che quindi, purtroppo, non fa rumore. Bea 4^I

E’ un fatto che i mass media dedichino spazio alle notizie provenienti dal mondo della scuola solo in caso di fenomeni negativi; chi è estraneo al mondo scolastico potrebbe pensare, dagli annunci diffusi da TV e giornali, che l’istruzione in Italia sia formata solo da docenti che organizzano orge in classe, studenti che maltrattano un compagno disabile; fortunatamente non è così. ALBOSCUOLE (www.alboscuole.it), l’Associazione Nazionale del Giornalismo Studentesco, con il patrocinio della Presidenza del Parlamento Europeo, ha aperto sul suo sito una rubrica denominata “Aula Magna – cose buone dal mondo della scuola” per valorizzare il lavoro “silenzioso” della maggioranza dei docenti e degli studenti che nulla hanno a che vedere con quei pochi ma rumorosissimi atti di bullismo e vandalismo. L’associazione invita a segnalare episodi positivi concreti degni del giusto risalto nazionale da contrapporre ai fatti di cronaca negativa; le segnalazioni sono da inviare all’indirizzo di posta elettronica: redazione@alboscuole.it. La redazione.

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6 dicembre. Dicembre. E’ la terza volta che provo a trasportare sul bianco foglio questi pensieri. Ce ne sono già due versioni, stampate, che provano ad approcciare con un taglio diverso questo argomento. Questione delicata. Troppo. Mi sono resa conto che per quanto io mi sforzassi di produrre il contrario, è inevitabile non lasciare un’ampia parte di me. Ho pensato tanto a ciò che sto per scrivere, mi sono impegnata affinché tutto avesse la musicalità migliore possibile, ma mi sono resa conto che molti punti erano oscuri e forse, ciò è stato fatto per non esporre troppo quella parte vulnerabile di me. Ma ho realizzato che tacere questa volta, anche questa volta, non è la scelta più saggia. Queste parole nascono come risposta ad un articolo pubblicato sullo scorso Caterpillar “Anoressia: una rinuncia alla vita” da cui ho tratto spunto per aggiungere molte delle considerazioni che andrò ora a trattare. C’è un concetto di fondo che non sono mai stata in grado di tollerare: l’ incuranza di chi si preoccupa di giudicare senza chiedersi perché. Senza prima riflettere riguardo quanto potrebbero ferire delle parole dette senza preoccuparsi di conoscere quanto dolore ci stia dietro a quelle maschere che si indossano per non far trasparire la sofferenza. Per questo motivo la frase “per queste ragazze la rinuncia al cibo rappresenta la loro contorta modalità di volersi bene”, mi ha semplicemente scossa dal periodo di apatia nel quale mi trovavo e mi ha indignato perché, ancora una volta si muovono pregiudizi che, nei confronti di quelle persone che si lacerano nel proprio dolore, sono lame taglienti, sono l’ennesimo schiaffo da parte di quella massa con la quale dobbiamo aver a che fare tutti giorni. Perché, forse sono veramente in pochi a pensarlo, nessuno si alza una mattina e decide di non amare più, nemmeno se stessi. E’ il tormento che ci si porta dentro per anni, quel profondo senso di schifo che non se ne va, che si radica attorno alla propria anima e che per troppo tempo si è cercato di ignorare, di picchiare duro, di strangolare nascondendolo in un angolino del profondo abisso, indossando sorrisi che non ti appartengono, vestendo i panni della puttana dell’apparenza. Quel dolore, quel profondo senso di inquietudine, di solitudine conferiti per dote naturale e che i più identificano con “sensibilità artistica”, la cui vulnerabilità attaccata dalle esperienze personali, dal menefreghismo della gente, che si è presa il diritto di giocare a giudicare gratuitamente, non sono più solo una macchia da cancellare, ma sono diventati componenti di ogni cellula, di ogni singolo gene. Involontariamente assimilati. Sono una parte di te. E realizzarlo fa male. E’ lacerante.

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L’anoressia è solo uno dei tanti modi di piangere. Solo uno dei processi di scarnificazione dell’anima. Perché c’è la consapevolezza che quello che si sta facendo non è eticamente un volersi bene. Ma non importa. Non conta più, se mai ha avuto importanza. L’istinto necessario a rendere quel dolore concreto, tangibile, di esternare quel tumore che corrode da dentro e che lentamente ti sta facendo sprofondare. E’ voler squarciare il petto dissodato da una lama scabra e infetta. E’ volerlo toccare, sentire, assaporare, percepire, e guardandolo negli occhi, volerlo poter odiare. Quella parte di te per cui gi altri hanno sempre detto che sei strano, che sei troppo o troppo poco, mai abbastanza, per cui ti fanno sentire e sei diverso. Infierire sul proprio corpo non è l’unico modo di manifestare il dolore. Queste sono persone per cui l’arte è la propria maledetta liberazione, qualunque forma essa assuma. Queste sono persone che hanno assuefatto la fatica perché per tanto tempo hanno spostato il limite del dolore sempre un po’ più in là, con il desiderio a volte inconsapevole di non sentire più niente. Ma qual è il punto di non ritorno? Nessuno lo sa con esattezza, a volte vi si arriva così in prossimità da sprofondare nell’abisso di se. A volte l’effetto è quello dell’inversione di moto, quello della rinascita, della inevitabilmente lenta risalita. Un po’ come chi ha lottato in fondo al mare per spezzare le catene che lo vincolavano per riuscire a riemergere e respirare. Per desiderare che l’aria ti riempia i polmoni. Quello stesso respiro che ti ha soffocato per anni. Anche se altre volte, come ho già accennato, si sente la necessità di volersi cullare nella propria apatia. L’apatia è la conseguenza più pericolosa per quegli animi che manifestano un’inclinazione naturale alle passioni, alla follia. Non provare più niente. Tutto è inesistente. Tutto scivola addosso. Indifferenza. Farsi trafiggere da gelide lacrime di pioggia e non sentire niente. Fino appunto, all’istante di inversione di moto. Queste parole vogliono essere una manifestazione che quell’istante esiste. Arriverà qualcuno. Qualcuno che andrà oltre l’apparenza e si insinuerà senza che tu gliel’abbia voluto permettere nella tua anima. Qualcuno che amerà quella parte di te. Che scombussolerà il tuo delirante equilibrio. Qualcuno che ti dirà che vale la pena lottare, lottare per e con te. Vincerai il parere della massa, della folla che ti ha spaventato e in cui a volte, ti sei confuso per farti del male. Sarai fiero di non essere uno dei tanti. Sarai semplicemente tu. Odio la gente, amo le persone, non smetterò mai di pensarlo. Valentina Signorelli.

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Finalmente anche in Italia è riuscita ad emergere la cultura hip-hop, nata da quella musica cresciuta e finora vissuta quasi esclusivamente nelle periferie delle city americane celebrate in alcuni film. Purtroppo la tipica schiettezza di questa musica nei riguardi della società e la convinzione con cui il cantante esprime ciò che prova, sfocia spesso nella volgarità. Se negli USA il rap si rivolgeva soprattutto a poveri ragazzi di strada ed era quindi accettato da tutti proprio perché esprimeva il loro stile di vita disagiato, in Italia questo non è mai potuto avvenire per la minore diversità del vivere nella periferia della propria città. La volgarità è probabilmente uno dei motivi che rallentano il successo dell’ hip-hop italiana che ancora oggi ha un bacino di fans ancora ridotto. Ciononostante sono molti gli esponenti di questa cultura in ogni regione d’ Italia, particolarmente conosciuti sono MondoMarcio e FabriFibra per i loro ultimi cd. Questi sono riusciti a produrre un album con una major consacrando così il loro nome sulla scena italiana. Ma la maggior parte di questa musica nasce e si vive a livello provinciale senza grandi giri di soldi, questa è la causa per cui alcuni “veterani” dell’hip-hop italiana hanno deciso di continuare dove sono cresciuti artisticamente senza affidarsi a multinazionali e autoproducendo i loro brani. Molto numerosi sono anche gli eventi live che però sono molto raramente seguiti da tv o giornali che non siano strettamente si settore. Nella nostra città ad esempio sabato 18 novembre sono stati ospitati Dj Skizo e Inoki che, secondo il mio punto di vista è uno dei migliori rapper del Nord Italia, con la sola pubblicità degli organizzatori. In questi eventi trovano una buona visibilità anche alcuni gruppi bergamaschi come 3menti3mende & Vocalamity chiamati a introdurre e supportare il concerto. Approfitto di questo articolo anche per fare un po’ di pubblicità a qualche nome che rappresenta l’hip-hop in italia come Kayl, Set & Mano, Kaso Maxi B Michel, Zampa, Jack The Smoker, Frank Siciliano, Herman Medrano, Mistaman (in concerto al Pacì Paciana il 9 dicembre con Shocca), Esa (fuori con un nuovo album Da Grande), Nesly Rice (fratello del più celebre Fabri Fibra), e i già più affermati Vacca, Club Dogo, PMC, FabriFibra (fuori con Mr.Simpatia), MondoMarcio, Bassi

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Maestro, Cor Veleno….. Apro una parentesi invece sulla scena dell’ hip-hop bergamasca per farvi sapere che esiste una scena bergamasca!!!!!! Anche qui a casa nostra infatti questa cultura cresce silenziosamente. Tanto per cominciare vi informo che a settimane uscirà il secondo album degli Underground Skills, un gruppo di ragazzi bergamaschi con la fissa per l’hip-hop, intitolato SkillXTape che, dopo il precedente Studio delle Ragioni, non può che essere un gran bel cd. Un altro esempio lampante di come Bergamo vive questa musica, sono le serate di freestyle che si svolgono ogni venerdì sera dalle 19,00 alle 22,00 presso il Manipura di via Scotti n°1. Sulla scena Dj Edo con Freddy Fred, Retraz, Willy Valanga, Il Nano, Crono, Sitron e Pom si danno da fare con rime improvvisate per tenerci compagnia in una full immersion di hip-hop mentre si possono bere ottimi cocktail!!! Ce n’è come e più dell’ anno scorso, chi c’è già stato sa, chi non ha mai visto…...cosa aspetta?!?!?!

Per chi volesse tenersi costantemente aggiornato o sapere qualcosa di più dell’ hip-hop e del suo mondo visitate i siti: www.bgsteam.it Per chi volesse direttamente interagire con i protagonisti visitate http://www.fotolog.com/ freddyfred/ o http://www.fotolog.com/undagroundskills/ o anche www.myspace.com/vocalamity !!!!!!!!!!!!!!!! Yo……Traple

NIKITA Sul fronte discoteche da segnalare in particolare il Nikita, locale che si ispira al decor interno dell’ Hermitage, del Palazzo d’ Inverno, degli storici palazzi di San Pietroburgo unito agli arredi contemporanei; all’ interno possiamo trovare il ristorante; la cena inizia alle 21.oo mentre la discoteca alle 23.30.

BOBADILLA Altra proposta è il Bobadilla di Dalmine che ormai da decenni anima le notti di Bergamo e provincia. Classe, raffinatezza ed eleganza sono gli elementi che ne contraddistinguono ogni serata d’apertura. Il primo martedì del mese è dedicato alla festa del Segno,mentre il secondo e il quarto ospitano la serata cabaret con gli artisti di Zelig e Colorado Cafè. Venerdì è la serata 100% BOBA animata dal dj resident Thomas De La Plata, mentre al sabato ci si diverte per la soirée Boba Classic con i dj di radio dj alla consolle.

FLUID Il Fluid, che si fa notare per i sapienti mix realizzati dai dj set che animano le notti infinite, è l indirizzo giusto per chiunque sia alla ricerca del puro divertimento.

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BOLGIA E BBCLUBBING Altra proposta è il Bolgia, divenuto negli ultimi anni un club cult. Novità è invece il BBClubbing, ispirato ai migliori Fashion Club d’oltreoceano, che si presenta come un orgoglioso mix tra eleganza, animazione, moda e voglia d’apparire. BBClubbing cela al suo interno il ristorante BBnà ove è possibile scegliere tra le numerose proposte del menù alla carta, egregiamente realizzate da chef di alto livello. Chi cerca atmosfere più rilassanti si segni in agenda questi indirizzi:

VOX Re indiscusso dell’aperitivo infrasettimanale è Vox, ove il lungo aperitivo con eccellente buffet, con piatti caldi e freddi, fa da contorno a un ambiente elegante e sofisticato.

OPERA BUFFA Altro locale, fresco d’apertura, è l’Opera Buffa, che propone prodotti pregiati, aperitivi gustosi e ricchi, studiati e creati dallo staff, con una vasta scelta di sigari e distillati. L’ atmosfera è paragonabile solo ai locali delle grandi metropoli, fatta di essenziale modernità e basata su scenografie minimal chic.

AI GIARDINI Locale nuovo che si appresta a battere il ritmo del successo è invece Ai Giardini con i suoi aperitivi ricchi che oltre a tartine ed affini includono primi piatti leggeri, tripudi di frutta fresca e cocktail light.

BOBINO, BARH E PROVINO Altra proposta che non cade mai di moda è il Bobino dove il giovedì sera l’ atmosfera è spagnola. Il sabato è invece all’insegna del sound groove: dj in consolle dalle 22.30, cocktail e bella gente contraddistinguono il preserata. Anche Bar H e Provino restano un classico nel panorama dei bar preserata.

ADDRESS BOOK BOBADILLA: Via Pascolo, 34 Dalmine BB CLUBBING: Bergamo loc. Cavernago NIKITA: Via dei Morenghini, 10 Telgate VOX: Viale Papa Giovanneo XXIII,94 Bergamo BAR H: Via Carducci, 454 Bergamo AI GIARDINI: Viale Vittorio Emanuele, Bergamo BOBINO: Piazza della Libertà, 9 Bergamo PROVINO: Via C.A. della Chiesa,9 Curnasco BOLGIA: Via Vaccarezza, 8 Osio Sopra OPERA BUFFA: Via Dei Caniana, 3 Bergamo

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Beatrice 4A


Che voglia di gridare. Faccio per immettermi nella penultima rotonda lungo la strada del ritorno a casa, ma invece di prendere l’uscita, che mi porterebbe in pochi minuti al mio giaciglio caldo, resto all’interno, a sinistra, in tondo. Adagio il piede sul pedale, tengo il volante sterzato con due mani e inizio a girare a velocità costante attorno a questo centro di mattonelle ed erba, scarsamente illuminato dai lampioni delle strade attigue. Ogni tanto correggo la traiettoria per annullare gli effetti dei disturbi della strada. Non ho altro da dover fare. Attorno il deserto. Non arriva nessuno, nessuno se ne va. Lentamente pigio un po’ di più sull’acceleratore, e aumento la pressione linearmente, ad ogni giro, di qualche grado in più. “Quando la forza centrifuga del veicolo, data dalla velocità tangenziale moltiplicata per due pigreco, per la massa del mezzo stesso e per la frequenza, viene ad essere uguale alla forza d’attrito tra la ruota ed il suolo, si ha la perdita di aderenza” Un limite sottile che voglio cercare. Amore poi per chi? Proli sotto chiave con affetto paterno, a cui altro non ho saputo dare che piccoli strappi? “Ferite fuori mano” scrivevo anni fa. Mentre giro scorrono accanto a me mille domande, come se fossero ferme ad aspettarmi ed io volassi dall’una all’altra perché incapace di risolverle, con la paura di dovermi fermare e non sapere dare una risposta. Non saperne rendere conto, per primo a me stesso. A chi dare retta? Chi ascoltare? Cosa c’è che sempre non va? E perché non va? E il tempo? Il tempo… il tempo… chi me lo rende? Intanto il folle newtonmetro libera il suo grido sul surrogato di Tarmac, di fronte al supermercato, al suo parcheggio e al silenzio squarciato che lo circonda. Il pianto isterico di un bimbo strisciato sull’asfalto. Stride la mescola di gomma leggermente consunta, mentre il girotondo folle in cui mi sono lanciato pare non avere mai termine. Sempre più veloce, sempre meno legato al tangibile, a ciò che mi circonda. Vedo, da fuori, la sagoma nera che rolla, beccheggia. Il panorama perde nitidezza e, sfrecciandomi attorno, si sfilaccia in bagliori sottili. Sembra la luce quando, dicono, entra nei buchi neri: lunghi filamenti dorati, nati come fasci di lampioni, riflessi di pozzanghere, fotoni psicopatici e amori messi da parte. Che ora si dissolvono. Un trip di distacco verso una realtà rilassata e distorta. Senza che me ne accorga il pianto cessa. Le ruote posteriori slittano, il sedere scivola e allarga. Ho raggiunto il limite. Imbardata. Lo scossone del sistema elettronico di stabilità mi sveglia dal torpore in cui sono caduto, e annulla gli effetti del deleterio “Tutti giù per terra” conclusivo. Ancora una volta è stato più veloce di me; a poco sarebbe valso il controsterzo appena abbozzato di riflesso. Disorientato, torno nel mio corpo e riprendo la guida. Mentre concludo il giro, resta, alimentato da mille interrogativi, il dubbio su quale sia l’uscita da imboccare, la via da percorrere. Per fortuna, pur demolita ogni certezza, la strada di casa resta sempre la stessa. Nicolaus B. Borg II

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Carissimo pinocchio, ah no, Cara Santa Lucia. Ah! Era carissimi ascoltatori sono Mike. Basta. Cari lettori e lettrici, quelli che vi proponiamo di seguito sono quiz proposti dalL’ILLUSTRISSIMO Ministero dei Trasporti in acciaio inox 1810 che resiste anche alla saliva e vi sembrerà assurdo ma potreste ritrovarveli nel test scritto della patente. Infischiate una tic (tac) sulla casella (giucas) ritenuta corretta (grappa). • Quando in prossimità di un incrocio ci accorgiamo di aver sbagliato la corsia di preselezione Azioniamo l’accensione simultanea di tutti gli indicatori di direzione,quale segno di pericolo

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• La guida in stato di ebrezza È vietata solo nel fine settimana • Il conducente che lascia un veicolo in sosta su strada deve Innestare sempre la quarta marcia del cambio di velocità • Se la strada è bagnata o ghiacciata Il conducente deve aumentare la velocità evitando le pozzanghere • Chi ha fatto uso abituale di droghe Può conservare l’idoneità alla guida solo se fa un uso modesto di droghe leggere.

Il segnale n°22

presegnala un ponte con forte pendenza

Il segnale n° 32

segnala l’opportunità di suonare con insistenza

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• Nel caso la vittima presenti una o più fratture agli arti Invitare l’infortunato a muovere l’arto fratturato per valutare l’entità delle lesioni

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In caso di fratture con fuoriuscite di un osso cercare di reinserirlo nei tessuti

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Somministrare al ferito una bevanda superalcolica

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Dall’abuso di caffè

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Eccessivo condimento degli alimenti

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• L’airbag Entra in funzione ogni qualvolta si arresta il veicolo • La disattenzione e il mancato senso del pericolo può essere causato

Il segnale n° 74

vieta il transito alle autocisterne vuote

• Quando vediamo un automobilista in panne nella corsia di emergenza sull’autostrada Non gli diamo un passaggio anche se ce lo chiede

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• In caso di nebbia fitta è opportuno Tenere la cintura di sicurezza sganciata per essere più pronti ad abbandonare il veicolo • Si devono usare gli occhiali da vista o le lenti a contatto durante la guida Soltanto nei casi di scarsa visibilità • L’ individuazione dei testimoni in caso di incidente stradale Non occorre se si pensa di aver ragione

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Il segnale n 25 vieta il transito a

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bambini non accompagnati da adulto

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veicoli con furgone frigorifero

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veicoli che trasportano carni macellate

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Il segnale n 72 vieta il transito a

• Soccorrere un infortunato della strada E’ obbligatorio solo per medici o personale sanitario • Il fenomeno dell’acquaplaning E’ utile per la pulizia del veicolo (e del viso NDR)

• In caso di incidente si deve segnalare il pericolo ai veicoli che sopraggiungono Mai se l’incidente è avvenuto in un centro abitato illuminato

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• Se la vittima presenta un corpo estraneo in un occhio si deve Massaggiare delicatamente la palpebra per favorire la lacrimazione • L’isola di traffico Coincide in genere con il centro storico della città • L’assunzione di alcool influenza la guida in quanto La rende più allegra e meno noiosa

Il segnale n 252 indica

Attenzione: uscita operai

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Mazzu,Gianna,Zambo,Coppi

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Ciao ragazzi, cosa ne pensate della televisione di oggi?? (certo, non potete rispondere perché l’articolo lo state leggendo – o così speriamo)… Quando lo studio, gli impegni e lo sport lo consentono, un po’ di tempo libero lo dedichiamo alla televisione e guardiamo quanto viene mandato in onda. La maggior parte delle volte ci imbattiamo, durante la nostra attività di zapping, in telenovele, quiz, reality e programmi affini. Molti di questi programmi sono davvero simpatici e divertenti, e per una persona che torna a casa dopo una giornata stancante può essere dilettevole sorridere di fronte a qualche personaggio buffo o a qualche belloccia che mostra senza pudore la sua ignoranza. Ma non si sta esagerando??? Anche la quantità di reality è aumentata a dismisura invadendo i nostri schermi: fino a qualche anno fa c’era solo il Grande Fratello, poi si sono aggiunti “La Talpa”, “L’isola dei Famosi”, “Music Farm”, “La Fattoria”, “Reality Circus”, “La Pupa e il Secchione”, “Il Ristorante”, “Campioni”, “Operazione Trionfo”, “Unanimous”, “Wild West”, “Survival”... Uno dei motivi che potrebbe giustificare la scelta dei produttori è quello secondo cui molte persone lavorano a tempo pieno e non possono guardare la televisione durante il pomeriggio, perciò determinati programmi vengono trasmessi tardi o in seconda serata. Questo però è a discapito di altri che invece il pomeriggio non hanno niente da fare e se si vogliono informare su particolari questioni non hanno la possibilità di farlo sempre, per quanto esistano comunque dei programmi culturali piuttosto interessanti tra cui “Sai perché?”, “Che tempo che fa”, “Report” (questi ultimi due ve li consigliamo in particolare). Quanto viene trasmesso in televisione per certi versi rispecchia quelli che sono gli interessi comuni alla maggior parte di noi, facendo soprattutto riferimento ai programmi di intrattenimento sopra citati: lo schermo di oggi da’ molta importanza alla cura del “come poter apparire” e del “come dover essere” per mantenersi al passo con gli ideali di modernità e bellezza, facendo leva sul conformismo. I modelli più imitati prendono il nome di “veline” e “playboys”; ma tutto è strettamente legato al fattore estetico e si trascurano interessi più profondi. Questo non vuole essere un articolo che si pone come obiettivo quello di predicare una televisione che sia diversa da quella di oggi!! Non è un articolo che può cambiare la condizione attuale e non vogliamo nemmeno criticare o giudicare ciò che noi guardiamo: d’altra parte è quello che un canale come questo, che è a stretto contatto con noi, vuole offrire. Ci sembra solo eccessivo dare tutto questo spazio a programmi che potrebbero invece essere ridotti: dovrebbe essere privilegiata la cultura e ampliata la sua diffusione. Non tutti leggono il giornale o il quotidiano, ad esempio noi non lo facciamo quasi mai, ma questo non significa che non ci vogliamo interessare di quanto accade intorno a noi: ci affidiamo alla televisione perché è un mezzo immediato e sicuramente più comodo, ma non sempre questa risponde alle nostre curiosità ed aspettative. Con questo chiudiamo il discorso anche se si potrebbero dire molte altre cose… Lasciamo spazio a riflessioni vostre!!!! Tania e Fra

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Una notizia allarmante sta sconvolgendo il mondo: un’inarrestabile epidemia sta contagiando il nostro pianeta! A quanto stabilito dalle ultime ricerche, questo morbo risulta più violento di un tornado, più dilagante di uno sciame di insetti, e possiede una velocità mai raggiunta in nessun esperimento effettuato dal genere umano. Ma non dovete preoccuparvi, i nostri scienziati hanno affermato che i più esposti a questa malattia sono i ragazzi dagli otto ai diciotto anni oltre a qualche adulto; inoltre i nostri più acuti specialisti sono riusciti a darle anche un nome: “La febbre gialla”, che pare aver trovato il suo nucleo d’origine negli Stati Uniti d’America, in particolare nella mente geniale dell’ancor più geniale e altrettanto famoso disegnatore americano Matt Groenig. Insomma dovreste ormai aver capito che l’imperversante virus che vi ho appena finito di illustrare, non è altro che la famiglia più famosa d’America: “I Simpson”!!! Eccovi alcuni dei sintomi più diffusi di questo virus dilagante: Homer Grasso, stupido, calvo (o quasi), un inetto al lavoro… è proprio lui, il mitico, l’unico e l’inimitabile Homer Simpson, il “capofamiglia” della famiglia omonima, il personaggio più ricco di significato, che incarna quella parte rozza, scimmiesca e animalesca che alberga nell’anima di ognuno di noi. Si può anche dire che rappresenti, insieme a Peter Griffin, quello stile di vita di uomo americano che si ciba di tutto ciò che di commestibile lo circonda, si ubriaca nella taverna locale a furia di tracannare boccali e boccali di birra, e si ingozza di ciambelle e dolci fino allo spasimo. Degno compare del suo successo tra la gente di Springfield, è ovviamente il suo leggendario cervello, di grandezze simili a quelle di una pallina da ping pong tutta ammaccata, che gli conferisce, oltre alla sua immensa popolarità, una “sorprendente intelligenza” pari a quella di un comodino, con la quale conduce “brillantemente” le sue straordinarie disavventure episodio dopo episodio, tanto da risultare, un vero e proprio mito della tv. Marge Marge, Homer

è

è il capo equilibrato della famiglia Simpson, moglie amorevole di e madre giudiziosa, perbenista e fin troppo apprensiva di Bart, Lisa e Maggie. Si occupa di piccoli lavoretti (anche domestici) e, non senza difficoltà, cerca di far quadrare i conti di casa Simpson, messi in pericolo dall’ingenua e semplice mente del marito. Dalla folta capigliatura blu (alta almeno un metro) e da una voce stridula, tra l’altro, molta fastidiosa, Marge casalinga per passione: adora cucinare, pulire casa e preparare confetture, anche se da giovane, prima di sposarsi, è stata alunna modello al liceo e una pittrice straordinaria: tuttavia il destino ha voluto che si dedicasse a una vita domestica, in balia delle sbronze del marito, dei brutti voti del figlio, dei problemi esistenziali della figlia Lisa, e dei bisognini della piccola Maggie. Ma, per quanti pregi possa avere non dimentichiamoci dei

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“piccoli problemucci” che ha avuto con alcool, gioco d’azzardo e giustizia, i quali però, anche col tempo, non hanno rovinato la sua ottima reputazione di madre e moglie esemplare. Bart Bart è la peste della famiglia Simpson, e frequenta la quarta elementare alla scuola di Springfield. Anche il suo cervello, come quello del padre, si è deteriorato col passare degli anni, riducendo a tre i suoi abituali passatempi : combinare guai, marinare le lezioni e architettare piani malefici a danno di chiunque non gli vada a genio. Suo fedele compare di queste mascalzonate, è il gonzo e occhialuto Milhouse (che tra l’altro è innamorato pazzo di sua sorella), del quale è grande amico, anche se Bart lo tratta spesso come un piccolo schiavo personale. Vera calamità in classe e tra i corridoi scolastici è un assiduo frequentatore dell’ufficio del direttore Skinner, il quale è sempre lieto di trovare un’originalissima punizione per il suo acerrimo nemico, a causa del quale ha perfino perso il posto di lavoro, o ha rischiato di perderlo, innumerevoli volte. Bart litiga praticamente sempre con sua sorella Lisa, che soprannomina “ciuccellona”, perché la considera troppo secchiona a scuola e troppo obbediente con i genitori. Malgrado qualche aspetto negativo, però, Bart è anche un ragazzo simpatico, sveglio, furbo e che dà sfogo al suo carattere trasgressivo, anche se spesso risalta solo il suo lato irriverente. Lisa Lisa

una

Simpson: un vero e proprio premio Nobel in gonnella. Ha solo otto anni, ma ha già la reputazione di essere “il cervello che gli adulti non hanno”, oltre che possedere un Q.I. fuori dalla norma, un’eccezionale abilità nel suonare il sax, un animo ecologista (tanto da essere vegetariana) e fraternizzante. Ma l’intelligenza della giovane Simpson non si ferma qui: la bimba è infatti ritenuta “La beniamina della maestra” e “Miss zero assenze”, due “titoli” che, purtroppo per lei, non le conferiscono, con suo grande stupore, molta popolarità, ma che al contrario, la rendono spesso oggetto di scherzi e scherni da parte degli altri studenti (fratello incluso). La ricerca di pace interiore, l’ha portata ad aderire al buddismo, ed è un’accesa sostenitrice del partito democratico.

Maggie Maggie è l’ultimogenita Simpson e, come ogni bambina di uno o anni, non ha ancora ricevuto il dono della parola, anche se tempo in una celebre puntata, pronunciò la sua parola, papà. Purtroppo sulla giovane bimba sappiamo granché, poiché non essendo nata molto , ha potuto avvalersi di ben poche imprese rilevanti, come aver sparato al signor Burns, un vecchio satanasso locale, o aver guidato una rivolta bambini di un asilo nido.

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due fa, prima non da

dei


Abe Ultimo

membro significativo di questa famiglia è il vecchio nonno Abe Simpson. Padre di Homer e logorroico a tal punto da far assopire chiunque, egli è ritenuto dai suoi nipoti utile come una sedia a due gambe, ed è stato rinchiuso dal figlio in una casa di riposo. Qui trascorre le giornate insieme all’amico Jasper e agli altri anziani del centro, guardando la tv, assumendo medicinali a iosa e raccontando storie inutili e noiose del suo passato che i familiari sopportano a stento. Fortunatamente per loro, però, spesso si addormenta a metà dei suoi barbosi discorsi autobiografici coi quali sopprime la voglia di vivere a coloro che lo ascoltano (o che sono costretti ad ascoltarlo).

Ora (forse) vi chiederete il perché questa malattia si diffonda così rapidamente. Presto detto: probabilmente il principale motivo è che i Simpson, non sono il classico esempio di famiglia ordinata e perfettina come invece i Flanders, i loro insopportabilmente troppo devoti vicini, anzi, sono l’esatto opposto: sporchi, rozzi, incivili, spesso anche stupidi, maleducati… ed è proprio questa loro caratteristica che li rende così speciali, così apprezzati, così popolari. Però è mio compito avvertirvi: la febbre gialla alla prima occasione non faticherà a penetrare all’interno del vostro organismo, sconfiggendo i vostri anticorpi, dilagandosi in ogni angolo del vostro corpo fino a che la passione per i Simpson non vi invaderà completamente, senza smettere mai di stancarvi e sorprendervi. Giovanni 1^G

E’ una serie televisiva statunitense del 2004 ambientata nel reparto di patologia dell’immaginario ospedale universitario Princeton-Plainsboro, del New Jersey, e incentrata sulle vicende mediche di un’equipe guidata dal Dr. Gregory House (Hugh Laurie), un medico poco convenzionale ma dotato di grande capacità ed esperienza. Il suo team è composto da giovani medici scelti tra i migliori che lo aiutano a individuare e superare i misteri clinici che di volta in volta si presentano tra le corsie del suo reparto. Tra questi il neurologo Eric Foreman (Omar Epps), l’immunologa Allison Cameron (Jennifer Morrison), e un esperto di terapia intensiva Robert Chase (Jesse Spencer). House si confronta spesso con l’amico, il dottor James Wilson (Robert Sean Leonard) oncologo, mentre si scontra puntualmente con il suo direttore sanitario Lisa Cuddy (Lisa Edelstein). Nel 2004, al’epoca del debutto sul network americano Fox, in pochi avevano previsto che un simile personaggio sarebbe diventato il beniamino di milioni di telespettatori in tutto il mondo. E di certo non se l’aspettava l’attore Hugh Laurie che, fino a quel momento, pur essendo uno dei comici più amati delle Gran Bretagna, non aveva ancora sfondato negli Stati Uniti. Anche in Italia non conosce tregua il successo di Dr. House. La seconda serie ha registrato un nuovo record quasi ogni settimana, sfondando la soglia dei 5 milioni

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di telespettatori. Questi risultati portano Dr. House al quinto posto nella classifica italiana delle serie tv più viste di sempre. Perchè piace House? Perchè è un medico a cui non importa di ottenere la gloria e l’approvazione degli altri, ma soltanto la ricerca della verità. Antitesi dell’eroe empatico e positivo, ha sconquassato i canoni tradizionali di tutti i serial ambientati in corsia. La serie ha vinto un Golden Globe per Miglior attore in una serie drammatica, un Emmy’s Award e un Satellite Award. Non perdetevi quindi le repliche della prima serie, in onda su Italia1 ogni mercoledì alle 21! Ecco alcune citazioni tratte dalle 2 serie: Foreman: Hai letto la cartella clinica? House: Ho iniziato, ma i personaggi sono piatti. House: “Ah, grazie! magari tutte le donne fossero aperte come te!” Cuddy: “lo dico solo perché Cameron potrebbe esser l’unica donna in grado di sopportarti.” House: “Guarda che parlavo della camicetta.” Cameron: hai un bastone nuovo... House: si, il commesso ha detto che mi slanciava Cameron: gli uomini devono crescere House: sì e i cani devono smettere di leccarsi.... Stacy: Il bello di te e che credi sempre di avere ragione. La cosa frustrante è che spesso è così House: “Vede, tutti pensano che sia un paziente a causa del bastone” Wilson: “Allora perchè non indossa un camice bianco come tutti noi?” House: “Perchè altrimenti pensano che sia un medico”. House: Arriva il bambino. Chase ti dice che due persone scambiano fluidi per creare questo essere. Io ti dico che una cicogna ha lasciato cadere la piccola birba in un pannolone. Crederai a tutte e due o a solo ad una? Foreman: Penso che il tuo discorso sia capzioso. House: Penso che la tua cravatta sia orrenda. Wilson: Lo sai che il tuo teleofono è scarico ? Ricarichi mai le batterie ? House: Perché, si ricaricano ? Io ogni volta compro un telefono nuovo. House: Sono un gufo notturno, Wilson è un uccello mattiniero, siamo due specie diverse.

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Cuddy: Allora cambia gabbia!! House: Poi chi pulisce la mia? Foreman: Non potremo evitarla per sempre House: Chi lo sa, magari muore. Sei sicuro che non abbia un tumore al seno? Paziente: Non riesco a togliermi le lenti a contatto. House: Cosa difficile, dal momento che non le ha. Paziente: Ma ho gli occhi rossi.. House: Per forza, sta tentando di togliersi la retina!

Ho letto questo libro la scorsa estate e penso che sia uno dei romanzi più coinvolgenti che abbia letto ed è per questo che ho deciso di scriverne un articolo e di riferire le ultime novità!Twilight è uscito a giugno di quest’anno.E’ solo il primo numero di una trilogia, infatti, il secondo volume s’intitola New moon(uscirà il 5 Aprile in italiano, si può trovare anche in inglese, da Feltrinelli International o via internet) e il terzo Eclipse (Uscirà negli Stati Uniti in autunno 2007, in Italia ancora non si sa) … Un quarto libro(questa è stata una novità anche per me) è in cantiere, ma ancora non se ne conosce il titolo. E’ in cantiere un altro romanzo Midnight Sun che corrisponde a Twilight narrato da Edward anzichè da Bella. La Meyer ha scritto solo i primi capitoli (è arrivata fino al punto in cui Bella e Edward passano il pomeriggio nella radura), il primo dei quali è stato tradotto in italiano ed è disponibile sul sito Lain. Speriamo che prima o poi finisca di scriverlo tutto. In primavera Stephenie Meyer in persona verrà in Italia per presentare New Moon!!! TRAMA: Quando Isabella Swann decide di lasciare l’assolata Phoenix per la fredda e piovosa cittadina di Forks, dove vive suo padre, non immagina certo che la sua vita da teenager timida e introversa conoscerà presto una svolta improvvisa, eccitante e mortalmente pericolosa… Nella nuova scuola tutti sono incuriositi da lei e la trattano con gentilezza, tutti tranne uno: il misterioso e bellissimo Edward Cullen. Edward non dà confidenza a nessuno, frequenta soltanto i suoi cugini e fratelli, tutti ugualmente belli, affascinanti, algidi e pallidi. Ma c’è qualcosa in Bella che costringe Edward dapprima a cercare di stare lontano da lei e quindi ad avvicinarla. Tra i due inizia un’amicizia sospetta che man mano si trasforma in un’attrazione potente, irresistibile. Fino al giorno in cui Edward rivela a Bella di essere un vampiro… INTERVISTA A STEPHANIE MEYER 10-07-2006 Dove trova l’ispirazione per rappresentare atmosfere gotiche nei suoi scritti?

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Stephenie Meyer: Non vorrei caratterizzare l’atmosfera di twilight come “gotica”. Io userei la parola ‘misteriosa’. Ho avuto l’ispirazione vivendo in una situazione esattamente opposta. Avendo passato la maggior parte della mia vita sotto il caldo, cocente sole dell’Arizona, ho sempre sognato di vivere in un posto freddo, verdeggiante, nebbioso. Inoltre, non ho mai visto altro che una città vasta, così l’idea di una cittadina era intrigante a causa della sua scarsa familiarità con me. Una piccola, piovosa città era il peggior incubo della mia eroina, ma era anche un’esperienza che vorrei provare. In questa storia di una ragazza, Bella e il suo partner Edward che si rivelerà essere un vampiro, è presente qualche elemento autobiografico? Stephenie Meyer: Non proprio. Non credo ai vampiri, e non ho mai avuto nessuna esperienza che mi induca a pensare che mi sbagli. Secondo lei, quali sono le caratteristiche più importanti di questo lavoro? Stephenie Meyer: La maggior parte della storia è solo divertimento. Gli unici temi che penso siano importanti dovrebbero essere il concetto di una libertà vera e le basi per un amore vero. L’idea di poter scegliere, a prescindere dalle circostanze, è qualcosa che parla di me fortemente. I miei vampiri vivono una scelta difficile, ma riescono a superare la loro natura. Scelgono un destino diverso da quello che era stato loro assegnato. Penso che la scelta sia aperta per tutti noi. Penso che abbiamo la libertà di essere ciò che vogliamo. Con abbastanza determinazione, puoi superare qualsiasi cosa. L’amore vero è l’altro tema che mi sento di condividere. Per me, l’essenza del vero amore è semplice: mancanza di egoismo. Il motivo per cui Edward è un eroe romantico è perché non è egoista. Chiunque vorrebbe essere amato in quel modo. Penso che i lettori lo pensino inconsciamente. Un amore che diventa una trappola mortale. Come vedi questa esperienza? L’amore è un’arma che sempre riesce a ferire le persone? Stephenie Meyer: Penso che l’amore sia solo un’arma quando viene usata in un modo diverso da come lo intendiamo. L’amore dovrebbe essere una cose bellissima che ci porta la felicità più profonda della nostra esperienza. Chiaramente, l’amore non sempre ferisce le persone – al mondo vi sono coppie felicissime che potrebbero provarlo. In twilight, la natura pericolosa dell’amore fra Bella ed Edward evidenzia la bellezza e la profondità dei loro sentimenti. La luce è più marcata quando viene contrapposta all’oscurità. Il lato più oscuro della loro relazione rende più “frizzante” quello luminoso. Se dovesse definire il suo stile con un aggettivo, quale useresti? Stephenie Meyer: Anche se suona un po’ strano, userei la

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parola “sognante” (o onirico?). Un sogno mi ha dato l’ispirazione per questa storia, e mentre scrivevo ho sempre sentito un’influenza extraterrena. Il mondo di Edward e bella possiede una notevole dose di oniricità, e io ho avuto molti fans che mi dicevano di avere la stessa sensazione leggendo. Il New York Times afferma “si presenta come un romanzo di formazione piacevole e convincente,e pure una lettura consigliata”. Quanto ritiene calzante questa affermazione? Stephenie Meyer: Sono sbalordito dalla critica riguardante Twilight, specialmente perché non avevo la minima idea di guadagnare soldi dopo averlo scritto. Era solo per divertimento personale. Sono veramente felice che una fonte così prestigiosa come il NYT abbia definito “un romanzo piacevole”. Secondo lei quanto è importante lasciare inalterato il significato di un’espressione (parlo di semantica). Stephenie Meyer: Penso sia più importante mantenere il significato, la sensazione che da un espressione

Nella bacheca della nostra scuola ho letto un annuncio di una ragazza che cercava delle calciatrici da iscrivere a una squadra di calcio nel campionato a 7 C.S.I.(non quello in TV), e questo mi ha spinto a scrivere questo articolo sul calcio femminile, per promuovere questo sport poco conosciuto. Solitamente, pensando al calcio, viene in mente uno sport maschile, ma questo è solamente un luogo comune, perché ci sono anche ragazze che praticano questo sport in campionati professionisti e dilettantistici . Nel nostro paese il calcio femminile non è certo diffuso come quello maschile . Infatti, essendo minore il numero di ragazze che praticano questo sport rispetto ai maschi sono più diffuse le squadre a 7 e a 5, e, sempre per questo motivo, solitamente vengono raggruppate diverse fasce d’età nella stessa categoria. Il calcio femminile è molto meno pubblicizzato di quello maschile, dato che i giornali e soprattutto le televisioni ne danno pochissimo risalto. Il calcio in rosa però è molto diffuso e seguito negli Stati Uniti, riscuotendo più successo del “soccer” maschile, che invece pare non sfondare. Esistono anche competizioni internazionali organizzate dalle stesse federazioni del calcio maschile: la “Fifa” e la “Uefa”. La più importante competizione è la Coppa del Mondo, di cui la prima edizione si è svolta solo nel 1991, 61 anni dopo la prima maschile. Inizialmente al torneo mondiale partecipavano solo 12 squadre, l’ultima edizione è stata allargata a 16. Il calcio femminile si è diffuso solo recentemente, tuttavia il movimento è in continuo aumento: infatti la Fifa stima che il numero di calciatrici in tutto il mondo nel 2010 sarà pari a quello dei “colleghi” uomini, mentre, ora, sono già circa 40 milioni le ragazze che giocano a calcio sul pianeta. Nonostante la FIFA dia numeri così elevati, questo sport rimane molto lontano da quello maschile quanto a tifosi, sponsor, stipendi, anche se le regole e il modo di giocare sono pressoché simili. Giacomo 4^F

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Il pesarese si è aggiudicato la prova spettacolo di Monza e pensa a un futuro sulle quattro ruote: “La vittoria nei rally dà le stesse emozioni della MotoGP. Ora vorrei provare sulla neve” . MONZA, 26 novembre 2006 - Da oggi Valentino Rossi è ufficialmente un vincente anche sulle quattro ruote. Il campione pesarese, infatti, ha centrato l’en plein sul circuito di Monza aggiudicandosi, su Ford Focus in coppia con Carlo Cassina, sia il Rally Show, davanti a Rinaldo Capello e Massimo Ciceri, su Subaru Impreza, sia il Master Show, prova a turni di eliminazione, superando in finale i francesi Didi Auriol e Denis Giraudet su Peugeot 206. Rossi è partito male nella prima delle due prove speciali odierne, spegnendo subito il motore e finendo quarto: nella seconda, è finito al posto d’onore dietro a Capello che si è aggiudicato così entrambe le speciali di oggi. Ma il vantaggio assicuratosi dal Dottore con le cinque vittorie in altrettante prove di ieri lo ha issato comunque sul gradino più alto del podio del Rally Show. Nel Master Show, Capello è uscito di scena in semifinale, mettendo due ruote sull’erba e finendo in testa coda: alla finale della classe Wrc, sono approdati così Auriol e Rossi, che ha inflitto al francese 7” e 2 decimi di distacco, centrando il secondo successo di giornata. “Non assaporavo una vittoria dalla Malesia e devo dire che vincere in rally dà la stessa emozione che in MotoGP - ha detto Valentino - la macchina era perfetta e, soprattutto, non ho commesso errori, che è quello che più conta per vincere nel rally”. Rossi ha confermato che nel suo futuro ci saranno ancora esperienze al volante di una quattro ruote, anche se ha detto di non avere ancora programmi precisi. “Dopo i rally su pista a Monza e quello su sterrato in Nuova Zelanda, ora mi piacerebbe fare un test sulla neve - ha dichiarato - quest’anno la prova si correrà in Norvegia a febbraio, un po’ troppo a ridosso dell’inizio del Motomondiale per pensare di prepararmi adeguatamente. Però mi piacerebbe esserci”. Rossi ha anche detto che in futuro gli piacerebbe cimentarsi con la Dtm, il trofeo tedesco per vetture derivate turismo, ma il pensiero immediato sono ancora le moto. “Da domani saremo a Jerez per provare i due telai delle nuova moto e poi soprattutto le gomme - ha detto - quest’anno il campo dei concorrenti, a partire da Hayden, è composto tutto da piloti molto giovani e dovrò mettercela tutta per non essere ‘mandato in pensione’ da loro”. Maja

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Il “Pallone d’Oro” è un premio che è stato istituito nel 1956 dalla rivista sportiva francese France Football. Il premio viene assegnato annualmente al giocatore che più si è distinto nella stagione precedente, ed inoltre, secondo il regolamento, fino al 1995 il giocatore doveva anche essere di nazionalità europea per poter aspirare al titolo (Ma da allora questa distinzione è stata superata, per cui possono concorrere al premio anche giocatori di nazionalità extraeuropea: nel 1995 infatti fu George Weah ad aggiudicarselo entrando nella storia come primo extracomunitario vincitore del pallone d’oro). Questo spiega il motivo per il quale non compaiono i nomi di Maradona e Pelè tra le numerose leggende premiate. Ad averlo vinto tre volte sono stati solo Van Basten, Cruijf e Platini. Le nazioni che presentano il maggior numero di vincitori sono la Germania e l’Olanda a quota 7, a seguire Francia a 6, Inghilterra ed Italia a 5. Il Brasile ne presenta solo 4 proprio per la regola abolita nel 1995. Se invece ci rapportiamo a livello di club, l’Italia è quella che, con 16 palloni d’oro, comanda la classifica lasciandosi dietro a quota 11 la Spagna, a 9 la Germania ea5 l’Inghilterra. La squadra di club con più palloni d’oro è stata la Juventus, seguita da Barcellona e Milan a parimerito. Quest’anno il pallone d’oro è stato assegnato al capitano della nazionale italiana, campione del mondo, Fabio Cannavaro diventando così il quarto nostro connazionale, dopo Sivori, Rivera, Rossi e Baggio, ad aggiudicarselo. Secondo si è classificato il portiere Buffon, ritenuto da molti il più degno del primo posto in quanto maggiormente determinante durante i 30giorni del mondiale. Negli ultimi anni sono stati pochi i giocatori, che hanno inciso a livello mondiale, veramente meritevoli del premio, e possiamo identificarli con Shevchenko, Ronaldinho,Zidane e Ronaldo; gli altri, a partire da Figo, Nedved, Owen ed arrivare poi allo stesso Cannavaro possono essere considerati eccellenti giocatori ma non certo campioni al pari di Best, Di Stefano, Gullit e tanti altre icone del calcio che non dimenticheremo mai. Inoltre ciò che non si capisce è come mai non siano state premiate due bandiere storiche come Maldini e Baresi, mentre si premia un giocatore che ha abbandonato la nave Juventus mentre affondava. La paura è che questo prestigiosissimo premio stia diventando come le convocazioni in nazionale, dove ormai sembra un dovere convocare tutti. Così compaiono nella classifica di quest’anno nomi che fanno rabbrividire, come, ad esempio, Lehmann e Klose. Il terzo classificato di quest’anno, Henry, è da molti anni che arriva ad un soffio dal premio ma lo vede svanire soprattutto a causa degli sfortunati risultati ottenuti a livello di squadra, prima dall’Arsenal (Sconfitto in finale di Champions League) e poi dalla Francia (Battuta dall’Italia a Berlino). Certamente il passato deludente in Italia non lo valorizza pienamente come meriterebbe dopo aver dimostrato doti davvero eccezionali, spesso reggendo un’intera squadra sulle proprie spalle. Gli altri due che sicuramente riceveranno il premio nei prossimi anni saranno Kakà e Messi, che risolleveranno così il livello tecnico del premio, che dopo l’ultima assegnazione è da dichiarare veramente in caduta libera. nardo

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Come molti di voi ben sapranno, lo scorso 15 novembre la Nazionale Italiana ha disputato una gara amichevole contro la rappresentativa turca allo stadio Comunale di Bergamo. Era dal 1987 che la Nazionale maggiore non giocava nella nostra città (ed era anche la prima volta: 5-0 all’osticissima Malta). La partita è stata organizzata per onorare la memoria dell’indimenticabile Giacinto Facchetti, scomparso qualche mese fa e nato proprio nella nostra provincia, a Treviglio. I bergamaschi hanno risposto alla grande: 21mila spettatori paganti, insieme alle 5mila persone entrate gratis grazie ad appoggi e inviti vari (tra cui 2 miei carissimi amici di cui voglio mantenere l’anonimato, Y.D. & G.R.), hanno riempito lo stadio in ogni ordine di posto. Non va dimenticato che, per qualche giorno prima della partita, è rimasta esposta a palazzo Frizzoni la Coppa del Mondo che abbiamo stravinto a giugno. Le premesse per un’indimenticabile serata di festa e di sport, insomma, c’erano tutte, ma qualcosa, purtroppo, è andato storto… La partita è stata semplicemente sconcertante!!! 90 minuti di nulla assoluto, in cui le più grandi emozioni sono stati i 2 errori che hanno prodotto il risultato finale di 1 a 1: il rilancio sbagliato del portiere turco su Gilardino per il gol di Di Natale e l’autogol di Materazzi per il pareggio turco. Tutto questo negli ultimi 5 minuti del primo tempo: per il resto, zero assoluto! Del resto, si poteva prevedere: il nostro CT Donadoni (altro bergamasco) ha convocato molti giocatori con poca esperienza in maglia azzurra e la formazione era a dir poco sperimentale. Lo spettacolo, quindi, non è stato in campo, ma sugli spalti: lo stadio era pieno di bandiere tricolori e bambini, mentre gli ultras della Curva Nord hanno voluto protestare contro tutti i mali del nostro calcio con slogan e striscioni. Il risultato che ne è uscito è stato abbastanza singolare: ogni volta che dalla curva sud o da qualsiasi altro settore dello stadio partiva una festante ola, veniva puntualmente fermata dagli ultras della nord, che continuavano a sventolare imperterriti i loro bandieroni nerazzurri. La prestazione degli azzurri non ha certo contribuito a scaldare gli animi dei tifosi (chissà, forse con un atalantino in campo, qualcosa sarebbe cambiato...), così l’incitamento alla nostra nazionale è stato molto, molto scarso. Va detto che il tifo organizzato aveva annunciato la sua intenzione, condivisibile o no, di approfittare della presenza della Nazionale per “manifestare il suo dissenso verso personaggi, scelte, sentenze ed altre schifezze che hanno rischiato di portare il calcio alla rovina” (così recitava il comunicato distribuito in curva prima della gara), senza però, almeno in teoria, “creare un clima ostile” agli azzurri… L’obiettivo non è stato proprio raggiunto: la contestazione può anche andar bene, ma esporre striscioni minacciosi e intonare cori contro Roma e i romanisti potrebbe spaventare almeno un pochino il povero Aquilani, tra l’altro al debutto assoluto con l’Italia. Non so come la pensiate voi, ma secondo me abbiamo perso tutti un’occasione irripetibile: la Nazionale di conquistare definitivamente i cuori di decine di migliaia di bambini che si stanno avvicinando al calcio; la curva Nord di dimostrare una volta per tutte la sua maturità a tutto il pubblico italiano. Io, invece, ho perso soltanto una cosa: i 10 € spesi per acquistare il biglietto… Tiziano 5^C

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Che dire…… chi di voi mastica un po’ di formula 1 non può che rimpiangere lo scorso Ottobre quando, al termine della gara di Interlagos, in Brasile, Michael Schumacher ha fatto la sua ultima apparizione in una gara di Formula 1. Era nell’aria da parecchio tempo, quasi due anni, nonostante questo però, quando al termine della gara di Monza davanti ai suoi tifosi ha dichiarato di voler lasciare alla fine dell’anno, la gente stentava a crederci. A distanza di due mesi dalla fine del mondiale la sua assenza si fa già sentire, in Ferrari e soprattutto tra i suoi tifosi, che nella cronaca dei test invernali non ritrovano più il proprio mito. Michael Schumacher inizia la sua avventura coi motori all’età di quattro anni, quando inizia a guidare un kart sul circuito di Kerpen, di cui il padre era gestore. Il talento del ragazzo è incredibile,ma a causa della sua situazione economica non riesce a fare il salto di qualità, fino a che un noto imprenditore automobilistico non lo porta in Formula 3 dove esprime le sue qualità che lo portano nel 1991 all’esordio in Formula 1 con la Jordan. Di lì a poco Michael sarebbe diventato uno dei più forti piloti in circolazione: nel 1994 e nel 1995 divenne campione del mondo con la Benetton di Flavio Briatore, poi il passaggio alla Ferrari nel 1996. La Ferrari voleva ritornare a vincere un mondiale che mancava dagli anni di Niki Lauda e si appoggiò al talento tedesco; nonostante il pilota nn riuscì ad entrare nel cuore dei tifosi della Ferrari che dopo le delusioni del

96-97-98-99 avevano perso la fiducia nelle capacità del tedesco. Schumi non perse gli stimoli neanche dopo il brutto incidente del 99 che lo vide costretto ai “box” per quasi tutta la stagione; la Ferrari finalmente era molto competitiva e sfiorò il mondiale con Irvine. I presupposti per fare bene c’erano e finalmente nel 2000 Schumi riuscì a vincere il titolo iridato; una gioia immensa quella del popolo ferrarista che festeggiò il suo successo con molto clamore. Nessuno si poteva aspettare però che la Ferrari riuscisse a distruggere anche i campionati successivi inanellando una serie impressionante di mondiali, rispettivamente: 2001-20022003-2004. Tutto il merito di queste vittorie fu dell’asso tedesco, che venne incoronato da tutto il popolo motoristico come più grande pilota di tutti i tempi. L’anno successivo dovette arrendersi alla Renault di Fernando Alonso e nonostante una macchina non all’altezza della concorrenza riuscì l’anno successivo ad arrivare ad un passo dal mondiale, tradito solo dall’affidabilità della sua autovettura. Nonostante questi due anni difficili, riuscì comunque a restare ai massimi livelli, segno di un talento infinito. Una carriera impressionante la sua, nella quale battè ogni tipo di record. In tutti questi anni si legò molto all’Italia e ai suoi tifosi, che alla fine di quest’anno gli hanno regalato

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una festa esclusivamente per lui, in occasione del Ferrari day. L’automobilismo perderà sicuramente una delle sue icone più popolari e la Ferrari perderà il suo massimo talento di guida; spinto dalla casa di Modena comunque in futuro rivestirà compiti importantissimi all’interno

dell’azienda e chissà che magari non lo rivedremo come capo tecnico della scuderia corse. Tutta l’Italia e tutto il mondo lo aspettano e gli rendono grazie per tutto quello che ha fatto e che è riuscito a dare all’automobilismo italiano e alla Formula 1. GRAZIE MICHAEL! Gabbo

Messaggio 1: Ciao! Nella nostra classe c’è una ragazza che, nonostante non sia carina, attira l’attenzione di tutti i ragazzi per i suoi comportamenti di “ragazza di facili costumi”…(ci siamo intesi?!?). Oltretutto è anche una ragazza poco intelligente e i ragazzi la prendono sempre in giro ma lei non se ne accorge, anzi si vanta con tutti di essere desiderata dai ragazzi. Come fare a risolvere questa situazione (farle capire che la prendono in giro e far sì che i ragazzi non si interessino solo a lei)? Grazie XX Risposta 1: Ciao, innanzitutto grazie per avermi scritto, questo è il primo messaggio che mi è arrivato!! Se questa ragazza non è vostra amica, secondo me potreste provare a parlare con qualcuno che le è molto vicino, raccontandogli ciò che avete notato. Non piace a nessuno essere preso in giro, quindi in teoria voi le stareste facendo un “favore”, perciò non ve ne vergognate. Comunque, a parer mio, visto che i ragazzi la prendono in giro, non sono ovviamente interessati a lei, anzi la considerano un elemento divertente (o meglio, con cui divertirsi!). Cercate di farvi notare, mostrate loro di che stoffa siete fatte e che non siete “come certa gente”… Vedrete che i loro interessi cambieranno presto direzione!! Messaggio 2: Come posso fare colpo su una ragazza che non mi conosce ma che vedo ogni giorno sul pullman? Lei è davvero la ragazza più bella che io abbia mai visto e ti chiedo aiuto proprio per questo motivo: non so da che parte

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cominciare! P. S.: il suo fidanzato è un armadio…………… Ciao Luca Risposta 2: Caro Luca, non dirmi che hai paura di scontrarti con un tipo grande e grosso pur di conoscere la ragazza più bella del mondo?!? Ci sono molti modi per conoscere una persona che prende il pullman con te, ma quello più efficace che ho in mente ora è davvero fantastico! Potresti accidentalmente prendere, al posto del tuo, il suo zaino mentre scendi alla tua fermata: lei se ne accorgerà e ti correrà dietro per riaverlo. Ora devi solo trovare un ottimo modo per farti perdonare!!! Buona fortuna!!!

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Orizzontali 1- frutto che seduce 4- una fra le ultime parole del vocabolario 13- quelle di scuola sono sempre troppe 15- cose inutili, prive di contenuto 16- Ragazzo Onnisciente 17- il Radio in chimica 18- la si prende spesso il sabato sera con gli amici 21- imitazione di qlc a scopo per lo più ironico 23- c’è quella al tesoro 24- persona castrata 26-Istituto Finanziamenti Regionali 27- se vieni chiamato sempre dai prof ne hai tanta 29- il in spagnolo 30- un serpente molto bello 31- altare in latino 33- relativo alle Olimpiadi 36- record mondiale in inglese (abbr)

37- New American Yankee 39- relata senza vocali 40- la testa dell’ornitorinco 41- pietoso all specchio 44- luogo dove dovrebbero vivere certe persone 45- il creatore di queste stupende parole crociate 47- componimenti lirici 48- composto chimico con 9 atomi di carbonio 50- una volta, tempo fa in latino 51-duro come la …… 52- re di Sparta a cui Paride rubò la moglie Verticali 1- l’insetto più fastidioso; anche capitale di uno stato 2-quella del vicino è più verde 3- molto sporco 5- frutto autunnale 6- la fine della puzza 7- lo zinco in chimica 8- Unione Europea 9- il filosofo del “panta rei” 10- non nostro, non vostro ma… 11- bisogna eseguirli 12- spontaneo, naturale in

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francese (si usa anche per la pittura) 14- lino allo specchio 19- la più vasta distesa di acqua 20- ex giocatore juventino 21-”al ragazzo” in latino 22- luogo dove abita il più abile politico italiano ed europeo 25- Unione Africana 30- me lo fa bere la mamma quando sono ammalato 32- strumento musicale molto rilassante da ascoltare 33- tipo di frumento 34- il rivestimento degli umani 35- ciascuna delle parti in cui è divisa una legge 38- che non hanno religione 42- così in latino 43- italia su Internet 46Azienda Italiana Lumache 47- ora in poesia 49- vuoi essere interrogato? 50- sugli interruttori


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ORIZZONTALI 1. Lo dice Babbo Natale ai bambini americani per salutarli. -3. Che Babbo!! –4. La mangiano sempre in Calabria (e anche nel resto del mondo ma in Calabria è più condita)... ma a Natale di più. –10.Babbo Natale ci tiene le chiavi della slitta. –12.Con quello di lana Nonna Natale fa un maglioncino a Nipote Natale. –13. Ormai a causa dell’inflazionatissimo albero di Natale non se la fila più nessuno. –16. Se lo dicono gli innamorati tutto l’anno...ma a Natale di più. –17. A quello Nord ci vive la famiglia Natale. –19.A Natale non c’è un Io e un Tu ma solo un...-20. Lo faccio se vedo Babbo Natale che cade dalla slitta 22. Il papà della famiglia Natale. –24. Babbo Natale lo dice tre volte. –26. Va bè dai questa definizione è inutile, ma se ci tenete, qual’è il periodo lavorativo del Babbo più famoso del mondo? –28. Lo dice

Cop e Bez

bambino a Natale e vuoi chiamarlo come un albero lo chiami così. -5. La Famiglia. -6. Lo dicono i pulcini a Natale. -7. Articolo spagnolo per nuevo ano. -8. Quello pinne gialle è sempre buono… ma a Natale di più! -9. L’ “uomo attivo” che ogni bambino vorrebbe ricevere a Natale (scritto un po’ all’italiana!) -10. La gatta… ah no Babbo Natale sul .. che scotta! -11. Babbo Natale quando fa yoga. –29. Su L’ingresso privato di Babbo Natale. -14. quella di Babbo Natale ci sono le rughe Natale Perduto. -15. A Natale gli stan su le (e su quella di Nonno Natale ce ne sono palle. -18. La 34 verticale al contrario e con ancora di più!!Nonna Natale invece usa una a in meno. -21. Se aggiungi un nano una crema anti invecchiamento della pelle). alle renne e una renna ai nani e poi li –31. Fa la parte del cane nella Famiglia sommi tutti insieme e poi li dividi per due Natale. –35.il papà di Babbo Natale. – 36. quanto fa? -23. Se un bambino a Natale Quando Nipotino Natale compie gli anni riceve un trenino cosa gli porterà Babbo vuol dire che è passato un... –38. Lo sarebbe Natale l’anno dopo? -25. Hello Family! il polo nord se leopardi fosse babbo natale -27. Abitanti di Aenos in Tracia che e se il polo nord fosse un colle. –39. Lo dice festeggiavano tantissimo il… Natale? -30. il bambino educato che riceve il carbone. Lo fa Babbo Natale quando russa. 32. A –40. Notteee prima degli esaaami...ah no... Natale con tutte quelle lucine accese fa un di Natale. sacco di soldi! -33. Natale Tra Mille Amici -34. Lo dice Babbo Natale balbuziente in VERTICALI romanaccio. -36. Anno Felice. -37. Il sodio 1. Babbo Natale “possiede”. -2. Irish Science natalizio Centres Awerness Radio. -3.Babbo Natale è già passato da sette giorni. -4. Se nasce un

Siccome che la pubblicità e le insegne dei negozi nonchè le decorazioni natalizie non vi ricordano abbastanza che il NATALE è in arrivo, ci pensiamo noi con l’ultimo ritrovato nel campo dei cruciverba! dopo l’enorme successo del crucicoppi e del crucicartoni, ecco a voi l’esclusivo, il magnifico, l’inimitabile


X Albergoni 5^I: Non ti vuole nessuno by anonimo X Albergoni 5^I: Nasconditi, vergogna! By Anonimo X Rota 5^I: C’è altra gente che vuole mangiare al bar, limitati! By uno che ti vede sempre al bar X Miky e Tizi: Cotto e fontina all’unaaaaaaaaa.. by anonimo sempre affamato X Viola 5^L: Viole, VELOCEEE!! By Sara e Ciaccia X Pito 1^I: Sei bellissimo ti desidero ardemente(Si scrive ardentemente!!! N.d.r.) by tua Silvia X Marti 4^G: Quando mi fai conoscere jimmy? By A X il Bianconiglio: Occhio allo stregatto, appunto by Alice X Federica 1^O alias Coniglietta: prolifera nella classe in parte by Vigoroso della classe in parte X Casula: Dove sei finito? By 4^C X Eli 4^G: Hey come va con i bradipo dalla voce sexy? By Anonimo X Fabri Fibra: Ti Odio by Bye X The_Teuz 5^L: Sei il migliore by la tua befana preferita X Caterina Ghezzi: AaAh…. Rappresentaciiiiii!!! By Allupati sempre e ovunque X Allupati sempre e ovunque: Che pazzi..! ;-) by Luk X Tom 5^L: Tagliati i capelli per favore by le tue compagne X Cesare Cremonini: Odio anche te, però di più! By Bye X Cerreti Andrea: Ti vedo sempre sul pullman, sei proprio un bel ragazzo, cercamo by L.M. X Rossa e Amichetta f**a 2^F: Mi fate diventare cieco! By illusi e arrapati (soprattutto arrapati). X Lara Belotti: Buonissima la cena a casa tua, come al solito!! ;) by Luk X Arrapati qui sopra: ma booooooooona…By chi vi sopporta X Miccicchè: Ma ripigliati! By BB X Paolo G della 3Faggi: Me, kè, olèu Pagher!!! By The Prismas 4^F X Francesca: Noi ci siamo già iscritte al corso di Tanga e tu? By Giam X Edoardo 5^A: Grande Cella!!!! by Luk X Vale 4^G: siamo contente che sei tornata...anche un po’ tondina…By Marti eBea X tutte quelle belle: Claudio e Nicola 2^D effettuano un casting alla ricerca di belle tipe, scopo meeting…(approfondimento). Vi aspettiamo numerosi. Claudio Cell: 3460872511 Nicola Cell: 3409221382 X Mauro Damiani 3^B: Ti ho conosciuto al XX Secolo. Usciamo insieme? Sei stato veramente carino quella sera ma purtroppo non ti ricordi. Se vuoi ti rinfresco la memoria. Call me by Gertrude 3^A. X Prof Battista Panseri: Lei ha la barba lunga. By Anonimo X tutti I ragazzi del Masche: I primini sono molto carini, per non parlare dei ragazzi di seconda.. però… SVE-GLIA-TE-VI!! By due primine bionde X Battista: Vecchio!! By uno più Anonimo X Due primine bionde: SVE-GLIA-TE-VI-VOI-NO-?? By Luk X Livia 2^D: Da dove vieni?? Dal Bronx!! By Anonimo X Nata 4^F: peccato che tu non sia venuto in gita con noi perché ti saresti divertito molto di più. By 5^F la tua vera classe X Dott Panseri: Lei ci ha traditi.. ci ha traditi tutti!!!! By Capitan

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Smeraldo X Nata 4^F: tranquillo ti divertirai e berrai tanto anche con noi By Ubriacone 4^F X Tutti: cercasi tipi per Jessica Gotti, Alessandra Arena, Simona Martinelli… Per informazioni cercate in 2^D by Anonima ‘91 X le tipe di 2^D: se venite a fare un giro in 4^F ce ne sono parecchi disponibili spero sian di vostro gradimento. X Anna Morandini 3^C: Sei Strana! By Luk X Provenzano 4^A: Ho sentito che ti hanno rotto le mutande ;) Se vuoi a tua mamma diciamo che sono stata io e non il tuo compagno di classe, così non si creano equivoci ;) by Carla X Iamme 3^C: Sei uno scassa!!! By Luk X Gotti Francesca 4^M: Ma vai dal Ballo va’.. X Ela 3^C: Ciao khiummer! By Luk X Bolo e Ali 4^F: aiutatemi a fare un articolo sulla pallavolo By Lame X Sballo: Ma quanti cavalli ha la tua stupidità?!? By Forum X Prof. Cicciò: io la amo by Ghirardelli 4^A X Coppy: viva il crucicoppy X Beppo 3^C: dai che entro fine anno…. Lo sappiamo wink wink ;-) by Pazzi Diavoli X Marti 4F: lo sai che ti ho sognato ieri pomeriggio? By Lame X Elisa Poidomani 3^C: Pio Pio -) by Luk X Fabiola 4^D: molla il tuo tipo e vieni con me By Mela X Erica 4^F: sei carina By un ammiratore P.S non perdere l’occasione……… X la 2^D: ma siete una classe di arrapati…perché non vi fate i casting tra di voi… By redazione X Elisa Maffiuletti 3^C: Sei Biondina! By Luk

Ricupito: Come si chiamano gli abitanti di frosinone? Alunno: A voce! Alunno: The lines of poetry are more cort! Curto: Adesso vediamo il legame covalente dativo… Alunno: Nooo.. anche qui quel cavolo di latino… Barzanò: Chi di voi sa chi sono i feticisti? Andreini 1^G: Sono quelli che adorano le feci…

Alunno: “Profe cosa ne pensa della Lega Nazionale contro la Predazione degli organi e la morte a cuor battente?” Cervo: “Ma vadano a fare in c...” Gandolfi: L’elettrone decide di stare con l’ossigeno perché gli tira di più!

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Perrini: “Rigamonti, se ascolti la musica come fai a sentire quello che dico?” Riga:“Cosa ha detto profe?” Ricupito: Ma vaffanciullo! E se eri una femmina fanciulla… Tosetti: Fra un po’ mi viene una crisi isterica con questo diabolico mouse! Tosetti: Stai attenta.. guardami… ammirami.. contemplami… sono in un momento di raro splendore… Meglio di così non sono mai stato! Curto: Il nucleo sta al centro di un atomo come il sole sta al centro dell’universo. Ricupito: Ma cosa devi pensare??…non so… 3x8=58, scrivo 3 e riporto il 2…. Borgogno: l’arcoseno è una funzione che serve a ricavare gli angoli dai seni: se le mettiamo in bocca un seno… Alunno: Eh ma i numeri immaginari se sono immaginari non si possono studiare! Torchitti: AH si? E se si chiamavano numeri porno li potevate studiare solo a 18anni?

Giovanni Goggi 1^G Beatrice Bottoni 3^A Maja Novkovic 3^D Valentina Signorelli 4^A Chiara Gianati 4^A Katahrina Cierpinsky 4^D Giacomo Bianchi 4^F Luca Lamera 4^F Martina Nesti 4^F Alice Tengattini 4^F Dario Cambiè 4^H Tania Esposito 4^M Francesca Gotti 4^M Stefano Nardozza 4^M Giulia Coppola 5^A Giulia Mazzuconi 5^A Giulia Zambelli 5^A Andrea Cairoli 5^B Tiziano Tassetti 5^C Luk Ale

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