Tutto Brindisi Marzo 2012

Page 9

STORIE NOSTRE Guido Giampietro Programmazione, questa sconosciuta.

C

osì scriveva, nel romanzo “Il ventre di Napoli”, Matilde Serao, protagonista del rinnovamento della pubblicistica italiana negli anni tra Ottocento e Novecento: «Io voglio degli uomini onesti, io voglio delle coscienze secure, io voglio delle anime austere. Le loro opinioni politiche non mi riguardano: solo i loro sentimenti morali m’interessano. Non voglio ladri, io, al Comune; e per ladri non intendo solo quelli che si mettono in tasca il denaro mio, il mio povero e scarso denaro, ma tutti quelli che aiutano i ladri miei o che permettono, chiudendo gli occhi, che mi si rubi. Non voglio, al Comune, né affaristi, né compari di affaristi, né rappresentanti di affaristi, né amici degli amici di affaristi. Io voterò per chiunque mi risulti, in faccia al sole, che sia un galantuomo. Un galantuomo può sbagliare, ma non può tradirmi, un galantuomo può errare, ma non può vendermi (…) Io ho migliaja e migliaja di cittadini onesti e buoni e fra queste migliaja, io posso, io voglio scegliere ancora una volta, gli onesti che mi devono amministrare (…)». Come diceva Qohelet “Non c’è niente di nuovo sotto il sole”. Specie

in politica. Lo dimostrano anche le sconsolanti conclusioni cui è giunto il presidente della Corte dei Conti Giampaolino quando, inaugurando l’anno giudiziario, ha affermato che, a vent’anni da Mani Pulite, “illegalità, corruzione e malaffare sono fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese”. E tuttavia io prendo le distanze dalla Serao e da Giampaolino, visto che nella nostra città… d’acqua, troppa ne è passata dai tempi bui del gioco mercantile e della politica clientelare. Anche se un po’ di trasparenza alla Monti non guasterebbe al Comune di Brindisi e alle Istituzioni in genere. Ma mi rendo conto di chiedere troppo! E allora mi limito ad avanzare una proposta di codice deontologico per i candidati sindaco. Intendo riferirmi alla dettagliata esposizione del proprio programma politico. Cioè all’elencazione, punto per punto, degli obiettivi - infrastrutturali, sociali, culturali, turistici - che s’intendono perseguire nell’interesse della comunità. In una fase politica contrassegnata dalla trasformazione della Destra e della Sinistra storiche (con tutte le sfaccettature intermedie della Prima Repubblica),

al cittadino assillato dai problemi della vita quotidiana poco interessano le disquisizioni di principio e vacuamente programmatiche. Ciò che importa è quello che s’intende fare concretamente per il bene della città, non solo in riferimento alle grandi e annose questioni (PUG, centrale a carbone, rigassificatore, servitù militari, Porto...), ma anche a quelle più “leggere”, la cui soluzione rientra parimenti nelle legittime aspettative di tutti o d’una parte di cittadini (rivitalizzazione del centro storico, sicurezza pubblica, Palaeventi, Acque Chiare). Al posto dei faccioni sorridenti dai megaposter 6x3 (di questi tempi c’è poco da stare allegri!) è il caso che i candidati sindaco sottoscrivano (scripta manent…)“Quello che farò” (includendovi anche l’impegno a far pagare di persona gli eletti e i trombati che avranno disatteso la norma di affiggere i manifesti negli spazi consentiti) e “Quello che non farò”. Tenendo presente che la vision, cioè la capacità di disegnare scenari futuri, va seguita anche a costo di scelte impopolari. Questo patto tra gentiluomini - candidati ed elettori - al di là delle noiose esternazioni presso le emittenti locali, consentirà d’insediare nel Palazzo delle persone responsabili. Quelle a cui, sogni a parte, sta veramente a cuore il bene della città.

Ogni candidato dica “ciò che farà” e “ciò che non farà”

www.brindisireport.it

9


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.