TuttoBrindisi Giugno 2012

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ditoriale

di MARCELLO ORLANDINI

NON ABBIAMO PIU’ ALIBI. NON POSSIAMO PIU’ ESSERE LA STESSA CITTA’.

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na brutta mattina di maggio Brindisi si è svegliata ed ha scoperto anche cosa sia un attentato stragista. Si è accorta, nei giorni successivi, di quanti sono, come sono e cosa vogliono i suoi giovani. I suoi, anche se arrivano ogni giorno in pullman da Mesagne o da altre città della provincia. Perché Brindisi è il capoluogo, e la sintesi delle aspettative e delle tensioni di un territorio nominalmente piccolo, ma in grado - se lo volesse e ne fosse capace la politica - di rivendicare un ruolo di primo piano in questa Puglia che resiste alla crisi meglio di altre regioni del Sud. Brindisi ha scoperto anche tante altre cose: quale sia il livello e la qualità della sua informazione; di quale sia il livello - alto, è chiaro - della sensibilità democratica e civile della maggior parte della sua popolazione; quale sia la rappresentatività e l’impatto delle sue cariche istituzionali, di quelle che si sono spese e di quelle che si sono defilate; ha capito cosa significa entrare sotto la lente deformante di una civiltà mediatica molto imperfetta.

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rindisi ha portato i fiori sul luogo dove è stata raccolta moribonda, alla fine dei suoi 16 anni, Melissa Bassi, e dove sono state soccorse le sue compagne ustionate e ferite. Brindisi ancora non sa chi sia stato, e aspetta. Ha accolto manifestazioni che non si vedevano da tanto tempo. Brindisi si interroga. Brindisi non ha più alibi per tornare ad essere la stessa città. Deve diventare migliore, non deve avere paura, chi ha il potere democratico di fare ciò, di rompere con il passato e le vecchie liturgie di una politica soffocante e con i condizionamenti che già premono per far prevalere il cinismo dei piccoli poteri agli ideali, alla cultura, all’ascolto della società civile. Quella maglietta bianca indossata da migliaia di giovani e cittadini il 26 maggio resti incollata alla pelle di chi deve prendere le decisioni: “Io non ho paura”. Di andare verso concetti nuovi di città; di accantonare idee vecchie che non appartengono all’Europa moderna; di mettere al primo posto la salute, l’ambiente e il lavoro. Io ho visto una cosa, nel corteo del 26 maggio: molti di coloro che si ritengono in grado di guidare questa città sono molto più vecchi, e non solo anagraficamente, della gente scesa in piazza. Le sono lontani, soprattutto, come idee e cultura. Fatevi da parte.

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EDITORIALI

BRINDISI CITY Fabio Mollica La cronaca degli ultimi giorni conferma che il mondo dell’informazione è cambiato. E noi ci adeguiamo al cambiamento.

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na settimana prima dell’attentato alla scuola Morvillo-Falcone i proprietari della Edizioni Futura, editrice di TuttoBrindisi e BrindisiReport.it, avevano deciso di concetrare tutti gli sforzi sul potenziamento del sito web, trasformando questo giornale in un trimestrale. La decisione era dovuta a diverse ragioni: 1) il sito BrindisiReport stava già facendo registrare numeri incredibili (con una media di 14-15.000 visitatori giornalieri e picchi di 25.000 visite); 2) il mercato pubblicitario nel primo trimestre del 2012 è ulteriormente crollato e le previsioni per i prossimi mesi non lasciano presagire nulla di buono; 3) i dati delle vendite di tutti i quotidiani registrano cali paurosi; 4) le nuove generazioni, diciamo i ragazzi sotto i 20 anni, non solo non leggono più, ma a volte non seguono più nemmeno la tv, o lo fanno solo per seguire determinate trasmissioni. Questo vuol dire che ormai l’informazione su carta è superata, e lo sarà ancor di più quando anche a Brindisi ci sarà l’invasione di smartphone, iPad e simili.

Purtroppo sono stati proprio l’attentato e la morte di Melissa Bassi a farci comprendere che la decisione presa da Edizioni Futura era giusta: nel giorno della bomba e in quelli successivi il nostro sito è saltato perché a migliaia tentavano di collegarsi contemporaneamente da tutta Italia per conoscere le ultime notizie. BrindisiReport è andato avanti con mezzi di emergenza, e cioé caricando su YouTube i video che avevamo girato nei minuti immediatamente successivi all’esplosione (460.000 visualizzazioni) e informando i lettori attraverso la pagina Facebook del sito (che in una settimana è passata da 3.000 a 9.000 “mi piace”). Quando dopo qualche giorno il sito è tornato a funzionare, ha registrato picchi di 65.000 visitatori al giorno, e la media giornaliera è salita a quasi 19.000 contatti. Si tratta di comportamenti e numeri che confermano quanto il mondo dell’informazione sia cambiato: la gente vuole essere informata subito e in ogni luogo. Ma c’è un altro

fattore importante: la gente vuole intervenire, condividere, dire la sua. I nostri articoli su Facebook vengono commentati da decine di persone. E i social media sono diventati fonti di notizie che certi giornali o tv, divenuti succursali degli uffici stampi istituzionali, si sognano di poter dare. Tutto questo ci ha convinti ancor più che bisogna investire su BrindisiReport, arricchendo il sito di notizie, video e fotogallery, e stimolando lo scambio di commenti ed il dialogo con i lettori. TuttoBrindisi si trasforma ancora: tornerà al vecchio formato, quello più grande, e offrirà contenuti monotematici, ma lo farà una volta ogni tre mesi. Questo allora è l’ultimo numero del mensile. Il prossimo, in uscità dopo l’estate, sarà completamente diverso. Di nuovo.

L’informazione on line non è il futuro, ma il presente. Per capirlo basta guardare i nostri figli

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TUTTO BRINDISI N. 42 › Giugno 2012

Iscritto al Registro Stampa Tribunale di Brindisi n. 4 del 13/10/1995 Direttore responsabile Marcello Orlandini Complici di questo numero Marcantonio Gallo, Guido Giampietro, Stefano Lamonica, Niccolo Lania, Fabio Mollica, Iole La Rosa, Giovanni Membola. Graphic Design Next sas, Brindisi Stampa Tipografia Martano , Lecce Webmaster Hobos , Brindisi EDITORE EDIZIONI FUTURA srl Via De’ Catignano 35, Brindisi PUBBLICITA Tel. 0831.575454

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a tragedia di sabato mattina mi ha tenuto incollato alla tv per ore. Poi una necessità misteriosa mi ha costretto a uscire di casa per andare a vedere il campo di battaglia. Forse non troppo misteriosa... il mio cervello non voleva, non poteva accettare che fosse successo davvero a 500 metri da casa mia. Poi ho buttato giù delle righe che avrei voluto leggere alla manifestazione che c’è stata in Piazza Vittoria quello stesso pomeriggio. Più che altro un battesimo del fuoco per il nostro nuovo Primo Cittadino, insediatosi al Municipio da 5 giorni e chiamato a fronteggiare una tragedia devastante. Si è rivelato un uomo di grande prontezza, poiché la manifestazione è stata messa in piedi a meno di 10 ore dallo scoppio di quella maledetta bomba; e anche come moderatore, tra politici, pastori d’anime e altri che in qualche modo rivendicavano il diritto di salire su quel palco. Oppure ne erano semplicemente costretti. In un caso o nell’altro… i fischi della gente si sono sentiti. La cosa più semplice sarebbe stata invitare sul palco soltanto i ragazzi, la parte lesa. Qualcuno aveva scritto una provocazione con la vernice su un sudario bianco, sfidava quel povero pazzo che ha schiacciato il bottone della bomba ad ammazzarli tutti. In molti dicevano che bisogna stare uniti, ché solo così si può avere la forza di battere chi ci vuol mettere paura. Parole che a scriverle e poi a rileggerle, non credo abbiano un reale senso compiuto. Però quando uscivano dalla bocca di quella giovane ragazza che ha parlato al microfono, come se quello fosse il suo mestiere da tutta una vita... beh... quando ha parlato lei, il mio sangue si è acceso di qualcosa che non riuscirei a descrivere. Comunque intenso e ingravescente, fino a diventare grande quanto una Nazione intera, quella che tutta intera ancora piange Melissa. E delle stesse dimensioni deve essere la reazione contro le bestie che hanno fatto questa cosa orribile, deve venire dalla gente che amministra


EDITORIALI

VAMPIRI DI MATTINA Stefano La Monica Oggi siamo peggiori rispetto a ieri. Perché del fiume di odio nei confronti dell’assassino, e della voglia di sapere perché, non ci libereremo mai. l’Italia intera, persone che hanno la possibilità di moltiplicare i poteri delle Forze dell’Ordine. Invece si è lasciata carta bianca a quel capo della Protezione Civile che amministrava centinaia di milioni di dollari senza dover rendere conto a nessuno. La gente in Piazza Vittoria ha lasciato partire un boato alla notizia che fosse presente il Procuratore Nazionale Antimafia, Piero Grasso. E allora perché non dare a lui gli stessi soldi con l’assoluta libertà di spenderli come meglio crede? Perché non usarli per pagare la benzina e gli straordinari degli agenti affinché per loro ci sia la possibilità di esercitare davvero il compito della nostra protezione? I presenti in Piazza Vittoria mi perdonino, ma non mi sento più sicuro se qualcuno mi dice che la soluzione contro i dinamitardi sia restare uniti. Preferisco tante pattuglie in giro durante la notte e anche ad alba spuntata. Voglio che mi fermino a un posto di blocco per dieci volte a sera, e per altrettante mi lascino andare con un rispettoso saluto perché è tutto a posto. E quando non lo è... se magari beccano un diciottenne con uno spinello o una birra tra le gambe... che sappiano punire con mano di velluto, tenendo presente che la gente ha per prima cosa la necessità di sentirsi protetta. Quello che segue è il flusso di coscienza che mi ha invaso quel sabato. Che mai avrei voluto provare e poi scrivere. “Una bomba esplode davanti ad una scuola… e immediatamente pensiamo se una persona cara ne sia rimasta coinvolta. Ci affanniamo in un cellulare per sapere, e mentre telefoniamo, siamo sicuri che è

andata così: non c’era, la persona che amo non c’era, non può essere successo a me. Molti hanno ragione. E infatti scoprono che quella persona sta bene. Ma nessuno può aver provato sollievo alcuno. Perché oggi siamo tutti genitori di Melissa, suoi fratelli, zii, compagni di banco o qualsiasi altra cosa. Ma c’è anche qualcuno che non aveva ragione, qualcuno che ha saputo dai telegiornali che era successo proprio alla scuola di sua figlia, qualcuno che ha combattuto per non pensare nemmeno lontanamente alla peggiore delle ipotesi: non è lei, non può essere lei, non può essere vero. Qualcuno che ha combattuto e ha perso, perché si trattava proprio di Melissa. Che non suoni come una bestemmia, ma sono il padre di Melissa anch’io, lo siete tutti quanti voi. E sono anche negli occhi di Valerio, svegliato dal boato a venti metri da casa sua, che fa le scale a 4 a 4, in pigiama, e corre a sapere di sua madre che in quella scuola fa l’insegnante. Proprio la sua voce al telefono mi dice che in tragedie come questa non può esistere sollievo, perché l’istante in cui il cellulare ti dice che c’hai la mamma ancora viva, è lo stesso in cui vedi per terra un corpo martoriato. Fin lì, li avevi visti solo nei tg: la stazione di Bologna, Piazza Fontana, le Torri Gemelle, Falcone e Borsellino. Ma stavolta l’incrocio tra Viale Aldo Moro e Viale San Giovanni Bosco esiste davvero, e lì c’è la Scuola Morvillo-Falcone. E ci son macerie, i resti di zaini di inneschi e di telecomandi, scarpe e quaderni, le bruciature sull’asfalto… oggi tutte queste cose sono qui a Brindisi. Valerio poteva tranquillamente toccarle, a patto di non svenire, ben

prima degli uomini con le uniformi che spulciano la scena del crimine, che disegnano con la vernice bianca la sagoma della vittima. Prendiamone a tonnellate di questa vernice bianca e tracciamo un immenso cerchio tutt’attorno alla Città. Oggi siamo morti tutti quanti. E la nostra presenza adesso, in questa piazza, ne è esatta testimonianza. Siamo venuti qui a celebrare un funerale. Un funerale senza altari e senza vescovi; un funerale della gente comune, un funerale improvvisato sull’onda emotiva di questa tragedia. Ma nonostante la presenza di così tante persone, non crediate che episodi come questi possano cementare e unire le persone come può fare la Nazionale di calcio ai Mondiali. Oggi siamo soltanto molto soli, siamo tristi e purtroppo siamo peggiori rispetto a ieri. Siamo contenitori vuoti in cui scorrono tante cose: la tristezza e il cordoglio, l’incredulità, la rabbia, lo sconforto e la paura. Ma più grande di tutte queste cose messe insieme, ce n’è un’altra che non vorremmo provare, ma che invece scorre impetuosa nel centro del nostro stomaco: si tratta dell’odio. E di una semplice domanda: che cosa vorrei fare a chi ha confezionato quella bomba e l’ha collocata davanti ad una scuola? Siamo peggiori rispetto a ieri perché di questo fiume di odio e di voglia di sapere chi è stato e perché, non ci libereremo mai. Non ce ne libereremo nemmeno quando avremo saputo chi è stato e perché. Non ce ne libereremo nemmeno quando avremo dimenticato. Sembra un paradosso ma non lo è. Questa tragedia rimarrà conficcata per sempre nell’asfalto”. Stefano La Monica www.brindisireport.it

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IL DRAMMA DI UNA MAMMA

Dopo la tragedia, tutte le donne si sono immedesimate in Rita Muri, la madre di Melissa. Perché solo le donne possono capire cosa si prova quando si perde un figlio.

di IOLE LA ROSA

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on amo esternare le mie emozioni. Preferisco dare spazio ai miei interlocutori e riportare le loro parole e i loro pensieri. Questo mese scrivo da mamma in quanto avverto la necessità di esprimere il dolore e la sofferenza che, in questi ultimi terribili giorni, tutte le mamme hanno condiviso con Rita Muri, mamma di Melissa, “figlia della legalità” ma, soprattutto, figlia di un papà e di una mamma che dovranno sopportare il dolore più grande che due genitori possano vivere: la perdita di un figlio. Ho vissuto con smisurata empatia la tragedia che ha colpito mamma Rita. Ho pensato ai tanti casi, non così eclatanti ma purtroppo drammaticamente ricorrenti, di mamme che perdono improvvisamente, prematuramente, senza una ragione, i propri figli. Al dolore immenso provato nell’apprendere da un provato

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medico del pronto soccorso che il proprio figlio, la propria figlia è grave, è deceduto/a sul colpo o in ambulanza durante la corsa in ospedale. Un momento agghiacciante, terrificante! Viviamo giornalmente rifiutando l’idea che possa accadere a noi… e invece non è così: può accadere, accade… ed è una tragedia! L’amore di una mamma per il proprio figlio è eterno ed indissolubile. Tutto ha inizio quando scopre che un piccolo esserino sta per formarsi nel suo ventre. Non lo sente ma c’è, e questo la rende la donna più felice del mondo, la persona più forte ed importante che esista. Il piccolo cresce ed inizia a muoversi e lei lo sente, sa che non potrà più fare a meno di percepire i suoi battiti, i movimenti, le sue richieste. Arriva il fatidico momento del parto, di cui dimentica i dolori nell’attimo in cui vede la creaturina e la prende tra le braccia. Tutto è amore, gioia, protezione, certezza che niente e nessuno potrà mai sciogliere questo meraviglioso incantesimo. Nulla e nessuno dovrebbe! La mamma lo accudisce e lo accompagna con pazienza e sacrificio, con immenso amore lo allatta, lo scalda, lo cura. Lo rincuora nei momenti di sconforto e asciuga le sue lacrime provando a trasformarle in forza e coraggio. Essere mamma è un

dono prezioso, è decidere di amare immensamente, incondizionatamente, infinitamente, a qualsiasi ora del giorno o della notte con un costante pensiero perché lui/lei è parte integrante di te e sempre lo sarà. Essere mamma vuol dire avere tra le braccia il mondo intero. È ascoltare e comprendere i silenzi e trasformarli in lunghi discorsi e grandi sorrisi. Essere mamma vuol dire giungere la sera mai abbastanza stanca per un bagnetto o per leggere una fiaba, ammirare la bellezza del proprio figlio/a e pregare che nessuno possa deturpare i suoi lineamenti, il suo aspetto fisico, l’innocenza e la sua integrità! È amare un figlio prima ancora che quel figlio la ami, è addormentarsi avendo ancora tanto da fare sapendo però che per quel figlio lei farà di tutto e lo farà per sempre! È accompagnare per mano il proprio figlio lungo il difficile sentiero della vita; aiutarlo a scrutare il mondo già dai primi anni d’asilo, poi con la scuola, lo sport, la musica, le passioni, gli amici. Costruire con lui il presente ed il futuro, accettando che il tempo e l’esperienza lo rendano “adulto”, liberandolo dalla sua stretta protezione, lasciando che prosegua da solo il proprio cammino. Invece, un giorno qualsiasi, lo perdi!


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BRINDISI NON HA PAURA

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STORIE NOSTRE Guido Giampietro E se parlassimo un po’ di felicità?

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pochi giorni da quello che è successo all’Istituto Morvillo-Falcone? E perché no? Intanto perché il dolore ˗ quello che ha lacerato i nostri cuori ˗ non potrà essere mai rimosso. E poi perché la vita continua. Deve continuare! E questo è sufficiente per parlare di felicità? Non si potrebbe rimandare l’argomento anche solo di qualche mese? Nossignore, perché sembra che la felicità sia come un frutto e, in quanto tale, abbia il suo momento di maturazione. Giugno, per l’appunto. Un paio di anni fa ˗ in sintonia con Honoré de Balzac per il quale “la felicità materiale riposa sempre sulle cifre” ˗ il dottore Cliff Arnall, ex docente dell’Università di Cardiff, ha creato la “formula della felicità” sulla base di ciò che più ci rende contenti, come le giornate più lunghe, i fiori in rigogliosa crescita, l’approssimarsi delle ferie e i ricordi dell’infanzia legati all’estate: O+(NxS)+Cpm/T+He. Laddove stare all’aria aperta (O) si aggiunge all’elemento naturale (N) moltiplicato per l’interazione sociale (S) e i ricordi estivi dell’infanzia (Cpm), il tutto diviso per la temperatura (T), sommata

all’eccitazione della vacanza (He). Un calcolo non facilissimo da cui scaturirebbe il risultato della “somma contentezza” raggiungibile ˗ a dire del dottore Arnall ˗ il terzo venerdì di giugno… Invece, sempre a proposito della felicità, dal 31 gennaio al 15 maggio di quest’anno, Voices from the Blogs ha analizzato 12 milioni di tweet. Vale a dire 125 mila post al giorno per sondare il grado di felicità degli italiani. Le cifre, elaborate dall’Università degli Studi di Milano, contengono una premessa che va accettata tout court: “Felicità e rabbia sono due sentimenti che passano molto bene attraverso la comunicazione breve e compulsiva dei 140 caratteri di un tweet”. Da questi calcoli è emerso che il livello di felicità, se non dipende direttamente dagli aspetti economici, varia a seconda del giorno della settimana, e quindi dell’approssimarsi del week-end e/o delle ferie. In questo caso i calcoli sui messaggi che sprizzano più gioia li ha fatti l’Università di Milano, stilando anche una graduatoria tra i 110 capoluoghi di provincia italiani. Ebbene, tenuto conto che

la città “più felice” risulta Medio Campidano (una delle provincie che il recente referendum sardo ha deciso di spazzare via!) con il 66%, i dati relativi alla Puglia risultano i seguenti: 16^ Lecce (55,6%), 20^ Foggia (54,9%), 59^ Bari (52,2%), 63^ BAT (51,8%), 73^ Brindisi (50,9%), 100^ Taranto (47,4%). Per saperne di più e restare aggiornati sull’andamento della felicità di tutte le provincie italiane si può scaricare l’applicazione iHappy per iPhone. In conclusione, mentre il sindaco Consales farà bene a consultare saltuariamente il suddetto sito per tastare il grado di felicità (e rabbia) dei suoi concittadini e, possibilmente, portarlo a livelli più accettabili, ai singoli non rimane che affidarsi ai calcoli del dottore Arnall e aspettare fiduciosi questo terzo venerdì del mese… Chi, invece, non ritenga affidabili le formule potrà sempre riflettere sulla massima di Seneca: “La vera felicità è non avere bisogno della felicità”. E accontentarsi di un equo benessere. Che non può abitare solo nel cervello, ma nelle relazioni con gli altri, con il mondo, oltre che con le proprie attività e aspirazioni. Un equilibrio che la nostra società (quella del capitalismo cinico, con i suoi dislivelli scandalosi) certamente non favorisce.

Diceva Seneca che la vera felicità è non avere bisogno della felicità

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TUTTE LE TESI COMPLOTTISTE C’E’ chi collega l’attentato alla “cupola nera”. Chi al g8. Chi segue la pista affaristica internazionale. e chi collega la bomba al gasdotto che passera’ da brindisi. a scatenarsi in ipotesi che appaiono bizzarre non sono solo blogger piu’ o meno sconosciuti, ma anche personaggi conosciuti. come...

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rima le illazioni sulle bombole di gas, poi le ipotesi più disparate sulle piste da seguire, infine i filmati del presunto attentatore (poi rivelatosi un poliziotto) sul luogo dell’attentato, ripreso mentre raccoglie detriti. La voglia di scoop, la necessità di trovare gli autori della strage e la possibilità di rendere pubbliche le proprie opinioni attraverso il web e i social network hanno cambiato il modo di raccontare un evento tragico, e forse perfino il modo di indagare. Ed è proprio sul web che si trovano le analisi più “originali” (per qualcuno le più strampalate) e le tesi più azzardate. Eccone alcune. Enzo Di Frenna, sul suo blog ospitato da “Il Fatto Quotidiano”, non ha dubbi: dietro la bomba del 19 maggio ci sarebbe la solita oscura trama ordita da massoneria, politica corrotta, servizi segreti deviati e finanza speculativa. Il perché sarebbe semplice: «Oggi il cambiamento in Italia si sta manifestando attraverso i giovani a la Rete. La politica

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dal basso - che scuote i palazzi del potere - usa Internet. Se tale cambiamento si dovesse propagare sul piano nazionale, l’intreccio politicamafia sarebbe in pericolo. Quindi i mandanti sono da cercare in pezzi deviati dei poteri dello Stato, che da anni hanno stretto un patto con le grandi organizzazioni criminali. Chi ha piazzato le bombe davanti a una scuola lo ha fatto tenendo all’oscuro la Sacra Corona Unita. È gente spietata che si è infiltrata nel territorio pugliese». Tutto chiaro, enigma risolto (eccezion fatta per i nomi degli stragisti): «Ho l’impressione che i mandanti siano i membri di quella Cupola Nera - composta da massoneria, politica corrotta, pezzi deviati dei servizi segreti e finanza speculativa - che da decenni tiene in scacco l’Italia. Il cambiamento sta scuotendo le fondamenta del loro potere. Si sentono minacciati. E quindi loro minacciano. Nel modo più feroce possibile». Più o meno sulla stessa linea è (sul suo blog) Marco Cedolin, che non propone una tesi sugli autori dell’attentato, ma è certo su chi se ne avvantaggia, e cioé «lo stato e il governo, che erano in disgrazia», con il ministro Cancellieri che ora

«avrà carta bianca per reprimere tutto ciò che possa infastidire l’esecuzione degli ordini della Bce, ad iniziare dalla No Tav, da lei stessa definita la maggiore preoccupazione del governo, unitamente alle contestazioni contro Equitalia ed a tutti i focolai di conflitto sociale che potranno crearsi quando la macelleria fra qualche mese entrerà in funzione a pieno regime». Altro blog, altra tesi, quella di Gianni Fraschetti, su informare. over-blog.it, che sulla base delle immagini viste in tv esclude categoricamente che possano essere state utilizzate bombole di gas: «Allora, vorrebbero dirci che lì vi è stato il Bleve (l’esplosione) di tre bombole e che lo stato dei luoghi successivo a tale evento è quello che abbiamo visto? Ma non raccontassero cazzate per piacere.
Lì non è esplosa nessuna bombola, però sarebbe interessante sapere perché la menzogna comincia proprio da lì». Quanto al movente, Frascetti ne propone uno, che porta molto lontano: all’America che non vuole il gasdotto russo South Stream: «Ecco dunque spiegati il perché di Brindisi, dove dovrebbe sbucare il South Stream, e questa strana bomba sulla


quale sono state avanzate le più disparate congetture e che altro non era che un avvertimento in codice, pieno di simbolismi abbastanza difficili da decifrare per tutti, meno che da coloro che dovevano comprenderli. Insieme all’esplosivo infatti era stata collocata vicino alla scuola (le future vittime innocenti?) una bombola di gas vuota (il gasdotto?), con un po’ di morchie dentro che sono fisiologiche ed hanno provocato le ustioni ed un po’ di nerofumo sul muretto, il cui significato era chiaro. Provateci a fare il South Stream... ci dovete solo provare». Di Frenna, Cedolin, Frascetti. Nomi poco noti, direte voi. E invece tra quanti si sono lasciati prendere la mano (e la penna) ci sono anche esperti del settore. Come il barese Aldo Giannuli, ricercatore di Storia contemporanea all’Università degli studi di Milano, già consulente delle procure di Bari, Milano (strage di piazza Fontana), Pavia, Brescia (strage di piazza della Loggia), Roma e Palermo. Nonché, dal 1994 al 2001, collaboratore della Commissione Stragi. Ecco la sua idea sui fatti di Brindisi: «Potrebbe esserci una pista diversa, di natura affaristica. Destabilizzare l’Italia potrebbe convenire per manovre speculative sui titoli italiani o sull’Euro, ma potrebbe esserci anche una ragione più specifica. Ad esempio, ragionando sull’attentato ad Adinolfi (il dirigente dell’Ansaldo) ipotizzavo che questo potrebbe anche essere messo in relazione con una pressione dei confronti del governo italiano per vendere subito ed a buon mercato il gruppo Finmeccanica, di cui, insieme all’Eni ed alle Ffss, si era ipotizzata la cessione per far fronte al debito pubblico. Della cosa poi non si è più parlato ed il progetto langue. Ora questi attentati

indeboliscono la posizione dell’Italia che sembra avviata su un declino di tipo greco o sudamericano». Manca però qualsiasi elemento o riscontro. E infatti Giannuli avverte: «Non abbiamo alcun elemento concreto per sostenere che la pista affaristica collega i vari attentati, ma non c’è dubbio che, oggettivamente, essi vadano in questo senso, favorendo una svendita degli asset nazionali. Perché non proviamo a ragionarci su? È solo un’ipotesi, d’accordo, ma almeno un po’ più razionale di quella dell’improbabile pista mafiosa». Antonio De Martini, sul blog “Ilcorrieredellacollera”, si spinge ancora più avanti, ipotizzando il complotto internazionale: «...Resta il movente

dell’impedire a Monti di tornare vittorioso dagli USA coi capitali e qui ci restano due strade: il mandante è chi vuole sostituirlo oppure chi vuole che continuiamo a indebitarci pagando lauti interessi.
Se il mandante fosse chi vuole sostituire Monti, farebbe parte della sua maggioranza, ma escluderei Berlusconi perché per far cadere il Premier, gli basterebbe farlo impallinare in Parlamento dopo aver portato a casa gli aiuti. Sarebbe più nel suo stile.
Resta solo la seconda ipotesi, cioè che il mandante sia seduto al tavolo del G8 assieme a Monti e che in questo momento gli sta dicendo che è difficile inviare capitali in Italia perché sono
stati “deployed” 20.000 uomini ed è corso del sangue sia

a Genova che al Sud e i media hanno propagato le news». De Martini ha un dubbio, ma anche la risposta: «L’obiezione principale a questa personalissima ipotesi, sarebbe considerare irrealistica una alleanza armonica tra alta finanza e malavita. Il malloppo degli interessi pagati dall’Italia è di oltre 130 miliardi annui». Insomma, secondo questi signori l’assassino di Melissa Bassi potrebbe essere seduto al tavolo del G8, o comunque avere accesso alle stanze dei bottoni, o magari a Wall Street. Perfino il senatore leccese Giovanni Pellegrino non esclude piste degne di un film. Al Quotidiano Nazionale ha infatti dichiarato: «Mi viene da pensare a intelligence nemiche, che mascherano una sottile strategia offensiva con il carattere artigianale e dilettantesco dell’ordigno, per aumentare il terrore». L’ex presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle stragi ricollega quello del Morvillo-Falcone a due attentati analoghi andati a vuoto: «Uno a Castelvolturno e l’altro nel Torinese. Se fossero collegati ci indicano una strategia precisa. Una bomba piazzata per uccidere dei ragazzi, degli studenti, come a Tolosa, come in Norvegia, è un segnale fortissimo e terrorizzante, di qualcuno che vuole comunicarci questo: siete finiti, non avete futuro». Sembrano tutte fantasie buone per un best-seller. Ma una cosa è certa: se non si trovano gli assassini (o l’assassino), più passeranno i giorni e più la gente penserà che qualcuno di questi signori ha ragione. (f.m.)

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BRINDISINI

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l maestro brindisino Cosimo Prontera sarà impegnato il 12 giugno prossimo nella celebre Haendel House Museum di Londra per i festeggiamenti del decennale dall’apertura. Una performance personale di musica barocca al clavicembalo, con un programma che avrà come titolo “I Compositori della Cappella Reale di Napoli” tra i quali spiccano Alessandro e Domenico Scarlatti, Gaetano Greco, Giovanni Salvatore, Gregorio Strozzi e l’immancabile Leonardo Leo” a cui Prontera dedicherà una mini conferenza. Il fondatore e direttore dell’orchestra barocca la Confraternita de’ Musici, reputata una delle migliori del Sud Italia, sarà protagonista ed interprete d’eccezione nella dimora dove il grande Georg Friedrich Händel soggiornò a Londra per li morirvi il 14 aprile 1759, trasformata in tempio della musica fra i più apprezzati e qualificati d’Europa che quest’anno festeggia il decennale dall’apertura. L’invito al maestro Prontera è arrivato dalla British Harpsichord Society, nella persona del presidente, che conobbe il direttore brindisino quando era in Puglia per una vacanza. Si tratta di un eccezionale riconoscimento per le qualità professionali e per l’impegno profuso dal maestro Prontera in anni di studi e di concerti di altissimo livello che hanno costituito il rilancio della musica barocca nella nostra terra, riscuotendo notevoli consensi ed ottenendo successi con la sua orchestra e le esibizioni personali al clavicembalo e all’organo portando con se, quasi come un ambasciatore, il nome della nostra comunità. «Fu un incontro del tutto singolare ed inconsueto, quasi un colpo di fortuna,

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con il presidente della British Harpsichord Society - ricorda Cosimo Prontera -. Durante quell’incontro mi accorsi che il presidente e la sua stretta collaboratrice, il maestro Penelope Cave, avevano tra le mani il mio volume riguardante le Composizioni per tastiera di Leonardo Leo e che cercavano il curatore di quel volume. Ravvisai subito lo stupore e la caratteristica compostezza tutta inglese quando gli dissi che lo avevano trovato. Fu la migliore e più favorevole occasione per parlare di vita professionale, di tutto il lavoro svolto e che si stava svolgendo intorno alla figura di Leonardo Leo, dal Barocco Festival al ritrovamento del manoscritto e dal relativo clamore mondiale, al secondo volume sui Partimenti, una particolare formula compositiva tutta napoletana, al Centro studi Leonardo Leo a San Vito dei Normanni. A volte ricostrui-re le soddisfazioni personali, e non solo, di qualcuno di noi è difficile o quanto meno coinvolgente. Se poi gli attestati di stima professionale e di svolgimento di un ottimo lavoro provengono da un ambito particolare per la nostra terra, quello della musica, dove tutto sembra essere in salita, ciò assume un valore umano oltre che fungere da caparbio esempio». Sul programma del concerto che svolgerà nella Haendel House il maestro


Prontera aggiunge: «Non potevo andare nella “fossa dei leoni” e combattere senza una adeguata corazza e da qui l’idea di improntare il programma musicale su quegli autori a cui il mondo guardò nel settecento: la scuola napoletana. Suonerò su uno strumento storico dell’autore Gulielmus Smith costruito intorno al 1720». Quattro i Cd editati dal maestro Prontera per la Tactus. Quello di cui va particolarmente fiero sono le collaborazioni con i nomi più illustri della musica barocca nel mondo quelli per cui da promettente studente osava sentire solo nei Cd: Stefano Montanari, Christophe Coin, Gemma Bertagnolli, Sara Mingardo, Marcello Gatti, Errico Gatti. Il festival di musica antica il “Barocco Festival”, giunto alla XV edizione, e la figura emblematica di Leonardo Leo li dipana su due idee parallele quella per gli addetti ai lavori con lo studio e la ricerca e quella per la sensibilizzazione a largo raggio, (genuina passione e giuste idee di marketing segna il successo se pensiamo che lo scorso anno il Barocco Festival ha registrato 3500 presenze), destinata ad un pubblico che vuole semplicemente godere dello strepitoso repertorio creando opinione negli appassionati. Foto Bertagnolli

COSIMO PRONTERA IL 12 GIUGNO SARA’ ALLA HAENDEL HOUSE MUSEUM DI LONDRA

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BRINDISINI

LA METAMORFOSI DI CONSALES DURANTE LA CAMPAGAN ELETTORALE SEMBRAVA UN RAGIONIERE. DOPO LA VITTORIA HA IMPOSTO LE SUE REGOLE E LE SUE IDEE. TRA CUI LA CHIUSURA DI CORSO GARIBALDI. HA ESCLUSO DALLA GIUNTA ALCUNI CONSIGLIERI. HA DATO VOCE A CHI LO CONTESTAVA. MA GIA’ SI RITROVA CON LA MAGGIORANZA MENO FORTE.

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i certo durante la campagna elettorale non aveva scaldato i cuori dei brindisini. Del resto Mimmo Consales non è Vendola né somiglia a Emiliano: niente poesia, niente trasporto, niente eccessi. Ma non è neanche quel tipo che prima del voto, davanti alle telecamere, sembrava più un ragioniere che un candidato sindaco: sempre pronto a fare l’elenco dei problemi, con accanto le sue idee per risolverli o affrontarli. Mai una scossa, mai un’emozione. Ottenuta dai brindisini la fascia di primo cittadino, Consales è cambiato. Ha assunto più sicurezza, ha iniziato a parlare alla sua gente in maniera diversa. Più coinvolgente. I suoi primi tre atti da sindaco sono stati: una contestazione alla ditta che si occupa della manutenzione degli impianti sportivi, il blocco dei lavori su lungomare Regina Margherita (poi ripresi) e l’annuncio della riapertura di corso Garibaldi al

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traffico. Quest’ultima decisione, impopolare, o comunque non apprezzata da tutti, gli ha procurato la prima contestazione, arrivata proprio sul palco su cui era salito per festeggiare l’investitura a sindaco. È stato proprio in quel momento che si è avuta la conferma che il “Consales” ragioniere non c’era più. Il sindaco prima ha alzato la voce, poi ha chiamato sul palco uno dei suoi contestatori, per ascoltarne le idee e ribattere punto su punto. «Sono anni che non facciamo che riflettere, ora bisogna agire», ha gridato al microfono. In quel tardo pomeriggio del 12 maggio il primo cittadino ha raccolto gli applausi che fino a quel momento non aveva ancora ricevuto: calorosi e convinti, carichi di speranza. E provenienti anche da chi non lo aveva votato. In realtà i segnali evidenti della metamorfosi di Consales erano già arrivati cinque giorni prima, quando ha imposto ai partiti che lo sostengono di fare entrare in giunta quattro donne, e soprattutto di non mettere nell’esecutivo personaggi a lui sgraditi, seppure stra-votati.

Il segnale dunque era duplice: da una parte tentava di chiudere le porte del Palazzo a qualcuno, dall’altra le apriva anche a chi lo criticava. Sabato 19 maggio, ancora sul palco di piazza Vittoria, al sindaco è toccato gettare acqua sul fuoco delle polemiche e delle contestazioni, e alla gente ancora scossa dall’attentato alla scuola Morvillo-Falcone, e a quanti fischiavano Talucci e qualche politico e rappresentante istituzionale, Consales ha detto: «Non abbiamo bisogno di gesti di intolleranza. Dobbiamo rimanere uniti, perché tutti abbiamo il cuore a pezzi. E di fronte ai morti non si contesta». È seguita una settimana in giro per redazioni di trasmissioni che hanno come al solito condito la cronaca con la demagogia e le falsità, ma anche in questo caso Consales è piaciuto per come ha difeso la città dalle patacche del carrozzone mediatico. Se non fosse stato per l’autogol della moglie di Vito Gloria messa in giunta per far posto a Sel, la partenza del primo cittadino sarebbe stata perfetta. E invece, proprio a causa dello sgarbo fatto a Carmelo Palazzo


e al suo “Impegno sociale”, il primo cittadino rischia di dover lavorare con una maggioranza già divenuta meno solida. Che per ora (ma non si sa fino a quando) potrà contare sull’appoggio di Francesco Renna, il repubblicano non voluto in giunta. La formazione della giunta sembra aver scontentato qualche sostenitore del sindaco, che sperava

in una cooptazione “per competenza”. «Invece ci si è fermati alla conta dei voti e alla discriminante uomo-donna. In questo modo - dice un sostenitore della maggioranza che preferisce rimanere anonimo - Consales sarà costretto a fare gli straordinari, perché dovrà tenere d’occhio, o aiutare, qualche assessore inesperto che si ritrova in

giunta». Dalle prime schermaglie pare proprio di capire che per Mimmo Consales i problemi non verranno dall’opposizione, ma dalla sua stessa maggioranza. Lo stesso problema che, prima di lui, ha avuto Mennitti. E per tenere la barra dritta il sindaco sarà costretto a fare di testa sua. Senza concessioni. Ce la farà?

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BRINDISI NON HA PAURA

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QUANDO LA FANTASIA SEMBRA REALTÁ

Satirycon

ARRIVANO GLI PSICOLOGI!

SUPERMAX TEME SUPERMIMMO Il supereroe che governa la Provincia inizia a soffrire il protagonismo del sindaco. Soprattutto dopo averlo visto ospite di quella bella gnocca della D’Urso, In via De Leo subito allestito un Comitato di Crisi per prevenire un pericoloso calo di popolarità. Ecco le prime decisioni degli esperti

O

ra è ufficiale. Dopo le prime fughe di notizie, l’ufficio stampa della Provincia ha dovuto diramare un comunicato che conferma le voci circolate nelle toilette del PalaPentassuglia già durante i quarti di finale contro Ostuni. SuperMax attraversa un periodo di sconforto e tristezza. Si sente messo in secondo piano dai giornali e dalle tv locali, che ora hanno un nuovo Messia da inseguire, il sindaco Mimmo Consales, già ribattezzato SuperMimmo per il suo incredibile super-potere di governare la città e contemporaneamente essere presente h24 su Facebook. Fabiano Amati, capo della Protezione Civile pugliese, ha già provveduto a mandare in soccorso un pool di psicologi, per evitare che SuperMax, già preoccupato per la probabile chiusura del suo ente, possa cadere in un grave stato di depressione. Per evitare il tracollo, i più stretti collaboratori del patròn

hanno costituito un Comitato Anticrisi che ha già preso decisioni importanti per assicurare al Capo un futuro radioso. Eccole. Come sempre in esclusiva. 1) La guerra dei social network. Basta con tv e giornaletti locali. Ormai la battaglia si è spostata sul web. Lo staff del supereroe ha iniziato a chiedere l’amicizia su Facebook a tutti coloro i quali hanno osato essere amici di Consales e non di Ferrarese. Uno sgarbo istituzionale non da poco, di cui anche Bersani sarà presto informato. 2) Alzare il tiro. Se il sindaco è costretto ad occuparsi di cosucce locali, come la riapertura di corso Garibaldi, SuperMax volerà ancora più alto. Un giorno chiederà le dimissioni del ministro Cancellieri (ovviamente ottenendole), il giorno dopo inviterà i caschi blu dell’Onu ad occuparsi dell’ordine pubblico a Francavilla e Oria, e infine, per tenere sempre in caldo i suoi tifosi, chiederà l’iscrizione

della New Basket Brindisi al campionato Nba. 3) Comparsate in tv. «Se Mimmo va da Barbara D’Urso, io non posso continuare ad avere come interlocutori Baldacconi, Scotto e Saponaro, con tutto il bene che possa volere loro. Ora voglio il meglio della tv mondiali. Qui e subito». Lo staff si è subito messo al lavoro. La prossima settimana potremo vedere SuperMax su: a) TgUno, dove prenderà il posto di Paolini, cioé dietro i giornalisti collegati in diretta; 2) Cbs, ospite del David Letterman Show, con il celebre conduttore ansioso di rivolgere al Presidente qualche domanda sullo stato della guerra alle merendine; 3) Espn, ospite del programma Nba Tonight, dove ritirerà il premio che ogni anno viene assegnato alla società che dopo 25 acquisti sbagliati azzecca un americano eccezionale. 4) I post su Twitter e Facebook. Uno staff di giornalisti amici è stato messo al lavoro per fregare Consales sui social network. Se il sindaco alle 8 del mattino “posta” frasi del tipo “Buongiorno Brindisi”, gli uomini di Ferrarese qualche minuto prima scriveranno: “Buonanotte Italia, il vostro supereroe ha appena finito di lavorare”. www.brindisireport.it

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FOTO DI VITO MASSAGLI

GIBSON

JONATHAN


Satirycon

MIMMO CONSALES IL PRIMO SINDACO DI

FACEBOOKCITY Dorme con l’iPad sotto il cuscino. Appena sveglio augura “Buongiorno” alla città e pubblica un post: «Adesso Brindisi, come mi vesto?». Prima di ogni delibera chiede l’aiuto telefonico. E quando si scarica la batteria...

V

endola lo sfruttava bene, Emiliano pure, ma oggi il vero re di Facebook, dopo Zuck, è Mimmo Consales, al quale i medici del Perrino hanno riscontrato una forte dipendenza da social media, difficilmente guaribile in tempi brevi. Per raccontarvi la malattia contratta dal neo-sindaco, vi raccontiamo in esclusiva le sue ultime 24 ore. Ore 6.30. Mimmo si sveglia, accende l’iPad e annuncia ai suoi amici: «Sono sveglio». Poi manda un messaggio al profilo della moglie: «Buongiorno amore, la colazione è quasi pronta». Purtroppo la signora, non avendo le stesse abitudini del marito e alzandosi un po’ più tardi, troverà il caffelatte ghiacciato. Ore 7. Mimmo pubblica il secondo post: «Metto il vestito blu o quello grigio?». In dieci minuti riceve decine di messaggi dai suoi 5000 amici, che sembrano

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prediligere il blu istituzionale. Tra tanti messaggi di elogio e di lecchinaggio allo stato puro (del resto siamo pur sempre brindisini!) c’è anche qualche infiltrato del centrodestra, che redarguisce il sindaco: «Mettiti il vestito che vuoi, ma ricordati di cambiare le mutande». Ore 8. Mimmo sale le scale di Palazzo Nervegna e riprende la scena con il suo iPad, per mostrare alla città, in diretta, che a quell’ora il sindaco è già al lavoro. Ore 9. Inizia la riunione di giunta. All’ordine del giorno ci sono argomenti importanti, ma prima di decidere come comportarsi, Mimmo chiede aiuto ai suoi 5000 amici e lancia sondaggi su Facebook. Il vicesindaco Paola Baldassarre, che mostra di non gradire tutta questa attenzione ai social media, si inginocchia e inizia a pregare. Lino Luperti, che invita il primo cittadino a darsi una mossa, viene “segna-

lato” a Facebook e non potrà più chiedere amicizie per 15 giorni. Tutti gli altri assessori, per evitare simili rappresaglie, si adeguano e iniziano a chattare col primo che capita. Ore 11. L’iPad di Mimmo si blocca per cause inspiegabili. Il sindaco è colto da convulsioni. Un giornale locale grida al complotto e ipotizza si possa trattare di terrorismo informatico internazionale. Le tv di tutto il mondo fanno a gara a mandare in onda il fotogramma dell’iPad danneggiato di Consales. Per fortuna, dopo 40 minuti, l’allarme rientra: era la batteria scarica. Mimmo si riprende subito. Il direttore del giornale si scusa con i suoi lettori: «Siamo stati vittima di una fuga di notizie sbagliata». Ore 12. Mimmo pubblica un altro post di vitale importanza: «Cari cittadini, cosa pensate che debba mangiare oggi? Agnello o frittura di pesce?». Gli amici si scatenano ancora. Prevale l’agnello, ma Mimmo, non del tutto convinto, decide di utilizzare la possibilità di chiedere un aiuto telefonico. Chiama la moglie, e la signora lo gela: «Oggi ti toccano fave e cicoria. E anche fredde, come la colazione che ho fatto


stamattina». Il solito infiltrato del centrodestra, invece, chiude la lunga lista di post: «Mangia che cazzo vuoi, basta che ti ricordi che la città sta morendo di fame!». Ore 15. Mimmo pubblica sul suo profilo Facebook la canzone che ha appena ascoltato: «Non ti scordar mai di me», di Giusy Ferreri, ma dopo due minuti capisce di aver commesso un grosso errore, perché inizia a ricevere messaggi di tutti i tipi: «Ricordati che hai promesso di creare mille posti di lavoro». «Non ti scordare delle scuole brindisine». Il solito infiltrato del centrodestra scrive: «Mauro D’Attis non avrebbe mai ascoltato questa musica di merda!». Ore 16. Mimmo inizia la videochat con i cittadini, che viene trasmessa in diretta web a reti unificate su Brundisium, Puglia TV e sul profilo Facebook del primo cittadino. A BrindisiReport, per colpa degli ultimi 50 articoli critici di Vittorio Stamerra, viene consentito solo di trasmettere il tutto in differita di 24 ore. Per venire incontro alle esigenze dei più anziani, che ancora non usano le nuove tecnologie e dunque hanno difficoltà a dialogare col primo cittadino, Mimmo decide di approvare una

delibera d’urgenza: «Un iPad gratis, e un profilo Facebook, per tutti i brindisini over 60». Ore 17. Mario Monti telefona a Consales per comunicare la decisione di sbloccare subito 100 milioni di euro per le bonifiche alla zona industriale di Brindisi, ma in quel momento il sindaco sta chattando con un vecchio

amico di scuola che oggi risiede a Chicago. La sua segretaria, rammaricata, suggerisce al capo del governo: «Le conviene chiedere al sindaco l’amicizia su Facebook, magari le risponde prima». Ore 19. Mimmo conclude la lunga di giornata di lavoro con un post significativo: «Adesso Brindisi, dimmi che aperitivo devo

prendere al bar? Bianco o rosso?». In cinque minuti arrivano 300 messaggi. C’è però discordanza su quale bar preferire e se il sindaco debba mangiare o no le olive verdi che gli procurano la colite. Quanto al colore dell’apertivo, prevale il bianco, ma il solito infiltrato del centrodestra non ha dubbi: «Tanto lo sappiamo che alla fine sceglierai il rosso, comunista di merda!». Ore 19.30. Finito l’aperitivo, il primo cittadino riceve un sms dalla moglie: «Adesso Ritirati (a casa). Perché se no trovi fredda anche la cena». Un giornale scandalistico insinua dubbi sulla tenuta della coppia. Il circo mediatico si sposta sotto casa del primo cittadino. Una giornalista della Cnn intervista un vicino di casa dei coniugi Consales: «Stanno per separarsi, lo si capisce dal fatto che la signora da una settimana non innaffia le piante sul balcone». Consales, alle 22.30, è costretto ad intervenire con l’ennesimo post su Facebook: «Tranquilli, la cena era ottima. Quanto al dopo cena: Adesso (Brindisi), fatevi un po’ i cazzi vostri». (FM)

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GIOVANI LAVORO

PRINCIPI ATTIVI ECCO IL BANDO Finanziamenti a fondo perduto fino a 25mila euro, per nuove idee d’impresa presentate da giovani pugliesi. I termini scadono il prossimo 12 ottobre.

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opo una lunga attesa, nei giorni scorsi è stato presentato a Lecce, nel corso del Bollenti Spiriti Camp, il terzo bando del programma regionale per le politiche giovanili Bollenti Spiriti, “Principi Attivi 2012”, che incentiva progetti e attività giovanili nel campo della creatività, dell’innovazione, della solidarietà e dello sviluppo locale. “Prinicipi Attivi” porta in dotazione 4,1 milioni di euro che garantiranno finanziamenti a circa 165 progetti, ognuno ei quali sarà sostenuto con 25mila euro a fondo perduto. Al bando possono partecipare i maggiorenni e nati dal 1/1/1979 residenti in Puglia, che non abbiano già beneficiato dei fondi

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delle precedenti edizioni. Per poter partecipare alla selezione delle idee finanziabili bisognerà costituire gruppi informali di almeno 2 persone, e impegnarsi a costituire un nuovo soggetto giuridico se finanziati. Le idee dovranno riguardaNelle due precedenti edizioni di “Principi Attivi” la Regione Puglia ha investito 15 milioni di euro, coinvolto 10mila giovani, finanziato 610 progetti (l’80% dei quali, secondo un’indagine dell’Università di Bari, sono ancora operanti).

re tre ambiti: tutela e valorizzazione del territorio (sviluppo sostenibile, turismo, sviluppo urbano o rurale, tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, culturale ed artistico, ecc.); economia della conoscenza ed innovazione (nuove tecnologie, media comunicazione, innovazione di prodotto o di processo); inclusione sociale e cittadinanza attiva (qualità della vita, disabilità, antirazzismo, migranti, sport, pari opportunità, apprendimento, accesso al lavoro, impegno civile, legalità, ecc.). Le domande potranno essere presentate dal prossimo 18 giugno (www.bollentispiriti.regione.puglia. it) fino al 12 ottobre. Tra i progetti finanziati dai precedenti bandi nella nostra provincia figurano “I love Brindisi” (un portale web, un quindicinale e una rete attiva di cittadini e associazioni impegnati in ambiti ricreativi e ludico culturali) e “Intothebike” (progetto nato dalla passione comune per la bicicletta e dalla presa di coscienza che in questo momento storico le contingenze economiche e politiche globali e locali spingono verso uno sviluppo sostenibile, legato alla naturale vocazione turistica del territorio. L’idea era quella di realizzare una guida pratica per soddisfare tutte le esigenze del cicloturista, sia indigeno che forestiero, fornendo informazioni dettagliate sugli itinerari cicloturistici del territorio di Brindisi e provincia).


Satirycon: Sognando Altan IL 60% DEI BRINDISINI LA PROSSIMA ESTATE SALTERÁ LE VACANZE...

...L’ALTRO 40% HA DECISO CHE SMETTERÁ PERFINO DI SOGNARLE.

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TUTTO QUANTO FA CULTURA E LIFESTYLE

Coolture

TEATRO I LIBRI I SPETTACOLI I ARTE I MUSICA I MODA I MOTORI I TAVOLA I SPORT I SHOPPING

12-15 GIUGNO

REGATA VELICA BRINDISI-CORFÚ

Ritorna l’appuntamento con la regata internazionale, prova valida per il “Campionato Italiano Offshore FIV” e Regata del Circuito “Lombardini Cup”, VI° Campionato Zonale di Vela d’Altura. Questo il programma dell’evento: sabato 12 giugno, alle ore 19, cerimonia di presentazione; domenica 13, ore 13, partenza dalle acque del porto; martedì 15 alle 20.30, a Corfù, la premiazione degli equipaggi vincitori. www.brindisireport.it

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COOLTURE

di GIOVANNI MEMBOLA

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i deve all’impegno e alla perseveranza delle donne il recupero dell’antico convento di Santa Teresa e la sua efficiente fruizione come punto di riferimento culturale del territorio. Salvato negli anni Sessanta dall’ennesima e scellerata proposta di abbattimento dal determinante intervento dell’ing. Nerina Vivarelli Scarascia, è stato poi destinato a sede dell’Archivio di Stato di Brindisi su proposta dell’allora direttrice Vittoria Quarta Cerulo. L’antico convento fondato dai Carmelitani Scalzi nel XVII secolo, caratterizzato dall’ampio chiostro adiacente la chiesa di Santa Teresa, ha subito nei secoli una serie di trasformazioni e di destinazioni d’uso: l’intero complesso di architettura barocca fu edificato grazie alle donazioni dal sacerdote brindisino Francesco Monetta (1671), qui i padri Carmelitani Scalzi di Santa Teresa vissero e pregarono sino al 1863, quando il convento divenne caserma militare e come tale utilizzato per 99 anni. Tra il 1807 e il 1820 l’edificio fu anche adibito a sede della Sottintendenza e alloggio di soldati e operai impegnati nei lavori nel porto; più tardi alcuni locali furono usati dal Comune come scuole elementari femminili (sino al 1881) e, secondo

alcune fonti, qui si incontravano i componenti della setta carbonica della Concordia. Per adeguarlo a struttura militare furono realizzate una serie di opere come l’apertura dell’attuale ingresso, più ampio del precedente per permettere l’ingresso di mezzi militari. Nel febbraio del 1962 la caserma intitolata a Gabriele Manthonè fu dismessa e dell’ex convento non se ne fece nulla per circa trent’anni. L’abbandono e il pericoloso degrado fecero nascere l’idea di una possibile demolizione e riutilizzo dell’area come suolo edificabile, solo l’azione decisa di Nerina Vivarelli, ispettore onorario della Soprintendenza ai monumenti, bloccò ogni intento distruttivo e la struttura fu vincolata e dichiarata d’interesse storico ed artistico. Nel 1978 è la direttrice dell’Archivio di Stato Vittoria Quarta ad intervenire richiedendone l’utilizzo come sede dell’istituzione: dopo oltre dieci anni di lavori di restauro, finalmente nel 1990 avviene il trasferimento dell’ente presso questo prestigioso fabbricato. L’istituto in questi nuovi locali ha intensificato le proprie funzioni di acquisizione, tutela, conservazione e valorizzazione dei documenti di uffici dello Stato unitario e preunitario, di archivi notarili e di altri documenti di grande interesse storico. Le donne continuano ad essere le protagoniste autorevoli nella gestione dell’Archivio, depositario di circa 12.400 testi. Il dinamismo e la concretezza di queste professionalità, animate da indiscutibile passione, è riconosciuto ed apprezzato da tutti gli utenti dell’organismo sito in piazza Santa Teresa, a partire dai giovanissimi studenti che vengono guidati nelle attività dei laboratori didattici organiz-

zate nelle sale dell’Archivio. Oggi a dirigere l’istituto c’è Francesca Casamassima, che continua l’ottimo operato di chi l’ha preceduta, nell’ordine Marcella Guadalupi e Rosanna Savoia. Si occupano dell’attività promozionale, divulgativa, di ricerca delle fonti e della cura delle diverse pubblicazioni Elena Lenzi, Maria Ventricelli, Teresa Diviggiano, Cristina Grandieri, Anna Maria Spagnolo e Maria Carmela Fongaro. Lo staff è composto inoltre da Lucia D’Ippolito, Angela Paparella, Patrizia Della Martora, Rita Ninni, Maria Concetta Nardelli, Silvana Schito e Teresa Latini oltre agli altri colleghi del settore amministrativo dove resta consistente la presenza femminile.

La direttrice Francesca Casamassima (al centro, è la più alta) insieme alle colleghe dell’Archivio di Stato Sopra, il chiostro dell’ex Convento dei Carmelitani Scalzi.

TUTTE LE DONNE DELL’ARCHIVIO DI STATO

Ecco chi sono le protagoniste della buona amministrazione di un pezzo di storia locale.

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COOLTURE

È IN EDICOLA L’ALMANACCO 2012 Nel volume curato dalla Hobos, tutti gli eventi del 2011, e tutti gli atleti brindisini che hanno partecipato alle Olimpiadi.

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na tradizione che si rinnova. È in vendita da qualche giorno nelle maggiori edicole della città l’Almanacco 2012 di QuiBrindisi, edito dalla Hobos Comunicazione & Immagine. Come negli altri anni, anche l’edizione 2012 dell’Almanacco contiene una inedita ricerca storica per la nostra provincia. Tonia Marzo e Vittorio Bruno Stamerra, infatti, nell’anno delle Olimpiadi di Londra, hanno censito, tracciandone in parte anche la biografia sportiva, tutti gli atleti brindisini che hanno partecipato alle varie olimpiadi. Una ricerca non semplice, e forse neanche completa data la mancanza di qualsiasi documentazione ufficiale, resa possibile grazie al contributo del Coni di Brindisi, ma soprattutto ricorrendo alla memoria dei tanti appassiona-

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ti di sport interpellati. Il risultato è stato sorprendente: almeno una quindicina di atleti della provincia di Brindisi, a partire dai Giochi di Melbourne in Australia nel 1956 e sino a quelli di Pechino nel 2008, possono fregiarsi del titolo di olimpionico. Non è un dato di poco conto per una provincia che certamente non brilla ai vertici delle classifiche nazionali per pratica sportiva e dotazione di impianti. Più numerosi e qualificati anche i contributi che arricchiscono quest’anno l’Almanacco. Carlo Annese, che di Olimpiadi ne ha seguito ben cinque da inviato speciale del più importante quotidiano sportivo italiano, ha scritto di Sport e Mezzogiorno; Giorgio Goggi, docente al Politecnico di Milano, ha illustrato le linee del nuovo Pug della città di Brindisi; Vitantonio Gioia, dell’Università del Salento, ha scritto di ricerca e sviluppo; Giuseppe Acierno,

presidente del Distretto Regionale Aerospaziale, traccia il consuntivo di un anno di successi; Alessandra Amoruso, Responsabile della Parità, scrive della condizione della donna; Oronzo Martucci si sofferma sulla situazione politica dopo le dimissioni del sindaco Mennitti; Francesco Gioffredi analizza la condizione dell’economia; Massimiliano Iaia racconta il 2011 dello sport brindisino che, per basket e calcio, è tutto da dimenticare. L’Almanacco, che gode del patrocinio della Presidenza del Consiglio Regionale della Puglia e del Coni di Brindisi, in elegante veste grafica e stampato presso l’Italgrafica di Oria, è in vendita al prezzo di 5 euro a copia.


BRINDISI NON HA PAURA

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COOLTURE SPORT

TENUTE RUBINO SUCESSO MONDIALE Due medaglie d’oro per il Visellio 2008 e per il Saturnino 2011 al prestigioso Concorso Mondiale di Bruxelles. Medaglia d’argento, invece, per il Vermentino 2011

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on la Medaglia d’Oro al Visellio 2008 (Primitivo in purezza) e la seconda Medaglia d’Oro consecutiva per il Saturnino, Tenute Rubino è l’unica cantina a ricevere due medaglie di questo valore nell’ultima edizione Concours Mondial de Bruxelles. Riconoscimenti che, insieme alla Medaglia d’Argento al Vermentino 2011, ribadiscono la qualità e la stoffa di una produzione enologica che, negli anni, si è dimostrata capace di interpretare vitigni di tradizione come Negroamaro e Primitivo in modo innovativo, personale e convincente. “Premi così importanti - spiega Luigi Rubino (foto a destra) - rappresentano per noi una grandissima soddisfazione. Una conferma alla qualità di un lavoro orientato ad esprimere un’enologia rinnovata e moderna, capace di conquistare e convincere i

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consumatori e la critica di ogni parte del mondo”. Il Visellio 2008, Primitivo in purezza, è un autentico fuoriclasse, un vino

territoriale caldo e complesso, potente e di calda forza estrattiva, ampio ed etereo, splendida espressione di una enologia rinnovata e moderna che ha nella Storia le sue salde e sicure radici. Il Saturnino 2011, rosato da une di Negroamaro, è vino vivace e dinamico, dalla trama fine e leggera, incanta per la sua armonia, per la persistenza e per l’equilibrata e composta eleganza. Il Vermentino 2011, è un vino complesso, dotato di forte personalità, ricco e fascinoso, pulsante e dinamico, sorprendentemente espressivo, senza cedimenti, corroborato da un sublime finale ammandorlato.

LA BIRRA CON LE COZZE BRINDISINE La Mussels Pirate Stout è una birra scura in puro stile irlandese prodotta dal Microbirrificio NAFTA di Brindisi. Stile Stout, la Mussels è birra scura, gusto secco e amaro, con l’aroma che va dai sentori di liquirizia al caffè e il torrefatto ed un retrogusto salato. Le stout sono birre ad alta fermentazione, caratterizzate da un colore molto scuro e una tostatura molto marcata; in genere, la gradazione è relativamente bassa (nella Mussels 4,2°) e l’amaro intenso; l’aroma del luppolo è invece moderato, sovrastato da quelli tipici di salato e caffè. Nello specifico si tratta di una variante della classica oyster stout. Storicamente ci sono tracce dell’abbinamento tra stout e ostrichefin dal 1800, in alcuni scritti di Benjamin Disraeli. Nel 1929 ci fu il primo utilizzo delle ostriche nella produzione di birra, dapprima in Nuova Zelanda poi a Londra. Oggi il termine oyster stout indica sia una stout fermentata con una manciata di ostriche nei tini, oppure una bevanda che ben si accompagna ai molluschi. Nel caso della Mussels Pirate Stout si sostituisce il quantitativo di ostriche messo in infusione nei tini, con delle cozze veraci brindisine. E si termina il processo con una seconda fermentazione in bottiglia. Il risultato è di una piacevolezza al palato che risulta ben equilibrato con gli aromi classici.


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EDITORIALI

MAGAZZINI GENERALI Marcantonio Gallo Maledetti cellulari, ci hanno rovinato la vita.

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nche se il tempo ormai ci ha abituati a improvvisi balzi di temperature, e anche se ormai le stagioni non sono più le stesse, e si stava meglio quando si stava peggio, finalmente ci siamo lasciati alle spalle la brutta stagione, anche se poi in realtà brutta non lo è mai di continuo, almeno da queste parti. Prima ancora di conoscere la frase di un tale che dice “il tempo è un orologio senza lancette”, anni fa comprai un vecchio pendolo in cui niente indicava il passare delle ore, che tenevo vicino al letto. Bei tempi. All’epoca credevo che bastasse ignorare lo scorrere dei giorni per non rimanere intrappolato dal tempo che passa. Salvo un bruttissimo orologio regalatomi il giorno della cresima, e un altro che conservo per motivi affettivi, mi sono sempre rifiutato di portare al polso orologi. Ancora oggi arrivo tardi agli appuntamenti, o troppo presto, e ho smesso di chiedere in giro l’ora perché ormai i telefoni cellulari tuttofare, tra le infinite cose che sanno fare, indicano ahimè, ore, minuti e secondi in maniera precisissima. Ormai gli smartphone sono diventati necessari alle nostre esistenze, spesso mi domando come abbiamo fatto prima, barbari e selvaggi, ad avventurarci per le strade, isolati dalle nostre case, i nostri affetti, soli, in giro per il mondo, con al massimo

qualche gettone in tasca e poche e maleodoranti cabine telefoniche per chiamare casa. Ora, se siamo a casa, parliamo con chi sta fuori. Se siamo fuori, parliamo con chi sta a casa. Matematico. Al ristorante appoggiamo quasi sempre i nostri apparecchi ultramoderni sul tavolo, e continuiamo a fissarli anche durante la cena, come a volerli ipnotizzare. Non resistiamo molto, tra un primo e un secondo ci scappa una importantissima telefonata in cui la mamma ci informa che allora, si, il cane alla fine aveva proprio una spina nella zampa e che ora è tutto sotto controllo e non zoppica più. Altro neo dei super-cellulari: le suonerie. Spesso infantili, imbarazzanti, volgari: samba, heavy metal, ninnananna, qualsiasi cosa pur attirare gli sguardi sgomenti di chi ci gravita attorno. Che dire di quelli che durante una conversazione vis-a-vis rispondono al volo a una chiamata, o mentre parlano con te scrivono e inviano sms a raffica? Oppure di quelli che si attaccano al telefonino quando arriva il proprio turno in banca, o alla posta? Non parliamo delle scene di panico quando il cellulare, per qualche motivo, smette di funzionare o non c’è ricezione. Crisi esistenziali, sguardi attoniti, la vita ci appare

vuota, nessuno da chiamare, non ricordiamo a memoria nemmeno il nostro numero, figuriamoci. Per non dire quello che accade al cinema o a teatro: per logica sarebbe ovvio spegnerlo, ma non tutti lo fanno. Spento significa inerte, quindi niente messaggini, né aggiornamenti della pagina facebook, né giochi elettronici. Molto meglio silenziarlo soltanto, con una vibrazione che pare un frullatore quando entra in funzione, e quindi non rimanere isolati, il mondo è imprevedibile, potrebbe accadere di tutto mentre guardiamo un film o assistiamo ad una rappresentazione. E se richiama la mamma con gli ultimi aggiornamenti sul cane? marcantoniogallo@yahoo.it

Se smettono di funzionare si scatena il panico 38 TuttoBrindisi giugno 2012


BRINDISI NON HA PAURA

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HI-TECH

SMARTPHONE: AI BRINDISINI PIACE L’I-PHONE, MA... I giovani vanno pazzi per il melafonino, ma le vendite sono in calo. Forse perché a settembre arriverà nei negozi la nuova versione del gioiello di Cupertino.

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egli ultimi tempi è sempre più facile vedere tra le mani dei teenagers il telefono della mela e anche a Brindisi questo dato è confermato dalle vendite. Nonostante i prezzi elevatissimi, il gioiellino di Cupertino è il più venduto grazie al suo elegante design e alla semplicità nell’utilizzo. Le multifunzionalità dell’iOS 5, il sistema operativo adottato da Apple a partire dal 12 ottobre 2011, ha stravolto la vita delle persone e le applicazioni sviluppate sono sempre più sorprendenti in interattività e fantasia. Dopo uno strepitoso 65% nelle vendite nel mercato USA 2012, negli ultimi giorni i dati fanno notare una discontinuità con i primi 4 mesi di quest’anno. Pare che la Apple Inc. abbia diminuito di circa il 25% gli ordini di iPhone di quarta e quinta generazione, ossia 4 e 4S. Secondo un esperto analista, Shaw Wu, Apple non avrebbe diminuito il numero di richieste per problemi sul mercato, ma perché la casa di Cupertino è in procinto di lanciare il nuovo modello di iPhone. Si avvicina quindi l’attesissimo mese di settembre, che quasi certamente porterà al “lancio” dell’iphone 5. Qualche millimetro dietro è il sistema operativo Android,

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anch’esso con aggiornamenti costanti che hanno portato alla stabilizzazione degli applicativi. Samsung ha investito molto assieme all’OS di Google, il quale ha raccolto ultimamente numerosi consensi principalmente grazie alla sua facilità di interazione con qualsiasi computer o tv, spesso non garantita dall’iphone, parecchio “chiuso” e spesso limitato nell’Apple‐world. Senza dubbio si pone davanti a tutti l’appena uscito Samsung Galaxy S3. Schermo da 4.8 pollici, superprocessore quad-core da 1.4Ghz, Fotocamera 8 megapixel e intelligenza senza paragoni. Consente inoltre, mediante la rete wifi di casa, di inviare in diretta la schermata dello

smartphone a qualsiasi computer o dispositivo senza limiti e con pochi tocchi. Grazie all’app “Buddy Photo” questo smartphone riconosce i volti nelle fotografie scattate e li collega automaticamente ai contatti presenti in rubrica. Una infinità di piccole migliorie che vanno ad aggiungere mezza stella alle 4 del suo predecessore, l’S2. Come sappiamo il mercato tecnologico è impossibile da seguire, ma ci chiediamo: è possibile sostenere questo sviluppo tecnologico smisurato in un periodo di profonda crisi internazionale? E questi smartphone migliorano davvero le nostre giornate? Niccolò Lania


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COOLTURE

IL TEATRO DEL SOCIALE Si è concluso il laboratorio “Angeli Custodi”, riservato a 30 brindisini, alcuni dei quali diversamente abili. Un’esperienza indimenticabile, anche per la curatrice Sara Bevilacqua.

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i è concluso con successo il Laboratorio Teatro-Integrato “Angeli custodi”, curato da Sara Bevilacqua (Meridiani Perduti) con il sostegno dell’Is.P.E.Di.S del Comune di Brindisi e il Rotary Club Appia Antica. Avviato a Gennaio con trenta adulti normadotati e diversamente abili, ogni martedì pomeriggio presso la sede della Cooperativa Oltre l’Orizzonte si è svolto un interessante viaggio attraverso il teatro sociale, “cioè il teatro del diverso che si misura con se stesso e crea suggestioni, che va al di là della riabilitazione, che oltrepassa il limite del terapeutico per di-

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ventare realtà vissuta e consapevole” spiega Sara Bevilacqua. il teatro ha incontrato il disagio e lo ha tramutato in valore, ponendosi obiettivi che si situano a livello psicologico, educativo e di autorealizzazione. È stato un incontro vivo della comunicazione, dello sguardo, attraverso la corporeità e l’emozione: infatti il teatro sociale è fondamentalmente l’arte totale del corpo dell’attore insieme ad altri corpi, in un tripudio di emozioni nella piena ricerca dell’identità.

“La prima parte del lavoro ha come centro il campo emozionale - prosegue la nota attrice e registra teatrale - il significato profondo della comunicazione corporea, emozionale e razionale dell’essere umano, al di là delle differenze che lo caratterizzano, per essere consapevoli della diversità come valore profondo, mentre nella seconda parte si dà spazio ad esperienze vissute dei partecipanti persone normodotate e diversabili, persone cariche di stimoli, di potenzialità, che condividono i loro sogni e le loro speranze e attraverso le improvvisazioni creano microstorie”. Il linguaggio del Corpo e le Emozioni condivise sono state il collante fra i partecipanti, un’esperienza educativa che aiuta tutti a sentirsi «inclusi» a pieno titolo nella realtà di una società che sempre più ha bisogno della diversità per conoscere se stessa e per autorealizzarsi pienamente. (G.M.) Nella foto di Ida Santoro: Monica, una delle allieve del corso, mentre danza sotto il cielo blu.


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