Piano Quadriennale Anpas 19/22

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Piano /2022


indice “Una SFIDA per le Pubbliche Assistenze e la rete ANPAS”

3 Documento Unitario di Programma del presidente nazionale Fabrizio Pregliasco CONTRIBUTI SETTORI/FUNZIONI ANPAS

5 Adozioni internazionali -Luigi Negroni 7 9 10 12 13 15 17 18 19 20 20 21 22 23 24 27 28

Archivio - Maurizio Garotti Bilancio - Vincenzo Favale Comunicazione e immagine - Fabrizio Pregliasco Cooperazione internazionale -Luigi Negroni Essere Anpas - Serafino Montaldi Formazione - Lucia Coi Rapporti con il Forum del Terzo Settore - Ilario Moreschi Politiche europee - Fabrizio Pregliasco Politiche Giovanili - Stefano Sala Politiche del Lavoro - Carlo Castellucci Politiche di Raccolta Fondi - Pasquale Pastore Politiche Sociali e welfare - Carlo Castellucci Progettazione - Lamberto Cavallari Protezione Civile - Carmine Lizza Servizio Civile - Niccolò Mancini Sviluppo politiche sanitarie e emergenze sanitarie - Pasquale Pastore Tesseramento - Niccolò Mancini


Dare valore Una SFIDA per le Pubbliche Assistenze e per la rete ANPAS Documento unitario di programma del presidente nazionale Fabrizio Pregliasco

Le sfide verso le quali ci siamo confrontati nell’ultimo Congresso nazionale - partendo dalla mia relazione, le note dei settori, i documenti delle Assemblee regionali e il dibattito precongressuale per arrivare al documento finale approvato all’unanimità - ora sono di fronte a noi e dobbiamo cavalcarle. L’elemento che ricomprende molti degli altri è la definizione del ruolo di ANPAS come Rete nazionale, una sfida che era implicita nel tema congressuale “DARE VALORE”. Di fatto una rete nazionale lo siamo sempre stati sin dalla fondazione 115 anni fa; la riforma del Terzo settore ci assegna adesso ruoli più stringenti. Un aspetto propedeutico, che stiamo già approcciando, è la costruzione di uno standard di qualità per le pubbliche assistenze come disposto dall’ordine del giorno votato al Congresso per definire al meglio le caratteristiche delle Associazioni che appartengono, o vogliono aderire, al nostro Movimento quale ulteriore elemento caratterizzante oltre all’adesione al nostro Codice Etico. Trasparenza e correttezza dovranno essere il marchio distintivo di ANPAS e di tutte le sue Associate. Solo così si potrà andare a testa alta nelle nostre comunità e nelle Istituzioni per offrire il nostro capitale sociale al servizio del Paese. Etica, trasparenza e comunicazione sono infatti tra gli indicatori principali per realizzare una valutazione d’impatto sociale dell’attività delle nostre Associazioni e permetterci di individuare possibilità di sviluppo e crescita e soprattutto differenziare la nostra attività da quella di aziende che possono svolgere i nostri servizi. Solo così potremo dimostrare concretamente ai vari stakeholders istituzionali l’importanza di continuare ad essere presenti nelle nostre comunità. Per valore sociale si deve intendere un insieme di caratteristiche che distinguono i soggetti del terzo settore da altri soggetti attivi nelle

comunità territoriali (ad esempio le imprese, la pubblica amministrazione) e che potenzialmente ci rendono promotori della coesione sociale. Un’importante attività dovrà essere posta per realizzare una valutazione di impatto sociale finalizzata alla verifica degli effetti positivi o meno, previsti o non previsti dei nostri programmi o progetti nel lungo periodo, rispetto non solo ai beneficiari diretti ma anche al contesto territoriale di riferimento. Per poter effettuare una buona valutazione sarà necessario sia recuperare tutte le basi informative possibili sia, e soprattutto, coinvolgere i decisori, gli operatori e, dove possibile, i beneficiari nel processo valutativo. C’è una relazione tra l’identità e gli affidamenti dei servizi aspetto che interessa la maggior parte delle nostre Associate. Le organizzazioni di volontariato sono destinatarie di norme specifiche in materia di rapporti con gli enti pubblici. Tra queste, particolare rilievo hanno le norme sull’affidamento di servizi, che contribuiscono a configurare un sistema in cui le ODV costituiscono il partner “fiduciario” della pubblica amministrazione nella gestione e fornitura di servizi alla persona, inclusi i servizi sanitari. Al riguardo, il termine “affidamento” di servizi non è casuale, bensì sintomatico di una relazione speciale che si caratterizza per il comune obiettivo di ente affidante (la pubblica amministrazione) ed ente affidatario (le organizzazioni di volontariato). Il sistema degli affidamenti diretti e prioritari alle ODV nell’ambito dei servizi sanitari trova numerose giustificazioni teoriche di natura diversa e, sul versante giuridico, ha ricevuto definitiva legittimazione dal Decreto Leg.vo 117/2018, dalle pronunce della Corte di Cassazione e della Corte di Giustizia dell’Unione europea nelle sentenze del 2014, del 2016 e in una recente del 2019. A breve la Corte di Giustizia dovrà pronunciarsi

nuovamente su una questione sollevata direttamente da ANPAS che riguarda il nostro Paese. Il diritto europeo e le iniziative della Commissione europea infatti conoscono e riconoscono lo status speciale e il valore aggiunto delle organizzazioni di volontariato. Tuttavia in diverse occasioni, come la direttiva sugli appalti pubblici (direttiva 2014/24/UE), tale riconoscimento e, di fatto, l’esatta definizione di cosa debba essere riconosciuto, porta ancora ad una situazione di incertezza giuridica soprattutto nei casi in cui lo spirito della legge può essere chiaramente interpretato a favore delle organizzazioni di volontariato. Dovremo pertanto proseguire l’attività di lobby a livello europeo anche con gli amici di Samaritan International. Cruciale per ANPAS sarà portare avanti un confronto con le istituzioni per garantire la sostenibilità economica e l’autofinanziamento delle attività delle pubbliche assistenze, infatti il meccanismo del rimborso spese e delle rendicontazioni è molto eterogeneo e diverso da regione a regione. Sull’affidamento dei servizi al volontariato stiamo già lavorando con Misericordie e Croce Rossa ad uno studio scientifico di valutazione dei costi e delle modalità di affidamento con la FIASO (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere). Dobbiamo continuare a incidere sui Decreti Delegati della Riforma del Terzo Settore e vigilare sulla sua corretta applicazione nei territori, potenziando la relazione col Governo, col Parlamento e con la Conferenza delle Regioni: l’obiettivo è difendere il ruolo e la storia di servizio alle comunità delle nostre pubbliche assistenze. Nel corso dell’ultimo Congresso è stato aggiornato il nostro Statuto alle richieste dettate dalla Riforma. La proposta di modifica, approvata dai delegati delle pubbliche assistenze, PIANO QUADRIENNALE ANPAS 2019/2022 | 3


è stata il frutto di un lavoro condiviso su più livelli con una metodologia che evidenzia il lavoro di squadra e lo sforzo di condivisione attuato durante lo scorso mandato e che si vuole riproporre in questo nuovo mandato che vede l’innesto di nuove forze negli organi direttivi del movimento. Si tratta comunque di una prima manutenzione che dovrà vedere nel prossimo futuro ulteriori sviluppi ed evoluzioni compresa la revisione dei regolamenti, in conseguenza di alcune carenze riscontrate giustappunto nella fase elettorale, ma soprattutto del quadro complessivo che l’attuale situazione politica ci riserverà nel futuro. Lo sviluppo del movimento, tema cruciale per i Comitati regionali in crescita e per il Sud in particolare, è un impegno assunto collegialmente

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dalla Presidenza ma che richiederà uno sforzo corale di tutte le strutture ANPAS. Tra le tante sfide, questa è la più complessa. Alcune cose sono state fatte ma molte sono ancora le incognite insite in quello che sarà il ruolo di Rete Associativa Nazionale che la riforma ci prospetta. Ci sono diverse opportunità da cogliere presenti nelle varie note di settore che se realizzate rafforzeranno tutte le associate e in particolare quelle più fragili e/o che svolgono la loro attività in contesti socio ambientali difficili. Nelle note di settore, che completano e costituiscono il piano quadriennale 2019-2022, possiamo ritrovare una molteplicità di attività su più fronti. Di fatto abbiamo buttato la palla in avanti come nel football americano con il desiderio di recuperarla e rilanciarla

ancora più sino al touchdown. Il football è un gioco impegnativo e anche pericoloso, un gioco da affrontare con un approccio sfidante, la stessa attitudine che oggi il contesto esterno ci richiede. Ovviamente riferiremo al Consiglio nazionale gli stati di avanzamento delle attività e, nel caso, ripreciseremo gli obiettivi sulla base della reale evoluzione anche grazie al contributo che arriverà da Commissioni e Gruppi di Lavoro nazionali. Prendo in prestito quanto dichiarato durante una nostra iniziativa dal sociologo e nostro amico Andrea Volterrani: “Anpas portatore ufficiale di valore sociale” ed è con questa consapevolezza che procederemo nelle attività durante questo quadriennio.


Adozioni internazionali a cura di Luigi Negroni

BREVE INQUADRAMENTO DELLA SITUAZIONE ATTUALE Non si è fermato e si è anzi intensificato il calo globale delle adozioni internazionali. Anche in Italia, rispetto ai quasi 3000 bambini adottati entrati in Italia nel 2013, nel 2018 si sono registrati circa 1400 ingressi. Benché le motivazioni del calo siano molteplici, è innegabile che tra esse si registra anche una disaffezione verso l’istituto dell’adozione internazionale che deriva dall’allontanamento dalla cultura dell’accoglienza. Nonostante il calo nel numero di nuovi incarichi assunti da coppie aspiranti all’adozione, registrato in particolare nel 2016, nel triennio ANPAS ha mantenuto approssimativamente stabile il numero di procedure adottive concluse per anno. Tuttavia, di 14 paesi in cui è autorizzata ad operare, lavora attualmente soltanto con tre: Armenia, Costa Rica e Taiwan. Gli altri paesi, con cui ANPAS ha lavorato in passato ma che non sono attualmente attivi, sono fermi per motivi diversi che vanno dalle modifiche normative in corso (Senegal) alla chiusura delle procedure decisa per motivi politici (Mali, Kenya, Gambia) o dall’estremo rallentamento (Bulgaria, Sri Lanka) al blocco decretato da diverse Autorità Centrali occidentali (Nepal). Dei tre paesi attivi, Taiwan e Costa Rica sono entrambi stabili e affidabili, con modalità operative molto chiare e definite, mentre con l’Armenia si registrano delle criticità, sia per il numero molto ridotto di proposte di abbinamento sia per le modalità ancora non ben congegnate. In tutti e tre i paesi, comunque, i tempi di attesa per le coppie che portano a conclusione l’adozione sono ragionevoli (22 mesi dal conferimento dell’incarico all’ingresso del minore in Italia) ed anzi si collocano al di sotto delle medie nazionali. Nel 2018 è inoltre intervenuto un ulteriore fattore che ci ha indotto a mantenere basso il numero di nuovi incarichi: la Commissione adozioni

internazionali infatti, fra gli elementi di controllo sull’operatività degli enti che sottopone a verifica periodica, ritiene fondamentale accertare che non ci sia una discrepanza importante fra gli incarichi assunti e le procedure concluse. Il parametro mira ad assicurare che le coppie non debbano essere sottoposte a lunghi tempi d’attesa, ma è influenzato da vari elementi. Nel nostro caso, infatti, benchè i tre paesi attualmente attivi facciano registrare tempi d’attesa molto contenuti, sono presenti nei nostri elenchi anche coppie che attendono da anni un’adozione in Bulgaria a causa dei tempi di attesa molto lunghi di tale paese, determinando così medie elevate di permanenza in carico all’Ente. Proprio a causa dei lunghi tempi di attesa in Bulgaria si è resa necessaria una missione a Sofia con un incontro il 17 ottobre 2018 tra Anpas e l’Autorità Centrale per le adozioni per capire le motivazioni che determinano lunghe attese e per rafforzare la collaborazione. Questa missione ha avuto esito positivo tanto che negli ultimi mesi abbiamo ricevuto nuove proposte di abbinamento. Nel corso del triennio si è lavorato all’integrazione e aggiornamento delle istanze per l’operatività per le adozioni internazionali in due nuovi paesi (Ghana e Sud Africa) presentate nell’anno 2013 alla Commissione adozioni internazionali ma che non hanno a tutt’oggi avuto risposta.

ATTIVITÀ PREVISTE NEL QUADRIENNIO Coppie adottive È difficile fare delle stime attendibili sull’andamento del settore adozioni internazionali in quanto dipendente da numerosi fattori, determinati soprattutto dai Paesi Stranieri. Si ritiene però che l’attuale tendenza all’ingresso in adozione internazionale di bambini sempre più grandicelli e che

possono presentare, oltre al trauma dell’abbandono, anche problemi psicosanitari di piccola o media entità costituisca una tendenza ormai stabile. Si considera pertanto importante intensificare il lavoro con le coppie adottive che hanno incaricato ANPAS per essere seguite nel lungo e difficile percorso adottivo, per rafforzarne la preparazione, da un lato, ed offrire, dall’altro, un sostegno più strutturato nella fase successiva all’ingresso del bambino in famiglia. Si sta quindi lavorando ad una revisione del corso di formazione per le coppie, aggiornandolo alle situazioni attuali dei bambini che arrivano in adozione. Sarà inserita nel corso formativo, finora tenuto da assistenti sociali e psicologhe, anche una lezione svolta da due medici, un pediatra e un medico di pronto soccorso, che conoscono il mondo delle adozioni internazionali e che hanno esperienza in questo genere di corsi. E’ in corso di revisione anche la modalità di assistenza alle famiglie che hanno già terminato l’iter adottivo. Aldilà del monitoraggio post adottivo richiesto dal paese di origine del minore, si impone infatti con sempre maggior frequenza la necessità di un sostegno alla genitorialità adottiva. A questo scopo si ritiene di mettere a disposizione delle nuove famiglie un pacchetto di ulteriori 5 incontri con le figure professionali, che la coppia potrà attivare nel momento in cui ne rilevi la necessità, per avere un sostegno all’inserimento del bambino se e quando è richiesto. Attività di rete L’obiettivo del Settore adozioni internazionali nel prossimo quadriennio sarà necessariamente diretto al consolidamento e al rafforzamento della collaborazione con i Paesi in cui già opera, ma anche ad intensificare la costruzione di una rete con gli altri Enti autorizzati al fine di promuovere modalità di

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lavoro collaborative con la Commissione Adozioni Internazionali, auspicando che si possa ritrovare una condivisione di obiettivi che consenta di lavorare al rafforzamento e all’ampliamento della cultura dell’accoglienza, per riavvicinare le coppie all’adozione internazionale, definire piani strategici condivisibili per l’apertura e la gestione dei canali esteri, per la promozione di procedure adottive ben seguite e trasparenti e la realizzazione di interventi di cooperazione mirati alla tutela dell’infanzia nei paesi di origine.

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Cooperazione e nuovi paesi Dopo numerosi solleciti alla CAI sulla necessità di rifinanziare il bando sui progetti di sussidiarietà finalmente sono arrivate le risorse che ne permetteranno la pubblicazione entro il 2019 consentendo così agli Enti di svolgere attività a favore dei bambini che non possono avvalersi dell’istituto dell’adozione internazionale e di sostenere le famiglie in difficoltà riducendo così il rischio di abbandoni dei minori.

Nonostante si sia ancora in attesa di risposta a due istanze di ampliamento per i paesi stranieri ove Anpas può operare presentate nel 2013, si stanno studiando altre possibilità di ampliamento da presentare nelle prossime finestre annuali.


Archivio a cura di Maurizio Garotti BREVE INQUADRAMENTO DELLA SITUAZIONE ATTUALE L’Archivio di Anpas svolge oggi appieno il ruolo riconosciutogli dalla Soprintendenza Archivistica per la Toscana come “fonte di primaria importanza per lo studio dell’associazionismo di pubblica assistenza in Italia” e, aggiungerei, di tutta la storia del volontariato in Italia dell’ultimo secolo, come ampiamente dimostrato sia dal libro di Fulvio Conti “I volontari del Soccorso”, sia dal recente libro di Francesco Vegni “Oltre la solidarietà” costruito interamente attraverso lo studio dei documenti conservati in archivio. Dopo un percorso fatto di piccole azioni, ad oltre 10 anni dalla prime iniziative volte a tutelare l’archivio in quanto custode della storia del movimento, oggi siamo difronte ad una realtà che il 53° Congresso Nazionale ha ampiamente riconosciuto in quanto “ha permesso di unire la produzione di buona comunicazione con la promozione della cultura sul volontariato di pubblica assistenza” e, inoltre, entrando a pieno titolo nello Statuto Nazionale che all’art. 3 (finalità e attività) e all’art. 14 (patrimonio), ha sancito l’importanza di continuare l’opera di tutela e valorizzazione del complesso documentale istituzionalizzandone l’attività e definitivamente acquisendo la storia di Anpas (e quindi i suoi documenti), come patrimonio inalienabile del movimento. In questo momento, la sezione Storica del nostro archivio ha una situazione cristallizzata e protetta, in cui l’unica criticità è l’interruzione dell’indice on-line* unilateralmente decisa del Cesvot (Centro Servizi Volontariato della Toscana); per quanto riguarda l’archivio di deposito sono da riordinare *Per comodità lo definiamo indice on line, ma in realtà si tratta di un elenco di consistenza che è uno strumento di descrizione primario d’archivio necessario per individuare, in poco tempo, l’entità del fondo archivistico; esso riporta una descrizione schematica

e sistemare alcune serie archivistiche, meglio specificate nelle attività per il quadriennio, che a tempo debito saranno poi riversate nella sezione storica; l’acquisto di specifici armadi già sistemati nel sottotetto, renderà più agevole e sicura la conservazione della documentazione di deposito. Tutt’altro discorso e attenzione deve essere riservata all’archivio corrente, in quanto dopo l’adozione definitiva del titolario di classificazione avvenuta nell’anno 2018 (dopo una prima stesura e sperimentazione dell’anno 2016), siamo nella fase di assestamento e riorganizzazione.

ATTIVITÀ PREVISTE NEL QUADRIENNIO Nell’analizzare le attività previste nel quadriennio, è opportuno tenere presente che una parte degli interventi programmati dovranno essere portanti a compimento in sinergia con il Comitato Anpas Toscana e, nel prosieguo delle attività di valorizzazione e promozione degli archivi, con le Pubbliche Assistenze (centenarie e non) presenti sul territorio nazionale. Difatti, la riattivazione dell’indice on line dell’Archivio Storico è un’azione necessaria ed imprescindibile al fine di ridare a studiosi, volontari o chiunque sia interessato a consultare i documenti storici di Anpas, uno strumento indispensabile; si tenga in considerazione che la riattivazione della base dati coinvolge oltre ad ANPAS Nazionale e ANPAS Toscana, altre otto PPAA toscane che hanno deciso di tutelare il loro patrimonio documentale, pertanto non potrà che essere portata a compimento con una collaborazione attiva tra Anpas

nella quale si riportano alcuni dati fondamentali delle unità d’archivio. Per ogni unità archivistica o per ciascuna serie sono riportati elementi come: numeri progressivi, segnature archivistiche, titoli, quantità di documenti appartenenti all’insieme descritto (la consistenza, appunto), la

tipologia di documenti e le indicazioni cronologiche.L’elenco di consistenza può essere impiegato anche come un inventario sommario d’archivio, altro strumento di corredo primario il cui scopo è rendere intellegibile e fruibile il contenuto di un fondo archivistico. Ciò è possibile,

Nazionale e Comitato Anpas Toscana. Per comodità lo definiamo indice on line, ma in realtà si tratta di un elenco di consistenza che è uno strumento di descrizione primario d’archivio necessario per individuare, in poco tempo, l’entità del fondo archivistico; esso riporta una descrizione schematica nella quale si riportano alcuni dati fondamentali delle unità d’archivio. Per ogni unità archivistica o per ciascuna serie sono riportati elementi come: numeri progressivi, segnature archivistiche, titoli, quantità di documenti appartenenti all’insieme descritto (la consistenza, appunto), la tipologia di documenti e le indicazioni cronologiche. L’elenco di consistenza può essere impiegato anche come un inventario sommario d’archivio, altro strumento di corredo primario il cui scopo è rendere intellegibile e fruibile il contenuto di un fondo archivistico. Ciò è possibile, soprattutto, nel momento in cui l’elenco di consistenza non si limiti allo schema descrittivo dei fondi, ma sia corredato da un’introduzione comprensiva della storia dell’ente produttore e dalla metodologia adottata nell’ordinamento e nell’inventarizzazione che è, per l’appunto, quello che corredava l’archivio storico di Anpas. È palese che un tale strumento è indispensabile per studiosi o per chiunque voglia approcciarsi ad un archivio. Le azioni di collaborazione di Anpas Nazionale e Anpas Toscana che hanno i loro archivi storici conservati nello stesso luogo e condividono la medesima base dati pur nella naturale, ovvia e riconoscibile separazione dei due archivi, si dovrà sviluppare nel corso del prossimo quadriennio con eventi formativi indirizzati a volontari e dirigenti di Pubbliche Assistenze, attraverso la creazione di eventi che portino alla luce parte della storia di Anpas con la fruizione

soprattutto, nel momento in cui l’elenco di consistenza non si limiti allo schema descrittivo dei fondi, ma sia corredato da un’introduzione comprensiva della storia dell’ente produttore e dalla metodologia adottata nell’ordinamento e nell’inventarizzazione che è, per l’appunto, quello che

corredava l’archivio storico di Anpas. È palese che un tale strumento è indispensabile per studiosi o per chiunque voglia approcciarsi ad un archivio.

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online dei documenti, con laboratori di scrittura (storytelling), con esposizioni pubbliche (con preventiva selezione della documentazione di maggiore interesse), nonché con la possibilità di rintracciare documenti conservati nelle Pubbliche Assistenze centenarie che possano colmare le mancanze negli archivi di Anpas Nazionale e Anpas Toscana. Altra e importante azione di valorizzazione e promozione della documentazione d’archivio, sarà quella di una ricerca storica sulla protezione civile dal 1945 ad oggi, sia nell’archivio di Anpas Nazionale, sia nell’archivio di Anpas Toscana e delle Pubbliche Assistenze e con interviste ai protagonisti ancora in vita dei vari eventi di protezione civile successi negli anni, con una pubblicazione da presentare al 54° Congresso Nazionale. Azioni che dovranno essere portate a compimento solo da Anpas Nazionale, riguardano la sistemazione dell’archivio di deposito nei nuovi armadi posti nel sottotetto; la sistemazione delle serie archivistiche di deposito relative al Servizio Civile Nazionale anni 2007-2008; sistemazione delle serie archivistiche di deposito relative alla gestione dell’emergenze Terremoto in Emilia e Centro Italia; sistemazione

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e digitalizzazione del patrimonio fotografico e di immagini video, da conservare in un apposito archivio raggiungibile on line. Maggiore e più approfondita attenzione, dovrà essere data all’archivio corrente, con un ampliamento dell’uso del gestionale attualmente impiegato per il protocollo d’ufficio, con un suo utilizzo che ne sfrutti le varie possibilità quali, ad esempio, quella di essere raggiungibile on line a vari livelli di accesso e la sua integrabilità nella piattaforma BAD. Inoltre, dovranno essere dedicate risorse alla formazione del personale dipendente al fine di consolidare le procedure informatiche e di gestione documentale, che rendano i documenti contemporanei immediatamente eseguibili dal punto di vista amministrativo, ma anche naturalmente pronti a vivere la loro vita con i successivi passaggi all’archivio di deposito e poi all’archivio storico. Necessario sarà dotarsi per l’ufficio di Anpas Nazionale di personale totalmente dedicato alla gestione documentale e alla tenuta dell’archivio.

AZIONI DI MONITORAGGIO E VERIFICA SULLA REALIZZAZIONE DELLE SINGOLE ATTIVITÀ Le azioni di monitoraggio saranno sviluppate attraverso riunioni periodiche con il personale dell’Ufficio per quanto attiene la gestione corrente e di deposito dell’Archivio, mentre per la parte storica ci si confronterà con il personale esterno che da anni lavora al riordino dei documenti storici. Ulteriore azione di monitoraggio sarà necessaria con i componenti della Direzione Nazionale per l’organizzazione documentale del loro settore Importante sarà un confronto con i dirigenti e il personale di Anpas Toscana per le azioni in comune previste.

EVENTUALE RICHIAMO AD ULTERIORI DOCUMENTI ELABORATI DAL SETTORE Si rimanda alle note di settore presentate al 53° Congresso, nonché al documento finale del medesimo congresso. Altresì si rimanda alla note di settore dei precedenti congressi e ai Bilanci sociali che si sono susseguiti dal 2009 ad oggi.


Bilancio a cura di Vincenzo Favale

BREVE INQUADRAMENTO DELLA SITUAZIONE ATTUALE La funzione di “responsabile al bilancio” non ha mai definito propri impegni finanziari per le deleghe attribuite dalla Direzione Nazionale. Si ritiene che, con l’introduzione del d.lgs 117/2017 Codice Terzo Settore, anche questa funzione debba programmare i propri impegni per i compiti attribuiti alle Reti Nazionali e, in particolare, alle Organizzazioni di Volontariato. Gli ambiti nei quali può essere effettuata una programmazione sono: 1. Compiti previsti dal Codice del Terzo Settore 2. Compiti attribuiti alle Reti Nazionali 3. Attività organizzative interne

ATTIVITÀ PREVISTE NEL QUADRIENNIO Compiti previsti dal Codice del Terzo Settore REVISIONE CONTABILE. Secondo l’art.31 del CTS Anpas deve nominare una società di revisione o un revisore legale dei conti iscritti nell’apposito registro. Il revisore legale dovrà effettuare verifiche periodiche per accertare la corretta tenuta della contabilità. PREDISPOSIZIONE BILANCIO ECONOMICO. L’art.13 del CTS prevede che le associazioni che superano determinati limiti, come Anpas, debbano redigere obbligatoriamente il bilancio in conformità alla modulistica definita con decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sentito il consiglio nazionale del terzo settore. Una volta emanato il decreto, sarà necessario effettuare una formazione interna e adeguare il software di contabilità. PREDISPOSIZIONE BILANCIO SOCIALE. L’art.14 del CTS prevede che Anpas debba obbligatoriamente depositare il bilancio sociale presso il RUN; il bilancio sociale dovrà essere redatto secondo

linee guida adottate con decreto del Ministero del Lavoro. MONITORAGGIO E CONTROLLO. L’art.41 del CTS prevede che le reti associative nazionali possano esercitare attività di monitoraggio delle attività degli enti ad esse associate, predisponendo una relazione annuale al Consiglio nazionale del Terzo Settore, oltre che attività di promozione e sviluppo delle attività di controllo, anche sotto forma di autocontrollo e di assistenza tecnica nei confronto degli enti associati. Al momento non è possibile indicare con precisione quali possano essere queste attività, ma potrebbero comprendere anche alcune attività amministrative e contabili. GESTIONE CONTRIBUTI SU BENI STRUMENTALI RICHIESTE DALLE PUBBLICHE ASSISTENZE. Ad Anpas è stato assegnato dal 2018 il compito, come rete nazionale, di effettuare la raccolta delle domande per i contributi su beni strumentali che precedentemente era svolto direttamente dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L’attività consiste nell’assistere le associazioni nella fase di redazione della domanda, controllare le domande inviate, raccogliere eventuali integrazioni, trasmettere al Ministero l’elenco delle fatture corrette e successivamente liquidare i contributi assegnati dal Ministero alle Pubbliche Assistenze. Si prevede inoltre di continuare la proficua collaborazione con lo stesso Ministero e le altre reti associative nazionali per migliorare ulteriormente le linee guida e la modulistica.

interassociativi zonali. Le attività di formazione e informazione potranno essere sviluppate anche con consulenti e tecnici.

ATTIVITÀ ORGANIZZATIVE INTERNE REVISIONE QUOTE SOCIALI. La Direzione e il Consiglio Nazionale Anpas potrebbero richiedere un’attività di revisione delle attuali regole di definizione delle quote sociali, attualmente calcolate sulla base dei dati dimensionali delle associazioni. L’attività potrebbe prevedere la costituzione di un piccolo gruppo di lavoro della Direzione nazionale che presenterà alla Conferenza dei Presidenti Regionali e della Direzione nazionale del 7 luglio 2019, una prima proposta di lavoro. PROCEDURA ORGANIZZATIVA PER DEFINIZIONE PREVENTIVO. Attualmente non è previsto un protocollo operativo per definire il preventivo e il suo monitoraggio. Si ritiene utile effettuare una proposta nel 2019 che potrebbe essere applicata per la stesura del preventivo 2020. CENSIMENTO PATRIMONIO MOBILIARE. Il patrimonio mobiliare di Anpas, composto da attrezzature, macchine, strumenti informatici e altri beni potrebbe essere meglio censito attraverso una etichettatura identificativa raccordata con il libro cespiti. L’attività di censimento potrebbe essere avviata nel 2020.

FORMAZIONE E SUPPORTO PER BILANCIO A PUBBLICHE ASSISTENZE E COMITATI REGIONALI. Le linee guida di prossima emanazione prevedono la revisione dei formati del bilancio economico e sociale degli Enti del Terzo Settore. Anpas potrà svolgere, come previsto dal CTS, un’attività di supporto e consulenza alle Pubbliche Assistenze definendo delle proprie linee guide interne ed effettuando incontri PIANO QUADRIENNALE ANPAS 2019/2022 | 9


Comunicazione e immagine a cura di Fabrizio Pregliasco

LA SITUAZIONE ATTUALE A distanza di alcuni anni dalla nascita della funzione è necessario fare il punto della situazione e rilanciarne l’attività in quanto questi aspetti rivestono una cruciale importanza per lo sviluppo del movimento e il suo posizionamento all’esterno verso i nostri stakeholders pubblici e privati. Il processo che era stato inaugurato con la nascita della funzione e che aveva portato a un progressivo riscontro sia a livello strutturale-organizzativo, sia per l’avvio e la crescita di un processo culturale al suo interno, sia contemporaneamente attraverso al riconoscimento dall’esterno ora si è un po’ sopito. In questo momento l’efficacia comunicativa di Anpas è indebolita da: dispersione dei contenuti a beneficio di singoli e a scapito dell’organizzazione, mancata condivisione di una strategia complessiva di comunicazione non allineata con un eccesso di personalismi e in alcuni casi è stata preferita la visibilità alla comunicazione, necessità di coordinamento tra i percorsi avviati all’interno delle campagne di comunicazioni con le istituzioni (es. campagna Io non rischio, necessità di valorizzazione di esperienze gemmate da Anpas (ultimo il progetto Digito ergo sumus), necessità di condividere l’immagine generale proposta da Anpas e i prodotti di merchandising. Tutto questo mentre il contesto incrementava in maniera esponenziale la capacità di generare contenuti, con qualità sempre crescente, in tempo reale, con il conseguente flusso di comunicazione ininterrotto. Ciò nonostante negli anni è comunque proseguito il processo di strutturazione della comunicazione di Anpas intesa ancora come processo culturale e finalizzato alla diffusione dei valori, delle attività, del marchio e della mission di Anpas: è stata creata una rete di comunicatori alla quale è stata anche fornita l’attrezzatura per poter realizzare contenuti, sono stati prodotti documenti, policy e strumenti ad hoc per la rete di comunicazione, è stato dato supporto alle singole 12 |ANPAS

associazioni, sono stati prodotti comunque contenuti di qualità (mostra itinerante e documentari), variandoli a seconda dei canali, è continuato il processo di definizione e affinamento su grafica, video, visual, foto, media, social, stampa. Sulla comunicazione dell’emergenza Anpas ha dimostrato che il lavoro di formazione fatto in precedenza, e in parte anche grazie ad una cascata formativa, ha permesso di individuare singoli comunicatori sul territorio. Anpas resta presente con un flusso costante e continuativo sui principali social network: è stata tra le prime organizzazioni a intravedere in instagram le potenzialità di un social funzionale ad una strategia di comunicazione che già mirava, prima della nascita del social, alla qualità dell’immagine e alla condivisione di immagini). Usa i social network in modo consapevole (la prima organizzazione a dotarsi di policy interne o esterne o la prima organizzazione a usare twitter per persone non vedenti). Negli anni è proseguito il lavoro sull’immagine condivisa. Si è attestata tra i media come fonte attendibile sia per quanto riguarda la comunicazione in emergenza, sia per portare avanti battaglie sociali.

ATTIVITÀ PREVISTE NEL QUADRIENNIO Importante sarà quindi governare i processi che riguardano la comunicazione (dalla formazione all’interlocuzione con i singoli settori). Una comunicazione che sia leva e non più solo funzione secondaria o un mero servizio. Una ridefinizione organizzativa della funzione comunicazione (intesa come attività di comunicazione e non di segreteria organizzativa) e un necessario chiarimento all’interno dell’organizzazione su quelle che sono le competenze e gli ambiti di azione all’interno della struttura e

all’interno della rete dei comunicatori per valorizzare competenze e esperienze. Il tutto sarà necessario poi finalizzarlo ad una strategia che deve necessariamente rivedere, in modo condiviso, linguaggi, canali, contenuti e gli strumenti rispetto agli obiettivi di Anpas con una maggiore autonomia, quantomeno dal punto di vista strategico della comunicazione. RINNOVAMENTO DELLA STRUTTURA DI COMUNICAZIONE. Nel quadriennio sarà necessario trovare risorse per allargare la struttura per rendere piùincisiva la nostra attività comunicativa e per coprire con video e foto quelli che sono gli eventi principali dell’anno (Meeting, Reas, Torneo Sanitario, convegni, assemblea). Questo sarà fondamentale per garantire il flusso e il monitoraggio fatto in questi anni dalla comunicazione. Per quanto riguarda la rete quella che è la redazione diffusa potrà essere un elemento che contribuirà a garantire un flusso continuo di comunicazione, non disperderà i contenuti e rafforzerà la rete anche attraverso azioni come un tavolo permanente della rete dei comunicatori e comunicatrici Anpas (volontari e personale dipendente). Sempre a livello strutturale sarà necessario stabilire una strategia condivisa riguardo alla comunicazione dei singoli comitati e dei singoli dirigenti con apposite policy e, in alcuni casi, regole più rigide di pubblicazione. DEFINIZIONE DEGLI AMBITI DI AZIONE, A LIVELLO ORGANIZZATIVO DELLA FUNZIONE COMUNICAZIONE. Sarà necessaria una definizione di quelli che sono ambiti, compiti e attività della comunicazione e quelli che riguardano i singoli settori e delle funzioni. In particolare per tutte quelle attività che riguardano il coordinamento interno e informazioni di natura organizzativa che attraverso altre piattaforme (che non siano sito o social) hanno necessariamente bisogno di una strutturazione diversa dai processi lavorativi che riguardano la comunicazione (si segnalano piattaforme come https://www.


egnyte.com/ o https://www.stanza. co/ per la condivisione del calendario, o una newsletter organizzativa giornaliera). FORMAZIONE. Saranno necessarie, all’interno dei vari percorsi formativi, attività che contemplino e coinvolgano la comunicazione intesa come un’attività specifica, che prevede competenze ben precise e che risponda ad una visione strategica dell’attività stessa: corsi specifici quindi per dipendenti e volontari appartenenti alla rete. Contemporaneamente sarà fondamentale un percorso formativo strutturato per dirigenti, dipendenti, comitati sia per quanto riguarda l’uso delle policy, sia per quanto riguarda la capacità di generare contenuti e fornirli alla rete dei comunicatori. ORGANIZZAZIONE DEI CONTENUTI E DEI MATERIALI SU CLOUD. Necessaria è la definizione di uno spazio per video e foto su cloud appositamente dedicato alla comunicazione Anpas per facilitare l’uso dei contenuti all’interno della rete. AGGIORNAMENTI. Necessaria sarà la revisione del sito come obiettivo del quadriennio per valorizzare al meglio la produzione dei contenuti. Per quanto riguarda i social sarà auspicabile l’apertura di almeno una pagina in inglese. Da aggiornare anche linee di stile, immagine coordinata e policy

rispetto a quelle che sono le esigenze contingenti. CONTENUTI. Dal podcast audio a contenuti visual (magari seriali) per piattaforme over-the-top (OTT) ad una newsletter meno strutturata di quella attuale e che non si rivolga all’interno dell’organizzazione ma al suo esterno: sarà importante per Anpas avviare percorsi che riguardino non solo l’organizzazione. Una produzione di narrazioni e linguaggi che rendano possibile una maggiore diffusione del marchio. Oggi Anpas può realizzare contenuti e format per canali che investono in comunicazione e che contemporaneamente possano dar rilevanza ad Anpas su scala internazionale. MARCHIO. Sarà importante, ai fini della riconoscibilità del marchio, la creazione di una compagna di comunicazione nazionale che metta al centro il marchio Anpas, una campagna visual a diffusione nazionale. Fondamentali anche campagne specifiche riguardanti le pubbliche assistenze Anpas (es. 5 x 1000) nonché una serie di iniziative per la protezione del marchio. IMMAGINE. Su questo versante si dovrà finalizzare un lavoro già in corso riguardante diversi aspetti per un’immagine coordinata per i social network, poster e volantini, per il cinque

per mille e per i corsi di formazione, ecc nonché sulla livrea ANPAS delle varie tipologie di mezzi delle Pubbliche Assistenze. Un importante lavoro riguarderà altresì le divise di ANPAS per le varie attività dei volontari tenendo conto degli aspetti antinfortunistici (esempio classe 3 EN471 per lavori su strade ad alto scorrimento) ma anche per funzioni diverse (protezione civile, rappresentanza, linee per il tempo libero, ecc).

AZIONI DI MONITORAGGIO E VERIFICA SULLA REALIZZAZIONE DELLE SINGOLE ATTIVITÀ Realizzazione delle attività previste nel quadriennio.

EVENTUALE RICHIAMO AD ULTERIORI DOCUMENTI ELABORATI DAL SETTORE (VEDI PER ESEMPIO IL PIANO OFFERTA FORMATIVA POF) E/O REGOLAMENTI NAZIONALI SPECIFICI GIÀ ESISTENTI Revisioni policy social, libro di stile, immagine coordinata.

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Cooperazione internazionale a cura di Luigi Negroni

BREVE INQUADRAMENTO DELLA SITUAZIONE ATTUALE Gli interventi di cooperazione intrapresi, pianificati e realizzati nel precedente quadriennio sono stati portati avanti con attenzione agli obiettivi a suo tempo definiti: impegno privilegiato verso progetti che mettessero in campo le competenze specifiche di ANPAS e con maggiore coinvolgimento dei volontari, sviluppo della comunicazione del settore e attivazione di raccolte fondi in parallelo all’adesione a bandi. Non si sono pienamente raggiunti gli obiettivi, ma si sono registrati alcuni significativi passi avanti: la raccolta fondi attivata successivamente al terremoto in Nepal ha permesso di raccogliere quasi 40.000 euro e consentito la realizzazione di interventi in favore di minori vulnerabili, mentre si è di recente concluso in Mali un microprogetto di sostegno agli istituti per l’infanzia finanziato interamente attraverso donazioni private e con un consistente contributo raccolto da una pubblica assistenza. Sempre in Nepal, il Progetto Feels Like Home concluso nel 2018 ha visto il coinvolgimento dei comitati regionali nella selezione di volontari formatori incaricati di svolgere i corsi di formazione rivolti agli operatori e ai bambini degli istituti per l’infanzia nel corso di una missione a Kathmandù. Rispondendo all’esigenza di maggior preparazione per i volontari coinvolti nelle attività di cooperazione, questo intervento ha anche previsto specifici incontri informativi/formativi rivolti ai volontari selezionati riguardo alla realtà del paese di intervento e sul ruolo di ANPAS nella cooperazione internazionale. Si è anche provveduto ad incentivare, come da indicazioni del precedente piano quadriennale e in questo caso con risultati molto soddisfacenti, la ridestinazione in paesi in via di sviluppo di ambulanze usate e altri mezzi e presidi dismessi, attraverso il Progetto permanente New Life. Nel corso del triennio, grazie alla collaborazione tra il nazionale e associazioni ANPAS in Abruzzo, Liguria, Toscana e Piemonte, è stato inviato un defibrillatore in Mali e ambulanze dismesse in Gambia, 12 |ANPAS

Ghana, Armenia, Mali, Burkina Faso, Senegal e Albania. La firma di un accordo di collaborazione con la Croce Rossa Senegalese a inizio del 2018 ha dato ulteriore impulso a questa attività, consentendo l’invio di ambulanze destinate ad assistere il Senegal nello sforzo di creare una prima rete di soccorso basata sul volontariato nel Distretto di Dakar. Si è lavorato anche al rafforzamento della comunicazione nel settore cooperazione internazionale, con buoni risultati in alcuni ambiti (la Catena Namastè, ad esempio, e il progetto ambulanze New Life hanno visto una buona risposta alle attività di diffusione attraverso i social e il sito ANPAS), ma non in tutti: la campagna di promozione del progetto di Sostegno a Distanza in Gambia, a cui partecipano attualmente quattro pubbliche assistenze e un comitato regionale, non ha dato i risultati sperati e richiede l’elaborazione di modalità diverse di diffusione. Benché la possibilità di accesso a bandi di finanziamento sia andata in questi anni progressivamente contraendosi sempre più, sono stati presentati a bando anche progetti a favore dell’infanzia in Armenia e Mali: due di questi, il progetto Piccoli passi nuovi sorrisi per il completamento del reparto di chirurgia pediatrica maxillo-facciale a Jerevan (Armenia) e il progetto 4actionsMALI di contrasto al fenomeno dell’abbandono dei minori in una regione del Mali, sono stati finanziati e in parte già realizzati. Sono state inoltre presentate altre due proposte progettuali al bando della Tavola Valdese 2018. Si è rafforzata, attraverso la collaborazione in vari progetti, il partenariato con CISV, in particolare per il Mali. Si è intensificata la partecipazione di ANPAS al tavolo di coordinamento per la cooperazione internazionale del Forum del Terzo Settore e ANPAS ha partecipato alla definizione dei contributi del tavolo alla nascente attività dell’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo). ANPAS

è stata inoltre inserita, dopo lungo e faticoso iter, nell’Elenco degli Enti per la cooperazione internazionale istituita con la Legge 125 del 2014.

ATTIVITÀ PREVISTE NEL QUADRIENNIO Le attività dovranno necessariamente partire dallo sviluppo di una strategia a breve, medio e lungo termine e di un conseguente piano di comunicazione specifico per il settore che tenga conto delle strategie comunicative che si sono rivelate efficaci e ne elabori di ulteriori per gli aspetti che in precedenza non si sono potuti adeguatamente valorizzare (promozione del progetto SAD, ad esempio). Si lavorerà anche alla predisposizione di possibili modalità per sviluppare meccanismi stabili di rilevazione delle attività attinenti il settore svolte dalle pubbliche assistenze e dai comitati regionali e alla predisposizione di percorsi formativi inerenti la cooperazione internazionale o di moduli specifici all’interno dell’offerta formativa esistente. In base alla visione strategica che verrà definita, sarà anche importante dotare il settore delle risorse necessarie alla sua realizzazione, in termini di personale e di formazione dello stesso, ad esempio nelle tecniche di raccolta fondi. Nelle proposte progettuali che verranno sviluppate si privilegerà l’esigenza di dare continuità alle esperienze di coinvolgimento diretto dei volontari svolte nel precedente quadriennio, valorizzando gli aspetti che si sono dimostrati efficaci e che hanno avuto risposta positiva dal movimento. Proseguirà la ricerca di bandi di finanziamento a cui presentare idee progettuali a beneficio dei paesi terzi con particolare attenzione ai bambini, alle donne e alle popolazioni in difficoltà


Essere Anpas Ammissioni / Esclusioni / Affiliazioni Attuazione Codice Etico / Standard di qualità / Legge 231/2001 a cura di Serafino Montaldi

BREVE INQUADRAMENTO DELLA SITUAZIONE ATTUALE Il quadriennio 2014-2018 ha visto una grande attività in ingresso e in uscita da ANPAS: con 111 nuove Associazioni e 64 che hanno perso la qualifica di aderente ed una crescita complessiva da 876 pubbliche assistenze (al 31/12/2014) a 930 pubbliche assistenze (al 31/12/2018) pari al 6,2%. Determinanti il potenziamento di Anpas in tutti gli ambiti di attività e il riconoscimento del ruolo delle reti associative nazionale da parte del Codice del Terzo Settore. Il nuovo contesto normativo e la scelta del 53° Congresso nazionale ANPAS di avvalersi di tutte le prerogative di monitoraggio, assistenza e autocontrollo previste per le reti associative nazionale, impongono ad ANPAS di proseguire il lavoro verso la qualità. Lo scorso quadriennio ha visto l’implementazione di molte attività legate al monitoraggio e al controllo: lo sviluppo della piattaforma BAD (Big Anpas Data), la realizzazione del Codice Etico Essere Anpas, il percorso per la definizione di un MOG di applicazione del Dlgs 231/2001 sulla responsabilità degli amministratori per le Organizzazioni di Volontariato. Dal 2016 la piattaforma BAD è l’anagrafica della pubbliche assistenze, attraverso la quale le Associazioni possono aggiornare in ogni momento i propri dati, uno strumento che Anpas sta potenziando ampliandone le utilità. Nel 2018 sono stati completati 854 questionari (65 in più rispetto allo scorso anno), pari al 91,83% sul totale delle pubbliche assistenze. Tra questi il 78,6% delle pubbliche assistenze ha aggiornato la propria anagrafica con i dati di bilancio dell’ultimo anno. Anpas è stata una delle prime realtà del Terzo settore a dotarsi di un proprio Codice Etico che impegna l’intera sua base sociale. L’adozione del Codice Etico da parte delle pubbliche assistenze

procede tuttavia con lentezza. Al 31/12/2018 hanno compilato il questionario solo il 36,88% delle pubbliche assistenze, un dato sul quale dovremmo interrogarci vista la scelta di inserire nello statuto nazionale l’adozione del Codice Etico tra gli obblighi per l’appartenenza al movimento nazionale.

ATTIVITÀ PREVISTE NEL QUADRIENNIO Il 53° Congresso nazionale ha indicato, tra gli obiettivi da realizzare nel quadriennio, la costruzione di standard di qualità delle pubbliche assistenze. Un lavoro necessario per una rete associativa nazionale, vista la scelta di ANPAS di svolgere l’attività di controllo, anche sotto forma di autocontrollo e di assistenza tecnica, delle associate (art. 3 Statuto nazionale). Sarà quindi necessario procedure condivise tra i diversi livelli per il monitoraggio delle Associazioni, in modo da motivare (anche se non obbligatorio) l’eventuale rifiuto delle ammissioni o per avviare, se necessario, i procedimenti di esclusione. Per “Essere Anpas” non basta soltanto rispondere a requisiti burocraticiamministrativi, né essere inseriti nel sistema dei servizi di trasporto sanitario che, rappresenta l’attività principale delle pubbliche assistenze. Occorre individuare un sistema di rilevazione che permetta, in maniera semplice e chiara, lo screening delle nostre pubbliche assistenze, sia di nuova iscrizione che di consolidata appartenenza, tenendo sempre saldo il riferimento lo statuto nazionale, articolo 9 “Requisiti delle Associate”, articolo 11 “Doveri delle Associate” e nel rispetto dell’articolo 13 “Autonomia delle Associate”, che non può che venire dalla trasparenza da parte delle associate nei confronti di Anpas

Nazionale, con l’auspicio di una più puntuale attuazione di quanto già previsto nel Regolamento generale (articolo 11) che il Consiglio potrà eventualmente migliorare. Il 53° Congresso ci ha dato un mandato chiaro, che è quello di intensificare il lavoro attorno agli standard di qualità delle nostre associate, partendo proprio dalle ammissioni delle nuove associazioni il cui iter deve essere irrobustito da momenti di verifica e di analisi sulla “dichiarata” conformità, attraverso la verifica di quei requisiti “imprescindibili” che la base del nostro movimento ci sta chiedendo: in questa azione è indispensabile il contributo dei Comitati Regionali e dei Coordinamenti Zonali, dove applicabile, la cui presenza sul territorio può aiutare l’intero processo di verifica delle potenziali nuove associate. Occorre prevedere e strutturare percorsi di accompagnamento/tutoraggio per le nuove associazioni valutando inoltre l‘opportunità di prevedere un periodo di prova prima della adesione, soprattutto nei caso di associazioni costituite da poco. Il riferimento per questo lavoro sarà il documento finale del 53° Congresso e i documenti preparatori. In particolare l’ordine del giorno approvato dal Congresso suggerisce alcuni indicatori: • Valutazione Codice Etico e questionario risorse umane e mezzi; • Caratteristiche della sede associativa; • Dimensione dell’Associazione; • Presenza di familiari nei - Consigli direttivi; • Rapporti n. di mezzi e n. di volontari; • Valutazione delle attività svolta e di eventuali atteggiamenti concorrenziali con altre Pubbliche Assistenze; • Sostenibilità economica dell’adesione a una rete di secondo livello; PIANO QUADRIENNALE ANPAS 2019/2022| 13


• • • •

Peso complessivo dei rimborsi spese ai volontari (sul totale delle uscite) e modalità della loro erogazione; Parere di eventuali organismi provinciali o zonali; Adozione Statuto tipo Pubbliche assistenze; Adozione della livrea ANPAS sui mezzi e della divisa per i volontari

Altro aspetto da tener conto, già nella fase di ammissione, è la verifica dei parametri legati al Servizio Civile Universale (SCU), per evitare che, nell’eventuale gestione dei progetti, emergano situazione diverse rispetto a quanto verificato ed avallato all’atto dell’ammissione in ANPAS. La definizione dello standard di qualità dovrà impegnare un piccolo gruppo di lavoro della Direzione nazionale che presenterà alla Conferenza dei Presidenti regionali e della Direzione nazionale del 7 luglio 2019, una proposta di lavoro. A fronte della conferma della figura delle affiliate nello Statuto nazionale per le organizzazioni che, pur condividendo i valori di ANPAS, non hanno le caratteristiche per essere associate, occorrerà interrogarsi sui motivi della bassa adesione e su come rafforzarle anche alla luce delle nuove opportunità legislative legate alla riforma del Terzo settore e del cambiamento sociale nel quale vogliamo essere tra i protagonisti. In continuità con il quadriennio appena chiuso, dovremo rafforzare la coscienza e la conoscenza di cui al Dlgs 231/2001 sui reati correlati alla responsabilità amministrativa delle PA per i reati delle persone che rivestono funzioni dirigenziali, in linea con le indicazioni arrivate dal 53° Congresso. Attraverso il progetto Bridge metteremo a disposizione dei Comitati e delle pubbliche assistenze un supporto tecnico che li aiuti nell’attuazione dei relativi modelli organizzativi di cui alla legge 231/2001. IMPLEMENTAZIONE DEL CODICE ETICO ESSERE ANPAS. I numeri dell’adesione al Codice Etico evidenziano una situazione a macchia di leopardo tra i vari territori, nel quale spicca il lavoro fatto dai Comitati regionali Anpas Piemonte, Abruzzo ed Emilia-Romagna e dalla Federazione dei

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Volontari del Soccorso della Valle D’Aosta. Questo richiederà delle attività puntuali e specifiche adatte ad ogni contesto, da realizzare in sinergia con i Comitati regionali eventualmente avvalendoci delle opportunità di bandi. A livello generale saranno da consolidare le attività di animazione sui territori per sostenere le Associazioni nell’adozione del Codice Etico. Alcune di queste azioni sono state avviate già nel 2018 nell’ambito del progetto Bridge grazie al corso di formazione per i “facilitatori del codice etico”. PIATTAFORMA BAD. La consapevolezza che questo strumento debba essere potenziato per una miglior rilevazione delle attività, censimento degli organismi dirigenti delle Associazioni, delle risorse umane, dei Volontari e della loro formazione. La possibilità di poter sfruttare questo strumento non solo ai fini statistici di parametri macro che caratterizzano le PA, ma farlo diventare uno strumento di lavoro delle Pubbliche Assistenze e di ogni singolo Volontario. Uno degli obiettivi di un censimento è la lettura critica dei dati attraverso la quale un dirigente possa poter definire le politiche di sviluppo del movimento, in prima istanza, e poterne misurare le azioni intraprese nel tempo. IMPATTO ASSOCIATIVO. Tra le sfide lanciate del 53° Congresso nazionale la costruzione di indicatori di implementazione dell’impatto sociale delle pubbliche assistenze, che è stato oggetto anche della ricerca dell’IRPSS (Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali) del CNR.

AZIONI DI MONITORAGGIO E VERIFICA SULLA REALIZZAZIONE DELLE SINGOLE ATTIVITÀ La piattaforma BAD, sia relativamente alla compilazione e all’aggiornamento della scheda di rilevazione dati che del questionario di autovalutazione del Codice Etico, sarà il primo strumento di monitoraggio, peraltro già disponibile ed accessibile sia ad ANPAS nazionale che ai

Comitati regionali. Essere Anpas passa anche dalla responsabilità di fornire dati alla propria rete associativa nazionale, anche al fine di consentire politiche di sostegno e verso una migliore qualità delle nostre associazioni. Occorre rafforzare la coscienza, e magari anche la conoscenza, della potenzialità che il Codice Etico può rappresentare. Far sì che le Associazioni comprendano i benefici che lo stesso rende, in primis, a loro stesse che saranno tanto più visibili e maggiori quanto più condivisa è la compilazione del questionario di autovalutazione. L’analisi attenta (micro) dei dati a livello locale per una verifica delle potenzialità di una associazione, deve andare di pari passo con una seconda analisi (macro) più a largo spettro, della cui lettura devono avvalersi i dirigenti nazionali che in maniera trasversale ne devono cogliere l’essenza.

EVENTUALE RICHIAMO AD ULTERIORI DOCUMENTI ELABORATI DAL SETTORE (VEDI PER ESEMPIO IL PIANO OFFERTA FORMATIVA POF) E/O REGOLAMENTI NAZIONALI SPECIFICI GIÀ ESISTENTI La base di partenza è certamente il documento finale dal 53° Congresso, l’ordine del giorno che impegna il Consiglio a definire uno standard di qualità, lo statuto nazionale ed il regolamento generale. Come citato nei precedenti paragrafi, nell’attuazione della verifica degli standard qualitativi, sarà necessario richiamare i parametri legati al Servizio Civile Universale, in un’ottica di analisi congiunta della verifica dei requisiti stessi. Uno degli attuatori che può facilitare il processo di sviluppo degli standard di qualità delle nostre Pubbliche Assistenze è certamente la formazione Istituzionale Essere Anpas, attraverso la quale si può rafforzare la mission di Anpas, nella consapevolezza della nostra storia, calata nel presente e proiettata verso il futuro.


Formazione a cura di Lucia Coi BREVE INQUADRAMENTO DELLA SITUAZIONE ATTUALE La situazione attuale della formazione di ANPAS, riguarda, principalmente il completamento delle azioni formative previste del progetto BRIDGE e il recente avvio della terza cascata formativa di protezione civile. Il progetto BRIDGE, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, è stato avviato nell’ultimo semestre del 2018 e si articola in 4 settori di realizzazione: • formazione di nuovi formatori “Essere Anpas” e facilitatori per l’uso del codice etico, già conclusa a settembre 2018, proseguirà con gli incontri territoriali, interregionali ed associativi; • formazione, appena conclusa, per funzionari e volontari impegnati nella gestione delle segreterie dei Comitati regionali e della segreteria nazionale; • formazione dei dirigenti, che si articolerà in 5 incontri a partire da maggio 2019 (2 rivolti ai presidenti regionali e ai componenti la direzione e 3 a consiglieri nazionali e consiglieri indicati dai comitati regionali); • formazione consulenti, avviata il 23/02/2019, riguardo l’applicazione del DlG 231/2011, la normativa sulla sicurezza e privacy, gli aspetti gestionali ed amministrativi delle associazioni, a cui seguiranno incontri sui territori. • La Cascata formativa PC (da concludersi entro il 2019) prevede diversi incontri residenziali sui quali si sta già lavorando per l’elaborazione dei kit e del materiale didattico da proporre. I corsi riguardano: • riedizione OCN con revisione del kit formativo • corso per responsabili associativi di pc e operatori nei centri di coordinamento • corso per operatori ludico ricreativi, • retraining per formatori di responsabili di logistica e cucina e abilitazione a formatori di operatori di logistica e cucina.

ATTIVITÀ PREVISTE NEL QUADRIENNIO Pertanto nel 2019 si completeranno le importanti e complesse azioni previste dalla cascata formativa Protezione civile e dal progetto Bridge, con particolare attenzione alla formazione dei quadri dirigenti, nazionali e regionali, secondo quanto chiaramente espresso nel documento finale e programmatico del Congresso. La proposta formativa che si intende realizzare, sarà incentrata su tre macro temi: policy, comunicazione e sviluppo. Si affronteranno argomenti svariati quali: advocacy, impatto sociale e valutazione, bilancio sociale (inteso come processo), comunicazione (parlare in pubblico) e uso dei social, gestione creativa dei conflitti (gestione delle riunioni), gestione e valorizzazione delle risorse umane (in particolare del personale dipendente) e gestione del cambiamento. Ogni argomento verrà affrontato con interventi di esperti, docenti e formatori esterni e per ciascuno, quando possibile, si individueranno gli strumenti già esistenti in ANPAS, per darne informazione e facilitarne l’uso. Le lezioni teoriche si alterneranno con attività finalizzate alla formazione del gruppo e allo sviluppo di competenze trasversali, secondo il modello partecipativo e di formazione tra pari di ANPAS. L’obiettivo a lungo termine, sarà quello di saggiare una formazione innovativa ed adeguata da proporre costantemente ai quadri dirigenti. Proseguirà, in questo anno, anche il progetto sperimentale di monitoraggio per il riconoscimento e la validazione delle competenze che dovrebbero sviluppare i volontari in servizio civile nella realizzazione dei progetti avviato da parte di ANPAS nazionale su un progetto toscano, che coinvolge 10 ragazzi e 10 OLP. L’obiettivo, in totale sintonia con quanto previsto dalla nuova normativa sul servizio civile universale, in merito all’accreditamento delle competenze, potrebbe favorire, nel tempo, lo sviluppo una struttura organizzata ed efficiente di tutor che, possano

operare, in tutte le sedi di progetto. Da valutare la sostenibilità del progetto su scala nazionale, considerato l’elevato numero di tutor da formare, le modalità di formazione e la ammissibilità della certificazione delle competenze. Si prospetta la possibilità di un convenzione con l’università che garantisca la formazione dei tutor con FAD, l’elaborazione dei dati e la successiva certificazione delle competenze, rilevate ed espresse in termini di padronanza. La prosecuzione di tale progetto e la conseguente estensione su scala nazionale, per i prossimi anni, sarà condizionata da eventuali chiarimenti, da parte dell’UNSC, sulla progettazione e la formazione del Servizio Civile. Dalla collaborazione del Comitato Anpas Emilia Romagna con il reparto speciale di investigazioni scientifiche (RIS) di Parma è scaturita invece l’idea di realizzare, sul modello regionale, un percorso di formazione formatori in scala nazionale su un tema di grande interesse e rilevanza per tutte le Pubbliche Assistenze, dal titolo “Volontari sulla scena del crimine”. La proposta formativa è conseguente al recepimento di linee guida internazionali, in materia di primi “responders” sulla scena di un potenziale crimine, tra i quali gli stessi soccorritori che spesso per primi arrivano sugli eventi. Il percorso, che prenderà avvio in autunno, si svolgerà presso la sede di RIS a Parma e si propone di formare un gruppo di 25 formatori sanitari che svilupperanno competenze sulle buone pratiche da compiere e sulle azioni da non compiere, in scenari di intervento che possono assumere connotazione di “scena del crimine”, nel senso più ampio del termine. Il materiale didattico che verrà utilizzato, è stato costruito con la collaborazione dei professionisti del RIS di Parma e consentirà, ai formatori di gestire in autonomia un modulo formativo, in cui ciascun volontario soccorritore, verrà reso consapevole del proprio ruolo e dei propri limiti, al fine di preservare lo scenario da eventuali contaminazioni e favorire il successivo

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lavoro dei professionisti che, a vario titolo, interverranno in seguito. Di recente è stato approvato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali il progetto Buona strada che ponendosi come obiettivo generale quello di prevenire gli incidenti stradali indagando e sensibilizzando sulle principali cause (droga, alcool, uso di dispositivi elettronici alla guida) si svilupperà attraverso azioni multilivello indirizzate a target differenti. In particolare, a seguito di un percorso formativo, appositamente modulato, rivolto ad almeno 75 volontari Anpas, Buona Strada avvierà, sulla base del modello informativo di “io non rischio”, una campagna di sensibilizzazione nazionale e attività di educazione e informazione indirizzate a target specifici principalmente esposti al fenomeno causa-effetto dell’incidentalità stradale. Un altro proposito del nuovo mandato, sarà rinnovare ancora l’offerta formativa istituzionale di “Essere ANPAS”, favorendone una sempre maggiore diffusione ed integrazione con tutte le altre attività formative proposte dalle singole pubbliche assistenze. Sfruttando l’esperienza maturata nel passato, sarebbe auspicabile una organizzazione annuale della formazione, attraverso la stesura condivisa del piano dell’offerta formativa (POF) ottimo strumento di indirizzo che consente una pianificazione mirata ed efficiente. Il settore trasversale della formazione, ha subito negli ultimi sei anni, un progressivo sviluppo che ha portato alla realizzazione di una struttura complessa ed articolata, la cui centralità sono i volontari, al tempo stesso fruitori e facilitatori della formazione. Questa apertura verso un sistema a cascata ha consentito, nel tempo, la formazione capillare di numerosi volontari su vari ambiti di intervento, grazie al cospicuo numero di formatori nazionali.

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Il sistema di orientamento e selezione, è ormai a regime per tutti i corsi nazionali e per gli eventi regionali collegati. Anche in questo caso, con la modalità di formazione a cascata, è stato possibile preparare volontari specializzati nel sistema che ne garantiscono l’uso corretto nelle diverse occasioni (formazione formatori istituzionale, cascata formativa, accesso ai corsi regionali di protezione civile dove previsto). La sostenibilità economica è stata garantita dal ricorso, costante e prevalente, ai formatori volontari e solo a pochi consulenti esterni, e dalla possibilità di realizzare progetti finanziati (Fondazione con il sud e Ministero del Lavoro e Politiche Sociali) Nel 2017 è stato rinnovato e diffuso il manuale “Io insegno – io apprendo” del formatore ANPAS, che, insieme al Regolamento nazionale della formazione, approvato nel 2018, rappresentano importanti traguardi del sistema della formazione e imprescindibili supporti per i formatori e tutti gli operatori del settore. La crescita e la lungimiranza della cabina di regia nazionale, ha favorito poi la creazione di un gruppo di formatori “Essere Anpas” (i cosiddetti F2) che, attraverso un ulteriore percorso di formazione specifica, sono stati preparati per svolgere una formazione metodologica e didattica di altri volontari e un’attività di facilitazione di gruppi. Per questo sono stati coinvolti nelle attività multilivello di formazione a cascata e, come facilitatori, in diversi incontri istituzionali. Questo gruppo, per la competenza e la multidisciplinarità, rappresenta pertanto una preziosa risorsa anche in una fase di progettazione e stesura del piano formativo. Il modello formazione - formatori con coinvolgimento dei volontari F2 è stato utilizzato anche a livello regionale: negli anni precedenti il Comitato toscano, l’Emilia Romagna e la Liguria hanno avviato cascate formative autonome e

autofinanziate. Alla luce di questo interesse e di questa reale prospettiva di sviluppo dell’articolazione del meccanismo formazione formatori, nel prossimo quadriennio sarà necessario immaginare gli indirizzi programmatici da dare al processo, in merito a: reali fabbisogni formativi di alcune figure specifiche (per es. per la formazione di protezione civile); rapporto tra comitati, coinvolgimento degli F2, coordinamento del nazionale; disciplinamento dell’uso dei materiali didattici utilizzabili e tutela della norma sul diritto d’autore e della proprietà intellettuale; meccanismo di eventuale riconoscimento dei percorsi tra attività regionali e nazionali; aderenza al meccanismo di selezione in ingresso dei corsi nazionali; ecc. Lo scopo di questo lavoro è rendere quanto più integrato e coerente il modello di formazione che Anpas ha adottato e promosso negli ultimi anni e sul quale ha investito molto specialmente in termini di risorse In merito a queste questioni e ad altre prospettive di sviluppo sarà utile immaginare uno sviluppo proficuo, sostenibile, coerente con il percorso già svolto e che accresca ulteriormente l’importanza delle buone pratiche di formazione Anpas. Il lavoro per articolare queste macro-azioni potrà confluire in una organica revisione del Regolamento formazione, anche alla luce delle necessità che manifesteranno i Comitati interessati allo sviluppo di questi percorsi. Non si prevede nel prossimo quadriennio di costituire una Commissione permanente della formazione, ma piuttosto dei gruppi di lavoro tematici, sull’esempio del gruppo che era stato istituito per la stesura dello standard formativo del soccorritore, con l’eventuale coinvolgimento dei responsabili regionali della formazione o dei formatori-facilitatori Essere Anpas e dei formatori F2.


Rapporti con il Forum del Terzo Settore a cura di Ilario Moreschi

BREVE INQUADRAMENTO DELLA SITUAZIONE ATTUALE Anpas insieme ad altre organizzazioni di livello nazionale è stata protagonista per la costituzione del Forum Nazionale del terzo settore quale spazio di elaborazione e confronto con la mission di “Rappresentare i valori e le istanze comuni e promuovere, valorizzare e potenziare l’azione del volontariato, dell’associazionismo, della cooperazione sociale dell’economia sociale, della mutualità volontaria, della solidarietà sociale e internazionale”. In questi primi vent’anni di vita il lavoro è stato molto, Anpas è stata sempre protagonista sia come componente del coordinamento del forum che partecipando alle consulte di area o tematiche. L’attività del forum è stata essenziale in concomitanza con la legge di riforma del terzo settore, dove operando in sinergia con le associazioni socie si è lavorato a rendere più aderente alle necessità comuni sia la legge delega che i successivi decreti delegati, facilitando una opera di mediazione fra le diverse esigenze degli aderenti. La legge di riforma del terzo settore ha portato con sé un importante riconoscimento per il forum, la certificazione da parte del MLPS di ente più rappresentativo degli enti di terzo settore, con l’importante attribuzione della nomina di rappresentanti all’interno di organismi consultivi per le istituzioni, come il consiglio nazionale del terzo settore, la cabina di regia. Stesso riconoscimento è stato reso possibile per i forum regionali, espansione verso il basso del forum nazionale con attribuzione della rappresentanza e dei compiti presso le istituzioni a tale livello.

ATTIVITÀ PREVISTE NEL QUADRIENNIO Questa delega ha necessità di un rapporto continuo con la presidenza proprio per le posizioni politiche che si vanno ad esprimere all’interno del coordinamento del Forum nazionale del terzo settore. L’iter della riforma non è ancora concluso, mancano ancora numerosi decreti attuativi per rendere completa e praticabile la riforma stessa, che prevedibilmente avrà ancora bisogno di un lasso temporale di almeno due anni. Nel frattempo occorrerà presidiare questi spazi affinché la legislazione prodotta sia aderente alle necessità di Anpas e delle associate. E’ comunque necessaria una vigilanza continua sull’attività legislativa per intercettare in tempo utile eventuali normative emanate e non confacenti con lo spirito del terzo settore. Va rimarcata la necessità che questi spazi vengano presidiati anche ai livelli regionali e territoriali ove costituiti, per garantire una omogenea capacità di interlocuzione e rappresentanza a tutti i livelli. Nel prosieguo potrebbe essere utile e necessario anche realizzare un momento informativo e di scambio con i soggetti attivi in questo campo facenti parte della nostra rete. Nel prossimo anno (2020) andrà in scadenza l’attuale governance del forum. Sarà necessario provvedere per tempo all’individuazione delle figure da candidare, in collaborazione con altre forze sinergiche all’interno della compagine associativa del forum per continuare ad essere parte attiva in questo processo partecipativo democratico.

AZIONI DI MONITORAGGIO E VERIFICA SULLA REALIZZAZIONE DELLE SINGOLE ATTIVITÀ L’attività di monitoraggio è intrinseca nell’attività di partecipazione al processo, aggiornando gli organi interessati sull’evolversi della situazione.

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Politiche europee a cura di Fabrizio Pregliasco BREVE INQUADRAMENTO DELLA SITUAZIONE ATTUALE Le politiche europee di Anpas si sono concretizzate, nel corso dell’ultimo quadriennio, principalmente nell’attività di rappresentanza, lobby e advocacy in occasione dei principali appuntamenti europei cui ha preso parte e nell’attiva partecipazione ai lavori delle reti, tra cui Samaritan International, di cui è membro, ravvivando il ruolo di anello di congiunzione tra le diverse realtà europee e le proprie associate attraverso attività informative, sensibilizzazione, progettazione e riflessione. Se sul piano nazionale Anpas vanta una lunga storia di esperienze e competenze, un posizionamento istituzionale saldamente riconosciuto e un ruolo strategico nei principali settori di intervento (protezione civile, servizi sociali, primo soccorso, prevenzione e così via), a livello transnazionale è stato necessario sposare una strategia di sviluppo focalizzata sul rafforzamento delle capacità, inteso come costruzione di nuove abilità e sullo sviluppo, o meglio potenziamento, di quelle possedute. Il processo di miglioramento avviato grazie alla collaborazione con altri partners europei ha favorito la nascita di nuove e sempre più frequenti collaborazioni progettuali, sperimentando nuovi settori di intervento, facilitando il networking con attori europei e non, promuovendo il posizionamento di Anpas presso le istituzioni europee e, soprattutto, incoraggiando la partecipazione dei volontari ad attività transnazionale. I quattro anni di lavoro conclusi, hanno favorito una crescita delle esperienze, un arricchimento delle competenze dei volontari, e una maggiore consapevolezza all’interno delle nostre organizzazioni di alle questioni europee e alle ricadute nel quotidiano di volontari e associazioni. Per tale motivo elemento chiave delle nostre politiche europee è stato infatti trasmettere ai nostri volontari esperienze rilevanti e contenuti interessanti da proiettare nella quotidianità delle proprie attività al fine di farli sentire profondamente legati e connessi ad una dimensione europea, come volontari e come cittadini. Quanto fin qui detto si è concretizzato in una partecipazione in crescita dei volontari ad attività e manifestazioni quali: SAM.I Contest e sue Selezioni nazionali, Flash Mob, Rescue 18 |ANPAS

Camp, esercitazioni di protezione civile nel quadro di progetti europei (Flood, Be Drin). Infine, l’esperienza maturata nella progettazione europea ha permesso ad Anpas di ottenere, dopo un lungo processo di standardizzazione, una certificazione europea che sigilla le capacità di Anpas di inviare e gestire volontari all’estero in situazioni emergenza (EU Aid Volunteer . Certification Mechanism). La sfida nei prossimi anni è quella di insistere ulteriormente all’avvicinamento di associazioni e volontari alle questioni europee, enfatizzando le opportunità che da un maggior coinvolgimento possono essere colte in termini di consapevolezza, crescita e partecipazione.

ATTIVITÀ PREVISTE NEL QUADRIENNIO Al fine di rafforzare l’azione fin qui portata avanti, ma soprattutto allo scopo di renderla sostenibile in termini di nuove alleanze e valorizzazione del volontariato europeo, si vuole insistere, anche nel corso del quadriennio 2019-2022, ad una europeizzazione crescente di Anpas. Fra le attività da implementare: • Valorizzare le competenze del volontario in interventi ed esperienze transnazionali, valorizzando i gruppi di lavoro presidiati a livello europeo (es. Centro di Competenza SAM.I di protezione civile); • Includere la componente Europea nell’attività formativa di base dei volontari; • Accrescere le attività di sensibilizzazione in vari settori (primo soccorso, protezione civile, aiuto umanitario, servizi sociali) e sollecitare la partecipazione dei volontari (Contest, Flash Mob, Rescue Camp); • Garantire una presenza Anpas in altri gruppi di lavoro delle reti cui aderisce, al fine di attrarre nuove e maggiori opportunità; • Intensificare strategicamente l’attività di comunicazione e disseminazione per favorire un maggior coinvolgimento delle pubbliche assistenze e volontari alle attività europee; • Valorizzare e diffondere gli standard della certificazione europea ottenuta,

favorendo la partecipazione a progetti di deployment; Promuovere e battersi per il riconoscimento del volontariato come attori vitali per l’economia sociale attraverso una legge europea dedicata alle organizzazioni di volontariato.

AZIONI DI MONITORAGGIO E VERIFICA SULLA REALIZZAZIONE DELLE SINGOLE ATTIVITÀ Il monitoraggio sarà effettuato dal Responsabile del settore, dalla coordinatrice dell’Ufficio e dalla referente del settore attraverso un costante aggiornamento delle attività realizzate e pianificate. Gli indicatori di performance delle attività verranno identificati di volta in volta ma, in ogni caso, avranno l’obiettivo di misurare non solo la quantità delle azioni realizzate bensì la loro efficacia. A titolo esemplificativo si verificherà: nr. eventi presidiati per contribuire allo sviluppo delle associazioni di volontariato su scala europea, n. di progetti europei, n. di volontari referenti di attività europee, % di soddisfazione dei volontari alle iniziative europee, % iniziative locali nate su input europei, ecc.

EVENTUALE RICHIAMO AD ULTERIORI DOCUMENTI ELABORATI DAL SETTORE (VEDI PER ESEMPIO IL PIANO OFFERTA FORMATIVA POF) E/O REGOLAMENTI NAZIONALI SPECIFICI GIÀ ESISTENTI Documenti di rilevanza per il settore chiamati a guidare alcune delle attività di riferimento sono: • Posizione di SAM.I sul Terzo Settore Europeo: organizzazioni caritatevoli ed economie sociali in Europa; • SAM.I First Aid guideline; • Certificazione EUAV – policies e procedure di Anpas, sending organization; • Offerta formativa protezione civile: Civil protection basic training. I documenti saranno sottoposti a continuo aggiornamento nonché diffusione e valorizzazione.


Politiche giovanili a cura di Stefano Sala BREVE INQUADRAMENTO DELLA SITUAZIONE ATTUALE L’esperienza delle politiche giovanili del quadriennio 2015-2018 è stata un utile banco di prova nonché una prima fase di messa a punto indispensabile nel gettare le basi della programmazione futura. Si è incominciato, infatti, a mettere l’accento sul concetto di politiche giovanili e, soprattutto, sulla concezione dei gruppi giovani all’interno delle nostre associazioni, parte integrale delle politiche giovanili ma non sola ed unica. Nel 2015 i gruppi giovani dei Comitati Regionali erano 9, alcuni dei quali dormienti e poco attivi perché, con buona probabilità, privi di risposte e incentivi che li portassero a concretizzare dei risultati propedeutici al loro sviluppo. Nel corso del quadriennio non solo non si è riusciti ad avviare nuovi gruppi nei Comitati ma, purtroppo, si è anche arrivati a perde parte dei 9 gruppi che erano già costituiti. In realtà gran parte di essi non erano sufficientemente strutturati e, proprio all’interno dei Comitati di appartenenza, si è assistito ad un lento, seppur inesorabile, allontanamento dal concetto di gruppo giovani. Come descritto nella nota di settore di fine mandato i gruppi che più si sono rivelati presenti sono stati quello ligure e, seppur in modalità ridotta, quello Lombardo. In una seconda fase si è iniziato con l’avvicinamento dell’Emilia Romagna e del Lazio, con alcune attività mirate, con cui è iniziata una collaborazione nazionale. Tra il 2017 e il 2018 ci sono stati importanti banchi di prova che hanno dimostrato come i gruppi giovani regionali, seppur sottodimensionati a livello numerico, siano stati in grado di gestire in completa autonomia importanti attività come le selezioni per il Sami Contest e la stesura di un documento condiviso che per la prima volta regolamentasse, dando un’identità propria, le politiche giovanili all’interno di Anpas. Nel Consiglio nazionale del 27 ottobre 2018 è stato infatti approvato il regolamento del gruppo giovani Anpas che ha sancito ufficialmente l’affermazione e l’esistenza delle politiche giovanili all’interno della nostra associazione. Come evidenziato durante la Conferenza dei presidenti regionali nel Luglio 2018, durante lo scorso quadriennio non si è generato quel processo di facilitazione che sarebbe stato necessario alla nascita dei gruppi giovani all’interno dei Comitati

Regionali, mettendo così in discussione l’esistenza dello stesso settore. Si è però venuto ad evidenziare il potenziale che i gruppi giovani sono stati in grado di esprimere in alcuni Comitati e, proprio da questo, è scaturita una riflessione in merito al ruolo che i giovani ricoprono all’interno del nostro movimento e l’importanza di investire nelle politiche giovanili, favorendo la costituzione dei gruppi giovani regionali.

ATTIVITÀ PREVISTE NEL QUADRIENNIO Il concetto chiave di questo quadriennio sarà la promozione della cultura delle politiche giovanili all’interno del nostro movimento, mirando in prima battuta a scardinare la visione che relega, banalizzando, i giovani come il futuro delle nostre associazioni, tralasciando l’immediata visione del giovane come volontario nel presente in grado di fornire contributi e prospettive da un nuovo punto di vista, giovane per l’appunto. Sarà essenziale valorizzare l’apporto dei giovani nelle nostre associazioni essendo in grado di cogliere tutte quelle azioni che, proprio i ragazzi, sono in grado di affrontare in modo più congeniale. Elemento utile in tale scopo, dopo l’approvazione del regolamento gruppo giovani nazionale, sarà la stesura di una bozza del regolamento gruppo giovani per le regioni, un documento che possa uniformare e normare la nascita e lo sviluppo di nuovi gruppi all’interno tra i Comitati Regionali. Il tema primario della programmazione del prossimo quadriennio è la creazione di una rete nazionale delle politiche giovanili che traguardi, come fine primo, la nascita di gruppi giovani all’interno di ogni Comitato Regionale, per far si che si possano rendere davvero i giovani di Anpas protagonisti all’interno del movimento e nei territori. Una rete attiva e dinamica che sia anche in grado di diffondere e condividere informazioni nel minor tempo possibile, con più persone possibili, attraverso una maglia nazionale che colleghi i gruppi giovani delle diverse regioni. Una rete che possa garantire la valorizzazione dei rapporti e delle collaborazioni interregionali tra i giovani attraverso l’approfondimento, la conoscenza e lo scambio di idee e buone pratiche, una rete in grado di condividere forze e strumenti dando sostegno alla

realizzazione di obiettivi condivisi. Tramite l’insediamento della Commissione nazionale gruppo giovani, prevista dal regolamento, sarà possibile avviare un’attività progettuale dettagliata e scritta su misura per i giovani, che preveda attività dedicate ed un maggior numero di momenti regionali e nazionali di aggregazione, indispensabili allo scambio e il confronto tra i volontari. Partendo dal concetto di giovani volontari dell’oggi bisogna anche incoraggiare la formazione dei dirigenti del domani, sarà necessario infatti che i giovani arrivino ad una presa in carico graduale di alcune mansioni con l’attribuzione di compiti che possano portare a una crescita personale del volontario, incoraggiando l’affiancamento intergenerazionale all’interno dei consigli direttivi.

AZIONI DI MONITORAGGIO E VERIFICA SULLA REALIZZAZIONE DELLE SINGOLE ATTIVITÀ Avvalendosi della collaborazione della segreteria nazionale sarà indispensabile svolgere un monitoraggio puntuale in grado di garantire una corretta diffusione delle informazioni e assistenza costante ai gruppi giovani regionali. Sarà necessario attivare uno strumento di censimento ad hoc per avere dati sempre aggiornati sullo stato dei gruppi giovani regionali e delle singole pubbliche assistenze, il loro numero, la quantità e tipologia di attività che vengono svolte annualmente e la condivisione di un calendario che riporti le attività territoriali tra i referenti regionali. Come previsto dal regolamento sarà indispensabile mettere a bilancio, in funzione della programmazione nazionale, le spese necessarie a garantire non solo le attività aggregative dei giovani ma anche gli spostamenti per le riunioni e commissioni di lavoro dei giovani, fondamentali a incentivare i momenti condivisione e confronto. Al fine di garantire un efficace monitoraggio è indispensabile che i responsabili dei gruppi giovani individuati dai Comitati Regionali siano anche un punto di riferimento per la supervisione e lo sviluppo dei programmi, degli obiettivi e delle attività mirate ai giovani e che ne controllino il loro divenire. PIANO QUADRIENNALE ANPAS 2019/2022 | 19


Politiche del lavoro a cura di Carlo Castellucci SITUAZIONE ATTUALE

ATTIVITÀ PREVISTE NEL QUADRIENNIO

Attualmente la situazione relativa alla contrattazione collettiva (CCNL) è conclusa, la scadenza è prevista per il 31/12/2019. Nel piano quadriennale è opportuno confermare un Gruppo di lavoro su queste tematiche che si incontrerà per entrare nel merito del rinnovo del CCNL e sulle tematiche relative al lavoro.

Nel prossimo quadriennio andranno infatti esplorate le nuove normative in materia, andrà aperta una riflessione interna al gruppo per valutare l’eventuale impatto di una proposta di CCNL unico del terzo settore. Vanno inoltre esaminate possibili azioni di accordo con CRI e Misericordie per un unico CCNL di settore per le tre organizzazioni.

AZIONI DI MONITORAGGIO E VERIFICA SULLA REALIZZAZIONE DELLE SINGOLE ATTIVITÀ Il gruppo di lavoro dovrà monitorare l’andamento delle modifiche del CCNL, raccogliere suggerimenti provenienti dalle Regioni e proporre azioni di miglioramento e riflessioni sulle modalità di utilizzo del personale dipendente e suggerire indicazioni in merito al corretto inquadramento e alle tipologie di contratto in uso (interinali, tempi determinati, apprendistato etc).

Politiche di raccolta fondi a cura di Pasquale Pastore

Il finanziamento del nostro Movimento si basa soprattutto sulle quote associative versate dalle nostre associate. Anche per quanto riguarda il 5 per mille Anpas non svolge un’attività promozionale diretta ma lascia il campo alle iniziative delle associate che peraltro raggiungono livelli

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elevatissimi di preferenze e distribuzione di fondi ponendo ANPAS, valutata in forma aggregata, tra le prime cinque realtà di terzo settore. Per sostenere e sviluppare nuove attività a favore delle nostre associate è necessario pensare a pianificare progetti, non interferenti con le iniziative delle

nostre pubbliche assistenze, per avere ulteriori risorse da autofinanziamento e nel contempo facilitare le iniziative delle nostre associate per diffondere le buone pratiche realizzate a livello locale per permetterne la replicazione sul territorio.


Politiche sociali e welfare a cura di Carlo Castellucci SITUAZIONE ATTUALE

ATTIVITÀ PREVISTE NEL QUADRIENNIO

Questo settore “nuovo” come ambito di attività, nasce dalla ricerca fatta negli ultimi anni da Patrizio Petrucci a seguito della Riforma del Terzo settore. Lo studio fa emergere le criticità di questo settore nelle attività Anpas ma, nello stesso tempo, la volontà di analizzare e predisporre piani di azione per contrastare le nuove esigenze e i nuovi bisogni in ambito sociale.

È quindi fondamentale il ritorno al territorio, luogo dove operano le associazioni e dove sono riconosciute e stimate. Si è sottolineato più volte come questa apertura al sociale non contrasti ma, anzi, si integri con le attività sanitarie o di protezione civile che rappresentano le azioni storiche delle Pubbliche Assistenze per le quali abbiamo apprezzamento dalle Istituzioni e dai cittadini. Queste attività non vanno quindi depotenziate in quanto ci riportano alle origini della nostra storia ricollegandoci ai bisogni non solo sanitari dei cittadini che devono riconoscere nelle Pubbliche Assistenze un sicuro punto di riferimento non solo nei momenti di emergenza.

Proprio partendo dalla incapacità del pubblico di fronteggiare da solo i fenomeni di povertà assoluta e relativa che interessano milioni di cittadini nel nostro Paese e dalla impossibilità di proseguire in una visione assistenziale per passare ad una dimensione di recupero ed inclusione delle persone - oggi indispensabile per la tenuta stessa del tessuto democratico - si è sviluppato il dibattito sul nuovo Welfare ed è stata promossa la legge di riforma sul Terzo Settore come tassello fondamentale per attuare interventi sociali più adeguati alla complessità della attuale società. Sono stati presentati i più importanti provvedimenti del Governo e Parlamento per il contrasto alla povertà e contro la marginalità sociale tra cui il Reddito di Cittadinanza, gli interventi sulle periferie urbane, il manifesto per la crescita inclusiva, le legge sul Dopo di Noi, i risultati del vertice sociale UE per rafforzare la dimensione sociale dell’Europa e la recente approvazione del pilastro europeo dei diritti sociali. Si è sottolineato come l’alleanza Stato, mercato, non profit sia la condizione ineludibile per far uscire il nostro Paese dalla crisi che lo ha attanagliato per troppi anni lasciando non solo una crisi economica finanziaria che, fortunatamente sembra oggi in fase di superamento, ma soprattutto una crisi di relazioni sociali, di crescita degli egoismi individuali e dei fenomeni di intolleranza con conseguente riduzione delle relazioni solidali.

Le attività potranno essere svolte da soli o in collaborazione con altri enti del terzo settore, come le iniziative Banco Alimentare o del Dopo di Noi. Dalle Pubbliche Assistenze che già operano nel sociale viene una precisa richiesta di dar valore a queste attività che, quasi sempre, nelle associazioni sono considerate marginali (in alcune associazioni i volontari del sociale non sono considerati ‘veri’ volontari). In queste esperienze si è invece collegata l’apertura al sociale come una attuazione più completa di quanto già previsto negli statuti delle associazioni e la strada per costruire una politica associativa da parte di ANPAS che entri maggiormente nel merito delle grandi questioni che interessano il nostro Paese.

L’idea di sviluppo di questo settore nel prossimo quadriennio prevede l’istituzione di un gruppo di lavoro stabile che affronti le tematiche relative alle criticità sociali, nuovi bisogni che coinvolgono appieno il nostro Movimento costruendo gli strumenti necessari a coniugare aiuto concreto e voglia di cambiamento nel solco tracciato da una visione solidaristica della società. L’obiettivo del gruppo sarà quello di mappare quanto le pubbliche assistenze realizzano in ambito sociale, analizzando se operano in rete con le Istituzioni o le altre realtà del terzo settore, se rispondono a programmi legislativi regionali o a bandi specifici di fondazione bancarie ed interrogandoci sul rapporto che riescono a stabilire con la cittadinanza. In seconda battuta il gruppo dovrà predisporre tutte le azioni necessarie per la diffusione e la contaminazione di queste esperienze nella nostra rete nazionale.

Si rende necessario affrontare il tema del Sud Italia, le difficoltà espresse ed inespresse. Il Sud, non essendo vincolato dalle attività nel settore sanitario, rappresenta una potenzialità da non sottovalutare anche sulla base di esperienze che già svolge. L’Anpas dovrebbe valutare se non aprire una riflessione sulla specificità delle Pubbliche Assistenze nel Sud Italia: il loro sviluppo si differenzierà inevitabilmente da quello del Nord e Centro Italia ma questo deve rappresentare una ricchezza per tutto il movimento.

Si rende necessario comprendere in che modo affrontare il tema della sussidiarietà, oggi di difficile attuazione in quanto presenta criticità di ordine ideologico e grande difficoltà di delega da parte del sistema pubblico.

Stiamo per entrare in una nuova dimensione e dobbiamo interrogarci se le nostre organizzazioni e strutture sono adeguate a questo cambiamento.

La sfida sarà quella di provare a formulare un’offerta culturale e politica che metta al centro le questioni sociali e le attività nei settori dei minori, nei centri di ascolto, attraverso la collaborazione con i Tribunali per le pene alternative, alcune iniziative di alfabetizzazione dei migranti, la tutela dei beni comuni, gli anziani.

Pensando allo sviluppo del terzo settore collegato alla politica di occupazione soprattutto giovanile e le difficoltà croniche in cui si dibatte tutto il Mezzogiorno proprio su questo settore, non possiamo eludere una chiara presa di posizione tra volontariato ed occupazione.

Credo che questo tema sia la vera sfida del futuro del nostro Movimento, una visione diversa ma fortemente legata al territorio, ai bisogni, un ritorno parziale alla nostra identità che non potrà che arricchirci e consolidare il nostro “essere” e il nostro “fare”.

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Progettazione a cura di Lamberto Cavallari BREVE INQUADRAMENTO DELLA SITUAZIONE ATTUALE La progettazione nasce come funzione trasversale al servizio dei vari settori di Anpas, in quanto necessaria per coniugare l’impulso operativo delle singole aree di intervento con la visione politica e strategica di un movimento unitario e con l’utilizzo di risorse a livello nazionale ed europeo. Anpas ha confermato, nel quadriennio trascorso, il ruolo della progettazione quale strumento di sistema capace di accrescere capacità, attrarre nuovi capitali, incrementare il processo di crescita di beni materiali e immateriali. I progetti, sia con esito positivo che negativo, hanno spaziato su vari settori e hanno fornito risposte alle più disparate esigenze professionali o bisogni sociali, tutti accomunati dalla promozione del volontariato. In particolare, su scala interregionale e nazionale, si è proceduto, prima con il progetto PAC e poi con il progetto BRIDGE, a rafforzare l’impatto dell’azione delle associazioni di volontariato e dei Comitati regionali sui territori, migliorando e ampliando l’offerta, la qualità e la diversificazione dei servizi rivolti alla comunità. Molto spesso gli interventi progettuali, indirizzati al potenziamento delle conoscenze, alla nascita di atteggiamenti virtuosi e ad una valorizzazione di comportamenti consapevoli, hanno innescato meccanismi di cambiamento positivi a beneficio di singoli volontari, di funzionari, di associazioni e più in generale di intere comunità. Spesso territori circoscritti o players definiti (ad es. Sud Italia) sono stati hub sperimentali di attività e prodotti che poi hanno generato ricadute ed entusiasmo a livello nazionale, al punto da proporre sperimentazioni progettuali su larga scala per un cambiamento strutturale e maggiormente consapevole dell’intera rete. Guardando la progettazione da una prospettiva europea, appare evidente dai risultati ottenuti ne corso del quadriennio trascorso, come alcuni settori abbiano fatto da traino rispetto altri; fra questi principalmente il 22 | ANPAS

settore della protezione civile. Tuttavia importanti esperienze progettuali, a prescindere dall’esito istruttorio, sono state promosse anche in risposta ad emergenze sociali (Progetto Vale sul contrasto alla violenza di genere), sfide socio-culturali (Progetto FACET sulla nascita di un protocollo comune e la certificazione delle competenze di primo soccorso), necessità di ampliare il network di partner a livello transnazionale per interventi umanitari (Progetto EMPACT). Queste iniziative hanno favorito sicuramente un’apertura verso nuovi e possibili orizzonti. Questa visione, e modus operandi, rimarrà il motore della funzione progettuale che, muovendosi verso la sperimentazione di una progettualità nuova e innovativa, posizionerà al centro del suo operato sempre la valorizzazione del volontariato.

ATTIVITÀ PREVISTE NEL QUADRIENNIO La funzione progettazione è continuamente sottoposta a sfide congenite e strutturali che tendono a disperdere l’efficacia dei risultati e a svilire le ricadute su persone e cose. Questa circostanza si alimenta a causa di una frammentazione delle competenze tra settori e territori che non hanno facilitato l’intervento della progettazione, ma anche ad una contenuta capacità disseminativa e promozionale delle opportunità che una progettazione unitaria e condivisa può produrre. Per le dette ragioni si propone di lavorare verso: • La definizione di una strategia annuale in grado di individuare obiettivi prioritari strategici della progettazione, in risposta ai bisogni dei settori di attività • Una prioritarizzazione delle call, su vario livello, cui concentrare l’azione dei referenti e una definizione, in vista della nuova programmazione europea 2021-2027, delle politiche e dei settori su cui fare investimenti prioritari

Il miglioramento delle modalità di comunicazione dei risultati e ricadute di progetto al fine di diffondere le attività della rete, attrarre nuovi partner, stimolare l’engagement dei volontari La creazione di momenti di confronto e crescita condivisa con l’obiettivo di stimolare lo scambio delle competenze ed esperienze, ma soprattutto la nascita di nuove progettualità interne al movimento.

AZIONI DI MONITORAGGIO E VERIFICA SULLA REALIZZAZIONE DELLE SINGOLE ATTIVITÀ ll monitoraggio delle attività implementate nell’ambito dei singoli progetti, è in genere un’azione prevista dai progetti stessi, nelle azioni di monitoraggio e valutazione. Oltre a questo tipo di controllo vincolante, di volta in volta si valuterà l’opportunità di individuare degli indicatori di performance in grado di valutare un maggior coinvolgimento dei volontari agli interventi progettuali, una più massiva diffusione sui territori delle opportunità progettuali e un accrescimento del senso di appartenenza al primo livello della rete.


Protezione Civile a cura di Carmine Lizza BREVE INQUADRAMENTO DELLA SITUAZIONE ATTUALE Il quadriennio appena trascorso, che ha visto anche la lunga e faticosa esperienza del terremoto del Centro Italia, ha evidenziato che il percorso sperimentale di trasformazione intrapreso con l’introduzione di importanti novità ha dato i frutti auspicati e nello stesso tempo ha consolidato la crescita del settore protezione civile e di Anpas più in generale. In particolare la nostra azione, non tralasciando le attività emergenziali che oggi sono sempre più incentrate sui bisogni sociali e sul recupero concreto del concetto di comunità, si è occupata in maniera sempre più sistemica dei temi della prevenzione e dello sviluppo della resilienza delle comunità e dei territori: tutto ciò attraverso una progettualità specifica che ha fatto da apripista per l’intero Sistema insieme ad altri partner anche europei. In questo percorso, rilevante è stata anche la partecipazione alla stesura del nuovo Codice della Protezione Civile (Decreto Legislativo n.1 del 2 gennaio 2018) pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 17 del 22 gennaio 2018 ed entrato in vigore il 6 febbraio 2018. È stata fondante in questo quadriennio l’idea di PARTECIPAZIONE responsabile e coraggiosa, legata ai territori, supportata da percorsi di riflessione e formazione che hanno caratterizzato la nostra azione in questo tempo: le “cascate formative”, ad esempio, che operano quale sistema dinamico sempre attivo, stanno, di fatto, restituendo una struttura definita di migliaia di volontari specializzati su cui poter contare in emergenza e nella quotidianità fatta di cittadinanza responsabile e consapevole. Oggi in questo settore, possiamo parlare di know-how che i nostri volontari spendono nelle emergenze dei loro comuni, di diffusione del modello Anpas, di formazione continua ma anche di supporto e di potenziamento delle pratiche di resilienza per le comunità: parole chiave dei tanti progetti europei

che abbiamo realizzato e ancora contribuiamo a sviluppare anche grazie alla nuova edificanda casa della formazione (magazzino nazionale di Fosdinovo) inaugurata lo scorso 14 aprile.

ATTIVITÀ PREVISTE NEL QUADRIENNIO In un’ottica di continuità e sviluppo rispetto al passato e con la consapevolezza che azioni diffuse e incisive avranno bisogno di uno sviluppo pluriennale e di una successiva programmazione di dettaglio, gli assi strategici su cui il settore si orienterà sono i seguenti: REVISIONE AGGIORNAMENTO ED ATTUAZIONE DEL REGOLAMENTO NAZIONALE. La luce del nuovo Codice della Protezione Civile (Decreto Legislativo n.1 del 2 gennaio 2018) e delle recenti esperienze e necessità maturate e racchiuse nel documento programmatico del settore del 14 aprile 2018. Il regolamento attuale, costruito insieme ai Comitati Regionali ed approvato dal Consiglio Nazionale del 5 dicembre 2010 a Recanati, infatti, era stato pensato per avere uno strumento agile che migliorasse, in via quasi esclusiva, la nostra capacità di azione/intervento attraverso l’implementazione della Colonna Mobile Nazionale. Un grosso lavoro, poi era stato fatto, sulla consapevolezza delle responsabilità di ciascuna Pubblica Assistenza e di ciascun volontario di appartenere alla più grande ed organizzata struttura di Protezione Civile Nazionale (Contingentamento delle risorse). Oggi, alla luce dei due documenti citati, appare necessario velocizzare ulteriormente le procedure da attuare in emergenza ma soprattutto anche immaginare ruoli e responsabilità in tempo di pace perché la storia di questi 4 anni ha dimostrato che è in quel tempo che si costruiscono le basi per una risposta efficiente ed efficace alle catastrofi. Su questo tema si dovrà procedere in tempi ristretti alla definizione di un gruppo di lavoro eterogeneo che possa scrivere l’impianto del nuovo Regolamento nazionale per sottoporlo al primo Consiglio

Nazionale utile per l’approvazione. Per ciascun settore individuato nel nuovo Regolamento saranno elaborate specifiche linee programmatiche a cura di ciascun responsabile. ▪ P O T E N Z I A M E N T O DELLE Attività DI FORMAZIONE E SVILUPPO IN TERMINI DI RICADUTA SUI TERRITORI. Data la crescita esponenziale del numero dei volontari che in questi 4 anni hanno deciso di sposare il nostro Modello Formativo (articolato su vari ambiti e diventato punto di riferimento e di innovazione anche per alcuni Sistemi regionali) è diventato strategico parlare di come spendere anche in contesti differenti da quelli eminentemente emergenziali il know how acquisito nei percorsi seguiti e forse, in una visione più allargata e immaginifica, immaginare un salto verso le competenze, verso una partecipazione civica che divenga pro attiva soprattutto nei territori in cui i volontari si spendono ogni giorno. In questo ambito sono già in essere alcuni percorsi sperimentali nella cascata 3 – Formazione Operatori Centri di coordinamento, Responsabili associativi di PC, operatori di attività ludico ricreative con animali. Nello stesso ambito di azione sono state già poste le basi anche per una formazione più “tecnica” che riguarderà il soccorso tecnico urgente in accordo con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (Art. 10 - Decreto Legislativo n.1 del 2 gennaio 2018). POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITÀ E DEI PROGETTI LEGATI ALLA PREVENZIONE La formazione in questo specifico settore è stata, in questi anni, fortemente caratterizzata e capace di indurre la progressiva diffusione di un livello comune di consapevolezza, di conoscenza e di procedure tali da indurre un processo culturale tra i cittadini all’autoprotezione. Sulla prevenzione siamo stati tra l’altro i precursori per l’intero Sistema sia dei progetti legati alla riduzione del rischio (Io non rischio ed Io non rischio scuola), sia del nuovo modello dei “Campi Scuola” sperimentato con successo dalla nostra associazione ed ora patrimonio condiviso del Sistema. Nello stesso ambito abbiamo contribuito alla implementazione delle politiche rivolte alla tutela dei beni comuni (vedi progetto Rifiuti zero). Questo aumento di competenze sul settore PIANO QUADRIENNALE ANPAS 2019/2022 | 23


ci ha permesso di sperimentare con successo la nostra partecipazione alla progettazione europea consentendoci di esportare e diffondere anche all’estero la nostra esperienza. Rispetto a tale stato dell’arte, nel prossimo quadriennio, sarà necessario potenziare e mettere a sistema quanto sperimentato con successo finora. Vanno aggiunte, inoltre, esercitazioni sul campo di livello nazionale, basate sulla pianificazione di emergenza, rivolte ai cittadini per migliorare il grado di preparazione della comunità a rispondere alle emergenze attraverso dei modelli predefiniti, per aumentare la coscienza razionale del pericolo e la conoscenza diffusa di alcuni modi e comportamenti che, tra l’altro, notoriamente riducono il panico e gli effetti caotici propri delle fasi dell’emergenza. IMPLEMENTAZIONE E COMPLETAMENTO DELLA COLONNA MOBILE NAZIONALE anche in termini di inclusività rispetto alla categorie fragili (abbattimento delle barriere, realizzazione del PASS etc) e nell’ottica di procedere nel percorso intrapreso con il DPC per la certificazione della nostra Struttura nel meccanismo europeo della Protezione civile. In questo ambito bisognerà portare a termine i progetti di completamento/adeguamento (ai sensi dell’art. 41, comma 4 del decreto legge 24/04/2017 nr. 50) delle aree di accoglienza popolazione che Anpas ha già in gestione oltre al modulo High Capacity Pumping intrapreso con il finanziamento del progetto Flood di Sami. Sarà necessario, tra l’altro, prevedere una dislocazione territoriale più organica e strategica di una parte delle risorse in dotazione della nostra Colonna Mobile Nazionale per fronteggiare meglio gli eventi calamitosi. SISTEMATIZZAZIONE DELLA PROGETTAZIONE sia nazionale che europea in termini di maggior organicità e solidarietà rispetto agi obiettivi su esposti. POTENZIAMENTO DELLA CAPACITÀ DI COMUNICAZIONE del settore. Partendo dall’idea che oggi la comunicazione rappresenta un elemento imprescindibile per lo sviluppo di un movimento avremo bisogno di riflettere sull’attuale sistema di comunicazione interna ed esterna in protezione civile. Uno degli obiettivi primari sarà quello di favorire una maggiore corrispondenza biunivoca del processo comunicativo tra il livello nazionale e quello periferico di Anpas oltre che quello della comunicazione esterna dei nostri valori e della nostra identità per questo settore. PARTECIPAZIONE ISTITUZIONALE negli 24 |ANPAS

organi di rappresentanza quali il Forum Nazionale del Terzo Settore, sui settori specifici, e con ruoli da protagonisti, al Comitato Nazionale del Volontariato di Protezione Civile costituito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri adottato previa intesa in Conferenza unificata di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

AZIONI DI MONITORAGGIO E VERIFICA SULLA REALIZZAZIONE DELLE SINGOLE ATTIVITÀ Nel corso dei 4 anni saranno implementate le modalità di controllo e certificazione delle strutture campali sperimentate con successo durante l’ultima emergenza in Centro Italia. Sulle altre attività saranno organizzati momenti di debriefing e riorientamento periodici.

AZIONI DI MONITORAGGIO E VERIFICA SULLA REALIZZAZIONE DELLE SINGOLE ATTIVITÀ Nel corso dei 4 anni saranno implementate le modalità di controllo e certificazione delle strutture campali sperimentate con successo durante l’ultima emergenza in Centro Italia. Sulle altre attività saranno organizzati momenti di debriefing e riorientamento periodici.

EVENTUALE RICHIAMO AD ULTERIORI DOCUMENTI ELABORATI DAL SETTORE (VEDI PER ESEMPIO IL PIANO OFFERTA FORMATIVA POF) E/O REGOLAMENTI NAZIONALI SPECIFICI GIÀ ESISTENTI Gli obiettivi su elencati derivano dal documento programmatico scaturito dai lavori della commissione di Protezione civile allargata ai consiglieri nazionali dello scorso 14 aprile 2018 a Fosdinovo ed in parte dal nuovo Codice della Protezione civile (Decreto Legislativo n.1 del 2 gennaio 2018) pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 17 del 22 gennaio 2018 ed entrato in vigore il 6 febbraio 2018.


Servizio Civile a cura di Niccolò Mancini

BREVE INQUADRAMENTO DELLA SITUAZIONE ATTUALE All’inizio del precedente mandato, il Servizio Civile si trovava in una situazione di vertiginoso calo dei posti finanziati dallo Stato che aveva avuto come conseguenza quello del disinvestimento nel settore anche da parte degli Enti. Infatti i posti finanziati nelle Pubbliche Assistenze nei quattro anni relativi ai bandi ordinari dal 2011 al 2014 non raggiungevano complessivamente i 1.700 posti. In concomitanza invece di questi ultimi quattro anni, si è avuto un’inversione di tendenza netta che ha portato ad un finanziamento di progetti di servizio civile nelle sedi Anpas per un totale di 10.470 posti. ANPAS è riuscita a gestire questo cambio di rotta poiché, continuando a credere nel Servizio Civile, non ha smantellato le proprie strutture ma ha solo modificato l’organizzazione delle stesse. Il percorso che si è reso necessario in questi quattro anni ha visto l’impegno del movimento nel rivitalizzare un sistema che era stato “congelato” troppo a lungo. Di colpo infatti molte sedi, che per alcuni anni non avevano avuto progetti finanziati, sono rientrate a pieno titolo nel mondo del Servizio Civile; l’improvvisa “ripartenza” ha creato la naturale difficoltà di dover riattivare ed aggiornare buona parte degli operatori locali di progetto e ricostruire i rapporti necessari per la corretta funzionalità del sistema. Gli importanti numeri di questi ultimi quattro anni sono stati però realizzati sempre in un contesto privo di una vera e propria programmazione costringendo gli Enti ad inseguire scadenze e disposizioni. Nonostante questo, è stata intrapreso un percorso di riforma del settore che ha portato all’istituzione del Servizio Civile Universale. ANPAS ha attivato le procedure per l’accreditamento dei propri enti/sedi (pubbliche assistenze) presso il nuovo albo unico del SCU. La prossima scadenza di progettazione sarà la prima che vedrà le pubbliche assistenze programmare le proprie attività con quanto previsto per il Servizio Civile Universale.

ATTIVITÀ PREVISTE NEL QUADRIENNIO Di fatto la perdurante impossibilità di lavorare con piani di lavoro a medio e lungo termine, impedendo una programmazione seria, si è solo in parte risolto o almeno si possono intravedere degli spiragli nella programmazione triennale che è alla base del Servizio Civile Universale. Restano però nodi importanti ancora da sciogliere, principalmente due: il finanziamento stabile e certo del settore ed una chiara individuazione degli elementi che dovranno costituire la base di programmazione triennale degli Enti. La stabilità dei fondi e la partecipazione alla condivisione delle regole che porteranno alla scrittura dei piani triennali sono tra gli obiettivi di lavoro che ANPAS si deve porre. Obiettivi da raggiungere attraverso un costante impegno nel consolidamento della propria struttura ed attraverso la collaborazione con gli altri enti che compongono la Cnesc (Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile) per la giusta attenzione da porre nelle attività del Governo in tal senso. Arrivare ad un adeguato e stabile finanziamento del fondo per il Servizio Civile permetterebbe una programmazione pluriennale. Questo passaggio consentirebbe alle sedi di servizio di lavorare con maggior respiro, ma anche alla struttura di gestione di organizzare attività ed iniziative per migliorare la qualità del servizio stesso. Per arrivare a questo, oltre all’adeguato finanziamento, bisognerà arrivare anche ad un calendario standard delle fasi del Servizio Civile e ad una semplificazione amministrativa soprattutto per la fase di progettazione che è attualmente schiacciata da processi burocratici ridondanti ed incentrata più sulla valutazione dei progetti che sulla loro realizzazione e trasparenza. Questi percorsi saranno certamente più agevolati se le basi normative della previsione dei piani triennali saranno condivise e con obiettivi basati sull’efficienza del sistema, secondo un’analisi coordinata tra Enti e Governo. Questi obiettivi riguardano più azioni che Anpas dovrà svolgere verso l’esterno, guardando invece alle azioni interne al nostro movimento, rimangono

alcuni passaggi importanti da fare, primo fra tutti una verifica sull’attuale organizzazione di ANPAS Servizio Civile. L’obiettivo di un servizio civile di qualità, che da sempre è alla base della struttura, deve essere il punto di riferimento per tutte le analisi strutturali e territoriali che verranno messe in atto. Questi percorsi dovranno verificare l’effettiva funzionalità della struttura attuale e prevedere, laddove necessario, la giusta modalità di intervento, condivisa in tutte le varie declinazioni (nazionali/regionali/ territoriali). E’ fondamentale infatti che tra i percorsi che si realizzeranno siano il più partecipati possibile, partendo dal coinvolgimento dei Comitati Regionali e dei loro responsabili regionali di Servizio Civile attraverso la condivisione ed il ruolo della Commissione Nazionale per il Servizio Civile. Il tramite dei responsabili regionali sarà infatti fondamentale per l’attivazione/consolidamento delle Commissioni Regionali che permetteranno la condivisione dei passaggi con la rete associativa territoriale, ribadendo l’importanza di una visione del Servizio Civile quale veicolo di coinvolgimento dei giovani nelle associazioni e quale strumento di rinnovamento del movimento. Questi percorsi dovranno essere poi rivolti anche alla costruzione ed al rafforzamento di relazioni territoriali con gli altri enti di Servizio Civile, per ricostruire quella rete di collaborazioni che gli scarsi finanziamenti e la competizione progettuale hanno interrotto. Per poter attuare le fasi indicate si evidenziano come fondamentali le seguenti azioni: • Verifica delle attuali caratteristiche della struttura (aree e piani di gestione delle attività) ed il mantenimento della loro funzionalità ed efficacia. • Maggiore coinvolgimento della Commissione Nazionale e delle figure previste per la realizzazione del Servizio Civile Universale nel percorso generale di programmazione della struttura. • Analisi del Regolamento ANPAS Servizio Civile ed ipotesi di modifiche in base alle scelte di ANPAS ed alle previsioni normative, anche in considerazione delle nuove caratteristiche organizzative che il Scu richiede e quindi l’eventuale ampliamento degli enti accreditati tramite Anpas. PIANO QUADRIENNALE ANPAS 2019/2022 | 25


• Maggiore consapevolezza e coinvolgimento delle Pubbliche Assistenze nelle finalità del Servizio Civile Universale (vedi necessità emerse durante la Conferenza di organizzazione di Genova: pillole informative per promuovere degli incontri con i consigli ed i presidenti delle pubbliche assistenze). • Attenta analisi sulla comunicazione vista la necessità sempre più stringente di dare visibilità ai progetti di Servizio Civile ed alle attività che i giovani svolgono. • Individuazione di percorsi sostenibili per il riconoscimento delle competenze acquisite dai volontari durante l’anno

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di Servizio Civile non solo per mero adempimento legislativo, ma per rendere sempre più efficaci i percorsi per i giovani. • Maggiore attenzione nelle fasi di realizzazione e di monitoraggio dei progetti, sia per la corretta azione progettuale e di realizzazione degli obiettivi, ma anche per l’individuazione di aspetti importanti per la struttura e per le associazioni (motivazioni rinunce, continuazione attività di volontariato dopo la fine del progetto, difficoltà/ facilità nella copertura dei posti). • Sviluppo della dimensione internazionale del servizio civile, attivando collaborazioni con le altre

associazioni aderenti a Samaritan International. • Sviluppo della progettazione rivolta ad operatori del servizio civile con “minori opportunità”. • Valorizzazione delle nuove opportunità del Scu (con riferimento al sistema formativo delle Pubbliche Assistenze; alle possibilità di tutoraggio dei giovani finalizzato al loro inserimento nel mondo del lavoro; mancata imponibilità fiscale per l’operatore scu, ecc.)


Sviluppo politihce sanitarie e emergenze umanitarie a cura di Pasquale Pastore NUOVE ATTIVITÀ SANITARIE Con l’avanzare della ricerca scientifica e dell’esperienza in campo sanitario oggi il Servizio Sanitario Nazionale è posto di fronte ad una serie di problematiche legate all’invecchiamento della popolazione e alla necessità di cura di pazienti con cronicità. Come ANPAS non possiamo non seguire questi aspetti e verificare come il volontariato possa contribuire a migliorare la qualità della vita della popolazione con particolare riguardo ai disabili e agli anziani. ANPAS dovrà inoltre promuovere iniziative per la prevenzione sanitaria primaria, finalizzati al mantenimento delle condizione di benessere psicofisico della popolazione e alla riduzione dal rischio di insorgenza di malattie. Possono essere molteplici gli ambiti di intervento: la promozione dei corretti stili di vita (alimentazione, movimento, …), le pratiche di screening e la prevenzione dai rischi sanitari (consumo alcool, sostanze, …). Molte sono le esperienze state realizzate dalle associazioni. Compito di ANPAS poter diffondere e valorizzare queste buone pratiche, promuovendo per quanto possibile interventi di rete sia all’interno del movimento che aperti ad altre realtà del Terzo settore e non solo. Occorrerà inoltre seguire nuove modalità di assistenza nell’ambito della protezione civile con particolare riguardo al progetto PASS (Posto di Assistenza Socio Sanitaria) del Dipartimento della Protezione Civile.

POLITICHE FORMATIVE SANITARIE NELLE SCUOLE Le nostre Associazioni sono impegnate da anni in attività di formazione rivolti alla popolazione e in particolare ai giovani. Da una rilevazione realizzata nel 2018 risulta che sono 220 le pubbliche assistenze impegnate nelle scuole, in alcuni casi con progetti coordinati dai rispettivi Comitati regionali, delle seguenti regioni: Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto. Alla base della formazione non ci sono solo gli aspetti sanitari (nozioni di primo soccorso, BLSD, utilizzo del 118/112, disostruzione vie aeree) ma anche altri ambiti come la protezione civile (prevenzione da rischi ambientali, antincendio boschivo) e il complesso mondo del sociale (consumo di droghe ed alcool, sicurezza stradale, contrasto al bullismo, utilizzo dei social). Alcune pubbliche assistenze hanno inserito queste attività nei percorsi formativi per i richiedenti asilo. Come movimento nazionale dovremo mettere a disposizione delle associate gli esempi di buone pratiche già realizzate alle associazioni che vorranno intraprendere questo percorso, ampliando per quanto possibile l’attività di rete. Come ANPAS riteniamo opportuno essere presenti nell’attuazione dell’insegnamento del Primo Soccorso nella Scuola Italiana e dei percorsi di informazione, formazione ed addestramento inerenti le manovre salvavita, secondo quanto previsto dai corsi di formazione, ai sensi dell’art.1, comma 10 della Legge 107/2015 (La Buona Scuola) stante il nostro coinvolgimento sin dal momento della pianificazione di questa iniziativa. Al centro dell’insegnamento, che coinvolgerà gli studenti dai primissimi anni della Scuola dell’Infanzia sino alle Scuole Secondarie di Secondo Grado, vi sono i temi cruciali inerenti: • il corretto utilizzo dell’uso del numero 118/112 in caso di emergenza sanitaria • la capacità di riconoscere le principali situazioni di pericolo imminente per la vita • la disponibilità ad eseguire con immediatezza le istruzioni fornite in tempo reale dalla Centrale Operativa 118, in attesa dell’arrivo sul luogo degli equipaggi del 118

• le 4 competenze fondamentali che consentono di salvare concretamente la vita: quali il massaggio cardiaco, la defibrillazione precoce, la disostruzione delle vie aeree da corpo estraneo, le tecniche di controllo delle emorragie esterne immediatamente pericolose per la vita.

COORDINAMENTO ATTIVITÀ A SEGUITO DI EMERGENZE UMANITARIE (MIGRANTI) ANPAS non può non sviluppare competenze e confrontarsi con i vari attori che ad oggi svolgono attività per fronteggiare questa problematica epocale quale il fenomeno della migrazione. Alcune associate sono coinvolte, spesso in rete con altre realtà, sia nei progetti di inclusione dei migranti (alfabetizzazione e formazione per l’avviamento al lavoro), che nella gestione dell’accoglienza. Anche in questo ambito il movimento deve conoscere e scambiare le esperienze ad oggi realizzate e proporre e sostenere nuove iniziative in questo ambito, anche indipendentemente alle opportunità che il Governo e le amministrazioni offriranno.

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Tesseramento a cura di Niccolò Mancini BREVE INQUADRAMENTO DELLA SITUAZIONE ATTUALE LIl tesseramento nazionale ha sempre rappresentato un tema sul quale si manifesta un riscontro da parte delle associate che potremmo definire a “macchie di leopardo”, volendo con questo descrivere una spiccata eterogeneità sul territorio relativamente ai numeri ed alle modalità di gestione di questa specifica tematica. La riflessione sul tesseramento e la realizzazione concreta dello stesso vedono mescolarsi molti temi, tra i quali spiccano maggiormente: 1. il concetto stesso di Movimento (riferendosi ovviamente ad ANPAS); 2. la riconoscibilità e la autorevolezza stessa del Movimento sul piano della comunicazione e contrattazione sul livello nazionale; 3. il ruolo e lo sviluppo del Movimento; 4. una componente circa la sostenibilità economica del Movimento; 5. una componente legata ai costi per le Associate sul territorio e variamente per i Comitati Regionali; 6. un impegno comune sancito statutariamente. Si tratta di temi delicati per le Associate e per il Movimento stesso in tutte le sue articolazioni, sono temi tra loro diversi, ma tutti meritevoli di grande attenzione perché ognuno di essi ha implicazioni tali da creare possibili avarie di sistema. I dati conclusivi del quadriennio precedente, ovvero quelli precongressuali, evidenziavano proprio quell’eterogeneità di comportamenti che si è descritta in precedenza, ovvero: • una costante diminuzione del numero di soci negli anni, che si interrompe nell’anno precongressuale (anno 2016: 328.151 – anno 2017: 340.626 – anno 2018: 333.713); • il numero delle associate aumenta con costanza, ma quello dei soci diminuisce, con la caratteristica di cui al punto precedente • gli andamenti osservati su base regionale sono piuttosto diversificati

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ATTIVITÀ PREVISTE NEL QUADRIENNIO Si ritiene indispensabile approcciarsi al Tesseramento con una seria e consapevole presa di coscienza su questa delicata tematica. La riflessione dovrà coinvolgere, quanto più ampiamente possibile, tutti i livelli territoriali del Movimento al fine di reinquadrare con assoluta chiarezza il significato ed i valori che si ritiene attribuire al tesseramento, delineandone un conseguente modus operandi che divenga concreto obiettivo comune, applicandone, laddove disatteso, i correttivi necessari. L’idea di base che si propone e che si intende portare in discussione è quella di progettare un percorso che veda sviluppare il concetto di tesseramento come elemento qualitativo e distintivo per il movimento stesso e per le Associate, cercando un equilibrio tra le varie esigenze di cui ai punti da 1 a 6 del precedente paragrafo e tra quelli che emergeranno nella fase di discussione. L’idea è quella di comprendere se sia possibile trasformare l’attuale sistema di tesseramento ad personam, in un tesseramento per Associazione, calibrato sul numero di soci. Rispetto a tale concetto si dovrà ambire a definire linee comuni negli interventi dei Comitati Regionali che, laddove ne emerga la necessità e la volontà, potranno ovviamente esercitare una funzione d’interfaccia virtuosa fra il territorio ed il Movimento stesso. Tale concetto, andrà inoltre valutato anche alla luce delle nuove introduzioni normative/organizzative previste dal CDS che, con l’entrata in esercizio del RUNTS renderà più facilmente accessibili pubblicamente molte informazioni delle ODV e delle ETS in generale. Il tesseramento fisico non dovrà però essere abbandonato, ma si dovrà trasformare in un effettivo strumento, ad uso delle Associate, che secondo le proprie esigenze ne potranno disporre. L’idea sarebbe quella di avviare un percorso di digitalizzazione ed accessibilità semplificata per le associate al sistema di tesseramento. Si intenderebbe quindi sviluppare: a) un’applicazione digitale che consenta la gestione delle tessere direttamente da

parte delle associate; b) un’applicazione che consenta la gestione della tessera attraverso dispositivi elettronici portatili (ad esempio applicazione per telefonia mobile) c) conservare la possibilità di stampare le tessere associative direttamente e secondo necessità d) rinnovare la veste grafica ed il livello di potenziale personalizzazione delle tessere generate attraverso il costituendo strumento e) un sistema convenzionale utile alla valorizzazione della tessera È ovvio che debba restare fermo, come impegno statutario comune, la conservazione dei simboli del Movimento anche per le Associazione che nel futuro non intendano utilizzare il nuovo strumento. Tra i vantaggi materiali che ne potrebbero derivare sono stati individuati i seguenti: - evoluzione eco-sostenibile del movimento; - riduzione costi a medio lungo termine per ANPAS Nazionale (materiali e tempo lavoro); - semplificazione generale del sistema; - immediatezza della produzione; maggiore possibilità di personalizzazione per le associate; - possibile riduzione costi per le Associate (materiali e tempo lavoro); - maggiore fruibilità per il titolare; - personalizzazione e flessibilità della tessere affinché conservi le identità sia dell’Associazione, sia di Anpas. - possibilità di collegare incentivazioni Il sistema potrà svilupparsi solo dopo un’attenta discussione ed attraverso passaggi progressivi che potranno prevedere anche la coesistenza di sistemi ibridi o di progetti “pilota”. All’esito del percorso, dovranno ovviamente essere ricalibrati gli strumenti di governo del Movimento sulla base del sistema che verrà individuato, ipotizzando anche per la determinazione delle deleghe per l’esercizio dei diritti di rappresentanza, l’osservazione dei dati medi dell’ultimo triennio piuttosto che quelli dell’anno precedente al congresso.


AZIONI DI MONITORAGGIO E VERIFICA SULLA REALIZZAZIONE DELLE SINGOLE ATTIVITÀ Si prevedono le seguenti azioni di monitoraggio e verifica sul percorso: - estrapolazione, verifica e confronto dell’andamento dati di settore relativi a numeri tesseramento, numeri associate, numeri associazioni che non effettuano il tesseramento. Il periodo di osservazione potrà essere degli ultimi cinque anni. Il dato potrà essere organizzato per anno e scala territoriale di interesse. - verifica dei meccanismi adottati nei vari Comitati - verifica di fattibilità attraverso il coinvolgimento delle varie scale del movimento - verifica di gradimento di eventuali meccanismi di incentivazione - verifica dell’esistenza e dei costi dei sistemi di digitalizzazione e gestione in app - elaborazione del modello generale sul tesseramento - verifica delle calibrature necessarie per l’esercizio delle deleghe - verifica degli strumenti di controllo verifica dei progetti pilota eventualmente avviati

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE PUBBLICHE ASSISTENZE www.anpas.org

Piano /2022


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