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PERIODICO D’INFORMAZIONE EDITO DAL CATAS

ANNO 17 / N. 04 DICEMBRE 2012


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14 in questo numero 04 LA SICUREZZA NEI MOBILI Sicurezza Progettuale Funzionale e Dimensionale 14 LA SICUREZZA NEI MOBILI Sicurezza Chimica 24 Vent’anni di CATAS QUALITY AWARD 25 SOLIDWORKS SUSTAINABILITY 27 GET INSPIRED BY MATERIALS 30 Pubblicazioni.

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LA SICUREZZA DEI MOBILI

LO STATO DELL’ARTE DELLA SICUREZZA PROGETTUALE FUNZIONALE E DIMENSIONALE

Andrea Giavon SOMMARIO La sicurezza dei mobili ha sempre rappresentato un tema fondamentale all’interno della normazione nazionale ed europea. Questo tema è anche il fulcro della legislazione, sia in Europa sia negli Stati Uniti. Anche se sembra pesante, un approccio serio su questa delicata materia deve iniziare dai dati relativi agli incidenti in cui sono coinvolti i mobili. La Direttiva Europea 2001/95/CE “Sicurezza Generale dei Prodotti (GPSD)” richiede che i prodotti immessi sul mercato debbano essere sicuri. L’Unione Europea si è anche dotata di un sistema per monitorare i prodotti pericolosi tra i Paesi membri, chiamato RAPEX, in cui sono elencati tutti i casi notificati con i relativi dettagli. In questo articolo illustreremo in primo luogo i requisiti di sicurezza presi in considerazione dalle norme tecniche passando poi ad un’analisi dei dati sui casi relativi ai mobili riportati nel sito web RAPEX negli ultimi due anni (2010 - 2011). Oltre a questi, sono segnalati anche i dettagli di tre incidenti fatali. Una panoramica sui più recenti dati statistici in USA fornisce alcuni dati utili e suggerimenti sui principali temi riguardanti la sicurezza meccanica dei mobili e dei mobili per bambini confermando che i mobili contenitori sono in cima alla classifica dei prodotti pericolosi. In successione è riportata una descrizione dei requisiti di sicurezza, come prescritto nelle norme europee, dimostrando come i requisiti di sicurezza siano controllabili mediante i relativi metodi di prova. Infine l’articolo spiega il rapporto fra norme europee e la GPSD e i prevedibili sviluppi futuri. Parole chiave: sicurezza, stabilità, EN, mobili, GPSD. 1 INTRODUZIONE La sicurezza dei mobili è sempre stato un tema fondamentale per gli organismi di normazione più avanzati. In molti Paesi europei è dalla metà degli anni settanta che la sicurezza inizia ad essere citata in molte norme nazionali (per esempio DIN, BS, NF, UNI, ecc.) In una certa misura, la stessa attenzione crescente su questo argomento si può trovare anche negli Stati Uniti (per esempio nelle norme ASTM e ANSI) anche se ci sono state e ancora persistono alcune differenze tra le due sponde dell’oceano. Ovviamente ci sono molte differenze anche tra i Paesi europei ma, per quanto riguarda i mobili, nel 1989 è iniziato un processo, molto complesso e a volte difficile, di unificazione delle norme con la creazione del CEN/TC207 “Mobili”. Fin dall’inizio, la raccomandazione forte del CEN è stata quella di dare alla sicurezza la massima priorità. Ben presto ci si è resi conto però che il compito assegnato era tutt’altro che facile per molte ragioni, ma certamente una delle più sostanziali era la mancanza di accessibilità ai dati sugli incidenti occorsi. Non vi è dubbio che ogni tipo di processo deve partire da dati scientifici sperimentali. La conseguenza della mancanza di queste informazioni è quella di rendere il lavoro più difficile e incerto. Come si può ricordare, alla fine degli anni ottanta non c’era ancora la rete internet e quindi i dati accessibili erano limitati a qualche caso riportato dalla stampa o presente in pubblicazioni a volte dimenticate negli scaffali polverosi o nelle biblioteche di alcune “pionieri” associazioni di consumatori. A titolo di esempio, l’Istituto Italiano di Statistica (ISTAT) nella metà degli anni novanta aveva pubblicato un opuscolo per quanto riguarda gli incidenti in ambiente domestico riferiti al decennio precedente. L’analisi era molto dettagliata per quegli anni, ma purtroppo non ci sono mai stati degli aggiornamenti successivi. In quel periodo altre fonti che riportavano dati sugli incidenti domestici provenivano dal Regno Unito (per esempio uno studio sul vetro applicato ai mobili) e negli Stati Uniti con le pubblicazioni edite dalla CPSC (Consumer Product Safety Commission). In ogni caso la produzione di norme sulla sicurezza è progredita sia in riferimento ai mobili per l’infanzia, all’arredo domestico e a quello per l’ufficio. Negli anni più recenti Internet ha iniziato a connettere le persone in modo molto più efficace diffondendo le informazioni anche sui casi di incidenti in tutto il mondo. In seno a questo cambiamento epocale sulla diffusione di informazioni, è stata pubblicata nel 2001 la Direttiva 2001/95/CE del Parlamento e del Consiglio Europeo del 3 dicembre 2001 relativa alla sicurezza generale dei prodotti (nota anche come direttiva prodotti); di conseguenza la sicurezza di tutti i prodotti di consumo è diventata un obbligo di legge.

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Andrea Giavon Successivamente, nel febbraio del 2004, è stato lanciato il sito web RAPEX [1] e ancora una volta lo scenario dei prodotti di consumo, mobili compresi, è radicalmente cambiato. Circa vent’anni dopo gli Stati Uniti, anche l’Europa ha ora un proprio sistema organizzato per monitorare i prodotti relativamente agli incidenti ad essi correlati. Questo cambiamento ha rivoluzionato il mercato e da allora le cose hanno cominciato a evolversi a un ritmo inaspettato. Ad oggi questo “mondo connesso” e i suoi strumenti sulla divulgazione di informazioni, permettono di sapere quasi tutto di ciò che accade in materia di incidenti. Ciò consente un pronto intervento delle autorità, specialmente nel caso di incidenti mortali. Tuttavia anche in questi casi i dati sono resi pubblici e sempre più spesso ciò ha un impatto enorme sui lavori di normazione e sull’evoluzione legislativa. Come detto prima, il complesso sistema costituito dalle relazioni multiple prodotto - consumatori - produttori - norme e leggi è in rapida evoluzione e di conseguenza è indispensabile definire alcuni indicatori al fine di produrre e utilizzare prodotti sicuri, i mobili, che sono ancora una caratteristica ben nota dell’Europa. 2 REQUISITI DI SICUREZZA Quando si tratta dei requisiti di sicurezza (aspetti chimici esclusi) dei mobili, è un’esperienza largamente condivisa tra tutti i Paesi che si sono occupati della questione, che gli argomenti obbligatori da tenere in considerazione sono i seguenti: • requisiti generali di progettazione (per esempio la forma di angoli e spigoli); • fori e aperture; • zone taglienti o di schiacciamento tra le parti in movimento; • stabilità; • resistenza; • durata. Tutti i tipi di mobili, indipendentemente dall’impiego finale (domestico, ufficio, contract, ecc.) devono avere un livello di sicurezza che copre l’elenco di cui sopra, anche se con un diverso “peso” del singolo argomento. Per chiarire il significato e l’importanza degli argomenti citati nell’elenco, viene di seguito riportata la tabella che illustra alcuni esempi dei relativi rischi.

Argomento

Tipo di rischio

1

Bordi e spigoli

Tagli e lacerazioni della cute

2

Fori e aperture

Intrappolamento di parti del corpo (arti, testa, collo), asfissia

3 4

Punti di schiacciamento Cesoiamento e intrappolamento degli arti o altre parti del corpo Parti sporgenti Intrappolamento, asfissia

5

Stabilità

6

Resistenza

7

Durata

Ribaltamento dei mobili, cadute, schiacciamento del corpo, asfissia posizionale Improvviso cedimento strutturale dovuto a prevedibili carichi elevati, cadute, tagli, lividi, intrappolamento Cedimento strutturale dovuto a carichi normali applicati molte volte, cadute, tagli, contusioni, intrappolamento Tabella 1

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LA SICUREZZA DEI MOBILI

LO STATO DELL’ARTE DELLA SICUREZZA PROGETTUALE FUNZIONALE E DIMENSIONALE

Andrea Giavon I dati riportati di seguito, in tutta la loro crudezza, e l’esperienza dell’autore indicano che gli armadi e l’arredo per infanzia sono la tipologia di mobili più frequentemente coinvolti in incidenti, in particolare nel settore domestico. Le cause principali sono legate ai punti 2 e 5 ovvero l’intrappolamento di parti del corpo e la stabilità. 3 ANALISI DEI DATI 3.1 Casi dell’anno 2010

Tipo di mobile

N° di notifiche

N° di incidenti

Note

Fasciatoi

4

/

/

Importazione respinta dalle autorità / arresto volontario delle vendite

Lettini

3

/

/

Ritiro da parte delle autorità di arresto volontario delle vendite

Paracolpi

1

/

/

Adozione di azioni correttive volontarie

Seggioloni

7

/

/

Richiamo volontario dai consumatori / divieto di vendita da parte delle autorità

1

/

/

Ritiro volontario dal mercato

1

1

Caso fatale

Ritiro volontario dal mercato

Imbottiti

1

/

/

Sedute

6

10

Rottura di un dito

Ritiro volontario dal mercato Ritiro dal mercato ordinato dalle autorità e ritiro volontario

Scale

1

/

/

Richiamo volontario dai consumatori

Tavoli

1

1

/

Ritiro volontario dal mercato

Barriere di sicurezza

2

1

/

Richiamo volontario dai consumatori

Cassettoni

1

/

/

Divieto di vendita ordinato dalle autorità

1

1

Caso Fatale

Adozione di azioni correttive volontarie del produttore

1

/

/

Richiamo volontario dai consumatori da parte del produttore

31

14

Box per bambini Tende a rullo

Letti a castello Attrezzature per parchi gioco Totale

Misure adottate dal Paese che ha inoltrato la notifica

Tabella 2: dati dell’anno 2010

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Andrea Giavon La tabella 2 presenta i casi relativi ai mobili e similari considerati pericolosi, il numero di incidenti e alcune note delle misure eventualmente adottate. Purtroppo si nota che nel 2010 si sono verificati due incidenti fatali. In un caso è coinvolto un letto a castello e nell’altro una tenda da interno. A questo proposito, sia l’Europa che gli Stati Uniti si sono dedicati con notevoli sforzi nel corso del 2010 a sessioni di discussione tecnica congiunte. Ciò dimostra quanto sia delicato e urgente questo argomento. Dai dati non ufficiali, sembra che avvenga almeno un incidente al mese che coinvolge l’intrappolamento con corde delle tende. Nel dicembre 2010 la Direzione Generale per la Salute e la tutela dei consumatori (DG SANCO), ha riportato sei [2] decessi (durante tutto l’anno) a causa di questa tipologia di prodotto che ha riguardato i bambini da 1 a 3 anni. CPSC (USA), DG Sanco (Europa), Health Canada e l’Australian Competition and Consumer Commission stanno lavorando insieme su questo argomento (International Initiative Alignment Pilot). Il caso del letto a castello sembra essere un soffocamento causato dall’apertura impropria del letto superiore. I seggioloni sono prodotti sotto controllo da parte delle autorità e degli organismi che si occupano di sicurezza. Sette dei trenta casi registrati riguardano questo prodotto, con sei casi in cui è stata notificata una non conformità alla norma EN 14988 “Requisiti di sicurezza e metodi di prova per seggioloni”. In un caso la parte imbottita del seggiolone è risultata contenere ftalati in parti che potenzialmente possono venire in contatto con la bocca dei bambini. In questi casi la direttiva REACH non consente la presenza di questi composti. Situazioni simili erano alla base delle notifiche per i quattro casi relativi ai fasciatoi o materassini utilizzati per questo scopo. I lettini per bambini sono presenti con tre casi di non conformità ai requisiti di sicurezza e/o alle dimensioni di sicurezza previsti dalla norma EN 716. È significativo l’impatto delle sedie sia per il numero totale (sei) sia per il numero di infortuni denunciati, almeno otto secondo quanto riportato nel sito web. La presenza di punti di schiacciamento, l’instabilità, le rotture in uso sono le cause indicate nelle notifiche. Purtroppo non sono spiegati in modo approfondito i casi d’incidenti tranne in uno di essi in cui è citata la frattura di un dito. Generalmente viene menzionata la non conformità alla norma EN 581 (requisiti di sicurezza per mobili da esterno) ed EN 1022 (stabilità delle sedie). Un incidente, probabilmente causato da motivi analoghi (punti di schiacciamento) riguarda un tavolo benché sia una tipologia di prodotto molto rara da trovare in queste pagine (RAPEX). In altri casi la non conformità agli standard di sicurezza ha determinato degli incidenti sia per una scala a pioli (EN 131) sia per le barriere di sicurezza (EN 1930). Vale la pena di sottolineare e prestare attenzione al caso di un cassettone di cui veniva contestato il mancato rispetto dei requisiti di stabilità della EN 14749. L’autore non si stancherà mai di ribadire l’importanza di questo requisito il cui mancato rispetto può portare a volte a conseguenze fatali. Va sottolineato anche il fatto di quanto complessa e difficile sia la definizione di un metodo di prova e dei relativi requisiti per quanto riguarda la stabilità di un armadio. La revisione di questa norma inizierà a breve nell’ambito del CEN anche per quanto riguarda questo problema, iniziando purtroppo, come spesso accade, dai dati di un caso fatale.

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LA SICUREZZA DEI MOBILI

LO STATO DELL’ARTE DELLA SICUREZZA PROGETTUALE FUNZIONALE E DIMENSIONALE

Andrea Giavon 3.2 Casi dell’anno 2011 Tipo di mobile Sedie per bambini Lettini e culle

N° di notifiche

N° di incidenti

Note

4

/

/

Ritiro volontario dai consumatori / ritiro ordinato dalle autorità

3

/

/

Importazione respinta / divieto di vendita ordinato dalle autorità

Seggioloni

3

/

/

Ritiro volontario / divieto di vendita ordinato dalle autorità

1

/

/

Ritiro ordinato dalle autorità

1

/

/

1

/

Sedute

2

11

Sgabello a gradini

/ Intrappolamento dita / stabilità

3

/

/

Ritiro volontario dai consumatori

Scala

2

/

/

Ritiro volontario / divieto di vendita ordinato dalle autorità

Barriere di sicurezza

1

/

/

Ritiro ordinato dalle autorità

Armadi

3

15

Ritiro volontario dai consumatori

Attrezzature per parchi gioco

Distacco dello specchio

1

/

/

Adozione di azioni correttive volontarie adottate dal produttore

Totale

25

26

Box per bambini Tende a rullo Imbottiti

Misure adottate dal Paese che ha inoltrato la notifica

Adozione di azioni correttive volontarie da parte dell’importatore Ritiro volontario dai consumatori Ritiro volontario dai consumatori

Tabella 3: dati dell’anno 2011 RAPEX è ormai diventato parte integrante del “Sistema Europeo” ed è un punto di riferimento e di consultazione per tutti coloro che lavorano nel settore dei prodotti di consumo. Si noti che il numero di notifiche relative all’anno 2011 (1568) è diminuito sensibilmente rispetto al 2010 (1984), circa il 21% in meno, ritornando ai valori del 2008 (1557). Per il momento è piuttosto difficile fornire una chiara interpretazione di questi dati numerici ovvero se possono essere attribuiti a un miglioramento dei prodotti o al calo sensibile dei volumi di produzione sofferto dal mercato. I casi segnalati dal RAPEX sono stati 25 nel 2011 e 31 nel 2010. Questo è di per sé un fatto significativo se l’attenzione dei Paesi membri è rimasta la stessa; potrebbe essere un indice di un miglioramento della sicurezza dei mobili. Salvo il caso fatale che si è verificato in Italia all’inizio dello scorso anno [3], ma non riportato sul sito web RAPEX, non ci sono notifiche di casi mortali legati ai mobili. Il numero d’incidenti è elevato (26), anche se limitata a due tipi di mobili, ovvero le sedie pieghevoli e gli armadi. Nel primo caso è stato registrato un intrappolamento delle dita mentre il secondo è un evento che ha provocato gravi lesioni dovute alla caduta degli specchi. In entrambi i casi i provvedimenti sono stati il ritiro volontario dal mercato e dai consumatori. Ancora una volta i mobili per bambini sono la tipologia presente con maggiore frequenza, con culle e seggioloni sempre in primo piano oltre al caso di un box. Per tutti questi prodotti il pericolo era dovuto ad aspetti disciplinati dalle norme di sicurezza pertinenti e in tutti 8


Andrea Giavon i casi è stata rilevata una non conformità a tali norme (EN 716, EN 14988 e EN 12227 rispettivamente). All’interno di questa categoria ci sono quattro casi relativi all’anno corrente, i prodotti new entry, sono rappresentati dalle sedie per bambini. Vale la pena di prestare particolare attenzione a questi casi, a causa delle varie fonti di rischio, inclusi i punti di schiacciamento delle dita, parti staccabili, elevato contenuto di DEHP (un tipo di ftalato) e la presenza di piombo nelle finiture. In questi casi le misure adottate sono state tra le più disparate, il ritiro volontario, il ritiro ordinato dalle autorità, il divieto di vendita e l’importazione respinta. L’esame di questi casi sarà certamente di aiuto nella preparazione della futura norma sulle sedie per bambini, per la quale il CEN/TC207/WG2 “Requisiti dell’arredo per bambini” sta attualmente lavorando. È presente un singolo caso di tende interne di cui tanto si è parlato nel corso del 2010 e del 2011. Come accade di frequente, è stata rivendicata una non conformità alla norma (EN 13120), ma in questo caso il provvedimento è stato un intervento correttivo da parte dell’importatore. Ancora una volta le barriere di sicurezza sono oggetto di particolare attenzione da parte delle autorità che nel 2011 hanno ordinato, in un caso, il ritiro dal mercato e dai consumatori. Anche in questo caso la non conformità alla norma (EN 1930) è la motivazione della notifica. È importante ricordare che nel recente passato questo articolo ha rappresentato la causa di incidenti molto gravi. Due sono state le notifiche per le scale a causa della mancanza di conformità alla norma (EN 131); in un caso c’è stato il ritiro volontario mentre nel secondo le vendite sono state vietate dalle autorità. 3.3 Altri casi I seguenti casi fatali, di cui sono state condivise le notizie e informazioni all’interno della CEN/TC207, non sono riportati nel database Rapex. Incidente avvenuto in Danimarca (2010) [CEN / TC 207/WG 1 N 10] L’armadio vuoto poggiava su una moquette a pelo basso con la schiena parallela alla parete. Quando la bambina di 3 anni ha tirato la maniglia della porta, il mobile è caduto uccidendola. Il mobile, un armadio in rovere massello con ante in vetro, aveva due cassetti nella parte inferiore e due ante in vetro con cornici in legno. Le dimensioni del mobile erano: Altezza: 190 cm

Larghezza: 99 cm

Profondità: 36 cm

Peso: 62 kg

Altezza dal pavimento al centro della maniglia manico: 114 cm; al bordo inferiore della maniglia: 108 cm. La maniglia era montata verticalmente. La parte anteriore dei piedi erano a filo con la parte anteriore dell’armadio. Incidente avvenuto in Italia (anno 2011) [3] Un bambino di 3 anni, il cui peso era di 15 kg, era in bagno con la madre e la sorella. Salì su un mobile a colonna che, sotto l’effetto del peso del bambino, si ribaltava in avanti facendo sbattere la testa contro il bordo del WC. L’armadio, nella forma di una piccola colonna, aveva tre cassetti e un’anta singola. Le dimensioni del mobile erano: Altezza: 180 cm

Larghezza: 30 cm

Profondità: Non riportato

Peso: Non riportato

Incidente avvenuto in Italia (anno 2012) [4] Il bambino, due anni nel mese di agosto, aveva spinto la sedia su cui era seduto, cadendo e sfondando l’anta in vetro di un armadio. Una scheggia del vetro aveva reciso l’arteria carotide. Non sono disponibili dati sul mobile e sull’esatta dinamica. 3.4 Incidenti in USA È assolutamente interessante esaminare le statistiche riportate dal CPSC [5], nel dicembre 2010, quando la nuova legislazione in merito ai lettini per bambini è stata pubblicata. I dati raccolti sono molto impressionanti per quantità e qualità, le informazioni sono dettagliate e confermano ancora una volta quanto critica sia questa tipologia di arredo. Lettini Questa sezione descrive i dati sui 3520 incidenti raccolti da EWS (Early Warning System). Di questi 3.520 incidenti, ci sono stati 147 casi fatali, 1.675 infortuni non fatali e 1.698 casi senza danni e/o ferite.

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LA SICUREZZA DEI MOBILI Il CATAS tra internazionalizzazione, innovazione e realtà quotidiana

LO STATO DELL’ARTE DELLA SICUREZZA PROGETTUALE FUNZIONALE E DIMENSIONALE

Franco Bulian Andrea Giavon

Casi fatali Tra il novembre del 2007 e l’aprile del 2010, 147 casi fatali associati con i lettini sono stati segnalati alla Commissione. La maggior parte dei decessi (107 su 147, quasi il 73%) non sono stati collegati ad alcun cedimento strutturale o a difetti nella progettazione del lettino. I problemi strutturali sono stati la causa di 35 decessi. Anche in questo caso l’intrappolamento (testa/collo/corpo) è la causa principale (34 su 35 casi). Oltre la metà di questi (18 su 35) ha riguardato cedimenti della sponda del mobile. Vale la pena di notare che tutti i cedimenti strutturali hanno portato alla formazione di spazi d’intrappolamento. Un caso fatale è risultato quando un bambino è rimasto intrappolato tra un muro e il lettino durante il tentativo di arrampicarsi fuori dal lettino; c’è stato un problema di montaggio del lettino che ha impedito che il supporto materasso venisse abbassato a sufficienza. Il caso fatale non dovuto a intrappolamento è stato causato da una vite allentata ingoiata e incastrata nella gola del bambino. Nessuna informazione disponibile per gli altri cinque casi. Infortuni non fatali 1.675 sono gli incidenti riportati relativi a lesioni che hanno coinvolto i lettini. Per il 97% di queste lesioni non è stato necessario il ricovero. La metà di quelli che hanno richiesto l’ospedalizzazione riguardavano fratture degli arti o del cranio e ferite alla testa derivanti da cadute dal lettino. I casi rimanenti hanno riguardato casi di arti intrappolati tra stecche del lettino, cadute all’interno del lettino e urti contro la struttura del lettino, o ancora intrappolamenti dovuti ad aperture formate in seguito a cedimenti strutturali. Analogo documento [6] è stato pubblicato lo scorso anno dalla stessa organizzazione per quanto riguarda la stabilità di armadi e la caduta delle TV. I dati riportati coprono gli anni che vanno dal 2000 al 2008. Il documento è pieno di statistiche e dettagli, la sua analisi va oltre lo scopo di questo articolo, ma le cifre riportate di seguito possono dare un’idea sul problema della stabilità dei mobili in casa. Nel periodo 2006-2008 il Pronto soccorso negli Stati Uniti ha trattato 38.900 casi di lesioni: il 56% dei casi ha coinvolto i bambini di età inferiore ai 18 anni, il 37% gli adulti dai 18 a 59 anni e il 7% gli anziani di età superiore ai 60 anni. Guardando le cause, 42% dovuto ai televisori (o TV + mobili), 53% dovuto a cadute di mobili e solo il 4% dovuto agli elettrodomestici. Nel periodo 2000-2008 lo studio ha riportato 242 casi fatali, l’82% dei casi ha riguardato i bambini con età compresa tra 1 mese e 8 anni, il 5% gli adulti dai 31 ai 59 anni, il 12% gli anziani dai 61 ai 96 anni. Per quanto riguarda le cause, il 35% dovuto alle TV, il 22% a TV + mobili, il 34% solo ai mobili e il 9% agli elettrodomestici. 4. Norme europee di sicurezza Tutti i tipi di mobili hanno attualmente dei loro requisiti di sicurezza e i relativi metodi di prova nell’ambito della normativa europea. Sedute, tavoli, armadi e mobili per bambini sono completamente coperti dalle norme EN. Un elenco completo è disponibile sul sito del CEN [7] o tramite gli organismi nazionali di normazione. È utile fare qualche esempio su come funzionano questi documenti al fine di comprendere meglio la loro utilità e come possono essere un supporto prezioso per la produzione di un mobile meccanicamente sicuro. In tutte le norme di sicurezza uno delle prime frasi suona come questa: “I bordi e le parti sporgenti accessibili durante l’uso normale devono essere arrotondati o smussati e privi di bave e spigoli vivi”. Si tratta di una valutazione soggettiva che molte volte in passato è stata molto controversa. La figura 1 mostra due bordi, l’uno tagliente e l’altro arrotondato. L’affermazione può sembrare ovvia, ma ogni produttore di mobili conosce le conseguenze del processo e dei costi nel passaggio da uno all’altro. È esperienza quotidiana dell’autore sulle interminabili discussioni con i produttori su questo argomento.

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Gli appartamenti - palestra

Sara Zanchiello Andrea Giavon

Fig. 1

Come descritto sopra, un altro requisito di sicurezza fondamentale è quello relativo agli spazi e alle aperture. Dai dati di cui al comma precedente, è evidente che gli incidenti gravi che coinvolgono i bambini si riferiscono a soffocamento/strangolamento o all’intrappolamento degli arti. Il lavoro svolto su questo aspetto dell’arredo (per i bambini e per gli adulti) è uno dei temi a lungo termine in costante evoluzione e miglioramento, sia in Europa che negli Stati Uniti. Sonde di misura diverse, parti che simulano il corpo come dita, braccia, testa, ecc. vengono utilizzati (con o senza forza) per verificare, secondo un criterio passa/non passa, le aperture nei mobili. Le figure 2, 3 e 4 spiegano chiaramente la misurazione di queste aperture. È assolutamente necessario e opportuno prendere in considerazione questi requisiti dimensionali in fase di progettazione dei mobili; cambiare una situazione che non soddisfa questi requisiti su una produzione esistente senza dubbio porta a modifiche che possono essere molto complicate e, a volte, quasi impossibili.

Fig. 2

Fig. 3

Fig. 4

È chiaro che la stabilità è forse il problema principale per la sicurezza degli armadi, soprattutto in ambiente domestico. La questione ha una lunga storia all’interno dell’area di normazione, in Europa come pure al di fuori dell’Europa. Sedute e tavoli sono forniti di metodi ben consolidati per quanto riguarda la prova di stabilità; nel caso di armadi, invece, il lavoro è in continua evoluzione e miglioramento. Gli incidenti avvenuti in Danimarca e in Italia, sopra riportati, mostrano chiaramente che il lavoro non è ancora completato. Le figure 5 e 6 illustrano come si verifica questo requisito in un laboratorio.

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LA SICUREZZA DEI MOBILI Il CATAS tra internazionalizzazione, innovazione e realtà quotidiana

LO STATO DELL’ARTE DELLA SICUREZZA PROGETTUALE FUNZIONALE E DIMENSIONALE

Franco Bulian Andrea Giavon

Fig. 5

Fig. 6

La resistenza e la durata sono solitamente regolati insieme anche se, come illustrato nella tabella 1, coprono due interazioni con l’arredo molto diverse. L’approccio europeo è quello di applicare una certa sequenza fatta di prove di carico statico e di fatica sullo stesso campione. Questo requisito della sequenza (e i relativi metodi di prova) all’interno della normazione è di lunga data ed è molto ben consolidata. La figura 7 mostra una prova di fatica delle sedie. Le istruzioni per l’uso, comprese le avvertenze necessarie, sono diventate un requisito fondamentale per il quale è ancora necessaria un’analisi critica della normazione, da parte dei produttori e, in ultima analisi, anche dei consumatori. Come descritto di seguito, la legislazione ha posto un accento particolare su questo punto.

Fig. 7

Il contenuto delle istruzioni per l’uso è stato dibattuto per molto tempo all’interno di gruppi di lavoro del CEN e sono stati compiuti enormi progressi. Come rendere chiaro questo per il consumatore, è ancora un argomento di discussione. 5. La legislazione e le norme europee Come accennato in precedenza in questo articolo, l’arredo (tranne pochissime eccezioni) non è governato da una direttiva “verticale” europea ma, essendo un prodotto di consumo è regolato dalla Direttiva sulla Sicurezza Generale dei Prodotti [8]. L’articolo 3 spiega chiaramente il rapporto tra la legge e le norme, sia nel caso di norme pubblicate sulla GUCE (paragrafo 2) sia nel caso di norme non presenti in quella lista. Art. 4 (1) (a), della direttiva [8], modificata da: • M1 Regolamento (CE) N. 765/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 luglio 2008 • M2 Regolamento (CE) N. 596/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 giugno 2009 afferma quanto segue:

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Andrea Giavon “la Commissione definisce i requisiti intesi a garantire che i prodotti conformi a tali norme soddisfino l’obbligo generale di sicurezza; tali misure, intese a modificare elementi non essenziali della presente direttiva completandola, sono adottate secondo la procedura di regolamentazione con controllo di cui all’articolo 15, paragrafo 4”. Ciò significa che spetta alla Commissione decidere (decisioni pubblicate in Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea), quali prodotti devono avere un mandato al CEN TC di competenza, al fine di redigere la norma di cui all’articolo 3. Questo è un atteggiamento relativamente nuovo da parte della Commissione; per i nostri prodotti ha iniziato dopo i risultati dello studio sui prodotti per bambini nel 2006. A seguito di una lista di priorità, nel 2010 è stata pubblicata la decisione della Commissione (2010/376/EU) sui requisiti di sicurezza per i prodotti per l’ambiente di sonno dei bambini e di conseguenza nel 2011 è stato pubblicato un mandato al CEN/TC207 relativo ai materassi. Per quest’anno è previsto un mandato simile per sedie e tavoli per bambini. In ogni caso il lavoro è già iniziato all’interno WG2 e un progetto di mandato è stato distribuito all’interno del CEN. 6 Considerazioni Da tutta la materia sperimentata e descritta sopra, dovrebbe essere evidente che non ci sono conclusioni finali e/o situazioni definitive per quanto riguarda la sicurezza meccanica di mobili. Il lavoro è in continuo progresso e i miglioramenti sono in costante aumento, anche dovuto al fatto che le informazioni di oggi sono molto più facili da condividere e diffondere rispetto al passato. RAPEX è diventato, in poco più di cinque anni, uno strumento importante per i Paesi UE per monitorare i prodotti di consumo e la supervisione della sicurezza dei consumatori. L’arredamento non è sicuramente nella situazione critica dei giocattoli o degli elettrodomestici, ma anche nei suoi settori mostra situazioni a cui deve essere data una considerazione molto alta. L’arredo infanzia è sempre sotto i riflettori di tutti ed è quindi abbastanza comprensibile che sia l’oggetto che appare più di frequente. I mobili contenitori in ambito domestico seguono a ruota. Un elemento positivo che dev’essere sottolineato è il fatto che sempre più spesso ci sono le misure adottate come un atto volontario da parte del fabbricante o dell’importatore, che rappresentano il segno di una rapida maturazione delle coscienze civiche, quindi dovremmo essere abbastanza positivi per il nostro futuro. Resta il fatto inequivocabile della centralità della norma europea come criterio per giudicare di mobili (e non solo). Questi dati obiettivi non discriminano sulla base di “mode” o atteggiamenti causati dal “calore del momento”, ma sulla base di criteri oggettivi (sempre in miglioramento) per misurare le prestazioni dei mobili in relazione alla sicurezza dell’utente. RIFERIMENTI [1] http://ec.europa.eu/consumers/dyna/rapex/rapex_archives_en.cfm [2] EUROPEAN COMMISSION HEALTH AND CONSUMERS DIRECTORATE-GENERAL Consumer Affairs Product and service safety Cords and Chains in window coverings - a Hidden Home Hazard Information event [3] http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2011/03/22/news/travolto-in-casa-da-un-mobile-muore-unbimbo-di-tre-anni-3747413. [4] http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_gennaio_23/como [5] CPSC, 16 CFR Parts 1219-1220-1500,et al. Full-Size Baby Cribs and Non-Full-Size Baby Cribs: Safety Standards; Revocation of Requirements; Third Party Testing for Certain Children’s Products; Final Rules) [6] Consumer Product Safety Commission Study on Instability and Tipover of Appliances, Furniture and TVs(2010-03) (http://www.cpsc.gov/library/foia/foia11/os/tipover.pdf) [7] http://esearch.cen.eu/esearch/extendedsearch.aspx [8] DIRECTIVE 2001/95/EC OF THE EUROPEAN PARLIAMENT AND OF THE COUNCIL of 3 December 2001 on general product safety.

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Il CATAS tra internazionalizzazione, LA SICUREZZA DEI MOBILI LO STATO DELL’ARTE DELLA SICUREZZA CHIMICA innovazione e realtà quotidiana

SOMMARIO L’industria del mobile è attualmente chiamata ad affrontare una nuova sfida rappresentata dalla crescente sensibilità del mercato verso la sicurezza di materiali e prodotti finiti. Quest’articolo presenta una breve panoramica sulla presenza e sul rilascio di sostanze chimiche pericolose derivanti dai diversi materiali utilizzati in questo settore. Il risultato di questa breve analisi è soprattutto l’evidenza della complessità del problema che coinvolge la maggior parte dei prodotti finiti in riferimento a diverse sostanze potenzialmente pericolose in essi contenute. La conoscenza di tale problematica e della sua evoluzione sta rappresentando sempre più un elemento importante anche per le future strategie di marketing delle aziende che operano in questo settore. 1 INTRODUZIONE Quello del mobile è spesso definito come un settore “buy-driven” poiché, in realtà, è il mercato che spesso richiede modifiche di materiali o tecniche costruttive. Un esempio significativo in tal senso, direttamente collegato all’attuale situazione di globalizzazione dei mercati, deriva dal notevole sviluppo di alcune catene di vendita internazionali. Queste realtà devono prestare particolare attenzione alle disposizioni legislative e alle normative vigenti nei vari Paesi in cui operano. Tali requisiti vanno di conseguenza a ricadere sui loro fornitori locali che devono riorganizzare le loro produzioni al fine di ottemperare a una serie di specifiche tecniche e documentali. La globalizzazione ha quindi un forte impatto sulle prestazioni dei materiali, in particolare per quanto riguarda gli aspetti legati alla loro sicurezza. Come molti altri settori, anche quello del mobile è quindi in forte evoluzione con la necessità di ottimizzare le proprie produzioni che richiedono prestazioni conformi a leggi e normative internazionali legate, in particolare, all’impatto ambientale e alla sicurezza per l’utente finale. La composizione chimica delle materie prime sta conseguentemente diventando uno dei parametri più importanti da considerare per qualsiasi produzione con specifico riferimento alle possibili limitazioni dovute a requisiti di sicurezza stabiliti dalle legislazioni di alcuni Paesi, dalle specifiche di operatori internazionali o derivanti da taluni schemi di certificazione volontaria. 2 I MATERIALI UTILIZZATI DALL’INDUSTRIA DEL MOBILE L’industria del mobile utilizza una vasta gamma di materiali e di tecnologie. Legno, pannelli, rivestimenti, adesivi, vernici, metalli e plastica sono i più utilizzati ma, all’interno di ogni singola categoria, esiste ancora una grande varietà di prodotti con diversa composizione e con differenti proprietà. Le legislazioni e le norme sulla sicurezza, in relazione al possibile rischio chimico sono in continua evoluzione in tutto il mondo. Diversi esempi sono già ben noti essendo oramai diventati un importante punto di riferimento per gli uffici acquisti e vendite di tutti i produttori di mobili: il REACH, la direttiva VOC, la direttiva deko-paint, il CARB (formaldeide), il Consumer Product Safety Act (USA), le direttive IKEA IOS-MAT e le normative sui giocattoli, che coinvolgono anche i mobili per i bambini, sono solo alcuni esempi della vasta gamma di documenti esistenti a cui fare riferimento. 3 REQUISITI DI SICUREZZA 3.1 Legno Il settore del mobile è strettamente legato ai prodotti a base legno e, sebbene la produzione industriale moderna abbia introdotto anche altri materiali, questo settore rimane tradizionalmente caratterizzato dalle attività tipiche delle falegnamerie. Il successo di legno deriva principalmente dalla sua elevata disponibilità, dalla facile lavorabilità e dalle buone proprietà conferite ai prodotti finiti, come la resistenza meccanica e la leggerezza. Essendo il legno un materiale naturale, molto spesso è considerato anche “biologico” ovvero sicuro per i lavoratori e per gli utenti finali. Quest’assunzione, tuttavia, non è sempre veritiera in quanto vi sono evidenze oggettive e sostanziali che anche il legno massiccio necessita di alcune precauzioni. E’ noto che alcuni specifici estrattivi presenti in certe specie legnose possono essere la causa di dermatiti e di problemi respiratori di vario tipo [1] durante le diverse fasi della sua lavorazione. 14


Gli appartamenti - palestra

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In particolare le polveri di legno di latifoglie sono state classificate come cancerogene (categoria 1) dallo IARC l’A genzia internazionale per la ricerca sul cancro [2]. Il decadimento biologico è uno dei principali punti deboli di questo materiale naturale che viene spesso contrastato con l’uso di trattamenti a base di varie sostanze chimiche con funzione preservante. Molto spesso tali sostanze, e in particolare quelle utilizzate in passato, possono essere pericolose anche per gli esseri umani. La valutazione della sicurezza del legno nei confronti degli utenti finali deve quindi prendere in considerazione il possibile contenuto di sostanze come il pentaclorofenolo (PCP) e altri preservanti di varia natura. Il PCP, sintetizzato nel 1930, è un composto organo clorurato molto efficace per la preservazione del legno, ma il cui impiego è stato quasi del tutto abbandonato a causa della sua elevata tossicità e della lenta biodegradabilità. Il contatto con il PCP può irritare la pelle, gli occhi e la bocca essendo anche dannoso per fegato, reni, sangue e sistema nervoso in caso di esposizioni prolungate [3]. Lo IARC, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, classifica il PCP come un possibile cancerogeno per l’uomo (Gruppo 2B) [4]. Questa sostanza è considerata nella marcatura CE dei prodotti da costruzione, come i pavimenti in legno e i pannelli [5], con un limite di 5 mg/kg al di sopra del quale la presenza di PCP deve essere dichiarata. Restrizioni per il contenuto di PCP nel legno e nei pannelli utilizzati per la produzione di mobili sono incluse nelle specifiche di alcune catene di distribuzione internazionali [6] e in certi schemi di certificazione di prodotto [7]. La radioattività Il decadimento radioattivo è il processo mediante il quale il nucleo di un atomo instabile perde energia attraverso l’emissione di particelle ionizzanti e radiazioni. Ci sono diversi tipi di decadimenti radioattivi in funzione delle emissioni specifiche: alfa (nuclei di elio), beta (elettroni o positroni) e gamma (fotoni ad alta energia). Il Becquerel (Bq) è l’unità di misura della radioattività. Un Bq è definito come l’attività di una certa quantità di materiale radioattivo che subisce un decadimento al secondo. Le emissioni sopra descritte sono chiamate “radiazioni ionizzanti” in quanto possiedono energia sufficiente per alterare gli atomi e le molecole che conseguentemente si trasformano in specie chimiche altamente reattive, come radicali e ioni. L’effetto della radioattività può essere particolarmente dannoso nel caso degli organismi viventi in quanto le radiazioni possono interagire con il DNA alterandone la complessa struttura chimica. In conseguenza di tali meccanismi, l’effetto più comune per gli esseri umani, quando esposti ad alti livelli di radiazione, è la possibile induzione di tumori con un periodo di latenza di anni o di decenni dall’esposizione. Le conseguenze di incidenti nucleari (ad esempio Chernobyl) portano a una grave contaminazione di aria, acqua e suolo da parte di diversi isotopi radioattivi. Questi effetti ricadono anche sulle foreste circostanti per effetto dell’assorbimento e della persistenza di tali isotopi pericolosi all’interno degli alberi. Il legname e i prodotti derivati provenienti da tali aree possono quindi contenere elevate quantità di isotopi radioattivi che devono essere considerati attentamente. Livelli di attività nei materiali al di sotto di 1 Bq/g sono solitamente considerati trascurabili sebbene alcuni studi [8] abbiano anche valutato dei limiti specifici per i diversi isotopi. 15


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Alcuni distributori internazionali di mobili hanno definito e imposto ai loro fornitori dei limiti precauzionali riferiti al legno e ai materiali da esso derivati provenienti da alcune aree colpite in passato da catastrofi nucleari [6]. 3.2 I pannelli a base legno I pannelli a base legno sono i principali supporti utilizzati per la produzione della maggior parte degli elementi d’arredo. Essi possono essere considerati come lo scheletro dei tavoli, dei mobili e degli altri prodotti finiti realizzati da questo settore industriale.

Il consumo annuale di pannelli in Europa, dove si concentra anche la gran parte della produzione mondiale, è stimato in 50 milioni di metri cubi [9] di cui circa il 70% è costituito da pannelli di particelle seguiti dai pannelli di fibra e dalle altre tipologie come i compensati, gli OSB, ecc. La maggior parte di questi pannelli è destinata alla produzione di mobili mentre la restante viene principalmente impiegata nel settore dell’edilizia. L’utilizzo di pannelli può essere considerato come un modo efficace di sfruttamento delle risorse naturali in quanto consente l’impiego di materiali non direttamente utilizzabili per altri scopi come la segatura, le ramaglie e in casi particolari anche il cosiddetto legno riciclato. Le resine impiegate per unire assieme i diversi tipi di elementi unitari (particelle, fibre, piallacci, ecc.) e il “legno riciclato” rappresentano le principali fonti di attenzione, in termini di sicurezza chimica, per questa fondamentale tipologia di materia prima.

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Emissione di formaldeide Il problema dell’emissione di formaldeide dai pannelli a base di legno sta interessando da molti anni il mercato del mobile mondiale. Quasi tutti i pannelli a base di legno sono infatti realizzati con resine urea-formaldeide o con altri adesivi di tipo termoindurente. La formaldeide, in conseguenza di complessi meccanismi chimici detti di “idrolisi”, può essere rilasciata per lunghi periodi negli ambienti in cui sono collocati i pannelli. Questa sostanza è considerata pericolosa per la salute umana in conseguenza dei suoi possibili effetti alle vie respiratorie nel breve e nel lungo termine. La formaldeide è una sostanza estremamente volatile, la cui molecola è abbastanza piccola da penetrare facilmente all’interno del corpo umano attraverso le vie respiratorie. Il suo primo effetto è l’irritazione agli occhi a concentrazioni molto basse in aria, anche se la suscettibilità individuale è molto ampia. A causa dell’elevata solubilità in acqua l’effetto irritante della formaldeide colpisce principalmente le vie respiratorie superiori essendo avvertita soprattutto nel naso e nella gola. Nelle persone sensibili o particolarmente esposte gli effetti possono divenire cronici.Nel 2006 lo IARC, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, ha pubblicato una monografia [10] in cui si afferma che la formaldeide è classificata come cancerogena per gli esseri umani. Questa nuova classificazione spiega perché molti Paesi hanno imposto delle restrizioni legislative sulle emissioni di formaldeide prendendo direttamente in considerazione anche i pannelli a base legno quali elementi costitutivi di mobili e materiali edili. In molti Paesi europei sono ammessi solo pannelli classificati come E1. Questa classe significa che l’emissione di formaldeide non supera il limite di 0,124 mg/m3 (0,1 ppm) raccomandato nel 1996 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per gli ambienti di vita. Il rispetto di tale limite deve essere verificato con un metodo di prova chiamato il metodo della camera (EN 717-1), rappresentando una sorta di simulazione di un vero e proprio ambiente di vita. Altri Paesi (Giappone, California, Cina, ecc.) hanno emanato delle limitazioni similari o, in alcuni casi, anche più restrittive. Tuttavia lo scenario attuale è fortemente influenzato dalla recente classificazione dello IARC e, conseguentemente, ulteriori limitazioni sono attese nel breve periodo in tutto il mondo. Contaminanti da “legno riciclato” I pannelli di particelle (truciolari) sono generalmente prodotti con materie prime che provengono direttamente dai tronchi, dai rami e dalla segatura. Tuttavia, oltre al legno “vergine”, è anche possibile utilizzare legno riciclato derivante dallo smaltimento di mobili, di materiali edili o da imballaggi. Il consumo di legno riciclato è in crescita soprattutto in Italia dove nel 2007 ha superato 1.800.000 tonnellate [9]. L’utilizzo di legno riciclato può essere considerato come un processo sostenibile ovvero che rispetta il principio espresso dalla guida ISO 82 “i bisogni del presente sono soddisfatti senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni”. In ogni caso il materiale riciclato può contenere sostanze nocive, derivate da possibili trattamenti subiti dal legno in origine con vari tipi di preservanti: metalli pesanti, composti organici alogenati e idrocarburi policiclici aromatici (creosoto), noti per essere potenzialmente tossici, cancerogeni, mutageni e teratogeni. Nel 2002 l’EPF, la federazione europea dei produttori di pannelli, ha pubblicato uno standard industriale [11] utilizzabile dai propri iscritti, al fine di stabilire metodi e limiti per tali sostanze nocive, come riportato nella tabella 1. Tabella 1. Specifiche EPF per il legno riciclato

Elemento/Composto

Valori limite (mg/kg di legno riciclato)

Arsenico

25

Cromo

25

Cadmio

Rame Piombo Mercurio Fluoro

50 40 90 25

100

Cloro

1000

Creosoto

0,5

Pentaclorofenolo

5

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LA SICUREZZA DEI MOBILI

LO STATO DELL’ARTE DELLA SICUREZZA CHIMICA

Franco Bulian In aggiunta all’elenco sopra riportato, le specifiche di alcuni distributori internazionali e gli schemi di certificazione già menzionati in precedenza comprendono anche altri preservanti, come per esempio i composti organo stannici [6, 7]. A tal proposito è opportuno ricordare che le limitazioni per i composti organo stannici possono anche considerare altri materiali utilizzati nella produzione dei mobili quali, per esempio, i materiali polimerici come la plastica e le vernici, a causa del possibile impiego di queste sostanze come catalizzatori del processo produttivo. 3.3 I materiali di rivestimento L’industria del mobile utilizza quasi esclusivamente i pannelli a base legno come materiali di supporto per la realizzazione di tutti i tipi di prodotti tipici di questo settore quali tavoli, armadi, antine, mensole, ecc. Per migliorare l’aspetto e le prestazioni dei prodotti finiti devono essere conseguentemente utilizzate diverse tipologie di materiali di rivestimento come i piallacci, le carte impregnate, i laminati e i film polimerici. Anche questi materiali possono tuttavia contenere delle sostanze pericolose come ingredienti o come sottoprodotti.

Emissione di formaldeide Il legno multilaminare è una sorta di legno ricostruito (o riassemblato). È prodotto in modo simile al compensato, ma in questo caso i piallacci sono sovrapposti e incollati assieme con fibratura parallela. I blocchi di legno così prodotti vengono poi segati o tranciati nuovamente per la produzione di nuove tipologie di rivestimenti. Il successo di questi materiali deriva principalmente dalla capacità di colorare in massa i piallacci producendo quindi una grande varietà di effetti a seconda del metodo di produzione adottato. Questa tecnica, che può prevedere più passaggi, consente di fatto la riproduzione di qualsiasi specie legnosa anche rara o protetta, partendo da alberi a elevata disponibilità e a basso costo. L’adesivo utilizzato per l’incollaggio dei piallacci è normalmente di tipo termo indurente a base ureica. L’emissione di formaldeide dal legno multilaminare è quindi un parametro importante da tenere in debita considerazione. La formaldeide può essere rilasciata anche dalle carte impregnate essendo questo un materiale di rivestimento frequentemente utilizzato nel settore del mobile come sostituto economico dei piallacci di legno. Le carte impregnate sono costituite da una base di cellulosa naturale (carta) impregnata con resine termoindurenti. La superficie della carta è inoltre rivestita con uno strato protettivo di resina. Le carte impregnate vengono normalmente stampate riproducendo la venatura e il colore delle specie legnose richieste dal mercato. Esse sono anche prodotte come carte monocolori o con motivi di fantasia. La qualità delle carte impregnate è stata progressivamente migliorata modificando il processo di produzione, avendo attualmente raggiunto un livello estremamente elevato soprattutto nella riproduzione della complessa struttura di varie specie legnose, inclusi gli effetti di tridimensionalità tipici della porosità del materiale riprodotto. Le resine utilizzate per l’impregnazione delle carte sono normalmente a base ureica e melamminica, spesso in combinazione con altre tipologie di resine (per esempio le acriliche) per conferire flessibilità al foglio. L’eventuale presenza di resine UF può determinare elevati livelli di emissione di formaldeide in particolare nel caso di ampie superfici. Limiti ufficiali per l’emissione di formaldeide da materiali di rivestimento non sono stati ancora definiti, ma alcuni valori di riferimento basati su specifiche sperimentazioni si possono trovare all’interno dei capitolati di alcune catene internazionali di distribuzione dei mobili [6]. 18


Bulian Sara Zanchiello (AREAFranco SCIENCE PARK) Metalli pesanti Il piombo e il cadmio sono due metalli che hanno trovato molto impiego, specie in passato, come stabilizzanti nella formulazione del cloruro di polivinile (PVC) e di altri materiali polimerici. Nel settore del mobile Il PVC è largamente utilizzato come materiale di rivestimento e di bordatura dei pannelli, trovando inoltre una specifica applicazione nel caso del processo di rivestimento chiamato “3D” per le antine realizzate con presse a membrana. I metalli sopra indicati agiscono come stabilizzanti proteggendo il PVC dal degrado chimico provocato dal calore o dai raggi ultravioletti. Inoltre alcuni pigmenti a base di piombo, come il cromato di piombo, sono utilizzati per impartire il colore desiderato alle materie plastiche. Entrambi i metalli sono tuttavia nocivi per molti organi e tessuti biologici. In particolare il piombo interferisce con lo sviluppo del sistema nervoso ed è quindi particolarmente tossico per i bambini, causando potenzialmente disturbi di apprendimento e di comportamento permanenti [12]. Molti bambini, soprattutto in tenera età, sono soliti portare alla bocca qualsiasi cosa oltre al cibo (tale atteggiamento è chiamato “pica”). Quest’attitudine può rappresentare pertanto un pericolo per i bambini se i materiali che li circondano contengono sostanze pericolose come il piombo. Inoltre i composti inorganici del piombo sono classificati dalla IARC come probabilmente cancerogeni per l’uomo (Gruppo 2A) [13]. In conseguenza della situazione sopra descritta, molti Paesi hanno stabilito delle limitazioni per il contenuto di Pb nei materiali plastici e in particolare per quelli che vengono a contatto con gli alimenti, ma anche per altri articoli come ad esempio i giocattoli. In base al regolamento Reach emanato dall’Unione Europea, è stato fissato un termine, nel mese di novembre 2013, per le richieste di autorizzazione all’impiego dei cromati di piombo. E’ stata inoltre indicata una data di scadenza, nel 2015 [14], oltre la quale questi composti non potranno più essere utilizzati o immessi sul mercato. Anche in questo caso alcuni esempi di limitazioni all’impiego dei metalli pesanti per la produzione di mobili sono presenti in norme, leggi e nelle specifiche di alcuni distributori internazionali [15, 6, 7]. Ftalati Gli ftalati, ovvero gli esteri dell’acido ftalico, sono stati per molti anni i plastificanti più utilizzati per le materie plastiche, ma di recente il loro impiego è stato fortemente limitato per questioni di sicurezza legate al REACH. Il REACH (Registrazione, valutazione e autorizzazione delle sostanze chimiche) è il principale regolamento europeo in ambito chimico. I produttori di sostanze chimiche e gli importatori devono obbligatoriamente fornire all’Agenzia europea i dati tossicologici sulle sostanze che producono o importano per stabilire il possibile rischio derivante dalla loro produzione e utilizzo. La normativa include anche la possibile restrizione all’uso di talune sostanze chimiche per motivi di sicurezza. Alcuni ftalati a basso peso molecolare, tra cui il di-butil ftalato (DBP), il bis 2-etilesile ftalato (DEHP), il benzil butil ftalato (BBP) e il di-isobutile ftalato (DIBP) sono stati presi in considerazione dall’Agenzia europea per la loro tossicità sulla riproduzione e sullo sviluppo degli esseri umani. A causa della loro pericolosità [17], questi ftalati a basso peso molecolare sono stati pertanto inclusi nella lista REACH delle sostanze candidate per l’autorizzazione. L’inclusione degli ftalati nella “candidate list” significa che qualsiasi fabbricante o importatore di un articolo contenente più dello 0,1% di questi ftalati deve notificarlo all’Agenzia europea delle sostanze chimiche. Inoltre, il fabbricante o l’importatore dell’articolo deve fornire informazioni a tutta la catena di distribuzione in merito al contenuto di tali sostanze in quest’articolo. Ulteriori limitazioni per gli ftalati sono già state pubblicate [14] o sono comunque prevedibili per il futuro. Il REACH ha quindi fortemente influenzato l’uso degli ftalati nelle plastiche coinvolgendo anche il settore del mobile. Data la situazione descritta, una particolare attenzione deve essere rivolta soprattutto nei confronti delle materie prime, dei semilavorati e dei prodotti finiti provenienti da Paesi extra-UE.

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3.5 Le vernici Il processo di verniciatura è l’operazione eseguita per conferire la necessaria protezione e l’aspetto finale alle superfici dei mobili. L’aspetto estetico e la capacità di resistere alle varie sollecitazioni, derivanti dal normale uso quotidiano, sono due fattori fondamentali per il successo di un mobile. Una notevole attenzione è stata sempre dedicata alla scelta delle vernici insieme con la valutazione dei sistemi più appropriati per la loro applicazione ed essiccazione.

Le tecnologie attualmente utilizzate per il rivestimento di mobili riflettono la situazione sopra descritta con una grande diversificazione e specializzazione sia relativamente alle formulazioni sia agli impianti utilizzati. Questa versatilità fa sì che la verniciatura sia molto apprezzata come sistema di finitura dei mobili con specializzazioni estreme delle singole aziende soprattutto nella produzione di mobili di alta qualità. Il mercato europeo delle vernici per legno è stimato in circa 400.000 tonnellate all’anno delle quali oltre il 50% viene utilizzato nel settore dell’arredo [18]. La verniciatura industriale del mobile è stata dominata per decenni dalle vernici a base solvente come le poliuretaniche e le nitrocellulosiche con alcune differenziazioni a seconda del Paese considerato, sulla base delle tecnologie disponibili, delle tradizioni e delle preferenze locali. Tuttavia, negli ultimi anni, questo settore è stato fortemente influenzato dalle problematiche ambientali e, in particolare, dalla necessità di ridurre le emissioni di composti organici volatili nell’atmosfera durante le fasi di applicazione e di essiccazione. Questa necessità sta portando, di conseguenza, a un progressivo cambiamento tecnologico, che comporta il declino di prodotti tradizionali con elevato contenuto di solventi e l’aumento di quelli a minore impatto ambientale, prime fra tutte le vernici a base acquosa. I prodotti vernicianti rappresentano una categoria di materie prime ampiamente diversificata che impiega tra l’altro una grande varietà di ingredienti, che devono essere quindi considerati anche per il loro potenziale impatto sulla sicurezza degli utenti finali. Metalli pesanti Il termine “metallo pesante”, che non ha un’effettiva base scientifica, è comunemente utilizzato per identificare alcuni metalli e semi-metalli tossici. Nel settore del mobile i metalli pesanti di particolare interesse sono quelli definiti dalla norma europea EN 71, che specifica i requisiti di sicurezza per i giocattoli, ma il cui campo di applicazione è stato esteso anche ai mobili per la prima infanzia. La presenza di tali elementi può derivare principalmente da pigmenti, ma anche da alcuni additivi utilizzati nella formulazione delle vernici. In particolare la parte 3 della norma EN 71 (migrazione di alcuni elementi) definisce un metodo di prova che simula l’ingestione di particelle di vernice da parte dei bambini verificando l’eventuale scioglimento di tali elementi tossici nei fluidi gastrici. Le conseguenze negative degli otto metalli, riportati in tabella 2, possono riguardare tra gli altri, il sistema nervoso centrale i reni, il fegato, il cuore e altri organi.

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Franco Bulian Elemento

Limite (mg/kg)

Antimonio

60

Bario

1000

Mercurio

60

Arsenico Cadmio Cromo Piombo Selenio

25 75 60 90

500

Tabella 2. Metalli pesanti previsti dalla norma EN 71-3 Oltre alla norma europea sopra citata, anche la legge americana sulla tutela dei consumatori, emanata dalla Consumer Product Safety Commission, prevede un contenuto massimo di piombo pari allo 0,06% in peso sul film di vernice secca per i materiali di rivestimento di vari prodotti, mobili compresi [16]. Le emissioni di composti organici volatili da prodotti finiti Tutti le vernici, quelle a solvente, quelle all’acqua e le fotoreticolabili (UV) contengono sempre delle sostanze volatili come ingredienti delle loro formulazioni. Questi composti non evaporano completamente durante il processo di essiccazione e di conseguenza una certa quantità rimane intrappolata all’interno del film secco. Ciò significa che tutti i manufatti verniciati rilasciano lentamente dei composti organici volatili negli ambienti interni in cui vengono collocati (case, uffici, scuole, ecc.) La quantità di solventi e di altre sostanze volatili presenti all’interno di una superficie rivestita dipende da diversi fattori, quali ad esempio: • la quantità e il tipo di solventi presenti nei prodotti vernicianti impiegati per la specifica applicazione; • le grammature; • il metodo e i tempi di essiccazione adottati; • la manutenzione dell’impianto. Considerando le variabili sopra esposte è evidente che l’emissione di VOC da un certo elemento verniciato potrebbe essere elevato anche nel caso dell’impiego di cicli di verniciatura a base di prodotti con una ridotta quantità di solventi, come quelli ad alto secco o all’acqua. In alcuni casi specifici alcune sostanze caratterizzate da forti odori, come la benzaldeide, si formano a causa delle complesse reazioni chimiche che avvengono durante la fase di essiccazione dei prodotti foto-polimerizzabili (UV). Si deve tuttavia segnalare che le emissioni di solventi tendono a diminuire gradualmente, ma in modo continuativo nel corso del tempo. L’allarme nei confronti di tali emissioni, che sono associate al cosiddetto “inquinamento indoor”, è particolarmente aumentato negli ultimi anni. La presenza di sostanze organiche volatili nell’aria all’interno degli spazi di vita e di soggiorno è spesso associata ad alcune malattie (per esempio le allergie) o comunque a una riduzione della qualità della vita in conseguenza della percezione di disagio, che tocca aspetti anche psicologici della vita umana. Quest’argomento sta diventando particolarmente importante per i diversi enti nazionali responsabili della protezione della salute umana. Attualmente non ci sono documenti legislativi o normativi relativamente alle emissioni di COV dalle superfici dei mobili. 21


LA SICUREZZA DEI MOBILI Franco Bulian

LO STATO DELL’ARTE DELLA SICUREZZA CHIMICA

Sono tuttavia disponibili dei limiti per le emissioni di COV per i materiali da costruzione in conseguenza di due distinte leggi recentemente pubblicate in Francia [19] e in Germania [20]. Gli unici esempi di limiti specifici per i mobili finiti sono quelli presenti in alcune certificazioni di prodotto volontarie come il regolamento tedesco RAL UZ 38 [7]. Questi documenti considerano di solito separatamente le sostanze altamente pericolose (cancerogene, teratogene e mutagene) e l’emissione complessiva degli altri composti organici. Nell’ambito dell’Unione Europea, il comitato tecnico TC351 del CEN è responsabile della definizione dei metodi di prova e dei limiti per le sostanze nocive potenzialmente rilasciate dai materiali da costruzione. Odore Un odore è normalmente provocato da una o più sostanze volatili, generalmente presenti a concentrazioni molto basse, che gli esseri umani percepiscono con il senso dell’olfatto. L’emissione di composti organici volatili da prodotti finiti come i solventi, i coalescenti, i monomeri e alcuni sottoprodotti derivanti dalle reazioni di fotoreticolazione (es. benzaldeide) e derivati principalmente dalle operazioni di verniciatura può essere di conseguenza percepita dall’utente finale come un odore. La capacità di percepire e identificare gli odori varia tra le persone e generalmente diminuisce con l’età. Le soglie di percezione per le varie sostanze sono valutate sperimentalmente con analisi statistiche sulla popolazione. Solitamente le soglie di percezione olfattiva delle sostanze tipicamente rilasciate dalle superfici dei mobili sono molto inferiori ai limiti di sicurezza, ma il senso dell’odorato rappresenta comunque un fattore primario per la sensazione di comfort. Alcuni schemi di certificazione di prodotto e le prescrizioni di alcuni distributori internazionali di mobili [6, 7] prendono in considerazione anche l’odore tra i parametri che devono essere valutati. Sono stati definiti di conseguenza dei metodi di prova specifici, basati su una valutazione degli odori in determinate condizioni di laboratorio. 3.6 Altri materiali I tessuti e gli altri materiali flessibili utilizzati per la produzione di mobili imbottiti non devono contenere coloranti azoici in quanto alcuni di essi possono rilasciare ammine aromatiche che sono particolarmente tossiche per l’uomo. L’Unione Europea ha vietato l’impiego di tali sostanze nel 2003 [14]. Anche le schiume utilizzate per la produzione di mobili imbottiti sono considerate per il loro possibile contenuto di monomeri pericolosi (isocianati) e agenti di espansione (per esempio i CFC). Ci sono anche delle limitazioni per altri materiali (ad esempio i metalli come nichel e cromo VI in pelli, ecc.) indicate da distributori internazionali o presenti all’interno di schemi di certificazione volontarie [6, 7]. Una particolare attenzione dev’essere comunque posta al fatto che l’elenco delle sostanze chimiche qui considerate è in continua evoluzione, con l’inclusione di nuove sostanze ed anche con la possibile revisione degli attuali limiti. 4. CONCLUSIONI Il risultato di questa breve analisi evidenzia che la sicurezza chimica dei mobili è un argomento vasto e complesso che riguarda la maggior parte delle materie prime utilizzate in questo settore coinvolgendo diverse sostanze potenzialmente pericolose. I produttori di mobili devono quindi prendere in considerazione tali limitazioni nella loro attività quotidiana soprattutto considerando l’attuale globalizzazione del mercato. La capacità di seguire la continua evoluzione di tale complessa materia e la possibilità di attuare anche delle strategie di marketing basate su questi temi possono essere pertanto considerate come dei punti di forza per lo sviluppo futuro del settore del mobile.

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Franco Bulian RIFERIMENTI [1] HSE (2012) Toxic woods, Woodworking Sheet No 30, Health and Safety Executive. [2] IARC (1995) Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans - Wood dust and formaldehyde, Volume 62, WHO. [3] Fisher B. (1991), Pentachlorophenol: toxicology and environmental fate, Journal of Pesticides Reform Vol. 11, n°1, NCAP. [4] IARC (1991) Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans - Occupational Exposures in Insecticide Application, and Some Pesticides Volume 53, WHO. [5] EN 13986 (2004) Wood-based panels for use in construction. Characteristics, evaluation of conformity and marking, CEN [6] Ikea Specification, (2011) Chemical compounds and substances - IOS MAT 10, IKEA [7] RAL (2011), RAL-UZ 38 Low emission Wood products and wood-Base products, RAL gGmbH. [8] Euratom Council Directive 96/29 (1996), The Council of EU: http://ec.europa.eu/energy/nuclear/radioprotection/ doc/legislation/9629_en.pdf. [9] European Panel Federetion (2009), Annual Report, EPF. [10] IARC (2006) Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans Volume 88, WHO. [11] European Panel Federetion (2002), EPF standard for delivery conditions of recycled wood, EPF. [12] Advisory Committee On Childhood Lead Poisoning Prevention (2012) (http://www.cdc.gov/nceh/lead/ACCLPP/acclpp_main.htm), CDC. [13] IARC (2006) Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans - Inorganic and Organic Lead Compounds, Volume 87, WHO [14] COMMISSION REGULATION (EU) No 125/2012 of 14 February 2012, amending Annex XIV to Regulation (EC) No 1907/2006 of the European Parliament and of the Council on the Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals (‘REACH’) [15] EN 71-3,(1994) Safety of toys. Part 3: Migration of certain elements, CEN. [16] Consumer Product Safety Commssion (2008), Part 1303 - Ban of lead containing paint and certain consumer products bearing lead-containing paint Federal Register - Volume 73, n° 245, CPSC. [17] ECHA (2009): Dibutyl phthalate. Priorisation and Annex XIV background information. 14 January 2009. http:// echa.europa.eu/doc/consultations/recommendations/prioritisations/priori tisation_dbp.pdf [18] Bulian F., Graystone J. (2009), Wood Coatings, Theory and Practice, Elsevier. [19] Health-related Evaluation Procedure for Volatile Organic Compounds Emissions (2008) from Building Products, www.umweltbundesamt.de [20] Journal Official de la République Francaise, Arrêté du 19 avril 2011 relatif à l’étiquetage des produits de construction ou de revêtement de mur ou de sol et des peintures et vernis sur leurs émissions de polluants volatils. BIBLIOGRAFIA 1. Bulian F. (2011), Materiali e Tecnologie dell’Industria del Mobile, Edizioni Goliardiche.

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Vent’anni di CATAS QUALITY AWARD

Lorena Riul

Dal 1993 CATAS opera come parte terza indipendente nel settore della certificazione di prodotto con il marchio Catas Quality Award (CQA) verificando e certificando la conformità dei prodotti a documenti normativi e specifiche tecniche. Era il 25 maggio 1993 quando fu rilasciata la prima certificazione di prodotto CQA Formaldehyde. Da allora il CQA è cresciuto in numero e tipologia di certificazioni. CATAS certifica, infatti, materie prime (pannelli grezzi a base di legno e cicli di verniciatura), semilavorati (pannelli nobilitati, profili lamellari per finestre), componenti (superfici di mobili domestici, ante da cucine) e mobili (letti, materassi e sedie per ufficio). Al CQA Formaldehyde sui pannelli derivati dal legno, grezzi o rivestiti a basso contenuto o emissione di formaldeide, si sono aggiunti nel tempo: - il CQA CSEW che certifica i prodotti vernicianti per legno per impieghi esterni che soddisfano particolari requisiti di durabilità e di protezione del legno da agenti atmosferici; - il CQA PL che attesta la conformità dei profili in legno lamellare per finestre relativamente alla qualità del legname e alle caratteristiche delle lamelle; - il CQA Bed and mattresses che definisce i requisiti relativi alla sicurezza dei letti e alle prestazioni dei materassi; - il CQA SU che verifica la conformità delle sedute destinate all’ambiente ufficio; - il CQA CVMD che certifica la conformità prestazionale dei prodotti vernicianti applicati sulle superfici dei mobili domestici; - il CQA Superfici mobili domestici che contraddistingue la conformità delle superfici dei mobili domestici in relazione alle loro prestazioni; - il CQA Ante di mobili da cucina che verifica le prestazioni delle ante dei mobili domestici. In 20 anni il numero dei prodotti certificati CQA è andato crescendo fino a raggiungere ad oggi un numero superiore a 100, motivati dalla volontà delle aziende di offrire ai propri clienti un maggior valore aggiunto. Per festeggiare il suo ventesimo compleanno, il marchio Catas Qualità Award si propone con una nuova veste grafica a testimonianza della volontà di innovazione del marchio nel miglioramento della sua affidabilità. A prova di questo, l’obiettivo per il 2013 di CATAS, accreditato già come laboratorio di prova dal 1991, è di farsi accreditare come organismo di certificazione di prodotto. Tale volontà rientra nell’ottica del miglioramento della politica della qualità tesa ad offrire alle aziende certificate garanzie crescenti sulla qualità e l’affidabilità del marchio CQA. Più di 100 prodotti certificati: dopo 20 anni il CQA cambia la veste grafica e punta all’accreditamento.

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Più di 100 prodotti certificati: dopo 20 anni il CQA cambia la veste grafica e punta all’accreditamento.

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SOLIDWORKS SUSTAINABILITY

Marco Righini

Giovedì 11 ottobre 2012 si è tenuto un incontro sull’utilizzo di SolidWorks. CATAS si è dotato di software dedicati, quali SolidWorks e Nei Nastran, che rendono possibile la realizzazione di disegni tridimensionali dell’oggetto da produrre, l’analisi delle sue prestazioni fisico-meccaniche e della sua sostenibilità ambientale. Rispetto alla Sustainability, SolidWorks permette di considerare in fase di progettazione anche gli aspetti ambientali del ciclo di vita dei prodotti. Le prestazioni ambientali del prodotto sono quindi valutate e documentate dal rapporto di sostenibilità ambientale che accompagna il prodotto. Questa è una applicazione operativa del concetto di Ecodesign.

Fasi del ciclo di vita dei prodotti oggetto della valutazione di sostenibilità

La sostenibilità è finalizzata alla valutazione già in fase di progettazione degli effetti sull’ambiente dell’intero ciclo di vita di un prodotto. Questo consente di individuare le migliori soluzioni senza compromettere le prestazioni complessive del prodotto. Questo è un’altro grosso vantaggio del programma di sostenibilità ambientale contenuto nella suite di SolidWorks, che permette di eseguire analisi del ciclo di vita LCA complete di parti ed assiemi in modo semplice e rapido già in fase di progettazione del prodotto. Da questo approccio deriva un accresciuto valore aggiunto del prodotto perché ne valuta e ne evidenzia le “prestazioni ambientali”, sempre più oggetto di valutazione positiva anche nell’ambito degli appalti green della pubblica amministrazione.

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Marco Righini

SOLIDWORKS SUSTAINABILITY

REPORTISTICA La valutazione della sostenibilità ambientale effettuata con Solidworks prevede una reportistica facilmente comprensibile anche da parte degli utilizzatori finali del prodotto. Al termine del processo può essere stampato il “Rapporto di sostenibilità” che, assieme ad un “calcolatore di prestazioni ambientali”, rende immediatamente comprensibili le prestazioni ambientali ottenute con una progettazione sostenibile. COME FUNZIONA Per fare ciò SolidWorks Sustainability utilizza il database di Ga.Bi della PE international che è l’azienda leader nel settore del LCA, la metodologia di analisi che valuta un insieme di interazioni che un prodotto o un servizio ha con l’ambiente. Il Database GaBi, che contiene algoritmi universalmente riconosciuti e costantemente aggiornati, permettono di condurre uno LCA di screening del prodotto. Con questo software si possono ottenere risultati interessanti agendo comunque su molteplici parametri quali materiale, processo produttivo, instradamento, durata di utilizzo prevista e anche la forma. GLI IMPATTI Gli impatti sono valutati da SolidWorks Sustainability in tutte le fasi di vita del prodotto: estrazione delle materie prime, lavorazione del materiale, fabbricazione delle parti, assemblaggio, utilizzo del prodotto, fine vita e trasporto.

Per la resa dei dati sono utilizzati 4 indicatori ambientali: - emissioni di carbonio: impatto sul clima in termini di GWP riscaldamento globale - energia consumata: esaurimento risorse naturali non rinnovabili - emissioni in aria: acidificazione dell’aria ad opera dell’anidride solforosa - emissioni in acqua: eutrofizzazione delle acque ad opera del fosforo e dei composti azotati

Per informazioni contattare: Marco Righini Tel: 0432.747258

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Mail: righini@catas.com


GET INSPIRED BY MATERIALS

Staff Material ConneXion Italia

GET INSPIRED BY MATERIALS è la rubrica dedicata al mondo dei materiali innovativi e pensata per tutte le aziende e i professionisti alla ricerca di nuove soluzioni materiche ed ispirazioni per i loro progetti. La rubrica, così come il Material Point FVG, vero e proprio punto di informazione e raccolta/esposizione dove toccare con mano le più recenti novità sui materiali, nasce dalla collaborazione tra CATAS e Material ConneXion Italia, il più grande centro di ricerca e consulenza internazionale sui materiali e i processi produttivi innovativi.

Codice MC: 6773-06 MC Index Number: 6773-06 Lastre polimeriche ignifughe Flame-retardant polymer sheets Lastre in materiale plastico durevole e ignifugo destinato alla collocazione in ambienti resi ostili dalla presenza di aggressivi chimici, temperature elevate e raggi UV. Si tratta di pannelli in PVDF (polivinildenfluoruro) di buona rigidità e resistenza meccanica ed elettrica, in grado di resistere all’azione della gran parte degli acidi, degli alcali e dei solventi organici. I pannelli sono conformi agli standard FM 4910 (basati sull’indice di propagazione delle fiamme, FPI, e sull’indice di emissione del fumo, SDI) e sono in grado di resistere al fuoco emettendo quantità trascurabili di fumo. Il materiale è inoltre resistente all’abrasione, conforme alle norme FDA, e possiede una temperatura di deflessione (HDT) di 140 °C (284 °F). La lastre sono disponibili con finitura liscia nel colore opaco naturale. La produzione standard misura 120 x 240 cm (4 x 8 ft) e ha spessore compreso fra 3,2 e 25,4 mm (0,12 e 1,0 in), ma formati personalizzati sono possibili a richiesta. Il prodotto trova utilizzo nei settori petrolchimico, dei semiconduttori e dell’energia nucleare come materiale per la realizzazione di attrezzature per lavorazioni a umido (wet processing), serbatoi di distribuzione e serbatoi per prodotti chimici. Altre applicazioni si hanno nella lavorazione della pasta destinata alla produzione di carta, nella metallurgia e nell’industria farmaceutica.

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GET INSPIRED BY MATERIALS

Staff Material ConneXion Italia Codice MC: 6655-01 MC Index Number: 6655-01 pelli lavorate con tecniche artigianali handcrafted leather hides

Pellami lavorati artisticamente con sole tecniche artigianali. La fabbricazione si avvale di procedimenti tradizionali per creare pelli artisticamente decorate, dalla superficie attuale o antichizzata. La gamma comprende 21 colori standard e otto modalità di lavorazione: Cromato, Flou, Impresso antichizzato, Impresso invecchiato, Impresso, Cuoio veneziano, Cuoio a sbalzo e Sixties. Le tecniche imprimono sulla pelle liscia o scamosciata decorazioni definite dal contrasto fra due diverse sfumature nella texture. Le pelli sono disponibili nel formato standard 180 x 160 cm (72 x 64 in), con la possibilità di richiedere dimensioni su misura, oltre a colorazioni personalizzate, senza ordinativi minimi. Le applicazioni includono rivestimenti, tappezzerie, mobili, complementi d’arredo e pannellature, oltre ad articoli di alta gamma in pelle, articoli di legatoria ed interni per il settore automotive.

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Staff Material ConneXion Italia Codice MC: 6438-01 MC Index Number: 6438-01 pannello in legno traslucido translucent wooden panel

Pannello composito in legno e fibre ottiche, che conferiscono al materiale una parziale traslucidità. È costituito da sottili strati di legno che vengono fatti aderire l’uno all’altro inserendo tra i singoli strati fibre ottiche che trasmettono la luce. Le distanza tra le lamelle di legno varia da 0,2 a 20 mm. Le fibre, nate per l’utilizzo nel settore informatico, hanno spessore standard 0,25 mm e distanza tra l’una e l’altra standard 5 mm, con la possibilità di richiedere altri formati su misura. Consentono il passaggio della luce diurna e di quella emessa da fonti artificiali, oltre che dei raggi solari o provenienti da apparecchi illuminanti diretti. Il prodotto è disponibile anche con un sistema luminoso LED integrato per retroilluminare il pannello, disponibile in vari formati, che grazie alla struttura estremamente piatta e compatta consente di ottenere una distribuzione uniforme della luce su tutta la superficie. Il pannello è trattato con vernice o mordente ed è indicato per essere utilizzato con tutti i comuni prodotti per il legno; per i trattamenti di finissaggio sono utilizzabili vernice, mordente, olio ed altri prodotti destinati ai legni. Il materiale è disponibile in ciliegio americano, acero, mogano sipo, teak, wengè, quercia americana e noce americano, in lastre con formato 3000 x 500 mm e 3000 x 1000 mm, negli spessori 10, 12, 14, 16, 18, 20, 25, 30, 35, 40, 45 e 50 mm. Per ottenere superfici di dimensioni maggiori, l’azienda produttrice fornisce un apposito kit adesivo. Le applicazioni includono arredamenti per negozi e pannelli espositivi per fiere e punti vendita, parti di mobilio e strutture, sistemi espositivi, segnaletica illuminata, arredi, elementi per facciate, pareti divisorie, soffitti, pareti, pavimenti, interni di velivoli, industria navale e settore automotive.

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Franco Bulian

Il CATAS tra internazionalizzazione, innovazione e realtà quotidiana

Titolo INCOLLARE IL LEGNO Autore Alberto Bandel Editore CATAS SpA

Libro acquistabile presso il CATAS Prezzo abbonati € 35,00 + IVA Prezzo non abbonati € 45,00 + IVA

Incollare il legno è stato scritto dal dr. Alberto Bandel, uno dei maggiori esperti europei nel settore della tecnologia degli adesivi per legno. Fin dalla sua prima edizione (1994), il testo si è dimostrato un ottima base teorica, ma soprattutto un valido strumento di lavoro per le aziende. Lo stile facile e discorsivo, i numerosi esempi pratici, i grafici e le figure, resi possibili anche dalla collaborazione di Bandel con i tecnici del CATAS (in particolare l’ing. Speranza, il dr. Giavon e il dr. Bulian), lo rendono un manuale di semplice e immediata consultazione. Il libro è suddiviso in tre capitoli (Gli adesivi nell’industria del legno - I materiali nell’industria del legno - Le tecnologie di incollaggio) contenenti a loro volta numerosi paragrafi sui temi che coinvolgono sia le materie prime che i processi di lavorazione.

Titolo LEGNO & UMIDITÀ Autore Angelo Speranza Editore CATAS SpA

Libro acquistabile presso il CATAS Prezzo abbonati € 25,00 + IVA Prezzo non abbonati € 32,50 + IVA

Legno & Umidità raccoglie in un unico volume, di facile ed immediata consultazione, formule, tabelle, grafici ed informazioni utili agli operatori del settore legno-arredo. Gli argomenti trattati riguardano: il rapporto tra il legno e l’umidità relativa dell’aria che lo circonda, il contenuto di umidità di equilibrio del legno, la sua misura, i movimenti del legno, stagionatura ed essiccazione, il contenuto di umidità del legno e dei suoi effetti sull’incollaggio e sulla verniciatura. Naturalmente tutto ciò illustrato non in forma discorsiva ma solo tramite tabelle e grafici. La forma editoriale rende il manuale uno strumento di lavoro molto pratico da consultare. È insomma una pubblicazione che ogni tecnico di settore dovrebbe tenere sulla propria scrivania per cercare di dare una risposta ai problemi quotidiani legati al rapporto legno/umidità, facendo nascere l’interesse ad approfondire i temi che gli vengono prospettati, migliorando così le proprie conoscenze professionali.

Titolo RIGONFIAMENTO E RITIRO DEL LEGNO ABBECEDARIO PRATICO DI TECNOLOGIA Autore Otto Suchsland Traduzione a cura di Angelo Speranza Editore CATAS SpA

Libro acquistabile presso il CATAS Prezzo abbonati € 50,00 + IVA Prezzo non abbonati € 60,00 + IVA

Il libro, scritto da Otto Suchsland, professore emerito del dipartimento di silvicoltura dell’Università statale dello Stato del Michigan, affronta i concetti fondamentali del rigonfiamento e del ritiro del legno massiccio e dei prodotti compositi a base di legno rappresentando una inestimabile guida per la progettazione, la produzione e l’uso di questi prodotti. Questa pubblicazione è un manuale di riferimento che dovrebbe essere presente sugli scaffali di ogni impresa che utilizza il legno come materia prima ed in ogni aula in cui si insegnano i fondamenti di tecnologia del legno.

Titolo LA STRUTTURA TRIDIMENSIONALE DEL LEGNO Studio mediante il microscopio elettronico a scansione Autori B.A. Meylan e B.G. Butterfield Libro acquistabile presso il CATAS Traduzione a cura di Angelo Speranza Prezzo abbonati € 25,00+ IVA Editore CATAS SpA Prezzo non abbonati € 32,50 + IVA Il lettore deve solo sfogliare poche pagine per apprezzare la superba qualità delle immagini realizzate con il microscopio elettronico a scansione che rappresentano la base di questo libro. Gli argomenti trattati includono: pareti delle cellule, distribuzione ed esempi di punteggiature, placche di perforazione, struttura dei raggi, parenchima assiale, anelli di accrescimento, distribuzione dei vasi, canali resiniferi e legni di Angiosperme e Gimnosperme. Le fotografie riguardanti ciascun argomento sono precedute da un testo succinto ed un breve elenco di testi bibliografici, suggeriti per un eventuale approfondimento dei temi qui trattati.

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Gli appartamenti - palestra Titolo LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DI COMPOSTI ORGANICI VOLATILI NEL SETTORE LEGNO-ARREDO Libro acquistabile presso il CATAS Autori F. Bulian e M. Tiberio Prezzo abbonati € 15,00 + IVA Editore CATAS SpA Prezzo non abbonati € 20,00 + IVA

Sara Zanchiello

Lo studio approfondisce le modalità di adeguamento delle aziende che effettuano operazioni di verniciatura di manufatti in legno (tavoli, mobili, antine, letti, serramenti, cornici, pavimenti e sedie), alla legislazione vigente in materia di emissione in atmosfera di solventi organici volatili. La ricerca è stata condotta in collaborazione con vari soggetti quali l’Area di Ricerca di Trieste, le Università di Udine, Trieste e Padova, aziende produttrici di impianti, aziende produttrici di prodotti vernicianti, consulenti e associazioni di categoria. Il prezioso e qualificato apporto di tutti questi soggetti ha contribuito a realizzare un lavoro ricco di contenuti con risvolti anche prettamente pratici. L’auspicio è che questo lavoro possa rappresentare un’utile guida per consentire alle aziende, soprattutto quelle di piccole dimensioni, di individuare e personalizzare la strada di miglioramento più adeguata alle proprie esigenze.

Titolo VERNICIARE IL LEGNO Autore Franco Bulian Editore Hoepli

Reperibilità: librerie specializzate o sito www.hoepli.it Prezzo di copertina € 32,00

Il volume scritto dal Vicedirettore del CATAS, il dott. Franco Bulian, affronta la complessa materia di come sono fatti e come funzionano i prodotti vernicianti per il legno e intende essere una base scientifica per tutti coloro che a vario titolo sono coinvolti nel processo della verniciatura del legno, un punto di riferimento al quale ricondursi per cercare di comprendere la continua evoluzione di prodotti e tecnologie. Partendo dall’analisi dei supporti (legno e pannelli) e dei rivestimenti (piallacci, carte impregnate ecc.), vengono poi presi in considerazione gli ingredienti che compongono i prodotti impiegati per i vari trattamenti, i criteri alla base della loro formulazione e classificazione, e gli aspetti più prettamente operativi quali l’applicazione e l’essiccazione, tenendo presenti le diverse esigenze di tre distinti settori produttivi - pavimenti, mobili e serramenti - e offrendo, per ciascuno di essi, alcuni casi pratici. Chiude l’opera un’interessante appendice dedicata ai difetti e ai problemi più comuni legati alla verniciatura del legno.

Titolo Il Parquet. Dal progetto alla posa in opera Autori Vari Editore Federlegno

Reperibilità: Federlegno (segreteria Edilegno)

Il manuale, alla cui stesura hanno collaborato anche i tecnici del CATAS, vuole rappresentare un riferimento aggiornato e completo per tutti i professionisti che operano nel settore e soprattutto per i posatori, le imprese, i progettisti, i tecnici e i prescrittori. La pubblicazione tratta svariati argomenti che riguardano le caratteristiche della materia prima legno, i criteri generali di progettazione di una pavimentazione, le modalità di posa, le attrezzature, i materiali complementari e anche alcune specifiche applicazioni quali le pavimentazioni per esterni e quelle destinate agli impianti sportivi. Oltre agli argomenti più tecnici, il libro considera anche il quadro normativo di interesse per le pavimentazioni di legno ed in maniera specifica la marcatura CE. Le tematiche trattate sono arricchite da svariate informazioni tecniche e suggerimenti operativi, utili a tutte le tipologie di operatori. La metodologia di esposizione analizza, fase per fase, i vari momenti differenziandoli in modo preciso con l’ausilio di immagini, grafici, tabelle e schede affinché la consultazione risulti agile e di immediata comprensione, così come si conviene a un manuale operativo. Una sezione molto importante è dedicata all’approfondimento degli oneri e delle responsabilità degli operatori che intervengono nel processo di posa in opera; le figure professionali sono definite nelle loro qualifiche e responsabilità, anche alla luce dei disposti tecnici e legislativi in essere.

Titolo Materiali e tecnologie dell’Industria del Mobile Reperibilità: Autore Franco Bulian librerie specializzate o sito

Editore Editrice Goliardica

www.edizionigoliardiche.it Prezzo di copertina € 22,00

Questo libro, scritto dal Vice-direttore del CATAS, il dott. Franco Bulian, presenta un panorama generale sui principali materiali e sulle tecnologie impiegate per la produzione dei mobili. Si tratta di un testo basilare che descrive le caratteristiche e le lavorazioni associate al legno, ai pannelli, ai materiali di rivestimento, ai bordi, agli adesivi e alle vernici. Ogni materiale è inizialmente esaminato per quelle che sono le sue caratteristiche costitutive; in successione sono presentate le sue proprietà, gli impieghi, le lavorazioni specifiche all’interno del settore del mobile e le problematiche, ovvero i difetti a cui può essere più frequentemente soggetto in uso. Con la consapevolezza quindi che uno dei punti di forza per il futuro sviluppo del settore del mobile è quello della “conoscenza”, questa pubblicazione vuole rappresentare un punto di riferimento per tutti coloro che già operano nel mondo dell’arredo sia in ambito tecnico (responsabili e tecnici di produzione) sia commerciale (ufficio acquisti, assistenza, vendita), nonché per coloro che in qualità di consulenti o di periti sono chiamati a fornire informazioni tecniche in quest’ambito. Il libro è ovviamente rivolto anche chi si affaccia per la prima volta a questa realtà industriale essendo stato specificamente concepito come testo di base per gli studenti delle Università degli Istituti Secondari. 31


www.catas.com


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