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PERIODICO D’INFORMAZIONE EDITO DAL CATAS

ANNO 19 / N. 01 MARZO 2014


Direzione, Redazione ed Amministrazione CATAS spa Via Antica, 24/3 33048 San Giovanni al Natisone Udine / Italy Tel. 0432 747211 Fax 0432 747250 www.catas.com Presidente Michele Bressan Direttore Andrea Giavon Coordinamento Notizie CATAS Franco Bulian Franco Prete Luca Bertossi Progettazione Grafica di base Deeper Comunication Udine / Italy Impaginazione e Grafica Annamaria Franz

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La riproduzione o la duplicazione su qualunque supporto di quanto contenuto nel presente periodico è autorizzata a condizione che sia riportata la fonte - Š CATAS - San Giovanni al Natisone - Udine - Italy Tutti i diritti sono riservati - All rights reserved


12 in questo numero

04 Casi notificati RAPEX 2013: analisi dei dati relativi al mobile 06 Progettazione di un ciclo di rivestimento ecologico PVC-PVC 12 Vetro - I processi di tempra 17 Superfici calde - Quali sono le massime temperature di contatto sopportabili? 21 La prova del crib 7 23 Vernici ignifughe applicate sui materiali legnosi -Pubblicata la nuova edizione della norma 24 Legionella: novità dai convegni 26 Notizie dal Double Degree Master in “Production Engineering and Management” 28 Il legno e la CO2 31 Forum dell’innovazione del Legno Arredo - Prima Edizione 32 Tavola rotonda: gli adesivi per legno non incollano? 33 Beauty, Protection, Sustainability 34 Notizie CATAS QUALITY AWARD 35 GET INSPIRED BY MATERIALS 38 Pubblicazioni

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Casi notificati RAPEX 2013: analisi dei dati relativi al mobile

Andrea Giavon Introduzione

I casi riportati nel sito di Rapex (http://ec.europa.eu/consumers/safety/rapex/alerts/main/index. cfm?event=main.listNotifications&CFID=4967344&CFTOKEN=11521948&jsessionid=09006feaa1af6416 3dda21375ea157ec622f) nel corso dell’anno 2013 sono stati poco più di duemila (numero quasi stabilizzato negli ultimi anni) dei quali ventotto i casi che riguardano la filiera produttiva che seguiamo. Nel corso del 2013 non ci sono stati casi riportati (nel sito) di incidenti e questo è senz’altro un dato positivo. Le categorie di prodotti più frequenti, per quanto riguarda le notifiche, sono le solite degli anni scorsi anche se notiamo alcuni casi particolari che comunque s’inseriscono in uno scenario noto per quanto riguarda questi prodotti al consumo. Analisi dei dati Tipologia di arredo

N° di casi segnalati

Rischio/ Non conformità rilevata

Sedie per bambini

1

Presenza di ftalati (DEHP)

Ritiro dal mercato

Seggioloni

2

Non conforme alla norma EN 14988

Ritiro dal mercato/Vendita vietata

Fasciatoi/bagnetti per bambini

1

Non conforme alla norma EN 12221

Richiamo dal mercato

Materassi per bambini

1

Soffocamento

Ritiro dal mercato

Letti e letti a castello

2

Rotture in uso/non confor- Ritiro volontario dal mercato/ mità alla norma EN 747 Importazione e vendita vietata

Mobili imbottiti (reazione al fuoco)

1

Non conforme alla legisla- Ritiro dal mercato zione nazionale (UK)

Sedute

10

Non conforme alle norme EN 581, EN 1022, EN 13761

Richiamo dal mercato/Vendita vietata

Tavoli

2

Vetro/Non conformità alla norma EN 12521

Vendita vietata

Scale

8

Non conformità alla norma EN 131

Ritiro dal mercato/Vendita vietata

TOTALE

Provvedimento adottato

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Non essendoci casi in cui sono stati registrati incidenti, nella tabella abbiamo riportato il rischio riscontrato e la non conformità riscontrata dal Paese che ha eseguito la notifica. Riteniamo questo aspetto importante per capire come si sta evolvendo l’approccio dei Paesi dell’Unione Europea verso questo strumento (Rapex) e quali potranno essere le evoluzioni nel prossimo futuro. Esaminando la tabella, notiamo come, seppur presente, sia diminuito il peso dei casi dell’arredo per l’infanzia. Sperando che questo sia un segnale deciso sull’aumentata sicurezza di questi prodotti, notiamo la presenza di un caso che riguarda i materassi per bambini e il rischio associato di soffocamento. Su questo argomento ricordo che è in atto un mandato della Commissione Europea al CEN (TC 207 sui mobili) per la stesura di una norma a supporto della GPSD (e sue evoluzioni legislative). Su questo difficilissimo argomento siamo impegnati anche noi in quanto facenti parti del WG 2 incaricato del lavoro. Durante il corso del presente anno sarà pronto il documento per l’indagine pubblica. Passando agli altri articoli per l’infanzia, i rischi riscontrati sono quelli relativi a punti di possibile intrappolamento/strangolamento, parti piccole staccabili con pericolo di soffocamento se ingerite, insufficiente 4


Andrea Giavon resistenza meccanica, mancanza di adeguate istruzioni nella lingua del Paese dove viene commer- Considerazioni cializzato. Ricordiamo che tutti questi aspetti sono ampiamente coperti dalle norme EN riportate nelle Partendo da quest’ultimo dato, è possibile fare alnotifiche e quindi nella tabella. cune considerazioni che probabilmente troveranno conferma nel corso del presente anno: Le sedie e le scale si distinguono ancora una volta per il numero di casi (10 e 8, in totale quasi il 65 % • Sembra che ci sia una cresciuta attenzione al del totale), ribadendo ancora una volta come questi prodotto nelle prime fasi della sua immissione oggetti siano doverosi della più alta attenzione posdel mercato. Questo giustificherebbe un deciso sibile a tutti i livelli. aumento dei divieti di vendita/ingresso e una diNel caso delle sedie, la quasi maggioranza dei casi minuzione dei richiami/ritiri. Segnale molto posiriguarda il rischio di zone d’intrappolamento degli tivo, questo perché indicatore di un’auspicata e arti superiori (dita) dati da arredo per esterno costinecessaria sorveglianza del mercato tempestituito sia da tubolare in metallo che da materie plava. stiche. In tutti questi casi è stata lamentata una non • Le misure adottate, conseguenza del punto preconformità alla norma EN 581-1 “Outdoor furnitucedente, sono severe con conseguenze pesanti re - Seating and tables for camping, domestic and sia dal punto di vista economico che d’immagicontract use - Part 1: General safety requirements” ne delle aziende coinvolte. che proprio in questi giorni è in discussione per la • I Paesi di origine dei prodotti sono distribuiti sia sua revisione periodica. Ricordiamo tra l’altro che a oriente che a occidente. per il momento è l’unica norma relativa alle sedie • Laddove esiste (nella maggior parte dei casi), la che sia presente nella lista delle norme a supporto norma tecnica definisce gli estremi del rischio e della GPSD. della sua valutazione. Nei rischi riscontrati non mancano comunque quelli relativi alla resistenza meccanica e quelli della sta- Dai punti sopraesposti risulta chiaro come l’immagibilità. Anche in questi casi il riferimento normativo è ne dello scenario, appena abbozzata nel 2004, ora riportato in modo puntuale e accurato. sia chiaramente ben definita per quanto riguarda la Nel caso delle scale (8 notifiche), il riferimento alla relazione, molte volte spiegata in queste pagine, tra non conformità alla norma EN 131 è presente in tutti legislazione (cogente) e norma (volontaria). i casi come pure un’insufficiente resistenza mecca- Non ci sono più scusanti, il mercato europeo non nica per sopportare l’uso dell’utilizzatore. ne dà più, l’unica strada percorribile è quella di utiSono presenti anche i tavoli (due casi) con due dei lizzare le norme tecniche per difesa e per migliorarle rischi più noti e riconosciuti per questo articolo, il sempre di più. vetro e la stabilità. Anche in questi casi la notifica riporta le norme di riferimento. Per quanto riguarda le misure adottate dai Paesi, a parte un ritiro volontario del produttore, notiamo come ci sia un inasprimento che, oltre al ritiro dal mercato obbligatorio, è frequente la decisione del divieto di vendita e/o dell’ingresso del prodotto nel Paese in questione.

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Progettazione di un ciclo di rivestimento ecologico PVC-PVC F. Bulian - M.Carrer - F.Rusalen per la presenza di elevate quantità di sostanze pericolose nella formulazione dei primer utilizzati per promuovere l’adesione al PVC. Esempi di tali sostanze sono: il Diclorometano che è un sospetto agente cancerogeno e mutageno, il Metiletilchetone (noto anche come MEK), che è un composto organico molto volatile, e i composti organici definiti come “alto bollenti”. L’emissione di COV da siti produttivi è regolata da una direttiva europea (99/13/CE), che in pratica richiede l’adozione di impianti di trattamento adeguati per ridurre le emissioni di COV al di sotto di determinati limiti [1]. Questo vincolo implica tuttavia dei costi considerevoli per le aziende, sia per gli elevati investimenti necessari per installare tali impianti, sia per quelli derivanti dalla loro gestione (in particolare quelli connessi al consumo di energia). Inoltre la loro efficacia in termini ambientali globali è spesso messa in discussione soprattutto in riferimento ai consumi di propellenti gassosi. Non bisogna infine trascurare che tale percorso è potenzialmente in contrasto con le certificazioni ambientali che, come già accennato, sono praticamente obbligatorie in specifici mercati del nord Europa. Il diclorometano, come tutti i presunti agenti cancerogeni e mutageni, è inoltre sottoposto a due direttive europee: la 67/548/CEE e la CE n. 1272/2008 che impongono l’impiego di dispositivi di protezione individuale non facilmente compatibili con i processi industriali. Ad oggi invece non ci sono delle specifiche direttive che disciplinano l’uso dei composti organici alto bollenti. Queste sostanze non sono considerate come VOC e di conseguenza, in linea di principio, non sarebbe necessaria l’istallazione di impianti per il loro abbattimento. In realtà la Direttiva Europea 99/13/CE stabilisce che la definizione di VOC dipende anche dalla temperatura a cui vengono utilizzate le sostanze. In tale ottica anche i solventi a elevato punto di ebollizione dovrebbero essere considerati a tutti gli effetti dei VOC se la loro evaporazione è forzata mediante l’impiego di lampade IR o di termoconvettori. Per tutti questi motivi, si impongono dei cam1 SCOPO DEL LAVORO biamenti a livello produttivo, con l’adozione di Questo studio nasce dalla necessità di modifi- nuove ed efficaci tecnologie di laminazione in care il processo di produzione di profili in PVC grado di garantire la tutela dell’ambiente, quella Introduzione Il settore delle finestre, storicamente dominato dal legno, ha subito cambiamenti significativi nel corso degli ultimi anni; ciò è principalmente dovuto all’introduzione sul mercato di prodotti realizzati in alluminio, legno/alluminio e PVC rigido. Il successo di questi nuovi materiali è basato soprattutto sulla durata che le corrispondenti porte e finestre di legno possono garantire solo con una manutenzione periodica del rivestimento protettivo. Questo studio, effettuato in collaborazione tra Università degli Studi di Trieste, CATAS, Taka s.r.l. e WPR s.r.l., riguarda la produzione di telai in PVC laminato con film di PVC e di PMMA. Lo stato dell’arte del processo di produzione si basa su due distinte fasi: 1. promozione dell’adesione mediante l’uso di primer a base solvente; 2. incollaggio dei due materiali per mezzo di un adesivo isocianico HMPUR (poliuretanico termofusibile). Il mercato del Nord Europa (Germania in particolare) fà riferimento a uno specifico protocollo per la valutazione delle prestazioni sia degli adesivi sia del prodotto finito. I produttori di profili per finestre sono praticamente obbligati a seguire tali riferimenti essendo esplicitamente richiesti o comunque attesi dal mercato. La situazione attuale richiede pertanto una particolare attenzione a queste esigenze la cui importanza ha raggiunto lo stesso livello degli aspetti economici. Accanto a quelli citati, un terzo fattore sta attualmente assumendo un’importanza sempre maggiore per questa tipologia di produzione, ovvero quello della sicurezza e della protezione dell’ambiente. Il presente articolo si colloca in quest’ambito, presentando uno studio condotto con l’obiettivo di sostituire i primer di adesione a base solvente con nuovi prodotti o processi in grado di produrre gli stessi effetti complessivi dei trattamenti tradizionali.

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F. Bulian - M.Carrer - F.Rusalen dei lavoratori e anche il rispetto delle certificazioni sopra citate. 2

METODO DI LAVORO

2.1 Esame del processo basato su primer a solvente Il primo passo da compiere per sostituire un processo considerabile come obsoleto è quello di comprendere tutti i risvolti coinvolti in tale tecnologia tradizionale. Nel caso specifico, quest’analisi è stata condotta a partire da dati di letteratura, ma anche effettuando specifiche analisi della superficie trattata per studiare gli effetti dei primer. Le superfici di PVC sono state quindi analizzate mediante spettroscopia IR, microscopia ottica e microscopia di forza atomica prima e dopo i trattamenti.

La figura 1 mostra lo spettro IR ottenuto da un’estrazione della superficie con n-esano. I segnali IR sono interpretabili come: • 3000 cm-1: segnali intensi dovuti allo stretching dei legami C-H di lunghe catene carboniose; • 1700 cm-1: stretching C=O di esteri; • 1450 cm-1: bending C-H. Questo spettro rivela sostanzialmente la presenza di oli vegetali che possono essere considerati come un tipico esempio di sostanze distaccanti. La stessa analisi effettuata sulla superficie del PVC trattato con un primer a base solvente non mostra l’evidenza dell’olio grazie al suo effetto di “pulizia”. La microscopia ottica e la microscopia a forza atomica Gli effetti dei primer sono stati valutati tramite microscopia ottica e microscopia a forza atomica. La figura 2 mostra un campione trattato

Analisi IR La spettroscopia IR è un metodo particolarmente efficace per analizzare la composizione delle Figura 2 – Immagine al microscopio ottico superfici. In questo caso l’obiettivo era indagare la potenziale contaminazione superficiale dovuta al processo di produzione di profili in PVC, al trasporto o alla loro movimentazione. I profili in PVC sono ottenuti da un processo di estrusione in cui sono normalmente utilizzate delle sostanze distaccanti per facilitare lo scorrimento del profilo nella testa di estrusione. Tali composti possono essere molto dannosi per i processi di laminazione successivi in quanto rappresentano uno strato debole per il meccanismo di adesioZona 1 Zona 2 Zona 3 ne.

Figura 1 – Spettro IR

con un primer a base di diclorometano dove, a partire da sinistra, possono essere identificate tre zone: 1. Area non trattata: il primer non ha bagnato questa zona che appare ancora sporca (grigia). 2. Rigonfiamenti: in questa zona è stato presumibilmente applicato un eccesso di primer probabilmente a causa della disomogeneità del feltro. Il rigonfiamento è un fenomeno ben noto: molti materiali polimerici rigonfiano in presenza di solventi e il PVC è uno di questi. 3. Zona trattata: in questa zona si nota un leggero rigonfiamento considerabile come indice 7


Progettazione di un ciclo di rivestimento ecologico PVC-PVC F. Bulian - M.Carrer - F.Rusalen di adeguata quantità di primer. In ogni caso è chiaramente visibile che questa zona è stata ben pulita (da sporcizia e sostanze di distaccanti) dal diclorometano apparendo più chiara rispetto alla parte sinistra.

I rigonfiamenti sulla zona trattata possono essere osservati anche in figura 4 che è stata ottenuta tramite microscopia a forza atomica. Confrontando la parte di PVC non trattata (figura 3), è evidente che i primer sono in grado di aumen-

Figura 3 - PVC non trattato

Figura 4 - PVC trattato con diclorometano

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F. Bulian - M.Carrer - F.Rusalen tare la superficie specifica del PVC come risultato dell’effetto di “rigonfiamento”. L’aumento della superficie specifica è di conseguenza un beneficio per il successivo processo di adesione dato l’incremento della numerosità delle “forze di contatto” previste dalle teorie che spiegano il fenomeno dell’adesione. In definitiva gli effetti dei primer possono essere riassunti come segue: 1. Pulizia della superficie: i solventi facilitano la rimozione dello sporco, di oli e di altre eventuali sostanze distaccanti. 2. Rigonfiamento: i solventi aumentano l’area specifica portando anche a una sorta di plastificazione superficiale che migliora la possibile inter- diffusione delle catene polimeriche del PVC con quelle dell’adesivo (HMPUR). 3. Energia superficiale: i primer contengono delle resine che aumentano l’energia superficiale del supporto e conseguentemente la sua bagnabilità.

Figura 5 - PVC non trattato

Figura 6 - PVC trattato con FI

3 PROCESSI ALTERNATIVI I principali meccanismi fisici e chimici coinvolti nei tradizionali trattamenti a base di solventi sono stati dunque analizzati rendendo conseguentemente possibile la ricerca di nuovi processi alternativi in grado di riprodurre gli stessi effetti sulla superficie del PVC. I trattamenti a ionizzazione di fiamma e al plasma, processi ben noti in letteratura, sono stati pertanto considerati come possibile alternativa. 3.1 Trattamento a ionizzazione di fiamma La ionizzazione di fiamma (FI) è un processo ben noto: le alte temperature raggiunte nella fiamma promuovono la formazione di specie chimiche attive come i radicali. Il contatto di queste specie chimiche attive con il substrato produce una trasformazione chimica dei primi strati della sua superficie con un netto aumento della presenza di atomi di ossigeno (vedi il risultato di un’analisi chimica in figura 5 e in figura 6) [2]. Inoltre la fiamma è anche in grado di effettuare una sorta di pulizia della superficie dagli oli presenti. Si deve tuttavia considerare che la tecnica FI prevede l’utilizzo di fiamme libere che necessitano quindi dell’adozione di particolari dispositi-

vi di sicurezza: per questo motivo tale processo non è stato considerato come una possibile alternativa ai tradizionali primer. 3.2 Trattamento al plasma Il secondo processo alternativo è il trattamento con plasma ad aria (APT). Spesso utilizzato con il polipropilene, questo processo può aumentare la concentrazione di ossigeno sulla superficie analogamente alla FI. Il trattamento al plasma è comunque un sistema più sicuro e più semplice che non utilizza fiamme libere o combustibili pericolosi, ma necessita solo di corrente elettrica e di aria compressa normalmente disponibili all’interno delle aziende. Inoltre l’APT fornisce una migliore pulizia superficiale rispetto alla FI essendo, d’altra parte, un sistema più costoso. Un impianto APT pilota è stato utilizzato in modo da valutarne gli effetti sui profili in PVC. La valutazione degli effetti del Plasma La prima analisi, effettuata mediante spettroscopia IR, è stata orientata a verificare se l’APT è realmente in grado di aumentare la concentra9


Progettazione di un ciclo di rivestimento ecologico PVC-PVC F. Bulian - M.Carrer - F.Rusalen zione di ossigeno sulla superficie. Diversi campioni sono stati preparati a distinte velocità di trattamento lasciando inalterati gli altri parametri. I risultati sono mostrati nella figura 7. Le principali modificazioni chimiche del PVC sono state riscontrate in questi intervalli spettrali: • 3600 ÷ 3700 cm-1: formazione di gruppi ossidrile; • 1550 ÷ 1750 cm-1: formazione di gruppi carbossilici. La formazione di gruppi a base di ossigeno conferma che l’APT può davvero aumentare l’energia superficiale del PVC essendo questo un pre-requisito per ogni processo di adesione. Si è riscontrata inoltre una correlazione tra la velocità di trattamento e la funzionalizzazione superficiale: camFigura 7 - campioni trattati con APT

Tabella 1 - Misure di energia superficiale ENERGIA TOTALE [mJ/m2]

COMPONENTE NON POLARE [mJ/m2]

COMPONENTE POLARE [mJ/m2]

Non trattato

42,9

38,8

4,1

25 m/min

66,6

46,5

20,1

20 m/min

66,1

46,3

19,8

CAMPIONE

pioni trattati a basse velocità e quindi per un tempo più lungo, risultavano quelli più funzionalizzati. La tabella 1 mostra che tutti i campioni trattati hanno valori di energia superficiale simili, indipendentemente dalla velocità di trattamento; inoltre il valore più incrementato è quello della componente polare. Tale comportamento rende la superficie del PVC più bagnabile da liquidi polari come l’acqua (figure Figura 8 - Goccia d’acqua su PVC non trattato

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Figura 9 - Goccia d’acqua su PVC trattato


F. Bulian - M.Carrer - F.Rusalen 8 e 9). 4

PROVE DI ADESIONE SUL PRODOTTO FINITO

La prova di peeling è un metodo normalmente utilizzato per valutare la resistenza di un incollaggio di una pellicola di PVC incollata a un substrato di PVC. Il test di peeling è stato utilizzato per confrontare le prestazioni di un ciclo di produzione tradizionale con quelle risultanti dai nuovi trattamenti effettuati con la tecnica APT. Il peeling test è stato effettuato sui prodotti finiti nelle seguenti condizioni: • velocità: 10 mm/min; • angolo: 90 gradi; • temperatura: 23 °C; • larghezza del provino: 20 mm. La tabella 2 riassume i risultati ottenuti a vari tempi dopo l’incollaggio: i campioni trattati con l’APT Tabella 2 - Peeling Test Trattamento Non trattato APT [mJ/m2] WPR Primer [mJ/m ] 2

24 ore

48 ore

72 ore

<1

<1

<1

2,4

2,1

2,6

3,6

3,3

3,5

non raggiungono il valore minimo richiesto dai criteri di accettabilità aziendali (3,0 MJ/m2), ma c’è comunque un apprezzabile incremento della resistenza a trazione rispetto ai campioni non trattati. 5 CONCLUSIONI Lo studio effettuato ha permesso di individuare una nuova possibile strategia per incrementare l’energia superficiale di profili di PVC, necessaria per il successivo incollaggio di fogli di PVC. L’utilizzo del trattamento a plasma appare, in definitiva, una tecnica promettente in grado di sostituire i tradizionali trattamenti a base di primer a solvente. 6 BIBLIOGRAFIA [1] [2] [3] [4] [5]

Bulian F., Rusalen F. (2010) Analisi comparative su cicli di verniciatura a basso impatto ambientale, Graduation thesis, University of Trieste Farris S., Pozzoli S., Biagioni P., Duò L., Marcinelli S., Piergiovanni L., (2010) The fundamentals of flame treatment for the surface activation of poly-olefin polymers A review, Polymer, Elsevier Rusolin C. (2003) Adhesion energy and interfacial tension, Krüss GmbH Rusolin C. (2003) So you want to measure surface energy, Krüss GmbH Rendtel P. (2001) Wetting and adhesion of hotmelts - Optimization using surface tension measurement at high temperature, Krüss GmbH

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Paolo Tirelli

Vetro - I processi di tempra

Solitamente quando si parla di tempra del vetro, si pensa a un trattamento termico che modifica le sue caratteristiche fisico-meccaniche. I tecnici della “Stazione sperimentale del vetro” di Murano, in un corso di alcuni anni fa, ci spiegarono invece che esistono due tipi di tempra: una termica e una chimica. Entrambi i processi introducono delle tensioni di compressione superficiali che consentono di ridurre la tensione effettiva applicata, e amplificata dai difetti esistenti, proprio sulla superficie. La tempra termica genera questa compressione superficiale attraverso un ciclo termico mentre quella chimica lo fa tramite uno scambio superficiale di atomi.

- Esempio della distribuzione delle tensioni in una lastra temprata termicamente -

Tempra termica Il processo di tempra termica avviene in due fasi; la prima consiste nel riscaldamento, della lastra tagliata a misura, a una temperatura superiore alla temperatura di trasformazione mentre la seconda consiste invece nel brusco raffreddamento con aria soffiata omogeneamente nelle due superfici fino a temperatura ambiente.

- Esempio schematico di un processo di tempra termica -

Il riscaldamento, a una temperatura superiore alla temperatura di trasformazione, deve essere rapido perché bisogna impedire la deformazione. Normalmente il forno è mantenuto a una temperatura di 670 ÷ 700 °C. La fase di raffreddamento deve essere introdotta in modo brusco al fine da indurre una tensione di compressione superficiale e di trazione al centro dello spessore. Secondo le norme, si considera temprato un vetro con una compressione superficiale di 59 MPa. Se la tensione è inferiore a questo valore, non si parla di tempra ma di indurimento il quale prevede un processo di raffreddamento più blando rispetto a quello della tempra. Il requisito fondamentale per la riuscita del processo di tempra è che la temperatura alla quale inizia 12


Paolo Tirelli il raffreddamento veloce del vetro sia al di sopra della temperatura di transizione vetrosa; in questo modo durante la fase iniziale di raffreddamento non si creano tensioni di trazione sulla superficie esterna perché quella interna è sufficientemente viscosa.

- Esempio della distribuzione delle tensioni in una lastra di vetro temprata termicamente (S = spessore della lastra)

Il profilo delle tensioni risulta parabolico e l’elevata tensione di trazione presente nella parte centrale del vetro è responsabile della propagazione in tutta la lastra della frattura una volta che questa è stata innescata; più è minuta la frammentazione della lastra temprata, maggiore è la tensione di trazione e quindi anche di compressione presente nel vetro.

- Esempi di rottura di lastre in vetro temprate termicamente -

Le proprietà che hanno influenza sul processo di tempra sono diverse: - Indice di rifrazione - Calore specifico all’alta temperatura - Calore specifico a bassa temperatura - Viscosità - Coefficiente di dilatazione - Densità 13


Paolo Tirelli - - - -

Vetro - I processi di tempra

Conducibilità termica Modulo di Young Coefficiente di Poisson Temperatura di trasformazione vetrosa

ma quelle veramente importanti sono la viscosità ed il coefficiente di dilatazione. Alle proprietà precedenti vanno aggiunti anche il colore del vetro, in quanto influenza lo scambio termico per irraggiamento, e il suo spessore che ha una notevole influenza sul tempo di riscaldamento. Tempra chimica La tempra chimica si basa sullo scambio di ioni presenti nella superficie del vetro con altri ioni di dimensione maggiore in modo da introdurre una compressione superficiale. Gli ioni coinvolti sono gli ioni di sodio (Na) presenti nel vetro sodico calcico; questi vengono sostituiti da ioni potassio (K). Dal punto di vista pratico, si tratta di porre il manufatto di vetro in un forno immerso in un bagno di sali fusi come il nitrato di potassio (KNO3).

- Esempio schematico del processo di scambio ionico della tempra chimica -

La temperatura dev’essere sufficientemente elevata per far avvenire in tempi ragionevoli il processo che si basa sulla diffusione degli ioni. Nello stesso tempo, però, dev’essere inferiore almeno alla temperatura di trasformazione per impedire il rilassamento delle tensioni che si creano. Il profilo delle tensioni risulta rettangolare, la tensione di trazione centrale è ridotta e non si presta alla propagazione della frattura una volta che questa è innescata. Per questo motivo la rottura di un temprato chimico è simile a quella di un vetro ricotto.

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Paolo Tirelli

- Esempio della distribuzione delle tensioni in una lastra di vetro temprata chimicamente (S = spessore della lastra)

- Esempio di rottura di un vetro ricotto -

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Vetro - I processi di tempra

Paolo Tirelli

Confronto fra tempra termica e tempra chimica Tempra termica

Tempra chimica

80 ÷ 120

200 ÷ 400

Spessori

Facile su spessori grossi, più difficile sui sottili

Indipendente dallo spessore

Rottura

Frammenti piccoli

Frammenti grandi

Minuti

Decine di ore

Compatibili con utilizzi tradizionali

Elevati per cui è destinata a utilizzi con alto valore aggiunto

Tensione di compressione (MPa)

Durata trattamento Costi

La tempra chimica è da preferire alla tempra termica nel caso: • di spessore del vetro da temprare inferiore ai 2,5-3 mm. Sotto questo spessore, diventa infatti molto difficile e quasi impraticabile l’applicazione del processo di tempra termica; • di vetri con curvatura molto complesse o caratteristiche dimensionali che non potrebbero essere in alcun modo prese in considerazione dagli impianti di tempra termica; • di necessità di resistenze meccaniche superiori a quelle normalmente ottenibili dalla tempra termica, nel caso di applicazioni industriali o architettoniche particolari; • di necessità di resistenze agli urti superiori a quelle ottenibili con la tempra tradizionale termica; • di necessità di ottenere, oltre alla resistenza meccanica, elevati requisiti ottici o totale assenza di deformazioni superficiali sul vetro, per applicazioni di tipo industriale o veicolare. Fonti Dispensa del corso “Materiali per arredamento - Specifiche d’acquisto e controlli in accettazione Modulo 3. Il Vetro” tenutosi presso CATAS il 28/04/2005 http://www.enciclopediadellautomobile.com/it/i-773-976/vetro/proprieta-meccaniche/ http://spazioinwind.libero.it/giovann_baldi/Capitolo%2011/Capitolo%2011.htm http://www.google.it/search?client=safari&rls=en&q=tempra+chimica+vetro+scambio+ionico&ie= UTF-8&oe=UTF-8&gfe_rd=cr&ei=K1fNUvmyI8zW8geSiYCoBA

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Superfici calde - Quali sono le massime temperature di contatto sopportabili?

Paolo Tirelli

“Quali sono le massime temperature di contatto sopportabili con superfici calde?”, questa in sintesi è la domanda che un nostro cliente ci ha posto. Al fine di rispondere a tale quesito, abbiamo effettuato un’approfondita ricerca a livello normativo che ci ha permesso di scoprire l’esistenza della norma internazionale UNI EN ISO 13732-1:2009 “Ergonomia degli ambienti termici - Metodi per la valutazione della risposta dell’uomo al contatto con le superfici - Parte 1: Superfici calde”. Questa norma fornisce i valori limite delle temperature al di là delle quali si possono avere ustioni quando la pelle umana viene a contatto con superfici solide calde di vari materiali. La paternità di tale norma però va attribuita più che “all’ergonomia degli ambienti termici”, alla “sicurezza dei macchinari”. Infatti la UNI EN ISO 13732-1:2009 è l’aggiornamento della versione del 2007 che ha sostituito la norma europea UNI EN 563:2003 “Sicurezza del macchinario - Temperature delle superficie di contatto - Dati ergonomici per stabilire i valori limite di temperatura per le superficie calde” la quale forniva i dati ergonomici per la valutazione dei rischi di ustione. L’obiettivo di questo articolo non è quello di spiegare in modo puntuale e dettagliato la norma, ma semplicemente quello di riportare: - alcune curve di confronto dei valori limite, per varie tipologie di materiali; - alcuni valori limite che potrebbero essere di interesse pratico. Per qualsiasi altra considerazione e/o precisazione, si rimanda alla completa lettura della norma. Riteniamo importante però sottolineare che, come specificato nell’appendice A della norma stessa, i valori delle soglie di ustione riportati si basano su ricerche scientifiche svolte da vari gruppi di ricercatori che hanno eseguito uno svariato numero di esperimenti sul campo.

Ts = Temperatura della superficie D = Tempo di contatto 1 = Plastiche 2 = Ceramiche 3 = Metalli 4 = Soglia di ustione

Illustrazione della correlazione tra la soglia di ustione e la durata del contatto quando vi è contatto tra una superficie calda e la pelle 17


Paolo Tirelli

Superfici calde - Quali sono le massime temperature di contatto sopportabili?

Dal confronto delle curve risulta evidente che, per contatti di breve durata (da alcuni secondi ad un minuto), il legno è il materiale che si comporta meglio e consente di essere utilizzato a temperature più elevate degli altri materiali. Ts = Temperatura della superficie (°C) D = Tempo di contatto (s) 1 = Assenza di ustione 2 = Soglia di ustione 3 = Ustione

Intervallo della soglia di ustione quando la pelle è a contatto con una superficie calda e liscia, costituita da metallo nudo (non rivestito)

Ts = Temperatura della superficie (°C) D = Tempo di contatto (s) 1 = Assenza di ustione 2 = Soglia di ustione 3 = Ustione

Intervallo della soglia di ustione quando la pelle è a contatto con una superficie calda e liscia costituita da materiali di ceramica, di vetro e di pietra

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Paolo Tirelli

Ts = Temperatura della superficie (°C) D = Tempo di contatto (s) 1 = Assenza di ustione 2 = Soglia di ustione 3 = Ustione

Intervallo della soglia di ustione quando la pelle è a contatto con una superficie calda e liscia costituita da materie plastiche

Ts = Temperatura della superficie (°C) D = Tempo di contatto (s) 1 = Assenza di ustione 2 = Soglia di ustione 3 = Ustione

Intervallo della soglia di ustione quando la pelle è a contatto con una superficie calda e liscia costituita da legno

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Superfici calde - Quali sono le massime temperature di contatto sopportabili?

Paolo Tirelli

Soglie di ustione Ts per durate del contatto di Materiale 1 min 째C

10 min 째C

8 ore e oltre 째C

Metallo non rivestito

51

48

43

Metallo rivestito

51

48

43

Materiali di ceramica, vetro e pietra

56

48

43

Materie plastiche

60

48

43

Legno

60

48

43

Nota: per la corretta e completa interpretazione della tabella si rimanda alla lettura delle note e degli avvertimenti presenti nella norma UNI EN ISO 13732-1:2009.

- Soglie di ustione per periodi di contatto di 1 minuto e oltre -

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La prova del crib 7 Il Reparto Fuoco si è da poco attrezzato per eseguire la prova inglese di reazione al fuoco dei mobili imbottiti denominata “crib 7” che utilizza la sorgente di accensione n. 7. Tale metodo, descritto nelle norme BS 5852:2006 (sedute imbottite) e BS 6807:2006 (materassi, divani imbottiti e basi imbottite di letti), è riportato nel tariffario CATAS 2014 al codice 20.030. Chi produce o commercializza mobili imbottiti destinati al mercato contract della Gran Bretagna potrebbe sentirsi richiedere questa prova. Il crib, il cui significato letterale è catasta e il nome rende completamente l’idea, come si vede dalla foto 1, è un particolare assemblaggio di bastoncini di pino silvestre incollati tra di loro, alla base del quale viene inserita una garza che viene imbevuta d’alcol poco prima dell’accensione. Il crib può essere costituito da 4 tipi di assemblaggio che sono individuati dai numeri 4 - 5 - 6 e 7. Fra questi c’è appunto il crib 7, il più grande, le cui dimensioni sono 80 x 80 x 112,5 mm (altezza) con un peso di 126 g. Ma quando è richiesto il superamento della prova del crib 7 e per quali materiali?

Luigino Cavassi / Leonardo Pertoldi by testing composites“) e BS 7177 (“Specification for resistance to ignition of mattress pads, divans and bed bases”) che suggeriscono i requisiti in base al livello di rischio. Il settore contract, nel panorama normativo della Gran Bretagna, è mutato negli ultimi anni. Infatti è stata individuata la figura del “responsabile dell’edificio” cioè di un esperto in materia che ha il compito di elaborare la valutazione dei rischi e, in base a questa, di decidere i requisiti di prevenzione incendi tra i quali quelli di reazione al fuoco dei mobili imbottiti. Per far questo, tale figura si avvale di guide pubblicate dal Ministero dell’Interno e comunque dello stato dell’arte costituito dalle norme British Standards. Tra queste, le norme principali di riferimento sono, appunto, la BS 7176 e la BS 7177 che identificano quattro categorie di rischio; per ogni categoria, le norme fissano i requisiti e forniscono alcuni esempi di attività di prevenzione incendi. Il superamento della prova del crib 7 è richiesto per le attività ad alto rischio e a rischio molto alto (“high hazard” e “very high hazard”) quali, per esempio, celle carcerarie, case di riposo, reparti protetti psichiatrici, ostelli e particolari reparti ospedalieri.

Prova condotta in conformità alla BS 7176 Iniziamo col dire che tale prova viene richiesta secondo il metodo di prova descritto dalla BS nel mercato britannico solo nel settore contract 5852:2006 (non domestico) e viene citata dalle norme BS 7176 (“Specification for resistance to ignition of I materiali in prova sono costituiti dal/i composito/i upholstered furniture for non-domestic seating effettivamente presente/i nel mobile imbottito limitatamente ai primi 7,5 cm di spessore ovvero il rivestimento, l’imbottitura e l’eventuale interposto. L’onere della prova, pertanto, spetta al produttore del mobile imbottito che conosce l’assemblaggio dei materiali.

Foto 1

La prova si esegue utilizzando una seggiola metallica standard sulla quale vengono assemblati i materiali da provare e sopra i quali viene posizionato il crib. Una volta incendiato (vedi foto 2), si osserva il comportamento del campione valutando il tempo di combustione con fiamme, che non deve superare i 13 minuti, e senza fiamme (non superiore a 60 minuti) nonché le modalità con le quali brucia. 21


Il CATAS tra internazionalizzazione, La prova del crib 7 innovazione e realtà quotidiana Luigino Franco Cavassi Bulian / Leonardo Pertoldi al produttore del manufatto finito che conosce Prova condotta in conformità alla BS 7177 l’assemblaggio dei materiali e può eseguire tutte secondo i metodo di prova descritti dalla BS le lavorazioni di finitura. 6807:2006 e dalla BS 5852:2006 Raccomandazione Il campione di prova dev’essere rappresentativo dei componenti e tale da costituire un modello L’uso di poliuretani espansi a combustione model prodotto finito da classificare. Per esempio, dificata (tipo CM o CMHR) e di altri materiali nel caso di un materasso, dev’essere compre- d’imbottitura è richiesto dalla legge soltanto per so il sistema di finitura dei bordi e dev’essere i mobili domestici tuttavia anche le norme inglesi riprodotta la finitura, per esempio infioccato o citate hanno introdotto questi requisiti nel settore contract. trapuntato. Rappresentando le norme tecniche lo stato Lo spessore è quello del prodotto finito. dell’arte, è raccomandabile immettere sul merUna volta incendiato, si osserva il comporta- cato britannico soltanto prodotti sicuri e quanto mento del campione valutando il tempo di com- prescritto dalle norme BS rappresenta per quel bustione con fiamme, che non deve superare i mercato un riferimento dal quale non si può pre13 minuti, e senza fiamme (non superiore a 60 scindere. minuti) nonché le modalità con le quali brucia. Anche in questo caso l’onere della prova spetta

Foto 2 22


Vernici ignifughe applicate sui materiali legnosi Gli appartamenti - palestra Pubblicata la nuova edizione della norma

Sara Franco Zanchiello Prete

Dopo un breve iter di revisione (poco più di 6 mesi), in gennaio è stata pubblicata dall’UNI, purtroppo con alcuni errori, la nuova edizione della norma UNI 9796 riguardante i prodotti vernicianti ignifughi. L’edizione 2014 sostituisce quella del 1998 che ha trovato scarsa applicazione sul mercato dato che non è mai stata recepita dal Ministero dell’Interno per le attività di certificazione ai fini dell’omologazione (in riferimento al D.M. 06-03-1992 continua a valere l’edizione 1990). Questo argomento era stato già trattato nel numero 2 (giugno 2013) di Notizie CATAS al quale rimandiamo il lettore per ulteriori approfondimenti.

Le novità introdotte dalla nuova edizione della norma sono sostanzialmente due: 1) il preliminare invecchiamento accelerato è stato stralciato; 2) le modalità di prova si distinguono a seconda dell’impiego della vernice. Per quanto riguarda il primo punto, di fatto non cambia niente perché l’edizione 1990 non prevedeva la valutazione di quest’aspetto quindi si ritiene che rimarrà il vincolo dei 5 anni per stabilire il periodo massimo di efficacia del prodotto verniciante (si ricorda che l’introduzione dell’invecchiamento accelerato aveva l’obiettivo di rimuovere questo vincolo temporale). In riferimento invece al secondo punto, il normatore ha preso atto che le vernici per pavimenti hanno caratteristiche prestazionali diverse da quelle da applicare ai rivestimenti lignei per pareti e soffitti pertanto cambiano anche le caratteristiche fisico/chimiche. Nell’edizione 2014 le modalità di prova tengono conto dell’effettivo impiego finale: • le vernici per pavimenti si provano con il pannello radiante (UNI 9174) nella posizione “pavimento”; • le vernici per pareti e soffitti si provano con il pannello radiante nella posizione “parete”, la più severa delle tre. Ora c’è da sperare che il Ministero dell’Interno recepisca, con provvedimento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, la nuova UNI 9796 e magari colga l’occasione per recepire anche il pacchetto di norme UNI (metodi di prova, preparazione dei materiali e classificazione di reazione al fuoco) revisionato nel luglio del 2010, mandando così definitivamente in pensione l’edizione del 1987.

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Lorena Riul

Il CATAS tra internazionalizzazione, LEGIONELLA: Novità dai convegni innovazione e realtà quotidiana Legionella per le strutture recettive. Denominatore comune dei due convegni è stato il nuovo approccio di gestione del rischio, dal prelievo della risorsa idrica all’intero processo di trattamento e di distribuzione sino al punto di utenza finale. Si ritiene che la gestione del rischio debba essere orientata verso il modello di Water Safety Plan (WSP), proposto nelle più recenti linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Anche in Italia sta per essere pubblicato un aggiornamento delle linee guida nazionali per la prevenzione e il controllo della legionellosi (le precedenti risalivano al 2000), strumento utile per affrontare il problema, anche se l’esperienza Negli ultimi mesi del 2013 si sono tenuti in Italia di questi anni evidenzia che non esistono soludue importanti corsi di aggiornamento sulla Le- zioni definitive e standardizzate in quanto ogni struttura ha esigenze diverse. gionella ed il rischio legionellosi. Il primo incontro, organizzato dalla prof.ssa Paola Borrella, coordinatrice Nazionale del Gruppo Multicentrico di studio sulle legionellosi in Italia, si è svolto a Modena ed era incentrato su aspetti tecnici ed esperienze in campo; il secondo, organizzato dal Consorzio Albergatori “Lignano Holiday”, si è svolto a Lignano Sabbiadoro ed era focalizzato sulle problematiche relative alla

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Tenuto conto di questo aspetto, l’approccio per la valutazione del rischio Legionella, proposto nel WSP, si concretizza nei seguenti punti: 1. conoscere in modo approfondito l’impianto idrico della propria struttura sia essa albergo, campeggio, centro sportivo, ospedale o casa di riposo; 2. valutarne le possibili fonti di rischio, anche


Lorena Riul

3. 4. 5.

6.

considerando le persone esposte sia in rapporto alla virulenza e alla numerosità dei germi che alla quantità e alle condizioni di salute degli utenti; coinvolgere più figure competenti come l’impiantista, il manutentore e il microbiologo; definire un responsabile; definire un sistema di interventi per affrontare e limitare il rischio valutando anche l’aspetto “costi/benefici” (per esempio tipo e frequenza di interventi di sorveglianza, manutenzione e controllo) e valutare, quando necessario, un programma per la formazione del personale; mantenere aggiornate le registrazioni.

Per effettuare una corretta analisi dei rischi, è fondamentale un sopralluogo accurato che metche all’aumentare della distanza dalla caldata in evidenza le condizioni dell’impianto idrico ia fosse maggiore la colonizzazione del gerper la distribuzione dell’acqua calda sanitaria, me, per effetto di una inevitabile diminuzione dei bollitori e dei serbatoi, l’eventuale presenza della temperatura dell’acqua calda; nelle condutture idriche di rami morti, la qualità dell’acqua e la tipologia e frequenza dell’utenza. • la presenza di Legionella è favorita dalla concentrazione di Manganese; meno importanConsiderato il rischio e la sua entità, questo va te sembra la presenza di Ferro e la durezza gestito e i punti critici ridimensionati quando non dell’acqua; eliminati. In particolare, qualora si tratti di una struttura pubblica, dovere del datore di lavoro • la Legionella resiste a temperature superiori a 50 °C perciò tale temperatura dell’acqua è un’analisi dei rischi con frequenza biennale, a calda al rubinetto non è sufficiente per evitameno che non siano stati effettuati lavori che abre la colonizzazione del germe. Temperature biano avuto una ricaduta sull’impianto idrico, e adeguate sono quelle prossime ai 60 °C; l’uso di DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) qualora, nonostante gli interventi, esista un • l’uso di disinfettanti a base di cloro o di perossidi, se da un lato rappresenta un valido rischio residuo. aiuto nel mantenere sotto controllo la crescita del batterio, tuttavia può dar luogo Verifiche sperimentali ed esperienze in campo alla selezione di ceppi resistenti. Verifiche mettono in evidenza alcuni aspetti nuovi ed intesperimentali hanno messo in evidenza che ressanti per affrontare il problema: monoclorammina e biossido di idrogeno se• rilevamento di un’emissione discontinua di lezionano Legionella pneumophila sierotipo Legionella dalla stessa utenza: campioni di 1, mentre il perossido d’idrogeno legionelle acqua sanitaria prelevata dallo stesso rubinon-pneumophila. netto in momenti diversi forniscono conte microbiche significativamente diverse tra loro. La causa più probabile è che dal biofilm, Concludendo, possiamo affermare che per afpresente nelle tubazioni, vengano saltuaria- frontare il problema Legionella, la bonifica e la mente rilasciate nel circuito dell’acqua calda disinfezione non possono essere l’unica soluzione, ma è necessario attuare un sistema integrato cellule di Legionella vive ma non coltivabili; • sembra non esista una correlazione tra la e specifico perchè ogni struttura ha le sue pecuconta di cellule di Legionella in una utenza liarità. (rubinetto, doccia, ecc.) e la distanza della stessa dalla caldaia. Fino ad ora si riteneva 25


Notizie dal Double Il CATAS Degree traMaster internazionalizzazione, in “Production Engineering innovazione and e realtà Management” quotidiana staff Franco CATAS Bulian A due anni dalla sua partenza, riportiamo un breve aggiornamento sulla situazione del corso magistrale “Production Engineering and Management” al quale collabora anche il CATAS. Ricordiamo che dal 2011 gli studenti delle Università di Trieste e di Lemgo hanno la possibilità di accedere a un nuovo corso di laurea magistrale di tipo internazionale derivante da un accordo raggiunto tra l’Università degli Studi di Trieste (Italia) e la University of Applied Sciences Hochschule Ostwestfalen-Lippe (Germania). L’obiettivo del corso è di specializzare gli studenti in ingegneria e gestione della produzione manufatturiera con particolare riferimento proprio al settore del legno e dell’arredo. Il corso si chiama Double Degree in quanto consente l’ottenimento di due titoli di laurea, il Master of Science tedesco e la Laurea Magistrale italiana. Un passo formativo estremamente caratterizzante riguarda la necessità che gli studenti frequentino i corsi in entrambe le sedi universitarie. E’ quindi previsto che gli studenti tedeschi trascorrano un semestre in Italia e che quelli italiani facciano altrettanto presso l’università tedesca con un arricchimento di esperienze notevoli anche dal lato linguistico visto che tutti i corsi sono in lingua inglese. L’accesso al corso è a numero programmato con un massimo di 20 studenti per ciascuna delle due università. La prima laurea in “Production Engineering and Management” Il 26 settembre, presso la sala degli Atti dell’Ateneo triestino, si è laureato a pieni voti Alberto Zavagno, il primo studente italiano del Corso di Laurea in “Production Engineering and Management”. Il dott. Alberto Zavagno ha effettuato il tirocinio e la tesi presso la Luxottica S.r.l. di Agordo, dal titolo: “Industrial Logisitcs Cost Assessment and Warehouse Management by Means of KPI”. Visti i risultati ottenuti, l’azienda ha deciso di continuare il rapporto anche dopo la laurea. Nei prossimi mesi altri studenti completeranno il percorso formativo con un tirocinio presso prestigiose aziende del Triveneto: Arrighini, Jesse, Gruppo SA.BI e Oesse, per citarne alcune. Gli studenti provenienti da questo corso sono apprezzati non solo per le competenze trasversali su tecnologie, su processi, sulla gestione e sull’organizzazione, ma anche per la conoscenza della lingua inglese, fondamentale per intraprendere rapporti costanti con il mercato globalizzato lungo tutta la filiera che ne caratterizza l’attività produttiva. Conferenza Production Engineering and Management Nei giorni 26 e 27 settembre si è tenuta a Trieste la Conferenza internazionale che porta lo stesso nome del Corso di laurea di cui è un’emanazione. La Conferenza è giunta alla sua terza edizione, dopo essere stata organizzata in Italia (Pordenone - 2011) e Germania (Lemgo - 2012). Essa testimonia le sinergie tra le Università di Lippe e di Trieste nella realizzazione del Programma Internazionale Double Degree Master of Science in “Production Engineering and Management” e offre agli studenti la possibilità di conoscere le ricerche svolte in ambito tecnico e gestionale-organizzativo nel contesto industriale europeo. Il Preside 26


staff CATAS

della University of Applied Sciences, prof. R. Grell, e il Direttore del Dipartimento di Ingegneria e Architettura, prof. I. Marson, hanno inizialmente apprezzato l’ottima collaborazione didattica raggiunta all’interno del DDMSc, sottolineando che il corso ha ottenuto il prestigioso accreditamento dell’ente di certificazione tedesco AQAS (Agenzia per l’Assicurazione della Qualità tramite l’Accreditamento dei Programmi di Studio). Nell’arco delle due giornate sono stati presentati 23 lavori di ricerca da parte di docenti, ricercatori, dottorandi, assegnisti, laureati e manager italiani e tedeschi, che hanno consentito di visionare lo stato della ricerca nei settori delle tecnologie e pratiche gestionali, della qualità e sostenibilità, della gestione della supply chain, dell’innovazione di prodotto e di processo. Alla conclusione dei lavori ci si è dati appuntamento a settembre 2014 nella città di Lemgo (Germania) per la quarta edizione della Conferenza. In questo numero di Notizie CATAS riportiamo uno dei due lavori presentati in occasione del convegno a cui ha collaborato il CATAS (PROGETTAZIONE DI UN CICLO DI RIVESTIMENTO ECOLOGICO PVC-PVC).

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staff CATAS In ambito CEN (Comitato Europeo di Normazione) è stato predisposto un progetto di norma prEN 16449 dal titolo “Legno e prodotti a base legno - Calcolo del carbonio biogenico contenuto nel legno e conversione in anidride carbonica”. Questa documento, nella sostanza, si pone l’obiettivo di valutare la quantità di CO2 sequestrata/assorbita con i processi di fotosintesi da un elemento di legno o da un prodotto a base di legno. Con il processo di fotosintesi, infatti, durante la loro crescita gli alberi assorbono/sequestrano anidride carbonica atmosferica la quale viene, unitamente al rilascio di una parte dell’ossigeno nell’atmosfera, incorporata all’interno del cambio (nelle cellule del legno nella corteccia). L’anidride carbonica assorbita si fissa nel legno come carbonio biogenico e, quando si utilizza il legno, questo carbonio biogenico viene trasferito al prodotto. Pertanto i prodotti di legno costituiscono un “serbatoio” di carbonio biogenico per tutta la vita del prodotto. Al termine del suo ciclo di vita, il carbonio lascia il prodotto di legno solamente se questo viene utilizzato per la generazione di energia (per esempio bruciato) in quanto si ossida e viene rilasciato nell’atmosfera sotto forma di anidride carbonica (CO2). Il progetto di norma fornisce quindi un metodo di calcolo per quantificare l’ammontare di anidride carbonica sequestrata sulla base del carbonio biogenico contenuto nel legno. Questi dati possono anche essere considerati la base di partenza per le dichiarazioni ambientali di prodotto.

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Il legno e la CO2

Il legno in quantità variabile, a seconda della specie legnosa, è composto da: • 40-55% di cellulosa; • 12-15% emicellulosa; • 15-30% lignina; • 2-15% estrattivi. Da questi dati si evince che il legno, in peso, è composto indicativamente dal 50% di carbonio. Il progetto di norma quindi considera come 0,5 il coefficiente rappresentativo della frazione di carbonio della biomassa legnosa. Gli altri elementi principali sono l’ossigeno (44%) e l’idrogeno (6%). Alcune specie contengono anche piccole quantità di depositi minerali ma che non rivestono alcun significato in questo caso. Calcolo dell’anidride carbonica sulla base del carbonio biogenico Il calcolo si basa sui pesi atomici del carbonio


staff CATAS (12) e dell’anidride carbonica (44), sul contenuto di carbonio biogenico del prodotto, sul volume del legno, sulla densità e sul contenuto di umidità. Infatti:

dove: PCO2 = Carbonio biogenico ossidato come emissione di anidride carbonica, del prodotto, in atmosfera (kg) cf = frazione di carbonio della biomassa legnosa (massa anidra), valore stimato da utilizzare 0,5 w = contenuto di umidità del prodotto (per esempio 12%) rw = densità della biomassa legnosa del prodotto al contenuto di umidità w (kg/m3) Vw = volume del legno massello al contenuto di umidità w (m3) Per prodotti a base di legno, il volume del legno contenuto é Vw = Vp x percentuale di legno Vp = volume lordo del prodotto a base di legno (m3) Esempio Se consideriamo delle travi in legno lamellare di conifera e ipotizziamo: Vw = 25 m3 w = 12% rw = 460 kg/m3 Utilizzando l’equazione otteniamo:

Se un prodotto è composto da più specie legnose, si calcola la PCO2 per ciascuna specie e poi si somma per ottenere la massa complessiva di anidride carbonica sequestrata. Applicando la formula ad altri tipi di prodotto, abbiamo ottenuto i seguenti risultati: Sedia di faggio PCO2 = 23,2 kg avendo stimato i seguenti dati iniziali: Vw = 0,02 m3 cf = 0,5 w = 12% rw = 710 kg/m3

Cassettiera IKEA (Tarva a sei cassetti) PCO2 = 48,8 kg avendo stimato i seguenti dati iniziali: Vw = 0,063 m3 cf = 0,5 w = 12% rw= 470 kg/m3

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Il legno e la CO2

staff CATAS

par délégation authorized by

Round and sawn timber

CEN/TC 175

Date:

Doc. Number:

Assistant: Anne LE GUEN Direct line : 01 40 19 48 96 anne.leguen@fcba.fr

Your contact: Frédéric HENRY Direct line : frederic.henry@fcba.fr

2013-05-14

N 1262

prEN 16449 - Proposal for Formal Vote

COMMENTARIES / DECISIONS FOLLOW UP SOURCE

A decision will be taken on this standard during the next plenary (11/12 June 2013)

CEN/TC 175/WG 1

10, avenue de Saint-Mandé 75012 Paris Tél +33 (0)1 40 19 48 96 Fax +33 (0)1 40 19 80 57 email : bnba@fcba.fr www.fcba.fr

Institut technologique FCBA : Forêt, Cellulose, Bois - construction, Ameublement

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Forum dell’innovazione del Legno Arredo Prima Edizione

Paolo Tirelli

Grande interesse, il 21 novembre scorso, al Kilometro Rosso di Bergamo per la prima edizione del Forum dell’Innovazione del Legno Arredo organizzato da FederlegnoArredo con il patrocinio dell’Università Bocconi e del Politecnico di Milano. Oltre 320 persone (212 le aziende associate) si sono presentate presso il polo scientifico di Bergamo per conoscere le 15 innovazioni selezionate, tra oltre un centinaio di proposte, da un comitato scientifico composto da enti di ricerca, università e specialisti del settore. L’evento è stato moderato dai giornalisti Tessa Gelisio (Mediaset) e Paolo Magliocco (videoscienza.it). «È una giornata importantissima per il settore del legno-arredo - ha spiegato Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo - e la grande partecipazione ha dimostrato che il nostro mondo è sempre pronto a proporre soluzioni capaci di anticipare il futuro». Grande attesa anche per l’intervento introduttivo di Carlo Ratti, direttore del SENSEable City Lab del MIT di Boston, il quale ha posto l’accento sul concetto di “senseable living” con esempi di applicazioni concrete legate al mondo dell’arredo e dei futuri stili di vita. «È fondamentale sottolineare che i prodotti presentati al forum di FederlegnoArredo sono nati da quei sistemi di produzione che l’Economist ha definito “terza rivoluzione industriale”; parlo di tutte le nuove tecnologie digitali che stanno cambiando il modo di produrre come taglierine laser e stampati tridimensionali che anche nel settore del legno-arredo consentono di combinare la tradizione di artigianalità tutta italiana con nuove prospettive di sperimentazione che allargano lo spettro della creatività. Questo è un aspetto che nei prossimi anni rappresenterà un nuovo punto di forza per il settore». Divise in cinque macroaree (Materiali e prodotti; Lavorazioni e processi; Interconnettività e software; Sostenibilità ed efficienza energetica; Strategie di impresa e modelli di marketing), le innovazioni hanno raccolto un grande interesse tra il pubblico che ha avuto la possibilità di conoscere nel dettaglio soluzioni già in produzione. Per ulteriori approfondimenti si rimanda alla pagina web: http://www.federlegnoarredo.it/it/federazione/eventi/forum-dell-innovazione-del-legno-arredo Fonte articolo: FederlegnoArredo http://www.federlegnoarredo.it/

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Tavola rotonda: gli adesivi per legno non incollano?

staff CATAS

TAVOLA ROTONDA Gli adesivi per legno non incollano? Martedì 27 maggio 2014 Confindustria Verona Piazza Cittadella, 12 37122 VERONA PROGRAMMA PRELIMINARE DEI LAVORI Ore 8.30

Registrazione dei partecipanti

Ore 9.00

Saluto e apertura dei lavori – Fabio Chiozza, Coordinatore del settore Adesivi per legno e arredamento Moderatore: Fabio Chiozza - VINAVIL

Ore 9.20

I difetti di incollaggio: dal “perché si incolla” al “perché si scolla” Franco Bulian - CATAS

Ore 9.50

Difetti nella filiera dell’incollaggio dei bordi: cause e soluzioni Maurizio Carrer – TAKA, Andrea Fantinati - UNICOL Intervengono: Giorgio Nardin - FRIULEVIGATURA Patrizio Marozzi - GIPLAST Pierluigi Tacchi - BIESSE Franco Bulian – CATAS previsto Coffee break ore 10.40 – 11.00

Ore 13.00

Buffet Lunch

Ore 14.30

Difetti nella filiera del rivestimento profili e pannelli: cause e soluzioni Franco Moroni – H.B. Fuller, Massimo Venier – Durante & Vivan Intervengono: Angelo Arcidiacono - SIRCA Franco Bulian – CATAS previsto Coffee break ore 16.00 – 16.20

Ore 17.30

Dibattito

Ore 18.00 Conclusioni e chiusura lavori Per ulteriori informazioni: Segreteria AVISA – tel. 02 34565.256/341 Fax 02 34565.350 – e-mail: avisa@federchimica.it

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Beauty, Protection, Sustainability

staff CATAS

“Beauty, Protection, Sustainability”

2 Day Congress Mercure Hotel Amsterdam Aan de Amstel, The Netherlands 14-15 October 2014 Comitato Direttivo del Congresso CATAS, Italy - Dr Franco Bulian Coating Consultancy, Denmark - Mr Peter Svane FCBA, France - Dr Laurence Podgorski FCBA, France - Mrs Marie-Lise Roux FIRA, UK - Mrs Susan Calver WKI, Germany - Dr Stefan Friebel Holzforschung Austria, Austria - Dr Gerhard Grüll PRA, UK - Mr Jon Graystone PRA, UK - Mr David Skyes

Il PRA organizza il 9° Congresso Internazionale dal titolo “Woodcoatings” ad Amsterdam il 14 e 15 ottobre 2014. Il congresso si terrà nuovamente al Mercure Hotel Aan de Amstel, già apprezzato dai partecipanti nelle edizioni passate. Il grande successo di questa serie di conferenze ha fatto diventare questo congresso il principale evento per l’industria del rivestimento del legno a livello mondiale, per la diffusione nuove tecnologie, la collaborazione e il networking. L’evento attira professionisti ed esperti provenienti da aziende fornitrici di materie prime, formulatori, nonchè da produttori di impianti, istituti di ricerca e università. Il Congresso è anche il forum ideale per pubblicizzare i risultati di progetti di ricerca collaborativi e per i comitati di normazione europei coinvolti nella protezione del legno per divulgare le loro attività. I temi del congresso, interamente in lingua inglese, comprendono i rivestimenti e i trattamenti per applicazioni su legno sia per interni sia per esterni. Scadenze Importanti 25 April 2014: Submission of abstract and speaker details 30 May 2014: Notification of acceptance 29 August 2014: Submission of the complete paper (for inclusion in the conference proceedings) 04 October 2014: Submission of presentation material Contatti http://www.pra-world.com/nandl/conferences/woodcoatings9 33


staff CATAS

Notizie CATAS QUALITY AWARD

Insediato il Comitato Imparzialità e Indipendenza CQA Per rendere la certificazione di prodotto CQA (CATAS QUALITY AWARD) conforme ai requisiti della UNI EN ISO/IEC 17065:2012, CATAS si è dotato di un Comitato per l’Imparzialità e l’Indipendenza. Tale Comitato è composto da rappresentanti delle parti interessate allo schema di certificazione dei pannelli a base di legno a bassa emissione di formaldeide secondo il regolamento CARB ovvero: produttori di pannelli e adesivi; produttori di arredamento e consumatori; enti di vigilanza sanitaria; enti di ricerca. Il Comitato si è insediato e riunito il 29 gennaio scorso e continuerà il suo operato riunendosi periodicamente per vigilare sull’imparzialità e indipendenza di CATAS. Per fare ciò avrà accesso a tutte le procedure e registrazioni relative alla certificazione di prodotto da cui potrà monitorare il corretto e imparziale svolgimento della nostra attività. Un’ulteriore garanzia sulla qualità della nostra certificazione di prodotto.

Andamento certificazioni CQA Nuovi prodotti certificati (periodo settembre-dicembre 2013): Tipologia di certificazione: CATAS WKI PREMIUM PLUS Denominazione prodotto: Impregnante GW 306 colorato + Finitura trasparente LW 700 Azienda: REMMERS BAUSTOFFTECHNIK GMBH Data di concessione: 01.11.2013 Numero certificato: 02/13 Tipologia di certificazione: CQA SEDIE PER UFFICIO Denominazione prodotto: Famiglia DAMA Azienda: MOVING Srl Data di concessione: 01.12.2013 Numero certificato: 10/13

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GET INSPIRED BY MATERIALS

Staff Material ConneXion Italia

GET INSPIRED BY MATERIALS è la rubrica dedicata al mondo dei materiali innovativi e pensata per tutte le aziende e i professionisti alla ricerca di nuove soluzioni materiche ed ispirazioni per i loro progetti. La rubrica, così come il Material Point FVG, vero e proprio punto di informazione e raccolta/ esposizione dove toccare con mano le più recenti novità sui materiali, nasce dalla collaborazione tra CATAS e Material ConneXion Italia, il più grande centro di ricerca e consulenza internazionale sui materiali e i processi produttivi innovativi.

Codice MC: 6848-01 materiale composito tessuto non tessuto Materiale composito pluristrato non tessuto, leggero e flessibile, usato come rinforzo per i pannelli per l’edilizia più leggeri. L’adozione di materiali d’anima alveolari, ondulati o in schiuma, permette di ridurre il peso dei pannelli usati per la creazione di piani di lavoro e altre superfici verticali e orizzontali per interni, ma diminuisce anche la resistenza alla trazione delle viti utilizzate, limitando il numero delle possibili applicazioni. L’inserimento di questo materiale tessuto non tessuto fra due leggeri pannelli con struttura in schiuma o alveolare accresce la resistenza alla trazione delle viti anche di 60 kg (130 lb). Gli adesivi usati per assicurare il tessuto non compromettono in alcun modo la resistenza complessiva del pannello. Il materiale è commercializzato in rotoli di altezza massima 152 cm (60 in). È possibile inserire viti e altri dispositivi di fissaggio in qualunque posizione della struttura a sandwich del composito, senza limitazione alcuna. Questa tecnologia può essere utilizzata come modalità di creazione di sistemi di giunzione e fissaggio per applicazioni nei settori dell’architettura, dell’arredamento e dell’industria. 35


Il CATAS tra internazionalizzazione, GET INSPIRED BY MATERIALS Staff Material Franco BulianConneXion Italia innovazione e realtà quotidiana Codice MC: 6882-01 impiallacciatura in materiale di recupero Pannelli e rivestimenti decorativi prodotti con fusti di banano recuperati e riciclati, un sottoprodotto agricolo. La pianta del banano, che produce un unico frutto nel corso del proprio ciclo di vita, emette polloni basali che è possibile rimuovere. Il sottile rivestimento decorativo è creato facendo seccare e unendo fra loro le foglie. Si ottiene così un prodotto flessibile, dalla superficie opaca e strutturata, le cui diverse sfumature di colore sono dovute all’origine naturale del prodotto. Il materiale può essere tagliato e sottoposto a laminazione incrociata (cross-ply) per ottenere un materiale resistente e dimensionalmente stabile. I pannelli sono disponibili nel formato standard 200 x 50 cm (79 x 20 in) e hanno uno spessore nominale di 0,4 mm (0,016 in), con la possibilità di richiedere dimensioni su misura. La finitura della superficie può consistere in uno strato protettivo di cera lucida oppure, se è richiesta una maggiore resistenza all’usura e ai graffi, da un rivestimento in PU. Il prodotto può essere formato a freddo sotto pressione. Le applicazioni includono la realizzazione di mobili e complementi di arredo, pavimenti, accessori, imbarcazioni, finiture per il settore automotive e pannelli. .

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Gli appartamenti - palestra

Staff Material ConneXion Sara Zanchiello Italia

Codice MC: 6953-01 rivestimento trasparente cancellabile a secco Rivestimento trasparente cancellabile a secco per superfici di interni ed esterni. Questo rivestimento a lunga durata, trasparente e non soggetto a ingiallimento, risulta asciutto dopo 2 ore e dopo 8 ore è pronto per la scrittura con pennarelli cancellabili a secco o decalcomanie rimovibili. Si tratta di una formulazione bicomponente (isocianato e resina bicomponente), applicabile con un rullo liscio su cartongesso, intonaco, piastrelle, metallo o qualsiasi superficie liscia verniciata, che asciuga rapidamente, con una lucidità di superficie uniforme. Un gallone (3,79 litri) di prodotto ha un potere coprente di ca. 400 ft2 se applicato su superfici lisce. Il materiale è disponibile in tre diversi kit: completi di utensili per l’applicazione manuale, per la copertura di 4,6 e 9,3 m2 (50 e 100 ft2), e per applicazione professionale, per la copertura di 18,6 m2 (200 ft2). Soddisfa i requisiti IAQ (Indoor Air Quality) sezione CA 01350 relativi alle emissioni e contiene meno di 5 g/l (0,18 oz/quart) di composti organici volatili (COV/VOC). Questa soluzione, le cui applicazioni includono superfici scrivibili a secco di uffici, spazi destinati alla didattica e ambienti residenziali, rappresenta un’alternativa alle lavagne.

Per ulteriori informazioni si prega di rivolgersi a Material ConneXion Italia: infoitalia@materialconnexion.com

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Franco Bulian

Il CATAS tra internazionalizzazione, innovazione e realtà quotidiana

Titolo INCOLLARE IL LEGNO Autore Alberto Bandel Editore CATAS SpA

Libro acquistabile presso il CATAS Prezzo abbonati € 35,00 + IVA Prezzo non abbonati € 45,00 + IVA

Incollare il legno è stato scritto dal dr. Alberto Bandel, uno dei maggiori esperti europei nel settore della tecnologia degli adesivi per legno. Fin dalla sua prima edizione (1994), il testo si è dimostrato un ottima base teorica, ma soprattutto un valido strumento di lavoro per le aziende. Lo stile facile e discorsivo, i numerosi esempi pratici, i grafici e le figure, resi possibili anche dalla collaborazione di Bandel con i tecnici del CATAS (in particolare l’ing. Speranza, il dr. Giavon e il dr. Bulian), lo rendono un manuale di semplice e immediata consultazione. Il libro è suddiviso in tre capitoli (Gli adesivi nell’industria del legno - I materiali nell’industria del legno - Le tecnologie di incollaggio) contenenti a loro volta numerosi paragrafi sui temi che coinvolgono sia le materie prime che i processi di lavorazione.

Titolo LEGNO & UMIDITÀ Autore Angelo Speranza Editore CATAS SpA

Libro acquistabile presso il CATAS Prezzo abbonati € 25,00 + IVA Prezzo non abbonati € 32,50 + IVA

Legno & Umidità raccoglie in un unico volume, di facile ed immediata consultazione, formule, tabelle, grafici ed informazioni utili agli operatori del settore legno-arredo. Gli argomenti trattati riguardano: il rapporto tra il legno e l’umidità relativa dell’aria che lo circonda, il contenuto di umidità di equilibrio del legno, la sua misura, i movimenti del legno, stagionatura ed essiccazione, il contenuto di umidità del legno e dei suoi effetti sull’incollaggio e sulla verniciatura. Naturalmente tutto ciò illustrato non in forma discorsiva ma solo tramite tabelle e grafici. La forma editoriale rende il manuale uno strumento di lavoro molto pratico da consultare. È insomma una pubblicazione che ogni tecnico di settore dovrebbe tenere sulla propria scrivania per cercare di dare una risposta ai problemi quotidiani legati al rapporto legno/umidità, facendo nascere l’interesse ad approfondire i temi che gli vengono prospettati, migliorando così le proprie conoscenze professionali.

Titolo RIGONFIAMENTO E RITIRO DEL LEGNO ABBECEDARIO PRATICO DI TECNOLOGIA Autore Otto Suchsland Traduzione a cura di Angelo Speranza Editore CATAS SpA

Libro acquistabile presso il CATAS Prezzo abbonati € 50,00 + IVA Prezzo non abbonati € 60,00 + IVA

Il libro, scritto da Otto Suchsland, professore emerito del dipartimento di silvicoltura dell’Università statale dello Stato del Michigan, affronta i concetti fondamentali del rigonfiamento e del ritiro del legno massiccio e dei prodotti compositi a base di legno rappresentando una inestimabile guida per la progettazione, la produzione e l’uso di questi prodotti. Questa pubblicazione è un manuale di riferimento che dovrebbe essere presente sugli scaffali di ogni impresa che utilizza il legno come materia prima ed in ogni aula in cui si insegnano i fondamenti di tecnologia del legno.

Titolo LA STRUTTURA TRIDIMENSIONALE DEL LEGNO Studio mediante il microscopio elettronico a scansione Autori B.A. Meylan e B.G. Butterfield Libro acquistabile presso il CATAS Traduzione a cura di Angelo Speranza Prezzo abbonati € 25,00+ IVA Editore CATAS SpA Prezzo non abbonati € 32,50 + IVA Il lettore deve solo sfogliare poche pagine per apprezzare la superba qualità delle immagini realizzate con il microscopio elettronico a scansione che rappresentano la base di questo libro. Gli argomenti trattati includono: pareti delle cellule, distribuzione ed esempi di punteggiature, placche di perforazione, struttura dei raggi, parenchima assiale, anelli di accrescimento, distribuzione dei vasi, canali resiniferi e legni di Angiosperme e Gimnosperme. Le fotografie riguardanti ciascun argomento sono precedute da un testo succinto ed un breve elenco di testi bibliografici, suggeriti per un eventuale approfondimento dei temi qui trattati.

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Gli appartamenti - palestra Titolo LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DI COMPOSTI ORGANICI VOLATILI NEL SETTORE LEGNO-ARREDO Libro acquistabile presso il CATAS Autori F. Bulian e M. Tiberio Prezzo abbonati € 15,00 + IVA Editore CATAS SpA Prezzo non abbonati € 20,00 + IVA

Sara Zanchiello

Lo studio approfondisce le modalità di adeguamento delle aziende che effettuano operazioni di verniciatura di manufatti in legno (tavoli, mobili, antine, letti, serramenti, cornici, pavimenti e sedie), alla legislazione vigente in materia di emissione in atmosfera di solventi organici volatili. La ricerca è stata condotta in collaborazione con vari soggetti quali l’Area di Ricerca di Trieste, le Università di Udine, Trieste e Padova, aziende produttrici di impianti, aziende produttrici di prodotti vernicianti, consulenti e associazioni di categoria. Il prezioso e qualificato apporto di tutti questi soggetti ha contribuito a realizzare un lavoro ricco di contenuti con risvolti anche prettamente pratici. L’auspicio è che questo lavoro possa rappresentare un’utile guida per consentire alle aziende, soprattutto quelle di piccole dimensioni, di individuare e personalizzare la strada di miglioramento più adeguata alle proprie esigenze.

Titolo VERNICIARE IL LEGNO Autore Franco Bulian Editore Hoepli

Reperibilità: librerie specializzate o sito www.hoepli.it Prezzo di copertina € 32,00

Il volume scritto dal Vicedirettore del CATAS, il dott. Franco Bulian, affronta la complessa materia di come sono fatti e come funzionano i prodotti vernicianti per il legno e intende essere una base scientifica per tutti coloro che a vario titolo sono coinvolti nel processo della verniciatura del legno, un punto di riferimento al quale ricondursi per cercare di comprendere la continua evoluzione di prodotti e tecnologie. Partendo dall’analisi dei supporti (legno e pannelli) e dei rivestimenti (piallacci, carte impregnate ecc.), vengono poi presi in considerazione gli ingredienti che compongono i prodotti impiegati per i vari trattamenti, i criteri alla base della loro formulazione e classificazione, e gli aspetti più prettamente operativi quali l’applicazione e l’essiccazione, tenendo presenti le diverse esigenze di tre distinti settori produttivi - pavimenti, mobili e serramenti - e offrendo, per ciascuno di essi, alcuni casi pratici. Chiude l’opera un’interessante appendice dedicata ai difetti e ai problemi più comuni legati alla verniciatura del legno.

Titolo Il Parquet. Dal progetto alla posa in opera Autori Vari Editore Federlegno

Reperibilità: Federlegno (segreteria Edilegno)

Il manuale, alla cui stesura hanno collaborato anche i tecnici del CATAS, vuole rappresentare un riferimento aggiornato e completo per tutti i professionisti che operano nel settore e soprattutto per i posatori, le imprese, i progettisti, i tecnici e i prescrittori. La pubblicazione tratta svariati argomenti che riguardano le caratteristiche della materia prima legno, i criteri generali di progettazione di una pavimentazione, le modalità di posa, le attrezzature, i materiali complementari e anche alcune specifiche applicazioni quali le pavimentazioni per esterni e quelle destinate agli impianti sportivi. Oltre agli argomenti più tecnici, il libro considera anche il quadro normativo di interesse per le pavimentazioni di legno ed in maniera specifica la marcatura CE. Le tematiche trattate sono arricchite da svariate informazioni tecniche e suggerimenti operativi, utili a tutte le tipologie di operatori. La metodologia di esposizione analizza, fase per fase, i vari momenti differenziandoli in modo preciso con l’ausilio di immagini, grafici, tabelle e schede affinché la consultazione risulti agile e di immediata comprensione, così come si conviene a un manuale operativo. Una sezione molto importante è dedicata all’approfondimento degli oneri e delle responsabilità degli operatori che intervengono nel processo di posa in opera; le figure professionali sono definite nelle loro qualifiche e responsabilità, anche alla luce dei disposti tecnici e legislativi in essere.

Titolo Materiali e tecnologie dell’Industria del Mobile Reperibilità: Autore Franco Bulian librerie specializzate o sito

Editore Editrice Goliardica

www.edizionigoliardiche.it Prezzo di copertina € 22,00

Questo libro, scritto dal Vice-direttore del CATAS, il dott. Franco Bulian, presenta un panorama generale sui principali materiali e sulle tecnologie impiegate per la produzione dei mobili. Si tratta di un testo basilare che descrive le caratteristiche e le lavorazioni associate al legno, ai pannelli, ai materiali di rivestimento, ai bordi, agli adesivi e alle vernici. Ogni materiale è inizialmente esaminato per quelle che sono le sue caratteristiche costitutive; in successione sono presentate le sue proprietà, gli impieghi, le lavorazioni specifiche all’interno del settore del mobile e le problematiche, ovvero i difetti a cui può essere più frequentemente soggetto in uso. Con la consapevolezza quindi che uno dei punti di forza per il futuro sviluppo del settore del mobile è quello della “conoscenza”, questa pubblicazione vuole rappresentare un punto di riferimento per tutti coloro che già operano nel mondo dell’arredo sia in ambito tecnico (responsabili e tecnici di produzione) sia commerciale (ufficio acquisti, assistenza, vendita), nonché per coloro che in qualità di consulenti o di periti sono chiamati a fornire informazioni tecniche in quest’ambito. Il libro è ovviamente rivolto anche chi si affaccia per la prima volta a questa realtà industriale essendo stato specificamente concepito come testo di base per gli studenti delle Università degli Istituti Secondari. 39


Gli appartamenti - palestra

www.catas.com

Sara Zanchiello


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