MADDALENA, LINA E IO
Lina Sastri in Maria Maddalena tratto da Fuochi di Margherite Yourcenar
Drammaturgia e messa in scena di Lina Sastri
Collaborazione allo spettacolo, istallazioni sceniche e disegno luci di Bruno Garofalo
In scena al teatro Menotti di Milano dal 28/02 al 5/03 del 2023.

Sul palcoscenico, un cerchio di candele che si chiude a spirale e una camminata concentrica sulle note di un canto antico. Comunione.
La potenza del teatro.
Bastano una melodia e un costume a catapultarmi in un' epoca popolata di immagini visualizzate nella mente mille volte di fronte agli amboni, ascoltando parole, respirando incensi ed assaporando Eucaristie.
Sono immersa nel buio della sala, sprofondata nella poltroncina blu e divento tutt'uno con una folla muta di astanti assorti in quello
Raffaella Prettache si trasforma inmediatamente in un' assemblea raccolta in silenziosa preghiera.
Parole di morte e di speranza, di perdita e Resurrezione, di terra e di cielo.
Un intrico di dubbi e misteri su di un Regno dove poter essere finalmente accolti con le nostre miserie. Mancanza.
La malinconia del lutto del fratello amato dell´interprete Lina Sastri che diviene la Maria Maddalena abbandonata prima dallo sposo Giovanni e poi dall' uomo che ama incondizionatamente fino alla croce.
Maria di Magdala tenta di esprimere quel che resta dopo un rifiuto subíto, un senso di vuoto incolmabile che smaschera tutta la sua, e nel contempo nostra, insignificanza.
Assenza che fagocita ogni suo passo e la conduce nell'oblio di quell'istanza disperata di ricostituzione di un sé qualsiasi, nella graduale e solipsistica discesa verso la propria oscurità, rotta solo dal tremolio di luci fioche.
Centro.
Fulcro dell'azione scenica e della faticosa spinta emotiva come dono allo spettatore.
Donna che arde e soffre e si immerge con coraggio, consapevolmente illusa che sia bastevole il buio a nasconderla, nel centro del proprio essere, del proprio ego, del proprio dolore e della propria passione.
Il dolore è il desiderio spezzato di fuga da un'alterità costituita in primis di materia, e poi di spirito.
Quel misto indicibile di elementi divenuti sensazioni che si esprimono solo attraverso lacrime, pause, silenzi.
Tra le parole e le frasi solo i punti ne danno il senso Carne.
Dio e uomo.
Maddalena incapace di andare oltre, mentre è proprio questo il limite che le viene chiesto di varcare, non riesce a smettere di abbracciare fasci di luce: metafore dell' inconsistente e nostalgica solitudine da cui è divorata.
Fuoco.
La forza della poesia di Yourcenar.
Fiamme che bruciano la donna dentro e fuori trasformano quell'urlo di dolore in canti e sospiri tesi alla cura dell'anima, oltre l'indicibile, in un torcersi e ritorcersi di viscere.
Folla.
Ci si appresta a riprendere le proprie vite dopo un'ora di immersione nell'intimo dell'essere uomini, materie vibranti protesi verso l´ irraggiungibile perfezione di cui scorgiamo appena qualche lampo, sempre colti da un incontenibile bisogno di domandare.
Chi è stata davvero Maria Maddalena?
Chi è stato davvero Gesù di Nazareth?
Chi siamo davvero noi che ci abbandoniamo alla felicità, alla speranza e al dolore con la stessa ingenuità?
Maddalena, Lina, io: insieme per un’ora di splendido teatro. Sipario.
