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Missione Cattolica di lingua italiana

SINODO UNIVERSALE

«Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione».

Domenica 10 ottobre papa Francesco ha aperto il processo sinodale che porterà alla celebrazione del Sinodo dei vescovi prevista nel 2023. Sabato 9 ottobre, nell’Aula nuova del Sinodo, si sono svolti i lavori in seduta plenaria e i lavori in gruppi linguistici. Erano presenti rappresentanti del popolo di Dio, tra delegati delle riunioni internazionali delle Conferenze episcopali ed organismi assimilati, membri della Curia romana, delegati fraterni, delegati della vita consacrata e dei movimenti laicali ecclesiali, il consiglio dei giovani. Il Papa ha partecipato alla prima parte dei lavori e ha tenuto un discorso, seguito dal saluto del cardinale Jean-Claude Hollerich, relatore generale del Sinodo e dal messaggio del cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo. L’apertura del processo sinodale della Chiesa universale è avvenuta sia in Vaticano sia in ciascuna diocesi del mondo. Il cammino è stato inaugurato dal Papa in Vaticano il 9 e il 10 ottobre, mentre domenica 17 ottobre ogni vescovo lo ha aperto nella propria diocesi.

Che cosa si intende per fase diocesana del Sinodo universale? La fase diocesana in programma dall’ottobre 2021 all’aprile 2022 è una «consultazione del popolo di Dio», come indicato dalla costituzione apostolica Episcopalis communio di papa Francesco pubblicata il 15 settembre 2018 che «trasforma» il Sinodo dei vescovi. Si tratta della fase di ascolto «dal basso» della gente, cara al Pontefice, ed è la principale novità introdotta dalla riforma del Sinodo dei vescovi voluta da Francesco. La Segreteria generale del Sinodo ha inviato alle singole diocesi di tutto il mondo il Documento preparatorio, accompagnato da un questionario e da un vademecum. Lo stesso testo è stato inviato anche ai dicasteri della Curia romana, alle Unioni di superiori e superiore maggiori, alle federazioni della vita consacrata, ai movimenti internazionali dei laici e alle università e facoltà di teologia. Ogni vescovo ha nominato un responsabile (eventualmente un’équipe) diocesano della consultazione sinodale, che diventerà il punto di riferimento e di collegamento con la Conferenza episcopale e che accompagnerà la consultazione nella Chiesa particolare in tutti i suoi passi. La consultazione nelle diocesi si svolgerà attraverso gli organi di partecipazione senza escludere le altre modalità che «si giudichino opportune perché la consultazione stessa sia reale ed efficace». La consultazione in ciascuna diocesi si concluderà con una riunione pre-sinodale, che sarà il momento culminante del discernimento diocesano. Dopo la chiusura della fase diocesana, ogni diocesi invierà i suoi contributi alla Conferenza episcopale.

Come proseguirà il processo sinodale? Dopo la consultazione delle diocesi, le Conferenze episcopali metteranno a punto la sintesi che sarà inviata alla Segreteria generale del Sinodo insieme ai contributi diocesani. Quindi la Segreteria generale redigerà il primo Instrumentum Laboris entro settembre 2022. Si aprirà allora la fase continentale (da settembre 2022 a marzo 2023) che ha al centro il dialogo sul primo Instrumentum Laboris, realizzando un ulteriore atto di discernimento alla luce delle particolarità culturali di ogni continente. Si terranno quindi vere e proprie assemblee continentali: si stabiliranno i criteri di partecipazione dei vescovi e degli altri membri del popolo di Dio. Al termine la Segreteria generale del Sinodo procederà alla redazione del secondo Instrumentum Laboris. Nell’ottobre 2023 si terrà l’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi in Vaticano con l’incontro dei vescovi.

(adattato da Avvenire)

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