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Creepypasta
I PICCOLI BRIVIDI DELLA GEN-Z
Fenomeno di Internet derivato dalla pratica del copypasta ma connotato da tematiche horror e in seguito diffusosi capillarmente, attraverso forum, social network, siti dedicati o tramite altre forme di diffusione digitale, in particolare sulla image board di 4chan.
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Eccone l’etimologia:
Hai presente quei frammenti di testo che trovi su Internet che sono la stessa cosa, copiati e incollati di fonte in fonte, senza alcun indizio reale sulle loro origini o anche solo con una citazione adeguata? È disponibile in molte forme, come la vecchia catena di Sant’Antonio. Quello si chiama copypasta - derivato da “copia-incolla” nel 2006, è il primo imbastardimento nella catena del linguaggio. Il Creepypasta nella sua forma originale, potrebbe essere descritta come un sottogenere specifico di copypasta: i pezzi di testo ripetutamente copiato e incollato raccontano in questo caso una storia dell’orrore. Quindi: da “copy-past”, otteniamo “copypasta” e successivamente “creepypasta”. Ho scoperto per la prima volta il genere di narrativa horror via web noto come creepypasta attraverso un articolo del New York Times pubblicato nel 2010. Ma lo stesso creepypasta esisteva già da alcuni anni rispetto a quell’articolo, quindi forse ero arrivato tardi alla festa come lo era il Times. Secondo Know Your Meme, la prima istanza conosciuta della parola “creepypasta” è avvenuta nel 2007 in un thread su 4chan risalente al 6 luglio.
Le caratteristiche fondamentali
Se dovessi inventare un elenco di qualità che un creepypasta deve necessariamente avere, sarebbe qualcosa del genere. Non dico che questo elenco sia in alcun modo definitivo, ma penso che siano tutti elementi importanti: 1 Deve aver avuto origine online. È la regola cardinale: un creepypasta non è un creepypasta se non è nato su Internet. 2 Deve essere spaventoso. Ciò che rende qualcosa di spaventoso varia da individuo a individuo, ma l’intento della storia deve essere quello. 3 Deve sembrare credibile. Non può essere successo davvero ... no? 4 Deve essere condivisibile. Altrimenti quale sarebbe il punto?
Squidward’s Suicide Credits: 13TH FLOOR



Expressionless Credits: 13TH FLOOR
The Russian sleep experiment Credits: 13TH FLOOR Mi piace pensarlo come ciò in cui si sono evolute le leggende metropolitane nell’era digitale. Come le antiche leggende metropolitane, sono spesso racconti di ammonimento; sono anche strutturati per essere “credibili” nella forma, sebbene invece di una storia che si sente raccontata faccia a faccia su qualcosa che è realmente accaduto al migliore amico del cugino di “X” di solito è formattata come un’e-mail o un post su una bacheca raccontata in prima persona.
Siamo entrambi più vicini all’azione - leggendo le parole della persona che presumibilmente ha vissuto la storia sulla sua pelle nonostante si tratti di un completo sconosciuto e non di qualcuno con cui abbiamo alcun legame nella vita reale.

A volte vengono dette in terza persona, ma la prima persona è la prima scelta il più delle volte. L’assenza dell’immagine ci sottopone alla minaccia di affrontare la stessa sorte del narratore della storia - qualcosa che è diventato un filo conduttore nei moderni Creepypasta, un gioco di catene di Sant’Antonio che circolavano durante i primi giorni della posta elettronica. Altri ancora erano brevi didascalie scritte ad accompagnare l’attrazione principale: un video.
Significato del termine “Creepypasta”
Nel corso del tempo, il termine “creepypasta” è arrivato a significare praticamente qualsiasi pezzo di narrativa horror breve - o talvolta anche narrativa horror di lunga durata, spesso raccontata a puntate - che originariamente ha trovato la sua casa su Internet. Non vengono sempre più copiati e incollati; l’idea di autore si è un po’ consolidata, quindi è sempre più facile indicare una persona specifica come creatrice di una storia. I nomi sono ora noti nella comunità: nomi come Slimebeast, alias Christopher Howard Wolf, che ha scritto “Abandoned at Disney” tra molti altri, per esempio, o Kris Straub, autore di “Candle Cove” e altre storie dal sito web Ichor Falls, o Dathan Auerbach, la cui serie NoSleep Penpal in seguito è diventata un romanzo. A volte le “pasta” assumono persino una vita propria dopo che i loro creatori le hanno lanciate nel mondo, diventando il risultato di molte persone che si uniscono per costruire un mito. Slenderman è una di queste creazioni; da un’immagine modificata su photoshop e relativo racconto scritto da Eric Knudsen, alias Victor Surge, sui forum Something Awful nel 2009, da allora è diventato oggetto di numerosi racconti, serie web, giochi e pure un film. La sua mitologia è stata costantemente modificata, aggiunta e rivista dalle innumerevoli persone ispirate dai trattamenti Photoshop originali di Knudsen.
I classici
I veri classici creepypasta, però - quelli come “Smile Dog”- hanno più aspetti in comune con le vecchie leggende metropolitane che con le nuove forme narrative: allo stesso modo in cui a nessuna persona viene attribuita la creazione di una storia come “The Hook”, per esempio, nessuno è noto per essere l’autore di molte di queste storie meno recenti. Le storie apparentemente sembrano comparse dal nulla.