3 minute read

Il Fischio Atzeco della Morte

IL FISCHIO DELLA MORTE

COME GLI ATZECHI TERRORIZZARONO I CONCQUISTATORI

Advertisement

Scoperti pochi anni fa, i “fischi della morte” degli strumenti musicali di origine azteca, hanno attirato l’attenzione di molti archeologi a causa della loro forma, ma è solo di recente che il loro terribile rumore è stato studiato.

Molti vennero rinvenuti in luoghi di sepoltura, per questo alcuni esperti sostengono che gli Aztechi probabilmente usavano il rumore prodotto da questi strumenti a forma di teschio per “accompagnare” le anime delle persone vittime di riti sacrificali verso l’aldilà, ma è anche diffusa l’idea che venissero usati in battaglia per intimidire ed allontanare i nemici.

Quando si pensa ai fischi, alla maggior parte delle persone vengono in mente gli agenti di polizia o gli arbitri durante gli eventi sportivi, ma il fischio della morte azteco è un enigma all’interno della famiglia degli aerofoni, gli strumenti a fiato.

I fischietti possono essere trovati in tutto il mondo in molte tipologie diverse. Quasi ogni cultura aveva una qualche versione del proprio fischio unico, ma i fischietti della morte sono unici e non sono mai stati replicati da nessun altro popolo. Per molti anni gli scienziati hanno pensato che questi non fossero altro che semplici giocattoli per bambini dal suono strano. Gli Aztechi hanno portato il concetto di zero nel mondo occidentale e ci hanno anche fornito i suoni inquietanti dei loro antichi fischi della morte insieme a un’ampia selezione di altri aerofoni interessanti da scoprire e ricercare. Questi fischietti unici creano un suono che ricorda a molte persone spiriti, fantasmi, animali, urla e ringhi. Si tratta di creazioni complesse, che nascondono una costruzione funzionale ed evoluta in grado di generare un caos unico partendo dal più semplice dei generatori d’aria, il soffio umano. L’aria viene spinta nel canale e focalizzata nel generatore di suono rotondo, che divide l’aria e produce cambiamenti di pressione che producono i suoni. Questi disturbi potrebbero essere paragonati ai venti di tempesta, un suono che molti paragonano ai fischi della morte. Alcuni descrivono i suoni come tempeste, vento e altri elementi dell’aria, non c’è da stupirsi che siano stati trovati sepolti nel tempio del dio del vento azteco (Ehecatl). Strumenti apparentemente semplici, questi piccoli produttori di rumore producono un suono che cattura l’attenzione di tutti coloro che li ascoltano.

Gli archeologi ritengono che i fischi della morte fossero importanti per le culture mesoamericane durante i rituali di sacrificio e per le sepolture ma non escludono che venissero usati anche per indurre il cervello umano in una sorta di trance e curare il corpo da determinate malattie. Trovati nei luoghi di sepoltura, gli archeologi hanno concluso che questi erano importanti non solo nei rituali di sepoltura, ma anche nell’aldilà. Coloro che sono morti potrebbero aver avuto bisogno di questi oggetti per entrare con successo nel mondo degli spiriti. Roberto Velázquez Cabrera afferma che i fischi della morte non erano molto comuni e potrebbero essere stati riservati ai sacrifici. Ha teorizzato che i fischi della morte sono stati probabilmente emessi appena prima che una vittima fosse uccisa, con i suoni orribili che guidavano le anime nell’aldilà. Pensa anche che i suoni avrebbero potuto essere usati anche in battaglia per spaventare il nemico e come guerra psicologica. L’unico riferimento storico che può far luce sugli usi tradizionali di questi produttori di rumore deriva dalle conoscenze riguardo al Toxcal, celebrazione Atzeca che prevedeva sacrifici umani, soprattutto di giovani maschi. Nessuno dei cronisti spagnoli che hanno sperimentato la cultura azteca ha mai menzionato questi strani produttori di rumore. Nessuno dei codici aztechi (libri storici precolombiani) sopravvissuti alla conquista li menziona: “La festività più notevole in relazione a Tezcatlipoca è stato il Toxcatl, che si è tenuto nel quinto mese. Il giorno di questa festa fu ucciso un giovane che per un intero anno prima era stato accuratamente istruito nel ruolo di vittima... Assunse il nome, l’abito e gli attributi di Tezcatlipoca stesso come il rappresentante terreno della divinità Portava anche il fischietto simbolico della divinità, come Signore del Vento Notturno, e fece con esso un rumore simile a quello che fa lo strano vento della notte quando si affretta per le strade.”

Reperti archeologici rinvenuti in Messico appartenenti al popolo Azteco. Foto di Roberto Velazquez Cabrera, esperto di cultura Azteca e storico Messicano

This article is from: