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LO SICUREZZA

La battaglia contro il fenomeno infortunistico non può essere combattuta esclusivamente inasprendo l’apparato sanzionatorio esistente, ma devono essere individuate nuove strategie di intervento sul fronte della prevenzione

Per favorire sicurezza in cantiere e trasparenza, contro qualsiasi forma di sfruttamento delle maestranze, la Cape di Brescia è tra le realtà protagoniste della stesura del Protocollo d’intesa per il rafforzamento della legalità nell’edilizia pubblica e privata, firmato dalle Parti sociali del settore del costruito e alcune istituzioni. Il documento impegna, fra il resto, ad attuare forme di scambio di informazioni e dati, al fine di garantire la correttezza dei soggetti operanti sul mercato, di intervenire nel contrasto del dumping contrattuale e di tutelare imprese e lavoratori coinvolti. In questo senso, la Cassa edile fornisce un completo e puntuale riscontro della regolarità contributiva delle imprese, accertata per mezzo del Durc (Documento unico di regolarità contributiva).

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Rafforzare il ruolo degli organismi paritetici è dunque priorità necessaria per operare in un tessuto sano e competitivo, favorire un costruito virtuoso e promuovere la cultura della sicurezza presso imprenditori, lavoratori e futuri operatori della filiera, azione che la Cape porta avanti in sinergia con Eseb, ente del territorio che fa capo alla Scuola edile bresciana.

Fare sicurezza in edilizia è sicuramente più difficile che in altri settori industriali: nelle costruzioni ogni prodotto è un prototipo con i suoi problemi specifici. La conseguenza immediata di questa situazione oggettiva è che l’impegno nella lotta ad infortuni e tecnopatie deve essere sempre più forte. La battaglia contro il fenomeno infortunistico non può essere combattuta esclusivamente inasprendo l’apparato sanzionatorio esistente, ma devono essere individuate nuove strategie di intervento sul fronte della prevenzione, che siano in grado di agire a un livello

RAFFORZARE IL RUOLO DEGLI ORGANISMI PARITETICI È PRIORITÀ NECESSARIA PER OPERARE IN UN TESSUTO

SANO E COMPETITIVO profondo, aggredendo alle radici un problema che ha ancora dimensioni inaccettabili per un Paese moderno.

Con il progetto di contrasto alla concorrenza sleale nel settore edile, che ha portato alla redazione del documento, la Cape non vuole essere vista come organo di polizia, ma dimostra di non poter stare solo a guardare chi non ha intenzione di adeguarsi alle regole del mercato, che sono regole a tutela di tutti, della società civile nella sua globalità. I principali obiettivi del Protocollo consistono, oltre a rendere evidente che i lavori edili debbano essere eseguiti da imprese edili e non da figure che hanno poco o niente a che fare con il costruito, nel definire con esattezza cosa si intenda per lavori edili, grazie a un preciso elenco basato sui codici Ateco della Camera di commercio, sui codici di inquadramento dell’Inps e sulle categorie della Soa utilizzate nei lavori pubblici. Tali principi non sono da considerarsi meramente filosofici, bensì capaci di generare una rilevante ricaduta operativa. Infatti, per i lavori pubblici i bandi conterranno specifiche clausole tese ad arginare, e possibilmente a impedire, che le opere pubbliche siano eseguite da chi non ha la necessaria capacità o da chi è vicino o colluso con ambienti malavitosi.

Con l’iniziativa del Protocollo per la legalità e la sicurezza l’edilizia bresciana si conferma all’avanguardia non solo per le capacità e lo storico know-how espresso da imprese e professionisti del settore, ma anche per la capacità di fare sistema e di contrastare efficacemente la concorrenza sleale. Lo strumento del Protocollo si è dimostrato efficace, tanto che dopo il primo sottoscritto con il Comune di Brescia nel 2016, sono