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PILLOLE DI STORIA ROBERTO PATERLINI

Oggi, a dieci anni di distanza [dall’inaugurazione della nuova sede di via dei Mille], che sembrava una meta, le sempre più complicate norme della vita del settore edile, le tecniche sempre più progredite, la necessità dei soci di avere un’assistenza (diretta e indiretta) pronta e sempre aggiornata, ci richiedono maggiori prestazioni, nonostante e forse anche proprio per la crisi che aggrava il lavoro portando alla superficie tutte le vecchie questioni rimaste accantonate e creando sempre più gravose difficoltà obiettive nella vita delle imprese preoccupate nella dura ricerca di continue fonti di lavoro. Nel frattempo il Collegio ha cercato di migliorare e ampliare i propri servizi: assistenza tecnica propriamente detta, assistenza varia generica, assicurazioni di malattia e infortunio per i soci e loro familiari, continuo miglioramento del Notiziario mensile di pronta completa informazione, stampa e distribuzione di opuscoli di interesse generale per gli associati, raccolte annuali dei prezzi per le pratiche di revisione, intervento economico diretto a favore del Gabinetto dell’Itis per l’acquisto di macchinari modernissimi per la prova materiali. Il Collegio non cessa poi di seguire i grandi problemi dell’economia provinciale come autostrade e canale navigabile Ticino-Mincio: esso ha sempre appoggiato tutto quanto riguardi questa opera e confida di vederne pesto l’inizio per gli effetti che esso avrebbe sull’industria edile bresciana in particolare, ma soprattutto per l’interesse primario che essa riveste per le condizioni stesse di sopravvivenza dell’economia provinciale. Quasi annualmente, con la collaborazione dell’Enpi e l’intervento dell’Ispettorato del Lavoro, ai quali organi va il nostro ringraziamento, svolgiamo dei corsi d’istruzione in materia antinfortunistica che consentono un aggiornamento degli imprenditori, assistenti e capi e una sempre maggior conoscenza delle norme di carattere antinfortunistico e della relativa applicazione. Faccio altresì un breve cenno sulle Scuole per muratori, a noi particolarmente care. Purtroppo, pur esse hanno risentito della crisi. Infatti, gli allievi si sono ridotti da circa 800 a poco più di 600 in quanto – e non si può dar loro torto – i giovani non vedono più un sicuro avvenire nella categoria. I recenti ben noti e incauti provvedimenti hanno generato l’improvvisa cessazione degli investimenti nel nostro settore e il forte calo dei lavori. Tale improvvisa manifestazione si ebbe con evidenti effetti nel 1964 e il 1965 è stato –come purtroppo temevamo – il secondo e più pesante anno della crisi.

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Tutti i dati indicativi concordano in questo: il monte salari corrisposto ai lavoratori risulta diminuito di oltre il 22% in confronto al 1964; gli interventi della Cassa integrazione guadagni per operai lavoranti a orario ridotto o in sospensione, hanno portato le erogazioni, nel 1965, a 353.400 lire contro le 194.000 nel 1964. Inoltre, le domande di sussidio di disoccupazione presso l’Inps sono state 8.700 nel 1965 e i disoccupati dell’edilizia presso gli Uffici di Collocamento sono aumentati di oltre 2.000 unità rispetto a quelli del 1964. Anche nella consistenza delle imprese associate si è avuto un movimento indicativo della crisi. Abbiamo rivelato che nel corso dell’anno 1965 ben 41 imprese sono cessate –compresa qualche trasformazione – mentre un certo numero di imprese tuttora si dibatte in gravi situazioni di difficoltà. Importanti iniziative di Amministrazioni ed Enti pubblici locali, sono venute a mitigare, seppure moderatamente, l’asprezza della crisi. Alcuni di questi Enti, però, hanno ormai esaurito, per così dire, le loro possibilità in programmi di edilizia e perciò il 1966 deve essere guardato con ancora maggiore preoccupazione per la persistente carenza di investimenti del capitale privato nel settore, fatti salvi i piccoli lavori nelle zone periferiche della provincia.