Ambasciata Teatrale - Aprile 2014 - Anno VI Numero 3

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Governare 4

by James O’Mara

Perle del Sale

APRILE 2014

Da Tel Aviv Rabin and the Coca Cola, or why Israel is ungovernable di Sefy Hendler

Di line e di lane Il governo dei formaggi di Pietro Jozzelli

U

na inossidabile leggenda giornalistica narra che il presidente De Gaulle, a chi gli chiedeva che cosa significasse governare bene o male la Francia, abbia risposto che la Francia non può essere governata né bene né male, ma che era ingovernabile visto che produce ben 364 formaggi diversi. Lo sterminato plateau de fromages non impedì tuttavia al generale di cambiare la Costituzione, varare la nuova repubblica e mettere fine alla guerra d’Algeria. In aggiunta creò anche una forza atomica nazionale con cui parlare da pari a pari (quasi) con l’alleato americano. Il mondo di oggi a noi sembra infinitamente più complesso e liquefatto dei tardi anni Cinquanta, ma proprio perché i problemi attuali sono più numerosi dei formaggi francesi, viene da chiedersi se populismi, leaderismi e demagogia diffusa a piene mani servano a rimettere in piedi le cose o se invece non siano solo strumenti per illudere cittadini spaesati e talvolta disperati. C’è una ricetta, nient’affatto miracolosa, per avere una risposta precisa: lasciamo fare alla Storia (non a quella passata che tutti trascurano o fanno finta di non conoscere e che una risposta già l’ha data) ma a quella che sarà scritta nel futuro analizzando i nostri anni un po’ folli. Sarà lei a dirci se i maghi dell’illusionismo diventeranno i nuovi demiurghi o se, invece, svaniranno senza lasciar traccia, come neve al sole. l’AMBASCIATA teatrale - Direttore responsabile: Raffaele Palumbo. Segreteria: Giuditta Picchi, Francesco Cury. Illustrazione pagine centrali di Giulio Picchi. Anno VI Numero 3 del 1/4/2014. Autorizzazione n°5720 del 28 Aprile 2009. Sede legale e redazione Via dei Macci, 111/R - 50122, Firenze. Ed. Teatro del Sale info@ambasciatateatrale.com. Stampa Nuova Grafica Fiorentina, via Traversari 76 - Firenze. Progetto grafico: Enrico Agostini, Fabio Picchi. Cura editoriale: Tabloidcoop.it

SI RINGRAZIA

CONTI CAPPONI [conticapponi.it] MARCHESI MAZZEI [mazzei.it] MUKKI [mukki.it] CONSORZIO PER LA TUTELA DELL’OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA TOSCANO IGP [oliotoscanoigp.it]

■ Traduzione su ambasciatateatrale.com

La vocazione del Teatro del Sale ad essere incubatore di creatività e fucina di nuovi talenti, si ritrova in due progetti musicali che – tra le altre cose – ritroviamo nel cartellone di aprile. I Rabarbari Trio, per iniziare. Si tratta di un gruppo nato un paio di anni fa, composto da tre fiorentini: Luca Giovanni Frosinini (chitarra e voce), Duccio Bonciani (percussioni) e Fulvio Ponzio (basso). Non l’ennesima cover band, ma finalmente un gruppo di giovani, appassionati, decisi a lavorare sui testi, sulle musiche originali, dando continuità e insieme innovando la grande tradizione cantautoriale italiana. “C’è ancora in giro una tendenza a dare poco importanza ai testi, a fare solo intrattenimento – racconta Duccio – . Per noi invece è fondamentale”. Un trio acustico dal nome singolare, Rabarbari. “Siamo partiti dall’idea di questa pianta che ci sembra sempre di più vedere crescere nella testa delle persone. L’immagine della confusione mentale che caratterizza questi nostri tempi. Inibizioni, dubbi, le nebbie che abbiamo in testa. Noi le vediamo con questa immagine della pianta di rabarbaro che ci spunta dalla testa”. Fonte di ispirazione i grandi nomi italiani, certo, da Paolo Conte a Giorgio Gaber, da Lucio Battisti a Vinicio Capossela. Ma anche Steve Wonder o Billy Joel. Un po’ a sorpresa, se si pensa che tutti e tre i componenti del trio vengono dal jazz. Lo hanno studiato, lo portano in scena in ambiti diversi e comunque se lo ritrovano come patrimonio tra le pieghe di questo progetto dove l’aspetto autoriale è fondamentale. Hanno all’attivo un EP con i loro brani originali, il loro repertorio, naturalmente autoprodotto. “Già, perché è un momento molto difficile per portare in giro musica originale – dice ancora Duccio – . Senza nulla togliere alla difficilissima arte di fare musica di altri, ma da un punto di vista artistico questi gruppi aggiungono poco. Servono idee nuove, la crescita artistica, musicale, ma anche umana sta nella capacità di riuscire a proporre qualcosa di nuovo, di diverso. C’è una mentalità di andare sul sicuro, di attirare il pubblico per fargli sentire quello che conosce. Non c’è arricchimento non c’è accrescimento, ci sono solo eventi che confermano il gusto musicale che già il pubblico possiede. Anche questo è rabarbaro. In questo senso il Teatro del Sale ha rappresentato non una opportunità ma L’opportunità. Hanno ascoltato il nostro EP e ci hanno chiamati. Questo ci ha permesso di far evolvere tutta la parte che sta intorno alla musica. Prima non sapevamo come trasmettere quello che avevamo da dire. Il Tds è stato la fucina. Siamo cresciuti, abbiamo acquisito consapevolezza, abbiamo capito cosa non andava, come stare sul palco. I consigli preziosissimi della direttrice artistica Maria Cassi hanno cambiato la nostra visione della scaletta, vitale per noi e per il nostro progetto musicale. Non succede spesso ad un gruppo emergente di avere un pubblico che non è lì per giudicare ma per ascoltare solo te, è questa per noi è la cosa più sacra”. Altra storia è quella dei Trucupas. Anche in questo caso un trio, ma assortito in tutt’altro modo e incentrato su altre sonorità. Un incontro casuale, ha portato ad un inizio quasi per gioco. Luca Palazzo, venuto a Firenze da Campobasso, incontra i catalani Miquel Martinez (Sant Cugat) e Jaume Parera (Girona), in città per il programma universitario Erasmus che di fatto sta costruendo i cittadini europei. La musica insieme funziona, ma l’anno Erasmus finisce e Miquel e Jaume tornano a Barcellona. Dopo un po’ si rendono conto di avere delle cose da dire – musicalmente parlando – ancora insieme. E tornano da Barcellona a Firenze, apposta per rimettere in piedi il trio. Luca alla chitarra, Miquel al flauto e sassofono, Jaume alla batteria e percussioni. Anche loro hanno all’attivo un EP ed è necessario ascoltarlo per capire dove stanno andando. “Siamo partiti da una mezza rumba flamencata – racconta Luca – . Poi abbiamo iniziato a fare pezzi nostri cercando una nostra originalità, una nostra strada”. Nella loro musica che qualcuno ha definito uno zingaro progressive, c’è il reggee, il gipsy, la rumba. C’è dentro tutto il nostro Mediterraneo, con tutte le sue influenze, dalla musica classica all’hard rock. “Sì, un folk rock acustico. Siamo un trio, ci avvaliamo anche di meccanismi elettronici che ci aiutano a dare colore”. Il primo EP è prevalentemente strumentale, tranne qualche accenno di voce. “Ora stiamo lavorando ai testi, principalmente in spagnolo o in catalano”. Anche i Trucupas sono molto critici rispetto allo scenario che una band emergente si trova ad affrontare. “A Firenze è difficilissimo, molti pensano di farti un piacere solo a lasciarti suonare nel loro locale. Non si rendono conto del lavoro che c’è dietro la scrittura di un pezzo, la preparazione di un concerto. Ultimamente ci siamo per fortuna dovuti ricredere, perché molti locali stanno riscoprendo il valore che c’è dietro il nostro fare musica, ma resta comunque difficilissimo. Oggi – racconta Luca – se uno vuole vivere di musica deve veramente suonare a destra e a manca, noi ad esempio siamo prontissimi a cambiare dall’elettrico all’acustico, flessibili per ogni opportunità. Ma una cosa che mi fa sperare è vedere come molti ragazzi ventenni come noi stanno provando ad aprire locali per promuovere la musica indipendente di qualità”. Anche per Trucupas la presenza al Teatro del Sale “è stata una occasione didattica. Perché suonare in un teatro è veramente impegnativo. Tutti sono seduti, hanno occhi e orecchie solo per te e tu devi dare il massimo. E poi, il Tds è un grande crocevia di cultura. Incontri altri musicisti, organizzatori, giornalisti. Non abbiamo solo avuto il grande piacere di suonare in un teatro, ma abbiamo avuto anche l’occasione di farci vedere, di farci conoscere e di conoscere a nostra volta altre realtà per noi interessantissime. Una grande occasione di crescita”.


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