la baita de Lugagnan n5 2017

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la baita de Lugagnan Gruppo Alpini Lugagnano - Associazione Museo Storico Baita Monte Baldo

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Sezione di Verona

Anno 6 - Numero 5

Notiziario Bimestrale Settembre/Ottobre 2017

C EN TO ANNI D O P O, S U L L’O RT I G A RA ... “Ortigara, cattedrale di alpini, monumento del sacrificio umano di tanti ragazzi giovani ...” per usare le parole del celebrante usate domenica 9 luglio, sul Monte Ortigara, in occasione del centenario della battaglia, costata agli italiani 8.465 morti e 16.734 feriti e agli austro-ungarici 2.507 morti e 6.321 feriti. Il tutto in appena 20 giorni di battaglia.

esposta al tiro del nemico, nel vallone dell’Agnelizza, per poi risalire alle quote impervie tenute dagli austroungarici. L’attacco venne ordinato dal generale Mambretti mentre il tempo si faceva sempre più brutto e la pioggia battente si trasformava in nebbia e nevischio che rendeva ancor più difficile avanzare. Dopo 20 giorni di un inutile massacro venne dato l'ordine di sospendere

Il 10 giugno del 1917, l’esercito italiano attaccò le truppe austro-ungariche che, dopo la Strafexpedition (spedizione punitiva o battaglia degli Altopiani), si erano ritirate su posizioni più facilmente difendibili e da cui minacciano il Cadore, la Carnia e l’Isonzo. Obiettivo dell’attacco era quello di sfondare il fronte austriaco tra i monti Ortigara e Forno. L’impresa non si presentava facile fin da subito, perché le difese nemiche controllavano dall’alto il territorio e potevano agevolmente difendersi con l’artiglieria. Questa loro collocazione impediva un attacco di sorpresa; inoltre le truppe italiane per passare all'attacco dovevano discendere in una zona molto

gli attacchi. Tra quei giovani che cent'anni fa partirono all'assalto in questa sanguinosa battaglia, c'erano anche tanti alpini di Sona e per ricordarli e onorarli, i gruppi alpini di Sona, San Giorgio, Palazzolo e Lugagnano, assieme alle istituzioni militari e civili, tra le quali il Comune di Sona, si sono ritrovati a quota 2105, dove sulla colonna mozza sta scritto "Per non dimenticare". Ma nessuno dei 200 gruppi veronesi, con i loro gagliardetti e vessilli, ha voluto mancare all'appuntamento: una partecipazione commovente degli alpini, che hanno commemorato i loro caduti in un modo particolarmente significativo: portando un pugno di terra dei propri paesi, per suggellare il legame di quei

caduti con la loro terra di origine, per portare una zolla della terra di casa a quelle 250 vittime veronesi dei battaglioni alpini Verona e Montebaldo che non poterono più tornare a casa. “Ti abbiamo portato la terra della tua contrada, ti abbiamo portato una manciata di terra del tuo paese" – recitava così un biglietto lasciato accanto ad un sacchetto di terra depositato vicino alla chiesetta delle Lozze, dove è stato creato questo giardino della memoria. Erano presenti anche delegazioni austriache e slovene che combatterono tra queste vette adempiendo al loro dovere, in un odierno spirito di fratellanza europeo. Una fiumana di gente che per essere ai 2105 metri della Colonna Mozza, dove si tenne nel 1920 la prima adunata nazionale degli alpini, sono partite, anche da Lugagnano, alle cinque del mattino e dopo una bella camminata hanno raggiunto la sommità della montagna. Una cerimonia toccante per celebrare i caduti di entrambi gli schieramenti. Un monito a chi non ha la memoria di ricordare l'inutilità di questa guerra e di tutte le guerre, perché un popolo che non ha il dono del ricordo è un popolo che non può avere futuro. Gianfranco Dalla Valentina

Il prossimo numero sarà disponibile, presso la Baita di Lugagnano a partire dal 15 Novembre 2017, o sul nostro sito www.analugagnanovr.it. Vi invitiamo a ritirarlo e diffonderlo, grazie.


ADAMELLO 2017, PELLEGRINAGGIO NAZIONALE

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utto comincia con una semplice domanda del Presidente Luciano Bertagnoli: “Vieni sull’Adamello al Pellegrinaggio Nazionale???” Mi prendo un attimo per pensare, non sono mai stato sull’Adamello, una bella occasione per vivere un’esperienza nuova ricca di significato! Tanti dubbi mi assalgono sull’essere all’altezza della situazione in quanto ho abbandonato le escursioni in montagna da diversi anni e portare il Nostro Vessillo Sezionale su quella cima è un onore. Venerdì 28 luglio si parte per il Passo Del Tonale e il 29 pronti per salire in quota, nel viaggio di avvicinamento ho mille pensieri e emozioni per le difficoltà che incontrerò e consapevole che cento anni fa i nostri alpini hanno scritto un capitolo di storia italiana. Sabato mattina si parte, sono sempre più agitato, sempre più estasiato nel vedere la maestosità delle nostre montagne, dell’Adamello ... si sale in funivia sino a quota 2900 e poi ci si incammina verso il punto in cui verrà celebrata la commemorazione. Resto esterrefatto nel vedere una colonna in ordine che va nella stessa direzione e per lo stesso scopo. Tanti Alpini, tante persone che vogliono condividere il nostro mondo di

Alpinità e per questo tutti gli anni si muovono infinità di alpini sulle nostre cime a ricordo di chi ha fatto la storia con estremi sacrifici. Mi rallegra nel vedere anche ragazzi che assieme alle loro famiglie si arrampicano su quelle creste per vedere con i propri occhi i posti, dove magari hanno combattuto i propri avi. In me si accavallano sempre più emozioni. Arrivati sul quel piccolo pianoro stracolmo di persone arrampicate su ogni dove, su ogni più piccolo spuntone. Tanti Vessilli tanti Gagliardetti, tanti Alpini tantissime persone comuni arrivate dal Percorso dei Fiori. Qua si respira storia, se si

chiudono gli occhi si può sentire la sofferenza che i nostri Alpini cento anni fa hanno dovuto sopportare su queste cime. Finita la cerimonia di commemorazione bisogna intraprendere la via del ritorno... Il Presidente BERTAGNOLI mi consiglia di fare il Percorso dei Fiori, un tragitto molto duro e difficile per le mie capacità personali, con un panorama da mozzare il fiato e pensare che la via che stavo facendo in tutta sicurezza è stata aperta dai nostri ragazzi alla fine dell’ottocento con pochi mezzi e con materiali di quell’epoca. Ogni passo mi costa fatica, ma in ogni angolo c’è un pezzo di storia, un’asse con i


notizie..... per la sua nuda roccia, e forse li mi sono Sentito Totalmente Alpino e tutto ciò che si fa è per coloro che ci hanno fatto diventare quello che siamo per l’Italia. Ricordiamo i NOSTRI MORTI PER AIUTARE I VIVI. SALVACI DAL GELO IMPLACABILE, DAI VORTICI DELLA TORMENTA, DALL’IMPETO DELLA VALANGA, FA CHE IL NOSTRO PIEDE POSI SICURO SULLE CRESTE VERTIGINOSE SU LE DRITTE PARETI, OLTRE I CREPACCI. Queste parole sono sempre state dentro me per capire cosa dovevano provare i nostri ALPINI cento anni fa. Un grazie a chi mi ha aiutato. Loris Pellizzato

chiodi, un pezzo di filo spinato arrugginito, una croce costruita con due pezzi di ferro, mi assale la tristezza nel pensare che in quei posti tanti giovani hanno sofferto il freddo glaciale, la battaglia in condizioni disumane, e noi stavamo ripercorrendo quella via, oltre per la bellezza del paesaggio, per rendere memoria a tutti coloro che in quelle cime hanno lasciato la vita e la loro giovinezza. Il percorso di ritorno sarà per me un ricordo indelebile per la durezza e per lo spettacolo che ad ogni passo si apriva davanti a me. Al rientro a Verona i miei pensieri erano ancora là in quella CIMA che mi ha stregato per la sua bellezza,

A PIANCAVALLO, CON I RAGAZZI DEL CAMPO-SCUOLA

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mmersi nel verde della cornice delle dolomiti friulane la squadra cucina ha esteso il contributo attivo nello svolgimento delle attività di campo scuola della parrocchia di Lugagnano. Ospitati all’hotel Antares di Piancavallo (PN), coordinati dall’instancabile e simpaticissima Daniela e affiancati dal formidabile figlio Simone, il team cucina composto da Roberto, Rosanna, Luca e Fiorella ha vissuto una bellissima esperienza ben lontana dall’emergenza calamità ma pur sempre nell’ambito del sociale e del volontariato. Beneficiari delle attività di cucina sono stati i nostri ragazzi di Lugagnano coadiuvati dagli animatori e supervisionati dall’occhio vigile ed attento del viceparroco Don Michele Zampieri. Esperienza, passione per la cucina, sinergia e lavoro di squadra sono state le componenti essenziali che hanno legato il team, dotato di attrezzatura e cucina professionale per far fronte ai frugali menù serviti agli affamatissimi ospiti. Le attività giornaliere del gruppo lavoro cucina erano divise in quattro fasi, colazione, pranzo, merenda e cena ognuna con precisi compiti. La distribuzione era gestita

da Daniela e Simone con l’aiuto degli animatori, gli stessi inoltre organizzavano, con dei turni, le squadre di adolescenti per apparecchiare e sparecchiare i tavoli comprese le pulizie della sala da pranzo. Si respirava un’aria veramente di serenità e di tranquillità con la collaborazione fattiva di tutti. Prezioso e minuzioso il lavoro dell’alpino Piero, capogruppo di Lugo, e della moglie Augusta, genitori di don Michele, addetti al

lavaggio di piatti e stoviglie; non mancavano peraltro i nostri piccoli momenti di “briefing”, così chiamati, per deliziare i nostri palati con qualche bocconcino e un buon bicchiere di vino. Settimana intensa di lavoro e ricca di emozioni, da rifare sicuramente. Un caloroso ringraziamento a tutti gli addetti ai lavori, agli animatori, agli organizzatori, a Don Michele e uno speciale abbraccio a tutti i partecipanti al campo scuola …. Luca Tomelleri


La Storia dei battaglioni alpini.. a cura di Luigi Sala

Prosegue la descrizione dei Battaglioni Alpini, in ordine alfabetico, mettendo se possibile una cartolina che attesti il Battaglione descritto e tutte le informazioni in nostro possesso, buona lettura. BATTAGLIONE ALPINI MONTE CANIN

IIl battaglione fu costituito a Gemona il 1° novembre 1915, con le compagnie 154a e 155a e in seguito la 97a e inquadrato nell’8° Reggimento Alpini. Solo il 26 giugno del 1916 venne chiamato in prima linea, dislocandosi tra forcella Cuel Tarond - q. 1827 - Cuel dei Pezz - forcella di Bieliga. Alla metà di luglio, venne affidato un compito al “M. Canin”, concorrere, cioè, all’attacco dello Schwarzemberg. Il 16, infatti, mentre le compagnie 154a e 155a, portatesi nel bosco di M. Granuda, svolgono azione dimostrativa contro i trinceramenti austriaci di Lusnitzer, la 97a e la 69a del “Gemona” mirano all’obiettivo principale. Gli attacchi, rinnovatisi per due giorni consecutivi, sono ostacolati dalla natura del terreno, dalle difese e dalla viva reazione nemica. Il 18 novembre 1917 il battaglione “M. Canin” venne sciolto. Nappina rossa.

BATTAGLIONE ALPINI MONTE BICOCCA

BATTAGLIONE ALPINI MONTE BERICO

Nacque a Recoaro l’1 dicembre 1915 con la costituzione della 143a compagnia di nuova formazione alla quale saranno aggiunte la 93a e 108a. Inquadrato nel 6° Reggimento Alpini. Il 15 maggio 1916 viene inviato sul Pasubio, dove si sacrifica per contrastare l’avanzata austro-ungarica. Contrattacca il nemico il 25 giugno in Vallarsa. Nel luglio successivo con una temeraria azione notturna conquista il Dente del Pasubio. Dopo un periodo di riposo e riorganizzazione, nel mese di novembre viene destinato al controllo delle posizioni tra i due Denti del Pasubio. Venne sciolto nel 1919 e ricostituito nel 1942 facente parte del 167° Reggimento Costiero. Venne sciolto all’atto dell’armistizio. Nappina rossa.

grafica: M.Masotto - stampa: Fotoliber

Il battaglione “Monte Bicocca”, venne costituito nel novembre del 1915 con le compagnie 81a, 101a, 123a inquadrato nel 2° Reggimento Alpini. Il 31 marzo 1916 partono dal deposito e l’11 aprile giungono in zona di guerra, nel settore del IV° corpo d’armata. Il 13 giungono la 81a e la 101a compagnia cedute dal “Dronero”. Il battaglione accantonato a Kosec, passa a far parte del gruppo alpini B. Il 1° maggio si porta sulle posizioni di prima e seconda linea del settore Monte Nero dove rimane sino al 21, giorno in cui il “Bicocca” assume la difesa del presidio di Monte Rosso. Gli alpini provvedono a lavori difensivi e pattuglie effettuano ricognizioni verso le linee nemiche. Il 27 giugno l’81a con un colpo di mano, penetra nelle trincee avversarie. La linea conquistata è però indifendibile e pertanto nelle notte, le compagnie ritornano nelle posizioni di partenza. Per le perdite subite (6 ufficiali e 195 tra sottufficiali e alpini), il 17 viene ritirato dalla linea e si accampa al Sacro Cuore. Nell’estate del 1917 venne trasferito nella zona di Belluno e il 25 novembre 1917 il “Bicocca” venne sciolto. Nappina rossa.


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