La baita de Lugagnan n2_2019

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la baita de Lugagnan Gruppo Alpini Lugagnano - Associazione Museo Storico Baita Monte Baldo

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Sezione di Verona

Anno 8 - Numero 2

Notiziario Bimestrale Marzo/Aprile 2019

FOIBE: 10 Febbraio giorno del ricordo N el 2004 con la legge n.92 del 30 marzo venne istituita, in Italia, una giornata per non dimenticare l’eccidio compiuto in Jugoslavia alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Così ogni anno, in collaborazione con la Sezione Alpini di Trieste, si decise che il 10 febbraio sarebbe stato il “Giorno del Ricordo” in memoria delle vittime delle Foibe e dell’esodo Giuliano–Dalmata. Gli Italiani trucidati o gettati vivi nelle Foibe in quel periodo furono circa 4.000. La Sezione di Verona ha voluto essere presente a questa giornata di commemorazione organizzando, con la zona Mincio, tre pullman di cui uno con gli alunni delle scuole di Mozzecane accompagnati da alcuni maestri, gli altri due con gli Alpini della zona Mincio e con altri gruppi di zone limitrofe. Hanno partecipato anche il nostro presidente Sezionale Luciano Bertagnoli e altri membri del consiglio con il Vessillo. Alla cerimonia vi erano pure numerosi Vessilli provenienti da tutta Italia con il Presidente Nazionale Sebastiano Favero e tutto il consiglio Nazionale e numerosi Gagliardetti provenienti da vari gruppi. La Foiba di Basovizza è diventata luogo simbolo, non dimenticare diventa imperativo per un’Europa sempre più solidale e pacifista. Secondo le ricostruzioni i “Condannati” venivano legati l’un l’altro con filo di ferro ai polsi, a quel punto la milizia sparava su alcuni di loro che colpiti cadevano nelle foibe portandosi dietro tutta la fila, quelli che non morivano subito, morivano

dopo alcuni giorni di stenti e di sofferenze crudeli. Bene ha fatto il Sindaco di Trieste a ricordare che per oltre 60 anni la realtà dei fatti è stata volutamente dimenticata, nascosta, solo da qualche anno si è cominciato a prendere coscienza di quanto sangue i Partigiani di Tito lasciarono dietro di loro. Nel suo discorso il Sindaco si è rivolto spesse volte ai numerosi ragazzi di scuole provenienti da diverse località d’Italia. Personalmente considero questa cerimonia una delle più toccanti a livello emotivo e, quello che ha fatto piacere, e stata la partecipazione delle diverse scolaresche. Nel ritorno, dopo la commemorazione, i partecipanti dei tre pullman si sono fermati a Lignano Sabbiadoro per un momento conviviale e con la promessa di ritornare l’anno prossimo. Fausto Mazzi

Il prossimo numero sarà disponibile, presso la Baita di Lugagnano a partire dal 15 maggio 2019, o sul nostro sito www.analugagnanovr.it. Vi invitiamo a ritirarlo e diffonderlo, grazie.


Serata culturale sui retroscena delle guerre di Custoza, Etiopia, Caporetto e Russia

I

l 21 febbraio presso la nostra baita si è tenuta una serata culturale riguardante le guerre ove l’esercito italiano ha subito sonore sconfitte. Relatore è stato Romano Mattè conosciuto ai più per la sua carriera di allenatore di calcio e cronista sportivo delle nostre televisioni locali. Mattè ha iniziato la sua presentazione cercando di convincere gli spettatori ad immedesimarsi nei fatti che stavano per ascoltare, nella condizione di quei poveri e umili soldati, spesso lontani dalla loro Patria, che non conoscevano il motivo per cui si trovavano in quei luoghi e per cosa stavano combattendo. Il loro sacrificio fu vero eroismo, spesso morirono non per amore di Patria ma per salvare il compagno che gli stava accanto che una volta ritornato a casa avrebbe potuto raccontare alla mamma il destino del loro figlio. Il conduttore ha inizialmente fatto un excursus sulla seconda guerra d’Indipendenza riferendo che la sconfitta avvenuta a Custoza, non fu dovuta alla codardia dei reparti che si trovavano in prima linea al comando del generale Govone, in un primo momento vittoriosi, ma al dissidio tra i generali La Marmora e Cialdini, i quali pensarono che in caso di una vittoria italiana il merito sarebbe andato al Govone e non a loro, di fatto quando le sorti della battaglia divennero a favore degli austriaci rimasero sulle loro posizioni in territorio neutrale a Villafranca, di conseguenza quella che poteva essere una grande vittoria si trasformò in una umiliante sconfitta. Lo stesso avvenne durante la prima guerra mondiale a Caporetto, dove i nostri Comandi pur essendo stati avvisati da soldati prigionieri, che in quel punto ci sarebbe stato lo sfondamento delle truppe austro-germaniche rimasero inermi sulle loro posizioni, venendo quindi accer-

chiati, permettendo al nemico di avanzare fino al Piave. Poi si è passati alla lontana guerra in Africa orientale dove il battaglione alpini Uork Amba, formato quasi totalmente da giovani provenienti dalle zone del bellunese, dopo la vittoriosa guerra con l’Etiopia, all’inizio della seconda guerra mondiale si trovò a combattere contro soverchianti truppe inglesi provenienti sia dall’Egitto che dal Kenya, resistette per 56 giorni a Cheren in Eritrea, permettendo ai restanti reparti italiani di potersi ritirare e mettersi in salvo, i pochi superstiti giunsero fino alla capitale eritrea Asmara, che assieme ad altri reparti difesero fino all’ultimo stremo, finché furono sopraffatti da ingenti forze inglesi e i pochi superstiti fatti prigionieri. Il conduttore si è particolarmente commosso quando ha narrato la vicenda che gli aveva raccontato il figlio di un reduce del Battaglione, ritornato in Italia perché ammalato, egli continuava a ripetere: “dove sono il Bepi, il Mario, il Toni…” non riusciva a capacitarsi del motivo per cui i suoi compagni, suoi paesani, erano morti lontano dalla loro casa lasciando le mamme nella più grande disperazione, non riusciva a rassegnarsi a non poterli più vedere. E per ultimo la ritirata di Russia, in quella marea di disperati

che stava ritirando, è emerso l’eroico esempio del Battaglione alpini Cervino, che dopo essere stato completamente distrutto nella guerra greco-albanese, una volta ricostituito, si è completamente immolato in terra di Russia, per permettere ai soldati italiani di uscire dalla sacca che i sovietici stavano completando alle loro spalle, il battaglione fu completamente distrutto, non ci fu nessun superstite, è stato l’unico battaglione a ricevere la medaglia d’oro alla memoria. Infine il Battaglione alpini Verona a Postojali e alle Termopili italiane: Nikolajewka, dove al grido del Generale Reverberi,” Avanti Tridentina, Avanti Verona” sono riusciti, con il sacrificio di molti soldati a rompere l’accerchiamento russo. Il relatore, trattenendo a stento le lacrime, ha ricordato che lo stato maggiore sovietico ha riconosciuto nel Corpo Militare Alpino l’unico reparto invitto sul territorio russo. Bisogna dire che alla fine della serata molte delle persone presenti erano veramente commosse dall’emozionante racconto che avevano ascoltato, si sono resi conto che spesso atti di eroismo sono espressi da persone comuni, come noi, giovani che si trovano in situazioni da loro non volute, ma che all’occorrenza dimostrano il coraggio che è dentro di loro, senza sapere di averlo. Albino Turata


POSTA MILITARE – VIA AEREA - LETTERA SPEDITA A BOLOGNA DA COMANDO AERONAUTICO (EGEO) P.M. 3450 PROBABILE ZONA DI GUERRA DI TRANI. Gentilissimi signori,

P.M. 3450 11 – 9 – 42

ò ricevuta con immensa gioia la vostra lettera e mi sono affrettato a darla a Gianni. Abbiamo ricevute anche tutte le altre lettere che avete indirizzato al Campo Contumaciale e quelle che sono arrivate quando noi eravamo già partiti. E non potete immaginare con che gioia si riceva posta da persone care. Nella destinazione noi bolognesi siamo stati molto fortunati essendo rimasti tutti, a……… (già lo sapete) assieme nei diversi uffici del Comando. Cosicchè dormiamo tutti in una stessa camerata e la sera usciamo assieme. In quanto al mangiare si sta abbastanza bene e poi facciamo certe scorpacciate di fichi e uva da non dirsi, essendovi qui in abbondanza. Ogni tanto vediamo i due sergenti che ci anno accompagnati e sono due buonissimi ragazzi. Tutti i giorni andiamo al mare e ci divertiamo moltissimo. Credo che Gianni vi abbia già spiegato il lungo, ma bellissimo viaggio fatto e tutte le cose nuove che abbiamo visto. Abbiamo fatto molte fotografie e appena avremo la possibilità di farle sviluppare ve le manderemo. Non preoccupatevi per noi che stiamo bene e siamo molto allegri. Vi mando un lungo abbraccio anche da parte degli altri amici bolognesi, Cacciari, Buscaglia ecc, ecc e un bacio anche da Gianni, solo uno però, e! se no diventano troppi non è vero? Battilani Giuliano P.S. Scusate il mal scritto. VINCERE

CARTOLINA AUGURALE PASQUALE


La Storia dei battaglioni alpini.. a cura del gruppo alpini, alla memoria di Luigi Sala

Prosegue la descrizione dei Battaglioni Alpini, in ordine alfabetico, mettendo se possibile una cartolina che attesti il Battaglione descritto e tutte le informazioni in nostro possesso, buona lettura. Il Battaglione Alpini Val Baltea, figlio dell’Aosta, venne costituito nel maggio 1915 con le Compagnie 241a e 242a. Inquadrato nella 2a Armata, IV Corpo d’Armata, Comando Gruppo Alpini A nel bacino del Natisone/Alto Isonzo. Ricevette il battesimo di fuoco in occasione dei combattimenti sull’Isonzo per la conquista del Monte Nero e del Monte Mirzli, della Punta Lobbia (mt 3195) e di Monte Fumo (mt 3418), subendo gravi perdite. Fu impiegato alla difesa dei Passi di Cavento, Venerocolo e Brizio ed all’occupazione della zona di Lago Scuro. Dal marzo 1916 passò alla 1a Armata, III Corpo d’Armata in zona occidentale del Garda. All’inizio di giugno 1917, dopo un periodo di riposo e riordinamento, il Battaglione fu protagonista di una delle più importanti imprese belliche/alpinistiche della Grande Guerra. Infatti in giugno, superando le difficoltà di ascesa su ghiaccio, caduta massi e fuoco nemico le Compagnie 241a e 242a occuparono la cima del Corno di Cavento (mt 3402) costringendo alla resa il Presidio Austriaco. Un anno dopo truppe scelte Austriache, sfruttando una galleria scavata nel ghiaccio, sorpresero le sentinelle e ripresero la posizione con un’audace contrattacco. Verrà definitivamente riconquistato dagli Alpini in lu-

glio dello stesso anno e presidiato sino al termine del Conflitto. Il Battaglione venne smobilitato nel 1919. Ricostituito nel 1939 nell’imminenza della Seconda Guerra Mondiale, assegnato al 4° Reggimento Alpini della Divisione Taurinense. Venne impiegato nella campagna delle Alpi Occidentali inquadrato nella 4a Armata Settore Baltea-Orco-Stura. Smobilitato in ottobre 1940 e non più ricostituito. Nappina rossa.

nell’imminenza dell’apertura delle ostilità. Il Val Brenta venne dislocato nella zona di Asiago, dove partecipò alla sua prima operazione di guerra contro i presidi nemici di Marcai di Sopra, Marcai di Sotto, Vezzena, Costein. In agosto fu nuovamente impegnato nell’attacco a

Cima Vezzena, ma venne respinto dalla violenza e dalla precisione del fuoco avversario. In seguito alla rottura del Fronte a Caporetto, i reparti arretrarono sulla linea del Piave e del Grappa. Il Val Brenta ricevette l’incarico di proteggere la ritirata dei reparti schierati sulle Alpi di Fassa. In aprile 1920 il Battaglione Val Brenta cessò di esistere. I suoi elementi confluirono quasi tutti nel Battaglione Bassano. Nell’ agosto 1939 venne ricostituito il Battaglione Alpini Val Brenta, inquadrato nel raggruppamento Alpini “Levanna” alle dipendenze della 4a Armata. Nel 1940 partecipò alle operazioni sul Fronte Occidentale, nel settore Baltea-OrcoStura e nello stesso anno venne sciolto. Nappina verde.

BATTAGLIONE ALPINI VAL BRENTA Il Battaglione Alpini Val Brenta venne costituito nel 1882 alle dipendenze del 4° Reggimento Alpini con sede a Bassano del Grappa, la 62a e 63a Compagnia di stanza ad Asiago e la 64a a Feltre. Nel 1885 passò alle dipendenze del 6° Reggimento Alpini, con sede a Conegliano. Il Battaglione Val Brenta ritornò a Bassano del Grappa nel 1915 con le Compagnie 262a e 263a. L’organico venne poi completato nel 1916 con la 274a Compagnia. Dalla sua formazione fino a maggio il Battaglione si occupò della formazione e dell’addestramento dei militari e degli ufficiali. Nello stesso periodo iniziò la costituzione delle salmerie e della Sezione mitragliatrici,

grafica: M.Masotto - stampa: Fotoliber

BATTAGLIONE ALPINI UORK AMBA BATTAGLIONE ALPINI VAL BALTEA Il Battaglione Alpini “Uork Amba” discende dal Battaglione Complementi che fu costituito dal Deposito del 7° Reggimento Alpini nel 1935, avendo in forza le 603a ,614a e 643a Compagnie. Il Reparto, alle dipendenze della Divisione “Pusteria”, combatté in Africa Orientale Italiana. Nel 1936, costituito un altro Battaglione Complementi, il primo prese la denominazione di “Uork Amba”, per ricordare i fatti gloriosi occorsi su quel monte. Combatté a Cheren e, nel 1941 fu sciolto essendo quasi distrutto dai combattimenti. Nappina verde.


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