la Baita de Lugagnan n1 2016

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la baita de Lugagnan Gruppo Alpini Lugagnano - Associazione Museo Storico Baita Monte Baldo

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Sezione di Verona

Anno 5 - Numero 1

Notiziario Bimestrale Gennaio/Febbraio 2016

Albania, alpini veronesi in visita al ponte sul fiume Kiri in occasione del ventennale dalla sua costruzione

“Ancora qualche curva e siamo arrivati al ponte”. Dopo un’ora e mezza di sussulti, sconquassi, sobbalzi, apprensione, ansia, preoccupazione e stomaco in subbuglio, su una strada sterrata delimitata da un burrone da brivido e una parete rocciosa opprimente, su due pulmini noleggiati dalla guida albanese Bashkim, 18 veronesi sono arrivati al ponte sul fiume Kiri per il 20° anniversario dalla sua inaugurazione. Accompagnava la comitiva Padre Flavio Cavallini, francescano, colui che ebbe rappresentato la necessità della struttura quando rivestiva la carica di vicario generale della diocesi di Pult. L’emozione di Giovanni, Gilio, Luca, Guido, Bruno, Roberto e Francesco è esplosa con tutta evidenza in un visibile stato di commozione e di intima soddisfazione per constatare di persona che l’opera è ancora in buone condizioni di funzionalità. Loro sono stati tra coloro che hanno concretizzato il progetto, caparbiamente sostenuto dall’allora cappellano sezionale Padre Claudio Liuti. Dalle sue parole comprendiamo tutto il significato del lavoro: “Con il dono di questo ponte alle popolazioni della valle del Kiri, gli Alpini hanno assolto il loro dovere di ricordare i morti per aiutare i vivi” e ancora: “Si è conclusa un’avventura, perché tale è stata veramente sotto tutti gli aspetti: quelli logistici, dal trasporto dei materiali, soprattutto i manufatti in ferro del ponte per la loro pesantezza, a quelli materiale viabilistici, per le strade impraticabili di montagna. Basti dire che percorrere i 40 chilometri che dividono il cantiere del ponte da Scutari (Shkodra) ci vogliono due ore e mezza di fuoristrada e c’era sempre

il rischio di non arrivare. È stata solo la proverbiale tenacia degli alpini e la loro sconfinata generosità a dare sicurezza che l’opera sarebbe arrivata a conclusione, e nei tempi stabiliti”. Dai ricordi di Luca e Giglio è possibile capire la temerarietà e l’incoscienza mostrata nel loro viaggio di trasporto dei componenti di costruzione caricati su un camion con rimorchio e accompagnati da una ruspa che rendeva transitabile la strada oltre a trainare il mezzo che spesso aveva una ruota sul ciglio dello strapiombo, il tutto effettuato in dodici ore di tensione e preoccupazione. Nella più classica tradizione alpina, l’anniversario è stato commemorato con la S. Messa celebrata da Padre Flavio, il silenzio d’ordinanza suonato dalla tromba di Renato e dal clarinetto di Bruno, il canto Signore delle cime e con le foto di rito. Al pellegrinaggio in Albania hanno partecipato oltre ai sopracitati, i consiglieri della Sezione Fausto e Umberto, le signore Ilaria e Sara, e ancora inoltre Sergio, Lideo, Adriano, Ivo, Ilario, Gino. Il soggiorno nella Repubblica di Albania, illustrato con professionalità sia storicamente, l’eroe Scanderberg spesso ricorreva nelle citazioni, che sociopoliticamente, descrizione di aspetti della vita contingente e passata, dal cortese Bashkim, persona che ha lavorato per più di 18 anni in provincia di Verona, ha toccato le maggiori città albanesi da Tirana, Argirocastro, Valona, Saranda, Permeti, Berati e Scutari. Durante il percorso non poteva mancare la puntata al ponte di Perati, rinomato per il notevole numero di grande sacrificio ben conosciuto. Ilario Peraro

Il prossimo numero sarà disponibile, presso la Baita di Lugagnano a partire dal 15 marzo 2016, o sul nostro sito www.analugagnanovr.it. Vi invitiamo a ritirarlo e diffonderlo, grazie.


Anno 5 - Numero 1 Gennaio/Febbraio 2016 la baita de Lugagnan

Accadde nel novembre 1994! Una quasi favola avvenuta nello strano mondo degli Alpini!

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ssunsi il Comando del Reparto Comando e Trasmissioni della Brigata Alpina “Julia”, a UDINE, nel marzo 1983, lo terminai il giorno 6 novembre 1984. Fu un’esperienza professionale e umana indimenticabile ed esaltante. Abitavo già a Verona dal 1970, prestando il mio Servizio al Comando NATO delle FTASE, a Verona, in via Roma, pur essendomi “Assentato” un paio di volte per diversi anni per assolvere alcuni incarichi nel settore reparti alpini. Quando mi destinarono al RCT “Julia”, fui felice per due motivi: - assumevo il comando di un Battaglione di Alpini nella città dove ero nato e nell’ambito di una Brigata Alpina gloriosa, dove avevo già prestato servizio per quattordici anni in ambito Rgt. Alpini; - andavo ad abitare (anche se da solo) nella casa dov’ero nato nel lontano 1937 e dove viveva ancora mia madre Silvia di Panigai. La famiglia restò in quel di Negrar. Gli ultimi giorni del mio Servizio mi regalarono un piccolo fatto “Fuori Ordinanza” che non dimenticherò mai, per il suo alto valore morale. Cose che, forse, possono accadere solo nel mondo degli Alpini e che risultano essere esaltanti. La mattina del 28 ottobre, subito dopo l’Adunata e l’Alzabandiera, sentii bussare alla mia porta. Invitato a entrare, si fece avanti, stranamente imbarazzato, il Caporal Maggiore Giuseppe Rugolo, oggi ottimo Presidente della Sezione ANA di Bassano. Il “Bepi”, che era anche il capo del Coro della Brigata, si mise sugli attenti e poi cominciò a farfugliare agitandosi, con gli occhi bassi e rigirandosi il cappello tra le mani. Non era certo da lui: era un uomo che rientrava in quella categoria di persone che definisco come uno di quelli che hanno le “Palle di bronzo”, e che quando camminano danno vita a un tintinnio… metallico rassicurante! Di assoluta fiducia. (Chissà oggi come sarà?) “Cosa c’è Rugolo, dimmi”, gli dissi, avendolo visto in un atteggiamento non suo, di solito sempre sicuro, sorridente e deciso. “L’è che doverìa domandarghe ‘na roba un fiantin strana e non so da che parte scominsiar”. “Comincia dall’inizio e sputa fuori il rospo con tranquillità”, gli replicai, incuriosito. “Ecco, vedelo, mi canto nel Coro con altri tre; semo due trevisani e due veronesi. Cantemo nel Coro da sempre, ma adeso sucede che il Coro l’anderà a cantar alla Fiera de Verona el giorno 9 de novembre e che nojaltri se congedemo quattro giorni prima, il giorno 5. No l’è giusto, se stemo preparando da do mesi e noialtri quatro non ghe saremo. No va ben cussì!” “Capisco - replico io, colpito dalla lo-

gica - ma cosa potrei fare?” “Eh, se il volesse, basteria che el ne desse cinque giorni di rigor a tuti e quatro e tuto sarìa a posto!”. La proposta, al di fuori di ogni regolamento, era essenziale e logica, perché significava che sarebbero andati in congedo cinque giorni dopo gli altri e questo avrebbe consentito al quartetto di partecipare alle gare corali delle Truppe Alpine. L’idea mi piaceva per la sua carica di cameratismo e di slancio giovanile, ma non avevo mai sentito parlare di un caso del genere. Era poi un falso! Ma mi piaceva lo stesso. Dissi ai quattro che ci pensassero su nella notte, che come si sa porta consiglio, e di ripresentarsi alla mattina dopo, rappresentando loro le irregolarità del caso. Il mattino dopo eccoli tutti e quattro nel mio ufficio, non appena conclusa l’Alzabandiera. Alla domanda: “E allora, cosa avete deciso?”. La risposta fu risoluta: “Sì, per noi vanno bene i cinque giorni di C.P.R., vogliamo essere presenti alla finale dei cori di Verona.” ll giorno dopo dovetti quindi, preparare una serie di biglietti di punizione progressivamente gravi (dodici in tutto), con - per ciascuno - la punizione di cinque giorni “di Rigore”. Lo stesso giorno mi chiamò il Comandante la Brigata “Julia”, Gen. Luigi Federici, che rivedeva le punizioni di quel livello: “Ma cosa sta succedendo al Reparto, qui bisogna denunciare qualcuno”. Non ci pensai un secondo: gli raccontai tutto per filo e per segno, evidenziando che così avremmo potuto competere per il titolo poiché il nostro coro era valido. C’intendemmo subito, anche a lui piaceva l’idea, anche se poco ortodossa. “Va bene, faccia Lei, io non so niente; ma dica loro che se non vincono”, buttò là scherzando, ”li diamo a tutti e per davvero quei cinque

giorni di CPR”. Così fu fatto; il resto del loro Contingente di leva si congedò e loro restarono con tutti i componenti del coro. La finale era prevista per il sabato 9 novembre. Arrivarono a Verona il 7, si sistemarono, poi il giorno dopo riprovarono e verso sera furono liberi. Li invitai tutti a bere un bicchiere a casa mia, a Negrar, quale gesto augurale. Giunsero in pullman il pomeriggio dell’8 novembre tutti e quarantadue, oltre all’autista. Mia moglie aveva preparato dodici frittate con sessanta uova, fatto fare centoventi panini, poi frutta e dolci a volontà. Quella sera il vino corse a fiumi, ma senza esagerare: bisognava essere in forma per il giorno dopo. La sera del 9 novembre i cori si misurarono fra loro, erano otto: i cori delle cinque Brigate, quello del 4° Corpo d’Armata Alpino, quello della Scuola Militare Alpina di Aosta e l’ultimo dei Reparti Minori del 4° Corpo d’Armata. Vinse il trofeo proprio il Coro della Brigata “Julia”. Quando lo annunciarono ufficialmente, raggiunsi il Coro, ero in uniforme regolare, con cappello in testa. Fui sollevato di peso e mi fecero saltare in aria come fanno a volte ì calciatori con un allenatore: avevano vinto il loro scudetto! Ripreso fiato, chiesi loro se era valsa la pena: il sorriso che illuminò i loro volti fu la degna risposta. Fu bellissimo! Eccoli i 4 “Furbetti”:Vighini Fabrizio, di Casaleone (VR) nella foto in “rosso”; Rugolo Giuseppe, di Monfumo (TV) in “giallo”; Tescaroli Franco, di Isola della Scala (VR), in “verde” e Tosello Gianlorenzo, di Paese (TV), in “nero”. Che bel ricordo, siete stati proprio in gamba “bronzei”! Roberto Rossini


notizie..... 18^ corsa podistica trofeo “Baita Montebaldo”

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omenica 11 ottobre, partendo dalla Baita, si è svolta la 18ª corsa podistica. La manifestazione è stata dedicata ai due nostri soci aderenti al direttivo di recente “Andati Avanti”: Calogero Piazza e Giuseppe “Pino” Pachera, il primo instancabile collaboratore delle attività sportive del Gruppo, il secondo cofondatore e appassionato cultore del nostro Museo Storico. Una splendida mattinata ha accolto i circa duecento partecipanti all’evento sportivo. Alle ore nove, dopo la benedizione del parroco, il nostro capogruppo ha dato il via alla competizione. Gli alpini hanno gareggiato con spirito sportivo per l’assegnazione dei principali premi, mentre gli altri partecipanti: amici, donne e bambini, per il piacere di passeggiare nella campagna osservando i bei colori del paesaggio autunnale. Circa a metà percorso era posto il meritato ristoro, a base di polenta e salame e un buon bicchiere di vino, che sembra sia stato molto gradito dai partecipanti. Al termine della gara ai familiari di Calogero e di Pino è sta-

ta consegnata una targa ricordo, poi sono state stilate le varie classifiche e si sono effettuate le premiazioni. La manifestazione si è conclusa in segno di amicizia e cordialità nel vero senso dello “Spirito Alpino”, non si è dimenticata anche la solidarietà, infatti il ricavato è stato devoluto ai volontari che curano, con abnegazione, i giovani portatori di handicap del “Gruppo Prima-

vera”. Un sentito ringraziamento va ai partecipanti ed ai simpatizzanti, senza dimenticare il folto gruppo di volontari che hanno permesso la buona riuscita della manifestazione, nella speranza che anche la prossima edizione abbia la stessa buona riuscita anzi, con la collaborazione della popolazione, ci sia un ulteriore aumento di partecipanti. Albino Turata

ASSOCIAZIONE MUSEO STORICO BAITA MONTEBALDO

17 marzo

ATTIVITA’ 2016 - SERATE CULTURALI E MOSTRE GRUPPO ISTITUTO POLIGRAFICO Mostra “IL DONO DEL SANGUE” in E ZECCA DELLO STATO francobollo di Antonio Lorenzoni. a cura di Mariano Ceriani.

28 aprile

FOTO INEDITE DELLA GRANDE GUERRA, presentazione libro a cura di Giovanni Callea.

Mostra “STORIA DEGLI ALPINI” in francobollo di Gilberto Toffaletti.

19 maggio

LA SHOAH a cura di Gen. Roberto Rossini.

Mostra “IMMAGINI DI GUERRA, PER NON DIMENTICARE”.

11 settembre

In occasione della MAGNALONGA. (Solo se bel tempo)

22 settembre

20 ottobre

CENTENARIO PRIMA GUERRA MONDIALE a cura del Circolo Culturale M. Balestrieri. “1866-2016 150° dell’ANNESSIONE DEL VENETO ALL’ITALIA” a cura di Nazario Barone

Mostra “I FUNGHI NELLE CARTOLINE DI AUGURI” di Gen. Roberto Rossini. Mostra “IL NOSTRO TERRITORIO, CARTOLINE E FOTO” dall’archivio del Museo Mostra “IL LAGO DI GARDA E VERONA” stampe


La Storia dei battaglioni alpini.. a cura di Luigi Sala

Prosegue la descrizione dei Battaglioni Alpini, in ordine alfabetico, mettendo se possibile una cartolina che attesti il Battaglione descritto e tutte le informazioni in nostro possesso, buona lettura. BATTAGLIONE COURMAYEUR Il Battaglione Alpini Courmayeur venne costituito il 6 giugno 1917 a Malga Sorgazza (Pieve Tesino - TN) con le Compagnie 5ª, 6ª, 303ª, 304ª e 305ª e assegnato al 3° Reggimento Alpini. Venne impiegato al fronte vicino a Cortina nelle operazioni di presidio delle posizioni avanzate. Si distinse nelle operazioni sulle Tofane. A seguito della disastrosa rotta di Caporetto, venne incaricato del compito di retroguardia delle unità di ripiegamento. Nel novembre dello stesso anno è a difesa allo sbocco del fiume Piave. Partecipa alle battaglie del Grappa e Col della Berretta impedendo col suo sacrificio l’avanzata del nemico. L’organico venne ridotto a due sole compagnie 303ª e 304ª. Partecipò alla battaglia sul monte Asolone. Venne sciolto nel febbraio del 1918. Nappina rossa.

BATTAGLIONE CUNEO

grafica: M.Masotto - stampa: Fotoliber

Il Battaglione Alpini Cuneo venne costituito nel 1917 con le Compagnie 5ª, 14ª, 15ª, 297ª, 298ª e 299ª. Inquadrato nel 2° Reggimento Alpini come Battaglione Sciatori. L’unità prende parte al Primo Conflitto Mondiale nei vari fronti tra i quali Pal Piccolo, Pal Grande e Freikofel. Venne sciolto nel 1919. Nappina bianca.


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