La Baita de Lugagnan n°1_2014

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la baita de Lugagnan Gruppo Alpini Lugagnano - Associazione Museo Storico Baita Monte Baldo

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Sezione di Verona

Anno 3 - Numero 1

Notiziario Bimensile Gennaio/Febbraio 2014

É NATO IL CORO ALPINO DEL NOSTRO GRUPPO

la prima canta, alla festa del tesseramento l’8 dicembre

so il monumento dei caduti. Dopo l’alza bandiera e gli onori ai caduti, alla presenza delle autorità militari, religiose, del nostro vice presidente sezionale David Favetta e della cittadinanza, ci siamo cimentati nella prima canta “ cuore alpino “. Canta che il nostro alfiere Vittorio Fedrigo ha da sempre espresso il desiderio di ascoltare, e noi abbiamo voluto assecondarlo. Siamo consapevoli del grosso impegno che andremo ad affrontare, ma anche certi che il gruppo di Lugagnano darà prova ancora una volta di attaccamento alla storia degli alpini.Per ultimo un appello ad aderire per chi volesse cimentarsi, non sono richieste particolari capacità canore, solo entusiasmo, desiderio di mettersi in gioco, e voglia di stare assieme. Fausto Mazzi

Carissimi alpini ed amici, ecco un’altra sfida da parte del gruppo alpini di Lugagnano. Sii!!...il 22/10/2013 si è formato un nuovo coro alpino, ancora senza nome, ma dal cuore che batte forte per l’entusiasmo. Si tratta di una novità molto interessante che va piacevolmente a sommarsi ai già tanti impegni del gruppo. L’idea è nata in baita da un gruppo di amici Stefano Bergamin, Luigi Bonesoli, Roberto Cristini, Lucio Favari, Aldo Gozzi, Vincenzo Guardini, Fausto Mazzi, Alessandro Recchia, Luca Tomelleri e collegandoci a quello che dice l’art. 2 dello statuto nazionale “tenere vive e tramandare le tradizioni degli alpini” , dietro a questi canti c’è spesso la nostra storia di vita militare e di guerra, il nostro spirito alpino, le nostre storie di dolore. Abbiamo iniziato

carichi da un grosso zaino di euforia e nel giro di pochi giorni abbiamo raggiunto la quota di 25 coristi, rispolverando tra l’altro anche un paio di “alpini dormienti “. Trovare il maestro è stato facile perché l’avevamo in casa ed è una novità in quanto donna, si chiama Giulia Favari 28 anni laureata in conservatorio e figlia di Lucio Favari. Giulia è sicuramente il nostro punto di riferimento: tanta maestria, tanta pazienza e tanta rigorosità, ha saputo fin da subito infondere coraggio e fiducia, grazie Giulia!! Ci troviamo tutti i martedì sera per un’ora e mezza, poi, per amalgamare il gruppo, tra qualche sfottò, qualche battuta e un bicchiere di vino, terminiamo la serata. La prima uscita, voluta dalla maestra, è stata l’8 dicembre in occasione della tradizionale festa del tesseramento del nostro gruppo pres-

Serate

culturali SABATO 25 GENNAIO 1946 - 1950 PRIGIONIERI ITALIANI: QUELLI

CHE DALLA RUSSIA TORNARONO....DOPO

SABATO 22 MARZO ANTONIA SETTI CARRARO:

UNA CROCEROSSINA PER TUTTI I FRONTI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE.

Il prossimo numero sarà disponibile, presso la Baita di Lugagnano a partire dal 15 marzo 2014, o sul nostro sito www.analugagnanovr.it. Vi invitiamo a ritirarlo e diffonderlo, grazie.


Anno 3 - Numero 1 Notiziario Bimestrale Gennaio/Febbraio 2014 la baita de Lugagnan

Continua in questo numero, la seconda parte del racconto sulla missione ONU in Mozambico del nostro socio Lonardi Luca. Sovente dopo cena il comandante, ricevuta una richiesta d’intervento da parte del BOE, mi incaricava di scegliere alcuni ragazzi per organizzare una squadra per il ritiro del munizionamento raccolto. Stabilito il punto d’incontro con il BOE, ritirate le nostre armi e i viveri di sopravvivenza, fatto il breifing con la squadra di sicurezza che ci seguiva con un VM Torpedo, precursore degli attuali Lince, nel giro di mezz’ora, nel buio della savana ci si metteva in viaggio. A volte capitava di raccogliere dai carri armati abbandonati, disseminati tra una radura e l’altra, l’intero munizionamento composto anche di 50 granate per carro. Se il carico era sicuro, anziché affidarlo alle mani esperte del BOE, veniva conferito direttamente in magazzini alla periferia sud di Beira; non ho mai visto così tanti fucili, e munizioni accatastati in perfetto ordine. In altri casi ci recavamo presso le Assembly areas, create in tutto il territorio, per ritirare tutte le armi che i militari avevano consegnato insieme alla propria divisa in cambio dello stipendio, una sorta di congedo con il “cessate il fuoco” incorporato. La nostra base di Beira, con i suoi 220 uomini, continuava a scortare lungo il corridoio Beira Chimoio le squadre del BOE,

i movimenti degli osservatori, le nostre scorte di viveri che provenivano da Nord e, con l’avvicinarsi delle prime elezioni libere, tutto l’andirivieni di personaggi che ruotavano attorno a questo evento. Ma non sempre le cose andavano in modo tranquillo e pacifico, da sempre le assembly areas erano pentole in ebollizione. Accadeva che i soldi promessi ai soldati venivano trattenuti in banca, essendo la divisa in dollari molto redditizia giaceva in banca maturando interessi e nel frattempo bisognava tenere i soldati tranquilli. Spesso la protesta assumeva la forma di blocchi stradali e a volte per dare più significato alla protesta venivano sequestrati osservatori dell’Onu. Ogni volta, sia che si trattasse di solo blocco o di sequestro, bisognava intraprendere pazienti trattative per far rilasciare gli ostaggi da un lato e convincere i governatori a scucire la borsa dall’altro. In questi casi a muoversi era sempre la compagnia di sicurezza ma era essenziale il lavoro dell’intera base per il supporto logistico, per far da collegamento alle parti in causa e per trovare un posto letto e un pasto caldo ai malcapitati osservatori. In tutto questo entrare e uscire di mezzi e uomini del contingente ONU e la popolazione locale da curare, riuscivamo comunque a trovare dei momenti di svago e riposo presso lo spaccio creato nel mezzo dell’accampamento. Si organizzavano partite di calcetto, pallavolo e tiro alla fune, inoltre alla sera dopo l’ammaina bandiera il personale presente si ritrovava per una corsa attorno all’accampamento. Grazie

all’attrezzatura messa a disposizione dai giapponesi, panca e bilancieri, avevamo una piccola palestra nel cuore dell’Africa, in cambio fornivamo i piatti tipici della cucina italiana e la cosa più invidiata dagli altri contingenti la doccia calda. Con una vecchio bollitore completamente di rame, facendo fuoco alla base, si riusciva a scaldare circa 250 litri d’acqua per volta, che miscelata con l’acqua a temperatura ambiente, era sufficiente per permettere a tutti cinque minuti di doccia calda, organizzata per gruppi di 20 persone alla volta. Nel centro dell’accampamento, vicino alla mensa, si trovava l’unico mezzo di comunicazione con l’Italia, una cabina telefonica della Sip, messa a disposizione dalla squadra trasmissioni dalle 18.00 alle 21.00 di ogni giorno. Potete solo immaginare le lunghe file che si creavano, con la raccomandazione di non superare i cinque minuti a telefonata e di non mettersi in coda più di una volta al giorno. Per creare affiatamento con la popolazione locale e per incentivare la gente a tornare per le strade anche dopo il tramonto, si era istituito una sorta di libera uscita. Veniva messo a disposizione un ACM 80 che con ufficiale di accompagnamento armato e il solito mezzo VM di scorta seguiva i 20 e 30 alpini che andavano presso i locali al centro di Beira per gustare la mitica cerveza, in bar che a ripensarci adesso erano senza pavimento senza finestre a volte con i calcinacci per terra, ma la nostra presenza li rendeva ospitali. Ricordo ancora le raccomandazioni di non allontanarsi mai dalla strada principale, di muoversi sempre in gruppo di almeno cinque persone, di rimanere sempre in vista dei commilitoni che ci garantivano la “sicurezza”. Gli incontri al bar con la popolazione locale erano affascinanti, ma al contempo ricchi di sottili tranelli. Il più delle volte i mozambicani, tutte persone giovanissime, cercavano di carpire informazioni sull’organizzazione dell’accampamento o sui movimenti delle nostre colonne, ma c’erano anche momenti piacevoli di conversazioni e risate con coloro che riconoscevano alcuni alpini per aver ricevuto cure presso il nostro

accampamento. Ben presto insieme a Don Sandro, il cappellano militare, il contingente Albatros cominciò a costruire presso un quartiere periferico di Beira vicino alla nostra base, una casa per i bambini orfani. Infatti un giorno Don Sandro incontrò per caso una volenterosa donna europea che si prendeva cura di alcuni bambini, ma non aveva la possibilità e le forze per garantire loro un tetto e un pasto giornaliero. Don Sandro alla sera rientrando alla base ci raccontò di aver visto i bimbi addormentarsi sulla terra nuda. Poche parole e nel giro di tre mesi è nato l’orfanotrofio “Ciao Italia”; una decina di alpini e altrettante persone del luogo iniziarono a creare il battuto del


S O L I D A R I ETÀ A L P I N A

il contributo del nostro gruppo, per la nuova ambulanza del SOS di Sona pavimento, poi costruirono le pareti di canne e il tetto di palme. Finalmente domenica 27 novembre 1994 l’orfanotrofio venne inaugurato e 98 bambini poterono dormire su materassini e con un tetto sulla testa al posto del cielo australe. Nel frattempo fervevano i preparativi della comunità internazionale per le prime elezioni libere del Mozambico che si sarebbero tenute in tutto il paese il 27 e il 28 ottobre 1994. Presso la nostra base le attività continuavano con il ritmo incessante di sempre con l’aggravio di continui spostamenti per scortare e accompagnare gli osservatori e i membri delle brigate elettorali. Compito delle brigate elettorali era portare a conoscenza della popolazione, anche nei villaggi più sperduti del paese, l’eccezionale evento delle prime elezioni democratiche del paese e delle modalità di voto. Altra operazione importante fu il censimento della popolazione, perché solo in questo modo gli abitanti poterono essere iscritti nelle liste elettorali e ricevere in cambio il documento per esprimere il voto. Le brigate elettorali composte da membri della Frelimo e della Renamo e da rappresentanti della comunità internazionale svolsero un lavoro incessante in tutto il paese. Il metodo didattico utilizzato fu quello della rappresentazione teatrale. Pertanto si presentavano nei villaggi e chiedevano all’autorità locale, solitamente un anziano di riconosciuto prestigio, di riunire la comunità in assemblea. Dopo aver simulato con un paravento di canne la cabina elettorale un membro della compagnia spiegava con parole semplici l’importanza della scadenza elettorale e le modalità di voto. Le frasi venivano rese comprensibili a tutti mediante animazione. Venivano rappresentate alcune scene che servivano da esempio, come una donna il cui marito era deceduto il giorno precedente le elezioni e si presentava a votare anche con il documento del defunto marito. In questo modo tutta l’assemblea veniva edotta che il documento elettorale era personale e non trasmissibile. continua nel prossimo numero......

Nella foto sopra, il presidente del SOS di Sona Briggi Pierluigi, riceve dalle mani del nostro capogruppo Fausto Mazzi, l’assegno che il direttivo, con voto unanime, a voluto destinare per contribuire all’acquisto della nuova ambulanza. La cerimonia si è svolta l’ 8 dicembre scorso, durante il pranzo sociale, in occasione la festa del tesseramento del gruppo. Marco Masotto

ELENCO COMPONENTI DIRETTIVO 2014-2016 MAZZI FAUSTO (Capogruppo) TOMELLERI LUCA (Vice-Capogruppo / resp. impianti elettrici) ADAMOLI MASSIMO (Resp. Chiesetta) BENDINELLI GIORGIO (Manutenzioni) BRAZIOLI BRUNO (Resp. Aree verdi) CICALA GIORDANO (Cassiere - Segretario) CRISTINI ROBERTO (Curatore Museo - Segreteria) DALLA VALENTINA GIANFRANCO (Segretario Verbalizzante) FALSAROLO ANDREA (Addetto Idraulica) FAVARI LUCIO (Addetto Falegnameria) GIARDINI SIMONE (Addetto Falegnameria) GOZZI ALDO (Vice Alfiere) GUGLIELMI CLAUDIO (Addetto Cucina) LONARDI LUCA (Aiuto Cucina - Sport) LONARDI OSVALDO (Addetto Manutenzioni) OLIOSO SEVERINO (Aree verdi - manutenzioni) PACHERA GIUSEPPE (Addetto Museo) PAVESI GIUSEPPE (Resp. Cucina) RECCHIA ALESSANDRO (Resp. Gruppo Giovani) SPADA GIANLUCA (Addetto Sport) SPADA GIUSEPPE (Resp.Orto Casa Riposo) TURATA ALBINO (Addetto Museo) VACCHINI PIERGIORGIO (Catalogazione Museo + Sport) ZANIN TIZIANO (Resp. Sport) BERGAMIN STEFANO (Addetto Manutenzioni) BONESOLI LUIGI (Resp.Manutenzioni) CAPRINI ALEX (Addetto Cucina) LAORNO GIOVANNI (Pres.Museo - fotografo) MASOTTO MARCO (Resp.Grafica - Sport) FEDRIGO VITTORIO (Alfiere)


La Storia dei battaglioni alpini.. attraverso le cartoline militari

Quando ho incominciato a presentare le Franchigie Postali riguardanti le Truppe Alpine, sapevo che avrei incontrato grosse difficoltà, perché avrei dovuto lavorare senza il supporto di un Catalogo, non solo descrittivo, ma soprattutto visivo. Quello che mi consolava era solo il fatto di avere in mano una discreta quantità di documenti a disposizione, che sono riuscito a raccogliere nel tempo, per la mia raccolta sulla storia delle truppe Alpine, ed in particolare per quanto riguarda i Battaglioni Alpini. Il rischio era quello di essere tacciato di incompetenza, ma quanto ho fatto è stato solo per mia personale utilità. Ho provato con qualche catalogo edito nel tempo, ma sempre carenti di indicazioni e di notizie, anche perché scarsamente documentato da immagini. Ragion per cui ho preferito lavorare a braccio, senza nessuna logica, anche perché poco mi interessava fare una ricerca sistematica. Pertanto chiedo venia ai lettori del nostro notiziario se la presentazione è un po’ arruffata, anche perché non è mia intenzione cimentarmi nella stesura di alcun Catalogo. Con questo chiedo la comprensione degli amici Alpini, e proseguo nella presentazione di quanto è in mio possesso, sempre documentando con immagini, che sono la migliore descrizione. “Grazie” Luigi Sala Franchigia Med.D’oro Alpino Livio Marbello La Belle Plinier 21 Giu/18 Lug. ’40

Battaglione Alpini “Susa” (non scritta )

Battaglione Alpini (il sogno dell’Alpino!) Val Sella (Albania) 26.12.41 posta 206/A

3° Reggimento Alpini Centro Mobilitazione Battaglione ESILLE 29.8.41

Momenti dal fronte (istruzioni per taglio filo spinato)

grafica: M.Masotto - stampa: Fotoliber

Franchigia Med.D’oro Tenente Mario Francescato Sella Palicani Shesh I Mal 28nov/14dic. ’40


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