Intervista al GM Alfamatic Eugenio Colombo

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n ° 457 · ottobre 2023 · www . meccanica - plus . it LA VOCAZIONE GREEN NEL DNA DI VUOTOTECNICA AIRTAC, NON SOLO PNEUMATICA. ORA PRESENTA LE GUIDE LINEARI MACCHINE AGRICOLE SPECIALE SUPPLEMENTO FLUIDOTECNICA

AMS Air Management System Sostenibilità. Efficienza. Digitalizzazione.

SMC, azienda leader nel settore dell’automazione industriale e dell’IIoT, risponde all’esigenza di ridurre le emissioni di CO2 ed i consumi energetici con il lancio della sua ultima innovazione, il sistema di gestione dell’aria compressa della serie AMS20/30/40/60. Grazie a questa nuova e rivoluzionaria unità, rivolta a tutti gli utilizzatori di aria compressa ed adatta a qualsiasi applicazione nei diversi settori produttivi, è facile compiere il primo passo verso la digitalizzazione dei processi, a vantaggio dell’ambiente e della vostra redditività. SMC, un fornitore unico per le vostre esigenze.

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Per allungare i tempi di operatività e diminuire i costi di manutenzione Con il sistema di rilubrificazione DuraSense automatizzato e basato sulle necessità per unità lineari a ricircolazione di rulli e unità lineari a ricircolazione di sfere di Schaeffler, si ottiene una lubrificazione ottimale in ogni momento, tempi di operatività macchine più lunghi e costi di manutenzione ridotti con un minimo investimento. Grazie al nuovo software di configurazione chiunque può parametrare il sistema e metterlo in funzione. I clienti risparmiano fino al 30% di lubrificante e il numero di guasti dovuti a contaminazione o malfunzionamento del sistema di lubrificazione si riduce.

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della manutenzione preventiva

Un recente rapporto di The Insight Partners dal titolo ‘Previsioni sul mercato della Manutenzione Predittiva fino al 2028’, prevede che il mercato della manutenzione predittiva raggiungerà i 26,58 miliardi di dollari entro il 2028, rispetto ai 5,31 miliardi di dollari nel 2021. Si prevede che aumenterà a un tasso di crescita annuale composto del 27,4% nel periodo 2022-2028. La spinta arriva dall’Industrial IoT. Il Digital Twin diventerà sempre più centrale nell’approccio dell’Industria 4.0 grazie all’analisi dei dati e all’IoT, che forniscono gli strumenti per applicazioni proprio come la manutenzione predittiva e il rilevamento dei guasti.

Secondo un’analisi condotta da Frost & Sullivan, con 41,76 miliardi di dispositivi attivi connessi all’IoT previsti a livello globale nel 2023, la crescita nella domanda di soluzioni IoT provocherà un aumento delle connessioni del 18% rispetto all’anno scorso. E i principali motori di questa espansione includono, fra gli altri, l’accelerazione dei processi di automazione, la continuazione del percorso di trasformazione digitale, la ripresa delle catene del valore dopo gli impatti economici della pandemia e il lancio delle reti di connettività 5G. In particolare, le organizzazioni accelereranno l’implementazione di concetti e soluzioni di IoT industriale per semplificare le operazioni, migliorare la produttività, migliorare la qualità dei prodotti e ridurre i costi.

I sistemi di sicurezza intelligenti basati sull’IoT possono riconoscere persone e oggetti, tenendo traccia dello stato e inviando avvisi di sicurezza e risposte di emergenza. L’Edge Computing e l’Intelligenza Artificiale stanno diventando tecnologie indispensabili per i sistemi di sorveglianza che consentono il monitoraggio delle immagini e l’elaborazione dei dati. Nel 2023, ci sarà una crescente necessità di reti 5G ed Edge Computing per consentire esperienze di realtà aumentata e realtà mista più vivide alimentate da livelli di latenza ultrabassi. Nuovi settori verticali che sfruttano queste tecnologie stanno guadagnando terreno, come l’istruzione e l’apprendimento. L’IoT diventerà quindi importante affinché il metaverso interagisca tra il mondo reale e il mondo virtuale.

progettare 457 • ottobre 2023 7 EDITORIALE LUCA ROSSI
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Cresce il mercato

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La scelta dell’affidabilità, della qualità e della produzione made in Italy; il poter contare su una gamma completa di articoli standard, disponibili a magazzino, che soddisfa ogni richiesta in 24 ore; la possibilità di realizzare prodotti customizzati su disegno tecnico del cliente. In Mac Power c’è tutta la razionalità e il vantaggio competitivo che stavi cercando.

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MERCATO

46 Tiene il mercato nel primo semestre

G. Gorizia

AUTOMAZIONE

48 Capacità di innovare

L. Tibiletti

SOFTWARE

42 Simulare per innovare

S. Baars

AUTOMAZIONE

56 Movimenti fluidi nella moderna agricoltura

F. Astore

MECCANICA

60 Più efficienza con sospensioni hi-tech

A. Sacconi

OLEOIDRAULICA

64 Veloce il collegamento macchina-attrezzatura

S. Spoto

OLEODINAMICA

68 Una macchina, tante funzioni

R. Vetta

MATERIALI

72 Sicurezza e qualità nella gestione dei fluidi idraulici

E. Castello

OLEODINAMICA

76 Micro, dalle prestazioni maxi

M. Sala

MECCANICA

80 Sistemi di tenuta in campo

A. Zambelli

DESIGN

82 Scende in campo l’innovazione e la sicurezza

A. Alessandri

SCENARI

86 4x4 elettrico multifunzione

A. Alessandri

EDITORIALE

9 Cresce il mercato della manutenzione preventiva

L. Rossi

SCENARI

18 Pneumatica e guide lineari. Con obiettivo l’Europa

L. Rossi

SCENARI

24 Trent’anni di burster Italia

A. L. Ronchi

SCENARI

28 L’attitudine all’innovazione è nel DNA di Pneumax

L. Rossi

SCENARI

34 La vocazione green di Vuototecnica

L. Rossi

SCENARI

38 L’appuntamento europeo sulla simulazione

R. Castagnetti

SCENARI

40 Alfamatic investe nel ri-design dell’intera gamma

L. Rossi

ROBOTICA

90 I benefici del cobot nella pallettizzazione

S. Soresina

AUTOMAZIONE

94 Intralogistica intelligente grazie ai sensori

E. Castello

MATERIALI

98 Manubri riciclabili per l’e-bike

E. Castello

AUTOMAZIONE

100 Sensore di microdimensioni per braccio robotico

E. Castello

RASSEGNA POMPE E MOTORI IDRAULICI

102 A tutta energia a cura della redazione

RUBRICHE

10 Inserzionisti

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107 Contatti utili

SOMMARIO
N. 457 OTTOBRE 2023 Progettare @meccanica_plus progettare 457 • ottobre 2023 9 INDUSTRIA MACCHINE AGRICOLE SPECIALE 24 18 60 52
PROGETTARE

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Eural Gnutti SpA è leader dal 1968 nella produzione di semilavorati in leghe di alluminio. I principali prodotti sono profili estrusi e calibrati, barre estruse e trafilate in leghe ad alta lavorabilità.

Eural, già certificata per le più prestigiose applicazioni quali Automotive e Aerospace, sta procedendo speditamente verso la certificazione della sostenibilità che la pone ai vertici del mercato.

10 progettare 457 • ottobre 2023 BECKHOFF AUTOMATION 23 COMSOL 5 EURAL GNUTTI I COPERTINA F.LLI GIACOMELLO 3 GEARTEC 37 GMC INSTRUMENTS ITALIA 13 HYDAC 43 ITALCUSCINETTI 4 LEE 15 LENZE ITALIA 55 MAC POWER 8 MAYR ITALIA 67 MP FILTRI 51 MURRELEKTRONIK 17 OP 63 PARKER HANNIFIN 44/IV COPERTINA R+W ITALIA 59 SCHAEFFLER ITALIA 6 SMC ITALIA II COPERTINA VUOTOTECNICA 11 AZIENDA PAG. AZIENDA PAG. INSERZIONISTI n 456 settembre 2023 www meccanica-plus it LA VOCAZIONE GREEN NEL DNA DI VUOTOTECNICA AIRTAC, NON SOLO PNEUMATICA. ORA PRESENTA LE GUIDE LINEARI MACCHINE AGRICOLE SPECIALE SUPPLEMENTO FLUIDOTECNICA IN
COPERTINA

I vostri dubbi, le nostre certezze!

Vuototecnica, engineering partner di soluzioni per il vuoto

Riconoscimento al PLM

Aras è stata nominata tra i leader nelle soluzioni PLM per la gestione del ciclo di vita del prodotto nella valutazione

The Forrester Wave: Product lifecycle management per la manifattura discreta, Q1 2023. Forrester ha osservato che “Aras si rivolge ai produttori con un forte interesse a sfruttare una piattaforma low-code per il proprio approccio specifico alla gestione del digital thread, dalla progettazione alla produzione fino alla manutenzione”. Aras è stata una delle aziende selezionate che Forrester ha invitato a partecipare alla sua valutazione per il PLM, e in questa Aras ha ricevuto i punteggi più elevati possibili nei criteri afferenti il supporto PLM conforme, sostenibile e green, l’aderenza a standard aperti e supporto al digital thread, il rilascio rapido di nuove varianti prodotto, la gestione dati di tutte le discipline prodotto rilevanti in un’unica distinta base e la trasparenza della distinta base software.

Anti attrito nella logistica

Lo stabilimento di Origgio (VA) del Gruppo Argos ST ha introdotto un innovativo rivestimento in Teflon con rinforzi in ceramica per carrelli trasbordatori, che spostano scatoloni da un convogliatore all’altro, ottimizzando le attività di logistica. Il rivestimento elimina l’attrito durante la traslazione delle scatole di cartone, permettendo quindi una manutenzione più semplice, con minore dispendio di tempo e di lavoro massimizzando la produttività. La soluzione introdotta da Argos Origgio argina le criticità legate ai nastri adesivi privi di attrito che vengono solitamente adottati per consentire il passaggio delle scatole di cartone contenenti i prodotti sui carrelli trasbordatori nella logistica. L’ingombro del packaging può infatti determinare lo strappo dei bordi dei nastri stessi, costringendo a una loro frequente sostituzione, con notevole dispendio di tempo e lavoro. Il primo carrello trasbordatore con l’innovativo rivestimento ha dato un riscontro molto positivo, mantenendo ottima funzionalità anche a distanza di tre anni dall’applicazione del rivestimento stesso.

Giorgio Albonetti è il nuovo presidente Anes

L’assemblea generale dei soci di Anes (l’associazione degli editori b2b, professionali e specializzati) ha eletto il suo nuovo presidente per il triennio 2023-2026: è Giorgio Albonetti, presidente del Gruppo LSWR al cui interno appartiene anche Quine. Durante il discorso di insediamento Giorgio Albonetti ha rivolto un ringraziamento al presidente uscente, Ivo Alfonso Nardella, per il lavoro svolto in un triennio molto complesso. Inoltre, Albonetti si è detto onorato della fiducia e dell’apprezzamento ricevuti dai soci e consapevole di assumere la guida dell’associazione in un momento ancora estremamente complicato per il comparto editoriale. “Un grande onore e un importante onere rappresentare Anes - ha dichiarato Albonetti -. Trasferirò tutta la mia esperienza, di quarant’anni di lavoro in questo settore, per aiutare l’associazione a crescere. Il nostro ruolo nel mondo tecnico è importantissimo, possiamo aiutarlo a gestire questo periodo di grande trasformazione”. Il neopresidente ha poi presentato il suo programma di lavoro per il triennio 2023-2026: grande attenzione sarà dedicata all’ulteriore espansione della rappresentatività dell’Associazione, allo sviluppo di nuovi momenti di confronto e condivisione di esperienze tra i soci, al rafforzamento dell’attività istituzionale e di lobbying, all’offerta di formazione e alle tante iniziative di valore rivolte all’intera community B2B che Anes ha ulteriormente sviluppato negli ultimi anni. L’assemblea ha eletto anche i vicepresidenti che affiancheranno Giorgio Albonetti nella guida di Anes, nelle persone dei soci: Umberto Caroleo di Edizioni L’Informatore Agrario, Gianpaolo Crasta di Kairos Media Group e Alessio Crisantemi di GN Media. La squadra sarà al completo con la nomina dei componenti del nuovo Consiglio Direttivo che sarà finalizzata dalla Giunta dell’associazione nel mese di ottobre.

Lignola nominato a capo di Anie

Michele Lignola, avvocato napoletano, da maggio 2023 è il nuovo direttore generale di Anie, la Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche aderente a Confindustria. In precedenza, Lignola ha ricoperto gli incarichi di direttore generale dell’Unione industriali di Napoli, di Confindustria Campania e di Fondimpresa, fondo interprofessionale per la formazione continua costituito da Confindustria Cgil Cisl e Uil che è stato chiamato a creare nel 2004.

Nolte nuovo Ceo Emco

Dal 1° luglio 2023, Markus Nolte è il nuovo CEO di Emco GmbH, con il compito di guidare l’ambiziosa strategia di crescita dell’azienda. “Non vedo l’ora di affrontare questa entusiasmante sfida in un ambiente di mercato altamente dinamico - ha detto Nolte -. L’esperienza del nostro team e l’innovativo portafoglio di prodotti Emco sono i prerequisiti ideali per espandere la nostra posizione di mercato come fornitori di tecnologia all’avanguardia e servizi di prima classe”.

Grassi Cavaliere del Lavoro

Unindustria Reggio Emilia, per voce della presidente Roberta Anceschi, si congratula con l’imprenditore reggiano Enrico Grassi per il riconoscimento attribuitogli dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, come Cavaliere del Lavoro 2023. “Un giusto riconoscimento verso una carriera e una vita spesa a favore dello sviluppo del territorio reggiano - ha detto Anceschi -, con particolare attenzione all’area montana, dove ha portato occupazione e benessere”.

12 progettare 457 • ottobre 2023 NEWS
CARRIERE

Aria compressa in India

Realtà virtuale a lezione

Aveva ha rafforzato la collaborazione con l’Università degli studi di Milano e il Politecnico di Milano mettendo a disposizione degli studenti delle facoltà di chimica industriale e ingegneria chimica i propri software e soluzioni di realtà virtuale e aumentata. La collaborazione si inserisce nel più ampio programma accademico avviato dall’azienda, volto a colmare il gap di competenze professionali nella digitalizzazione industriale. L’utilizzo dei software Aveva Process simulation e Aveva XR consente agli studenti di ingegneria chimica e chimica industriale di familiarizzare con gli asset e i componenti di un impianto chimico, ricreato virtualmente in una replica fedele 1 a 1. Direttamente dalla propria aula o laboratorio, il software permette di apprendere correttamente tutti i passaggi di un processo operativo industriale, simulando scenari ed esperimenti sviluppando così le competenze richieste dal mercato del lavoro durante il proprio percorso di studi. L’approccio esperienziale e immersivo di Aveva è basato su elementi di realtà virtuale e abilitato da tecnologie come artificial intelligence, big data analytics, digital twin e cloud.

PROFITEST | PRIME

Il Gruppo Atlas Copco ha avviato la costruzione di un nuovo stabilimento produttivo a Talegaon, Pune, India. La struttura produrrà sistemi di compressione di aria e gas per il mercato locale e per l’esportazione, e comprende uno stabilimento produttivo e una palazzina uffici di circa 25.000 m2. Atlas Copco sta investendo nel nuovo sito circa 180 milioni di corone svedesi. Il completamento della nuova struttura è previsto entro il secondo trimestre del 2024, dovrebbe generare nuovi posti di lavoro per oltre 200 persone e aumenterà la capacità produttiva dell’azienda. “Investiamo ulteriormente nella capacità in India per soddisfare la crescente domanda del mercato indiano e di esportazione - ha affermato Vagner Rego, presidente della business area, compressor technique Atlas Copco -. Questo progetto di espansione fa parte della nostra strategia per rimanere i primi nella scelta per i nostri utilizzatori. Ci consentirà di raggiungere nuovi end user e mercati e di migliorare i tempi di consegna”. Nello stabilimento di Talegaon circa l’80% dell’energia proverrà da pannelli solari e il 75% dell’acqua consumata deriverà dalla raccolta dell’acqua piovana. GMC-Instruments

Il primo strumento portatile All-in-One AC/DC per le verifiche di sicurezza su impianti, sistemi, quadri, macchinari e apparecchiature elettriche secondo le N Norme Nazionali e Internazionali vigenti. Un unico strumento per una vasta gamma di attività nella verifica della conformità alle prescrizioni nel settore delle verifiche elettriche. PROFITEST |PRIME realizza tutte le attività di misura richieste nella valutazione della conformità alle seguenti norme:

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Macro trend nel packaging

Clevertech produce soluzioni integrate per il confezionamento, servendo settori che vanno dal food & beverage all’home e personal care e pet food. L’azienda vede oggi una rivoluzione in corso nel mondo del packaging, con due fondamentali macro trend, il primo relativo alla distribuzione dei beni di consumo, con un’enorme crescita dell’e-commerce. Questo richiede semplicità nel disfare l’imballaggio, propedeutico a mettere il prodotto a magazzino e distribuirlo. Occorre pertanto ridurre al minimo l’impiego di sovra-imballi e dei materiali di incarto. Il secondo riguarda la domanda di confezioni sempre più ridotte, richieste da nuclei famigliari sempre più piccoli. Serve quindi creare impianti che realizzino packaging molto essenziali, in grado di manipolare in modo efficace prodotti piccoli, più instabili e delicati. L’azienda è infine impegnata in due progetti tecnologici, il primo nella fase a valle del confezionamento, mirato a migliorare il dialogo del fine linea con la logistica, strettamente connesso anche allo sviluppo di sistema a guida autonoma. Il secondo prevede invece l’applicazione della AI alla fase di material handling gestita dai robot.

Raffreddamento a liquido in HPC

E4 Computer Engineering ha presentato in anteprima assoluta alla ISC di Amburgo il prototipo di server Textarossa raffreddato a liquido, caratterizzato da un innovativo sistema di raffreddamento bifase che consente ai sistemi HPC di raggiungere nuovi livelli di prestazioni ed efficienza energetica, risolvendo lo storico dilemma della gestione termica, unitamente alla perfetta integrazione di nuovi acceleratori basati su principi di riconfigurabilità. L’approccio impiegato nel progetto Textarossa combina un avanzato dispositivo di raffreddamento a due fasi con strategie di controllo termico a più livelli, per affrontare efficacemente le sfide termiche sia a livello di sistema che di nodo. L’intento è quello di contribuire agli obiettivi delineati nell’agenda strategica di ricerca e innovazione EuroHPC e nell’agenda strategica di ricerca ETP4HPC. La soluzione delineata da E4 Computer Engineering utilizza il sistema Ampere Mt.Collins 2U con il processore Ampere Altra Max, che offre prestazioni elevate mantenendo un’eccellente efficienza energetica per core.

Saldatura robotica in cantiere

Comau e Fincantieri presentano MR4Weld, soluzione mobile robotizzata per la saldatura nella costruzione navale. L’innovativa soluzione di automazione per ambienti esterni è stata sviluppata in collaborazione per migliorare la qualità, le prestazioni e il benessere degli operatori nelle attività di saldatura ad alta intensità di lavoro. MR4Weld verrà utilizzato nei cantieri di Fincantieri per saldare autonomamente le strutture in acciaio, potendo aumentare l’operatività fino a tre volte rispetto a un processo manuale. Il sistema dispone di un robot articolato a 6 assi ad alto carico utile, con cannello di saldatura installato su un sottocarro cingolato e sistema di visione integrato per identificare i giunti di saldatura. Le due aziende hanno inoltre firmato un rinnovato accordo per lo sviluppo di nuovi prodotti robotici e soluzioni ad alta tecnologica, puntando ad applicare la tecnologia, la digitalizzazione e l’innovazione in soluzioni robotizzate mobili per ambienti non strutturati, automatizzando attività ripetitive nei processi di costruzione navale, oltre al collaudo di esoscheletri Comau per migliorare ulteriormente l’ergonomia degli operatori.

Serie di pompe volumetriche

Con la serie Vipro-Pump, ViscoTec – distribuita in Italia da E.O.I. Tecnelancia una nuova generazione di pompe volumetriche. Un nuovo design, componenti di dosatura ottimizzati e una costruzione modulare offrono numerose opportunità per adattare l’apparecchiatura di dosatura in modo ancora più efficace ad ogni applicazione. Il gruppo rotore separabile consente una rapida installazione e rimozione dei suoi componenti: questo velocizza i lavori di assistenza e manutenzione, riduce i tempi di fermo macchina e riduce al minimo i costi operativi e dei pezzi di ricambio. Disponibile in cinque differenti formati: Vipro-Pump 14 (4RD6), ViproPump 40 (3RD8), Vipro-Pump 100 (3RD10), Vipro-Pump 180 (3RD12), Vipro-Pump 500 (2RD12-3D). La pompa volumetrica della serie RD non sarà più disponibile per la vendita dal 31 dicembre 2023. I prodotti interessati sono: 4RD6-EC, 3RD8-EC, 3RD10-EC, 3RD12-EC, 3RD12-3D-EC. Il termine ultimo per poter effettuare un ordine è il 31 dicembre 2023, successivamente il prodotto non sarà più disponibile. I pezzi di ricambio sono invece garantiti fino al 31 dicembre 2028.

14 progettare 457 • ottobre 2023 NEWS

Rete di partner nel digitale

Eplan e Dassault Systèmes hanno stretto una partnership tecnologica nell’ambito dell’Eplan partner network, fondato dall’azienda a fine del 2020 nella convinzione che la trasformazione digitale può diventare realtà solo connettendo e integrando le tecnologie dei diversi produttori di software. Entrambe le società lavoreranno per ampliare l’interfaccia tra Eplan e la piattaforma 3DExperience di Dassault Systèmes, per offrire la perfetta integrazione della progettazione elettrica e fluidica nel contesto dello sviluppo dei prodotti (in foto, a destra Dominic Kurtaz, managing director Eurocentral di Dassault Systèmes, con Sebastien Seitz, CEO di Eplan & Cideon). I partner metteranno a disposizione le loro competenze per aumentare efficienza e produttività dei clienti comuni, consentendo alle aziende di avviare processi di sviluppo digitale end-to-end grazie allo sviluppo olistico del prodotto basato sulla creazione e capitalizzazione di gemelli virtuali. La partnership sarà ampliata nei mesi a venire e le due aziende lavoreranno in tandem per ottimizzare ulteriormente l’interfaccia e per fornire nuove soluzioni per

Silicone e ceramica in additivo

Formlabs amplia la sua linea di materiali per produzione additiva con due nuove resine all’avanguardia per il settore automobilistico, manifatturiero e industriale, la Silicone 40A resin e l’Alumina 4N resin. L’azienda raggiunge così un totale di 45 resine brevettate ad alte prestazioni. La Silicone 40A resin combina le proprietà del silicone da colata con la flessibilità della stampa 3D, eliminando gli impegnativi processi di stampaggio e colata e consentendo maggior libertà di design. Grazie alla Pure Silicone Technology, tecnologia di Formlabs in attesa di brevetto, gli utenti possono stampare in-house e in poche ore parti in silicone al 100% con geometrie complesse impossibili da ottenere con metodi tradizionali. Alumina 4N resin è invece una ceramica tecnica con il 99,99% di purezza e il 98,6% di densità relativa, resistente al calore e all’abrasione, meccanicamente robusta e chimicamente inerte, per prestazioni elevate nelle condizioni più estreme. Con questa resina la Form 3+ si conferma la stampante 3D SLA per ceramica più facile da usare e con costo dieci volte inferiore rispetto alle principali alternative sul mercato.

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Safety in officina

Hoffmann Group ha presentato la sua gamma di DPI e nuove soluzioni per la sicurezza degli operatori di industrie e officine meccaniche a Safety Expo, a Bergamo lo scorso settembre. L’azienda solo negli ultimi cinque anni ha inserito oltre settemila articoli per la protezione individuale, proponendo oggi un assortimento ampio che consente di offrire protezione dalla testa ai piedi da un solo fornitore, grazie ad articoli proprietari Garant e Holex e di importanti marchi tra i quali 3M, Uvex, Univet e Cofra. In fiera, Hoffmann Group ha in particolare presentato le nuove calzature di sicurezza Holex e la nuova linea di abbigliamento da lavoro Garant, nelle tre collezioni Industry, più robusta, resistente e lavabile industrialmente, Service, più leggera, elastica e traspirante, e Workwear, da indossare soprattutto all’aperto e contro vento e intemperie. Oltre alla gamma di guanti protettivi e occhiali di sicurezza. La fiera ha dato anche occasione ai visitatori di conoscere il team di tecnici DPI dell’azienda, operativo in tutta Italia per supportare le imprese nella scelta delle soluzioni più adatte e confortevoli con una consulenza completa e personalizzata.

Guide lineari in razzi spaziali

Rollon rinnova per il secondo anno consecutivo la collaborazione con Skyward, associazione multi disciplinare che riunisce ingegneri di varie facoltà del Politecnico di Milano, per la progettazione di un nuovo razzo che sarà lanciato durante l’edizione 2023 dell’European Rocketry Challenge (EuRoC), prima competizione universitaria di lancio di razzi in Europa. Quest’anno, Skyward parteciperà a EuRoC con il razzo Gemini, dotato di un motore alimentato da uno speciale propellente ibrido: protossido di azoto come ossidante bifasico e ABS stampato in 3D che compone il combustibile solido. Il razzo monterà guide lineari fornite da Rollon per l’apertura degli aerofreni, in grado di garantire il corretto funzionamento di questi fondamentali componenti preposti al controllo della velocità del razzo, nonostante il forte stress a cui sono sottoposti durante il lancio. L’estrazione e il rientro degli aerofreni sono resi possibili dal movimento lineare delle guide Rollon che, grazie alla loro robustezza e capacità di carico, garantiscono il perfetto funzionamento del meccanismo a una velocità di 1.000 km/h e a una pressione subita di circa 20 kg ciascuna.

AI nella metrologia

QFP ha organizzato una Open house nella sua nuova sede di Este lo scorso settembre, una due giorni che ha consentito ai partecipanti di toccare con mano le demo applicative sviluppate dall’azienda per metrologia e controllo qualità, oltre a un programma di eventi formativi, workshop e dimostrazioni di strumentazione di misura. Le soluzioni dell’azienda includono l’uso di tecnologia ottica, laser, strumenti di controllo dimensionale a contatto e l’uso della AI applicata al controllo qualità. “Da anni QFP propone al mercato di molti settori industriali, tra cui automotive, aerospace, nautico, energy, oil&gas e a comparti collegati come stampaggio plastica e lamiera, fonderia e pressofusione, lavorazioni meccaniche e molti altri, le proprie soluzioni di misura per contatto, ma anche senza contatto ottica e laser 3D, tutte caratterizzate da estrema semplicità d’uso, elevata precisione e velocità - commenta Roberto Mazzetto, direttore sales e marketing dell’azienda veneta -. L’utilizzo di queste soluzioni consente di garantire migliori performance di processo alle aziende, prodotti di maggiore qualità e una gestione del processo produttivo più razionale”.

Sostenibilità a ogni livello

SEW-Eurodrive Italia presenta ‘The green side of drive’, bilancio di sostenibilità 2022 dell’azienda che ne racconta l’impegno verso una sostenibilità di filiera e un focus sempre più mirato a rigenerazione, recupero delle materie prime e gestione efficace e digitalizzata dei processi produttivi. Gli obiettivi toccano i principali ambiti di sostenibilità: ambientale, con riduzione e compensazione entro il 2030 delle emissioni di gas serra Scope 1,2,3; sociale con progetti di CSR, la promozione di una cultura della sostenibilità a ogni livello aziendale e l’obiettivo di incrementare fino al 90% il punteggio del Trust index Great place to work nel 2030; economica, implementando soluzioni, prodotti e servizi a basse emissioni. Sul fronte processi e prodotti, l’azienda sviluppa tecnologie e soluzioni di automazione che coniugano elevati standard qualitativi all’obiettivo di garantire la massima sicurezza ed efficienza energetica e ridurre l’impatto sull’ambiente, come la piattaforma di automazione digitalizzata Movi-C, il software as-a-service DriveRadar per condition monitoring e la manutenzione predittiva o sistemi di gestione intelligente dell’energia.

16 progettare 457 • ottobre 2023 NEWS

Infrastruttura iperconvergente

In ottica di miglioramento continuo, SKF ha adottato nei propri stabilimenti l’infrastruttura iperconvergente, che unisce tecnologie cloud e soluzioni di data storage locali. Il progetto, implementato dal Gruppo a livello globale, è stato integrato anche in Italia nei siti produttivi di Airasca, Villar Perosa, Cassino e Massa. Si tratta di una strategia di infrastruttura di rete, basata su software, che dà vita a un sistema unificato al cui interno si trovano le risorse di elaborazione, storage e connettività. L’adozione di infrastrutture iperconvergenti porta numerosi vantaggi tangibili, a partire da una migliore performance di salvataggio dei dati e di potenza di rete. L’integrazione di tecnologie dedicate permette l’interconnessione dei nodi di server, che creano una rete da 50 Gigabit al secondo a elevata scalabilità. Il progetto ha permesso di migliorare sensibilmente l’integrazione delle tecnologie cloud negli stabilimenti, consolidando al contempo tutti i servizi a livello locale, soprattutto quelli critici legati alla digitalizzazione delle macchine, all’interno di un ambiente operativo sicuro, ridondante e non completamente legato al cloud.

Pompe criogeniche GNL in mostra

Vanzetti Engineering parteciperà negli ultimi mesi del 2023 a quattro importanti appuntamenti internazionali, dove presenterà la propria offerta di pompe criogeniche per gas naturale liquefatto (GNL) e gas dell’aria. Si tratta in particolare delle fiere Gastech (Singapore, che si è svolta a settembre), Adipec (Abu Dhabi, ottobre), Kormarine (Busan, ottobre) e Marintec China (Shanghai, dicembre). “Fino a pochi anni fa era molto difficile immaginare il GNL come combustibile principale per la propulsione navale ed altre operazioni a bordo - spiega Valeria Vanzetti Ghio, amministratore unico di Vanzetti Engineering -; oggi questa soluzione è ormai consolidata con l’obiettivo sempre più necessario di ridurre l’impatto ambientale del trasporto via mare. L’adozione diffusa delle navi a GNL dipende non solo dalla tecnologia a bordo, ma anche e soprattutto dalla disponibilità delle infrastrutture di rifornimento e dagli investimenti nelle tecnologie a GNL. Confrontarsi con i player di settore, durante questi eventi, significa osservare la filiera GNL al fine di comprendere le necessità tecnologiche ed essere pronti a dare una risposta con il nostro prodotto”.

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Pneumatica e guide lineari con obiettivo l’Europa

Il Gruppo AirTAC oggi ha individuato come priorità la penetrazione e il consolidamento nel mercato europea, oltre che statunitense. Per questo è pronto a una fase di investimenti in strutture e personale. Per supportare la strategia è stato ampliata l’offerta tecnologica: accanto ai prodotti pneumatici ora sono state introdotte le guide lineari. Punto di partenza di questo iter continentale è ATC Italia. Mirko Pisciottano, company manager di ATC Italia, ci illustra il piano di sviluppo

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SCENARI

Dopo aver concentrato per anni la propria attenzione al mercato asiatico, il Gruppo AirTAC ora è pronto a spostare il focus della sua strategia di penetrazione in Europa. Punto di partenza di questo percorso di espansione è ATC Italia, la filiale italiana nata nel 2008 proprio con l’obiettivo di presidiare il mercato del nostro Paese e di individuare le linee di sviluppo a livello continentale.

Il Gruppo AirTAC oggi detiene il 25% del market share cinese nella pneumatica, numeri che ne fanno il secondo player in questo comparto nel grande Paese asiatico. Con un fatturato che è in continua crescita a doppia cifra anche nelle previsioni per il 2023. Il Gruppo ha, infatti, chiuso il 2022 a quota 805 milioni di dollari a livello globale e, a metà dell’anno in corso, ha già raggiunto i 500 milioni di dollari. Stessi risultati lusinghieri per ATC Italia che ha chiuso il 2022 con una forte crescita, un trend che sta continuando anche nell’anno in corso. E ora, quindi, si guarda all’espan -

sione europea, grazie anche al recente ampliamento della gamma di prodotti che ha visto l’aggiunta delle guide lineari, che l’azienda ha già iniziato a proporre al mercato da gennaio 2023.

Crescita a doppia cifra

Il 2022 è stato un ottimo anno per ATC Italia, con un forte incremento negli ordini iniziato fin dai primi mesi dell’anno. Un andamento che ha caratterizzato tutto il primo semestre, proseguendo poi anche nel secondo sebbene con ritmi a mano a mano più contenuti, portando nel complesso a un aumento del fatturato che a fine anno è stato del 23%. “Alla base del risultato sono stati i quantitativi di ordini giunti sia dai nostri clienti nel canale della distribuzione sia da parte di alcuni utilizzatori finali, che hanno sentito l’esigenza di saturare i loro magazzini - spiega Mirko Pisciottano, company manager di ATC Italia -; ciò è avvenuto un po’ sulla scorta di quanto accaduto nei due anni precedenti, con il timore che potessero

sopravvenire difficoltà nel reperimento di materiali, ma anche per il timore legato a un possibile incremento nei prezzi, cosa che è poi di fatto avvenuta per alcuni nostri competitor”.

Il 2023 è iniziato altrettanto positivamente, con i primi tre mesi che hanno segnato un’ulteriore crescita anche rispetto al 2022, con quindi una sostanziale tenuta e un aumento ancora a doppia cifra anche per il primo semestre. In linea però con trend del mercato, anche ATC Italia riscontra un rallentamento nella dinamica, che comincerà a riflettersi con tutta probabilità sul fatturato nella seconda metà dell’anno, portando a una chiusura che si prevede in parità rispetto ai risultati del 2022 per la parte pneumatica. Ci si aspetta comunque un incremento del valore assoluto grazie al nuovo mercato delle guide. “I nostri maggiori clienti, che lo scorso anno rappresentavano circa il 70% del nostro fatturato, quest’anno stanno generando circa il 55% - continua Pisciottano -.

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Mirko Pisciottano, company manager di ATC Italia, e la nuova gamma di guide lineari.

Questo calo è in parte dovuto appunto ai carichi di magazzino fatti nei mesi passati, in parte a una diminuzione nella richiesta dei loro prodotti. Stiamo pertanto cercando di compensare sia con l’acquisizione di nuovi clienti sia con le nuove opportunità che ci vengono dall’aggiunta delle guide lineari al nostro portafoglio di prodotti, che abbiamo iniziato a proporre da gennaio 2023 e che rendono la nostra offerta ancora più completa per le aziende sul mercato europeo”.

Nuovo focus sull’Europa

ATC Italia, filiale europea detenuta al 100% dal Gruppo AirTAC, è stata aperta nel nostro Paese nel 2008, divenendo di fatto operativa nel 2010. La filiale ha quindi operato come riferimento di

AirTAC in Europa, dedicandosi anche all’individuazione delle esigenze dei clienti locali in ambito di prodotti pneumatici anche con il compito di trasmettere informazioni alla R&D della Casa madre relativamente alle richieste del mercato europeo in termini di prodotti, servizi e certificazioni.

Oggi, circa la metà del fatturato di ATC Italia viene sviluppato in Italia, dove appunto si trova l’headquarter europeo del Gruppo e dove l’azienda ha pertanto una copertura più capillare. Ma negli anni, in prospettiva dell’avviamento della fase di penetrazione europea, l’azienda ha iniziato un percorso di penetrazione degli altri mercati continentali, soprattutto in quello spagnolo. E ora, consolidato il posizionamento del marchio AirTAC sui mercati asiatici, il Gruppo è pronto

a focalizzare l’attenzione sull’Europa con una sostenuta strategia di investimenti. Ma non solo in Europa, anche negli Stati Uniti, dove nel frattempo è stata aperta una filiale. “Nella nuova strategia di internazionalizzazione del Gruppo, per quanto concerne l’Europa forti investimenti sono previsti soprattutto in Italia – entra nel dettaglio il company manager -, in special modo nella crescita del personale commerciale, con figure che abbiano non più solo competenze nella pneumatica ma anche nel nuovo business delle guide lineari. Abbiamo inoltre investito nella figura di un terzo commerciale in Spagna, Paese che ha recepito molto bene la nostra tecnologia e dove i numeri sono in buona crescita. Il progetto è di giungere a un livello tale di fatturato da

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La cartina con la presenza di AirTac nel mondo.
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giustificare l’apertura anche in Spagna di una nostra sede diretta, che dipenderà dalla filiale italiana”.

L’azienda è alla ricerca di venditori diretti anche in altri Paesi dell’Est-Europa, ad esempio in Polonia, dove il prodotto anche solo tramite la distribuzione sta dimostrando buone capacità di sviluppo. Vi è, inoltre, una ricerca aperta per una figura commerciale anche in Francia, altro mercato dal potenziale elevato e con numeri interessanti, e si sta cercando un secondo venditore in Germania, mentre il mercato UK è presidiato tramite un agente.

I tempi sono pertanto maturi per concentrare la nuova fase di investimenti del Gruppo su Europa e Stati Uniti, in primo luogo in ragione del livello di conoscenza delle peculiarità delle esigenze dei clienti locali raggiunto, anche grazie al rapporto costruito negli anni con i distributori nei vari mercati. Uno stadio di maturità che oggi rende quindi naturale e logica l’introduzione della nuova gamma di prodotti delle guide lineari, la cui disponibilità, affiancata all’offerta pneumatica di ATC Italia, amplia di molto le possibilità di sviluppo dell’azienda sul mercato continentale, impattando sul risultato atteso dagli investimenti.

Pneumatica e guide lineari

Il progetto di sviluppo delle guide lineari ha preso avvio in AirTAC nel 2015. L’obiettivo iniziale era di realizzare in proprio, per poter disporre sulle proprie linee di produzione, una tecnologia di automazione strettamente connessa al prodotto pneumatico, che in precedenza il Gruppo acquistava all’esterno. Lo sviluppo successivo di questo iter ha permesso così di inserire nella gamma il nuovo prodotto, garantirne elevati standard di qualità e prezzi concorrenziali. Qualità di alto livello e prezzo estremamente competitivo sono due fattori chiave che hanno determinato il successo dell’offerta pneumatica, consentendo ad ATC Italia di penetrare e conquistare spazi in un mercato maturo come quello europeo.

“La scelta di ampliare la nostra offerta alle guide lineari è dettata dalla considerazione che molti dei nostri attuali clienti nella pneumatica fanno uso anche di guide lineari - illustra la strategia di sviluppo Pisciottano -. Questa doppia offerta tecnologica rende oggi AirTAC un unicum sul mercato, unica azienda al mondo in grado di proporsi come fornitore di pneumatica e guide lineari in veste di costruttore per entrambe le tipologie di prodotto”. L’affiancamento

delle guide lineari all’offerta pneumatica apre, quindi, nuove interessanti prospettive. Da un lato permettendo di proporre nuove tecnologie di automazione ai clienti già in portafoglio e dall’altro lato permettendo di acquisirne di nuovi nel segmento delle guide lineari. L’ampliamento dell’offerta tecnologica permette ora anche di poter approcciare quelle grandi realtà industriali dove la tipologia di offerta è ancora spesso legata a capitolati.

“Per quanto riguarda le guide lineari, il mercato in Europa è molto più aperto e flessibile - dice Pisciottano -. I primi prodotti ci sono arrivati a magazzino a ottobre 2022, e abbiamo iniziato già da gennaio di quest’anno a proporli ad alcuni nuovi clienti”. Attualmente, l’offerta di guide lineari è pensata per essere abbastanza completa, in grado di coprire il 70-80% delle esigenze del mercato. Così come per la pneumatica, la gamma è però in continua crescita: il calendario di sviluppo del reparto R&D della Casa madre ha in previsione per i prossimi 4-5 anni ulteriori evoluzioni con l’aggiunta nell’offerta anche di altri prodotti similari, quali ad esempio viti e attuatori elettrici. Con nuovi investimenti che verranno rimodulati

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Lo stabilimento cinese di Ningbo e una vista di un reparto di produzione.

e adattati, in base anche alla reazione del mercato europeo alla nuova proposta di soluzioni di ATC Italia.

Qualità e customizzazione

L’elevata qualità dei prodotti è quindi una caratteristica distintiva che il Gruppo AirTAC ha voluto fermamente mantenere anche nello sviluppo della nuova offerta di guide lineari, come confermano anche i feedback molto positivi che in tal senso arrivano dai primi clienti acquisiti sul mercato europeo, in linea con quelle che erano le aspettative del produttore. L’azienda punta molto anche sulla possibilità di customizzazione dei propri prodotti. Ad oggi, per la pneumatica, il tailor made ricopre il 30% di tutto il fatturato europeo. La metà circa di queste customizzazioni vengono prodotte direttamente nella sede italiana, per quanto pertiene a cer-

tificazioni e personalizzazioni di minore entità richieste dagli utilizzatori locali. “Gli obiettivi di crescita che abbiamo in Europa sono molto ambiziosi - dichiara Pisciottano -. Gli investimenti partiti in Italia già nel 2019, rimasti poi in standby a causa dell’emergenza sanitaria, hanno già portato all’affitto di un nuovo capannone vicino alla nostra sede che raddoppia la nostra superficie utile con altri 3.000 m 2 di spazio, destinati a ospitare anche magazzino e produzione”. Metà della nuova struttura è infatti rimasta ancora vuota, in attesa di accogliere i macchinari destinati alla produzione delle guide lineari, in arrivo entro fine 2023. Macchinari sviluppati e realizzati internamente dalla R&D di AirTAC, con linee per assemblaggio dei carrelli delle guide che impiegano solo componentistica propria. Ciò permetterà di eseguire customizzazioni in ATC Italia anche per

quanto riguarda le guide lineari, a cominciare dalle operazioni di taglio, onde garantire un servizio ancora più veloce ai clienti locali. Il potenziale di crescita dell’azienda in Europa, considerando sia il mercato pneumatico che quello dell’automazione con le guide lineari, resta quindi estremamente importante. In questa logica, anche la struttura della filiale europea in Italia è in continuo ampliamento. Per supportare le aspettative di crescita sul mercato europeo sostenute dal nuovo focus di investimenti, l’azienda avvierà dal prossimo anno la ricerca di un nuovo capannone di 20.000 m2, che consentirà di crescere a 360° in disponibilità di magazzino, personale, produzione e customizzazioni anche sul fronte della nuova offerta di guide lineari.

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Lo stabilimento cinese di Ningbo e una vista di un reparto di produzione.

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Trent’anni di burster Italia

burster Italia spegne trenta candeline. Il fondatore Alberto Acquati, col figlio Federico entrato nel board nel 2012, ricorda gli esordi, le difficoltà e le conquiste. L’azienda orobica ha instaurato una serie di partnership d’eccellenza in Giappone, in Europa e negli USA. E guarda al futuro, verso nicchie di mercato e tecnologie sempre più innovative

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ANITA LORIANA RONCHI
SCENARI

Trent’anni all’insegna della competenza, della passione ed anche della creatività. Sì, perché gli inizi non sono stati facili per la burster Italia, che si è affacciata sul mercato in un periodo di forti tensioni a livello internazionale e di crisi ricorrenti nell’economia globale. Ma il suo fondatore, Alberto Acquati, ci ha creduto fin dal principio e si è messo completamente in gioco, fino a far diventare la sua ‘creatura’ un player di primo piano nella fornitura di strumenti di misura, sensori e sistemi per grandezze elettriche, termiche e meccaniche. E con un fiore all’occhiello, che poche aziende possono vantare: una sede storica nel cuore della Bergamasca, a Curno, ricavata da una vera e propria villa d’epoca, e che ancora è al centro di un progetto di ristrutturazione che deve rispondere all’espansione del business e alle mutate esigenze delle realtà produttive. Con Alberto dal 2012 c’è anche il figlio Federico Acquati, ingegnere laureatosi al Politecnico di Milano e che riveste il ruolo di business development executive e, dal 1996, c’è la nipote Elisa Azzola, assistant manager e sales consultant. Del resto, la dimensione familiare è proprio uno dei punti di forza dell’impresa

orobica, nata nel 1993 quale ‘costola’ della tedesca burster, sita nel land del Baden-Württemberg.

Primi passi nella tecnologia

A raccontare gli esordi è lo stesso Alberto Acquati: “Venivo da una esperienza puramente tecnica ed elettronica, essendomi occupato per vent’anni di antenne, ponti radio e supporto tv per un’agenzia di telecomunicazioni. Ma avevo qualche ambizione in più e ho deciso di buttarmi nel commerciale. Ho trovato un’azienda a Milano, che mi ha dato in mano una sezione di strumentazione elettronica e di misura come direttore commerciale. Nel 1992, è arrivata la crisi e molte aziende sono fallite. Fortunatamente, una delle tante che rappresentavamo, la burster – e devo un ringraziamento particolare a Matthias Burster, che ha avuto fiducia in me –, mi ha dato la possibilità di aprire un ufficio, una sede commerciale partecipata al 50% da burster e al 50% da Acquati”. burster era una garanzia di affidabilità: operante da oltre mezzo secolo, durante il quale è diventata uno dei più importanti fornitori di strumenti di precisione, sensori e sistemi per l’elaborazione dei

segnali e il monitoraggio dei processi; ben conosciuta per la grande efficienza, la tempestività delle risposte e gli standard di precisione, qualità e versatilità. Più di 7.500 clienti in Germania e nel mondo, ai quali assicura un saldo supporto applicativo, la soluzione di problemi di misura complessi e l’integrazione di tecnologie d’avanguardia per il controllo della produzione e il monitoraggio delle apparecchiature di prova. “Allora, burster faceva una linea di prodotti vendibili di nicchia come i microohmetri Resistomat® e strumenti di calibrazione dei segnali di processo. Quindi prodotti per misurazioni meccaniche e sensori, inclusi i sensori di peso e forza, trasduttori di posizione e strumenti di misura per assemblaggi – Alberto prosegue Acquati –. Non è stato semplice, ma ho fatto la scelta di mettermi in proprio e ho individuato Curno in prima battuta per la sede: uno spazio che mi hanno concesso in un’azienda di cavi a fibre ottiche. Da lì ci siamo spostati nel 1997, ho preso nella stessa località uno stabile, anzi una villetta abbastanza decentrata, poi nella medesima via ho acquistato altri uffici. Un complesso che ho ristrutturato nel 2019 e che è il mio vanto”.

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Da sinistra: il fondatore Alberto Acquati e il business development executive Federico Acquati. La sede di burster Italia a Curno, in provincia di Bergamo.

Sinergie d’eccellenza

Determinazione e professionalità alla fine pagano e, pian piano, burster Italia comincia ad ingranare, seppure debba adeguarsi al fatto di essere rivenditore dei prodotti dell’ammiraglia teutonica. “I Paesi specializzati nel realizzare prodotti di misurazione sono Germania, Giappone, Stati Uniti – entra nel dettaglio Alberto Acquati –. Noi in Italia siamo geniali, facciamo cose belle, siamo in grado di garantire la qualità di un prodotto, però qualche volta non facciamo un buon controllo di qualità, ci manca proprio il fatto di dire “andiamo a misurare” e spesso non investiamo abbastanza in ricerca e sviluppo”. Anche in questo caso, tuttavia, Acquati sa estrarre il classico coniglio dal suo magico cappello. Ed instaura una serie di importanti collaborazioni con partner stranieri, oltre a burster Germania, il cui core business copre complessivamente tutte le richieste nel campo della tecnologia di misura di precisione.

A fare il punto in materia è il rappresentante della seconda generazione, Federico Acquati, una cultura di base

meccatronica, entrato nel board una decina di anni fa, dopo essere rimasto per altrettanto tempo negli USA e aver lavorato in uno stabilimento della Georgia. Poi, complice anche il lato affettivo (“Ho conosciuto mia moglie durante un viaggio intercontinentale in aereo”), il rientro in Italia e il coinvolgimento in azienda dove si dedica alla parte tecnica, alle visite presso i clienti e alla pianificazione della produzione: “Oltre a burster, abbiamo altri partner di primo piano, commercializziamo prodotti giapponesi, tool per assemblaggio e sensoristica di matrice americana. Nel nostro settore, esistono applicazioni abbastanza diversificate. burster ha sviluppato tutta una serie di calibratori per simulare sensori e tensioni. Negli anni ’80-’90 ha messo a punto i primi sensori di forza, di coppia e di spostamento. E abbiamo la tecnologia anche per il controllo di fine linea”. L’attività di burster ha una radice storica, nella resistenza elettrica: i microohmetri o megaohmetri sono appunto misuratori della resistenza (un ohmmetro è per definizione un misuratore utilizzato

per la misurazione della resistenza elettrica e della continuità di un circuito elettrico e di componenti ed è disponibile in un’ampia gamma di versioni). Tra le novità annunciate da burster, molto attuale, è la linea di strumenti per misure e prove su batterie.

Know-how e partnership burster Italia è rappresentante per l’Europa delle servopresse elettriche della giapponese Coretec, che possiedono un’eccellente qualità hardware e software. “Coretec fa per noi servopresse ed anche avvitatori, la cui caratteristica principale è il peso contenuto unito alla compattezza, che consentono avvitature multiple in spazi ridotti con più avvitatori. Con loro siamo riusciti ad essere partner strategici in Europa ed ora anche in Nord Africa”. Lavorare con i giapponesi è, per la famiglia Acquati, di grande soddisfazione e costituisce un’ulteriore spinta verso un continuo miglioramento. “Per questo partner strategico arriviamo in tutta Europa – riferisce il manager -. Nel 2008, quando siamo partiti, Coretec era nota

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Alcuni dei prodotti distribuiti da burster Italia.
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in Europa soprattutto per annoverare nel portfolio nomi prestigiosi come Mitsubishi, Nissan e Toyota, il che ci ha procurato referenze. La successiva penetrazione sul mercato nazionale e il rapporto con i costruttori italiani ha dato buona risonanza al marchio. Stiamo avviando adesso collaborazioni anche con Portogallo, Irlanda del Nord e un’azienda ungherese sta comprando un gran numero di avvitatori”. Secondo partner strategico di burster Italia è l’americana Honeywell – Divisione Test & Mesurement, che progetta e realizza sensori meccanici. Poi c’è la svizzera Infratek, che produce wattmetri/analizzatori di potenza elettrica ad elevate prestazioni ed affidabilità, impiegati nei banchi prova di motori elettrici. E un’altra tedesca, la Toellner,

che dal 1972 si propone sul mercato con apparecchiature elettroniche di prova e di misura per test su centraline elettroniche automotive, ora sempre più raffinate per la guida senza autista.

Presente e futuro

Oggi l’azienda è protagonista globale nel settore delle tecnologie di misura di precisione e fornisce ad alcuni dei marchi internazionali più noti dispositivi di misura e sistemi per l’elaborazione dei segnali dei sensori; il tutto sempre attraverso la sede di ricerca, sviluppo e produzione in Germania. Per quanto concerne il target clienti, essi si collocano nella costruzione e nell’ingegneria degli impianti, nell’automazione, nell’industria automobilistica, nell’ingegneria elettrica ed elettronica e

nell’industria chimica. Il fatturato 2022 si è chiuso con 2,5 milioni di euro, registrando un +20% sull’anno precedente. “Al primo posto (70%) è l’automotive – rileva Federico Acquati - con i test di riferimento, il 20% è dato dalla parte elettronica, un 5% è dedicato al medicale e il restante 5% al ‘bianco’ del comparto elettrodomestico. Anche quest’anno va bene con il partner giapponese, tanto che persino le case giapponesi che sono in Europa preferiscono comprare da noi che dagli integratori nipponici”. E lo sprone ad andare avanti e fare meglio, magari puntando su nuovi settori e tecnologie del futuro, non manca. “Mi piace ancora lavorare – conclude Alberto Acquati – e, se mi guardo indietro, la sensazione è che questi trent’anni siano letteralmente volati”.

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L’attitudine all’innovazione è nel DNA di Pneumax

L’attitudine all’innovazione appartiene al DNA di Pneumax. L’azienda bergamasca investe nello sviluppo continuo e costante di nuove soluzioni tecnologiche, valorizzando il know-how maturato negli anni nei diversi ambiti applicativi e mettendo in connessione le competenze interne ed esterne. L’organizzazione in tre Business Unit ha favorito questo percorso. Facciamo un viaggio nell’innovazione Pneumax guidati dai responsabili delle BU

Il mercato sta vivendo un periodo di forte sviluppo, tra introduzione di nuove normative, transizioni produttive e adozione di diversi modelli sia di business che di implementazione tecnologica. E Pneumax mantiene un ruolo da protagonista su questo terreno, grazie anche al know-how che l’azienda bergamasca ha generato nel tempo. Oggi, infatti, lo sviluppo tec-

nologico non riguarda solo l’aspetto della digitalizzazione ma interessa i più svariati settori, che si compenetrano, assumendo un vero e proprio connotato multidisciplinare. E un’azienda che ha maturato nel proprio DNA le diverse competenze può fare la differenza in questo senso.

In questo percorso Pneumax si approccia al mercato con le tre Business Unit

fortemente focalizzate sul prodotto e sulle applicazioni (Automazione Industriale, Automazione di Processo e Automotive) supportate da un ufficio tecnico, il cui core è la R&D, trasversale ad esse che svolge un ruolo di coordinamento tecnologico, raccogliendo e sviluppando i driver, per guidare investimenti e risorse su precisi binari di innovazione.

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SCENARI

Direttive di sviluppo Guardando alle attività del suo ufficio tecnico, è possibile tracciare in prima istanza quelle che per Pneumax sono le principali direttive di sviluppo che caratterizzano oggi il mercato nel suo insieme, e in particolare quello dell’automazione industriale. “Oggi il mondo va verso le piattaforme IoT e, più in generale, verso la richiesta di piattaforme che siano in grado di offrire il massimo della connettività e della condivisione delle informazioni - spiega Fabrizio Cattaneo, direttore tecnico e R&D del Gruppo Pneumax SpA -. Si tratta di un driver importante che ha guidato il nostro lavoro negli ultimi 24 mesi e che in prospettiva per i prossimi anni continuerà a spingere lo sviluppo e l’integrazione di nuovi prodotti che consentano di svolgere questo tipo di funzione”. I più recenti upgrade di sistema di Pneumax vanno difatti nella direzione di incrementare al massimo la flessibilità anche in prodotti di per sé standard, consentendone l’utilizzo in connessione a piattaforme multiprotocollo. Un altro fondamentale leitmotiv

che Cattaneo indica è legato al tema dell’efficientamento energetico, del green e dell’economia circolare. Il responsabile dell’ufficio tecnico di Pneumax guarda anche all’avvento dei primi veri algoritmi di Intelligenza Artificiale, che diversamente dagli algoritmi di calcolo attualmente disponibili, che si basano su eventi noti, saranno invece sistemi realmente intelligenti con capacità di machine learning. Capaci quindi anche di descrivere gli stati della macchina e le derive potenziali dei sistemi a partire dall’acquisizione di dati essenziali di funzionamento, con l’obiettivo di avvisare per tempo gli utenti delle eventuali probabilità di guasto e fermi impianto, ottenendo un risultato di predittività del sistema. Integrando, quindi, queste capacità di intelligenza di processo anche localmente, sugli stessi componenti dove sono posizionati i sensori.

Affidabilità nei processi

Dall’importante background di prodotti presenti nell’offerta Pneumax per automazione pneumatica, nel 2016 è nata

la BU Automazione di Processo, la cui creazione è stata accompagnata da un grande lavoro di revisione di tutti i prodotti dal punto di vista delle prestazioni. Questo al fine di garantire la possibilità di installazione negli impianti tipici dei mondi Oil&Gas, Petrolchimico, Chimico, Power Generation e Water Treatment: impianti che richiedono prevalentemente installazione all’aperto e ampi range di resistenza alle temperature, da -60° C a +100° C. La divisione ha iniziato a proporsi sul mercato a partire dal 2017-2018, portando già in breve tempo numerose e importanti commesse: solo per citare gli ultimi mesi, tutta l’automazione di processo nei rigassificatori di Piombino è a marchio Pneumax, così come lo è tutta l’automazione della distribuzione della rete gas nel nuovo impianto Snam di Minerbio (BO). Un altro esempio di impianti rilevanti nel mondo sono poi le due piattaforme petrolifere di Shell in Nuovo Messico, dove tutte le valvole di processo sono state automatizzate con prodotti Pneumax. “Focus principale della nostra BU è ricercare la massima affidabilità dei prodotti - dice

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Lucia Terragni, responsabile BU Automotive in Pneumax. Fabrizio Cattaneo, direttore tecnico e R&D del Gruppo Pneumax SpA Marco Mosconi, responsabile BU Automazione di Processo in Pneumax

Marco Mosconi, responsabile BU Automazione di Processo in Pneumax -, per cui stiamo investendo moltissimo nelle attività di test delle soluzioni, andando anche al di là dei requisiti minimi di sistema richiesti dalle normative per i settori che serviamo”. Per perseguire l’obiettivo della massima affidabilità il lavoro dell’ufficio tecnico nel supportare la divisione, in particolare nello studio del dominio meccanico dei componenti, è volto a superare le difficoltà che nei singoli casi si incontrano nella ingegnerizzazione e certificazione dei prodotti. Con il risultato che l’80% delle soluzioni sono certificate SIL, a garanzia dell’elevato standard di performance in termini di sicurezza. Questo non solo per una questione di mera compliance normativa, ma riflette un aspetto etico e di coscienza ambientale, che portano l’azienda a impegnarsi per far sì che i suoi prodotti vadano ben oltre la perfetta applicazione del quadro direttivo e delle norme svolgendo la sua funzione a fronte di qualsiasi eventualità, a tutela dell’ambiente, della sicurezza e della salute delle persone. “Alla base di questo vi è una forte ricerca sui materiali soprattutto nel campo degli acciai, nelle lavorazioni e nell’ingegneria - dice ancora Mosconi -. Così come occorre

prestare grande attenzione per quanto riguarda le tenute, per cui lavoriamo con fornitori certificati in grado di realizzare tenute atte a resistere a variazioni di temperatura le più ampie possibili, a garanzia di un elevatissimo grado di affidabilità”. Strettamente correlato è infine l’impegno nell’applicare la tracciabilità, partendo dal grezzo del componente base e mantenendo il processo sotto controllo fino alla spedizione al cliente. Finanche alla capacità di rintracciare agilmente eventuali anomalie durante la vita del prodotto stesso.

Transizione elettrica

Per la BU Automotive di Pneumax, il settore automobilistico significa tutto ciò che concerne il processo di lastratura, ovvero lo step delle lavorazioni body in white successivo allo stampaggio della lamiera e che precede la verniciatura. Un comparto da sempre trainante dell’economia italiana, che oggi affronta un’importante ed epocale transizione ecologica, energetica e tecnologica. Oltre a dover fare i conti negli ultimi due o tre anni con un’importante ricollocazione delle filiere produttive, per rispondere alla difficoltà nel reperire materie prime e componenti. “Malgrado i player del settore vivano una forte incertezza,

data dalla mancanza di chiarezza nella regolamentazione sovranazionale, nel comparto automotive oggi vediamo investimenti in R&D di dimensioni senza precedenti - spiega Lucia Terragni, responsabile BU Automotive in Pneumax -. Questo anche proprio per affrontare una transizione che in tempi brevi impone una vera rivoluzione al settore, che dal discorso della riduzione dell’impatto ambientale dei veicoli si è ritrovato a dover sostenere una vera transizione tecnologica, abilitata fondamentalmente dalla digitalizzazione su due fronti: l’efficientamento dei processi di combustione e lo sviluppo di nuovi modelli di business grazie alla raccolta dei dati”. In vista dello stop, nel 2035, alla produzione di veicoli leggeri a motore endotermico, principale trend che caratterizza il settore è quindi l’elettrificazione, che in termini di impatto sul processo di lastratura si lega al cosiddetto lightweighting, ossia la tendenza a ridurre il peso delle vetture il più possibile per compensare quello delle batterie. Questo per Pneumax significa realizzare e pensare nuovi prodotti che siano adatti alla lavorazione di nuovi materiali, leghe di alluminio ma anche compositi o leghe di carbonio. “Un altro importantissimo trend nell’automotive riguarda quindi la sicurezza

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Due vedute dei reparti di produzione Pneumax dove vengono realizzati i componenti.

dell’operatore - prosegue Terragni -: gli ultimi sviluppi di prodotto della nostra BU in questo ambito riguardano ad esempio dispositivi utilizzati per bloccare la lamiera quando il robot comincia a saldare. Prima di queste fasi può essere richiesta la presenza dell’operatore, che potrebbe dover eseguire un centraggio o un controllo visivo. L’ultima serie di dispositivi di bloccaggio che abbiamo presentato è dotata di un sistema pneumo-meccanico inserito direttamente nella testata del dispositivo, oggetto di brevetto, che permette di evitare movimenti incontrollati dell’elemento pressore in posizione completamente aperta anche in mancanza d’aria”. Sempre in tema di safety, la BU ha sviluppato anche un nuovo freno di stazionamento per unità destinate al ribaltamento di pezzi di attrezzature, per consentirne il riposizionamento preciso e ripetibile. Il dispositivo ha un’elevata capacità frenante, un sistema di rilevamento della condizione di attivazione o disattivazione ed è stato dotato di dispositivo di riarmo automatico che ripristina la normale condizione operativa del freno non appena viene alimentato con almeno due bar, nel caso l’operatore dimentichi di riarmarlo dopo lo sblocco manuale in situazioni di emergenza.

Attenzione all’energy saving

La BU Automotive di Pneumax è altresì molto impegnata sul fronte della riduzione dell’impatto dei consumi del processo produttivo, come spiega la sua responsabile: “Tutti i componenti della divisione vengono progettati con un’attenzione particolare all’energy saving – continua la responsabile della BU -. Grazie a un brevetto Pneumax, la nostra serie di bloccaggi HE (High Efficiency), a catalogo già da alcuni anni, consente un risparmio del 40% di aria sulla taglia più utilizzata, rispetto alla concorrenza e a parità di parametri funzionali. Il salto successivo per Pneumax sarà quindi il passaggio alla tecnologia elettrica, dove le prime stime disponibili mostrano che il saving potrà arrivare anche al 97%”. Il lavoro nella R&D Pneumax è quindi molto intenso sul trend dell’elettrificazione, nel cui ambito sono già state depositate altre due domande di brevetto. Un’altra importante rivoluzione che Terragni vede nel comparto automotive riguarda quindi anche il concetto stesso del prodotto ‘auto’, che da semplice veicolo diventa una piattaforma in grado di fornire nuovi servizi e funzionalità declinati sui quattro trend della mobilità, della guida autonoma, della digitalizzazione e dell’elettrico. Infine, dagli operatori del settore emerge in

generale il sentiment che la politica abbia in qualche modo imposto una transizione ecologica e tecnologica a cui il settore sarebbe probabilmente comunque giunto da sé, ma con tempi più consoni alle sue logiche industriali. E soprattutto portando altre e diverse possibilità tecnologiche che, in un processo evolutivo industriale più naturale, si sarebbero potute sviluppare e intraprendere. Oltre a spiegare gli ingenti investimenti in R&D messi in campo dalle Case automobilistiche, i tempi stretti imposti per la transizione stanno quindi anche avendo l’effetto di portare nuovi player sul mercato, realtà che ieri erano semplici start-up e che in poco tempo sono giunte ad avere volumi di produzione di veicoli significativi. Un altro trend che per Pneumax rappresenta un’ulteriore nuova opportunità.

Gestione e controllo intelligenti

Nell’ambito della BU Automazione Industriale in generale, Pneumax è concentrata nello sviluppo di prodotti che integrano tecnologie digitali per consentire la gestione e il controllo sempre più intelligente dei sistemi pneumatici. Cercando quindi di sviluppare soluzioni che rispondano alla crescente domanda di flessibilità da parte dei clienti, oltre ad aumentare la semplicità d’uso dei sistemi grazie, ad esempio,

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L’offerta di soluzioni Pneumax per l’Automazione di Processo, per l’automotive l’azienda progetta e produce una gamma completa di prodotti riguardanti il processo BIW. Nella pagina accanto, il modulo multiprotocollo serie PX e le elettrovalvole nella versione EVO con elettronica integrata.

R&D, brevetti e partnership

Innovare per Pneumax è la capacità di sviluppare prodotti in un ’ecosistema‘ che favorisca l’innovazione strutturata e continua, connettendo le esperienze e competenze di tutti gli attori interni ed esterni all’azienda. Questo include anche la collaborazione con le Università e i centri di ricerca, che per l’azienda sono una parte fondamentale del mercato e che, in Italia, offre non solo laboratori di eccellenza ma anche competenze di massimo livello e tra i migliori ricercatori al mondo. Altra cosa è poi la capacità di immaginare sistemi multidisciplinari, coinvolgendo anche altre aziende nel processo di sviluppo del prodotto grazie alla capacità di creare partnership industriali, nella convinzione che mettendo insieme diverse competenze nei rispettivi campi di pertinenza si possa fare la differenza. L’azienda investe moltissimo nella propria R&D, che si occupa anche di definire soluzioni customizzate per i singoli clienti: molta attività di studio e sviluppo è propedeutica alla caratterizzazione, ai test e alle certificazioni richieste per le specifiche applicazioni dei clienti, che nel loro insieme indicano trend e tendenze su cui poi avviare ragionamenti nella R&D pura. Il Technical Department R&D e il Quality Department in Pneumax.

a tempi di set-up e di programmazione ridotti. A questa esigenza risponde la nuova gamma EVO di isole di valvole modulari di Pneumax, presentata all’ultima Hannover Messe e dotata di una nuova elettronica che permette ai prodotti di funzionare su qualsiasi piattaforma di pneumatica, anche di terze parti. “Alla base dello sviluppo della nuova gamma EVO c’è stata la volontà di fornire una soluzione che rappresentasse il concetto stesso di ‘controllo’ da parte di Pneumax, con una elettronica unificata, modulare e predisposta per interfacciarsi con tutti i protocolli di comunicazione in modo semplice ed efficiente. Questo approccio ci ha permesso inoltre di ovviare alle problematiche legate all’approvvigionamento di componenti elettronici che hanno caratterizzato il mercato negli ultimi anni - racconta Cattaneo -. Abbiamo pertanto fatto un totale reset e calato tutte le nostre forze in campo per sviluppare un’elettronica nuova, un linguaggio e una modalità di gestione comune delle nostre valvole. Abbiamo così ottenuto un deciso upgrade delle caratteristiche del nostro prodotto dal punto di vista elettronico, rendendolo estremamente flessibile al punto che può vivere anche in modalità stand-alone, senza pneumatica, o con qualsiasi tipo di pneumatica collegata”. Tutte le famiglie di isole di valvole Pneu-

max oggi possono quindi essere gestite da un’unica piattaforma comune, in grado anche di interfacciarsi con prodotti terzi. Per i clienti questo significa avere un’unica piattaforma di sviluppo per cui, anche a fronte di architetture pneumatiche eterogenee, integrando i sistemi Pneumax nei loro PLC i clienti avranno sempre un tipo di configurazione da gestire assolutamente omogeneo. Rendendo molto più semplice la vita di programmatori e softwaristi.

Trasversalità dell’innovazione Pneumax è impegnata anche nell’acquisire know-how e competenze nella gestione dei campi magnetici, mirata allo sviluppo di nuovi solenoidi e sistemi di attuazione elettromeccanica. “Per aumentare le nostre competenze in questo ambito abbiamo avviato una ricerca con le università - spiega Cattaneo -. La migliore comprensione della gestione dei campi elettromagnetici è infatti un altro modo per rendere più efficiente l’uso dell’energia, portando quindi innovazione. Molti dei brevetti che stiamo sviluppando afferiscono a domini classici come quello della meccanica, che è strettamente legato a competenze di dominio che sono prerogativa di Pneumax. A questo riguardo, mi preme rilevare come il digitale sia certamente foriero di innovazione, e anche noi siamo attivi su quel fronte, ad esempio,

con il nostro nuovo sensore unificato che riesce a leggere tutte le tipologie di performance. La digitalizzazione però è solo una parte dell’innovazione, che nel complesso può invece ancora venire da idee e progetti che nascono dall’incontro di competenze in ambiti molto tradizionali, quali sono appunto la meccanica o lo studio dei campi elettromagnetici”. E Pneumax, con tutte le novità di prodotto, i brevetti e i trend di ricerca su cui muove la propria R&D, rappresenta oggi in maniera esemplare proprio questa trasversalità dell’innovazione, che vale anche in tempi di industria intelligente e interconnessa. “Oggi anche il termine meccatronica è tanto inflazionato quanto quello di Industria 4.0 - osserva in conclusione Cattaneo -, ma in pratica si parla della capacità di essere sistemisti di parti meccaniche e di parti elettroniche. L’aumento della tipologia di sensori e di informazioni che è possibile ottenere rende poi certamente il lavoro del sistemista ancora più creativo. A far la differenza nello sviluppo di un prodotto è allora la capacità di poter fare un ragionamento orizzontale su tante discipline. Motivo per cui occorre crescere in modo esponenziale in competenza, per poter avere la massima capacità di visione nello sviluppo di nuovi sistemi”. @lurossi_71

32 progettare 457 • ottobre 2023 SCENARI
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La vocazione green di Vuototecnica

Da sempre Vuototecnica si distingue per la vocazione green, riscontrabile nelle sue soluzioni: dall’utilizzo dei materiali fino al loro perfetto dimensionamento e alla loro conseguente positiva incidenza sull’impianto. Un esempio di risparmio energetico arriva dal gruppo di alimentazione Vacumanager serie VM: un circuito integrato elettropneumatico, nato per l’alimentazione e la gestione di generatori di vuoto. Ce ne parla Davide Bosi, direttore commerciale di Vuototecnica

Con la produzione di una vasta gamma di componenti per il vuoto, Vuototecnica ha da sempre fatta propria la vocazione all’innovazione tecnologica e ad un ap-

proccio green: dall’utilizzo dei materiali fino al perfetto dimensionamento del prodotto e alla sua incidenza sul risparmio energetico dell’impianto. “Alla base della

progettazione dei prodotti Vuototecnica c’è prima di tutto la qualità dei materiali che permette un utilizzo prolungato nel tempo – esordisce Davide Bosi, direttore

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SCENARI

commerciale dell’azienda -. Per molte applicazioni non c’è bisogno di cambiare di frequente eiettori o ventose. Già di per sé questi aspetti rappresentano una controtendenza in questo mondo in cui tutto diventa usa e getta. I pezzi Vuototecnica sono resistenti nel tempo e sempre efficaci. I generatori di vuoto, uniti agli altri accessori per la regolazione del vuoto, permettono il semplice utilizzo di aria compressa, andando a ridurre il consumo energetico”.

L’approccio alla sostenibilità di Vuototecnica è garantito dalla partnership con diverse aziende clienti, nell’ottica di una riduzione dei costi dell’energia e dell’aria compressa o in applicazioni green nell’ambito del packaging, del food e di diversi altri settori industriali. “Tuttavia, anche gli impianti del vuoto spesso vengono utilizzati male, ovvero sono sovradimensionati o trascurati per mancanza di conoscenza delle nuove tecnologie di generazione del vuoto, con conseguente eccessivo consumo di energia”, aggiunge il direttore commerciale. In un impianto di generazione del vuoto, il corretto dimensionamento e un adeguato equipag-

giamento portano spesso a un risparmio del 50% dell’energia ed a una drastica riduzione dell’usura e della manutenzione delle pompe per vuoto. “Vuototecnica si pone come interlocutore per migliorare le condizioni di utilizzo degli impianti dei clienti e dunque l’efficienza”, indica Davide Bosi. Un esempio in questo senso è il gruppo di alimentazione Vacumanager serie VM.

Manager del vuoto

Le unità Vacumanager serie VM sono dei circuiti integrati, elettropneumatici, nati per l’alimentazione e la gestione di generatori di vuoto, sia singolo stadio sia multistadio. “L’unità Vacumanager è un manager per il vuoto perché è pensato come un circuito elettro-pneumatico di

comando autonomo con tutti i componenti per la generazione del vuoto e del contro-soffio in un impianto di manipolazione dotato di ventose e alimentato da generatori di vuoto pneumatici – annuncia Davide Bosi -. Una vera rivoluzione in termini di organizzazione e controllo del lavoro con il vuoto e di efficienza”.

L’unità VM racchiude in un corpo/distributore (ricavato dal pieno dell’alluminio e anodizzato) un vacuostato digitale con display, una valvola di alimentazione per aria compressa, una valvola di contro-soffio, un regolatore di flusso per la valvola di contro-soffio. La soluzione è in grado di calcolare il corretto flusso di portata, della pompa o del generatore, per l’innesco operativo dei sistemi di presa.

“In abbinamento ai cavi Energy saving

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Davide Bosi, direttore commerciale di Vuototecnica, e l’unità Vacumanager.

di Vuototecnica, rappresenta la miglior soluzione in termini di efficientamento energetico – continua Bosi -, in quanto limita il consumo dell’aria compressa che alimenta i generatori di vuoto pneumatici al tempo strettamente necessario per lo svuotamento delle coppe delle ventose”. Vacumanager è una soluzione di risparmio energetico ancor più sentita e apprezzata in tutte le manipolazioni con ventose per prodotti di ottima tenuta o con micro-porosità (lamiere, vetro, pannelli impiallacciati in legno o di plastica ecc).

Le unità Vacumanager sono ideali per la gestione dei sistemi di presa Octopus dotati di generatori di vuoto pneumatici e di valvole autoescludenti e in generale in tutti i casi in cui ci sia bisogno di un controllo e di un efficientamento di un sistema di presa con il vuoto.

Produzione sostenibile

Uno dei fiori all’occhiello di Vuototecnica è il corposo catalogo che racchiude tutta la sua produzione e nel quale, a conferma della vocazione ecosostenibile dell’azien-

Leader nella tecnologia del vuoto

Vuototecnica è oggi tra i leader in Europa nelle tecnologie per creare e gestire il vuoto. Fondata da Giuliano Bosi, l’azienda di Beverate di Brivio, in provincia di Lecco, vede oggi alla guida anche la seconda generazione della famiglia con il direttore commerciale Davide Bosi. La collaborazione con aziende di primissimo piano nei loro mercati di riferimento, unitamente a un ampio know-how maturato negli anni, ha portato Vuototecnica a fare del miglioramento costante la sua ragione d’essere. Concetti come qualità del prodotto, soluzione su misura e versatilità nelle operazioni sono considerati ormai profondamente interiorizzati nella cultura aziendale. Formazione, digitalizzazione e sostenibilità sono tra i capisaldi che caratterizzano la mission che da sempre contraddistingue Vuototecnica. La formazione, nel dialogo con i distributori-partner e nella volontà di trovare progetti di crescita sul territorio. La digitalizzazione, che si è realizzata in diversi progetti nel corso dell’anno scorso (per esempio con la creazione di schermi digitali per il controllo remoto di depressori e altri dispositivi) e che è anche uno dei focus per il 2023. La sostenibilità, infine, è l’orizzonte ideale da cui non distogliere mai lo sguardo: Vuototecnica rimane forte dell’efficienza energetica insita nell’utilizzo del vuoto e lavora in direzione di un miglioramento di questa qualità.

da, è difficile non trovare prodotti che non siano in qualche modo improntati alla sostenibilità. È il caso dei portaventose con valvole autoescludenti o dei riduttori in grado di mantenere il grado di vuoto in maniera costante. O ancora delle pompe pneumatiche aspiranti prementi PA/PS che permettono di risparmiare fino al 40% di aria compressa e dei generatori di vuoto AVG a risparmio energetico.

“Già di per sé il vuoto è sinonimo di un approccio green ma bisogna saperlo utilizzare al meglio – commenta Davide Bosi -. Nel 60% dei casi le pompe per vuoto operano ininterrottamente anche quando l’automatismo o l’impianto presso il quale sono installate non necessita di vuoto. Questo comporta uno spreco d’energia, un’usura precoce ed una costante manutenzione onde evitare problematiche di fermo macchine. E quindi anche dei costi che incidono sull’economia d’esercizio dell’impianto. In questo caso interveniamo in aiuto del cliente permettendogli di ammortizzare la spesa entro l’anno, grazie ai nostri prodotti, veramente green e personalizzati sulle esigenze di ogni realtà”. L’attenzione green di Vuototecnica è un elemento caratterizzante anche dello svi-

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SCENARI
Cavo energy Savings + Vacumanager + Sistema di presa Octopus con valvole autoescludenti.

luppo dei prodotti per il prossimo futuro. “Gli economisti sembrano essere quasi tutti d’accordo: dopo la pandemia, il mondo non è più lo stesso. C’è chi dice che la crescita rallenterà, c’è chi dice che le risorse saranno semplicemente allocate altrove. Quello che è certo è che una domanda insiste con forza ed è quella legata all’energia - conclude il manager -. I consumatori e gli investitori si orienteranno verso un’era di attività legate all’investimento responsabile (IR) che perseguono, cioè, gli obiettivi tipici della gestione finanziaria tenendo in considerazione però anche aspetti di natura ambientale e sociale. Vuototecnica si avvierà su questa strada, sia nell’ideazione di nuovi prodotti, in collaborazione con i clienti finali, sia in virtù di un maggiore investimento nella green economy. Guardando al nostro passato, green ‘ante litteram’, siamo sempre certi di non perdere di vista il futuro”.

@lurossi_71 La Vacumanager unit abbinata al sistema di presa Octopus.

L’appuntamento europeo sulla simulazione multifisica

Torna ad essere organizzata in presenza la conferenza europeo, e non solo, sulla simulazione multifisica, che quest’anno Comsol organizza a Monaco di Baviera dal 25 al 27 ottobre. Tre giorni di scambio di esperienze e aggiornamento sulle competenze professionali, che farà incontrare il mondo delle aziende e quello della ricerca. La rivista Progettare è stata scelta come media sponsor dell’evento

RENATO CASTAGNETTI

Dal 25 al 27 ottobre, ingegneri e ricercatori provenienti da ogni parte d’Europa (e non solo) si ritroveranno al nuovo Science Congress Center del celebre campus di ricerca di Garching, a Monaco di Baviera, per tre giorni dedicati alla simulazione multifisica nel primo importante evento in presenza organizzato da Comsol. L’agenda di ciascuna giornata include minicorsi, presentazioni di

utenti del software Comsol Multiphysics® e keynote di aziende leader di settore. La rivista Progettare è media sponsor dell’evento.

“Questo evento è sempre stato un appuntamento imperdibile per i nostri utenti e per quanti sono desiderosi di avvicinarsi al mondo della simulazione - racconta Daniele Panfiglio, managing director della sede italiana di Comsol -. Si tratta di un’occasione

importante di scambio, di aggiornamento delle proprie competenze professionali o semplicemente di ispirazione per il proprio lavoro.” Più di tutto, la conferenza è un momento prezioso per incontrare di persona e condividere esperienze con colleghi da ogni Paese, accomunati dall’interesse per la modellazione e la simulazione numerica. Alla conferenza partecipano aziende, università,

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SCENARI

enti di ricerca che, pur operando nei settori più diversi (automotive, farmaceutico, alimentare, energetico ecc.), condividono obiettivi di innovazione tecnologica, ottimizzazione dei progetti già esistenti ed esplorazione di nuovi ambiti di ricerca. “Questi obiettivi possono essere raggiunti solo con lo studio, la ricerca e l’analisi sempre più fedele e precisa dei fenomeni fisici che avvengono nel mondo reale. E il supporto di strumenti tecnologicamente avanzati è fondamentale, in questo senso - spiega Daniele Panfiglio - Un software di simulazione come Comsol Multiphysics rappresenta un valido aiuto per ‘comprendere, prevedere, innovare e ottimizzare’, anche in un’ottica di sostenibilità ed efficienza dei processi produttivi”.

Testimonianze degli utenti

Anche quest’anno centinaia di abstract sono stati inviati dagli utenti Comsol che hanno accettato di condividere i risultati ottenuti grazie al proprio lavoro di simulazione. Un Program Committee internazionale, costituito da esperti di modellazione in ambito industriale (incluse alcune aziende italiane del calibro di STmicroelectronics, Tetra Pak, Prysmian ed ENI) o accademico, si è poi occupato di valutare le proposte pervenute e di selezionare le più interessanti per la sessione poster e le presentazioni orali. I lavori più significativi saranno premiati durante la cerimonia di Best Paper e Best Poster Award il 26 ottobre. “L’ascolto diretto di esperienze raccontate in

prima persona da altri utenti del software rappresenta un importante stimolo per la ricerca di nuove soluzioni progettuali e lo sviluppo di nuove idee - continua Panfiglio -. Alcuni clienti ci raccontano che, talvolta, un’idea innovativa può nascere dalla contaminazione tra diversi saperi e tra ambiti di ricerca apparentemente distanti tra loro”. Il programma della conferenza prevede anche keynote di aziende leader di settore, tra cui Unox (per l’Italia), Inficon (Liechtenstein) e Meta (Stati Uniti), che presenteranno la propria esperienza di simulazione nella realizzazione di progetti all’avanguardia.

I minicorsi

La conoscenza delle tecniche di modellazione è un altro elemento chiave per sfruttare al meglio le potenzialità di Comsol Multiphysics. Per questo, tutti i partecipanti alla Conferenza avranno la possibilità di seguire minicorsi a scelta tra 40 argomenti proposti, in base all’ambito di interesse e alle esigenze di simulazione. Le macro-aree interessate riguardano: flusso di lavoro, elettromagnetismo, meccanica strutturale e acustica, fluidodinamica e termica, ingegneria chimica, interfacciamento con altri software.

“I minicorsi proposti alla conferenza sono pensati sia per gli utenti esperti sia per coloro che hanno appena iniziato a usare il software. È importante mantenersi aggiornati sulle funzionalità incluse nei diversi moduli, perché i nostri sviluppatori

lavorano incessantemente per migliorare le prestazioni del software, aggiungendo nuove feature e perfezionandone altre, anche sulla base di feedback e suggerimenti ricevuti dagli utenti stessi. Solo conoscendo a fondo le potenzialità del software è possibile sfruttarne a pieno le capacità e ricavarne un reale beneficio. Ed è compito nostro far comprendere agli utenti il valore dei prodotti che offriamo”, spiega Panfiglio. A questo proposito, le applicazioni incluse nella libreria di modelli all’interno del software rappresentano un chiaro esempio di come il lavoro degli sviluppatori Comsol sia influenzato dalle esigenze degli utenti e finalizzato a un uso sempre più esteso della simulazione multifisica. “Non dimentichiamo, inoltre, le potenzialità offerte dalle app di simulazione e da prodotti come Comsol Server™ e Comsol Compiler™, che permettono la condivisione dei propri modelli con i diversi soggetti coinvolti nell’iter di progettazione e produzione. La conferenza sarà l’occasione anche per vedere esempi concreti d’uso di questi strumenti nel lavoro quotidiano dei nostri utenti”, conclude Panfiglio.

Al termine dell’evento, infatti, i lavori presentati (sia i poster sia le presentazioni orali) saranno pubblicati sul sito dell’azienda e resi accessibili a chiunque volesse consultarli.

Per ulteriori informazioni e per registrarti alla conferenza di Monaco 2023: https:// www.comsol.it/conference/munich

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Alfamatic investe nel ri-design dell’intera gamma

Dopo lo scorso anno di grande crescita, Alfamatic si appresta a completare il ri-design del suo portafoglio di prodotti che vede interessare le presse pneumo-idrauliche OP, quelle pneumoidrauliche a leva manuale MOP e quelle elettriche. In parallelo si rafforza la strategia di marketing e commerciale per aumentare la penetrazione sul mercato italiano e poi guardare a quello internazionale. Ce ne parla Eugenio Colombo, sales manager di Alfamatic

“La crescita che abbiamo riscontrato da fine 2021 a tutto il 2022 è stata davvero intensa, con un aumento negli ordinativi tale da richiederci di concentrare e dedicare tutte le forze e risorse per soddisfare la forte domanda - esordisce Eugenio Colombo, sales manager Alfamatic -. L’andamento positivo

sta proseguendo anche nel 2023”. Nel frattempo, Alfamatic ha continuato nel percorso di evoluzione tecnologica dei prodotti in portafoglio, in una logica di piattaforma modulare, con il completamento del ri-design anche della gamma più tradizionale delle presse pneumoidrauliche OP che si affiancano alle

soluzioni di presse elettriche. Alfamatic ha anche potenziato l’organizzazione commerciale e marketing, avviando una strategia di scouting digitale per ampliare il proprio presidio sul mercato nazionale, ponendo le basi per poi ampliare la sua penetrazione commerciale al di fuori dell’Italia.

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SCENARI

Crescita intensa L’incremento negli ordinativi in Alfamatic tra il 2021 e il 2022 ha fatto seguito a un 2020, l’anno del Covid, in cui l’azienda aveva sostanzialmente mantenuto il proprio posizionamento di mercato. Nei due anni seguenti la crescita notevole degli ordini in Alfamatic ha quindi riflettuto un fenomeno comune che ha riguardato anche molte altre realtà sul mercato nello stesso periodo. “È stata davvero una crescita che ha messo a dura prova la nostra struttura organizzativa - racconta Eugenio Colombo - in quanto, essendo una piccola azienda, ha richiesto tutto il nostro impegno per poter soddisfare il forte incremento di richieste, che è stato nell’ordine del 30-40%”. L’aumento di ordinativi è giunto in particolare dal settore automotive, nello specifico dal segmento della mobilità a due ruote, mezzi di locomozione leggeri quali scooter, moto e motorini in cui Alfamatic è storicamente molto ben posizionata,

servendo tutti i più importanti Gruppi che operano nel comparto a livello italiano. Una crescita che è confermata anche dai numeri record delle immatricolazioni in Italia di moto e scooter, tendenza che è andata via via sviluppandosi con il Covid e che ancora non accenna a diminuire.

“In alcuni momenti ci siamo anche chiesti da dove venisse quella domanda - continua Colombo -, in quanto di fatto non si producevano modelli nuovi, per una questione di aumento dei costi di piattaforma, a causa della mancanza di ricambi e particolari per cui le aziende non potevano assemblare. Eppure, continuavano ad acquistare macchinari”.

Logica di piattaforma

Sul fronte del prodotto, Alfamatic sta proseguendo nel completamento di un percorso di evoluzione tecnologica iniziato nel 2012 e che nel 2015 ha portato alla presentazione della gamma di presse elettriche. L’impegno profuso nell’ambito

della tecnologia elettrica ha, infatti, portato a un nuovo approccio nella concezione dei prodotti in Alfamatic, improntata alla logica di piattaforma modulare adottata dalle Case automobilistiche. Questo approccio, negli anni scorsi, ha dapprima portato a investire nella completa revisione della gamma delle presse MOP, soluzioni pneumo-idrauliche a leva manuale. Oggi, ispira invece il re-design dell’intera gamma delle presse pneumo-idrauliche OP, la tipologia di prodotto tecnologicamente più tradizionale nell’offerta di soluzioni Alfamatic.

“Si tratta di un’evoluzione che porterà sensibili benefici ai clienti - afferma Eugenio Colombo -, consentendo di avere prezzi molto più vantaggiosi e competitivi accompagnati da un notevole aumento della qualità e semplificazione della proposta”. Di fatto, fino a ieri la gamma di presse OP di Alfamatic contava molteplici modelli, per un totale di sette taglie di pressa e ciascuna avente una sua strut-

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Eugenio Colombo, sales manager di Alfamatic, e uno scorcio dell’officina.

tura di supporto e componentistica. In futuro, la gamma OP includerà invece tre piattaforme standard diverse che, grazie a opportune scelte tecniche, potranno essere declinate per ottenere tutte le diverse varianti, con tutte le taglie e potenze di spinta che l’azienda propone sul mercato. Tanto per fare un esempio, se oggi la gamma OP comprende tre presse con forze di spinta rispettivamente da 1, 3 e 5 t, domani ci sarà un’unica piattaforma taglia uno che potrà essere declinata nelle tre diverse tipologie.

Il percorso di evoluzione e di vero e proprio cambio di paradigma tecnologico intrapreso negli ultimi anni in Alfamatic ha quindi portato con il tempo a una sofisticazione sempre crescente dei prodotti dell’azienda, richiedendo pertanto nuove competenze a livello di ingegneria che hanno trasformato l’ufficio tecnico. Qui l’azienda ha infatti investito fortemente negli ultimi anni, con l’inserimento di

nuovi ingegneri iniziato nel 2017, percorso che è proseguito nel 2020 e che continuerà quest’anno con l’introduzione di ulteriori risorse, andando ulteriormente a potenziare l’area tecnica e di ricerca e sviluppo, fondamentale sia dal punto di vista della progettazione che del miglioramento del prodotto, così come per lo sviluppo di nuove soluzioni.

Canali digitali

Alfamatic ha anche avviato un’importante strategia sul fronte della propria organizzazione commerciale e marketing, con l’ingresso innanzitutto della figura di responsabile marketing che avrà anche il compito di sviluppare azioni di scouting commerciale grazie alle piattaforme telematiche e ai canali digitali. L’azienda ha in tale prospettiva da poco rinnovato il proprio sito web, arricchendolo di contenuti, manuali, informazioni sui prodotti, schede tecniche e video, con l’obiettivo di

facilitare l’accesso per i clienti alle informazioni. Instaurando così un più stretto collegamento con i clienti”.

Controllo avanzato in elettrico Alfamatic da più di 10 anni ha ampliato la propria offerta di presse costruendo un forte know-how tecnologico e applicativo anche nelle soluzioni elettriche. I forti investimenti messi in campo in questo ambito dall’azienda hanno portato di recente al lancio della nuova soluzione press-right, strumento di controllo per pressatura a zero difetti. Il sistema dedicato alle presse elettriche consente di effettuare controlli con una qualità unica nel suo genere, tale da riposizionare Alfamatic all’interno del mercato delle presse elettriche compiendo un passo avanti anche rispetto alla concorrenza in questo specifico segmento.

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@lurossi_71
La pressa elettrica EP: il cilindro elettrico è il cuore del sistema mentre il cervello è Press Right, che sovraintende al funzionamento della pressa e permette il controllo della qualità sul 100% della produzione.
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MERCATO

46 Tiene il mercato nel primo semestre

G. Gorizia

AUTOMAZIONE

48 Capacità di innovare

L. Tibiletti

SOFTWARE

42 Simulare per innovare

S. Baars

AUTOMAZIONE

56 Movimenti fluidi nella moderna agricoltura

F. Astore

MECCANICA

60 Più efficienza con sospensioni hi-tech

A. Sacconi

OLEOIDRAULICA

64 Veloce il collegamento macchina-attrezzatura

S. Spoto

OLEODINAMICA

68 Una macchina, tante funzioni

R. Vetta

MATERIALI

72 Sicurezza e qualità nella gestione dei fluidi idraulici

E. Castello

OLEODINAMICA

76 Micro, dalle prestazioni maxi

M. Sala

MECCANICA

80 Sistemi di tenuta in campo

A. Zambelli

DESIGN

82 Scende in campo l’innovazione e la sicurezza

A. Alessandri

SCENARI

86 4x4 elettrico multifunzione

A. Alessandri

64 76 86
SOMMARIO
SPECIALE INDUSTRIA MACCHINE AGRICOLE

Tiene il mercato nel primo semestre

I dati sulle vendite in Italia indicano un passivo per le trattrici e una crescita per le altre tipologie, ma le immatricolazioni si riferiscono in parte a mezzi prenotati nel 2022. In esaurimento gli incentivi 4.0, che hanno spinto molto gli acquisti negli ultimi anni. L’attesa dei nuovi strumenti di sostegno rallenta il mercato

Il mercato nazionale delle macchine agricole chiude il primo semestre dell’anno con un calo delle trattrici e dei rimorchi, e con crescite differenziate per le altre tipologie di macchine. I dati elaborati da FederUnacoma, sulla base delle immatricolazioni fornite dal Ministero dei Trasporti, indicano un decre -

mento dell’8,5% per le trattrici (10.117 unità immatricolate nei sei mesi) e del 4% per i rimorchi (4.160 unità), mentre in crescita risultano le mietitrebbiatrici (+30,6% a fronte di 282 macchine), le trattrici con pianale di carico (+21,9% per 339 mezzi) e i sollevatori telescopici (+16,6% per 647 unità). Comples-

sivamente, il mercato nazionale mostra una certa tenuta, giacché il calo delle trattrici può essere considerato ancora un assestamento rispetto alla crescita record registrata nel 2021 (+36%), e che il numero complessivo di unità vendute nel semestre si mantiene ancora superiore rispetto al 2019.

46 progettare 457 • ottobre 2023
MERCATO
GIOVANNI GORIZIA

Calo degli acquisti

La presidente FederUnacoma

L’assemblea generale di FederUnacoma, l’associazione che in seno a Confindustria rappresenta le case costruttrici di macchine agricole, ha eletto come presidente Maria Teresa Maschio (in foto), che subentra così ad Alessandro Malavolti, in carica dal 2017. Amministratore delegato di Mascar, azienda vicentina specializzata nella produzione di tecnologie per la fienagione e la semina, Maria Teresa Maschio è la prima presidente donna di FederUnacoma. Laureata in relazioni pubbliche presso lo Iulm di Milano, madre di due figlie, la presidente ha già ricoperto la carica di consigliere della Federazione e partecipato attivamente alla vita associativa. Inoltre, l’assemblea generale, che si è tenuta nel Palazzo di Varignana (BO), lo scorso luglio, ha assegnato anche le cariche delle sette associazioni di settore che fanno parte della Federazione.

La Federazione dei costruttori ritiene, tuttavia, che l’andamento delle immatricolazioni in questa prima metà del 2023 sia, più che la conseguenza di una vendita reale di macchinario agricolo, il riflesso delle prenotazioni che sono state effettuate negli ultimi mesi del 2022 e

che, viste le difficoltà lo scorso anno ad evadere gli ordini nei tempi, possono essere perfezionate fino a settembre 2023. Il monitoraggio del mercato nel primo semestre, realizzato dall’ufficio studi di FederUnacoma, sembra in effetti indicare, al di là delle statistiche d’immatricolazione, un calo significativo degli acquisti.

La riduzione delle aliquote per gli investimenti in macchinari 4.0 nel 2023 sta infatti provocando un rallentamento delle vendite, osserva la Federazione, e questo si prevede emergerà in modo più evidente negli ultimi mesi dell’anno. Per evitare una flessione significativa nel bilancio finale, FederUnacoma chiede che venga opportunamente rifinanziato il sistema di incentivi (4.0, PSR, Legge Sabatini, nuovo fondo per l’Innovazione e Pnrr per quelle tipologie di macchine attualmente finanziabili), che ha consentito al mercato Italia di crescere negli ultimi quattro anni e di agganciare un trend positivo che si sta registrando a livello globale. Negli ultimi sei anni il mercato mondiale delle trattrici è infatti passato da 1,9 milioni di unità a circa 2,5 milioni, e il valore complessivo del mercato delle macchine agricole, comprendente oltre alle trattrici le macchine operatrici, le attrezzature, i ricambi e la componentistica, ha raggiunto il livello record di 160 miliardi di euro.

progettare 457 • ottobre 2023 47 SPECIALE INDUSTRIA MACCHINE AGRICOLE

Capacità di innovazione

Hydac lavora a stretto contatto con i principali costruttori di macchine agricole in tutto il mondo sulla strada che porta verso la sostenibilità, l’efficienza energetica e l’e-mobility. Qui di seguito alcune soluzioni dedicate al mondo agricolo 4.0

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LUCA TIBILETTI AUTOMAZIONE

La sfida verso l’elettrificazione e la sostenibilità dei mezzi agricoli impone ai costruttori di ripensare strategie e metodologie progettuali. Nel campo dei motori elettrici Hydac è in grado di supportare efficacemente gli utilizzatori: in quest’ottica dal 2022 la società Engiro è entrata a far parte del gruppo con motori IPM. Tali motori si caratterizzano per l’elevata densità di potenza e per la vasta scelta di modelli: da 48 V a 800 V e da 5 fino a 550 kW. Nel campo delle batterie emerge sempre di più la necessità di avere soluzioni flessibili e personalizzabili, come i pacchi di batterie al litio Invenox. Grazie a un sistema brevettato le celle non sono saldate ma collegate attraverso cuscinetti conduttivi ricavati su PCB in Fantastium. Questo materiale offre notevoli vantaggi: elevata resistenza alle vibrazioni (fondamentale sui mezzi in oggetto), la customizzazione del pacco batterie su specifiche del cliente e la sostituzione delle celle in modo semplice e veloce. Un’altra novità in questo campo è rappresentata dal HYHLA, un cilindro elettroidraulico ibrido

INDUSTRIA MACCHINE AGRICOLE

personalizzabile in termini dimensionali e di forza/velocità. Integra gruppo motopompa, valvole di controllo ed elettronica senza la necessità di serbatoio o riserva d’olio aggiuntivi. Rispetto ai sistemi tradizionali offre maggiore densità di potenza (dimensioni minori a parità di forza applicata), manutenzione ridotta, possibilità di recupero dell’energia e, non da ultimo, la facile installazione grazie al sistema di plug & play. In ambito power generation sono diverse le soluzioni che Hydac propone per l’ottimizzazione della distribuzione di potenza e il risparmio energetico. È il caso dell’elettropompa DVA progettata per le funzioni idrauliche nelle macchine elettrificate. Oltre a essere disponibile in diversi voltaggi e con molteplici unità elettroniche/idrauliche di controllo può dialogare con i più moderni protocolli CAN.

Soluzioni personalizzate ed efficienti

L’adozione di soluzioni personalizzate, compatte ed efficienti è un trend sempre meno futuristico e si configura come una necessità nel presente.

Anche per queste ragioni i tecnici di Hydac progettano, provano e realizzano soluzioni ad hoc in grado di accrescere la produttività e l’efficienza energetica delle macchine da anni. La progettazione di blocchi oleodinamici interamente personalizzabili viene effettuata per rispondere al meglio alle richieste tecnologiche dei mezzi in una logica di integrazione funzionale al sistema macchina. L’ottimizzazione delle funzioni idrauliche nell’offerta di Hydac passa anche dall’adozione di pompe a pistoni a cilindrata variabile e di distributori load-sensing, capaci cioè di regolare nel modo più corretto le portate e la pressione delle diverse funzioni. Da sempre poi Hydac pone grande attenzione allo sviluppo di sospensioni idropneumatiche per assali e cabine sospesi di ultima generazione. In particolare, le sospensioni cabina FDE 3 sono state migliorate per il massimo comfort e le sospensioni per assali grazie alle elevate performance raggiunte potenziano la frenata e la tenuta di strada del veicolo, assicurando in ultima analisi una maggiore

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SPECIALE
Motori IPM di Engiro. Si caratterizzano per l’elevata densità di potenza: da 48 a 800 V e da 5 fino a 550 kW. Batterie al litio Hydac Invenox.

AUTOMAZIONE

sicurezza del veicolo e dell’operatore. Un’altra risposta all’efficienza arriva dalla filtrazione. La Tank Optimization e i nuovi filtri TRU riducono le dimensioni dei serbatoi e il fabbisogno di olio dei mezzi, mobili e non solo, migliorando la qualità di filtrazione dell’olio e allungandone la vita.

La sensoristica smart

Lo smart sensing è una necessità anche in ambito off highway vehicles a cui l’elettronica di Hydac risponde con un’ampia gamma che va dalla sensoristica smart ai dispositivi di comando e controllo. Tra la sensoristica smart troviamo soluzioni sviluppate per monitorare lo stato dei fluidi, facilitare la manutenzione e allungare la vita delle

componenti. In particolare, ne citiamo due: il Virtual Fluid Lab (VFL) e l’Hydac Lab (HLB, con protocollo di comunicazione Can-Open). VFL è un sensore capace di misurare la vita residua dell’elemento filtrante, mentre l’HLB, sulla base di grandezze intrinseche, misura lo stato di invecchiamento del fluido. Entrambi i sensori aiutano a prevedere i guasti e consentono così di esercitare una manutenzione predittiva sui mezzi. TTConnect Wave permette di connettere il veicolo al cloud via wireless oppure con connessione dati cellulare a 4G. Essa è collegata all’unità elettronica di controllo (ECU) via CAN bus al fine di visualizzare sia le misure rilevate dai sensori sia quelle di diagnosi della ECU stessa.

In questo modo l’utente è in grado di conoscere in tempo reale e da remoto l’esatta posizione del mezzo, le condizioni operative e la presenza di eventuali situazioni problematiche. Hydac è attenta alle nuove istanze di sostenibilità ed economia circolare. Per questo l’azienda si propone di migliorare costantemente la propria offerta aumentando le performance, la densità di potenza, proponendo alimentazioni alternative, riducendo i consumi e ponendo attenzione alla sicurezza di mezzi e operatori nella progettazione di componenti e sistemi all’avanguardia per i mezzi di ultima generazione.

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L. Tibiletti, responsabile agricultural machines Hydac Italia. Sistema di filtrazione TRU rimuove acqua e aria dai serbatoi. Smart sensor HLB 1300 per misurare l’invecchiamento del fluido.

PERFORMANCE A TUTTO CAMPO

Filtro sul ritorno per montaggio su serbatoio, flusso olio nell’elemento filtrante esterno/ interno, adatto per tutte le applicazioni con olio minerale e acqua glicole. Pressione di lavoro fino a 8 bar (116 psi), portata fino a 900 l/min (238 gpm).

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Simulare per innovare

L’utilizzo della realtà virtuale per la progettazione risulta essere rapida ed economica. Per esempio, è possibile ottimizzare la geometria del serbatoio idraulico. Ciò permette di avere più spazio per una capacità extra della batteria. Inoltre, garantisce anche una serie di vantaggi: consumo di carburante ridotto e meno emissioni di CO2

Il passaggio all’elettrificazione delle macchine offre l’opportunità di sfruttare componenti idraulici riprogettati. L’utilizzo delle più recenti simulazioni al computer rende possibile, per esempio, ottimizzare il serbatoio idraulico: un’attività che non solo offre più spazio per una capacità extra della batteria, ma garantisce anche una serie di vantaggi aggiuntivi, tra cui consumo di carburante ridotto, meno emissioni di CO2 (per veicoli alimentati a diesel), maggiore sicurezza, minori costi di produzione, costi di manutenzione ridotti, minore impatto ambientale e riduzione del costo totale di proprietà.

La realtà virtuale

L’utilizzo della realtà virtuale per la progettazione e lo sviluppo è rapido ed economico e, sebbene non sostituisca le tradizionali operazioni di prototipazione e collaudo, può ridurre notevolmente i tempi di sviluppo e il numero di iterazioni necessarie, accelerando il time-to-market per gli OEM. Inoltre, le simulazioni suggeriscono i materiali più adatti, le tolleranze adeguate e i metodi di produzione più appropriati e tutto questo comporta un’efficiente gestione delle risorse di progettazione. L’ingegneria virtuale, in parti-

colare la fluidodinamica computazionale (CFD), è molto efficace nell’ottimizzare la progettazione dei serbatoi idraulici, cominciando con una drastica riduzione dell’aerazione. Tramite il flusso della linea di ritorno, i serbatoi idraulici sono soggetti a contaminazione da corpi estranei con proprietà chimico-fisiche diverse. Sebbene sia possibile separare i contaminanti solidi dal flusso d’olio mediante un filtro sulla linea di ritorno, quest’ultimo viene inevitabilmente attraversato da bolle d’aria che poi entrano nel serbatoio e infine nella linea di aspirazione. Per complicare

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SOFTWARE

ulteriormente le cose, il comportamento strutturale del serbatoio in risposta alla pressione del flusso e a carichi termici variabili costituisce un problema di tipo multi-fisico che implica gli aspetti legati a oscillazione del liquido, formazione di bolle, turbolenza, trasmissione del calore e dinamiche strutturali.

Lo studio

Un recente caso di studio condotto dal Filtration group di Parker Hannifin ha illustrato i vantaggi che la CFD può offrire nell’ottimizzazione del processo di progettazione e sviluppo di un serbatoio idraulico. In primo luogo, si consideri che la configurazione di ingresso di un serbatoio idraulico ha un’influenza diretta sul modello di flusso complessivo e influisce sulla forza che agisce sulle superfici interne del serbatoio. Nell’ambito dello studio, Parker ha progettato il serbatoio in modo che abbia il potenziale di alterare il posizionamento dell’imbuto. Il team ha potuto studiare l’effetto delle proprietà di ingresso sul modello di flusso attraverso cinque configurazioni: imbuto a 0° (con fondo aperto angolato), imbuto a 90°,

imbuto a 180°, imbuto perforato a 0° e imbuto perforato con fondo piatto. Le simulazioni al computer hanno prodotto risultati interessanti, con differenze significative nella quantità di vortici, miscelazioni e oscillazioni del fluido idraulico. Da notare come la quantità di aria che raggiunge la regione critica si sia ridotta con la rotazione dell’angolo dell’imbuto. Inoltre, l’analisi della resistenza basata sulla pressione prevista dalla CFD impartita alle pareti interne del serbatoio ha incluso l’entità delle sollecitazioni risultanti e la deformazione del materiale strutturale. Questo ha consentito di identificare posizioni soggette a carichi/spostamenti critici e valutare la sicurezza strutturale. Ulteriori osservazioni utili risultanti dalle simulazioni riguardavano l’effetto della posizione dell’imbuto sulla distribuzione delle sollecitazioni di taglio, l’attrito della parete del serbatoio e il trasferimento di calore. Tra gli altri effetti, le strutture degli imbuti con flusso in uscita attraverso perforazioni hanno avuto un impatto significativo sulla quantità di moto del flusso, con conseguente miglioramento della distribuzione del flusso di olio all’interno del serbatoio.

I vantaggi reali

La CFD sta assumendo un’importanza sempre maggiore nel processo di progettazione e nelle attività di sviluppo, come l’ottimizzazione dei serbatoi idraulici, poiché offre numerosi vantaggi agli OEM di macchine e agli utenti finali. Molti di questi vantaggi derivano da una significativa riduzione del peso e dell’ingombro del serbatoio: uno di loro è la maggiore capacità di installazione della batteria. Il processo di riprogettazione delle macchine precedentemente alimentate a diesel, trasformandole in equivalenti elettriche a batteria, deve avvenire generalmente senza alcuna modifica alla forma esterna. Con un tale vincolo, spesso è difficile trovare spazio sufficiente per un pacco batterie. Tuttavia, con la riduzione dell’ingombro del serbatoio idraulico si crea spazio per una maggiore capacità della batteria, consentendo alle macchine di funzionare più a lungo con una singola carica. Nel caso di studio di Parker, è stato possibile ridurre l’ingombro del serbatoio idraulico di 75 l per macchina. In alternativa, una riduzione del peso del veicolo può aumentarne la capacità di carico, il che significa che gli ingegneri possono ottimizzare la progettazione in base ai requisiti della singola macchina. Per quanto riguarda il peso, grazie all’applicazione di componenti più leggeri si ottengono risparmi ben documentati sia in termini di consumo di carburante sia di emissioni di CO2. Il caso di studio di Parker sull’ottimizzazione dei serbatoi idraulici ha mostrato un risparmio di peso di 100 kg per macchina, che ha contribuito a incrementare l’efficienza di consumo del carburante e a ridurre le emissioni di carbonio.

La sicurezza

Un altro fattore che trae vantaggio dall’ottimizzazione del serbatoio idraulico è la sicurezza. La principale area di interesse in questo caso è la riduzione dell’aerazione di cui si è parlato sopra. Quando si aziona un cilindro idraulico, per esempio, sostanzialmente

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SPECIALE
INDUSTRIA MACCHINE AGRICOLE
La CFD sta assumendo un’importanza sempre maggiore nel processo di progettazione e nelle attività di sviluppo.

la pompa aspira l’olio dal serbatoio nel sistema. Tuttavia, quando il fluido idraulico ritorna nel serbatoio, in genere viene aerato. La mancata eliminazione di quest’aria prima che entri nel flusso di aspirazione comporterà la distribuzione in tutto l’impianto idraulico, con una potenziale interruzione del movimento della macchina e della movimentazione che effettua. Con l’ottimizzazione del serbatoio, vi è la possibilità di annullare quasi del tutto la contaminazione dell’aria che entra nel flusso di aspirazione. Questo risultato porta a una migliore operatività della macchina, nonché a una maggiore sicurezza per l’operatore e tutti i lavoratori nell’area.

Ridurre i costi di produzione

La riduzione dei costi di produzione consente un ulteriore risparmio. La riduzione delle dimensioni del serbatoio tramite l’ottimizzazione consente di utilizzare circa il 30% di acciaio in meno, con un conseguente risparmio sia sui materiali sia sui costi di saldatura. Questo risultato

permette di abbassare anche la quantità di fluido idraulico richiesta e, quindi, gli effetti sull’ambiente. Nel caso di studio di Parker sull’ottimizzazione dei serbatoi idraulici, è stato possibile risparmiare 500.000 l di fluido idraulico all’anno per serie di macchine. In totale, la prova ha dimostrato che i risparmi stimati in termini di acciaio e fluidi sono pari a circa 1 milione di euro per serie di macchine nel corso di 12 mesi. Anche i costi di manutenzione diminuiscono. Oltre a interferire con la movimentazione della macchina, l’aria all’interno del sistema può avere un effetto negativo sulla durata dei componenti idraulici sensibili. Pertanto, grazie all’ottimizzazione del serbatoio (e alla sua capacità di ridurre l’aerazione), gli utenti finali sperimenteranno una riduzione dei costi di manutenzione. Nelle apparecchiature mobili, in genere il guasto più frequente riguarda la pompa idraulica. La riparazione o la sostituzione di questo componente è onerosa e un eventuale guasto richiederebbe anche notevoli tempi di fermo macchina. I tempi di fermo mac-

china sono costosi, in particolare nei siti minerari o di estrazione che sono operativi 24 ore su 24, 7 giorni su 7. La CFD offre numerose altre aree di interesse, inclusa la distribuzione del calore. L’ottimizzazione del serbatoio attraverso la simulazione aiuta a distribuire il calore in modo uniforme, riducendo la temperatura del fluido prima che entri nel sistema. Le proprietà dei fluidi risentono degli effetti negativi delle temperature eccessive, che possono compromettere la durata dei componenti. Un altro vantaggio della simulazione è la possibilità di migliorare la distribuzione del flusso dai filtri di ritorno al flusso di aspirazione. Nell’ambito del processo di ottimizzazione dei serbatoi, Parker svilupperà deflettori interni appositamente progettati che guidino l’olio lungo il miglior percorso di flusso. Oltre a ottimizzare le linee di flusso, i deflettori facilitano la dissipazione del calore e la disaerazione.

Sviluppo dei prodotti: il futuro

Nei sistemi idraulici mobili, dove i produttori puntano a soluzioni affidabili, efficienti ed economiche, le capacità predittive dei più moderni strumenti informatici, la cui precisione fa riferimento a condizioni reali, permettono ai progettisti di comprendere i fenomeni logici e prendere decisioni razionali nello sviluppo dei sistemi. Queste tecnologie di simulazione basata sulla fisica possono con ogni probabilità favorire pratiche di sviluppo condiviso dei prodotti tra CAD, PDM e sistemi di gestione fornitori, di fatto mettendo in pratica l’innovazione come risposta ai requisiti di progettazione. Ma l’aspetto più importante è che i vantaggi per gli OEM e gli utenti finali sono tangibili e considerevoli.

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SOFTWARE
S. Baars, market development manager –mobile, hydraulic and industrial process Filtration division Emea (Hife), filtration group, Parker Hannifin. La riduzione delle dimensioni del serbatoio tramite l’ottimizzazione consente di utilizzare circa il 30% di acciaio in meno.

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Movimenti fluidi nella moderna agricoltura

OMT Group ha brevettato un dispositivo fluidodinamico di controllo in grado di eseguire un’inversione automatica delle corse del cilindro, e quindi un ribaltamento idraulico fluido dell’aratro. Ma vediamo nel dettaglio, qui di seguito, che cosa è Agrifluid

L’agricoltura, come l’industria, sta diventando 4.0. Secondo alcuni dati di Coldiretti, non è un caso che il 65% degli investimenti del 2022 siano stati destinati a macchinari hi-tech. Dai 100 milioni del 2017 siamo passati ai 2,1 miliardi del 2022 e la tendenza è

la continua crescita. In cinque anni le aree agricole coltivate con strumenti a tecnologia avanzata sono raddoppiate e oggi superano il milione di ettari. Il lavoro migliore è quello che riesce liscio, senza intoppi. Un modo per ottenerlo è utilizzare strumenti che a loro volta

operino in modo scorrevole, dando un senso di naturalezza ai movimenti da compiere. È proprio pensando a queste caratteristiche che OMT Group ha brevettato un dispositivo fluidodinamico di controllo in grado di eseguire un’inversione automatica delle corse

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AUTOMAZIONE
FRANCO ASTORE

del cilindro, e quindi un ribaltamento idraulico fluido dell’aratro. Prima di entrare nel merito del sistema è bene inquadrare l’evoluzione che il mondo agricolo sta intraprendendo già da diversi anni. La strada che sta percorrendo l’agricoltura 4.0 è l’utilizzo di macchine intelligenti, altamente automatizzate, sicure e a basso consumo energetico. La nuova generazione di contadini utilizza Internet, app e i social, per essere più competitivi. Ecco allora la necessità di adottare tecnologie sempre più innovative. Tecnologie e prodotti sviluppate da aziende come OMT Group. Vediamo nel dettaglio, qui di seguito, che cosa è Agrifluid. Si tratta di una nuova valvola di ribaltamento aratro che garantisce un maggiore controllo sul cilindro, ammortizzandone i movimenti ed evitando il brandeggiamento. È un sistema integrato applicabile su un

cilindro oleodinamico per l’esecuzione automatica di un unico ciclo di corse (rientro e sfilo), con valvole overcenter di controllo del carico su entrambe le camere del cilindro.

Come funziona?

Grazie ad apposite valvole di bilanciamento permette il controllo del carico (sia fisso che variabile) applicato al cilindro in entrambi i sensi di marcia e in ogni posizione angolare. Ciò assicura una movimentazione del carico a pressioni ridotte per risparmiare energia quando il carico è in fase di sollevamento; un bloccaggio in sicurezza del carico in qualsiasi posizione della corsa; un mantenimento costante della velocità di moto in fase di discesa, evitando l’impuntamento o la fuga del carico; infine, una limitazione della pressione massima indotta dal carico alle camere

del cilindro per evitare picchi di pressione. Ciò che si ottiene è un movimento fluido, costante e morbido. Da questo primo brevetto nasce Agrifluid EVOlution, anch’essa brevettata, consente la movimentazione di due cilindri in sequenza, uno per il ribaltamento e uno per il riallineamento. La versione EVO consente di eseguire in automatico la sequenza di allineamento, ribaltamento e riapertura in posizione di lavoro dell’aratro.

Prodotti hi-tec

“La competitività delle imprese si basa sempre più sulla qualità di prodotti e servizi - ha esordito Federica Paciolla, marketing manager di OMT Group -, È la nostra prima promessa quando realizziamo un prodotto”. E ha proseguito: “La qualità non riguarda più solo lo stretto momento produttivo, ma coinvolge l’in -

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Federica Paciolla, marketing manager di OMT Group. OMT Group progetta e sviluppa componenti oleodinamici che si adattano ai macchinari di cui faranno parte.

tero processo precedente e successivo, l’utilizzo dei materiali, la scelta dei fornitori, l’impiego delle tecnologie e dei controlli”. Il dispositivo oleodinamico è compatto, dalle geometrie ridotte, di facile installazione, perché presenta connessioni standard. Al contempo, per garantire il miglior risultato possibile in termini di durata nel tempo, la valvola è stata pensata per avere una buona resistenza agli agenti atmosferici e a quelli che possono contaminare il fluido idraulico. Per rispondere a queste caratteristiche la valvola è stata dotata di un collettore protettivo in acciaio resistente alla corrosione. Al suo interno tutti i particolari del dispositivo sono stati costruiti in acciaio trattato termicamente, per assicurare massima resistenza a sforzi di compressione, deformazioni plastiche e usura da scorrimento. Ciò che distingue questa valvola da tutte le altre in commercio, sottolinea una nota dell’azienda, è la fluidità del movimento che la caratterizza, che permette di ammortizzare l’avvio e soprattutto la fase di arresto. È possibile grazie alle valvole

overcenter a doppio effetto di OMT che controllano il carico con un’apertura graduale della luce di passaggio del flusso e permettono di smorzare le pressioni di pilotaggio. Queste particolari geometrie dei componenti interni, dunque, permettono: un ciclo di commutazione della direzione del flusso dalla mandata alle camere senza colpi o scosse che potrebbero ripercuotersi sul carico; un blocco e sblocco del cilindro (corrispondenti alla partenza e all’arresto del movimento del carico) in maniera graduale, così da non innescare movimenti pendolari del carico. Ciò che si ottiene è un movimento fluido, costante e morbido.

Così cambia il mondo agricolo

Il mondo agricolo è cambiato velocemente in questi anni, come è cambiato il clima. I paradigmi in agricoltura si sono modificati. Oggi è necessario adottare decisioni veloci, spesso atipiche e non omogenee, rispetto alla tradizione. Soprattutto serve una sorta di collaborazione continua tra uomo e macchina, tra agricoltore e fornitore di macchine e

sistemi. OMT Group progetta e sviluppa componenti oleodinamici che si adattano con esattezza ai macchinari di cui faranno parte, in modo da farli funzionare al meglio. Allo stesso modo l’azienda lombarda concepisce la relazione con gli utilizzatori: essa aggiorna costantemente i propri prodotti affinché siano all’altezza delle macchine e dei sistemi che li ospiteranno. Lo scorso anno l’impresa ha festeggiato i primi 55 anni di attività e l’obiettivo è sempre stato essere presenti per gli utenti in modo proattivo. OMT Group sviluppa sia soluzioni standard sia prodotti made for you, secondo le esigenze dell’utente. Esserci quando serve proporre soluzioni ad hoc, anticipare i problemi, perfezionare sempre prodotti, processi e servizi. Grazie a questa attitudine, è possibile garantire un vantaggio: la tranquillità. La tranquillità di sapere che per ogni evenienza, anche nei contesti più difficili e complessi, OMT Group è al fianco degli utilizzatori, sicuro e pronto a risolvere la situazione. Per un’agricoltura moderna, produttiva, sicura ha pensato, progettato e brevettato Agrifluid.

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Agrifluid è la valvola di OMT Group, di ribaltamento aratro che garantisce un maggiore controllo sul cilindro, ammortizzandone i movimenti ed evitando il brandeggiamento. Agrifluid EVOlution, consente anche il riallineamento dell’aratro a fine corsa.
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Più efficienza con sospensioni hi-tech

Maggiore velocità di trasferimento, un miglior comfort di guida, una migliore stabilità dei carichi in dinamica e, come conseguenza, aumenta la sicurezza nelle manovre. Qui di seguito le innovazioni tecnologiche nell’industria delle macchine agricole riguardanti i sistemi di sospensioni evoluti sviluppate dal Gruppo Carraro

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MECCANICA

Il settore delle macchine agricole oggi richiede una sempre maggiore produttività ed efficienza per rispondere al meglio alle sempre più sfidanti richieste dei mercati a ogni latitudine. I principali costruttori mondiali di veicoli sono ben consapevoli del ruolo chiave che riveste, in tale contesto, l’insieme dei sottosistemi che, con le loro tecnologie, rappresentano il cuore dei propri prodotti. Ed è qui che le solide competenze del Gruppo Carraro nella progettazione e realizzazione di sistemi di trasmissione per macchine agricole e movimento terra possono giocare un ruolo chiave. Un esempio tra tutti lo sviluppo, che risale a oltre 25 anni fa, di assali con diverse tipologie di sospensione per trattori agricoli di nuova generazione.

I sistemi di sospensione

Più nello specifico i sistemi di sospensione Carraro introducono nei trattori agricoli sospensioni idrauliche che si comportano come una molla progressiva filtrando le vibrazioni indotte dal terreno e grazie a un sistema di controllo opportunamente progettato sfruttano le caratteristiche della sospensione per

ampliarne funzioni e benefici. Tutti questi miglioramenti di prestazione portano alla possibilità di aumentare la velocità di trasferimento, un miglior comfort di guida, una migliore stabilità dei carichi in dinamica e come conseguenza si aumenta la sicurezza nelle manovre. Da non trascurare inoltre che la sospensione migliora il contatto della ruota con il suolo nelle sue differenti condizioni e permette quindi la possibilità di scaricare a terra in modo più efficace la coppia delle ruote. Tutto si traduce in produttività aumentata e si va a favore dell’efficienza con una contestuale riduzione dei consumi e una sensibile riduzione delle emissioni sull’ambiente.

Le tecnologie applicate

Entrando nel merito della tecnologia, la geometria del sistema di sospensione determina la posizione e l’orientamento su percorsi lineari e angolari che la ruota dovrà seguire quando è spostata dalla sua posizione statica, sia per effetto delle irregolarità del suolo su massa non sospesa sia in relazione al movimento della massa sospesa in risposta ai trasferimen-

ti di carico prodotto dalle accelerazioni. I parametri geometrici, come le lunghezze relative e le lunghezze assolute dei bracci e l’inclinazione del collegamento della sospensione, definiscono il percorso della ruota.

Buoni sistemi di sospensione applicati alla driveline garantiscono durante l’intera escursione piccoli cambiamenti nei valori di angolo di attacco al suolo dello pneumatico; il sistema sostanzialmente guida il movimento della ruota in funzione della traiettoria senza una variazione significativa della posizione delle ruote rispetto al suolo. Tre sono le tecnologie di sospensione che il Gruppo Carraro, unico player del mercato, è in grado di offrire oggi con l’obiettivo di rispondere al meglio alle differenti complessità/ prestazioni richieste dai diversi ambiti applicativi.

Assali a sospensioni indipendenti

La prima famiglia di sospensione nel portafoglio prodotto assali (la più prestazionale) è la versione a doppia sospensione indipendente che garantisce il minimo della massa sospesa (la massa della singola ruota) e che richiama la cinematica automobilistica innestata in un assale anteriore classico. La versatilità del prodotto permette di poter applicare l’assale con doppia sospensione indipendente sui medesimi fissaggi telaio di un assale anteriore convenzionale oscillante centrale o perno superiore. Questa soluzione associa escursione dello pneumatico con oscillazione dell’assale garantendo reattività di adattamento della posizione della ruota nelle più complicate asperità del suolo su cui trasferire la trazione. L’abbinamento con il controllo di sospensione Carraro permette di ottenere il massimo delle prestazioni che possa chiedere il veicolo calibrando sistema idraulico e software per ottenere un setup premium: precarico idraulico assale in funzione del carico; funzione di livel-

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SPECIALE
INDUSTRIA MACCHINE AGRICOLE
Assali a sospensioni indipendenti, sviluppati dal Gruppo Carraro.

lamento idraulica del veicolo manuale e automatica; regolazione dello smorzamento manuale e automatica semiattiva; controllo della stabilità dinamica in rollio e beccheggio della macchina; bloccaggio automatico escursione e oscillazione della sospensione indipendente (funzione di blocco sospensione).

Assali a singola sospensione

Un’ulteriore famiglia di sospensione nel portafoglio prodotto assali è la versione a singola sospensione centrale che è un compromesso relativamente al comfort per lo smorzamento delle vibrazioni indotte durante la marcia e le regolazioni ottenibili; questa variante non consente il

controllo del rollio. Con l’abbinamento al controllo sospensione questa soluzione offre la possibilità di avere: precarico idraulico assale in funzione del carico; funzione di livellamento idraulica del veicolo manuale e automatica; regolazione dello smorzamento manuale e automatica semi-attiva; controllo della stabilità dinamica in rollio e beccheggio della macchina; bloccaggio automatico escursione e oscillazione della sospensione indipendente (funzione di blocco sospensione). La versatilità anche di questo prodotto permette di poter applicare l’assale sui medesimi fissaggi telaio di un assale anteriore convenzionale con perno di oscillazione superiore.

Assali a sospensione integrata

Un’altra soluzione nel portafoglio prodotto assali Carraro è la sospensione Ifas (Integrated front axle suspension), disponibile come sistema completo su trattori agricoli per vigneto e frutteto e nel portafoglio prodotto per le altre tipologie di veicolo. Questa soluzione di sospensione garantisce un buon compromesso relativamente al comfort per lo smorzamento delle vibrazioni e permette il controllo del rollio in dinamica di marcia. Con l’abbinamento al controllo sospensione Carraro offre la possibilità di: precarico idraulico assale in funzione del carico; funzione di livellamento idraulica del veicolo manuale e automatica; controllo della stabilità dinamica in rollio e beccheggio della macchina; bloccaggio automatico escursione e oscillazione della sospensione indipendente (funzione di blocco sospensione). Questo prodotto, in funzione dell’interfaccia telaio del veicolo coinvolto, necessita degli adattamenti che gli permettono di essere installato; in funzione di ciò Ifas è dedicato di volta in volta alla macchina che deve equipaggiare.

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A. Sacconi, lead engineer product solutions axles, Carraro. Assali a singola sospensione. Assali a sospensione integrata.
MECCANICA

Veloce il collegamento macchina-attrezzatura

Faster, specializzata nella progettazione e produzione di innesti rapidi, continua a proporre diverse innovazioni tecnologiche dedicate all’industria delle macchine agricole. Ecco le principali innovazioni sviluppate per l’agritech di ultima generazione

L’azienda italiana, che oltre trent’anni fa ha ideato e lanciato sul mercato le multiconnessioni manuali (note come Multifaster) per il collegamento simultaneo di linee idrauliche, elettriche e pneumatiche

che hanno enormemente semplificato e velocizzato i collegamenti fra macchine agricole e attrezzature idrauliche, ha investito molto anche nello sviluppo delle multiconnessioni automatiche, che con-

sentono agli operatori di eseguire le stesse manovre semplicemente agendo sui comandi in cabina e beneficiando quindi di un consistente risparmio di tempo e di un miglioramento della sicurezza.

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OLEOIDRAULICA
STEFANO SPOTO

Codesign con il costruttore

Lo sviluppo progettuale di ogni modello di multiconnessione automatica va necessariamente condotto in codesign con l’azienda costruttrice della macchina e delle attrezzature agricole su cui le piastre multiconnessioni saranno installate, con quest’ultima che si occupa invece di solito di mettere a punto i cinematismi di connessione e le tolleranze di lavorazione delle carpenterie meccaniche. Il deposito di diversi brevetti (uno di essi copre per esempio la soluzione tecnica che garantisce un adeguata portata d’olio nelle linee idrauliche in presenza di un’apertura solo parziale delle valvole degli innesti rapidi derivante da un gap fra le piastre della multiconnessione) testimonia la

crescita continua dell’azienda di Rivolta d’Adda in questo segmento di mercato. La comune appartenenza al gruppo statunitense Helios Technologies, proprietario di altre aziende al vertice nei mercati dell’idraulica e dell’elettronica, ha permesso inoltre a Faster e a Sun Hydraulics di sviluppare in sinergia un concetto di ‘Soluzione Integrata’, vale a dire di un manifold contenente sia valvole a cartuccia per il controllo di pressione, direzione, carico e flusso che innesti rapidi a faccia piana collegabili simultaneamente.

Vantaggi condivisi

Gli articoli appartenenti a questa gamma di prodotto condividono vari vantaggi: dalla maggior compattezza complessiva alla riduzione del numero dei punti di potenziale trafilamento. Senza dimenticare la semplificazione dell’architettura idraulica e il conseguente risparmio derivante dalla componentistica più ridotta e dai tempi più brevi di assemblaggio in linea. Le cartucce a faccia piana completamente integrate nel collettore garantiscono inoltre una superficie perfettamente piana molto facile da pulire e la loro installazione frontale è estremamente semplice ed efficace. Inoltre, questo tipo di prodotti garantisce grande flessibilità agli

utilizzatori in quanto gli innesti rapidi a cartuccia possono essere collegati alle controparti in due modi diversi: attraverso l’azionamento manuale di una leva, con una manovra simultanea, oppure singolarmente; in quest’ultimo caso la successiva disconnessione avviene attraverso pulsanti in resina acetalica disponibili in diversi colori al fine di evitare erronei collegamenti fra le linee. Lo sviluppo di prodotti integrati, che garantiscono risparmio ed efficienza rispetto ai singoli componenti da cui derivano, può essere visto come una conseguenza indotta dal crescente trend di elettrificazione che sta caratterizzando l’industria delle macchine agricole e movimento terra.

Componenti al top

Infine, in linea con l’altro trend ormai più che consolidato della digitalizzazione dell’agricoltura, Faster sta perfezionando lo sviluppo di un sistema innovativo, chiamato ABC (Always the Best Connection), in grado di guidare l’operatore in ogni collegamento manuale delle linee idrauliche fra un trattore e le attrezzature agricole di lavoro, garantendo la corretta connessione di ogni tubo collegato all’attrezzatura con la corrispondente presa di forza sul trattore. La prima

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SPECIALE
INDUSTRIA MACCHINE AGRICOLE Lo sviluppo progettuale di ogni modello di multiconnessione automatica va condotto in codesign con l’azienda costruttrice della macchina agricola. Le cartucce a faccia piana completamente integrate nel collettore.

volta che si procede al collegamento fra attrezzatura e trattore la configurazione viene mappata, cioè memorizzata dal sistema per gli utilizzi successivi, quando una luce a LED verde mostrerà all’operatore quella che non solo è una porta corretta per la connessione al trattore di ogni tubo dell’attrezzatura agricola, ma anche la migliore possibile. I vantaggi offerti da questo sistema, infatti, non si limitano ad evitare agli operatori le perdite di tempo causate da errati collegamenti fra linee idrauliche e dal conseguente rischio azzerato di apportare danni ai macchinari. L’unità di controllo elettronico (ECU) sul trattore può essere connessa via Can bus

con il trattore, quindi ogni parametro di lavoro relativo all’attrezzatura (pressione di utilizzo, flusso d’olio ecc.) può essere utilizzato per effettuare la mappatura dei collegamenti idraulici, permettendo un risparmio sui consumi della macchina. Il sistema dà anche conferma visiva sul display in cabina dell’avvenuta connessione fra le due metà (maschio e femmina) dell’innesto rapido; inoltre permette la raccolta in remoto di vari parametri di lavoro, offrendo un potenziale impiego futuro del sistema finalizzato alla manutenzione preventiva, arrivando ad esempio a suggerire quando è il momento di sostituire l’innesto rapido.

Utilizzare lo smartphone

Un’applicazione per smartphone, disponibile per i sistemi operativi iOS e Android, rappresenta l’interfaccia durante tutte le possibili fasi precedenti una connessione, dal caricamento nel database dei trattori e della flotta di attrezzature idrauliche utilizzabili dall’operatore, alla mappatura di ogni nuova configurazione e all’avvio delle connessioni guidate; l’app viene ovviamente in aiuto anche nel caso in cui il sistema dia un segnale d’allarme provocato da una connessione imperfetta dell’innesto rapido o da altri malfunzionamenti.

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S. Spoto, product manager Faster. L’innovativo Sistema ABC (Always the Best Connection), di Faster.
OLEOIDRAULICA

Il testo è dedicato alla progettazione degli impianti a gas in costruzioni residenziali, aggiornato alla più recente Norma UNI (UNI 7129) che ha avuto una corposa revisione e ha introdotto l’utilizzo di nuovi materiali e il miglioramento delle regole di sicurezza. Corredato di numerosi disegni progettuali, dopo una dettagliata disamina delle norme per gli impianti del gas interni di tipo domestico, il volume si rivela una guida operativa alla installazione e all’allacciamento degli apparecchi: la progettazione viene sviluppata attraverso ogni fase, dalla descrizione del cosiddetto “punto di inizio” agli apparecchi utilizzatori, fino al collaudo, illustrando i materiali da adoperare, i dispositivi di aerazione e ventilazione, i calcoli dei diametri delle tubazioni. Nei materiali digitali allegati al volume sono forniti al Professionista fogli di calcolo in Excel per il dimensionamento degli impianti.

Novità
www.build.it

Una macchina , tante funzioni

I carri trincia-miscelatori (unifeed), sono dotati di un sistema oleodinamico che garantisce efficienza, sostenibilità e ridotta manutenzione. Ecco la tecnologia proposta da Hansa TMP per questo particolare comparto agricolo dedicato alla zootecnia

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ROBERTO VETTA OLEODINAMICA

Il carro trincia-miscelatore unifeed utilizzato nelle aziende zootecniche, è una macchina agricola, un veicolo specializzato progettato con l’intento di combinare in un’unica macchina diverse operazioni destinate al prelievo, alla preparazione e alla distribuzione degli alimenti. Questo tipo di carro trinciamiscelatore è comunemente utilizzato negli allevamenti per garantire un’alimentazione adeguata e uniforme agli animali. Esistono diversi tipi di carri per unifeed: trainati, stazionari, semoventi e montati su camion. Per quanto inve-

ce riguarda la miscelazione ci sono tre grandi differenze di tipologie di taglio: orizzontale, verticale e a pale.

Miscelatore per Unifeed

Caricamento degli ingredienti. Il processo inizia caricando gli ingredienti necessari per la dieta degli animali all’interno del tamburo miscelatore. Questi ingredienti possono includere fieno, paglia, erba, cereali, oli, integratori vitaminici, sali minerali e altri alimenti. Il carro miscelatore è dotato di fresa per prelevare i foraggi fibrosi in modo che ne effettui

una preliminare riduzione della loro lunghezza. Passiamo alla miscelazione. Una volta che gli ingredienti sono stati caricati, il tamburo miscelatore inizia a ruotare per mescolare gli alimenti insieme. Questo assicura che la dieta sia uniforme e che tutti gli animali ricevano gli stessi nutrienti. Il dosaggio degli ingredienti. Alcuni carri miscelatori semoventi possono essere dotati di sistemi di pesatura o dosaggio automatico, che misurano gli ingredienti con precisione per ottenere la giusta quantità e proporzione nella dieta. Una volta completata la miscelazione, il carro miscelatore è pronto per il trasporto. Può spostarsi attraverso gli allevamenti e le aree di alimentazione degli animali. Il carro miscelatore semovente può scaricare il cibo miscelato direttamente nelle mangiatoie o nelle aree di alimentazione degli animali. Alcuni modelli sono dotati di un sistema di scarico controllato dal conducente, che consente di distribuire il cibo in modo preciso e uniforme. Il carro unifeed è quindi uno strumento indispensabile negli allevamenti di bestiame poiché garantisce un’alimentazione bilanciata e uniforme per gli animali, contribuendo alla loro salute e al benessere complessivo. Ha un funzionamento sicuro: I carri miscelatori semoventi sono progettati per essere sicuri e facili da utilizzare. Possono essere equipaggiati con sistemi di controllo avanzati e dispositivi di sicurezza per garantire la protezione degli operatori e degli animali. Inoltre, migliora l’efficienza dell’alimentazione e contribuisce a ridurre gli sprechi di cibo e risorse.

I dettagli del sistema oleodinamico

Hansa TMP con la sua vasta esperienza in campo oleodinamico applicato alle macchine agricole propone una soluzione integrata con accoppiatore che viene assemblato direttamente al

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SPECIALE
INDUSTRIA MACCHINE AGRICOLE
All’accoppiatore vengono montate le pompe che comandano i motori. La serie K8V è la pompa a circuito a pistoni assiali prodotta da Kawasaki Precision Machinary, distribuita da Hansa TMP. Motori orbitali con valvola ad alta efficienza e dimensioni compatte.

OLEODINAMICA

per bilanciarne il peso. Inoltre, l’applicazione comprende anche l’impianto frenante idraulico e di stazionamento. I benefici dell’impianto proposto da Hansa TMP sono molteplici: compattezza, affidabilità, riduzione dei consumi, un unico partner per l’oleodinamica a bordo macchina. Segnaliamo ora le specifiche tecniche dei componenti utilizzati.

Componenti per l’automazione

Al fine di ottimizzare l’efficienza del sistema agricolo esso è equipaggiato con i seguenti componenti: dagli accoppiatori, fino alle pompe a pistoni assiali e motori orbitali e molto altro.

motore diesel. All’accoppiatore vengono montate le pompe che comandano i motori. Vediamo di che cosa si tratta nello specifico. Il caricamento che avviene tramite fresa azionata da pompa a circuito chiuso a portata variabile ad alta pressione e motore a pistoni assiali o motore a pistoni radiali, il nastro trasportatore per la raccolta è azionato da pompa a ingranaggi e motore orbitale. La miscelazione avviene tramite una o due coclee orizzontali o verticali. La trasmissione moto alle coclee avviene

con impianto idrostatico a cilindrata variabile con possibilità di determinare la velocità delle coclee. Questi componenti vengono azionate da un sistema con pompa a circuito chiuso a portata variabile e motori a pistoni radiali ad alta pressione. La traslazione della macchina unifeed semovente è azionata da trasmissione idrostatica con pompe a circuito chiuso e due o quattro motori radiali per la massima fluidità di marcia. La trasmissione viene posizionata nel vano anteriore o posteriore della macchina

Accoppiatore: 1-2-3-4 porte; input power 180-850 kW; coppia massima input: 5.500 Nm; optional, pompa di ricircolo. Pompe a pistoni per circuito chiuso: cilindrata: 6-130 cm3/giro; pressione massima 500 bar; Controllo idraulico, elettrico, feedback, automotive, power control; optional, possibilità di montare le pompe K8V in tandem, sensoristica elettronica e filtri. I motori a pistoni assiali sono caratterizzati da cilindrata fissa e variabile anche in formato bent axis; cilindrata 20-212 cm3/giro; pressione massima 500 bar; optional sensore di velocità, valvola di flussaggio e valvola di controbilanciamento. I motori a pistoni radiali, invece, hanno una cilindrata di 260-565 cm3/giro; pressione massima 450 bar; optional sensore di velocità, valvola di flussaggio e freno di stazionamento. I motori orbitali sono con valvola a disco, valvola a spola e freno, cilindrata 8-1.200 cm3/giro; pressione massima 300 bar; optional freno. Le pompe a ingranaggi: gruppi 0-1-2-3; cilindrata: 0,16-77 cm3/giro; pressione massima: 250 bar; optional valvole, joystick e pedali idraulici ed elettrici con possibilità di scheda elettronica integrata. Campane e giunti, raccordi e cuscinetti completano la componentistica.

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Immagini del carro unifeed, fonte Kuhn Aura. Motori a pistoni assiali a cilindrata fissa TMF 600. Motori a pistoni radiali a cilindrata variabile TMR 05.

Sicurezza e qualità nella gestione dei fluidi idraulici

Quello agricolo è un settore in costante trasformazione, lo sviluppo tecnologico e la collaborazione fra gli attori del mercato guidano questo percorso. Alfagomma, azienda operante nella produzione e distribuzione di sistemi per la gestione dei fluidi idraulici e industriali, si è ritagliata un ruolo significativo nel comparto, collaborando con costruttori di primi equipaggiamenti per sviluppare prodotti innovativi, garantendo qualità e sicurezza in conformità con le normative nazionali e internazionali. Alla fiera Agritechnica, ad Hannover, Alfagomma metterà in vetrina tutte le ultime innovazioni per il settore

L’agricoltura ha subito una notevole evoluzione nel corso dei secoli, passando dall’impiego di forza lavoro manuale e tecniche tradizionali all’utilizzo di macchinari sofisticati. In questo scenario, la

collaborazione tra i produttori di grandi macchinari agricoli e quelli di componenti riveste un ruolo cruciale nell’aumentare l’efficienza delle operazioni, ridurre la necessità di manodopera e contribuire a

pratiche più sicure e sostenibili.

Alfagomma, al vertice internazionale nella produzione e distribuzione di sistemi per la gestione dei fluidi idraulici e industriali, ha un ruolo significativo nel settore

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OLEODINAMICA
ELENA CASTELLO

agricolo, collaborando con costruttori di primi equipaggiamenti per sviluppare prodotti innovativi che rispondono alle esigenze del settore, garantendo al contempo qualità e sicurezza in conformità con le normative nazionali e internazionali.

Un settore in evoluzione

Uno dei principali sviluppi è avvenuto tra il XVIII e il XIX secolo, quando sono state introdotte attrezzature meccanizzate in grado di sostituire gradualmente il lavoro umano e animale. Queste innovazioni, tuttavia, avevano alcune limitazioni legate alle dimensioni e alla mobilità dei mezzi. La vera svolta è quindi arrivata nel XX secolo con l’introduzione dei sistemi di trasmissione idraulica che hanno consentito una maggiore efficienza e precisione nelle operazioni agricole. L’utilizzo di apparecchiature idrauliche ha permesso di trasmettere potenza attraverso fluidi pressurizzati, consentendo il movimento di parti mobili dei macchinari, il controllo

degli impianti frenanti e la gestione di carichi pesanti.

L’agricoltura moderna abbraccia oggi il progresso tecnologico in tutti gli aspetti, dall’elettrificazione e automatizzazione dei macchinari al miglioramento dei sistemi di irrigazione e all’applicazione precisa di prodotti chimici. Questi avanzamenti includono anche miglioramenti nella semina, nella coltivazione e nell’analisi dei dati dei dati per prendere decisioni informate, rendendo l’agricoltura un’industria all’avanguardia. Questo progresso è cruciale, dato che entro il 2050 la domanda di cibo è destinata ad aumentare del 70% a causa della crescente popolazione mondiale. Ciò implica che l’industria agricola dovrà continuare a cercare soluzioni innovative per soddisfare queste crescenti esigenze alimentari riducendo al contempo il suo impatto ecologico, in un contesto di cambiamenti ambientali non completamente prevedibili. Nel settore agricolo, le attrezzature pesanti come trattori, mietitrebbie o mac-

chinari per la pulizia delle attrezzature avicole, richiedono l’impiego di sistemi a trasmissione idraulica, nello specifico tubi rigidi sagomati, tubi flessibili, tubi assemblati, raccordi e innesti rapidi. Sebbene i sistemi di trasmissione idraulica abbiano portato enormi benefici all’agricoltura, il mercato continua a sollecitare nuovi sviluppi legati alla necessità di aumentare l’efficienza riducendo gli spazi.

Tubi e innesti rapidi

In questo contesto Alfagomma ha recentemente ampliato la propria gamma di prodotti presentando la nuova linea di tubi spiralati Alfabiotech Evolution in grado di garantire elevatissime pressioni riducendo il raggio di curvatura e assicurando ottima resistenza all’abrasione in una migliorata flessibilità che ne agevola l’applicazione in situazioni gravose. Tra le caratteristiche del range Alfabiotech e del nuovo arrivato Alfabiotech Evolution anche la possibilità di essere impiegati con oli biocompatibili: una delle sfide del mercato è proprio quella di creare prodotti sempre più ecologici e sostenibili, capaci di inquinare meno l’ambiente. Quando si parla di tubi oleodinamici, si parla anche del crescente interesse nell’esplorare fluidi alternativi ecologici, come oli idraulici biodegradabili e fluidi idraulici a base d’acqua. Questi fluidi riducono l’impatto ambientale e attutiscono le preoccupazioni per perdite e sversamenti di olio. Uno dei rischi collegati ai tubi oledinamici, infatti, è proprio quello delle perdite di fluido durante il loro impiego. La cosa è tanto più vera quanto più il produttore del tubo e quello del raccordo non coincidono; da questo punto di vista, l’affidabilità di un produttore come Alfagomma, in grado di offrire tutto il sistema completo, comprensivo anche della componente metallica, testando in casa l’assemblato, minimizza la possibilità delle perdite di fluido, al contempo garantendo le pressioni di esercizio di-

progettare 457 • ottobre 2023 73 SPECIALE INDUSTRIA MACCHINE AGRICOLE
La strategia Alfagomma è essere fornitore unico di sistemi integrati e completi.

OLEODINAMICA

chiarate. Queste perdite, d’altro canto, possono ugualmente verificarsi, spesso in occasione della sostituzione del tubo durante l’attività lavorativa. Ecco perché la gamma Alfabiotech Evolution è pensata per l’impiego di oli biocompatibili che hanno un minor impatto ambientale. Un’altra componente essenziale dei sistemi di trasferimento dei fluidi idraulici, dove non ci sono necessità di movimento, consiste nell’impiego dei tubi rigidi sagomati. Alfagomma, leader anche nella produzione e lavorazione del tubo rigido sagomato, è in grado di fornire un assemblato completo ‘ferro-gomma’, di cui la parte metallica raggiunge geometrie sempre più complesse, che rappresenta la soluzione chiavi in mano per ogni produttore di macchinari, non solo agricoli ma operativi in varie industrie. A completamento dell’impianto trova applicazione un sistema detto ‘a innesto rapido’: si tratta di dispositivi di connessione che vengono utilizzati per unire all’unità centrale diversi accessori evi-

tando perdite d’olio. Gli innesti rapidi possono essere inseriti su piastre multi-K che consentono la connessione contemporanea di più tubi. Alfagomma produce innesti rapidi e piastre multi-connessione sotto il nome di Argus, uno dei brand facenti parte del Gruppo.

Test di verifica della qualità Passaggi necessari alla produzione di questa componentistica, come per altro di qualsiasi prodotto, sono i test, fondamentali per garantire al produttore di macchinari così come all’utilizzatore finale l’affidabilità e la sicurezza dei prodotti su di essi impiegati. Alfagomma ha fatto della qualità uno dei suoi punti di forza aziendali, non solo perché i prodotti sono progettati e realizzati in conformità con le norme di settore, ma perché nulla viene distribuito se non rigorosamente passato sotto la lente dei test specifici.

Tra questi, in fase di progettazione della componente metallica, si trova l’utilizzo - da parte dei progettisti Alfagomma

- del CFD, il software di simulazione oleodinamica computazionale, in grado di simulare il passaggio del fluido attraverso il raccordo o l’innesto per valutarne l’eventuale perdita di pressione dovuta alle resistenze meccaniche. Un altro test fondamentale è quello a impulsi, uno dei passaggi più cruciali per valutare l’affidabilità e durata del prodotto. In questo test il tubo assemblato viene sottoposto a impulsi di pressione ripetuti, simulando le condizioni di funzionamento del mondo reale con picchi di pressione e cicli della macchina, per valutarne la capacità di sopportare stress, picchi o inversioni di pressione senza cedere o sviluppare perdite. In sintesi, l’impiego dei tubi oleodinamici ad alte pressioni rappresenta una pietra miliare nell’evoluzione dei macchinari agricoli e ancor oggi è un elemento fondamentale degli apparati meccanici. Ma l’industria agricola, dal punto di vista della gestione dei fluidi, non esaurisce le sue necessità con l’impiego degli assemblati oleodinamici.

Specifici per singole applicazioni Un’ampia varietà di tubi e raccordi viene ugualmente impiegata nel settore: si tratta di tubi industriali concepiti per il trasferimento di fluidi da un punto a un altro. In agricoltura se ne trovano diversi, ognuno con una specifica funzione e generalmente caratterizzati da pressioni di esercizio inferiori rispetto a quelle utilizzate in oleodinamica.Tra questi si trovano tubi per aspirazione e mandata di acqua e per irrigazione, tubi per la dispersione di fertilizzanti, concimi, erbicidi, tubi per la distribuzione delle sementi alle attrezzature per la semina, così come tubi impiegati nell’industria casearia in grado di veicolare liquidi alimentari come per esempio il latte.

Da questo punto di vista i tubi e i raccordi impiegati sono specifici per la singola applicazione e vantano caratteristiche

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Alfagomma progetta e produce raccordi, adattatori, giunti girevoli, innesti rapidi e piastre multi-connessione.

uniche in grado di far fronte alle singole esigenze e che possono differire sia nella tipologia di costruzione come nella scelta dei materiali utilizzati, che per può spaziare dalla gomma naturale all’EPDM sino al PVC per i tubi, così come dall’acciaio placcato a quello inossidabile, dall’alluminio all’ottone per i raccordi. Nel caso di tubi alimentari, per esempio, l’eccezionale flessibilità, la resistenza alla piegatura, la capacità di riprendere la forma qualora schiacciati, le coperture altamente resistenti all’abrasione e l’utilizzo della gomma alimentare come materia prima in grado di evitare la contaminazione del liquido trasferito con le particelle del materiale di costruzione, garantiscono l’affidabilità e l’eccezionalità del prodotto. Anche dal punto di vista dei raccordi, i tubi industriali utilizzati in agricoltura richiedono particolari tipologie specifiche che talvolta cambiano da Paese a Paese: come produttore internazionale, con sedi in tutto il mondo, Alfagomma è in grado di fornire le soluzioni migliori a seconda delle specifiche esigenze, adattando i suoi prodotti alle norme e alle prassi dei singoli mercati di riferimento. In conclusione, l’agricoltura moderna è un settore in costante trasformazione, guidato dalla tecnologia e dalla collaborazione fra gli attori del mercato, e continuerà a essere un pilastro fondamentale per l’alimentazione del pianeta mentre affronta le sfide ambientali e demografiche dei prossimi decenni. Aziende come Alfagomma, con il loro impegno per la qualità, la sicurezza e la sostenibilità, svolgono un ruolo fondamentale nel sostenere l’agricoltura moderna nel suo cammino verso un futuro più promettente che in parte verrà rivelato in occasione della fiera Agritechnica, dal 12 al 18 novembre ad Hannover in Germania. Alfagomma sarà presente con il suo stand E17 nel Padiglione 16, dove porterà tutte le ultime innovazioni messe a punto per il settore.

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La gamma Alfagomma di tubi rigidi manipolati è costruita secondo le specifiche dei clienti OEM e progettata per essere completamente integrata con la gamma dei tubi flessibili, raccordi e innesti rapidi Alfagomma.
SPECIALE
Tubi multi-food e liquid-food per aspirazione e mandata di liquidi alimentari. INDUSTRIA MACCHINE AGRICOLE

Micro , dalle prestazioni maxi

The Lee Company è specializzata nel realizzare soluzioni mirate a migliorare efficienza minimizzando le perdite di sistema e negli ultimi anni sono state introdotte sul mercato nuove soluzioni particolarmente innovative per risolvere problematiche complesse

The Lee Company è un’azienda specializzata nella realizzazione dei componenti miniaturizzati per il controllo dei fluidi. L’impegno verso processi di produzione all’avanguardia e una qualità senza prece-

denti, hanno fatto sì che gli utilizzatori dei vari settori industriali si stiano affidando da 75 anni a questi prodotti destinati alle applicazioni più critiche. Ogni componente che viene realizzato riflette la storia,

la passione e la volontà dell’azienda a essere sempre la prima scelta nel campo del controllo dei fluidi. The Lee Company è conosciuta in tutto il mondo per la qualità, l’affidabilità e la competenza tecnica.

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MATTEO
OLEODINAMICA
SALA

Componentistica hi-tech

L’impresa fornisce soluzioni tecnologicamente innovative in una vasta gamma di settori, a partire da quello aerospaziale, passando per l’automobilistico e del racing, quello di petrolio e gas, delle strumentazioni mediche, nella produzione di energia e in molti altri settori industriali. Oggi la tecnologia sta spingendo costantemente per migliorare l’efficienza negli impianti oleoidraulici dove è necessario sempre più far fronte a un aumento dei requisiti di pressione dei sistemi, dovendo rispettare dei requisiti fondamentali stringenti per peso e dimensioni ridotte dei componenti. Gli ingegneri di The Lee Company si sono specializzati nel realizzare soluzioni mirate a migliorare efficienza minimizzando le perdite di sistema e negli ultimi anni sono state introdotte sul mercato nuove soluzioni particolarmente innovative per risolvere problematiche complesse. Le tipiche problematiche da affrontare nei sistemi oleoidraulici in pressione riguarda la natura dell’aria che rimane intrappolata nei sistemi idraulici e può avere effetti negativi prestazioni.

L’aria di per sé è un fluido comprimibile, contrariamente agli altri fluidi idraulici. In qualsiasi fluido idraulico incomprimibile, la densità e il volume del fluido restano costanti al variare della pressione. Questo comporta una stabilità del fluido idraulico in risposta alle variazioni di pressione.

Movimenti precisi

La dimostrazione di questo fenomeno si ha, per esempio, quando l’operatore di un escavatore aziona la valvola di controllo direzionale per aprire il percorso di flusso verso l’attuatore che movimenta il braccio dell’escavatore stesso. La pressione del fluido nell’impianto aumenta, poiché il fluido è incomprimibile, l’apertura della valvola di controllo direzionale trasmette istantaneamente la pressione del fluido attraverso il sistema all’attuatore; il risultato è un movimento immediato e preciso. Quando l’attuatore ha completato il movimento desiderato, l’operatore sposta la valvola di controllo direzionale sulla posizione di off chiudendo il flusso del fluido verso l’attuatore. Questo comporta di conseguenza una caduta di pressione del fluido e con immediato comando di stop all’attuatore e fermo del braccio dell’escavatore. Come si può notare essendo il fluido incomprimibile vengono assicurati movimenti precisi

progettare 457 • ottobre 2023 77 SPECIALE INDUSTRIA MACCHINE AGRICOLE
Air bleed orefice: questi dispositivi contengono un piccolo orifizio di flusso di precisione con uno schermo di sicurezza integrato per la protezione dalla contaminazione.

OLEODINAMICA

dopo interventi di manutenzione o durante un periodo di fermo (per esempio, shutdown programmati). Si può anche accumulare nel tempo durante l’operatività di sistema.

istantanei ed accurati, attraverso un uso efficiente dell’energia. Quando è presente aria in un sistema oleoidraulico, invece la reazione del sistema non è più immediata, l’attuatore è più lento risposta in risposta oppure si ha una ‘sensazione spugnosa’. Ciò è dovuto alla comprimibilità dell’aria che rimane intrappolata nel sistema e che viene alternativamente compressa e decompresso durante il ciclo di lavoro dell’attuatore. Quando l’operatore apre la valvola di controllo direzionale, la sacca d’aria deve essere compressa prima che il fluido possa avviare il movimento dell’attuatore. Quando l’operatore chiude la valvola di controllo direzionale, la sacca di aria compressa si espande e continua a muoversi nel fluido. Questi due fenomeni comportano porta ad una risposta del sistema più lenta e ritardata. Il risultato è un movimento continuo dell’attuatore e del fluido di ritorno verso la coppa. Questo continuo reindirizzamento del fluido inutilizzato e la continua compressione e la decompressione dell’a -

ria, comportano uno spreco di energia e un calo di efficienza del sistema. Inoltre, questo continuo movimento dell’attuatore potrebbe diventare un problema per la sicurezza qualora l’operatore non sia n grado di prevedere e controllare il movimento del braccio e causare impatti involontari. Le sacche d’aria possono anche interferire con l’avvio/innesco del sistema ed avere significativi impatti NVH (rumore, vibrazioni e irrigidimenti).

Inefficienza del sistema

Questi aspetti, uniti allo spreco di energia e inefficienze del sistema, portano alla lunga ad una insoddisfazione generale dell’utente che può dar luogo a reclami e ritorni in sostituzione. Generalmente si riscontrano due tipologie di problematiche differenti: l’aria intrappolata e l’aria disciolta o trascinata. L’aria intrappolata all’interno di un sistema fluidico è tipicamente una sacca d’aria difficile da stanare o rimuovere. Può verificarsi durante un green run iniziale (inizio produzione),

L’aria disciolta o trascinata è costituita da aria piccola bolle sospese o contenute nel fluido idraulico che si muovono lungo il condotto idraulico. Quando il sistema viene arrestato, l’aria può migrare verso l’alto e si accumula aggregandosi nei passaggi, creando ulteriori tasche di aria intrappolata. Tradizionalmente esistono diverse soluzioni di intervento per risolvere questa problematica. Si può ricorrere allo spurgo manuale, che però comporta tempi di fermo del cantiere e riduzioni della produttività., inoltre se la sacca d’aria si ripresentano in tempi relativamente brevi, l’utente è costretto ad aumentare frequenza di manutenzione, con conseguenti incrementi di costi e riduzioni di produttività.

Un metodo alternativo consiste nel praticare un foro di piccolo diametro all’interno della coppa circa 0,5 mm. L’intento è quello di consentire all’aria intrappolata di fuoriuscire nuovamente nella coppa e ridurre al minimo la quantità di fluido che fuoriesce dal sistema. Questo può essere un metodo affidabile ed economico, tuttavia, rimane un flusso di fluido costante verso l’esterno che provoca perdite idrauliche significative, inefficiente di prestazioni e spreco di energia. Ovviamente con l’aumentare delle dimensioni del foro aumenta la quantità di energia sprecata. Per compensare queste perdite idrauliche, c’è necessità di far funzionare la pompa a velocità più elevate, oppure di installare pompe con impatto sui costi, ingombri pesi del sistema ed un maggiore consumo di energia. In alcune applicazioni possono oltretutto essere presenti più aree di accumulo d’aria, il che richiede fori aggiuntivi e aumentando le inefficienze.

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Vent valve rappresentano una alternativa alle tradizionali valvole di non ritorno.

Dedicati alle macchine agricole La divisione Industrial Micro-Hydraulics (IMH) di The Lee Company progetta e realizza avanzati componenti miniaturizzati per linee fluidiche specifici per il settore delle macchine agricole, in grado di fornire soluzioni tecnologicamente efficaci ed economicamente sostenibili per questo genere di problematiche. Vediamo di che cosa si tratta. Air bleed orefice: questi dispositivi contengono un piccolo orifizio di flusso di precisione con uno schermo di sicurezza integrato per la protezione dalla contaminazione. L’orifizio consente all’aria intrappolata di fuoriuscire nella coppa ed è sufficientemente piccolo da impedire l’ingresso della maggior parte del fluido idraulico passaggio riducendo al minimo le perdite continue del sistema. Tipicamente questi orifizi sono installati in punti elevati degli impianti, dove possono formarsi tasche d’aria, oppure in zone dove è difficile l’evacuazione dell’aria dopo il riempimento iniziale degli impianti. Al

fine di ulteriormente ridurre le perdite idrauliche garantire il minimo spreco energetico assoluto, sempre nell’ambito della divisione Industrial MicroHydraulics (IMH) di The Lee Company è stata sviluppata una nuova soluzione, il ‘Lee Air Bleed Orifice’. Si tratta di un piccolo orifizio di flusso, con integrato uno schermo di sicurezza integrale da 25 µm, che consente all’aria intrappolata di fuoriuscire, garantisce la protezione dai contaminanti ed è allo stesso tempo abbastanza piccolo da limitare il passaggio del fluido.

Viene garantito il 100% dello spurgo dell’aria ed è stato testato per garantire prestazioni costanti riducendo le perdite del sistema fino al 99% (vedi grafico system reaction time). Lo schermo integrato garantisce affidabilità, dimensioni compatte, riduzione del sistema complessivo peso e, in definitiva, costi inferiori. Questo particolare desing di facile installazione lo rende ideale oltre che per applicazioni sia ad alto volume, per quei settori dove le condizioni di esercizio

sono particolarmente gravose come il settore agricolo.

Le Vent valve, invece, sono valvole normalmente chiuse che impediscono all’aria di essere risucchiata in un sistema idraulico mentre il sistema è spento. Durante l’avvio, la pressione del sistema aumenta e apre la valvola di sfiato, consentendo all’aria si sfiatare, man mano che il sistema raggiunge la pressione di esercizio, la valvola si chiude, interrompendo il flusso ed eliminando ogni ulteriore perdita idraulica (vedi grafico Vent Valve Performance). Sono generalmente impiegate in zone in cui si ha necessità di rimuovere grandi quantità di aria intrappolata. Le Vent valve rappresentano una alternativa alle tradizionali valvole di non ritorno che, pur essendo sono un prodotto maturo, restano il cavallo di battaglia della divisione industriale di The Lee Company da anni, essendo impiegate con successo in parecchie applicazioni per macchine agricole. Le Vent Valve rispetto alle valvole di non ritorno, consentono di eliminare anche il minimo gocciolamento che un foro, seppur di esigue dimensioni, non può evitare. Partendo da una gamma di prodotti consolidati The Lee Company ha continuato a spingersi sempre oltre nella crescita tecnologica. Per poter supportare le maggiori pressioni e delle portate caratteristiche del mondo industriale mantenendo i diametri esterni contenuti (5,5 e 8 mm).

Mediante la modifica degli elementi costituenti il componente stesso si è reso possibile quasi raddoppiare la portata. Ottenendo flussi molto maggiori senza la necessità di crescere in diametro e garantendo quindi dimensioni compatte che permettono di salvaguardare spazio e peso.

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M. Sala, Sales Engineer Lee srl.
SPECIALE
Caratteristica e prestazione delle Vent valve.
INDUSTRIA MACCHINE AGRICOLE

Le macchine agricole sono un importantissimo mercato per Sixten, società nata 33 anni fa nella provincia bolognese con la mission di rispondere ai problemi degli uffici tecnici dei costruttori di macchinari, progettando guarnizioni e sistemi di tenuta personalizzati per soddisfare le specifiche esigenze operative dei clienti. Richieste che negli ultimi anni nel settore agricolo sono andate evolvendosi, portando Sixten non solo ad arricchire la propria gamma di offerta ma anche a investire per certificarsi nelle attività di progettazione, produzione e commercializzazione dei sistemi di tenuta, aiutando i costruttori a competere in un mercato globale sempre più attento ed esigente.

Sollevamento e trazione

Guarnizioni e sistemi di tenuta sono elementi fondamentali nei circuiti idraulici che presiedono alle movimentazioni nei mac-

Sistemi di tenuta in campo

Le macchine agricole sono grandi consumatrici di guarnizioni e sistemi di tenuta, che Sixten progetta e fornisce per aiutare i costruttori a rispondere ai requisiti in evoluzione del settore, dal fronte della tutela dell’ambiente alla richiesta di certificazioni delle caratteristiche applicative

chinari agricoli: circuiti per il sollevamento di attrezzature quali aratri, erpici e frangi zolle, ma anche sistemi che presiedono alla trazione e al movimento orizzontale della macchina. “Si tratta in entrambi i casi di circuiti oleodinamici, ma distinti e serviti da due diverse pompe per l’olio, uno per sollevare i vari elementi e uno che fa marciare il trattore - spiegaTiziano Borsari, fondatore e general manager di Sixten -. I due circuiti hanno quindi requisiti operativi diversi e richiedono diversi sistemi, tenute rotanti in un caso e tenute a moti alternativi nell’altro”. Sistemi e soluzioni a cui sono quindi dedicati due distinti cataloghi nell’offerta Sixten, che contemplano le due principali tipologie di tenuta impiegate nelle macchine agricole, ovvero paraoli per il movimento lineare , per organi rotanti della macchina con pressioni che variano in funzione dell’utilizzo, e guarnizioni oleodinamiche per pressioni elevate, impiegate per assolvere a tutte le funzioni di

sollevamento (erpici, aratri, forche di sollevamento e cilindri tendicingoli). Grazie alla profonda conoscenza delle tenute e delle possibili problematiche, Sixten è quindi in grado di parlare direttamente con gli uffici tecnici dei costruttori di macchine agricole e dei loro fornitori di componentistica, indicando le soluzioni più adatte a svolgere un certo lavoro. Offrendo un’attività di consulenza progettuale che negli anni ha portato anche ad ampliare le tipologie di articoli trattati, sempre nell’ottica di rispondere alle necessità dei clienti. Come è stato per gli antivibranti, particolari dotati di due piastre in acciaio con un filetto e che vanno fissati fra due elementi per ridurre le vibrazioni generate dai movimenti della macchina in orizzontale e in verticale. Tipologia di prodotto che Sixten ha introdotto nella propria offerta rispondendo alla domanda espressa da parte dei clienti nei comparti macchine agricole e nel settore logistica.

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MECCANICA
MARCO ZAMBELLI

un’importante evoluzione del mercato delle macchine agricole, inducendo i costruttori a ripensare le proprie soluzioni in ottica più green ed eco-friendly. In parallelo, anche Sixten ha offerto il proprio supporto tecnico per aiutare i clienti a ottimizzare i macchinari sul fronte della tutela ambientale. “Un caso esemplificativo in tal senso è quello di un nostro cliente nelle

che dai vari mozzi nella macchina non fuoriuscisse olio, che altrimenti avrebbe inquinato le risaie”. Un genere di attenzione che in passato non c’era, per soddisfare la quale Sixten ha sottoposto la soluzione proposta, anelli di tenuta per alberi rotanti, tenute a cassetta, a una serie di prove condotte in una grande vasca costruita appositamente, al cui interno

il trattore è stato fatto andare avanti e indietro per diverse ore per garantire che non vi fosse perdita di nemmeno una goccia d’olio. Il settore delle macchine agricole non richiede grande personalizzazione delle soluzioni, consumando sistemi nel complesso piuttosto standard, ma l’evoluzione delle richieste pone sempre nuove sfide, come mostra anche il caso di un costruttore di seminatrici che aveva bisogno di tenute in grado di lavorare molto vicino al terreno assicurando il movimento continuo per 24 ore o più. Per questa applicazione, l’azienda ha quindi proposto tenute frontali con parti speculari in acciaio che assicurano la tenuta per i lunghi tempi di lavoro richiesti, e che rappresentano una specializzazione evoluta di un prodotto che era già a catalogo.

Supporto tecnico certificato

Un’altra importante trasformazione del comparto macchine agricole in tempi recenti va quindi in direzione della richiesta di un supporto sempre più competente e di qualità certificata. “Mentre un tempo i clienti andavano a comprare una certa guarnizione senza chiedere nulla di più, oggi hanno bisogno di garanzie e certezza maggiori - dice ancora Borsari -. Vengono quindi sempre più da noi, in quanto siamo in grado di fornire loro tutta la documentazione che accompagna i sistemi che proponiamo, certificando che il prodotto possiede tutte le caratteristiche che lo rendono adatto a svolgere il compito per cui viene fornito”. Per tale motivo, Sixten dal 2014 ha investito per ottenere la certificazione ISO 9001:2015 9190.SIXT, da allora rinnovata ogni anno. Certificazione che permette all’azienda di determinare le caratteristiche dei prodotti grazie a prove condotte internamente o presso i fornitori. Un importante investimento strategico, che oggi permette all’azienda di lavorare con i costruttori come un vero partner competente e strutturato, capace di risolvere le problematiche dei loro macchinari offrendo le certezze indispensabili per poter operare e competere sui mercati globali.

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INDUSTRIA MACCHINE AGRICOLE Due esempi di tenute Sixten.

Scendono in campo l’innovazione e la sicurezza

Il successo di Merlo è la capacità di coniugare l’engineering al design, al fine di ottenere il miglior risultato possibile, sotto molti punti di vista. Il costruttore piemontese ha realizzato e-Worker, il sollevatore telescopico full electric della cosiddetta ‘Generazione Zero’ di Merlo, che punta a zero consumi di carburante, zero rumore e vibrazioni, zero emissioni

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DESIGN

Quando si collega design e motori è inevitabile immaginare una bella auto, dalle curve futuristiche. Ma esiste un altro mondo che non ha nulla da invidiare all’automotive, quello di chi produce i mezzi destinati al lavoro agricolo, dove la fase della progettazione oggi è sempre più importante, in ottica sostenibile in primis, ma anche per garantire sicurezza e comfort agli operatori.

Il sollevatore telescopico

I mezzi agricoli più versatili sono i trattori, che con le loro attrezzature arrivano a coprire gran parte del lavoro del campo, indispensabile per l’aratura, la semina, la pulizia e la raccolta. A seconda delle fasi di lavoro, ci sono poi anche macchine per l’erpicatura, la distribuzione dei fitofarmaci, la concimatura e così via. A questi mezzi, da qualche anno gli operatori inseriscono nel proprio parco anche il sollevatore telescopico, che per le dimensioni e le molteplici funzioni, oggi risulta essere un valido supporto, di cui non si può fare a meno. In Italia, Merlo è sinonimo di ‘sollevatore telescopico’, perché è stata la prima azienda in Europa a fabbricarlo industrialmente e per-

ché attualmente è uno dei principali player del suo comparto. Oltre il 90% della produzione è realizzata nel sito di San Defendente, in provincia di Cuneo, una caratteristica rara nel comparto, dove il controllo su tutto il processo produttivo consente di sviluppare e proteggere il know-how aziendale, a garan-

zia di una qualità nell’offerta che il mercato mondiale continua a riconoscere e premiare.

Engineering e design

Chiave di volta del successo di Merlo è la capacità di coniugare l’engineering al design, al fine di ottenere il miglior risultato possibile, sotto molti punti di vista. La resa del lavoro, per esempio: si pensi solo al peso di un mezzo in un campo, dove la leggerezza e la scelta dei materiali costruttivi oggi è cruciale nella nuova agricoltura cosiddetta di precisione. Il design oggi interviene in modo sempre più importante anche per garantire la sicurezza dell’operatore che dovrà maneggiare questi mezzi anche dieci ore al giorno. Per questo Merlo progetta la cabina in funzione del lavoro che dovrà essere svolto, dove vengono curati al massimo l’ergonomia della seduta, il campo visivo, la luce, la temperatura, la semplicità nella guida; in merito, recentemente è stato brevettato un nuovo joystick capacitivo, che migliora l’ergonomia dei comandi, riduce la fatica dell’operatore e ne aumenta la produttività giornaliera. Gli investimenti di questi ultimi anni di Merlo, in termini di progettazione e design, sono stati convogliati su uno dei te-

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La forza di Merlo è l’innovazione. C’è molta ricerca verso l’equilibro tra industrializzazione di processo e sostenibilità. e-Worker è un sollevatore telescopico full electric. Nel 2022 è stato premiato da ADI Compasso d’Oro.

lescopici più futuristici della casa costruttrice piemontese, l’e-Worker. Si tratta del primo sollevatore telescopico full electric della cosiddetta ‘Generazione Zero’ di Merlo, che punta a zero consumi di carburante, zero rumore e vibrazioni, zero emissioni, e che con un angolo di sterzo fino a 85°, la frenata rigenerativa, l’e-holder e i sensori antiribaltamento, oggi è un vero gioiello di tecnologia e innovazione, utilizzabile in ogni contesto.

Premi per il design e brevetti

“È una macchina all’avanguardia che ha ricevuto numerosi riconoscimenti fin dal suo ingresso nel mercato - ricorda Pier Luigi

Porta, responsabile del Design Department di Merlo. L’utilizzo off-road e indoor, l’eccezionale versatilità ed efficienza, la riduzione dei costi e dei tempi di ammortamento, le dimensioni compatte, la grande manovrabilità e l’eliminazione delle emissioni inquinanti e rumorose, ci hanno permesso di ottenere nel 2022 il prestigioso ADI Compasso d’Oro, il più antico e il più autorevole premio mondiale di design, dove nelle motivazioni dell’assegnazione, l’e-Worker è stato definito ‘caratterizzato da una progettualità avanzata e culturalmente consapevole, eticamente responsabile verso l’individuo, la società e l’ambiente, e propulsiva di nuove

qualità materiali e immateriali’”.

La forza di Merlo di oggi è pertanto l’innovazione, aspetto presente nella mission dell’azienda dal suo esordio. C’è dunque molta ricerca, verso l’equilibro tra industrializzazione di processo e sostenibilità, dove oggi viene convogliata la maggior parte degli sforzi e degli investimenti. A testimonianza di quanta innovazione è stata perseguita in questi anni, Merlo vanta infatti oltre 90 brevetti, gli ultimi dei quali sono tutti dedicati alla sicurezza degli operatori al lavoro. Basti pensare alla recente Cabina Sospesa (CS), una soluzione tecnologica che ha sviluppato un sistema a bassa frequenza per ridurre le vibrazioni all’interno dell’abitacolo, aumentando comfort e sicurezza dell’operatore e riducendo di conseguenza il rischio di infortuni o lo sviluppo di malattie professionali legate a tale problematica. Brevetto innovativo è così anche l’ASCS (Adaptive Stability Control System) che assicura una perfetta prevenzione dal rischio di ribaltamento della macchina nelle fasi di movimentazione di un carico. Il sistema è stato progettato mettendo al centro tre parametri fondamentali di funzionamento, misurati attraverso appositi sensori: il carico movimentato, ovvero il peso (in kg) del materiale sollevato; la posizione del carico, ovvero la distanza dello stesso dalla macchina; l’attrezzatura in uso, riconosciuta automaticamente, che consente di ottimizzare il calcolo della stabilità e il diagramma di carico.

E il futuro?

Quale sarà la prossima sfida di Merlo non lo sappiamo ancora. Ma già pronti ad essere lanciati nelle prossime settimane ci sono nuovi progetti che riguarderanno sempre l’e-Worker, come l’inserimento di nuove batterie al litio, di prese di ricarica di tipo 2, come quelle delle auto per intenderci, oltre al miglioramento del comfort in cabina per ciò che riguarda la rumorosità.

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L. Bresciani, giornalista Gruppo Merlo. ASCS (Adaptive Stability Control System) assicura una perfetta prevenzione dal rischio di ribaltamento della macchina. Il design oggi interviene in modo sempre più importante anche per garantire la sicurezza dell’operatore.

4x4 elettrico multifunzione

L’obiettivo di Evum Motors, con sede in Germania, è diventare la prima azienda sul mercato con il suo esclusivo veicolo utility elettrico 4x4. A questo fine, ha accelerato i suoi processi di sviluppo del prodotto e implementato la piattaforma tecnologica solida e flessibile, di Dassault Systèmes, che consente di archiviare tutte le informazioni in modo centralizzato e uno scambio fluido di dati

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ATTILIO ALESSANDRI SOFTWARE

La start-up ha implementato la soluzione cloud Electro Mobility Accelerator sulla piattaforma 3DExperience di Dassault Systèmes per connettere design, ingegneria e produzione, offrire un accesso scalabile alle applicazioni di progettazione digitale e simulazione in un ambiente unico, sicuro e standardizzato e per industrializzare la produzione. Grazie a questa piattaforma su cloud, Evum Motors ha acquisito l’agilità di cui aveva bisogno per sviluppare il suo veicolo utility elettrico in modo rapido ed efficiente. Il cloud consente l’interscambio continuo e simultaneo di dati e una collaborazione ininterrotta tra ingegneri, fornitori e utilizzatori tramite dei meccanismi di role-based access. Il veicolo è in grado di trasportare carichi pesanti e di percorrere percorsi scoscesi, l’aCar di Evum Motors è una nuova categoria di veicolo utility elettrico modulare progettato per le esigenze di mobilità delle popolazioni rurali. L’idea è nata presso la Technical University di Mo -

naco di Baviera (TU Monaco), dove un team di ingegneri si è impegnato nella costruzione di un veicolo elettrico prototipo per il mercato africano. Il loro scopo era sviluppare un mezzo che potesse essere facilmente prodotto e finanziato nei Paesi in via di sviluppo ed emergenti, sostenibile e a bassa manutenzione. “Uno dei nostri scopi è quello di diffondere una cultura che valorizzi le soluzioni di mobilità semplici - ha commentato Martin Šoltés, project manager del progetto aCar presso la TU Monaco, ora CEO e co-fondatore di Evum Motors insieme a Sascha Koberstaedt -. Vogliamo mostrare al mondo che l’elettromobilità non deve essere necessariamente costosa, ma al contrario dovrebbe essere accessibile alla maggioranza delle persone”.

Alcune caratteristiche

Così è nato l’aCar, un veicolo elettrico a quattro ruote con un’autonomia di 200 km, una velocità massima di 70 km/h e una capacità di carico di 1.000

kg. È alimentato da una batteria da 48V e presenta pannelli solari sul tetto che generano energia aggiuntiva e un design modulare che facilita l’adattamento dell’aCar a diversi utenti finali, tra cui artigiani, lavoratori in vigna e giardinieri. “L’aCar rappresenta il nostro contributo per rendere il mondo migliore - ha proseguito Šoltés, Project Manager del progetto aCar presso la TU Monaco, ora CEO e co-fondatore di Evum Motors -. Abbiamo realizzato un design versatile, che non si limita a una sola funzionalità e consente la produzione eco-friendly in loco. Rappresenta il nostro contributo a una distribuzione più equa della prosperità mondiale e all’integrazione dei paesi in via di sviluppo ed emergenti nell’economia”. Oggi, Evum Motors sta migrando l’aCar dal concetto alla realtà e si sta preparando alla sua produzione su scala industriale presso il suo stabilimento a Bayerbach, in Germania.

Portare l’aCar sul mercato

Per affermarsi nell’industria dei veicoli elettrici altamente competitiva e scalare la produzione, Evum Motors aveva bisogno di una piattaforma tecnologica a supporto delle sue crescenti operazioni e che accelerasse il time-tomarket. Il team, di cui molti membri erano già coinvolti nel progetto iniziale presso la TU Monaco, conosceva già l’applicazione di progettazione Catia, molto utilizzata presso l’università. Quindi, è stata una decisione naturale optare per la piattaforma 3DExperience su cloud. Nascendo come start-up, era essenziale che Evum Motors avesse accesso alle tecnologie aziendali di più alto livello, tra cui il cloud. L’implementazione del cloud è stata necessaria per soddisfare le esigenze aziendali di Evum Motors su molti fronti. Prescindendo dalla posizione fisica, la piattaforma 3DExperience su

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Martin Šoltés, project manager del progetto aCar presso la TU Monaco ora CEO e co-fondatore di Evum Motors insieme a Sascha Koberstaedt.

cloud non solo consente di ottenere l’agilità, la flessibilità e la scalabilità necessarie, ma è anche una soluzione a prova di futuro in grado di adattarsi e crescere insieme all’azienda di pari passo con l’ingresso in nuovi mercati. Inoltre, Evum Motors ha collaborato con successo a fianco di Cenit, partner commerciale di Dassault Systèmes ed esperto della piattaforma 3DExperience. Dopo i test di successo in Germania e in Ghana e il feedback positivo ricevuto in vari eventi del settore, Evum Motors sta iniziando la commercializzazione dell’aCar sul mercato europeo, in cui la domanda di veicoli elettrici versatili ed economici è elevata soprattutto tra gli artigiani locali. “Gli artigiani di diversi settori necessitano di un veicolo robusto, per il lavoro pesante. Anche la sostenibilità è un fattore molto importante per loro, poiché sono alla ricerca di un veicolo

ecologico che riduca la loro impronta di carbonio. Inoltre, desiderano una soluzione affidabile e all’avanguardia che li aiuti a risparmiare denaro nel loro lavoro quotidiano”, ha dichiarato Koberstaedt.

Ebom e mbom su piattaforma unica Catia viene utilizzato per la progettazione delle parti in lamiera dell’aCar e per incorporare i progetti delle componenti provenienti da fornitori esterni per la realizzazione di ciascun modello. Grazie al cloud, l’azienda riesce a collaborare con i fornitori esterni con più facilità, sfruttando una potenza computazionale illimitata per condurre studi preliminari approfonditi ed identificare il miglior design possibile. L’azienda sta anche sfruttando Delmia per definire il bill of materials di produzione (Mbom) direttamente dal bill of materials di in -

gegneria (Ebom) in Catia, utilizzando i dati di progettazione per propagare direttamente i processi downstream. Questo consente agli ingegneri di pianificare e convalidare la produzione e ottenere una visibilità in tempo reale delle prestazioni e della qualità della produzione. Evum Motors sta impiegando la piattaforma 3DExperience non solo per progettare e ingegnerizzare l’aCar, ma anche per sviluppare un prototipo in 3D del suo nuovo impianto di produzione a Bayerbach, in Germania. Verificando i processi mediante simulazioni virtuali, è possibile ottimizzare la configurazione della catena di produzione e individuare eventuali problemi direttamente nell’ambiente 3D, correggendoli in anticipo, prima della realizzazione del prototipo fisico. Ciò contribuisce a mantenere bassi i costi di sviluppo e ad evitare sprechi.

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SOFTWARE
Grazie alla piattaforma, Evum Motors ha acquisito l’agilità di cui aveva bisogno per sviluppare il suo veicolo utility elettrico in modo rapido ed efficiente. La piattaforma 3DExperience su cloud consente di ottenere l’agilità, la flessibilità e la scalabilità necessarie.

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I benefici del cobot nella pallettizzazione

Il processo di palletizzazione è una necessità per qualsiasi azienda che produce beni su larga scala per il consumo commerciale. Automatizzare il processo con l’adozione di cobot porterà benefici estesi, liberando anche gli operatori da lavori ripetitivi e spesso pericolosi. Le soluzioni collaborative di palletizzazione sono ben adattate a una vasta gamma di settori tra cui food&beverage, elettronica e farmaceutica. Anche le PMI stanno automatizzando questa fase del processo con sempre maggior frequenza. L’esperienza di Universal Robots

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STEFANO SORESINA
ROBOTICA

Il processo di impilare, caricare e fissare grandi quantità di merci su un pallet, con l’obiettivo di conservarle o trasportarle in modo sicuro, esiste fin dall’inizio della rivoluzione industriale. Noto come palletizzazione, massimizza la quantità di prodotto in un carico mantenendolo sufficientemente stabile da evitare danni. È una necessità per qualsiasi azienda che produce beni su larga scala per il consumo commerciale. Senza una palletizzazione efficace, le aziende avrebbero difficoltà a far arrivare i propri prodotti nelle mani dei consumatori. Attualmente sono in servizio circa 2 miliardi di pallet, e quasi mezzo miliardo ne viene prodotto ogni anno. Dai barili, alle scatole, alle bottiglie: i beni su questi pallet girano il mondo. Tuttavia, questi pallet non si impilano da soli.

Pericoli della palletizzazione

Irving Paz Chagoya, Global Industry Segment Leader per la palletizzazione e l’imballaggio presso Universal Robots, è ben consapevole dei pericoli diffusi che la palletizzazione comporta: “Tradizionalmente, la palletizzazione è stata

un’operazione manuale, e in molti casi lo è ancora: stimiamo che 250.000 persone in tutto il mondo siano impiegate in questo tipo di lavoro. La palletizzazione manuale richiede a questi lavoratori di eseguire lo stesso compito faticoso più e più volte. I lavoratori si piegano, sollevano e girano per ore, il che può causare danni muscolo-scheletrici a lungo termine”.

Setia Hermawati, Senior Research Fellow presso l’Università di Nottingham, esperta di ergonomia specializzata nella produzione, individua tre principali fattori di rischio ergonomici nella palletizzazione manuale: forza, ripetizione e postura.

Durante la palletizzazione manuale, i lavoratori devono movimentare gli oggetti e utilizzare la propria forza in attività come sollevamento, abbassamento, spinta, trazione e trasporto. L’uso continuo della forza fisica nella movimentazione dei materiali è associato a disturbi muscolari legati al lavoro cumulativo, come il mal di schiena e le lesioni alla schiena, nonché lesioni al collo e agli arti superiori. Questi disturbi possono avere gravi conseguenze per i

lavoratori e limitare la loro capacità di svolgere attività nella loro vita quotidiana. Il rischio della movimentazione manuale si acuisce quando gli oggetti sono troppo pesanti, troppo grandi, difficili da afferrare e sono posizionati in modo che richiedano flessione o torsione del busto.

La palletizzazione e la depalletizzazione comportano l’esecuzione delle medesime azioni ripetutamente durante un turno di lavoro. Le attività ripetitive causano uno sforzo eccessivo sul sistema cardiovascolare a causa delle richieste poste sui muscoli in lavorazione e a causa dei ridotti e insufficienti tempi di recupero. Anche la movimentazione ripetitiva di oggetti leggeri può rappresentare un rischio di disturbi agli arti superiori se i lavoratori devono eseguirli più di una volta ogni 5 s, secondo l’Health and Safety Executive del Regno Unito.

Durante la palletizzazione e la depalletizzazione, i lavoratori spesso devono girare mentre maneggiano gli oggetti e piegarsi in avanti per raggiungere o posizionare gli oggetti sui livelli inferiori sul pallet. La movimentazione manuale

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Un esempio di applicazione di palletizzazione con cobot nel farmaceutico in Francia.

che comporta torsione del busto, oltre al piegarsi in avanti e lateralmente, comporta che le articolazioni operino al di fuori della propria posizione comoda e neutrale e prossime al limite massimo di movimento, e questa condizione è strettamente associata a lesioni muscolo-scheletriche. Inoltre, i lavoratori che effettuano la palletizzazione manuale in genere stanno in piedi tra il nastro trasportatore e il pallet per un periodo prolungato. La permanenza prolungata in piedi, stando fermi continuamente nello stesso punto, è associata a vari problemi di salute, come mal di schiena e gambe, problemi cardiovascolari ecc. “Prima di automatizzare la loro palletizzazione, un’azienda con cui abbiamo collaborato stimava che durante un turno di otto ore, ogni lavoratore sollevasse 8.000 kg di prodotto - aggiunge Irving Paz Chagoya -, una quantità di materiale che rappresenta evidentemente un pericolo per il corpo e la postura”. L’automatizzazione della palletizzazione può alleviare i lavoratori da tutti i rischi per la salute associati, ridurre la noia e migliorare il benessere complessivo. Questo consente ai lavoratori di proteggere la propria

salute e di concentrarsi su altre attività più adatte alle loro competenze, come il controllo qualità.

Opportunità per le PMI Sebbene la natura ripetitiva e spesso pericolosa della palletizzazione la renda una candidata naturale all’automazione, i progressi sono stati graduali. In passato, la palletizzazione automatizzata era limitata alle grandi imprese con ampio spazio a terra e i fondi necessari per installare e far funzionare le ingombranti macchine precedentemente necessarie per svolgere il compito. Tuttavia, oggi la situazione è molto diversa.

L’aumento dell’uso del cartone per imballare e conservare i beni, i progressi nella tecnologia dei robot collaborativi (cobot) capaci di trasportare carichi maggiori e il calo del costo dell’automazione hanno aperto il mercato alla palletizzazione collaborativa. Di conseguenza, le PMI stanno ora automatizzando questa fase del processo con sempre maggior frequenza. Per le PMI, l’automatizzazione del processo consente non solo di proteggere e utilizzare meglio la forza lavoro, ma anche di aumentare la produttività. Questo garan-

tisce di essere più competitive rispetto ai produttori più grandi e di offrire ambienti di lavoro migliori per il proprio personale. Sam Bouchard, CEO di Robotiq, un’integratore di robotica che mira a liberare le mani umane da compiti ripetitivi, commenta: “In molte fabbriche dove abbiamo installato la nostra soluzione di palletizzazione, era proprio il fine linea il collo di bottiglia che impediva la crescita dell’azienda. Aumentare la capacità di palletizzazione con un robot collaborativo ha permesso a queste imprese di produrre di più e assumere più lavoratori nei processi di produzione a monte. Inoltre, avere una cella robotica collaborativa per la palletizzazione consente all’azienda di offrire migliori condizioni di lavoro agli operatori che si occupano del robot”.

Carenza di manodopera

In molti mercati globali, una crisi del lavoro minaccia di compromettere le operazioni nelle aziende manifatturiere e industriali. Le aziende manifatturiere stanno cercando disperatamente personale. La sfida è amplificata per le piccole e medie imprese. In genere hanno meno spazio di manovra rispetto ai concorrenti più gran-

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Un esempio di applicazione di palletizzazione con cobot nel food&beverage.

di quando si tratta di attirare e trattenere lavoratori di tutti i livelli di competenza. Inoltre, i problemi muscolo-scheletrici, causati dalle attività più manuali legate alla produzione (come la palletizzazione), spesso portano all’esclusione anticipata dei lavoratori anziani da questo tipo di lavoro, contrariamente all’attuale spinta del governo a tentare di far rientrare i dipendenti anziani nella forza lavoro. Questa automazione porterà con sé benefici estesi. Vedremo i lavoratori umani liberati da lavori noiosi, ripetitivi e spesso pericolosi, il che significa che potranno applicare meglio le loro competenze. Le macchine possono essere in grado di sollevare e spostare cose, ma a differenza degli esseri umani non possono sentire, odorare e vedere. L’automazione porterà anche a un aumento della produttività e alla riduzione dei costi che i produttori devono sostenere per distribuire i propri beni.

Smentire i miti

Tuttavia, nonostante queste pressioni sulla forza lavoro, molti produttori sono stati lenti nell’automatizzare. Spesso a causa della mancanza di conoscenza, poiché

le aziende hanno una percezione errata del costo e dell’investimento necessario all’automazione e non vogliono essere viste come responsabili della perdita di posti di lavoro. Sul tema dei costi, è stato dimostrato che i cobot possono ottenere un ROI in circa 12 mesi. In effetti, un singolo braccio robotico può lavorare ininterrottamente per almeno 35.000 ore, che corrispondono a circa quattro anni di lavoro 24/7. E come qualsiasi strumento, un robot che viene trattato con cura può durare facilmente più a lungo. Per quanto riguarda la paura di veder eroso il saldo occupazionale a causa dell’automazione, bisogna considerare che i cobot sono progettati per lavorare accanto agli esseri umani, non per sostituirli. Con una formazione minima, le forze lavoro esistenti possono progettare, implementare e monitorare soluzioni automatizzate di palletizzazione. Questo li libera da compiti noiosi e a scarso valore aggiunto per svolgere altre attività meno rischiose e monotone o per assumere ruoli più complessi, aprendo le porte alla progressione di carriera. Come sappiamo da McKinsey, i lavoratori con un maggiore senso di

scopo godono di più del proprio lavoro e sono probabilmente più propensi a rimanere in azienda.

Prossimi cinque anni

Guardando avanti, le soluzioni collaborative di palletizzazione sono ben adattate a una vasta gamma di settori, tra cui food&beverage, elettronica e farmaceutica. Questa adattabilità combinata con i progressi nella tecnologia dei cobot, significa che è probabile che vedremo sempre meno infortuni sul lavoro dovuti alla palletizzazione manuale. A lungo termine, il cambiamento del luogo di lavoro renderà più facile per i lavoratori rimanere operativi più a lungo, se lo desiderano, mentre gli operatori delle fabbriche vedranno con ogni probabilità sia guadagni in produttività che un aumento dei ricavi. In breve, la palletizzazione può essere un compito pericoloso e noioso. Il tipo di compito in cui le macchine eccellono. Le aziende di tutte le dimensioni farebbero un favore ai propri lavoratori sollevandoli dai ruoli di palletizzazione e aiutandoli a concentrarsi su lavori più interessanti e di maggior valore, lasciando che siano i cobot a fare il lavoro pesante. Letteralmente.

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Le soluzioni collaborative di palletizzazione sono ben adattate a una vasta gamma di settori, tra cui food&beverage, elettronica e farmaceutica.

Intralogistica intelligente grazie ai sensori

Trumpf prevede che la sua soluzione di intralogistica intelligente comporti un risparmio di tempo nei tempi di produzione fino al 25%. I sensori Leuze contribuiscono all’implementazione di un flusso di materiali completamente collegato in rete. Vediamo l’esempio di questo flusso intelligente di materiali applicato direttamente presso il Customer Center Trumpf di Ditzingen

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ELENA CASTELLO
AUTOMAZIONE

Il futuro dell’intralogistica è quello di garantire silenziosità e praticamente impercettibilità. I veicoli a guida automatica si muovono sul pavimento della fabbrica, caricando le stazioni di attracco con la massima precisione. E questo avviene quasi senza generare rumorosità. Questo tipo di produzione efficiente, in cui le persone, i macchinari, i trasportatori a pavimento e i sistemi di stoccaggio sono combinati in un sistema intralogistico unificato è già possibile oggi: Trumpf, costruttore di macchine per la lavorazione della lamiera e taglio laser, offre ai suoi clienti questa soluzione con il termine ‘flusso di materiale intelligente’. I sensori Leuze contribuiscono al rilevamento della presenza, all’acquisizione dei dati e alla sicurezza.

Nel Customer Center

Con sede a Ditzingen (Germania), Trumpf offre ai suoi clienti soluzioni di produzione per macchine utensili e tecnologia laser. L’azienda supporta i propri clienti non solo con singole macchine ma, se lo si desidera, eleva anche l’intero sistema intralogistico delle imprese manifatturiere a un livello completamente nuovo. Le attività che non aggiungono valore - come la ricerca di materiali, il trasporto di parti in lamiera o le attività amministrative di prenotazione degli

ordini - rappresentano fino al 40% delle risorse in un’operazione di produzione convenzionale. Manuel Schwestka sa che un flusso di materiali intelligente migliora notevolmente le cose. Il product manager software & automation di Trumpf è un esperto di soluzioni di automazione intelligente: “Con il nostro approccio, tutte le macchine, i processi, le interfacce e soprattutto le persone giocano un ruolo importante. Noi mettiamo tutto in armonia”. Una rappresentazione digitale dell’impianto di produzione, compresi tutti i componenti e le posizioni di stoccaggio, costituisce la base. Su questa base, l’intero processo produttivo può essere sistematicamente pianificato e controllato. Chiunque voglia farsi un’idea di questo tipo di flusso intelligente di materiali dovrebbe visitare uno dei sedici centri clienti Trumpf sparsi per il mondo. Ad esempio, presso la sede centrale di Ditzingen. Dal 1987, l’azienda presenta l’intera catena di processo per le lamiere in base alla sua attuale gamma di prodotti, dalle singole macchine utensili alle soluzioni di produzione completamente automatiche. Ai clienti vengono mostrate macchine con diverse tecnologie. Anche gli studi sui tempi e sulla fattibilità e la produzione di pezzi campione fanno parte delle attività principali del team.

Raggiungere la docking station

La catena di processo delle lamiere consiste essenzialmente nelle seguenti fasi: punzonatura, tagliopiegatura e saldatura. Per ognuna di queste fasi, Trumpf offre i dispositivi appropriati: ad esempio taglierine laser 2D, piegatrici e punzonatrici a battente e sistemi di saldatura laser. Le docking station sono l’elemento che collega tutti i posti di lavoro. Sono una parte fondamentale di un sistema intralogistico intelligente: “Una docking station può essere descritta come un ‘deposito di materiali’ per le postazioni di lavoro e le macchine utensili - spiega Manuel Schwestka -. È quindi il luogo in cui, in combinazione con il software Oseon di Trumpf, tutti i movimenti di materiale tra le postazioni di lavoro possono essere acquisiti e registrati automaticamente. Inoltre, la stazione di attracco funge anche da luogo di passaggio sicuro e definito per i veicoli a guida automatica”. Questi veicoli consegnano pallet con o senza materiale alle stazioni di attracco a loro assegnate. Per garantire che i passaggi di consegne avvengano in modo automatico ed efficiente, sono necessarie soluzioni di sensori adeguate. Durante la fase di progettazione, i Sensor People di Leuze hanno fornito assistenza in qualità di consulenti. Nel settore dell’intralogistica, Leuze dispone di un profondo know-how applicativo e di una

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Docking station: qui possono essere depositati i carrelli a rulli per i pallet. Primo piano della tecnologia dei sensori Leuze in una docking station. Stazione di attracco con copertura.

vasta esperienza con soluzioni di sensori innovative e affidabili da utilizzare in ambienti automatizzati. In base alle richieste del cliente, tutte le stazioni di attracco del Customer Center di Ditzingen sono state dotate di sensori lungo la catena del processo della lamiera.

Rifornimento automatico.

I processi di una stazione di attracco sono i seguenti. Un AGV, o in alternativa un carrello elevatore manuale, carica una stazione con un pallet vuoto o pieno. Il pallet viene a sua volta collocato su un carrello a rulli che i dipendenti possono tirare fuori dalla docking station per raggiungere, ad esempio, il loro posto di lavoro o la macchina utensile nelle vicinanze. In questo modo, i posti di lavoro possono essere comodamente riforniti dei pezzi necessari. I dipendenti non devono fare molta strada per procurarsi i pezzi di cui hanno bisogno. Un vantaggio importante è la rappresentazione digitale dei processi: Ogni docking station registra automaticamente i movimenti del materiale quando deposita o preleva un pallet. Questi movimenti vengono inseriti nel sistema di controllo dei trasporti di Oseon utilizzando lo standard di scambio dati OPC UA. La docking station è quindi una fonte di in-

formazioni per i movimenti di materiale in entrata e in uscita e anche un luogo di stoccaggio temporaneo nelle immediate vicinanze di vari posti di lavoro.

I sensori Leuze sono utilizzati per il funzionamento della docking station e per la trasmissione dei dati al sistema. Una docking station dispone solitamente di tre sensori: Un sensore HT5.1/4X è installato nella parte inferiore della stazione. Rileva la presenza di un carrello. Un altro sensore di questo tipo si trova nella parte superiore della stazione di aggancio. Il suo compito è quello di registrare la presenza di pallet. Se viene rilevato un pallet, l’HT5.1/4X avvia l’identificazione del pallet tramite un altro sensore. A questo scopo è installato un DCR202iC: lo scanner acquisisce i dati dell’ordine e del materiale tramite il codice 2D sul pallet e trasmette i dati al sistema di controllo del trasporto. Sulla base delle informazioni provenienti dalle docking station, il software Oseon notifica ai dipendenti dell’officina quando e dove l’ordine deve essere recuperato o immagazzinato temporaneamente o se deve essere trasportato in un luogo di lavoro specifico. A tal fine, il sistema si orienta ai dati degli ordini esistenti nel piano di produzione. Da questi, il software Oseon diTrumpf genera automaticamente

i processi di trasporto da A a B e li inoltra ai dipendenti o agli AGV. Insieme alle stazioni di attracco associate alle postazioni di lavoro, il risultato è un flusso di materiali davvero intelligente.

Sensori elemento chiave

Per l’intralogistica, questa interazione tra tecnologia dei sensori e software comporta notevoli vantaggi. Secondo Mario Mörk, responsabile del gruppo Software and Process Solutions di Trumpf, “Grazie al sistema di sensori delle docking station, sappiamo sempre se c’è ancora spazio nel deposito di materiale della postazione di lavoro successiva. In caso affermativo, il software di pianificazione della produzione Oseonprovvede a portare il prossimo carico di materiale appropriato alla postazione di lavoro o a generare un ordine di trasporto. L’ordine viene poi trasmesso a una persona con un tablet o a un AGV e viene elaborato secondo una sequenza dinamica”. L’ordine di completamento dei compiti dipende, ad esempio, dalla priorità degli ordini dei clienti. Grazie ai sensori Leuze, i pallet vengono prenotati o registrati automaticamente sul posto di lavoro, con conseguente risparmio di tempo. Inoltre, è garantito un certo grado di flessibilità perché, se necessario, i dipen-

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Anche la fornitura di materiale alle macchine utensili automatizzate è supportata dalla tecnologia dei sensori Leuze. Un dispositivo di sicurezza a fasci luminosi multipli della serie Leuze MLD 500 protegge l’accesso all’area pericolosa.

denti possono essere inseriti nel processo tramite il sistema. Questo può essere necessario se, ad esempio, un’azienda produce prodotti in diversi edifici fisicamente separati. In questo caso, l’AGV trasporta il materiale fino al confine dell’edificio e una persona lo trasferisce attraverso la periferia esterna tra gli edifici. Anche gli ordini urgenti possono essere inseriti nel flusso di lavoro in qualsiasi momento dai dipendenti responsabili.

Rilevamento del flusso

“I sensori Leuze installati sono la spina dorsale di questa soluzione intralogistica intelligente”, afferma Jörg Beintner, key account manager per le macchine utensili di Leuze. Qui ogni sensore mostra la sua forza. L’HT5.1/4X per il rilevamento della presenza di carrelli e pallet è un sensore a LED a tasteggio con soppressione dello sfondo: rileva gli oggetti in modo affidabile e contemporaneamente sopprime lo sfondo. Il campo operativo può essere impostato in modo intuitivo utilizzando un mandrino. Per Trumpf, l’HT5.1/4X è stata la scelta ideale. Leuze offre anche altri modelli di sensore, adattati alle esigenze e alle applicazioni del cliente. Il sensore a tasteggio con soppressione dello sfondo, ad esempio, è disponibile

anche con laser o in versione sensore per il rilevamento di oggetti particolarmente piccoli. Sono disponibili anche sensori con punti luminosi extra grandi o piccoli o ottimizzati per superfici lucide e levigate. “Come secondo componente chiave della soluzione intralogistica di Trumpf, abbiamo optato per il nostro lettore di codici 2D fisso DCR 202iC”, spiega Beintner. Il sensore Leuze cattura i codici 1D e 2D in modo estremamente affidabile. Presso il Centro clienti, Trumpf ha fissato i codici 2D su due lati di ciascun pallet, in posizioni diagonalmente opposte. Di conseguenza, non importa quale lato del pallet venga spinto per primo nella stazione di aggancio. In questo modo, il codice può essere sempre catturato da un solo sensore. Il lettore di codici DCR 202iC basato su telecamera è l’ideale in questo caso: Legge i codici che, a seconda del tipo, sono stampati o marcati direttamente, anche in modo omnidirezionale. I Sensor People di Leuze offrono diverse versioni in termini di dimensioni, classi di protezione IP 67 o 69K, velocità e interfacce. Tra l’altro, i sensori Leuze utilizzati per il rilevamento non sono gli unici prodotti Leuze utilizzati da Trumpf a Ditzingen: Le barriere fotoelettriche di sicurezza sono installate in corrispondenza

delle chiusure dei materiali alle macchine per la lavorazione della lamiera. Impediscono in modo affidabile l’ingresso di persone nell’area pericolosa. Anche in questo caso, Leuze ha fornito un ampio supporto durante la progettazione e la realizzazione. Altri progetti comuni sono già in cantiere.

Semplicemente intelligente

Trumpf è pienamente soddisfatta delle soluzioni di sensori Leuze. I sensori rilevano i carrelli a rulli e i pallet e identificano gli ordini e i materiali in modo completamente automatico grazie ai codici 2D. L’esempio del Customer Center di Ditzingen dimostra che chiunque desideri elevare la propria produzione a un nuovo livello intelligente può farlo in modo semplice e conveniente con il flusso di materiale intelligente. Questo vale sia per le piccole attività produttive artigianali che per le fabbriche intelligenti. E comporta vantaggi tangibili: Trumpf prevede che la sua soluzione di intralogistica intelligente comporti un risparmio di tempo fino al 25% rispetto ai tempi di produzione. La tecnologia dei sensori Leuze contribuisce all’implementazione affidabile, sicura ed efficiente di un flusso di materiali completamente collegato in rete.

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La sede di Trumpf a Ditzingen e il Customer Center, sempre a Ditzingen, dove è possibile vedere i modernissimi macchinari dell’azienda per la lavorazione delle lamiere e alle soluzioni intralogistiche (Foto Trumpf).

Manubri riciclabili per l’e-bike

igus propone ai produttori di bici nuovi componenti riciclabili e parzialmente riciclati. Tra i primi clienti c’è Advanced, che ha recentemente lanciato Reco: e-bike di nuova generazione con telaio in plastica interamente riciclabile. Reco verrà equipaggiata con manubri di nuova concezione prodotti da igus utilizzando polimeri ad alte prestazioni e realizzati attraverso una linea produttiva dedicata che richiede una quantità di energia decisamente inferiore rispetto alla lavorazione dell’alluminio abitualmente impiegato per questi componenti

Dopo il successo del lancio della igus:bike, la prima bicicletta interamente in plastica, igus presenta una gamma di componenti in plastica ad alte prestazioni destinata ai produttori del settore ciclo, che comprende telai, giranti e pedaliere. Già av-

viata, presso lo stabilimento di Colonia, la produzione in serie di manubri per le biciclette della linea Reco firmate Advanced. Sviluppati e testati appositamente nei laboratori interni, i manubri sono prodotti da igus in polimeri compositi

interamente riciclabili e ottenuti in parte da materiale riciclato. Dopo l’avviamento in Germania, igus estenderà la produzione in Asia e Nord America, in modo da offrire ai produttori di bici una supply chain di prossimità.

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MATERIALI

Manubri per l’e-bike

Advanced ha recentemente lanciato Reco, l’e-bike di nuova generazione con telaio in plastica interamente riciclabile. Grazie alla collaborazione con igus, a breve la bicicletta Reco verrà equipaggiata con manubri di nuova concezione prodotti dallo specialista delle motion plastics utilizzando polimeri ad alte prestazioni. I nuovi manubri per Reco vengono realizzati da igus attraverso una linea produttiva dedicata che richiede una quantità di energia decisamente inferiore rispetto alla lavorazione dell’alluminio

Bici in plastica riciclata

abitualmente impiegato per questi componenti. Oltre all’efficienza energetica del processo produttivo presso la sede centrale a Colonia, altro aspetto green dei manubri igus è la totale riciclabilità. La produzione tramite stampaggio a iniezione permette di ottenere manubri in un pezzo unico, senza saldature. “Abbiamo completamente rielaborato il processo produttivo, appositamente per questo tipo di pezzi curvi con numerose cavità. Questo ci permette di scegliere liberamente le plastiche, di implementare vari colori e persino di creare dei passaggi

In continua crescita il successo riscosso dalla igus:bike, la bicicletta realizzata in materiale plastico con telaio e ruote prodotti con rifiuti post-consumo, come bottiglie di shampoo o reti da pesca. Tutte le parti della bici soggette a usura sono realizzate in tribopolimeri igus ultraresistenti. L’obiettivo è una bicicletta che non arrugginisce, non richiede manutenzione o lubrificazione e può essere interamente riciclata. Progettata da igus e prodotta dalla società olandese mtrl, igus:bike è un vero e proprio ‘laboratorio di prova e incubatore di novità per l’intero settore della bicicletta’. “Tutto ciò che impariamo e implementiamo con successo qui, lo mettiamo a disposizione dei costruttori di biciclette come prodotto a catalogo o su misura”, indica Hollmann. Difatti, un’altra parte del progetto è proprio la piattaforma igus:bike, finalizzata ad avviare ulteriori collaborazioni e a facilitare lo scambio di idee e di conoscenze. Il fine di igus è quello di mettere le proprie competenze nel campo delle materie plastiche al servizio dell’industria del ciclo e di collaborare con molti altri produttori per far progredire l’economia circolare delle materie plastiche in tutto il mondo.

interni per il cablaggio e i cavi del cambio”, osserva Jan Philipp Hollmann, responsabile del settore bike presso igus.

Produzioni ecosostenibili

Il tema della conservazione delle risorse sta diventando fondamentale anche nel settore del ciclo. Nonostante la bicicletta sia considerata il mezzo più sostenibile per eccellenza, la produzione ad alta intensità energetica e lo smaltimento dei componenti determinano la maggior parte della carbon footprint dei mezzi a due ruote. “Siamo convinti che l’utilizzo della plastica rappresenti una valida opzione per l’industria del ciclo, dove i clienti chiedono sempre più spesso riduzione delle emissioni di CO2, maggiore riciclabilità e durata dei componenti e prossimità territoriale dei fornitori”, spiega Jan Philipp Hollmann, responsabile del settore bike presso igus. Per rispondere a queste esigenze igus ha messo a punto nuovi componenti dedicati ai produttori di bici: cuscinetti a sfera, pedaliere, cuscinetti per testine di sterzo e una ruota libera in plastica ad alte prestazioni sviluppata specificamente per le applicazioni in movimento. In fase di fine tuning e presto disponibili anche manubri, telai, giranti, reggisella e guide per la regolazione della sella. Per questi nuovi componenti, igus gestisce tutta la filiera internamente, dalla ricerca e sviluppo ai test di laboratorio effettuati su venticinque banchi di prova esclusivamente dedicati ai componenti per bici, dalla fabbricazione degli stampi fino alla produzione con materie plastiche appositamente formulate da igus per queste applicazioni. Già da oltre 30 anni igus fornisce cuscinetti a strisciamento e altri componenti per applicazioni dinamiche a noti produttori di biciclette. Un comparto in evoluzione per il quale igus sta organizzando la produzione presso dodici stabilimenti in quattro continenti, con l’obiettivo di offrire ai produttori di biciclette non solo componenti di qualità ma anche prossimità e tempestività.

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Sensore di microdimensioni per braccio robotico

Il microsensore di forza/coppia a 6 assi di Bota Systems potenzia le prestazioni dei robot. L’ingombro ridotto e il peso di 30 g, lo rendono ideale per applicazioni mediche, collaudi e applicazioni di precisione come il micro-assemblaggio e la micro-lucidatura. È anche adatto come sensore per le dita di mani e pinze, come nei robot umanoidi. Il design plug and play include sensori di temperatura e filtri integrati, che lo rendono facile da programmare e configurare

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AUTOMAZIONE

Bota Systems, azienda produttrice di sensori di forza/coppia multiasse, presenta MiniONE, il più piccolo dei suoi sensori. Progettato per ottimizzare i sistemi microrobotici con un feedback aptico, MiniONE è un sensore a 6 assi semplice da installare tra il braccio robotico e quasi tutti gli organi di presa (EoAT). Bota Systems ha presentato MiniONE in occasione di Icra, la Ieee International Conference on Robotics and Automation, che si è tenuta a Londra alla fine dello scorso maggio.

Caratteristiche del sensore

Con il suo ingombro ridotto e il peso di 30 g, MiniONE è ideale per applicazioni mediche, collaudi e applicazioni di precisione come il micro-assemblaggio e la micro-lucidatura.

È anche adatto come sensore per le dita di mani e pinze, come nei robot umanoidi. MiniONE fornisce un segnale con un livello di rumorosità molto basso, con un’elevata sensibilità e prestazioni in termini di densità. Il design plug and play include sensori di temperatura e filtri integrati, che lo rendono facile da programmare e configurare.

Chi è Bota Systems

Con un diametro di 30 mm e una profondità di 22,2 mm, MiniONE non richiede alcun hardware aggiuntivo. Questo lo distingue da altri prodotti che necessitano di adattatori o di interfacce, rendendolo più semplice da usare. Integrando completamente l’elettronica del MiniONE nel suo involucro schermato, si riducono il cablaggio, il peso, la complessità e l’incertezza di misura.

Inoltre, MiniONE è resistente alla polvere e all’acqua (IP67) e include un’interfaccia di comunicazione USB. Per risparmiare tempo di sviluppo, è disponibile con i pacchetti software di Bota Systems per ROS, Matlab, LabView, TwinCAT e Python.

“Abbiamo ascoltato i commenti dei nostri clienti e sviluppato un sensore di dimensioni ridottissime rispetto alle alternative esistenti, che sono troppo ingombranti - ha dichiarato Klajd Lika, CEO e cofondatore di Bota Systems -. Dando ai robot il senso del tatto, i nostri sensori consentono loro di muoversi con la stessa naturalezza e libertà delle persone”.

“Il nostro Meca500 è il robot a 6 assi più preciso e compatto del mercato e MiniONE gli garantisce sensibilità, in un formato dav-

Bota Systems è uno sviluppatore e costruttore di sensori di forza/coppia multiasse, sensori di coppia e sensori personalizzati. Fondata nel 2020 come spin-off dell’ETH Robotic Systems Lab, Bota Systems ha sede a Zurigo, in Svizzera. I suoi sensori conferiscono ai bracci robotici il senso del tatto, e la visione dell’azienda prevede che i robot possano lavorare e muoversi in modo sicuro, naturale e libero come gli esseri umani. Il team di Bota Systems, composto da ingegneri robotici, informatici e meccanici, sviluppa continuamente sensori avanzati e ad elevato grado di integrazione per supportare un’ampia gamma di applicazioni, sia nel campo della ricerca che dell’industria.

vero ultracompatto - afferma Stan Gleizer, direttore delle applicazioni di Mecademic Robotics -. L’integrazione del sensore MiniONE con il robot Meca500 è semplice e veloce, e semplifica l’aggiunta del controllo della forza alle applicazioni robotiche”.

Sensore robotico di forza/coppia

Un sensore robotico di forza/coppia è un dispositivo che misura la forza e la coppia quando vengono applicate sulla sua superficie. Utilizzando i segnali misurati nel controllo di retroazione (feedback) in tempo reale, i robot possono eseguire compiti di interazione anche impegnativi. Il sensore più comunemente utilizzato nella robotica di questo tipo è un sensore completo a 6 assi, che misura forze e coppie su 3 assi ciascuno. I robot vengono utilizzati sempre più spesso in contesti non strutturati e sono chiamati a svolgere compiti più impegnativi e a collaborare con le persone, il che richiede sensori che li rendano consapevoli dell’ambiente circostante. I sensori di coppia/forza consentono loro di eseguire compiti prima impossibili, come la levigatura di superfici complesse, la chirurgia robotica, l’assemblaggio di parti delicate con tolleranze strette o l’esecuzione di compiti interattivi in ambienti aperti. Il sensore di forza/coppia a 6 assi MiniONE è compatibile con un’ampia gamma di robot, come Mecademic Robotics, Nachi Robotic Systems, Rokae e Yaskawa, nonché con pinze e organi di presa di Robotiq, Shadow Robot e Schunk.

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Grazie all’ingombro ridotto e al peso di 30 g, MiniONE è ideale per applicazioni mediche, collaudi e applicazioni di precisione come micro-assemblaggio e micro-lucidatura.

A tutta energia

Pompe e motori idraulici sono ampiamente utilizzati in molteplici applicazioni: dalle macchine per l’agricoltura al movimento terra e forestali, fino alle macchine industriali. Le moderne tecnologie elettroniche, e anche quelle digitali, applicate a questi componenti permettono di ottenere efficienza e prestazioni adeguate alle esigenze dell’utilizzatore

Berarma presenta le pompe P04 e le mini centraline C04 che racchiudono lo stesso cuore, sviluppato internamente e frutto di 60 anni di esperienza nelle pompe a palette a cilindrata variabile. P04 è una pompa con dimensioni e attacchi intercambiabili alle pompe ad ingranaggi esterni della stessa cilindrata (8 cm³/ giro). C04 è l’integrazione di pompa e blocco oleodinamico con attacchi intercambiabili ai maggiori costruttori di mini centraline. Questi nuovi prodotti offrono due grandi vantaggi rispetto alle pompe ad ingranaggi esterni: risparmio energetico; basso livello di rumorosità. La pressione massima continua di lavoro è di 210 bar, rendimenti e tempi di risposta sono stati ottimizzati per la massima efficienza. Grazie a un ampio range di velocità (350-2.000 giri/min), questi prodotti possono essere facilmente applicati a motori a corrente continua alimentati a batteria, servomotori, motori con inverter o motori endotermici. Le dimensioni estremamente compatte rendono questi prodotti facilmente sostituibili su impianti e mini centraline dotati di pompe a ingranaggi esterni per chi cerca risparmio energetico, riduzione del calore prodotto e riduzione della rumorosità. Anche queste pompe possono essere dotate di controlli pressione/portata di tipo idraulico ad uno, due stadi di pressione, comando remoto e load sensing.

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RASSEGNA
A CURA DELLA REDAZIONE
IDRAULICI
POMPE E MOTORI

La recente gamma di motori Hägglunds Quantum, proposta da Bosch Rexroth , combina prestazioni elevate, sostenibilità e durata prolungata. Hägglunds Quantum è la sintesi dei punti di forza dei motori idraulici Hägglunds, ovvero un’elevata affidabilità e una densità di potenza unica. Con una velocità massima di oltre 150 giri/min e una coppia massima di oltre 350 kNm, questi motori vantano un mix tecnologico elevato. Possono inoltre raggiungere una potenza angolare di 3 MW senza incidere sulla compattezza né sull’efficienza. Le applicazioni in cui erano più indicati i motori Hägglunds CBp 280 oggi possono sfruttare i motori Hägglunds Quantum Power 280. Questo modello, più leggero di 500 kg circa, sfrutta meno risorse e permette di ridurre le emissioni durante la produzione e il trasporto. Per le applicazioni mobili, al peso minore si aggiunge una riduzione dei consumi di carburante.

Bucher Hydraulics , nell’ottica di aumentare la presenza nel mercato della rivendita per la linea di prodotto ‘pompe a ingranaggi esterni’, ha sviluppato una variante della nota pompa del gruppo 2.5 in ghisa AP250HP, ovvero la AP250FP (Flexible Pump). Con questa nuova variante si ha la possibilità di passare da pompe singole a pompe multiple, sia del gruppo 2.5+2.5 sia del gruppo 2.5+2, con il semplice smontaggio della piastra di chiusura posteriore, che funge da coperchio, e l’aggiunta di un kit contenente la flangia intermedia dedicata. L’ingranaggio conduttore della pompa AP250FP è già predisposto per l’accoppiamento della seconda pompa. Non vi è più la necessità di acquistare la pompa multipla direttamente da Bucher Hydraulics poiché il rivenditore può trasformare una pompa singola già in suo possesso, con l’aggiunta dei componenti necessari, che magari possiede già a magazzino.

Casappa Smart Power system è un’evoluzione del sistema ‘Load Sensing flow sharing system’ che permette di gestire in modo intelligente la potenza del sistema oleoidraulico della macchina. Qui di seguito alcune caratteristiche dell’evoluzione del sistema. MVPe rappresenta l’integrazione in un unico oggetto di pompa a pistoni serie MVP, sensore angolare, compensatore di pressione elettronico e centralina elettronica. Ma non è tutto. Anche il software di gestione si è evoluto, con la disponibilità di due differenti logiche di controllo per la centralina elettronica integrata: smartEasy & smartFull. Casappa progetta e realizza i principali componenti del sistema oleodinamico per applicazioni che spaziano nei settori delle costruzioni, dei veicoli industriali, della movimentazione merci, dell’agricoltura, minerario e dell’industria. Oltre alle soluzioni standard, a catalogo, l’azienda emiliana sviluppa progetti personalizzati in stretta collaborazione con gli utilizzatori. Pompe e motori a ingranaggi con corpo in alluminio o in ghisa, divisori di flusso, pompe a pistoni assiali a cilindrata variabile, controlli elettronici e filtri.

Ora disponibile presso Danfoss Power Solutions , la gamma di motori a pistoni assiali Dowmax è dotata di un esclusivo design a doppio piatto oscillante e di una struttura resistente per garantire prestazioni eccezionali nelle applicazioni più impegnative. Grazie all’elevata coppia di spunto, alle prestazioni fluide alle basse velocità e all’elevata efficienza complessiva, è adatta per applicazioni in perforatrici direzionali, in azionamenti diretti e su argani del settore marino. Grazie all’eccellente rapporto tra potenza e prestazioni, sono i motori più compatti della categoria. Con una velocità minima stabilizzata che raggiunge 1 giro/min, i motori Dowmax assicurano un movimento fluido e un controllo preciso, eliminando le oscillazioni di velocità e l’instabilità di flusso comunemente riscontrate nei motori a pistoni assiali convenzionali. Inoltre, essendo altamente resistenti agli shock termici, i motori garantiscono prestazioni stabili pur a fronte di notevoli variazioni di temperatura.

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RASSEGNA

POMPE E MOTORI IDRAULICI

Hansa-TMP progetta, produce e distribuisce componenti oleodinamici come pompe e motori a pistoni assiali per sistemi a circuito chiuso per applicazioni mobili, industriali, marine ed energie rinnovabili. La gamma di pompe a pistoni copre da 6 a 64 cm3/giro di cilindrata e raggiunge una pressione di 450 bar. Le pompe sono disponibili in versione singola e tandem compatta back-to-back. Grazie alla simulazione fluidodinamica ed i test tribologici, effettuati in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia, Hansa-TMP ha migliorato notevolmente l’efficienza dei componenti proponendo innovative pompe con alta densità di potenza. In particolare, la serie TPV 3600, adatta per gli ambienti più gravosi risulta essere la soluzione per le macchine di medie dimensioni. La serie TPV 3600 raggiunge i 420 bar e ha un range di cilindrate dai 26 ai 43 cm3/giro. È disponibile la flangiatura di montaggio SAE-B a due fori e una flangiatura di attacco posteriore SAE-A. È caratterizzata da un design compatto, optional integrati e ha un alto rapporto peso-potenza trasmessa, grazie a un design innovativo e l’utilizzo di nuove tecnologie di produzione. La pompa è disponibile con un’ampia gamma di comandi idraulici ed elettro proporzionali per la regolazione a distanza della cilindrata tramite manipolatori idraulici ed elettrici. In base alle richieste dell’utente, il componente può essere personalizzato con diverse opzioni, tra cui by-pass a leva, valvola di scambio, valvola di taglio pressione (pressione costante), filtro con/senza indicatore di intasamento. Inoltre, sono stati sviluppati diversi tipi di sensori tra cui: quello angolare, sensore giri e quello di pressione, per massimizzare la precisione e l’efficienza della pompa.

Hawe Hydraulik produce ormai da tempo le pompe a pistoni assiali. Esse possiedono più pistoni, disposti parallelamente all’albero motore e sono disponibili sia come pompe a cilindrata variabile sia come pompe a cilindrata costante. C40V è una pompa a pistoni assiali estremamente compatta, lavora secondo il principio del piattello inclinato, indicata per l’impiego in circuiti aperti di macchine mobili e in sistemi load sensing, disponibile in tre cilindrate 28,45 e 85 cm3/giro, differenti regolatori disponibili in accordo alle necessità applicative, con pressione di esercizio fino a 280 bar e di punta 320 bar, con eventuale albero passante per l’inserimento di una ulteriore pompa, nonché interessante scelta di alberi e flange di accoppiamento. L’ampia scelta di diversi regolatori disponibili permette di utilizzare la pompa C40V in una vasta varietà di applicazioni, tra cui macchine agricole e forestali, veicoli comunali, piattaforme di lavoro aeree nonché macchine movimento terra e dedicate al mondo cantieristico.

Il catalogo di Hydac Drive Center si arricchisce con l’inserimento di un’ampia gamma di motori orbitali. I motori orbitali, come si sa, convertono l’energia idraulica (pressione, portata) in energia meccanica (coppia, velocità). Possiedono un’elevata coppia di avviamento e una coppia di uscita costante all’interno di un ampio range di velocità. I motori idraulici sono utilizzati in molteplici applicazioni, per esempio nelle macchine edili, nelle macchine agricole, nei traportatori, nelle macchine movimento terra e forestali, nelle machine per la lavorazione del legno e così via. Possono poi essere forniti completi di valvole con funzioni di over-center (con o senza canale per sblocco freno), cross-over relief doppia o singola e selettrice di pressione (flip-flop). Disponibile a catalogo anche un’ampia selezione di freni idraulici a disco con flangiatura di attacco diretto per i loro motori.

Una pompa è buona quanto il suo azionamento. Questa intuizione ha portato KNF a fare un passo avanti e a reinventare radicalmente l’intera unità di trasmissione, compresi il motore, l’alloggiamento della pompa e i componenti meccanici di azionamento. La recente unità di trasmissione si chiama KNF DC-BI e si basa su un avanzato motore DC brushless sviluppato internamente. Una delle principali innovazioni tecniche dei nuovi motori DC-BI è il loro elevato livello di integrazione. Per ottenere la massima compattezza e robustezza, il motore, l’alloggiamento della pompa, i cuscinetti a sfera e l’eccentrico formano un’unica unità. Tale integrazione rende le pompe a membrana leggere e compatte, con un eccellente rapporto dimensioni/prestazioni. L’alloggiamento, di nuova concezione, migliora anche la gestione del calore della pompa, soprattutto in presenza di carichi pesanti e continui. La nuova opzione del motore KNF DC-BI offre numerosi vantaggi, tra cui una nuova configurazione dei cuscinetti a sfera e la completa integrazione di motore e alloggiamento per la massima robustezza e durata della pompa. Attualmente, KNF offre motori DC-BI quale opzione di personalizzazione per diverse micropompe quali la NMP 830, la NMP 830 HP, la NMP 850 e la NMP 850 HP.

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Marzocchi Pompe, azienda specializzata nella progettazione, produzione e commercializzazione di pompe e motori a ingranaggi a elevate prestazioni, segnala che è terminato lo sviluppo delle Pompe Elika modulari, che da oggi possono quindi essere fornite in elementi separati, in modo che l’utilizzatore possa comporre autonomamente una pompa Elika multipla secondo le proprie specifiche esigenze. Questa release consentirà di incrementare ulteriormente il livello di personalizzazione del prodotto finito, come già accade per le pompe tradizionali. Come sempre l’azienda emiliana ha ascoltato con grande attenzione i propri utenti, sia distributori sia OEM, cogliendo il suggerimento di arricchire la famiglia Elika con un prodotto che possa soddisfare le sempre crescenti esigenze del mercato in termini di versatilità. Questa modalità ‘puzzle’ rende ancora più flessibile il prodotto sia in termini di configurazione sia nei tempi di consegna. Una nota dell’impresa sottolinea che permetterà a Marzocchi Pompe di essere ancora più efficace nella promozione della linea di prodotto particolarmente distintiva.

L‘Unità Motore, Pompa, Elettro idrostatica (EPU) è al cuore dell’offerta a tecnologia ibrida Moog e, in quanto tale, rende possibile coniugare i benefici dell’elettroidraulica: robustezza e affidabilità, resistenza alle alte forze, disponibilità dell’opzione ‘failsafe’, assenza di giochi meccanici; con quelli della elettromeccanica, ovvero efficienza energetica, pulizia e rispetto dell’ambiente assicurati dall’assenza della centrale idraulica e delle tubazioni e dalla diminuzione fino al 90% dell’olio utilizzato. Assicura, inoltre, una maggiore compattezza degli impianti e un decremento dei fermi macchina, anche in virtù del numero inferiore di componenti, per una conseguente semplicità di installazione, collaudo e manutenzione ed un minor Total Cost of Ownership, se confrontato a una tecnologia puramente idraulica.

Parker Hannifin, azienda al vertice del mercato, nelle tecnologie di movimentazione e controllo, ha annunciato il lancio della nuova serie di motori e pompe F10 per carichi medi, a cilindrata fissa e ad asse inclinato. La serie F10, evoluzione dei prodotti F11 e F12 realizzati dalla Pump & Motor Division Europe di Parker, offre prestazioni elevate in termini di risparmio energetico, affidabilità e durata. È destinata alle applicazioni di macchinari mobili nei settori agricolo, edile, minerario, nautico e offshore, oil & gas e dei trasporti. La serie F10 è disponibile in sette cilindrate, da 30 fino a 125 cm3, ed è progettata per trasmissioni sia a circuito aperto sia a circuito chiuso. Grazie al concetto brevettato di stantuffo sferico, la serie F10 offre un’efficienza eccellente, che si traduce in una minore perdita di potenza. La serie F10 presenta lo stesso concetto di design delle serie per carichi gravosi F11 e F12 di Parker con cuscinetti a doppia conicità e sincronizzazione ad anello per il massimo dell’affidabilità e della durata. La nuova serie presenta dimensioni dell’involucro fino al 13% più piccole e un peso inferiore del 25% rispetto all’equivalente F12, per un’installazione molto semplice. Inoltre, il design dello stantuffo sferico conferisce un’elevata efficienza volumetrica fino al 96%. La serie F10 è disponibile nelle versioni ISO, SAE e a cartuccia con opzioni di albero flessibile. Parker offre un’ampia gamma di sensori di velocità e valvole integrate.

PWG produttore italiano di pompe e motori a pistoni assiali presenta la propria gamma di prodotti che spazia dalla cilindrata minima di 14 fino a 64 cm 3. Uno dei prodotti di punta è la serie C3, che copre le cilindrate da 46 a 64 cm 3. Con pressione massima di lavoro fino a 450 bar, e flangia SAE B, la pompa può essere controllata con tutti i regolatori disponibili sul mercato, dal manuale, all’idraulico proporzionale retroazionato o non, elettrico sia on/off che proporzionale, e automotive sia tradizionale sia elettronico. Sono disponibili le predisposizioni per il montaggio di pompe ausiliarie a ingranaggi, sia SAE A che SAE B, oltre a una serie completa di accessori quali: limitatore di potenza, valvola elettrica per la sicurezza dell’operatore (dead man), valvola di scambio, inching sia idraulico sia meccanico, e filtro in pressione anche con sensore elettrico di intasamento. Le principali applicazioni sono: loader, dumper, harvester, steer skid loader.

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RASSEGNA

POMPE E MOTORI IDRAULICI

I motori SAI della serie TV sono motori idraulici radiali a cilindrata variabile per alte prestazioni. La loro progettazione è stata guidata dall’ottenimento della massima efficienza del circuito idraulico (sia aperto sia chiuso). Il range di variazione della cilindrata può arrivare fino al rapporto di 1 a 10 mantenendo un’efficienza molto più elevata rispetto ai sistemi convenzionali dando quindi la possibilità di ridisegnare la trasmissione idrostatica eliminando eventuali cambi meccanici e rendendo la stessa più performante, affidabile ed economicamente competitiva. I motori idraulici radiali serie TV hanno quindi una geometria estremamente compatta a cui è associata una alta densità di potenza: queste due caratteristiche sono la chiave che permettere al motore stesso di poter funzionare in maniera affidabile per anni nelle applicazioni più gravose. Il cambio di cilindrata avviene tramite una centralina elettronica dedicata che costantemente controlla il funzionamento del motore segnalando continuamente la cilindrata del motore e le sue prestazioni al sistema principale.

2PGE, di Salami , con il corpo in ghisa è già riconosciuta come una delle pompe a ingranaggi più efficienti presenti sul mercato globale. Progettata per raggiungere pressioni di lavoro elevate, secondo il costruttore, il suo rapporto peso/potenza è tra i migliori offerti dal mercato. 2PGE, inoltre, ha recentemente dimostrato di essere in grado di superare i 20 milioni di cicli, lavorando a 250 bar al secondo per 12 ore al giorno mantenendo allo stesso tempo una efficienza volumetrica di livello assoluto. Con il recente rilascio della nuova 2PGSE a doppio contatto, la 2PGE è diventata anche silenziosa. Se paragonata alla sorella 2PSE, la 2PGSE garantisce un’ulteriore riduzione del livello di pressione sonora di 1,5 dB(A) su tutto lo spettro.

La pompa a pistoni assiali e cilindrata variabile Pwls è la risposta Walvoil alle esigenze degli impianti di idraulica mobile di nuova generazione. Assieme all’ormai consolidata serie di valvole direzionali DPX, Walvoil completa così il circuito idraulico della macchina off-highway, traendo il massimo beneficio dall’interazione tra i componenti del sistema. Un prodotto completamente nuovo, basato su design a nove pistoni, frutto della conoscenza applicativa e industriale maturata da decenni di produzione idraulica. La piattaforma Pwls, disponibile su tre frame diversi, permette pressioni di lavoro fino a 280 bar e portate erogabili oltre i 180 l/min. Le tipologie di controllo della cilindrata già disponibili permettono di realizzare dai più comuni sistemi LS all’innovativo controllo elettronico di cilindrata. Un sistema, quest’ultimo, che assieme ai sensori integrati nel prodotto rientra nelle soluzioni ALS (Adaptive Load Sensing) di Walvoil. La tecnologia ALS disponibile sulla pompa a pistoni è in grado di modulare via software l’esperienza dell’operatore e, allo stesso tempo, massimizzare l’efficienza idraulica del sistema riducendo così i consumi del veicolo durante tutta la vita della macchina. Pwls rientra tra i prodotti parte delle Hydraulic Digital Solutions di Walvoil.

progettare 457 • ottobre 2023 107 CONTATTI Advanced www.advanced.tech 98 Alfagomma www.alfagomma.com 72 Alfamatic www.alfamatic.com 40 Anes https://anes.it 12 Anie https://anie.it 12 Aras www.aras.com 12 Berarma www.berarma.it 102 Bosch Rexroth www.boschrexroth.com 103 Bota Systems www.botasys.com 100 Bucher Hydraulics www.bucherhydraulics.com 103 burster Italia www.burster.it 24 Casappa www.casappa.com 103 Clevertech www.clevertech-group.com 14 Comau www.comau.com 14 Comsol www.comsol.it 38 Confindustria www.confindustria.it 12 Danfoss Power Solutions www.danfoss.com 103 Dassault Systèmes www.3ds.com 15, 86 E.O.I. Tecne https://eoitecne.it 14 E4 Computer Engineering www.e4company.com 14 Emco GmbH www.emco-world.com/it 12 Eplan www.eplan.it 15 Faster www.fastercouplings.com 64 FederUnacoma www.federunacoma.it 46 Fincantieri www.fincantieri.com 14 Formlabs https://formlabs.com 15 Forrester www.forrester.com 12 Frost & Sullivan www.frost.com 7 Gruppo AirTAC https://eu-it.airtac.com 18 Gruppo Argos ST www.argos-st.com 12 Gruppo Atlas Copco www.atlascopco.com 13 Gruppo Carraro www.carraro.com 60 Gruppo LSWR www.lswrgroup.com 12 Hansa TMP www.hansatmp.com 68, 104 Hawe Hydraulik www.have.com 104 Hoffmann Group www.hoffmann-group.com 16 Hydac www.hydac.com 48, 104 Igus www.igus.it 98 KNF https://knf.com 104 Leuze www.leuze.com 94 Marzocchi Pompe www.marzocchipompe.com 105 Merlo www.merlo.com 82 Moog www.moog.it 105 OMT Group www.omtgroup.it 56 Parker Hannifin www.parker.com 52, 105 Pneumax https://pneumaxspa.com 28 Politecnico di Milano www.polimi.it 13, 16 PWG www.pwgsrl.com 105 QFP www.qfp-service.it 16 Rollon www.rollon.com 16 SAI www.saihydraulics.com 106 Salami www.salami.it 106 SEW-Eurodrive Italia www.sew-eurodrive.it 16 Sixten www.sixten.it 80 SKF www.skf.com 17 Skyward https://skywarder.eu 16 The Lee Company www.theleeco.com 76 Trumpf www.trumpf.com 94 Unindustria Reggio Emilia www.unindustriareggioemilia.it 12 Universal Robots www.universal-robots.com 90 Università degli studi di Milano www.unimi.it 13 Vanzetti Engineering www.vanzettiengineering.com 17 Vuototecnica www.vuototecnica.net 34

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Quine è iscritta al Registro Operatori della Comunicazione n° 12191 del 29/10/2005. Registrazione del Tribunale di Milano n° 437 del 16/12/78. Tutti i diritti di riproduzione degli articoli pubblicati sono riservati. Manoscritti, disegni e fotografie non si restituiscono.

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