Rassegna Stampa Jeff 2009

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CORRIERE DEL GIORNO

TARANTO

Mercoledì 28 ottobre 2009

EVENTI 1 Parte oggi la quinta edizione della rassegna cinematografica

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EVENTI 2 A Scienze della comunicazione

Taranto e l'ilva, Vulpio incontra Anna Ferruzzo leggerà brani da “La città delle nuvole” gli studenti ionici

Jeff, missione ambiente di UGO LORUSSO Parte la nuova edizione del Jeff, Il festival dei giovani per i giovani, tre giorni in cui i protagonisti saranno gli studenti, il cinema e la città di Taranto. Lo Jonio Educational Film Festival, arrivato alla sua quinta edizione, inizia ufficialmente stasera alle ore 19.30 e propone subito una novità assoluta. Ad aprire le danze sarà infatti l’attrice tarantina Anna Ferruzzo, che si esibirà a palazzo Galeota in un reading del libro “La città delle nuvole”, grande successo del giornalista e inviato del Corriere della Sera, Carlo Vulpio. Il programma dell’edi-

ha voglia di rinascere e combattere. Mi sono molto legato a questa terra e l’esperienza fatta durante le riprese di “Marpiccolo” è stata eccezionale. Ho in programma altre attività, anche non cinematografiche, a Taranto, che oramai sento come la mia seconda città». In conclusione di serata verrà proiettato il capolavoro di Dino Risi intitolato “Fo r t ap a s c”, presentato in sala dal protagonista Libero De Rienzo. «Il Jeff – ha spiegato Ciocia – è una delle iniziative più qualificanti per il nostro territorio. Il livello culturale alto e il grande respiro, che caratterizzano questo festival, sono fonte di ispirazione per i ragazzi che

JEFF Paolo Ciocia, Vito Cellamaro, Marco Donati (A. Ingenito) zione 2009 è stato presentato ieri mattina durante la conferenza stampa di apertura che si è svolta a Palazzo d’Aquino, alla presenza di Paolo Ciocia, assessore all’Università e ai Beni Culturali del Comune di Taranto, Vito Cellamaro, organizzatore e direttore artistico del Jeff, e Marco Donati, produttore cinematografico. In cartellone, sempre per la serata d’apertura, la proiezione del documentario sul backstage del film “Marpiccolo”, pellicola interamente girata a Taranto e che promette un grande successo di pubblico e di critica. Saranno presenti durante tutta la serata, che si svolgerà sempre a Palazzo Galeota, Giulio Beranek, giovane attore tarantino, e Marco Donati, produttore del film, che presenterà la pellicola. «Venendo qui a Taranto – ha detto Donati – ho scoperto una città che

arrivano da tutta Italia per seguire la Kermesse. Il Jeff è destinato a diventare sempre più importante e può tramutarsi in un trampolino di lancio per Taranto». Giovedì 29e venerdì 30 il Jeff, che quest’anno tra le tante novità sarà caratterizzato da un tema cardine, cioè l’ambiente, inizierà alle ore 9.15, con la proiezione dedicata agli studenti delle scuole superiori, che si svolgerà a Palazzo Galeota, e per gli studenti universitari presso la Facoltà di Scienze della Formazione, in via Grazia Deledda nel rione Tamburi. «Anche quest’anno il Jeff – ha dichiarato Cellamaro – ospiterà artisti molto importanti e preparati. Questa iniziativa, nata con lo scopo di far avvicinare i ragazzi al cinema, è destinato a tramutarsi in pedina fondamentale per il marketing territoriale della nostra città. Con l’impe-

gno delle amministrazioni, partendo dal Comune fino ad arrivare alla Regione, Il Jeff può diventare un appuntamento importante in questo periodo dell’anno, capace di attirare appassionati e turisti da molto lontano, e capace di smuovere l’economia locale e di portare Taranto verso

una nuova prospettiva di rinascita». Il Jeff si concluderà sabato 31 con la proiezione del film “La rabbia di Pasolini” di Giuseppe Bertolucci. Tutte le proiezioni e gli incontri sono gratuiti. Per assistere alle proiezioni serali invece è necessario prenotarsi sul sito www.jeffestival.org.

È Carlo Vulpio l' ospite d’onore della serata d’inaugurazione del Jeff. In mattinata, alle ore 9.30, Vulpio incontrerà gli universitari nella sede della facoltà di Scienze della Formazione, al rione Tamburi. La serata d’inaugurazione

del Jeff si aprirà con un reading di Anna Ferruzzo dal libro “La città delle nuvole” dello scrittore-giornalista sulla situazione ambientale in città. Il libro altro non è che un viaggio nel territorio più inquinato d'Europa, attraverso la voce dei suoi protagonisti: inserti di una vita vissuta pericolosamente, in un clima segnato da omertà politica, rapporti occultati, vessazioni e omesse denunce. Rilevazioni contraffatte e rivelazioni scomode. E poi morti, tanti, quanti non ci si aspetterebbe, evaporati nel silenzio della città delle nuvole. Tra politici assenti - quando non troppo presenti -, sospetti e scandali annunciati, l'inchiesta di Carlo Vulpio persegue la ricerca della verità, supportato solo dalle attività di una società civile sempre più consapevole, nel (quasi) silenzio dei mezzi di informazione. Carlo Vulpio è inviato del Corriere della Sera, quotidiano per il quale lavora dal 1990. Si occupa di importanti fatti di cronaca e di inchieste in Italia e all'estero. Gli ultimi casi che ha trattato riguardano i magistrati Luigi de Magistris e Clementina Forleo. Queste inchieste sono state anche le ultime che Vulpio ha potuto raccontare, poiché il 3 dicembre 2008, dopo un articolo ricco di nomi e cognomi sui casi Why Not e Toghe lucane, Vulpio è stato improvvisamente sollevato dall'incarico dalla direzione del Corriere. Ha scritto “Roba Nostra” (Il Saggiatore, premio Rosario Livatino 2009) e ha insegnato per diversi anni all'Università statale di Bologna, come docente a contratto, nel corso di laurea specialistica in Scienze della comunicazione pubblica, sociale e politica


CORRIERE DEL GIORNO

DOVE ANDARE

Giovedì 29 ottobre 2009

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CINEMA Ospiti del “Corriere” ieri mattina il produttore Marco Donati e gli attori Anna Ferruzzo e Giulio Beranek

Marpiccolo, speranza di riscatto Con l'inaugurazione di ieri sera ha preso il via l'edizione 2009 del Jeff Il programma del Jeff Jonio Educational Film Festival

di UGO LORUSSO Un ragazzo e la sua vita tormentata, fatta di scelte, errori e una possibilità di ribaltare un destino altrimenti segnato, in una città come Taranto, spesso caratterizzata dal degrado sociale, dove la delinquenza e la criminalità diventano l’unico mezzo di sostentamento per le famiglie costrette a vivere in periferie inquinate e degradate. E proprio a Taranto, nel quartiere Paolo VI, si svolge la storia di Tiziano, alunno diligente e dotato di un’intelligenza spiccata, costretto a piegarsi alla delinquenza locale, interpretato magnificamente da Giulio Beranek, giovane protagonista di quest’ultima fatica cinematografica del regista svizzero Alessandro Di Robilant intitolata “Marpiccolo”. «Questa è la vicenda di un ragazzo molto dotato, costretto a scontrarsi con una realtà dura e che lotta con tutte le sue forze per costruirsi un futuro migliore e riuscire a cambiare il suo destino», ha spiegato Beranek, ospite ieri della redazione del Corriere, assieme ad Anna Ferruzzo, attrice tarantina che nel film interpreta la madre di Tiziano, di Marco Donati, produttore della pellicola, e Vito Cellamaro, organizzatore e direttore artistico dello Jonio Educational Film Festival. Ad accoglierli c'erano il nostro diretto-

Di seguito il programma dello Jonio Educational Film Festival con tutti gli appuntamenti dell'edizione 2009.

JEFF Da sinistra, Marco Donati, Antonio Biella, Anna Ferruzzo e Giulio Beranek (A. Ingenito) re Antonio Biella nonchè Pierpaolo D'Auria e Michele Tursi, r i s p e t t i v amente vicecaporedattore e vicec aposervizio. «Da questa pellicola non deve necessariamente uscire una brutta visione della città di Taranto – ha continuato il giovane attore – perché Tiziano è solo uno dei tanti ragazzi che vivono queste storie

tormentate e che si possono trovare in qualsiasi altra parte del mondo. Nella mia città ci sono molti ragazzi in gamba, quello che scaturisce da questo film è che bisognerebbe dare la possibilità a tutti questi giovani di costruirsi un percorso sano verso un futuro migliore». Oltre ad Anna Ferruzzo, e

UN RAGAZZO

E L A SUA VITA FATTA DI SCELTE TORMENTATE

all’esordiente Giulio Beranek, fanno parte del cast Michele Riondino, Giorgio Colangeli, Valentina Carnelutti e Selenia Orzella, «Il film è girato in maniera egregia – ha spiegato Ferruzzo – con un ritmo ed una velocità incalzante, grazie alla bravura del regista ma anche all’ottima interpretazione di tutti i membri del cast. Il feeling che si venuto a creare tra gli interpreti ha contribuito a rendere molto credibili i personaggi. Andando a vedere il film è importante tenere a mente che il tema principale è la storia di Tiziano. Taranto fa solo da cornice agli eventi e alle vicende raccontate che si potrebbero tranquillamente svolgere in un’altra città. L’inquinamento e il degrado sono raccontati solo dalle immagini e non prendono il sopravvento sulla vera trama della pellicola». Il film, che ha riscosso un grande successo al Festival Internazionale del Cinema di Roma, sarà proiettato in anteprima nazionale martedì 3 novembre alle ore 21.00 al cinema Orfeo di Taranto. L’ingresso è riservato e consentito solo con inviti, mentre da venerdì 6 novembre il film uscirà in tutte le sale d’Italia. Sempre martedì 3 dalle ore 22.30 è in programma, presso il Circolo Vaccarella di Paolo VI, l’esibizione dei Mokadelic,la band autrice della colonna sonora del film Anna Ferruzzo, dopo il grande successo della serata d’apertura del Jeff, che si è svolta ieri sera a Palazzo Galeota, dove l’attrice si è esibita in un reading del libro “La città delle nuvole”, sarà presente questa mattina, assieme a Marco Donati e al giornalista e scrittore Carlo Vulpio, presso la Facoltà di Scienze della Formazione di Taranto, in via Grazia Deledda, dove, a partire dalle 9.15, si terrà una lezione di cinema. Alle ore 20.30, sempre di oggi, a Palazzo Galeota, il programma del Jeff prevede, per la sezione “Passione italiana”, la proiezione della pellicola “Chavez – La minaccia”, di Silvia Luzi e Luca Bellino. Per assistere alle proiezioni serali del Festival è necessario prenotarsi sul sito www.jeffestival.org.

GIOVEDI 29 OTTOBRE h. 9.15: Palazzo Galeota - Città Vecchia, Taranto, sezione "Passione italiana" - JEff per le scuole superiori, proiezione di "Fortapàsc" di Marco Risi, (Italia 2008, 108'); a seguire h. 10.40, sezione "Passione italiana" - Jeff per le scuole superiori, proiezione del film "La Siciliana ribelle" di Marco Amenta; h. 9.15 facoltà di Scienze della formazione, corso di laurea in Scienze della comunicazione Aula XIX - I Piano, "Lezioni di Cinema", Incontro con Anna Ferruzzo, attrice e madrina del Jeff Film Festival 2009, e Marco Donati, produttore del film " Ma r p icco lo " girato a Taranto, e con Carlo Vulpio, giornalista e scrittore, autore di "La città delle nuvole - Viaggio nel territorio più inquinato d'Europa"; dalle h. 16.45 alle 18.45, palazzo Galeota - città vecchia, proiezione dei documentari in concorso; h. 18.45, palazzo Galeota - città vecchia, proiezione del film “Narcos” di Giuseppe Ferrara (Italia, 1992, 106'); h. 20.30 palazzo Galeota - città vecchia, proiezione per la sezione "Passione italiana" di “Chavez - la minaccia” di Silvia Luzi e Luca Bellino (Italia 2007, 86') VENERDI 30 OTTOBRE h. 9.15 palazzo Galeota - città vecchia, sezione "Passione italiana" Jeff per le scuole superiori, proiezione del film "Forse Dio è malato" di Franco Brogi Taviani (Italia, 2008, 90'); a seguire h. 10.40, sezione "Passione italiana" - Jeff per le scuole superiori, proiezione di "Fortapàsc" di Marco Risi, (Italia 2008, 10 8' ); h. 9.15 facoltà di Scienze della Fo r m a z i o n e , corso di laurea in Scienze della Comunicazione nelle Organizzazioni, Aula II, "Lezioni di Cinema" n.3: Incontro con il maestro del cinema Giuseppe Ferrara (lezione magistrale); dalle h. 11.00 ale 13.00 Studio100Sat - SKY 925 in diretta dalle redazioni di Taranto, Lecce e Brindisi speciale forum "Il documentario per la promozione del turismo" con la partecipazione di Libero De Rienzo; h. 16.45 palazzo Galeota - città vecchia, proiezione per la sezione "Passione italiana “Di me cosa ne sai” di Valerio Jalongo (Istituto Luce - Italia 2009, 79' - Selezione Giornate degli Autori Venezia 2009); dalle h 18.15 alle 19.30 palazzo Galeota - città vecchia, proiezione documentari in concorso; a seguire h 19.30 Palazzo Galeota - città vecchia, riunione di giuria per l’assegnazione dei premi; h. 20.30 Palazzo Galeota - città vecchia, "Lezioni di Cinema" n.4: Incontro con il regista Marco Spagnoli; a seguire proiezione per la sezione "Passione italiana”, “Hollywood sul Tevere”, di Marco Spagnoli (Istituto Luce - Italia 2009, 75' - Selezione Controcampo italiano Venezia 2009). SABATO 31 OTTOBRE h. 17.00 Palazzo Galeota - città vecchia, proiezione per la sezione "Passione italiana", "Forse Dio è malato" di Franco Brogi Taviani (Italia, 2008, 90'); h.18.00 piazza Roma Music-Bar, Piazza J.F. Kennedy 9/15, "Lezioni di Cinema" n.5: Cine-Aperitivo con Libero De Rienzo; h. 18.30 proiezione per la sezione "Passione Italiana", "La Siciliana ribelle" di Marco Amenta (Italia 2008, 110'); h. 20.30, proiezione del film di chiusura del Festival, "La rabbia di Pasolini" di Giuseppe Bertolucci (Italia 2008, 83').


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TARANTO

Sabato 31 ottobre 2009

CORRIERE DEL GIORNO

POST NEOREALISTA Ferrara è un grande artigiano della pellicola, che del racconto asciutto e concreto, senza fronzoli, ha fatto il suo stile

JEFF

LEZIONE MAGISTRALE Il regista toscano ieri nella Facoltà di Scienze della Formazione, ospite dello Ionio Educational Festival

Quando la cronaca diventa un film Giuseppe Ferrara (Il caso Moro, Cento giorni a Palermo) spiega il suo cinema «Il cinema non è... immagini in movimento. Chi lo pensa cade in errore». “Due giorni a Taranto”, verrebbe da titolare per un ipotetico film... alla Giuseppe Ferrara. Proprio così. Due giorni, nella settimana del Jeff, vissuti a Taranto in una terra che certo avrebbe meritato lo sguardo e il montaggio del regista de “Il caso Moro”, “Cento giorni a Palermo” e “Guido che sfidò le Brigate Rosse”, senza voler tralasciare “Faccia da Spia”, “Donne di mafia”, “I Banchieri di Dio” e “Sasso in bocca”. Ed altri, tanti altri tra documentari e docufilm. Nell'aula 2 al primo piano della sede di Scienze della Formazione, i ragazzi del triennio di Comunicazione hanno assistito ad una lezione di cinema davvero magistrale. Ferrara è un vero artigiano del cinema di qualità, che del racconto asciutto, concreto, senza troppi fronzoli scenografici e fotografici, ha fatto il suo stile. Nel solco di Rosi e Damiani, anche se ritrova i suoi “genitori” tra i neorealisti che nel Dopoguerra insegnarono il cinema al mondo. «Decisi di fare il regista dopo aver visto Paisà, di Rossellini» ammette, incalza-

LEZIONE Regista e docente, Giuseppe Ferrara. Ai suoi lati, Vito Cellammaro e Angelo Di Leo to dalle domande degli studenti tarantini. Il Jeff gli ha dedicato un proprio spazio, del resto. Come Ferrara merita, fedele censore dei mali italiani e acuto lettore delle pagine buie degli ultimi trent'anni di cronaca e di storia del Belpaese. A metà tra tecnica cinematografica e passione viscerale per un mestiere che ancora affascina le platee, la lezione si è prolungata ben oltre gli orari prefissati. Perchè il circuito tra i docente-regista (insegna a Perugia) e gli aspiranti comunicatori non si è interrotto

nemmeno per la canonica pausa di cinque minuti. Tutto d'un fiato, quindi. Dai fratelli Lumiere ad internet, passando per Edison e la scoperta dei sensi come motore della percezione. Quindi, la definizione di cinema quale linguaggio audiovisivo e sensoriale, non solo sequenza di immagini. Oppure montaggio, a seconda dello stile narrativo e dei tempi. Non semplici e banali immagini in movimento, dunque. Ma elevazione allo stato artistico di udito e vista. Sì, quel suono che seguì l'immagine dando vita

IL NUOVO PERIODICO

“Nota bene”, l'informazione in un palmo di mano di LUCA CARETTA E' nata una nuova voce nel panorama culturale ionico. Si chiama “Nota Bene” e promette di essere frizzante allegro e giovane come i giornalisti che hanno redatto il primo numero. L'ultima novità editoriale, realizzata grazie al finanziamento regionale “Principi attivi”, è stata presentata ieri mattina nel ristrutturato Palazzo Arco Paisiello, nell'omonima via del borgo antico. Alessandra Cavallaro, direttrice responsabile della rivista, ha sintetizzato l'anima del periodico. Alla presentazione era presente il sindaco Ezio Stefàno che ha espresso apprezzamenti per il periodico e la <<E' un mensile ricco di approfondimenti, realizzato da una redazione giovanissima che si occuperà di musica, spettacoli e di descrivere le bellezze nascoste del nostro territorio>>. Alla presentazione era presente il sindaco Ezio Stefàno che ha espresso apprezzamenti per questa nuova relatà editoriale. Catia Marinò e Pietro Giacovelli, rispettivamente assessore ed ex assessore provinciale alle Politiche Giovanili, hanno confermato l'idea del sindaco: coltivare talenti per farli sbocciare nell'arco ionico anche attraverso progetti finanziati che possano dare una possibilità concreta. Del programma “Principi Attivi – Giovani idee per una Puglia migliore” ha parlato Marco Costantino, dello Staff assistenza tecnica di “Bollenti Spiriti”. <<Qui il progetto regionale ha trovato terre-

no molto fertile, basti pensare che sono stati finanziati ben 22 progetti di varia natura su 450 approvati e finanziati con 25 mila euro l'uno>>. I giovani impiegano tutta la loro passione per cercare di realizzare i propri sogni e Vanessa Capozza, art director della rivista, ha sottolineato il lato emotivo di questa nuova esperienza. <<Questo è un prodotto realizzato con il cuore perchè noi ragazzi crediamo nel territorio. Il nostro obiettivo è quello di scoprire le eccellenze di questa terra, anche per ricordare che c'è qualcosa di molto positivo che ci circonda>>. G i a n l u c a Ta g l i e n t e , coordinatore generale di “Nota Bene”, ha ripercorso gli ultimi due anni che hanno portato alla nascita della rivista evidenziando <<la mole di lavoro che c'è dietro ma anche quanto tutto ciò sia affascinante>>. La particolarità del mensile è nella sua dimensione perchè, grande quanto il palmo di una mano, può essere comodamente inserito in tasca. <<La nostra intenzione – ha spiegato il web architect Gian Marco De Francisco – è quella di portare il nostro progetto editoriale anche sul web. A metà novembre verrà concluso il sito e da quel momento inizierà un contatto diretto con i nostri lettori che potranno consigliarci e scrivere le loro opinioni>>. Le 12 mila copie stampate sono distribuite gratuitamente nei luoghi di ritrovo e negli esercizi commerciali dell'arco ionico.

alle pellicole come oggi li conosciamo. Dalla celluloide al digitale. Ferrara è lì, di fronte ai ragazzi. Parla di sè e della sua vita. Perchè è chiaro come il cinema e l'impegno che vi ha dedicato siano tratteggino la sua biografia. Porta con sè copie dei suoi film più famosi. Li distribuisce a chi si dimostra interessato... ma è soprattutto uno il film che attira lo sguardo. Sulla cattedra, un paio di copie di Giovanni Falcone (Placido, Giannini, Bonaiuti, 1993) in versione integrale. “Senza i tagli censori della ma-

QUESTO POMERIGGIO appuntamento speciale nel programma dello Jonio Film Festival; un Cine-Aperitivo per incontrare Libero De Rienzo, alle ore 18 al Music-Bar "Piazza Roma" in Piazza J.F. Kennedy . "Picchio" - questo il soprannome del noto regista - che con l'interpretazione di Bart portò a casa il David di Donatello per il miglior attore esordiente alla sua prima prova d'attore, parlerà del suo cinema e dei suoi progetti futuri con i giurati del JEFF e con il pubblico. L'ingresso è assolutamente libero. Il programma di oggi prevede inoltre alle 18.30 a Palazzo Galeota Città Vecchia la proiezione per la Sezione "Passione Italiana" "La Siciliana ribelle" di Marco Amenta (Italia 2008, 110') e alle 20.30 sempre a Palazzo Galeota - Città Vecchia la proiezione del film di chiusura del Festival "La rabbia di Pasolini" di Giuseppe Bertolucci (Italia 2008, 83'). gistratura” c'è scritto a penna sulla fotocopia del frontespizio originale. Ferrara non molla, dunque. E se piccolo e grande schermo impongono «la legge del sistema», come usa definire, allora ci pensa lui a distribuire le propria opera in pochi e preziosissimi pezzi. Meravigliosamente... artigianali. Il neo neorealismo di Ferrara di tanto in tanto ha fatto storcere il muso ai critici. Più agli esteti che agli storici. Ma non sembra occuparsene, il maestro che ieri ha tenuto una lezione davvero magistrale

sul senso di un'arte dura a morire, se coltivata con passione. Ferrara ci crede. E non solo lui. «Vorrei fare un film su Berlinguer - annuncia a Taranto - e avrei voluto farne uno su Sindona, magari descrivendo a fondo la figura di Cuccia». Ferrara non molla. L'incontro tra il regista toscano e gli studenti di Scienze della Comunicazione è stato moderato dal nostro collega Angelo Di Leo. Tra gli studenti di giornata, anche Libero De Rienzo. Ovvero, Siani nel “Fortapasc” di Marco Risi.


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TARANTO

Domenica 1 novembre 2009

CORRIERE DEL GIORNO

IL JEFF Ieri l'attore Libero de Rienzo ospite nella redazione del Corriere

Un documentario per “fermare” la Bellezza di Taranto e del Salento Sabato, ore 11: si parla di Bellezza, del ruolo degli Artisti e anche di Taranto. Al sesto piano della redazione del Corriere del Giorno c'è Libero de Rienzo, presente nel capoluogo jonico come Presidente di Giuria del JEFF 2009, ospite ieri mattina del nostro quotidiano, all'indomani del Forum regionale “Il documentario per la promozione del turismo”, andato in onda su Studio 100 TV. 31 anni, napoletano, attore ancora giovane ma già apprezzato e premiato (un David per “Santa Maradona”), Libero de Rienzo ha presentato al giovane pubblico del JEFF il suo primo film da regista, “Sangue – La morte non esiste”, del 2005: opera forte, che Libero interpreta in un ruolo ribelle accanto ad un Elio Germano problematico e innamorato della sorella: droga, rave party in scenari da archeologia industriale, figure paterne complesse, incesto, fughe coi carabinieri alle calcagna, preti poco rassicuranti... C'è di che essere shockati, come confessa qualcuno reduce dalla proiezione del film: “Bene!” ribatte ridendo Libero, “Prerogativa dell'arte è shockare! A tranquillizzare ci pensano i politici, che poi non ci riescono per niente...”. L'incontro però è destinato

a camminare su concetti più sfumati e forse anche più concreti: si parla di Taranto e della sua Bellezza, una città e il suo valore più innato, che Libero de Rienzo vorrebbe esaltare in un documentario da realizzare qui da noi e nel-

l'intero Salento. L'idea è nata qui, a contatto con la luce, gli spazi, lo scenario offerto da Taranto e si è sviluppata nel confronto su cinema e promozione turistica del territorio cui l'attore e regista ha preso parte: “L'intenzione è quella di fare un documentario che abbia tutti i valori del cinema: girato in pellicola, con una fotografia curata che esalti la luminosità di questa città, ne sottolinei i contrasti”. Insomma qualcosa di di-

verso dal documentario di denuncia sociale girato con pochi mezzi, che è oggi all'avanguardia. Il modello che cita con passione è semmai il raffinatissimo ed estatico Godfrey Reggio della trilogia “indiana” musicata da Philip

Glass negli '80 (“Ko y aa n isqatsi”, “Powaqqatsi” e “Naqoyqatsi”), e allora capisci che immagina un documentario che materializzi gli stati interiori dello spazio, le risonanze degli ambienti, il lavorio del tempo sui luoghi e sulle forme. Un documentario che definire “turistico” appare improprio, se ben si interpretano le intenzioni espresse da Libero. Quando cita con nostalgia la memoria d'infanzia

degli “Intervalli” proposti nei buchi di programmazione dalla vecchia Mamma Rai capisci ancora meglio: il valore di quelle pause in cui, al suono dell'arpa, scoprivi “cartoline” da luoghi d'Italia mai sentiti, paeselli arroccati o città che non erano metropoli. E noi tarantini guardavamo quegli intervalli col rammarico di non vedere mai la nostra città, riveliamo sorridendo a Libero: “In questa città stiamo vivendo un intervallo troppo lungo”, dice il nostro vice direttore Luisa Campatelli, che conduce l'incontro, raccontando all'attore e regista napoletano che qui a Taranto “sentiamo forte tanto l'esigenza di denunciare quanto la voglia di riemergere”. E Libero de Rienzo risponde con determinazione: “E' importante mettersi a disposizione di un territorio e utilizzare il cinema per tirare fuori ciò che attrae e appassiona di questa realtà”. Il principio è netto e Libero ne è portatore convinto: “Compito vero di un cineasta è cercare un metodo di riflessione e di protesta attraverso la Bellezza: credo che una risposta politica all'appiattimento dei gusti possa consistere nel rivalutare le realtà locali. Il cinema è 'eversivo' perché porta alla luce la bellezza e

sovverte uno stato delle cose in cui la bellezza è occultata”. Oggi vive a Parigi, Libero, ma ricorda bene di essere nato e cresciuto a Forcella, uno dei quartieri più difficili di Napoli: “So che è facile abbandonarsi al degrado e piangere su di esso, affidandosi al vittimismo, ma sono convinto che dall'esterno puoi portare forza e fiducia in un contesto che soffre, raccontando la bellezza dei posti”. Finché la realtà è soffocata è necessario che il cinema racconti la sofferenza, ma Libero è con-

vinto che sia poi necessario lenire la sofferenza esaltando ciò che è bello. Gli chiediamo allora di dirci cosa lo ha colpito di Taranto, cosa vorrebbe raccontare in questo suo lavoro, al di là della luce, dei paesaggi, degli scorci contrastanti. E lui ci spiega che anche questa come ogni sua idea nasce da un innamoramento: “Io parto di istinto e poi cerco di razionalizzare. Affidandoci all'istinto scopriamo la bellezza e poi la bellezza parla da sé. Da estraneo ho la possibilità di notare cose della vostra città che voi

Halloween-mania, “Dolcetto o scherzetto?” Allegra banda di “mostri” in giro per la città Un'allegra e scatenata banda di piccoli mostri ha invaso ieri le vie del centro cittadino al grido di “dolcetto o scherzetto?”. Streghe, scheletri, ragni e pipistrelli in perfetto stile “Halloween”, la festa che è ormai diventata tradizione anche in riva allo Ionio, hanno fatto la loro terrificante comparsa per le vie del borgo a caccia di caramelle e altre prelibatezze. Le incursioni dei piccoli mostri negli esercizi commerciali sono state ben ricompensate tanto che i loro sacchettini si sono presto riempiti di golosità. Chi non ha potuto soddisfare la richiesta del dolcetto ha simpaticamente accettato lo scherzetto! Sfidando la tramontana i piccoli hanno concluso il loro giro in piazza Maria Immacolata dove la festa è proseguita con musica e palloncini...Rigorosamente a forma di zucca!

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CORRIERE DEL GIORNO

TARANTO

Domenica 1 novembre 2009

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LA RASSEGNA Ai nastri di partenza l'annuale appuntamento all'Ariston

Diciotto film per una stagione da vivere in prima fila al Cinema di FRANCESCO TANZARELLA

ritenete normali, ma che sono eccezionali: per esempio, girando per Taranto mi sono imbattuto in alcune zone che mi ricordavano la vecchia Avana, quella che ora purtroppo stanno ridipingendo color pastello ad uso dei turisti”. Ma poi è anche una questione di indotto: Libero de Rienzo sa bene che venire qui a girare significa coinvolgere giovani maestranze da formare e lasciare al territorio come una ricchezza. E che mostrare nella maniera giusta una città come Taranto al

mondo intero, attraverso i festival, non può che incentivare il turismo, drenare nuove energie. I primi contatti con le istituzioni per la posa in opera di questo documentario sono già presi: i Comuni di Brindisi e Bari, l'Università del Salento e quella di Bari. Libero de Rienzo si affida ora a Vito Cellamaro, patron del JEFF, per organizzare localmente i contatti per la produzione, e noi aspettiamo di vedere questo atto d'amore e di fiducia nella Bellezza di Taranto.

(Ms.C.)

Novembre, tempo di cinema e di rassegne. Mancano meno di due settimane, infatti, all’inizio della stagione firmata Elio Donatelli all’Ariston, e sull’onda lunga del Festival di Roma la passione per la settima arte sale ulteriormente. Taranto e il cinema, poi, stanno vivendo un’intesa particolare, con l’uscita nei prossimi giorni di “Marpiccolo” e la celebrazione della quinta edizione del Jeff. Ottimo periodo, quindi, per riavvicinarsi al grande schermo. Ed il cinema Ariston ha pensato di accontentare davvero tutti, mettendo in cartellone 18 pellicole che segneranno ogni giovedì a partire dal prossimo 12 novembre. Il primo film è “Vicky Cristina Barcelona” (2008), trasferta spagnola di Woody Allen, con una variazione sul tema del triangolo amoroso. Il 19 novembre, invece, sarà la volta di “Un’estate ai Caraibi” (2009), cinecocomero dei fratelli Vanzina ricco di situazioni comiche e surreali. Novembre all’Ariston si chiude il 26 con “No problem” (2008), di Vincenzo Salemme, commedia di spessore con Panariello e Rubini. La rassegna dell’Ariston è divisa in sei sezioni, ognuna per ogni mese di proiezione e con un titolo diverso. Quella appena descritta è ovviamente intitolata “Ridiamoci su”, mentre “Torbidi inganni” è il nome della serie di tre film previsti per dicembre. Primo appuntamento il 3 con “Giù al nord” (2007), una commedia firmata da Dany Boon ed ambientata nella “terronia” di Francia. Il 10 dicembre torniamo all’amore complicato con “L’uomo che ama” (2008), diretto da Maria Sole Tognazzi e con Pierfrancesco Favino. Ultima

proiezione il 17 con “La matassa” (2009) di Ficarra & Picone, alle prese con una lite familiare apparentemente insanabile. Gennaio 2010 è il mese intitolato “Il cammino della speranza”. E le tre pellicole sono di forte impatto. La prima, il 14 gennaio, è “Il grande sogno” (2009), autobiografia della gioventù del suo autore, Michele Placido, all’ombra del ’68. Il 21, invece, sarà proiettata una pellicola datata, “Senza destino” (2005): un racconto anch’esso autobiografico, ma con lo sfondo dell’olocausto. Stessa scenografia di “Defiance” (2007), che chiude il 28 gennaio raccontando l’epopea di 1200 ebrei che sopravvissero nei boschi della Bielorussia grazie al coraggio dei fratelli Bielski. Matt Damon, ingrassato e chiacchierone, è il protagonista di “The infomant” (2009), commedia nera di Soderbergh che inaugura il 4 febbraio il capitolo “Al vertice

della tensione”. Cui seguirà l’11 febbraio “Viola di Mare” (2009), uscito da poco con un tempismo perfetto, considerato il suo tema, la difficoltà di amarsi tra persone dello stesso sesso. Il 25 febbraio “Nessuna verità” (2008) di Ridley Scott declinerà la tensione al gusto americano dell’action movie, con un po’ di riflessioni politiche. “La costanza della ragione” è il titolo scelto per la sequenza di marzo. Il 4 “Baarìa” (2009) torna sugli schermi, in odore di Oscar. E torna anche, l’11, “Basta che funzioni” (2009), secondo titolo firmato Woody Allen all’interno della rassegna. Il 18 marzo, invece, ancora cinema italiano con “Amore, bugie e calcetto” (2007) di Luca Lucini, ora sugli schermi con “Oggi sposi”. La rassegna dell’Ariston si conclude ad aprile con classe. “Le tracce della vita”, l’ultima sezione, contempla tre films di spessore. L’8 rivedremo “Il curioso caso di Benjamin Button” (2008), ispirato ma non troppo ad un racconto di Fitzgerald. “Il cavaliere oscuro” (2008), previsto per il 15 aprile, è la riscrittura del mito moderno di Batman, con la prova indimenticabile del compianto Heath Ledger, in video oggi con “Parnassus”. L’America nuda e cruda di Clint Eastwood chiuderà i giovedì al cinema dell’Ariston: il 22 aprile, infatti, sarà la volta di “Gran Torino” (2008), il racconto di una società dalle mille contraddizioni. Gli spettacoli sono alle 16,30, alle 19 ed alle 21,15. La visione dei 18 film sarà consentita solo agli abbonati; il costo dell’intero pacchetto, in vendita al botteghino dell’Ariston, è di 63 euro (58 euro per i dipendenti Ilva). Per maggiori informazioni telefonare allo 099 4526300 o allo 099 4533590, oppure è possibile contattare direttamente Elio Donatelli al 392 0654406.


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TARANTO

Mercoledì 4 novembre 2009

CORRIERE DEL GIORNO

LA PRIMA Ieri sera all'Orfeo la proiezione del film di Alessandro di Robilant

Il cielo e le donne di Paolo VI nel cuore del regista di Marpiccolo di MICHELE TURSI michele.tursi@corgiorno.it Drammaticamente bella. Come un'attrice col volto scavato dal dolore. Così Taranto è sembrata agli occhi di Alessandro di Robilant, regista di “Marpiccolo” che ieri sera ha debuttato al cinema Orfeo. Una prima casalinga che fa seguito al successo ottenuto al festival di Roma e che segna la diffusione della pellicola interamente girata al rione Paolo VI. «Un quartiere che per il suo cielo spazioso e ampio mi ricorda certi paesaggi degli Stati Uniti d'America», confessa il regista nel foyer. Non sarà Hollywood, ma l'intera produzione del film è rimasta folgorata dalla bellezza dei paesaggi e dalla durezza dello sfondo industriale. «Un contrasto cinematograficamente molto bello». Tanto che l'ultima parte della sceneggiatura è stata scritta proprio a Taranto, tra le strade di Paolo VI. Il quartiere periferico e la sua gente sono la vera scoperta di “Marpiccolo”. Una sorta di riscatto per una zona della città problematica e complessa, ma capace di grandi slanci. «E' stata un'esperienza che mi ha arricchito e che credo abbia avuto lo stesso effetto su tutta la produzione - aggiunge di Robilant - abbiamo vissuto per mesi in un quartiere

IL CAST Grande emozione ed entusiasmo ieri sera alla prima del film. A destra gli attori tarantini che hanno recitato nel film. A sinistra il produttore Marco Donati ed il regista Alessandro di Robilant (A. Ingenito)

difficile ma che si è dimostrato accogliente, vitale, generoso. Le donne di Paolo VI sono straordinarie. Da loro abbiamo imparato cosa significa andare avanti senza deprimersi con il coraggio e la vivacità necessari». L'impronta di Taranto non è solo nei luoghi ma anche nelle persone. Decine le comparse di Paolo VI che hanno recitato. Del “quartiere” sono anche due tra i protagonisti del film: l'esor-

diente Giulio Baranek e Michele Riondino, attore emergente del cinema italiano. «Non avrei mai immaginato - dice - di recitare e di andare a mangiare a casa di mia madre in pausa pranzo. Spero che questo film aiuti a comprendere i problemi di questa città, troppo spesso ignorati dai media nazionali». Riondino tornerà “in patria” il 18 e 19 dicembre con la compagnia del Circo Bordeaux al teatro Tatà.

Di Taranto sono anche molti altri attori tra cui la brava e affermata Anna Ferruzzo secondo la quale «l'ambientazione a Paolo VI è un pretesto per raccontare un forte disagio che appartiene tanto a Taranto, quanto ad altre città d'Italia e d'Europa». Non chiude gli occhi dinanzi ai problemi ma, anzi, li scruta a fondo l'assessore comunale alla Cultura Angela Mignogna. «Il film racconta uno spaccato, un

malessere e se qualcuno pensa che questa storia possa etichettare Taranto in negativo, sbaglia perchè di fronte ai problemi non si chiudono gli occhi; bisogna tenerli ben aperti per risolverli». La tensione colpisce i più giovani. «Sono più emozionata qui a Taranto che al Festival di Roma», ammette Selenia Orzella al suo debutto cinematografico. Se la ride sornione, invece, Rober-

to Bovenga attore per caso grazie ad un provino fatto a scuola. Un futuro nel cinema? «Nella vita tutto può succedere, ma intanto c'è Giurisprudenza». Anche nei costumi c'è un pizzico di tarentinità. Claudia Santaniello è una delle costumiste del film. «Sono andata a Roma per fare questo mestiere e mi sono ritrovata a lavorare a Taranto. Se non fosse accaduto davvero non ci crederei».

“MARPICCOLO”, LA RECENSIONE

Luce e ombra, povertà e attesa.. di MASSIMO CAUSO “Marpiccolo”, di Alessandro di Robilant. Con: Giulio Beranek, Anna Ferruzzo, Michele Riondino, Selenia Orzella, Giorgio Colangeli, Valentina Carnelutti. Dur.: 87’. Drammatico. Italia 2009 “Professoressa, io cerco la luce, ché l'ombra la conosco anche troppo bene”, dice Tiziano/Giulio Beranek all'insegnante Valentina Carnelutti, che gli chiede se sta leggendo “Cuore di tenebra”, il libro di Conrad che gli ha regalato. Ecco, la luce e l'ombra sono gli indici più autentici di “Marpiccolo”, il loro reciproco contrasto descrive perfettamente il nucleo drammatico di questo film che, dopo gli equilibrismi dell'anima de “Le acrobate” di Soldini e il realismo per così dire trascendente del “Miracolo” di Winspeare, torna su Taranto per raccontarla questa volta con un impianto più realistico-popolare, con un linguaggio più vero e semplice, con un'attenzione più immediata alle verità e alle urgenze di gente che cammina in bilico tra bisogno e speranze, tra povertà e attese. In “Marpiccolo” Alessandro di Robilant non cerca la metafora, non astrae in pensieri lo spazio e la gente che ha imparato a conoscere, ma si sofferma su opere e omissioni della realtà. La storia di Tiziano è nota, piccola e quotidiana, uguale a mille altre: sfreccia sulla moto tra le strade del quartiere Paolo VI, rimbalzando tra i pochi giorni di scuola che si concede, le corse per spacciare al servizio di Tonio, il boss locale, e la casa in cui la madre e la sorellina vanno avanti in assenza del padre, ex operaio rovinato dal videopoker. Con l'amico del cuore, il nero Trascene, Tiziano mette a segno qualche colpo, poi passa a prendere Stella, la sua ragazza, che studia e lavora e che lo ama, ma lo vorrebbe diverso, capace di resistere alla tentazione di risolvere i

problemi affidandosi a Tonio. Il dramma è quasi “a canovaccio”, si struttura su indici di vita nelle zone basse della società che purtroppo slittano con pari realismo tra la vita vissuta e quella romanzata (come “Gomorra” ci ha insegnato bene). Di Robilant è regista dotato di onestà e sincerità e le mette all'opera in questo suo film semplice e diretto anche al di là della fragilità di una sceneggiatura che dice troppo o troppo poco: vorrebbe strutturare ma schematizza, vorrebbe liberare ma disperde. Le tappe della “passione” di Tiziano sono canoniche, conoscono lo sgarro, la riparazione, la punizione e la fuga. I poli di attrazione sono quelli tipici dei quartieri popolari: la scuola tradita e tragicamente inadeguata nella sua buona volontà, la famiglia sbandata dal disagio sociale (niente lavoro, quartieri dormitorio, nessuna prospettiva reale), la malavita che occupa gli

spazi della dignità lasciati liberi dalla disperazione e dalla miseria. Il merito del film è quello di non fare sconti, di non tradurre la parabola di Tiziano nella via crucis di un dannato e nemmeno nella metafora salvifica di un eletto. Il “cuore di tenebra” lavora nel petto del suo protagonista e cerca il compromesso tra quell'ombra che conosce bene e quella luce cui potrebbe aspirare. Occhio al finale, del resto, ché non è così netto ed è molto più aperto e ambiguo di quel che sembra, giocato in quel cortile dominato dalla statuetta dell'Immacolata, un po' incubo e un po' realtà, un po' fuga un po' stop – così lontano e così vicino, del resto, al finale del romanzo di Andrea Cotti da cui il film è tratto (“Stupido”, Rizzoli). “Marpiccolo”, d'altronde, materializza scenari magnifici di Taranto con un amore che è sincero, preferisce lo scorcio solare, si concentra più sulle zone periferiche (a partire dal quartiere

Paolo VI, niente Borgo, o quasi), sulle aperture del paesaggio nell'insenatura, tra i palamiti, il Ponte Punta Penna, l'Ilva sullo sfondo... La regia è ariosa, si lascia andare alle dimensioni piene del set tarantino, senza tradire il rapporto di fiducia che il suo sguardo di regista ha stipulato con questa città. Il dialetto che scivola tra una battuta e l'altra accresce la pregnanza di un'identità locale che Di Robilant ha imparato a conoscere e che rispetta nelle sue problematiche umane e sociali. La speranza e che, visto da fuori, lo scenario che si offre al film non appaia superficialmente un “luogo comune”. Sulla verità, del resto, garantiscono gli interpreti di questo film, a partire dal protagonista, l'esordiente Giulio Beranek, che sta nella sua pelle, riflette luce propria, vibra sinceramente (soprattutto laddove la sceneggiatura non gli mette in bocca qualche battuta fragile o scontata). Poi Anna Ferruzzo, che è Maria, la madre di Tiziano, come al solito emozionate per verità, capace di semplificare un ruolo non facile, tenendolo a distanza dalla tentazione della “mater dolorosa” e a contatto con la fragranza delle donne di quartiere. Michele Riondino conferma di essere una certezza del nostro cinema e va dritto al cuore di Tonio, il boss, tenendolo giustamente in equilibrio sull'iconografia della realtà malavitosa. Selenia Orzella affronta con semplicità ed efficacia il ruolo di Stella, la fidanzata, che vive nella “casa di mattoni” e non in quella “di cartone”, come dice Tiziano. Poi ci sono: Roberto Bovenga, altro esordiente, che è Trascene, l'amico nero; il foggiano Nicola Rignanese, che è il pavido padre, Maria Pia Autorino, che è Luisa, la barista. E infine le partecipazioni di riguardo offerte da Giorgio Colangeli, ottimo nel ruolo dell'educatore, e da Valentina Carnelutti, efficacemente rassegnata nel ruolo dell'insegnante che cerca di offrire una via d'uscita al suo studente. Massimo Causo


CORRIERE DEL GIORNO

TARANTO

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IL FESTIVAL Estremamente positivo il bilancio della V edizione e già si pensa alla prossima

Jeff: i volti, le emozioni, le immagini da ricordare

«Grande occasione di crescita e confronto» Anche la quinta edizione dello Jonio Educational Film Festival è giunta al termine, regalandoci emozioni e profonde riflessioni sui temi sempre attuali e di forte impatto. Il JEFF.09 ha rappresentato per noi giovani universitari e soprattutto amanti del cinema una grande occasione di scoperta, confronto e crescita individuale e collettiva. Grazie al JEFF, siamo entrati a far parte (anche se solo per pochi giorni) dell'affascinante mondo cinematografico caratterizzato dai suoi momenti di splendore, crisi, ripresa e da profondi cambiamenti grazie anche alle nuove tecnologie. Vera perla della manifestazione è stato il cine-aperitivo con l'attore e regista Libero De Rienzo che con la sua umiltà è riuscito a creare un'atmosfera informale svelandoci fiduciosamente dei piccoli trucchi del mestiere e spronandoci a perseguire sempre i propri obiettivi senza mai perdere di vista se stessi. Ci auguriamo per le prossime edizioni una partecipazione sempre maggiore, grazie anche all'ausilio di nuovi canali informativi con i quali promuovere simili iniziative estremamente rare nel nostro territorio Per la Giuria del Jeff 2009: Maria Buzzacchino, Alessandro Carucci, Simona Palmieri, Alessia Paolillo, Federica Ronsisvalle, Antonella Russo, Ivan Saudelli.

Si è chiusa sabato sera la V edizione dello Jonio Educational Film Festival, con una giornata particolarmente ricca di eventi e proiezioni. Un momento saliente è stato sicuramente in mattinata al “Corriere”, quando Libero De Rienzo ha annunciato la sua intenzione di girare un film documentario con il territorio pugliese ed il Salento in particolare come protagonista principale; un progetto innovativo e affascinante, nato dal suo innamoramento per la nostra regione e finalizzato ad esaltarne la Bellezza, che a volte, vista da troppo vicino, finisce per perdersi. Nel pomeriggio ha avuto anche un veloce incontro a Taranto con il presidente della giunta regionale Nichi Vendola e l’assessore al turismo Magda Terrevoli, cui ha illustrato le linee guida del suo progetto cinematografico: “L'intenzione è quella di fare un documentario che abbia tutti i valori del cinema: girato in pellicola, con una fotografia curata che esalti la luminosità di questa città, ne sottolinei i contrasti. Ci sono festival, come quelli di New York e Berlino con cui sono maggiormente in contatto, che aspettano di vedere opere del genere, che sono interessati a quanto accade nel sud del nostro Paese e se ne innamorerebbero come è successo a me. Sono convinto che con un occhio esterno puoi dare forza e fiducia ad un contesto che soffre, raccontando la bellezza dei posti e portando poi all’estero questo strumento di conoscenza”. Nel pomeriggio poi De Rienzo, in veste di presidente della giuria, ha tenuto un incontro ravvicinato con gli universitari, cui ha spiegato dettagli e segreti del suo ci-

nema, anche con aspetti tecnici interessanti come quello di fabbricarsi gru improprie durante la lavorazione, riciclando ruote di biciclette e

magistrale gli studenti di Scienze della Comunicazione, nonchè delle pellicole “La Siciliana ribelle” di Marco Amenta e “Fortapàsc” di

per il film “Marpiccolo” di Alessandro Di Robilant, girato a Taranto lo scorso anno e che ha riscosso un ottimo riscontro al Festival di Roma;

LIBERO DE RIENZO mentre ascolta la lezione magistrale del regista Giuseppe Ferrara altro, per avere effetti nuovi e soprattutto ridurre il budget con cui un cineasta deve sempre confrontarsi. I giovani hanno molto apprezzato. Va così in archivio un’edizione particolarmente felice del Jeff, che in pochi giorni è stato capace di toccare diversi argomenti: dal tema ambiente&salute della giornata inaugurale con il reading della “Città delle nuvole” di Carlo Vulpio, all’impegno civile del cinema del grande maestro Giuseppe Ferrara, che ha incantato con una lezione

Marco Risi, e poi la solidarietà per i bambini africani nel documentario “Forse Dio è malato” di Franco Brogi Taviani, ed ancora il docufilm “La minaccia” sulla censura alla stampa nel Venezuela di Chavez, per chiudere con le splendide immagini dei due documentari targati “Cinecittà Luce” e selezionati all’ultimo festival di Venezia, “Di me cosa ne sai” di Valerio Jalongo e “Hollywood sul Tevere” di Marco Spagnoli. Il Jeff è stato anche un buon trampolino di lancio

la presenza del produttore Marco Donati e degli attori del cast Anna Ferruzzo e Giulio Beranek, ambedue tarantini doc, ha inorgoglito gli universitari dell’organizzazione e creato ancora più attesa su questa opera che andrà nelle sale di tutt’Italia il prossimo 6 novembre. Come in tutti i festival che si rispettino, in conclusione il direttore artistico Vito Cellamaro ha annunciato le date della prossima edizione, la sesta: dal 5 al 10 dicembre 2010.


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