Sinestesie, behind the project

Page 1

WUNDER BOOK

SINESTESIE

CECITÀ
INDICE
COMPONENTI DELLA DISPERCEZIONE Guardo lo spazio come se fossi... L’ottica di dispercezione Lo spazio (dis)percepito ll soggetto percettore
LE
Moodboard delle 7 qualità spaziali alterate Connotazioni spaziali, Suono, Matericità, Forma, Luce, Cromie, Dimensione Emotiva IDEAZIONE WUNDER BOOK Documentazione del processo creativo Interviste Obiettivo Natura del libro Tema Il Wunderbook è Ideazione e realizzazione Timone SVILUPPO WUNDERBOOK Documentazione del processo creativo Le tecniche / i meccanismi / i dispositivi I materiali La rilegatura Modelli studio / simulazioni Prototipo finale (fotografie) 5844 04 01 02 05 06 06 4
L'ATMOSFERA DELLO SPAZIO DISPERCEPITO

I CASI STUDIO E LE AZIONI PROGETTUALI

L’ottica alterata in diversi ambiti progettuali

Mauro Evangelista - Libri tattili illustrati

Parinda Sakdanaraseth - Touch!

Istituto dei Ciechi di Milano - Dialogo nel Buio

Vasilij Kandinskij - La psicologia del colore

Sonia Soberats - Dipingere con la luce

LE FOTOGRAFIE DISPERCEPITE

La tecnica in funzione del linguaggio e dell’ottica

Il tempo di esposizione Sovraesporre Effetto Bokeh Il tempo fotografico

LE CONCERTINE

Approfondimento di un linguaggio visivo

Azione progettuale e idea progettuale

Modelli studio / simulazioni

Prototipo finale (fotografie)

Backstage (fotografie)

DEL PROGETTO

Abstract in italiano Abstract in inglese BIBLIOGRAFIA

ABSTRACT
68 20 34 03
07 08 74 76 5
04

1. LE COMPONENTI DELLA DISPERCEZIONE

Motivazioni e punti di interesse

Il progetto ha lo scopo di mostrare il mondo attraverso gli occhi di un non vedente: un mondo descritto tramite aspetti tattili, olfattivi e sonori.

L’intento principale è di creare un dialogo tra vedenti e non vedenti, analizzando cinque emozioni (solitudine, disorientamento, tranquillità, gioia, libertà) attraverso sensazioni e sinestesie che non comprendono l’uso della vista. Il wunderbook è costituito da un

percorso sensoriale sviluppato con pattern, profumi e suoni che permettono di ricollegare le singole emozioni a scenari di vita quotidiana, per mostrare come uno stesso luogo possa essere percepito in modo diverso da un vedente e da un non vedente: la scuola, generalmente considerata come contesto di aggregazione, può diventare un luogo che accresce il senso di solitudine e frustrazione.

Il fine ultimo del progetto è quindi creare empatia e generare inclusione.

Lo spazio dispercepito:

Per ogni emozione sono stati analizzati luoghi aperti e spazi interni: una piazza, una scuola, un ambiente domestico e un campo da gioco.

La qualità estetica dello spazio e degli oggetti che lo compongono perde valore per lasciare spazio alle percezioni basate sugli altri organi di senso, quali la qualità materica ed insonorizzazione.

La persona:

I soggetti del nostro studio sono persone non vedenti per cause organiche. Tutte le informazioni da noi ottenute derivano da ricerche ed interviste a persone reali.

CAP 01 6

Emozioni

2. L’ATMOSFERA DELLO SPAZIO DISPERCEPITO

Emotiva

Cosa vede un cieco? Molti potrebbero pensare che per provarlo basti coprirsi gli occhi e vagare a tastoni nel buio. Ma vedere il nero non equivale a non vedere niente. La verità è che vivere senza la vista può essere ancor più stimolante di quanto si pensi: i non vedenti dispongono di altri mezzi per indagare la realtà, che vanno oltre al mero utilizzo della vista: attraverso l’olfatto, il gusto e soprattutto il tatto e l’udito esplorano la realtà che li circonda costruendosi una mappa mentale grazie alla quale si orientano nello spazio. Questo è ciò che è emerso dalle interviste a Elisabetta Corradin e Giuseppe Rosafio, persone non vedenti che ci hanno raccontato come percepiscono o meglio, dispercepiscono, lo spazio che li circonda. Le moodboard sono quindi state realizzate a partire dal racconto delle loro esperienze personali che ha stravolto completamente l’idea che avevamo sui non vedenti. Allo stesso modo ci siamo posti l’obiettivo di portare chiarezza e fare luce sull’argomento della cecità, tema comunemente avvolto da un velo di mistero e poco conosciuto,

per questo motivo le moodboard hanno diverse cromie che, in modo graduale, sfumano dal nero al bianco.

Le moodboad sono organizzate come un percorso, lo stesso che una persona non vedente compie quando entra in contatto con uno spazio, un oggetto o una persona a lei sconosciuta: in primo luogo individua eventuali ostacoli spaziali, poi sente i suoni che le indicano la direzione da seguire, tocca gli oggetti per capire cosa ha intorno, percepisce luci, colori forti e forme in movimento, finché non interiorizza tutte queste informazioni per elaborarle. Il lettore è guidato in questa esperienza per mezzo di una linea gialla, realizzata di questo colore che essendo acceso e vivace, viene percepito bene anche dai non vedenti. L’idea inoltre riprende il concetto dei percorsi tattili stradali, ausili disposti per la città che permettono ai non vedenti di orientarsi. In questo caso i ruoli si ribaltano: il vedente viene accompagnato alla scoperta del mondo visto dagli occhi di un cieco.

Sinestesia Dialogo
1. Connotazioni
2. Suono 3. Matericità 4. Forma 5. Luce 6. Cromie 7. Dimensione
7
spaziali
CAP 02 MOODBOARD DELLE CONNOTAZIONI SPAZIALI
“Gli scalini solitamente hanno una connotazione positiva, aiutano a raggiungere luoghi. Per me sono solo ostacoli”
8
OSTACOLO

SOLUZIONE PERCORSO TATTILE

OSTACOLO

Per chi riesce a percepire lievemente luci o colori molto vivaci, anche la luce può aiutare a creare dei veri e propri percorsi

9

“Le voci mi permettono di riconoscere le persone, interagire con loro e comprendere a che distanza mi trovo da esse”.

“I suoni legati all’ambiente urbano, fra cui il rumore delle macchine, mi permettono di capire dov’è la strada rispetto a me o quando è il momento giusto per attraversare. Anche in stazione, ascoltando il rumore del treno che sfreccia sui binari, riesco a capire se si tratta di un convoglio di passaggio o se si sta fermando e potrebbe quindi essere il mio treno”.

VOCE

RUMORE DEL TRAFFICO

10
CAP 02 MOODBOARD DEL SUONO
10

“La pioggia esalta i contorni di ciò che ci circonda e vi introduce una coltre di suoni specifici e differenziati, che rendono l’intero ambiente udibile. Se ci fosse qualcosa di equivalente alla pioggia per gli interni, allora la stanza assumerebbe forma e dimensione”.

“Ascoltando il rumore dei miei passi riesco a capire se sto percorrendo una strada stretta o larga, o una galleria, o passando sotto un arco... se passeggio affianco ad una parete che presenta aperture o rientranze, questo lo si coglie acusticamente proprio da come cambia il suono dei propri passi.”

“Negli edifici pubblici, oltre agli sportelli informativi all’ingresso dove posso segnalare la mia difficoltà e ricevere un aiuto umano, mi affido soprattutto alla presenza di segnali acustici.”

TECNOLOGIA

“I segnali annunciano l’arrivo del mio turno mentre aspetto in una sala d’attesa, o la partenza di un treno in stazione, o il raggiungimento della mia fermata quando mi trovo su un mezzo pubblico.”

“Per me la tecnologia è fondamentale per svolgere moltissime attività pratiche. Ci sono alcune applicazioni dedicate ai non vedenti, occhi elettronici che, sfruttando la potenza dell’intelligenza artificialele, raccontano il mondo che mi circonda, descrivendo persone, oggetti, scene e leggendo testi”.

SEGNALI ACUSTICI

11
SUONO DEI PASSI PIOGGIA
11

RIVESTIMENTO

“Appoggiare le mani sopra a quello che credo essere il bancone di un bar mi consente di identificarlo con certezza, poiché percepisco istantaneamente il marmo freddo, duro e liscio del ripiano.”

MOODBOARD DELLA MATERICITÀ CAP 02
“Una volta accompagnata al tavolo, identifico la sedia già ad un primo contatto con il suo tessuto di rivestimento, così come il tavolo grazie alla calda sensazione del legno levigato.” 12

“Le percezioni plantari mi permettono di avvertire le diverse consistenze ed irregolarità del terreno sottostante.”

“Una delle esperienza tattili più intense da percepire con i piedi è camminare nella sabbia, inizialmente calda, soffice ed avvolgente...

“... che diventando via via più compatta, dura e fredda indica che mi sto muovendo in direzione del mare.”

“Il bastone è diventato un terzo braccio con cui toccare con mano il terreno.”

13
TERRENO
13
SABBIA

SAGOME SCURE

OMBRE IN MOVIMENTO

“Gli oggetti a me lontani li percepisco come sagome scure, senza contorni”

CAP 02 MOODBOARD DELLA FORMA
“Nei luoghi pubblici le persone che camminano le vedo come delle ombre in movimento”
14
“Guardo il mondo attraverso una lente molto sfocata ed imprecisa”
SFOCATURA MACCHIE
DI COLORE
15
“Se mi avvicino ad un oggetto colorato percepisco delle macchie di colore”

“La luce la percepisco; mi è utile per vedere oggetti, sagome e colori. Vedo le luci e le ombre, e riesco a capire se un oggetto è chiaro o scuro, anche da lontano.”

“Quando mi trovo in un ambiente a me sconosciuto, grazie alla luce riesco a percepire le sagome e delle macchie di colore, ma non riesco a percepire la profondità delle cose: è come se mi trovassi immersa in una nebbia fitta.”

MOODBOARD DELLA LUCE CAP 02
16
SCALPELLO

“Quando sono sul treno riesco a capire in che stazione mi trovo a seconda dell’intensità della luce che vedo fuori dal finestrino, mentre in metropolitana le lampade al neon ed il loro riflesso sul pavimento creano il mio percorso attraverso una linea di luce.”

“Quando devo orientarmi in spazi aperti, la luce diventa un fattore nemico. Se è troppo intensa ed abbagliante, mi disturba molto: diventa fastidiosa e mi provoca un forte senso di sbandamento.”

GUIDA
17
DISTURBO

MOODBOARD DELLA CROMIA

INDEFINITO

“Vedo macchie di colore, come pennellate confuse, senza margini precisi e definiti”

CORRELAZIONE

“Associo la sensazione tattile ad un colore e lo memorizzo, so che i jeans sono blu”

“Riconosco sagome e figure senza scorgerne i lineamenti precisi, non capisco se sia uomo o donna ma percepisco macchie di colori”

CAP 03
18

“I colori scuri come il marrone e il nero mentre giallo non si distinguono mentre giallo, fuscia e blu sono più vividi”

“Ho la percezione vaga di ciò che mi circonda, vedo ogni cosa come se fosse avvolta da una fitta nebbia”

“Non percepisco la profondità degli oggetti ma il loro colore, soprattutto se in contrasto”

INDISTINTO

19

DIVERSITÀ

SOLITUDINE

“La mia vita è stata un po’ come una scalata: ho affrontato le tappe di tutti, dovendomi però ingegnare per farlo in modo diverso.”

“Da adolescente vedevo che i miei amici facevano dei passi che io non potevo fare. Mi sono chiusa nel mio mondo ed adagiata.”

CAP 02 MOODBOARD DELLA
DIMENSIONE EMOTIVA
20
DISORIENTAMENTO

“Conoscere altri non vedenti ed iscrivermi a dei corsi sono stati passaggi molto importanti che mi hanno permesso di superare i miei timori e diventare più autonoma.”

“Mi sono rimboccato le maniche e ho cercato di capire come trarre il meglio dalla situazione: non è stato un percorso semplice, ma sono riuscito a riscoprire la mia bussola interiore.”

AMMISSIONE, ACCETTAZIONE E SUPERAMENTO
21

I CASI STUDIO E LE AZIONI PROGETTUALI

M. EVANGELISTA - LIBRI TATTILI ILLUSTRATI

I libri tattili illustrati sono molto importanti nell’ambito della cecità, soprattutto per quanto riguarda l’età infantile poiché consentono al non vedente di ricreare anche una coscienza estetica. Purtroppo, legati ad una cultura classico-ellenistica che coniuga arte ed estetica alla bellezza e quindi al dominio della vista, abbiamo ancora l’impressione che la percezione estetica sia di solo dominio del vedente. Tuttavia, l’aspetto estetico di un oggetto non deriva solo dalla sua osservazione ma anche dal rapporto che intercorre tra dimensione cognitiva e dimensione emotiva. Quando il bambino tocca un particolare oggetto o una determinata texture, il senso del tatto si limita inizialmente a registrare l’informazione in modo analitico. Il senso estetico viene a formarsi nel momento in cui il bambino aggiunge all’esperienza tattile la propria interpretazione che gli permette di categorizzare l’esperienza tattile associandole, ad esempio, un simbolo. Questo consente al bambino di accrescere la propria conoscenza, dando origine all’atto estetico vero e proprio che nasce dalla collaborazione tra gli aspetti sensoriali ed emotivi. Stimolando il collegamento tra questi due aspetti il libro tattile può dare un importante contributo allo sviluppo di una coscienza estetica. Questo spunto può essere utile per il wunderbook sia dal punto di vista della tecnica (vengono create texture molto particolari per mezzo di diversi metodi) sia dal punto di vista concettuale.

“Nella progettazione di albi illustrati dedicati a lettori con disabilità visiva si può forse dire che la tecnica ‘migliore’ è quella che riesce a trasformare il libro in un trampolino di lancio per l’immaginazione. Le esperienze che ho avuto finora come autore e come insegnante mi hanno mostrato che si può trovare la meraviglia nella semplicità. In un’epoca in cui assistiamo spesso alla ricerca compulsiva del superfluo è importante lavorare per far in modo che le persone, ma soprattutto i bambini e i ragazzi, scoprano questa possibilità”

Mauro Evangelista Mauro Evangelista è un illustratore che si è dedicato alla realizzazione di diversi libri tattili per non vedenti. La sua idea progettuale è quella di modellare la materia in modo che possa restituire al non vedente diverse percezioni. L’esperienza tattile, unita alla semplificazione delle forme, porta il non vedente ad individuare diversi simboli che gli consentono di ricreare immagini e stimoli differenti tramite le potenzialità dei materiali.

CAP 03
22
Un’introduzione al gioco, all’apprendimento e alla coscienza estetica.
3.
I
tattili
23
libri
Tecniche di realizzazione delle immagini
CAP 03 24
Libro “Cuore di pietra” di Mauro

Azione Progettuale: TRASFIGURAZIONE

“La carta manipolata può modificare il suo aspetto in modo anche radicale. Sotto le nostre mani non si verifica una semplice trasformazione ma una vera trasfigurazione della materia. La superficie della carta manipolata può imitare la roccia, la stoffa, la pelle rugosa di un volto o l’ondulazione di una collina”

Mauro Evangelista
25
Libro “Troppo ordine, troppo disordine” di Mauro

TOUCH! - PARINDA SAKDANARASETH

Un esperimento di graphic design tattile e visivo

“TOUCH!” è un esperimento di progettazione grafica visiva e tattile. “Volevo creare un linguaggio comune per comunicare con utenti vedenti e ipovedenti integrando insieme il design grafico e il design tattile”, spiega Parinda Sakdanaraseth, neolaureata del programma di Graphic Design presso la Chulalongkorn University. La sua sfida è stata quella di tradurre l’aspetto visivo in tattile, senso comune sia a ciechi che normovedenti, senza perdere l’aspetto estetico, come invece succede quando si utilizza la scrittura Braille. L’autrice ha inoltre esaminato come la grafica tattile influenza la percezione emotiva. In particolare, ha svolto un esperimento per studiare il legame esistente tra emozioni e schemi tattili: è stato chiesto a persone vedenti, ipovedenti

o cieche di descrivere quali emozioni percepissero nel toccare pezzi di stoffa appartenenti a un set di diversi pattern realizzato appositamente dall’autrice attraverso la serigrafatura con colori a sbuffo, tecnica che ha reso percepibili al tatto le diverse finiture. Questo workshop le ha permettesso di realizzare una tavola di emozioni tattili comuni suddivise in due gruppi, modelli negatvi e modelli positivi. Tali ricerche hanno portato alla realizzazione di quattro opuscoli basati sul racconto “The book of image” di R. M. Rike illustrati attraverso l’utilizzo dei modelli tattili usati per descrivere le emozioni e le associazioni per ogni storia. Parinda Sakdanaraseth è così riuscita a costruire un suo linguaggio grafico visivo e tattile che ha reso la lettura inclusiva più piacevole.

Azione Progettuale: DARE VITA ALLA GRAFICA

Rendere tattile ciò che è visivo. Questo è quello che P. Sakadanaraseth. è riucita a fare utilizzando tecniche quali la stampa serigrafica, l’incisione oppure il punto croce e il taglio della carta. Tutte tecniche che uniscono aspetti tattili e visivi senza perdere l’aspetto estetico.

26
CAP 03

A sinistra e in alto: libri realizzati da P. Sakadanaraseth.

27

Punti di interesse

Il progetto “Touch!” offre spunti interessanti per la realizzazione del Wunderbook sulla cecità per le tecniche di progettazione utilizzate dall’autrice: esse riescono a rendere inclusiva, anche per i non vedenti, la grafica che solitamente è un aspetto con una forte predominanza visiva. Si potrebbe pensare che per

questo esista già il Braille ma esso è un tipo di scrittura apatica che non riesce a far trasparire le emozioni, cosa su cui si concentra invece il nuovo alfabeto tattilevisivo-estetico di P. Sakadanaraseth.Infine grandissima fonte di ispirazione per la realizzazione del Wunderbook sono state le texture associate alle diverse emozioni.

CAP 03
28

In alto: schema dei pattern realizzati per serigrafia dall’autrice.

29

ISTITUTO DEI CIECHI - DIALOGO NEL BUIO

Azione Progettuale: OSCURITÀ

Nell’immaginario collettivo si pensa che il deficit sensoriale della cecità comporti una serie di limitazioni nella vita delle persone affette, che si sentono “diverse”. Se quindi la dispercezione viene spesso vista come un intralcio, da motivo di paura e causa di limitazioni si deve trasformare in uno stimolo e voglia di riscatto. Lo scopo di “Dialogo nel Buio”, mostra permanente all’interno dell’Istituto dei Ciechi di Milano, è quello di far superare i pregiudizi, permettendo di sperimentare un altro modo di “vedere”. Il percorso è caratterizzato dalla totale assenza di luce. Guide non vedenti accompagnano i visitatori in vari ambienti che richiamano situazioni di vita quotidiana: ambienti che devono essere riconosciuti al buio e venire esplorati affidandosi esclusivamente ai sensi del tatto, udito, olfatto e gusto. Per concludere la visita, l’ultima tappa è un bar dove è possibile “mangiare al buio” e commentare l’esperienza. Come affermato dalle guide, “un buio così profondo disorienta, sconcerta chi è abituato da sempre a fare affidamento sulla vista. Ma è anche l’occasione per scoprire nuove dimensioni, in modo sorprendentemente semplice. Non si tratta di scoprire una realtà differente, è piuttosto una riscoperta, con modalità diverse, dello stesso mondo che già conosciamo. Dialogo nel Buio non è una simulazione della cecità, ma l’invito a sperimentare come la percezione della realtà e la comunicazione possano essere molto più profonde e intense in assenza della luce. Un’esperienza da non perdere, per scoprire che la vita anche per chi non vede non è vuota né triste. È, per alcuni aspetti, semplicemente diversa.”

Dialogo nel Buio è un percorso multisensoriale nell’oscurità. La porta d’ingresso è la soglia tra luce e buio, quindi una volta all’interno della mostra non si vede più nulla. Vengono riprodotti suoni e proposti odori che rievocano un determinato oggetto o una situazione di vita quotidiana. Il visitatore deve orientarsi grazie all’uso di un bastone, ma soprattutto grazie all’uso degli altri sensi: tatto, udito, olfatto e gusto.

<<Nel buio anche il caffè ha un altro sapore, una rosa un altro profumo.>>
CAP 03 30

INGRESSO E INIZIO DEL PERCORSO:

Da questo momento in poi il visitatore non potrà più fare affidamento sul senso della vista perché tutto il percorso è immerso nel buio.

ESEMPIO AMBIENTE 1: IMBARCAZIONE:

Si entra nella prima stanza e la guida chiede al visitatore di cercare di individuare il luogo e la situazione rappresentati. I suoni, i profumi simulati e l’uso del tatto permetteranno di arrivare alla soluzione.

ESEMPIO AMBIENTE 2: STRADA

Nelle altre stanze del percorso si ripropongono le stesse “sfide”, ma in un contesto differente. Ad esempio una strada viene simulata attraverso i suoni cittadini e la presenza di un’automobile, non visibile a causa del buio, ma percepibile grazie agli altri sensi.

31

SINESTESIE

Ci sono persone che vivono la vita tra colori, musica, odori e forme geometriche che vibrano di cromatismi, soggetti ad un vortice di amplificazione percettiva definito sinestesia. Dal greco syn= unione ed aisthesis= sensazione, quindi percepire insieme, questo fenomeno dà la possibilità di sentire l’odore di una sinfonia, di percepire il gusto di un brano musicale, restituendo un’esperienza di vita multisensoriale ed unica. La percezione sinestetica nel corso della storia è stata notata soprattutto in artisti, musicisti, poeti e scrittori. Kandinskij, per esempio, sperava che i suoi dipinti potessero essere ascoltati, che i fruitori della sua arte potessero avere “la possibilità di entrare nell’ opera, diventare attivi in essa e vivere il suo pulsare con tutti i sensi”. Per Kandinskij

i colori divenivano un coro da fissare sulla tela. Altri artisti sinestetici sono, per esempio, il compositore Franz Liszt (1811-1886), al quale la musica provocava la visione di colori e che era solito dirigere l’orchestra con frasi come “Signori, per favore, suonate questo tono un pò più blu...”, oppure Mikalojus Konstantinas Ciurlionis (1875-1911), pittore e musicista lituano che dipingeva le sonate da lui create. Ricordiamo inoltre il compositore russo Aleksandr Skrjabin (1872-1915) e la sua celebre sinfonia “Prometeo”, per la quale fece costruire un organo luminoso che produceva, nella sala dei concerti, grandiosi effetti cromo-auditivi. Fra gli artisti con il dono della sinestesia citiamo, infine, Vincent Van Gogh (1853-1890) che si definì lui stesso un “musicista del colore”.

CAP 03
32

VASILIJ KANDINSKIJ - LA PSICOLOGIA DEL COLORE

Un mezzo potentissimo per l’espressione dello spirito

Ideatore e creatore della pittura astratta, Vasilij Kandinskij sperava che i suoi dipinti, oltre ad essere visti, potessero anche essere ascoltati, come se fossero una composizione musicale. Egli ha reso il colore la chiave interpretativa delle sue opere. Il colore era per lui come il tasto di un pianoforte mentre l’anima, abbondante di emozioni, lo strumento ricco di corde. Forte che vi fosse un nesso quasi imprescindibile fra opera d’arte e dimensione spirituale, l’artista sosteneva che il colore, quando raggiunge l’animo, scatena una vibrazione spirituale determinata dalle sue qualità sensibili: il colore ha un odore, un sapore, un suono. Secondo questa visione, egli descrive i colori in base alle sensazioni ed emozioni che suscitano nello spettatore, come strumenti musicali che generano una melodia che va dritta al cuore di chi ascolta.

Avendo concepito il nostro Wunderbook come un dialogo nel buio, caratterizzato da un approccio sinestetico a suoni, odori, pattern tattili ed emozioni, lo studio dei colori realizzato da Kandinskij e riportato nell’opera Lo spirituale nell’arte (1909), ci permette di comprendere a quali colori associare le emozioni da noi trattate. La nostra ambizione è di far scaturire la forza psichica del colore, suscitando sensazioni nello spettatore, il quale, pur non comprendendo immediatamente di quale emozione si stia parlando, la sta già inconsciamente provando nel suo animo.

A sinistra: “Giallo, rosso, blu”, quadro di Vasilij Kandinskij In basso: “Alcuni cerchi”, quadro di Vasilij Kandinskij “Studio dei colori: quadrati con cerchi concentrici”, quadro di Vasilij Kandinskij

Azione Progettuale: SINESTESIA

Nell’esperienza percettivo-emotiva, la sinestesia è un fenomeno neurofisiologico che comporta l’interferenza di vari stimoli sensoriali provenienti da sensi diversi, ma relazionati fra di loro. In questo caso i colori vengono associati a suoni, odori, forme ed emozioni.

33

SONIA SOBERATS - DIPINGERE CON LA LUCE

Dalle tenebre creò la luce

Il light painting, ovvero “dipingere con la luce”, è una tecnica fotografica che permette di disegnare nel buio attraverso l’utilizzo di semplici fonti luminose e tempi di esposizione molto lunghi.

In questa tecnica fotografica, il fotografo si ritrova immerso nell’oscurità, ricreando una sinestesia con la condizione del non vedente. Quello che ne deriva è un’arte che si sviluppa dall’immaginazione dell’artista, la quale vuole far “vedere” e rendere la realtà tramite le proprie sensazioni e la propria mente, a partire da una condizione di totale assenza di luce. Fotografo e soggetto sono così trasportati in un mondo oscuro proprio come quello di un non vedente che è costretto ad immaginare il mondo che lo circonda. Proprio grazie a questa affinità con il mondo dei non vedenti, questa tecnica viene usata anche da Sonia Soberats, fotografa non vedente che usa la luce come metodo per “dipingere”. In questo modo ha la possibilità di dare forma alle immagini che si formano nella sua mente, permettendo di instaurare un dialogo iconografico con le altre persone. Per quanto riguarda la riproduzione tecnica delle fotografia, Sonia Soberats prima di

tutto visualizza nella sua mente l’immagine. Quest’ultima non si presenta alla sua mente come un afflato creativo, ma come una modellazione lenta e consapevole di un’idea, un qualcosa di poco definito che viene lentamente a delinearsi in un’immagine ben precisa.

In ogni sua immagine è presente la forma umana che, prima di iniziare, viene analizzata dalla fotografa per mezzo del tatto che le consente di ricostruire nella sua mente le caratteristiche del volto preso in esame.

In seguito, dopo aver informato nel dettaglio il soggetto su quale posa ed espressione assumere, inizia la ripresa vera e propria: apre l’otturatore della macchina fotografica e, nel buio assoluto, inizia a tracciare delle chiazze di luce, dando vita alla tecnica del light painting.Tutto quello di cui ha bisogno è una torcia, grazie alla quale può riprodurre il profilo del soggetto rappresentato, come se stesse dipingendo un quadro. Ogni seduta può durare fino ad un’ora e alla fine della ripresa un assistente descrive a Sonia Soberats l’immagine finale. Quest’ultima viene approvata solo se corrisponde all’immagine che la fotografa aveva in mente.

CAP 03 34

Azione Progettuale: DARE LUCE

Illuminare un mondo buio, dare luce all’immaginazione. Usare la luce per creare una fotografia e creare effetti luminosi quasi surreali. Dalla mente all’immagine.

“In queste immagini ci sono spazi di ombre dove le luci diventano protagoniste e rivelano i nostri sogni” - Sonia Soberats.

Passo 1

Creare la scena: all’interno di un’ambiente poco illuminato vengono posti i soggetti e si prepara la macchina fotografica con lunghe esposizioni.

Passo 3

Il sensore della macchina fotografica cattura e registra la luce, nell’intervallo di tempo in cui l’otturatore rimane aperto, restituendo l’effetto del “dipinto con la luce”

Passo 2

Davanti all’obiettivo vengono mosse una o più sorgenti di luce illuminando le sagome dei soggetti e ciò che è di interesse.

A sinistra: una foto realizzata da Sonia Soberats.

In alto: serie di fotografie che spiegano il processo del light-painting

35

LE FOTOGRAFIE DISPERCEPITE

IL TEMPO DI ESPOSIZIONE

«Molti luoghi, come ad esempio una piazza affollata, provocano in me un senso di solitudine e disorientamento. Sebbene ci siano tantissime persone attorno a me paradossalmente mi sento solo.»1

Motivazioni delle scelte tecniche

In alto: foto del processo creativo, ispettivamente strumenti utilizzati e tecnica del movimento.

Fotocamera: Canon EOS 550D

Obiettivo: EF-S 18-135 mm

Apertura di diaframma: F5.0

Tempi di scatto: Da 2 a 5 secondi

Iso: 100-200

Tipologia luce: Luce dura

Direzione luce: Frontale

Accessori: --

Bilanciamento del bianco: Tungsteno

Composizione: Primo piano

Colore: Adobe RGB

Fotoritocco: Photoshop e Camera RAW

1. Citazione di Giuseppe Rosafio, non vedente

Le fotografie si pongono come obiettivo quello di esprimere la tristezza, il disorientamento e la solitudine spesso provati da una persona non vedente, per mostrare una condizione per far conoscere e far capire, al fine di creare empatia e solidarietà. Tempi di esposizione lunghi e di conseguenza valori di ISO bassi, creano un effetto “sfocato” e “scuro” e rendono l’idea di confusione ed insicurezza. Le pose e le inquadrature scelte sono fortemente espressive e lo sfondo uniforme permette di astrarre il soggetto dall’ambiente circostante, per focalizzarsi sul suo lato più emotivo e personale. Tutti gli scatti sono stati realizzati a colori e poi modificati in post-produzione giocando con i valori di contrasto, esposizione e scegliendo un profilo colore monocromatico. Queste scelte e l’aumento di texture e chiarezza collaborano nel comunicare il messaggio. L’orientamento delle immagini è orizzontale (formato 3:2) e il soggetto viene collocato al centro, diventandone il vero protagonista ed il punto focale su cui va a ricadere lo sguardo di chi osserva. Essendo lo scatto in movimento, l’effetto sfocato inizialmente disorienta, creando un’empatia con ciò che prova il non vedente. L’inquadratura scelta è il primo piano, per mostrare da vicino il viso e l’espressione del soggetto e quindi rendere più immediata la comprensione. Si crea infine un equilibrio dinamico all’interno della composizione, reso anche grazie alla sequenza di tre fotografie. Il trittico presenta un’immagine iniziale, una centrale ed una finale, che aprendo e chiudendo la narrazione, fungono da linea guida all’osservatore.

CAP 04
4.
36
37

SOVRAESPORRE

<<La luce diretta e intensa mi abbaglia: è come il buio, ma peggio, perché mi provoca un forte senso di sbandamento e disorientamento e mi impedisce di concentrarmi sugli altri sensi.>>1

Motivazioni delle scelte tecniche

L’idea progettuale nasce dalla volontà di rappresentare visivamente un ipotetico viaggio di una persona non vedente, mostrando attraverso gli scatti come quest’ultima percepisca la realtà che la circonda. Come appreso durante l’intervista ad Elisabetta Corradin, coordinatrice delle guide dell’Istituto Ciechi di Milano, la sua dispercezione è accompagnata da un’elevata fotofobia, ovvero un’eccessiva sensibilità alla luce diretta e intensa. Quest’ultima infatti, soprattutto negli spazi all’aperto ampi e dispersivi, le

Processo creativo

Immagini a confronto: la realtà percepita da un normovedente in piccolo e da un non vedente, in grande.

provoca un forte disagio, facendole perdere il senso dell’orientamento e rendendole ancora più difficile distinguere forme o colori, o affidarsi agli altri sensi, che vengono inibiti. Ho scelto di trasmettere questa sensazione attraverso fotografie caratterizzare da tempi di scatto prolungati e Iso elevati, i quali permettono di ottenere un’eccessiva sovraesposizione e sfocatura, che rendono quasi impossibile riconoscerne il soggetto, facendo percepire solamente luci e sagome in movimento.

1. Citazione di Elisabetta Corradin, coordinatrice delle guide di Dialogo nel Buio

CAP 04
Fondazione Beyeler, Basilea
38

Fotocamera: Nikon D50

Obiettivo: Nikon AF NIKKOR 35-80 mm

Apertura di diaframma: f/5.6

Tempi di scatto: 1/10”

Iso: 400-800

Tipologia luce: Naturale

Castello di Edimburgo

Direzione luce: Varia

Accessori: Nessuno

Bilanciamento del bianco: Automatico Composizione: Paesaggio Colore: A colori (RGB) Fotoritocco: Photoshop

Lucerna, Svizzera
39

EFFETTO BOKEH

Motivazioni delle scelte tecniche

La fotografia vuole mostrare come i non vedenti percepiscono il mondo che li circonda. In particolare, attraverso la tecnica del Bokeh, l’immagine vuole rendere l’idea di come le persone cieche sono in grado di “mettere a fuoco” ciò che possono toccare con le mani, mentre quello che è distante e non tangibile appare loro confuso e senza contorni definiti. L’ effetto Bokeh consiste in una parziale sfocatura voluta e controllata dell’immagine attraverso una giusta regolazione di apertura del diaframma, lunghezza focale e distanza del soggetto dalla fotocamera e dallo sfondo. Con un diaframma molto aperto, infatti, è possibile diminuire la profondità di campo e avere una zona nitida ristretta con una conseguente diminuzione della definizione dei dettagli fuori fuoco; in questo modo si ha uno sfocato molto morbido. Ugualmente, anche la lunghezza focale è stata usata al valore massimo dell’obiettivo per diminuire ulteriormente la profondità di campo. Inoltre, è stato essenziale disporre in primo piano e in posizione centrale vicino alla fotocamera ma distante dallo sfondo il soggetto principale perchè questo venisse messo a fuoco in modo nitido. Così l’immagine comunica come i non vedenti riescono a comprendere in maniera chiara solo ciò che riescono a toccare e, mettendo a fuoco solo le mani che si toccano, l’osservatore è portato a notare subito proprio questo gesto. L’orientamento della foto è orizzontale per consentire una più ampia percezione dello sfondo. Lavorando con un diaframma molto aperto e quindi con una grande quantità di luce in entrata, è stato usato un basso valore di sensibilità ( ISO-100). Per rendere ancora più evidente come i ciechi non hanno una percezione definita di ciò che le circonda, in post produzione è stato aumentato ulteriormente l’effetto di sfocatura delle luci e della sagoma umana.

Prove messa a fuoco del soggetto Uso di luci LED colorate e cavalletto
CAP 04
Prove di apertura massima del diaframma Processo creativo 1. Citazione di Elisabetta Corradin, coordinatrice delle guide di Dialogo nel Buio
40
«Si può dire osservare anche se non lo si fa con gli occhi.»1

Fotocamera: Canon EOS 1100D

Obiettivo: EF-S 18-55 mm

Apertura di diaframma: f/5.6

Tempi di scatto: 1\2 sec.

Iso: 100

Tipologia luce: morbida

Direzione luce: posteriore e frontale

Accessori: cavalletto, lucine Led colorate Bilanciamento del bianco: automatico Composizione: Ritratto a mezzo busto; formato 3:2

Colore: RGB

41

Motivazioni delle scelte tecniche

L’utilizzo di un elevato tempo di apertura dell’otturatore consente di catturare movimenti che altrimenti risulterebbero impercettibili alla vista. In questo modo diventa possibile rappresentare qualcosa che altrimenti risulterebbe fuggevole, impercettibile, invisibile: il movimento. Ognuno di noi è definito dai movimenti che compie, ogni movimento consente di entrare in relazione con noi stessi, con gli altri e con lo spazio che ci circonda. Considerando l’ottica dei non vedenti il movimento risulta essenziale ed imprescindibile infatti, unito agli altri sensi, diventa un espediente utile per analizzare il mondo, consentendo uno studio lento e discreto che supera la sfrontatezza data dall’analisi immediata compiuta dall’occhio.

La scelta del trittico permette di analizzare tutti i diversi movimenti che il non vedente deve compiere per interagire e comprendere lo spazio circostante: destra/sinistra, alto/basso, sopra/sotto.

Per evitare di ottenere un’immagine tropposta, l’elevato tempo di esposizione è stato coniugato con valori di ISO piuttosto bassi che hanno comunque permesso di mantenere un effetto di sfocatura, utile per suggerire ulteriormente la dispercezione provata dai non vedenti. La sfocatura delle figure viene ulteriormente accentuata dall’utilizzo di uno sfondo bianco che consente di contrastare al meglio con i toni scuri della figura ritratta. Le potenzialità concesse dall’otturatore erano già state speriementate verso la metà dell’ottocento dagli scienziati Muybridge e Marey.

Quest’ultimo inventò il cronofotografo, uno stumento che gli consentiva di registrare in un’unica lastra fotografica le varie posizioni di un soggetto in movimento in corrispondenza di diversi momenti temporali.

La cronofotografia e, più in generale, la possibilità di rappresentare i movimenti, si sono rivelate decisive in diversi ambiti, tra cui la biologia, l’aviazione e lo sport.

CAP 04 Processo creativo 1. Citazione di Carlo Rovelli, fisico
qualche
la
Fotocamera: Olympus Stylus SP-100EE Obiettivo: Olympus zoom ottico 50X Apertura di diaframma: F 3.2 Tempi di scatto: 1.6” Iso: 125 Tipologia luce: Naturale Direzione luce: Laterale, da sinistra Accessori: Nessuno Bilanciamento del bianco: Automatico Composizione: Ritratto a mezzo busto Colore: Scala di grigi Fotoritocco: Photoshop 42
IL TEMPO FOTOGRAFICO <<Sentire per
ora
realtà in modo profondamente diverso dalla nostra percezione quotidiana, mi ha lasciato una consapevolezza serena della parzialità delle nostre rigide categorie mentali, e della flessibilità e profondità del mondo interiore di cui è capace il nostro cervello.>>1
43
CAP 04 44
45

Interviste

Il nostro punto di partenza sono state le interviste ad Elisabetta Corradin, responsabile delle guide di Dialogo nel Buio, e a Giuseppe Rosafio, persona non vedente. Elisabetta ci ha raccontato come vive la sua quotidianità durante una giornata tipo, partendo dal momento in cui si sveglia e si prepara per andare al lavoro, per poi arrivare al suo rientro a casa la sera. Giuseppe invece ha condiviso con noi come la sua vita è cambiata da quando ha perso la vista e come, nonostante le difficoltà iniziali, sia stato in grado di rialzarsi e di andare avanti focalizzandosi sulle sue passioni, tra le quali lo sport. Le informazioni raccolte durante le interviste sono state una grande fonte di ispirazione che ci ha permesso di scoprire e comprendere al meglio come vive e ciò che prova una persona non vedente. I temi trattati sono stati approfonditi in una concertina apposita e sono stati uno spunto fondamentale per il Wunderbook.

CAP 05
1. Interviste 2. Obiettivo 3. Natura del libro 4. Tema 5. il Wunderbook è 6. Ideazione e realizzazione 7. Timone 5. IDEAZIONE
WUNDERBOOK 46
DEL

Obiettivo

Il passo successivo è stato quello di scegliere uno scopo per il nostro Wunderbook. Dopo aver riflettuto sugli spunti ricavati dalle interviste abbiamo scelto di trasformare il libro in uno strumento di dialogo ed inclusione, ponendoci come obiettivo quello di far vivere al vedente, attraverso le pagine, l’esperienza del non vedente.

Natura del libro

Il Wunderbook “Sinestesie” nasce come strumento per narrare la realtà vissuta dal non vedente. Non viene però utilizzata la classica narrazione che esplicita chiaramente il contenuto, ma il racconto è portato avanti in modo evocativo ed intuitivo. Il livello di interazione tra il lettore e l’oggetto libro è elevato essendo esso strutturato come un percorso multisensoriale organizzato su più livelli. L’esperienza vissuta non è quindi limitata all’organo della vista, ma si verifica un coinvolgimento attivo di tutti i sensi grazie all’inserimento di elementi tattili, sonori ed olfattivi.

Tema

In alto:

“David Bowie - Life on Mars?”

Dipinto di Melissa McCracken, artista americana affetta da “Sinestesia”,raro fenomeno neurologico che le consente di dipingere la musica.

Il focus del progetto è l’aspetto emotivo. Per questo motivo abbiamo prima selezionato 5 emozioni (solitudine, disorientamento, tranquillità, gioia e libertà), sulle quali abbiamo impostato le interviste ai nostri soggetti, chiedendo loro quali situazioni o scene di vita ricollegassero ad ognuna di esse. Una volta individuati i nuclei da rappresentare, abbiamo deciso di creare un percorso sensoriale distinto per ciascuna emozione, come una sorta di simulazione cartacea di Dialogo nel Buio. Il fine è quindi quello di permettere al fruitore di percepire la realtà come un non vedente, mettendosi nei suoi panni.

47

flusso di pensieri della fase di ideazione

CAP 05 48

..uno strumento di conoscenza chi sfoglia il libro si mette nei panni di un non vedente e cerca di percepire la realtà come lui, attraverso quindi l’uso di tutti i sensi che vengono via via stimolati tra le pagine. Il libro serve ad imparare facendo, attraverso un’attività diversa dalla semplice lettura che stimola i vari organi sensoriali.

... uno storytelling multimodale il libro permette un’esperienza multisensoriale che veicola la narrazione, solo in minima parte, verbale. Si tratta di una scoperta multisensoriale di oggetti, luoghi, sensazioni ed emozioni attraverso i sensi che un non vedente usa per sondare la realtà che lo circonda ma non solo.

... un segreto da scoprire grazie allo sviluppo su vari livelli di lettura, il libro permette di leggere le informazioni poco per volta. Ogni volta che si cambia pagina viene rivelato un nuovo contenuto, un nuovo indizio per arrivare alla “soluzione finale”, anch’essa mai esplicitamente dichiarata.

... uno strumento di sensibilizzazione: attraverso lo strumento libro il lettore crea un dialogo e raggiunge uno stato di empatia con il non vedente, capendo com’è la realtà da egli esperita.

... un gioco: “chi cerca trova”le informazioni vanno cercate dal lettore seguendo un percorso tattile suggerito dalle pagine che porta alla scoperta dei vari indizi tattili, sonori e olfattivi legati ad ogni particolare emozione.

Il wunderbook è...
49

Ideazione e realizzazione

Questa è stata sicuramente la fase più ricca di prove e sperimentazioni, sia a livello di idee progettuali che a livello di tecniche di realizzazione. Una volta stabiliti obiettivo e tema del Wunderbook ed in seguito a diversi brainstorming iniziali e confronti all’interno del gruppo, siamo giunti ad individuare alcuni elementi fondamentali e fondanti da sviluppare all’interno del nostro progetto.

Step 1

Abbiamo scelto di realizzare un libro distinto per ogni emozione, arrivando quindi ad ottenere 5 prototipi diversi contenuti all’interno di un unico cofanetto. L’idea iniziale era quella di sviluppare ciascuna emozione sotto forma di concertina, in modo tale da proseguire nel percorso di pari passo con l’apertura delle varie pagine. Successivamente, grazie alla realizzazione di diversi mockup abbiamo deciso di trasformare le 5 concertine in 5 libri veri e propri, rilegati in maniera indipendente e dotati di copertina. In questa soluzione, divenuta quella definitiva, il metodo per andare avanti con il percorso non è più aprire, bensì sfogliare le pagine. Ad ogni emozione è stata inoltre collegata una situazione di vita quotidiana, individuata durante le interviste.

CAP 05 50

Step 2

Ad ogni emozione è stato associato un pattern, seguendo lo studio di progettazione grafica visiva e tattile TOUCH! di Parinda Sakdanaraseth. Lo scopo di texturizzare le pagine è quello di rendere il Wunderbook accessibile e comprensibile sia al vedente che al non vedente.

Per la realizzazione dei pattern sono state testate diverse tecniche tra cui l’incisione e l’applicazione di elementi a rilievo.

Step 3

Ad ogni emozione è stato associato un colore con un significato simbolico. Le scelte derivano dalla lettura di diversi studi già esistenti, tra cui in particolare quello di Vasilij Kandiskij sulla psicologia del colore.

51
In alto: esempio di due tecniche utilizzate per realizzare le texture.

Step 4

Per ogni emozione sono stati realizzati degli origami, all’interno dei quali sono stati inseriti componenti sonore ed olfattive.

Inizialmente l’idea consisteva nella realizzazione di due origami differenti per ogni libretto (ciascuno dedicato ad un senso); in seguito si è optato per utilizzarne uno unico.

Per ciascun origami sono stati successivamente studiati una sagoma ed un metodo di apertura distinti, degli elementi materici da inserire sulle “alette” di apertura ed infine dei suoni e/o profumi che si ricollegassero alla situazione protagonista del percorso sensoriale. Tutte queste scelte sono state frutto di un confronto con i soggetti intervistati, di diversi brainstorming tra componenti del gruppo e ricerche sull’argomento.

In alto: mockup che mostra idea iniziale di inserire due origami per pagina e meccanismo di apertura dell’origame

CAP 05 52

L’origami della solitudine ha lembi di forma rettangolare, ricoperti da una pellicola protettiva per libri e da una carta effetto lavagna incorniciata con del legno. Aprendo l’origami è possibile interagire con una zip che riproduce il suono di apertura e chiusura di un’astuccio scolastico.

L’origami del disorientamento presenta un meccanismo di apertura/chiusura più ostico, che differisce da quello degli altri per creare un’atmosfera di confusione. I lembi sono rivestiti da carta vetrata, che richiama l’intonaco civile, e da una pelle texturizzata che simula i sampietrini di una piazza. All’apertura dell’origami si diffondono sonorità urbane e l’odore del caffè.

L’origami della tranquillità ha un ritmo articolaro, con lembi ricoperti da un tessuto morbido e da pelle per ricreare la sensazione di un divano. L’origami contiene un piccolo libro sfogliabile che riproduce fedelmente lo sfregare della carta nel voltare le pagine, contibuendo alla resa evocativa di una rilassante lettura seduti sul divano.

L’origami della gioia ha lembi di forma triangolare rivestivi di balsa e di stoffa, che rappresenta l’angolo di un tavolo ricoperto da una tovaglia. Aprendo l’origami è possibile udire il tintinnio di posate, piatti e bicchieri, mentre è odorabile un’essenza alla vanillina, in rimando ad una tavola imbandita per una festa di compleanno.

L’origami della libertà è di forma circolare, con lembi ricoperti da legno lucidato a vinavil e da pelle con cuciture in filo rosso realizzate a mano, che richiamano la mazza e la pallina da baseball. L’origami ospita l’aroma di pino silvestre ed un campanellino, che riproduce il suono di una palla da basellball per non vedenti.

53

Step 5

Per ogni emozione è stata scelta una citazione evocativa che si ricollegasse alla situazione rappresentata all’interno del percorso. L’idea iniziale di scegliere una frase vera e propria si è poi evoluta: per riduzione, dalla frase siamo passati alla parola, la quale è stata scelta in base alla sua capacità evocativa. La scelta del carattere, del layout e della tecnica di realizzazione sono stati frutto di diverse prove e di confronti intermedi: l’idea iniziale di usare un font, un layout ed una diversa tecnica per ciascuna emozione è stata poi sostituita dalla volontà di mantenere una coerenza ed una continuità tra tutte.

Tra le tante sperimentate sono state individuate due tecniche di realizzazione delle scritte (incisione e goffratura), che si alternano nei diversi libri ed un unico font (“Futura”). Ciascuna parola occupa una sua pagina dedicata e fa parte di uno dei 5 percorsi sensoriali; per ognuno di essi il layout è stato studiato con un fine allusivo e suggestivo. La posizione delle lettere, il loro orientamento e la loro dimensione concorrono a creare un’atmosfera coerente con il fine progettuale.

In basso: mockup con idee per la pagina con la foto dispercepita

CAP 05 54

Step 6

Come ultimo elemento del percorso abbiamo deciso di inserire una foto dispercepita, come una sorta di indizio finale che contribuisce a far capire la situazione rappresentata. L’immagine, anch’essa evocativa ed allusiva, ha lo scopo di simulare la realtà vista da un non vedente. La fotografia è dispercepita perché è realizzata con tecniche fotografiche specifiche, già testate per altri elaborati del corso, con lo scopo di creare un’atmosfera iniziale di incertezza e di aprire uno spunto di riflessione. Esempio di tecniche usate sono i tempi di esposizione molto lunghi o la tecnica del contrasto. Per quanto riguarda le dimensioni e le ipotesi di stampa, sono state effettuate diverse prove.

Per la prima questione, inizialmente è stato deciso di inserire l’immagine all’interno di una cornice più piccola (10x15 cm in una pagina di 22x14,8 cm) e successivamente si è optato per l’opzione a pagina intera; mentre per la seconda, dall’idea di stampare l’immagine su cartoncino e poi incollarla sulla pagina texturizzata, si è passati a quella di stampare direttamente sulla pagina colorata e poi inciderci sopra il pattern.

In ultimo però, abbiamo deciso di cambiare i concept delle foto passando da foto dispercepite a foto concettuali ed evocative, stampate a colori a tutta pagina.

In basso: mockup con idee per la pagina con la foto dispercepita

55

Step 7

Altro tema di progettazione sono state le copertine dei singoli libretti. Fin da subito l’idea è stata quella di porre su ogni copertina una lettera così che quando si accostano i libri si compone una parola, BLIND, parola inglese che significa “cieco”, dispercezione ottica fulcro di tutto il progetto. Più complicato è stato scegliere il font e la tecnica di realizzazione della lettera. Inizialmente sono state fatte prove con la tecnica della goffratura ma poi si è scelto di incidere le lettere così che, già dalla copertina, il lettore può toccare la texture in rilievo della prima pagina e vedere il colore corrispondente.

In un secondo momento sono stati testati anche diversi font per trovare il più adatto alla tecnica scelta: dovendo bucare la copertina è stato necessario trovare lettere che non indebolissero troppo la copertina. Abbiamo quindi scelto di mantenere lo stesso font utilizzato all’inetrno del libro per realizzare le scritte in sesta pagina (Futura) ma di renderlo più leggero eliminando parte delle lettere.

CAP 05 56
In alto: mockup del cofanetto con lettera incisa e prove dei font

In alto: mockup del cofanetto con lettera incisa

Step 8

Per raccogliere i cinque libretti è stato ideato un cofanetto, appositamente progettato perché i libretti siano facilmente estraibili. Inizialmente si era pensato di incidere il titolo sul dorso del cofanetto per poter spingere i libretti verso l’esterno ed estrarli comodamente. Per motivi di stabilità e resistenza però non abbiamo creato il cofanetto in questo modo ma è stato realizzato il titolo per goffratura sul fronte mantenendo sempre il font utilizzato per le altre scritte presenti nei libretti (Futura). Per rendere comunque facile l’estrazione dei libretti, il fondo del cofanetto è stato inspessito, garantendo così anche maggiore stabilità.

A destra: mockup del cofanetto con lettera goffreta

Timone

Il progetto “SINESTESIE“ si sviluppa in cinque libretti corrispondenti a cinque emozioni. Per ogni emozione è stato creato un apposito percorso sensoriale che, come in una simulazione di Dialogo nel Buio, permette a chi sta vivendo l’esperienza di immergersi nella realtà rappresentata un po’ per volta, scoprendo i diversi “indizi” pagina dopo pagina. L’ordine e la disposizione delle varie componenti all’interno dei singoli libri è stata frutto di diverse sperimentazioni compiute prima di giungere ad una decisione definitiva. Il filo conduttore durante l’intera fase progettuale è stato il cercare di capire quali elementi potessero comunicare al meglio il messaggio e quale fosse il metodo più efficace in termini di sequenza, disposizione e grafica. Le scelte sono state fatte in termini di “riduzione”: da una grande quantità di proposte iniziali siamo arrivati ad una rappresentazione essenziale ed evocativa, al fine di garantire un’esperienza di fruizione piacevole ed immediata. Questo è stato reso possibile grazie al passaggio da un approccio esplicito ad uno implicito. Con lo sviluppo dei diversi mockup abbiamo ridotto gradualmente la quantità di informazioni inserite all’interno delle singole pagine a tal punto che sono presenti unicamente elementi evocativi ed impliciti.

57

Il cofanetto che contiene i cinque libretti è stato realizzato in pelle cucita con un filo bianco lasciato a vista così che, già a parti re dalla componente più esterna si potesse percepire l’elemento materico. Sulla costa, inoltre, sono state applicate delle lettere in rilievo a comporre il titolo, realizzate con la tecnica della goffratura. Altra caratteri stica di questa confezione è la possibilità di riconoscere i cinque libretti senza bisogno di estrarli e aprirli: già dal cofanetto si vedono le diverse rilegature e si possono distinguere già da subito le emozioni dal colore che spunta dalla costa.

La copertina di ciascun libretto è in cartoncino rigido con al centro una lettera in stampatello realizzata con la tecnica dell’incisione per permettere al lettore di sentire già dall’esterno il pattern in prima pagina. Quando i libri sono estratti insieme è possibile comporre la parola “BLIND”.

In prima pagina si trova un pattern legato all’emozione a cui è dedicato il libretto. Esso è stato creato imprimendo pressione sul foglio per avere un effetto di goffratura che permette di essere percepito con il tatto.

Dalla seconda pagina, parte un percorso tattile composto dallo stesso pattern della prima pagina che accompagna il lettore alla scoperta dei vari indizi che si incontrano sfogliando i vari libri: il precorso porta ad un origami di forma differente a seconda

CAP 05Cofanetto Copertina Pagina 1 Pagine 2-3
DISORIENTAMENTO GIOIA TRANQUILLITÀ SOLITUDINE LIBERTÀ 58

dell’emozione con i lembi ricoperti di materiali che portano il lettore nell’atmosfera della data emozione. Aprendo l’origami, si scoprono altri livelli; può essreci un elemento sonoro o olfattivo. Attraverso questi indizi, il lettore inizia ad immaginare di che emozione si tratta.

In terza pagina c’è nuovamente il percorso tattile con il pattern che porta alla scoperta di una parola realizzata con diverse tecniche (goffratura o incisione). Tale parola vuole evocare l’emozione di riferimento del libro e dare un ulteriore indizio al lettore.

Infine, il percorso della quinta pagina porta ad una foto dispercepita che vuole ricreare e svelare in modo più deciso l’emozione che viene a poco a poco descritta in tutto il libro attraverso i vari sensi.

Pagine 6-7
Pagine 4-5
59

SVILUPPO DEL WUNDERBOOK

1. Tecniche

Per la realizzazione del Wunderbook sono state usate le seguenti tecniche:

a. Incisione della carta

b. Origami

c. Goffratura

d. Fotografia

a. Incisione

Questa tecnica è stata utilizzata per realizzare diverse componenti del Wunderbook, tra cui:

I pattern che, essendo in rilievo sul foglio, risultano riconoscibili e distinguibili al tatto, così da garantire al non vedente una comprensione immediata.

Tutti sono stati realizzati incidendo il retro delle pagine con strumenti appositi seguendo un pattern precedentemente definito.

I percorsi, realizzati con la stessa tecnica utilizzata per i pattern, sono stati studiati al fine di creare una linea continua che si sviluppasse in tutte le pagine.

Le scritte in braille,realizzate in rilievo in modo da poter essere percepite con il senso del tatto.

Le parole “distacco” e “movimento”, rispettivamente citazioni scelte per il libretto sulla solitudine e quello sulla libertà, che sono state realizzate intagliando il cartoncino ed incollandolo successivamente su uno complementare, in modo da creare contrasto e far risaltare la scritta.

Le lettere della parola “BLIND”, presenti sulle copertine dei 5 libretti, le quali, dopo aver selezionato un font ed un layout, sono state prima riportate sul cartoncino, poi incise ed infine intagliate.

b. Goffratura

Per realizzare 3 delle citazioni da associare a ciascuna emozione: le parole “silenzio”, “festa” e “confuso”, le lettere che compongono ogni parola sono state prima realizzate con il forex (tecnica dell’incisione) e successivamente incollate tra due fogli di cartoncino e pressate

c. Origami

Per ciascun libretto è stato creato un origami con una specifica forma ed uno specifico metodo di apertura, realizzato in modo tale da evocare l’emozione in questione.

d. Fotografia

L’elemento fotografico gioca un ruolo importante all’interno del Wunderbook. Le fotografie dispercepite sono l’ultima componente del percorso, l’indizio finale che aiuta ad evocare l’atmosfera dell’emozione.

6.
CAP 06 60

In alto: fotografie fase di realizzazione del Wunderbook.

In basso: pannello di forex intagliato per la realizzazione delle lettere goffrate.

61

I materiali

Il materiale principale e di maggiore importanza del progetto è sicuramente la carta. Infinite sono le tipologie di carta e i diversi feedback tattili che essa può dare e molto difficile è stato immergersi in questo mondo e riuscire a scegliere la tipologia più adatta allo scopo. Trattandosi di un progetto in cui la matericità di ogni elemento ha un suo preciso scopo, ogni cosa, compresi i cartoncini con cui sono state realizzate le pagine, sono stati studiati e scelti appositamente. In particolare, per le pagine interne dei libretti abbiamo acquistato dei cartoncini di grammatura 150 g ruvidi, affinchè risultassero piacevoli al tatto e i pattern in rilievo risaltasero maggiormente. Per la copertina invece, abbiamo utilizzato un cartoncino di grammatura più alta (250 g) per avere una maggiore resistenza. Quest’ultimo in particolare ha una texture intrinseca che dà al libricino un aspetto più materico. Per la realizzazione delle concertine invece sono stati usati atri due tipi di carta: per la concertina di approfondimento sulle interviste abbiamo scelto una carta color panna con una grammatura 150g e con un effetto liscio; per la concertina che racchiude i ritratti invece, trattandosi di una raccolta di fotografie è stata scelta una carta specifica, adatta alla stampa ad alta resa fotografica, liscia, bianca e con grammatura 150g.

Nei libretti sono inoltre presenti altri vari materiali applicati sulle alette dei diversi origami: tessuti, legno, pelle, carta vetrata e carta effetto lavagna per evocare le sensazioni tattili corrispondenti alle diverse emozioni di ogni libretto.

La pelle è stata utilizzata anche per il rivestimento esterno del cofanetto realizzato in cartoncino rigido, perché restituendo un ottimo feedback tattile, è facilmente riconoscibile da tutti ed è perfetta per realizzare scritte con la tecnica della goffratura, scelta per il titolo in copertina.

2.
CAP 06 62

In alto: foto di rilegatura e dettaglio filo

A sinistra: foto dei diversi materiali utilizzati

3. La rilegatura

Per la realizzazione della rilegatura abbiamo deciso di non rivolgerci ad una legatoria professionista, ma di realizzarla a mano con ago e filo. Tra le varie rilegature prese in esame, la decisione finale è caduta sulla rilegatura a punto copta, rilegatura molto antica il cui fascino è dato dal caratteristico dorso esposto che mette in evidenza il filo che unisce i fogli. In questo modo la rilegatura diventa un elemento strutturale della composizione non ché funzionale, perchè garantisce la completa e facile apertura delle pagine. Dettaglio da tenere considerazione è la caratteristica fessura che si crea al centro dei fogli quando il libro è aperto. Anche in questo caso la scelta è stata fatta per dare più matericità all’elaborato. In particolare i fogli sono stati uniti al centro e poi alla copertina frontale e posteriore. La rilegatura è stata appositamente scelta per mettere in risalto il filo, la sua matericità e il suo colore in contrasto con quello delle pagine. Con questa rilegatura è inoltre possibile vedere già dall’esterno il colore delle pagine interne; in questo modo a partire dal cofanetto si riescono a differenziare i vari libretti sia per la frequenza dei nodi della rilegatura che per il colore di filo e pagine.

63

3. Modelli di studio e simulazioni

Primo mockup

Fin dal primo mockup, ci siamo posti l’obiettivo di realizzare un libro che potesse essere letto sia da un pubblico vedente che non vedente e per creare un dialogo ed uno spunto di riflessione abbiamo deciso di incentrare il Wunderbook sulle emozioni. Abbiamo quindi scelto di creare cinque libretti differenti, all’interno dei quali sviluppare un percorso multisensoriale. Il mockup, delle dimensioni di 16 x 23 cm e realizzato interamente con carta bianca con grammatura 160 grammi, consisteva in un “libretto” composto da una doppia pagina. A sinistra erano presenti degli origami con diverse aperture che permettevano uno sviluppo dell’esperienza su più livelli di lettura, all’interno dei quali erano presenti vari elementi tattili, strisce profumate e microchip fotosensibili preregistrati per produrre suoni. Nella pagina di destra era presente il nome dell’emozione trattata ed un QRcode collegato ad un’audio descrizione del percorso, in modo da svelarne la soluzione e da garantire una migliore comprensione. Infine, era presente il pattern associato all’emozione.

In alto: foto del primo modello di studio

CAP 06
64

Secondo mockup

Il secondo mockup ha assunto la forma di concertina. L’idea era quella di distribuire il percorso sensoriale su più pagine, in modo da proseguire nella lettura di pari passo con l’apertura del leporello.

In questa fase abbiamo deciso di eliminare il QRcode, sostituendolo con una foto che funzionasse come ulteriore indizio per il lettore, e di non esplicitare direttamente il nome dell’emozione trattata, bensì di suggerirlo attraverso una citazione.

Sono rimasti i pattern e gli origami ed è stato aggiunto l’elemento del colore: uno diverso per ogni emozione, scelto in seguito a studi sul tema. Il principale passo in avanti è stato quello di iniziare a “ridurre” gli elementi presenti all’interno del Wunderbook, per creare un’esperienza meno esplicita e più evocativa.

Terzo mockup

La struttura del Wunderbook è nuovamente cambiata. Allontandandoci dall’idea di realizzarlo sotto forma di concertina, abbiamo deciso creare un libro vero e proprio per ciascuna emozione, rilegando ognuno indipendentemente e dotandolo di copertina. Gli elementi presenti all’interno di ciascun libretto erano: un pattern, un colore (studiato per ogni emozione), gli origami, la citazione, la foto ed una lettera incisa sopra ogni copertina, al fine di comporre la parola “BLIND” mettendo insieme tutti e cinque i libretti.

In alto: foto del secondo modello di studio A sinistra: foto del terzo modello di studio

65

Mockup intermedi

Una volta definita la struttura del Wunderbook, ci siamo focalizzati sulle singole componenti, compiendo un processo di “riduzione”. I modelli di studio realizzati durante questa fase sono stati numerosi, al fine di capire quale fosse la strada migliore per definire un percorso ed un’atmosfera evicativa.

I principali punti di interesse sono stati:

1. la definizione della forma degli origami e degli elementi materici, sonori ed olfattivi presenti al loro interno

2. la realizzazione dei pattern da associare ad ogni emozione

3. le citazioni evocative

4. le foto evocative

5. le copertine dei 5 libretti

A destra: foto delle diverse prove di texture, origami e copertina dei 5 libretti (goffrata ed incisa)

CAP 06 66

In alto: idea 1, citazione per rievocare emozione

A destra: idea 2, parola per rievocare emozione (foto delle prove fatte con tecniche varie)

A sinistra: evoluzione del layout della foto evocativa.

Fase 1: foto in una cornice 10 x 15 cm

Fase 2: foto nascosta da un’aletta

Fase 3: foto a pagina intera

67

4. Prototipo finale

CAP 06
68
69

LE CONCERTINE

Abbiamo deciso di realizzare due concertine: una esclusivamente fotografica ed una con illustrazioni e componenti tattili. L’idea per la prima concertina nasce in seguito alla realizzazione dei ritratti per la pagina web dedicata al Wunderbook, con lo scopo di valorizzare il lavoro svolto ed ottenere un ulteriore prototipo il cui risultato fosse in linea con il resto del progetto.

Concertina fotografica

1. Sinestesia

2. 5 sensi

3. Dialogo

Ancora una volta, questi sono i temi centrali attorno ai quali si sviluppa l’intera idea progettuale. Ciascuna fotografia ritrae uno dei 5 sensi, impersonato da un diverso membro del gruppo attraverso un linguaggio fortemente simbolico. La tecnica scelta per la realizzazione dei ritratti è quella del “face painting”: facendo uso di una tempera colorata sono stati dipinti i volti dei vari soggetti, evidenziando l’organo di senso protagonista della fotografia.

I vari ritratti sono stati però realizzati in modo tale da essere interdipendenti l’uno dall’altro, perché pensati come singole componenti di una sequenza lineare metafora di una sinestesia multisensoriale.

La successione dei volti dipinti diviene quindi una sorta di percorso che si sviluppa all’interno della concertina, definito da un inizio, una fine ed un ordine e rigore geometrico.

Al centro risaltano gli occhi chiusi evidenziati dal trucco, i quali simboleggiano la mancanza delle vista, che viene però compensata da tutti gli altri sensi, impersonati dai volti degli altri componenti del gruppo rivolti verso il punto focale. Infine, la scelta di rappresentare tutti i soggetti in questa posizione e con gli occhi chiusi è un invito a far riflettere sulla condizione del non vedente, per immedesimarsi nei suoi panni e capire come egli percepisce il mondo esterno.

L’intento è ancora una volta quello di generare empatia ed inclusione oltre che fornire uno spunto di dialogo e riflessione.

CAP 07 7.
70

Facendo riferimento alla linea gialla delle moodboard, che sottolinea l’idea del percorso che collega i vari elementi, abbiamo deciso di utilizzare la tempera gialla per realizzare il “face painting”. L’idea iniziale era quella di mantenere le immagini a colori e successivamente giocare in post produzione con la luminosità e la saturazione del giallo, con l’obiettivo di far risaltare gli organi di senso rispetto al resto del volto. Dopo aver lavorato a lungo sugli scatti ottenuti, abbiamo deciso di optare per la versione in bianco e nero, in modo tale da ricreare un’atmosfera coerente con il resto del progetto.

Le fotografie dei diversi volti sono state realizzate in modo da ottenere un effetto “a specchio” nella sequenza finale.

Essendoci 7 membri, i 5 sensi sono stati suddivisi come segue.

1. tatto: due scatti, rispettivamente primo ed ultimo della sequenza

2. udito: due scatti, rispettivamente come secondo e penultimo della sequenza

3. gusto ed olfatto: due scatti, rispettivamente come terzo e quinto della sequenza

4. vista: uno scatto, al centro della sequenza (punto focale)

A sinistra: foto a colori con giallo accentuato A destra: foto in bianco e nero
71
In alto: immagini speculari dei sensi accoppiati
CAP 07 72 72
73

L’idea per questa concertina nasce dalla volontà di valorizzare il materiale raccolto durante le interviste ad Elisabetta Corradin ed a Giuseppe Rosafio, essendo esso stato per noi un grandissimo spunto di riflessione ed un trampolino di lancio per la realizzazione dell’intero Wunderbook. Tutte le informazioni ottenute durante fase iniziale di studio e di ricerca sono quindi divenute il focus centrale della concertina, all’interno della quale sono state riordinate e rielaborate sotto forma di diagrammi, mantenendo una coerenza logica ed estetica. Il risultato finale vuole quindi essere semplice ed intituivo, per comunicare un messaggio in modo chiaro ed immediato, mantenendo una coerenza formale con il resto del progetto.

I nuclei fondamentali trattati nella concertina sono:

1. Sinestesia

2. 5 sensi

3. Dialogo

Sono stati realizzati diversi mockup che si sono evoluti secondo un processo di riduzione. Dall’idea iniziale di realizzare quattro diagrammi distinti, ognuno incentrato su un tema specifico, abbiamo deciso di produrne uno unico che li inglobasse tutti. Sono stati testati supporti differenti: il cartoncino nero, la carta a quadretti, la carta bianca ed infine quella color panna, che è stata poi scelta come definitiva. Sono state testate diverse tecniche nei vari mockup. Dal primo realizzato scrivendo con la penna bianca su cartoncino nero, siamo arrivati all’ultimo, realizzato su carta color panna utilizzando tecniche come goffratura e cucitura, in aggiunta alla più classica realizzazione di scritte a mano.

Essendo la concertina stata realizzata di pari passo con lo sviluppo del Wunderbook, all’interno di essa sono state riprese diverse tecniche già sperimentate. Tra queste ci sono la goffratura, servita per la realizzazione delle linee curve, l’uso del filo nero per quelle dritte e l’utilizzo del braille per creare inclusione e rendere il testo comprensibile anche ai non vedenti. Al centro della concertina sono stati realizzati due fori circolari che simboleggiano gli occhi. Essi invitano alla possibilità di “guardare oltre” ed all’utilizzo degli altri sensi (evidanziati dal collegamento reso con il filo nero) per colmare la mancanza della vista.

CAP 07
A destra: vari mockup della concertina e concertina finale
In alto: strumenti usati per cucire e goffrare la concertina 74
Concertina illustrativa
75

“Sinestesie” è un progetto che ha l’ambizione di trasporre su carta l’esperienza emotiva di un dialogo al Buio, trasformando il Wunderbook in un potente mezzo d’espressione capace di unire le esperienze vissute dal non vedente a quelle del vedente. In seguito a delle interviste che hanno permesso di scoprire i lati più affascinanti e sconosciuti di questa dispercezione, si è deciso di realizzare cinque libricini, ognuno dei quali evoca implicitamente un’emozione diversa. Il progetto si pone l’intento di far comprendere al fruitore del Wunderbook come una persona non vedente percepisca la realtà sfruttando l’azione coordinata dei sensi, non potendo raggiungere la diretta coscienza resa possibile dall’uso della vista. Sfogliando le pagine dei libricini non si ha quindi una comprensione istantanea dell’argomento trattato, ma si arriva alla consapevolezza gradualmente, facendo affidamento sui sensi e analizzando ogni minimo indizio fornito. Attraverso pattern tattili che suscitano sensazioni diverse, origami che celano profumi, suoni e odori, sinestesie, immagini dispercepite e parole evocative, il lettore intravede uno scorcio della vita del non vedente, entra in empatia con esso e scopre le potenzialità di una dispercezione che dovrebbe essere motivo di sconforto e difficoltà, ma che arriva a costituire un incredibile stimolo per cogliere la realtà attraverso nuovi occhi, andando oltre ciò che può essere raggiunto con il solo sguardo.

8.
CAP 08 76
ABSTRACT

“Sinestesie” is a project that aims to recreate the experience of the Dialogue in the Dark in its pages, by turning the Wunderbook into a powerful mean of expression, able to create a connection between experiences lived by both sighted and blind people. After some interviews that have brought to light the most wonderful and mysterious aspects of this way of perceiving reality, it was decided to create five books, each of which aims to evoke implicitly a different emotion. The project wants to make the user understand how a blind person perceives reality through the coordinated action of the senses, not being able to get to an instant understanding only achievable through the use of sight. Therefore, by turning the pages of the books, there’s no way to immediately understand the subject matter, but it’s possible to get to its comprehension gradually, by relying on the senses and analyzing every single hint given. Trough tactile patterns that evoke different emotions, origami that hide scents, sounds and smells, synesthesia, pictures and evocative words, the reader catches a glimpse of a blind person’s life, emphatizing with them, and discovers the potential of their condition, which isn’t a source of discouragement and difficulty, but rather an incredible stimulus to see reality through different eyes, getting beyond what can be reached with only sight.

77

BIBLIOGRAFIA

Brunelli P. Pietro, 2010. Il messaggio cromatico, Ikon

Kobarashi Shigenobu, 1925. Color Image Scale, Kodansha USA Inc.

Pompa Laura, 2020. A fior di pelle: i libri tattili. Independently published.

2014. Sinestetici famosi, Focus. Da https://www.focus.it/scienza/scienze/sinestetici-famosi

2015. Una fotografa non vedente: Sonia Soberats. Da https://www.fotocultura.eu/ blogw/2015/05/23/una-fotografa-non-vedente-sonia-soberats/

2020. Embossing Vs debossing: una guida approfondita. Da https://www.printpeppermint. com/it/goffratura-vs-incisione-su-una-guida-approfondita/

2021. Come Stampare Etichette in Rilievo Personalizzate. Da https://etichettexpress.com/ index.php/blog/post/come-stampare-etichette-in-rilievo-personalizzate/33

Art4d, 2016. Touch! Da https://art4d.com/2016/05/touch

Bekker G. Karen & Bekker Y. Alex, 2015. Colore ed emozione - analisi psicofisica del lavoro di Vincent van Gogh. Da http://www.cultorweb.com/VanGogh/V.html

Benanzato Antonella, 2015. Sinestesia tra musica e colore - Come gli artisti vedono il mondo, Wall street interantional, Magazine. Da https://wsimag.com/it/ arte/16688-sinestesia-tra-musica-e-colore#:~:text=Tra%20gli%20artisti%20che%20 maggiormente,Scrjabin%20(1872%2D1915)%20che

Caraman Aurora, 2020. La sinestesia di Kandinsky, LegendArte. Da https://www. legendarte.shop/it/blog/la-sinestesia-di-kandinsky/

Castellano Dante Maria, 2020. Dialogo nel buio, un percorso sensoriale in cui la vista non serve. Da https://www.iviaggididante.com/2020/02/dialogo-nel-buio-un-percorsosensoriale.html

Carlo Rovelli, Cronofotografi, Wikipedia. Da https://it.wikipedia.org/wiki/Cronofotografia

Dabpensiero, 2009. “Sinestesia”: miscuglio dei sensi. Da https://dabpensiero.wordpress. com/2009/03/17/sinestesia-miscuglio-dei-sensi/#:~:text=Questo%20fenomeno%20 viene%20detto%20Sinestesia,%3D%20sensazione%2C%20quindi%20percepire%20 insieme.&text=Nei%20sinestesici%20la%20vista%20di,un’%20immagine%20o%20un%20 colore

Fialdini Luca, 2019. La sinestesia nel “Prometeo” di Skrjabin. Da http://www.

9.
78

LAB.ELEMENTI VISIVI

Gruppo 2

Beatrice Cantarelli #958961

Alessandra Coppola #958399

Chiara Lualdi #958990

Liala Pinna #957979

Mattia Redaelli #958981

Federica Sommonte #968460

Giulia Restelli #965009

Politecnico di Milano · Scuola del Design Design degli Interni Laboratorio di Elementi Visivi

Sez. I3 · A.A. 2020 – 2021

Docenti

Davide Falzone · Silva Rotelli Cultori della Materia

Matteo Colombo · Fausta Riva

LAB.ELEMENTI VISIVI

Gruppo 2

Beatrice Cantarelli #958961

Alessandra Coppola #958399

Chiara Lualdi #958990

Liala Pinna #957979

Mattia Redaelli #958981

Federica Sommonte #968460

Giulia Restelli #965009

Politecnico di Milano · Scuola del Design Design degli Interni · Laboratorio di Elementi Visivi Sez. I3 · A.A. 2020 – 2021

Docenti Davide Falzone · Silva Rotelli Cultori della Materia Matteo Colombo · Fausta Riva

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.