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Raccolta articoli

Marzo-Aprile 2010 numero 4

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INDICE

Pagina La progressione del servizio (parte 1)

3

La progressione del servizio (parte 2)

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I segreti dell始incrociato stretto

13

La progressione del servizio (parte 3)

16

Colpo ad uscire:istruzioni per l始uso

22

Allenarsi con uno scopo

26

Il primo movimento nel dirittto

30

La progressione del diritto (parte 1)

35

Come sviluppare il nostro talento tennistico

39

La progressione del diritto (parte 2)

42

Le fasi dell始apprendimento

46

Il servizio in slice (parte 1)

50

La regola del primo passante (parte 1)

55

Copyright

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Progressione servizio:parte 1 5 March 2010 | Autore: Max Come passare ad un servizio “agonistico”

In uno degli articoli precedenti,abbiamo visto l’importanza della pronazione ai fini dello sviluppo di un servizio che sia realmente efficace e non solo regolare. Effettuare questo passaggio,però, non è quasi mai facile e richiede tempo ed applicazione e di sicuro non è immediatamente applicabile,ma richiede tanti “cesti” di palline A livello didattico una metodologia che vi può facilitare e velocizzare l’apprendimento e l’utilizzo di un sistema che si basa su una progressione “passo dopo passo”,dove solo dopo aver memorizzato il primo passo si va al successivo e così via fino a raggiungere il movimento completo. In questi articoli che seguiranno vi propongo una progressione per memorizzare il corretto servizio e soprattutto la pronazione,con la raccomandazione di ESEGUIRE TUTTI GLI ESERCIZI LENTAMENTE E SENZA STRAPPI,questo è molto importante ai fini di evitare infortuni a livello muscolare ed apprendere correttamente gli obiettivi dell’esercizio.

Esercizio propedeutico Come primo esercizio provate a eseguire lentamente un movimento simile a quello proposto dal video dove viene simulata la fase di slancio e impatto del colpo senza l’intervento della pronazione,per cui si cercherà semplimente di toccare la palla col taglio della racchetta.

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esercizio propedeutico Questo perchè spesso nelle fasi iniziali dell’apprendimento si tende naturalmente a pronare quando la racchetta è ancora dietro la testa (posizione del cameriere) e non quando il braccio è già disteso completamente in aria (la grande elle).

La “grande elle”

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La posizione “del cameriere” Con questo semplice esercizio cercheremo di familiarizzare su come tenere la racchetta dietro la testa

Corretto orientamento della racchetta Passo 1:impariamo l’impatto L’impatto nei colpi del tennis è il momento chiave di un colpo,qualunque esso sia,tanto è vero che i giocatori possono avere movimenti molto diversi tra loro,ma sempre lo stesso impatto del piatto corde sulla palla (momento che però risulta spesso invisibile all’occhio e rilevato nitidamente solo con videocamere). L’impatto nel servizio avviene con le seguenti caratteristiche: 1- Piano corde bene rivolto verso il bersaglio,per cui,utilizzando l’impugnatura Continental (che è obbligatoria in questa progressione!),la pronazione deve essere stata effettuata.

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6 2- Si colpisce la palla alla massima estensione braccio+racchetta per poter avere il giusto orientamento del piatto corde e poter sfruttare al meglio le leve del braccio ai fini di uno sviluppo futuro di un servizio potente. 3- Le spalle in questa fase del colpo sono ruotate verso il campo avversario ed il peso del corpo è spostato sulla gamba anteriore. Partiamo quindi con la posizione dei piedi normalmente di fianco rispetto alla rete,ma con il busto già ruotato verso il campo e la punta della racchetta che già ha effettuato la fase di “caduta” dietro la schiena,per cui la punta della racchetta sarà orientata dietro e in basso,senza toccare la nostra schiena. Il gomito è già all’altezza della spalla,anche un pò più alto e la racchetta è di taglio. Distendo il braccio racchetta verso l’alto e,quando il braccio è quasi completamente disteso,effettuo la pronazione portando il piano-corde verso il bersaglio. Eseguiamo un pò di prove ” a vuoto” molto lentamente per capire le posizioni sopra descritte (che sono momenti comuni a qualunque servizio efficace).

step 1 movimento a vuoto Poi proviamo a memorizzare questa fase con l’intervento della palla

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step 1 con la palla Un fattore importante in questo primo passo è non effettuare alcun finale ma cercare di bloccarsi all’impatto o subito dopo:questo ci permette di verificare visivamente se abbiamo effettuato la corretta pronazione e di sentire se il colpo è partito “piatto” e non tagliato come spesso accade. Per questo raccomando ancora di eseguire movimenti lenti e controllati per non dovere bloccare di colpo un movimento troppo veloce che può portare anche ad infortuni muscolari:andate con calma! Passo 2:aggiungiamo il finale Una volta memorizzata questa fase cruciale (NOTA BENE provate e riprovate questo primo step:è quello più importante ai fini della pronazione e del corretto impatto!),aggiungiamo la fase d’impatto con la racchetta che proseguirà il movimento finendo la sua corsa in basso dall’altra parte del corpo. Alla fine di questo step il peso del corpo sarà trasferito tutto sul piede anteriore e quindi il piede posteriore sarà a contatto del terreno solo con la punta. Facciamo delle prove a vuoto prima facendo pausa tra il contatto e il finale,poi cercando un movimento continuo.

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movimento a vuoto step 2 A questo punto aggiungiamo la palla e proviamo in fase reale.

Movimento con la palla step 2 Continua nel prossimo articolo con il terzo step dove inizieremo a caricare il colpo con le spalle ed il tronco‌. Vai a: progressione servizio parte 2 Pubblicato in Tecnica di Base

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Progressione servizio:parte 2 5 March 2010 | Autore: Max

Passo 3:mettiamoci di fianco Una volta memorizzati i primi due step,mettiamoci nella posizione corretta della battuta e cioè mettiamo tutto il corpo di fianco rispetto alla rete. A questo punto la spalla dominante sarà posizionata dietro al corpo e permetterà di caricare il tronco e le spalle,conferendo molta più potenza al colpo. In questa fase manteniamo ancora la posizione con la punta della racchetta che cade dietro la schiena. Rispetto alla fase 2 dovremo semplicemente girare le spalle per posizionarle fronte alla rete poi andare a colpire come precedentemente memorizzato. Raccomando sempre di eseguire tutti i passi della progressione molto lentamente:ricordate che lo scopo non è tirare forte,far capire al corpo i giusti movimenti! E questo richiede tempo ed esercizio.

Vediamo il colpo a vuoto e facciamo alcune prove

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colpo a vuoto step 3 Adesso proviamo introducendo il colpo con la palla

step 3 con la palla Da questa fase in poi,siccome interviene la rotazione del tronco-spalle verso la rete,il peso del corpo avrà un trasferimento maggiore e si porterà molto più decisamente dal piede posteriore a quello anteriore:il piede posteriore si scaricherà ed finirà il colpo con solo la punta a contatto del terreno.

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11 Passo 4: punta della racchetta alta A questo punto facciamo partire il movimento dalla classica posizione “del trofeo” (vedi foto) con la punta della racchetta rivolta verso l’alto:da questo momento in poi le fasi del servizio di slancio-impatto e finale sono completate e,se riuscite ad eseguirle correttamente,potrete avere già un servizio efficace.

La posizione “del trofeo” Anche per questa fase,facciamo delle prove a vuoto….

step 4 a vuoto

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‌e poi traduciamo il tutto con la palla.

step 4 con la palla Nel prossimo articolo passeremo all’ultima parte:la fase di apertura del colpo Pubblicato in Tecnica di Base

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I segreti dell’incrociato stretto 9 March 2010 | Autore: Max

Un angolo molto speciale

Vi racconto il mio … “incontro con l’incrociato stretto”. Correva l’anno 1992 ed il sottoscritto si trovava a Roma per frequentare il corso per Maestri di Tennis della Federazione Italiana. A quel tempo (oggi mi sembra che i criteri siano un pò diversi) tutti o quasi tutti i partecipanti al corso dovevano essere (o essere stati) giocatori di serie B per potere essere ammessi alla frequentazione del corso. Tra noi quindi ci si conosceva un pò tutti,perchè avevamo incrociato la racchetta almeno una volta nei vari tornei,ed essendo ancora giocatori in attività (parlo di serie B) alla fine delle lezioni ci si fermava ad allenarsi in previsione dell’inizio delle competizioni a squadre. Nel mio gruppo quell’anno c’era anche un giocatore di Genova (ma col cognome tipicamente sardo) classificato B1 che per me è stato molto illuminante in senso tattico. Facevo infatti fatica a capire come potesse avere una classifica così buona avendo così poche capacità tecniche:eppure sapevo che non era un “raccomandato”,anzi era un giocatore che otteneva risultati ottimi sul campo…. eppure….qualche cosa mi sfuggiva… Il ragazzo in questione era un tipo bassettino col baricentro molto basso,per cui molto mobile in campo,ma tecnicamente era molto “scarso”. A parte due buoni fondamentali in topspin,ma giocati con poca potenza e quindi poco “pesanti”,aveva un servizio imbarazzante da livello medio-scarso di scuola tennis (le sue dimostrazioni del servizio ai docenti della scuola maestri erano quanto mai angoscianti),voleè e smash quasi nulli. Certo…. era un grande agonista…ma questo bastava?

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Una tattica molto efficace Dovevo capire il segreto del suo successo…e allora l’ho invitato a qualche allenamento in pausa pranzo,tanto dovevamo allenarci per la serie B. Lì ho capito… Abbiamo disputato le classiche “partite senza battuta” ai 21 ed il risultato fu quasi un periodico ed imbarazzante 21 a 1 o 21 a 2 per lui:eppure a quei tempi non ero proprio scarso. La questione era semplice:il ragazzo aveva la mostruosa capacità di giocare i colpi ad uscire da qualsiasi parte del campo sia di diritto che di rovescio e dopo averti buttato fuori dal campo gli bastava rigiocare lento nel campo scoperto per piazzare un “vincente lentissimo”. Quel giorno mi sono chiesto:ma se lui riesce a giocare vincenti su vincenti non avendo un solo colpo potente,perchè non posso utilizzare anche io lo stesso sistema? E da quel momento ho cominciato ad allenare sistematicamente questa variante tattica molto interessante. Perchè giocare il colpo ad uscire Ho scoperto poi con il tempo che questo tipo di gioco mi aiutava molto,specie sulla terra rossa per avere molti più spazi di campo dove piazzare i miei colpi vincenti,poichè in questa maniera il campo mi si apriva magicamente molto di più e potevo giocare il colpo risolutore in maniera molto più tranquilla,senza per forza cercare le righe o forzare esageratamente il colpo. Inoltre questo colpo ad uscire giocato con molto topspin (indispensabile per l’esecuzione corretta dello “stretto”) una volta appreso è veramente molto meno rischioso della soluzione di potenza per cercare di scardinare le difese di un giocatore molto rapido con le gambe,e sulla terra rossa ciò può risultare molto prezioso.

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Con quali giocatori è l’ideale giocare “lo stretto” Questo tipo di tattica mi ha risolto molti problemi nella mia carriera,soprattutto per gestirmi al meglio quei giocatori che definiremmo “pallettari”,che rimandano la palla sempre e comunque,fornendoci un colpo senza peso che ci costringe a spingere ogni palla. E spingere,si sa,ci aumenta le percentuali di errore. Questi giocatori però ti danno la possibilità di ragionare e ci permettono spesso di poterci aprire il campo con un colpo con traiettoria ad uscire che li costringerà a decentrarsi ed finire fuori posizione.

Giocare il colpo con traiettoria ad uscire porta l’avversario fuori posizione Nel prossimo articolo vi racconterò quando e da dove tendo a giocare questo colpo tattico… Pubblicato in Tattica

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Progressione servizio:parte 3 14 March 2010 | Autore: Max Passo 5: completiamo il movimento

Una volta memorizzati i passi precedenti (vedi Progressione servizio parte 1 e parte 2) passiamo all’ultima fase in cui apprendiamo la fase di apertura del movimento. Questa fase è importante poichè mi permette di dare il giusto ritmo esecutivo a tutto il colpo e conferisce la giusta fluidità al movimento

Cominciamo a scaldare la spalla

Questo classico esercizio di riscaldamento della spalla (scioglispalla) nel servizio è molto utile anche ai fini di comprendere il corretto movimento del braccio in fase di apertura e permette di “sentire” il braccio andare dietro al corpo,piegare il gomito ed effettuare poi l’attacco alla palla. Da notare che in questa fase la partenza è fronte alla rete e,quando la racchetta va dietro,il busto ruota di fianco assecondando il braccio. In questo modo si riscalda anche la muscolatura del tronco che in fase di servizio si va ad attivare. In un primo momento consiglio di effettuare lo scioglispalla senza pronazione e di andare a salire verso l’ipotetica palla con il taglio della racchetta. Dopo alcune prove,immettete nello schema anche la pronazione in fase di massima estensione braccio racchetta. Da notare che nello scioglispalla non si effettua il finale attraverso il corpo,ma si rimane sempre nel lato dominante cercando un movimento sempre continuo,come da video. Raccomando di stringere poco la racchetta e tenere i muscoli del braccio spalla ben rilassati durante tutto il movimento.

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scioglispalla senza pronazione frontale Una volta eseguito correttamente questo esercizio,provate una variante più specifica con pronazione e posizione dei piedi come da “servizio”. Questo può servire per mettere in condizione il nostro cervello di sentire il corretto movimento e facilitare così quello che dovremo effettuare dopo con la pallina ed il lancio.

scioglispalla con pronazione di lato Coordiniamo le braccia

A questo punto cominciamo il lavoro senza palla sulla tipica apertura del servizio,aprendo in contemporanea le due braccia per effettuare il servizio. In questo esercizio,suddiviso in 5 fasi eseguo: 1 - pendolo con il braccio racchetta

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2 - pendolo con il braccio racchetta + piegamento del gomito e racchetta alta

3 - pendolo contemporaneo delle due braccia senza piegamento gomito

4 - movimento completo di apertura:posizione a trofeo della parte superiore

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5 - movimento completo con caricamento delle gambe:posizione a trofeo completa

esercizi a vuoto per coordinare l’apertura Troviamo il giusto ritmo esecutivo Con il prossimo esercizio proviamo a coordinare le due braccia e imparare a far partire al momento giusto il braccio-racchetta verso il contatto. Senza racchetta e con una pallina in ogni mano,eseguiamo il movimento completo del servizio lanciando la pallina nella mano dominante,cercando di sincronizzare questo lancio quando la palla lanciata dalla mano sinistra raggiunge l’apice:come obiettivo cerchiamo di colpire la pallina.

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esercizio per il ritmo Il movimento con la palla A questo punto cerchiamo di fare tesoro di tutti gli esercizi propedeutici e arriviamo al servizio completo. Iniziamo con un servizio “in due tempiâ€?,dove eseguiamo il movimento di caricamento fino alla posizione a trofeo e,dopo una pausa,effettuiamo il lancio e colpiamo la palla. Cerchiamo cosĂŹ di apprendere bene la giusta forza da dare al lancio di palla per lanciarla ad una giusta altezza.

il servizio in due tempi

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21 Raccomando sempre di fare il servizio a velocità ridotta finchè non si è in grado di eseguire il movimento in maniera fluida e rilassata.

Il risultato finale Alla fine eseguiremo (spero… ) il servizio in maniera completa,magari non proprio così,ma comunque in una maniera tecnicamente corretta per uno sviluppo efficace del colpo.

Buon lavoro…. Pubblicato in Tecnica di Base

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Il colpo ad uscire:istruzioni per l’uso 19 March 2010 | Autore: Max

Un colpo da usare con “la testa” Nella prima parte di questa trattazione tattica sull’angolazione “ad uscire” vi ho raccontato la mia esperienza diretta su come sono venuto a conoscenza di questa potente arma tattica e con chi l’ho utilizzata al meglio con risultati soddisfacenti. Naturalmente non tutto mi è venuto così facile subito,ma il mio apprendistato è passato attraverso molte prove ed errori,il tutto per trovare il giusto equilibrio per riuscire alla fine a sfruttare al meglio questa angolazione.

Le tre varianti da considerare Quando ci troviamo di fronte ad un avversario che riteniamo poter mettere in difficoltà con l’utilizzo del colpo ad uscire,dobbiamo per prima cosa sapere che il colpo non può e non deve essere usato a sproposito. Questo perchè,se il nostro avversario “annusa” la nostra intenzione e raggiunge la palla quell’attimo prima di essere diventata molto difficile,avrà il campo molto aperto alle angolazioni e passerà facilmente da una situazione di difesa ad una di contrattacco che ribalterà la situazione a suo favore con molte possibilità di vincere lo scambio. Per questo motivo occorre avere sempre ben chiari nella nostra mente 3 elementi importanti prima di colpire una palla e di scegliere se è il caso di giocare lo stretto. 1- Dove mi trovo al momento dell’impatto

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23 Il primo fattore da considerare quando si pensa di utilizzare questo colpo è sicuramente avere la coscienza di dove sono posizionato nel campo. Questo perchè molte volte ci viene la tentazione ( a cui ho ceduto spesso ) di giocare lo “strettone” anche da posizioni molto arretrate nel campo e questo aumenta esponenzialmente le difficoltà e gli errori. Da quella posizione,infatti,è sempre più razionale giocare un colpo diagonale “normale” che mi presenta meno difficoltà di esecuzione. Naturalmente più siamo giocatori esperti e più riusciremo a giocare il colpo ad uscire anche da dietro la linea di fondocampo poichè sapremo dosare bene potenza e rotazione topspin.

Da dietro la linea di fondo è meglio giocare lungo (verde) e non stretto (rosso) Va da sè che,se il mio avversario accorcia il colpo dandomi un pò di angolo (e quindi non stiamo parlando di un suo colpo centrale ma almeno un pò spostato verso un lato del campo), avrò allora una condizione ideale per provare a giocare lo stretto in quanto avrò geometricamente molto più “a portata di tiro” i colpi con traiettoria molto esterna.

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Sono dentro al campo:oltre alla diagonale lunga ho a disposizione la diagonale ad uscire 2- Dove si trova il mio avversario al momento del mio colpo

Anche questo elemento è essenziale poichè come dicevo prima,se il mio avversario intuisce la mia giocata può arrivare prima sulla palla e ribaltare la situazione. E’ importante evitare perciò di utilizzare troppo spesso questo colpo quando l’avversario si trova posizionato sulla diagonale e quindi sulla traiettoria del mio colpo. L’ideale sarebbe giocarlo quando egli si trova nel posto più lontano (quindi posizionato nell’altro lato del campo),ma anche se si trova in posizione centrale il mio colpo può tagliarlo notevolmente fuori e costringerlo a grandi recuperi.

Con l’avversario posizionato al centro posso giocare lo stretto 3- Le condizioni della palla in arrivo

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25 Anche questa variante deve essere bene ponderata soprattutto finchè non sarete padroni del colpo. Specialmente all’inizio dovreste giocarlo più spesso su palle molto comode e quindi poco veloci che vi permetteranno di piazzarvi bene con le gambe e poter giocare il colpo nelle migliori condizioni di equilibrio. Una volta automatizzato la direzione vi accorgerete di poterlo giocare anche in condizioni meno ottimali e addirittura in corsa. Come deve essere mentalmente gestito questo colpo Uno elementi che occorre considerare molto bene è l’approccio mentale che si deve avere per lo stretto. Questo perchè molto spesso ho visto i miei allievi (che alleno sistematicamente a questa tattica) giocare lo stretto sbagliarlo di poco e disperarsi come se si avesse fatto un errore banale;niente di più sbagliato! Mentalmente bisogna approcciare il colpo come se si giocasse un colpo a medio-alto rischio con la sola differenza che non viene giocato di potenza,ma quasi di tocco,quando lo si gioca si prende un rischio calcolato:se va “in porto” bene,altrimenti era giusto giocarlo ed occorre evitare troppe recriminazioni. A tennis occorre prendersi anche dei rischi calcolati ed accettarne anche i risultati negativi!

Come ho utilizzato questo colpo Personalmente ho utilzzato tantissimo questo “strettone” con i pallettari con palla morbida e qui vi svelo il mio atteggiamento tattico. Contro questi giocatori spesso è controproducente cercare di sfondare poichè la loro regolarità e soprattutto la loro profondità di palla è in gran parte dovuta alla velocità della palla in arrivo:per cui “più tiro forte più mi ritorna una palla profonda”. Con questi ribattitori di solito gioco partendo da un palleggio a velocità ridotta che li costringe a spingere la palla e appena mi accorciano ….. …… piazzo lo stretto e cerco di pressare con il colpo successivo nel campo scoperto! Non sempre naturalmente si riesce a concludere subito,ma comunque questa tattica tende a spiazzare il pallettaro che si trova a gestire una situazione inusuale ed è costretto a correre più del solito per recuperare. Provate e fatemi sapere se riuscite a far funzionare a dovere quest’arma. Pubblicato in Tattica

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Allenarsi con uno scopo 21 March 2010 | Autore: Max

Perchè allenarsi con la testa

Come si allenano la maggior parte dei miei ragazzi? Prendo spunto come sempre per parlare di psicologia del tennis da casi reali ed in questo caso l’argomento di cui vi voglio rendere partecipi è uno di quelli che ritengo estremamente importanti per chi pratica questo sport e soprattutto per chi vuole realmente migliorare in poco tempo. Vi parlo perciò della “psicologia dell’allenamento” un fattore molto trascurato dai ragazzi di oggi (anche dai miei sigh! ),che mi fa letteralmente mangiare il fegato dalla rabbia,poichè vedo ottime potanzialità sprecate per poca voglia di impegnarsi,soprattutto psicologicamente. Se dovessi fare un conto,infatti,del tempo realmente utile di un “allenamento tipo” dei miei ragazzi su una seduta globale di circa 1 ora e mezza posso tranquillamente dirvi che il tempo attivo ed efficace del loro “dimenar racchette” può sicuramente condensarsi a 5-10 minuti,il resto del tempo…se lo occupassero a studiare otterrebbero i medesimi risultati tennistici (ma magari migliorerebbero quelli scolastici ). Questo perchè? Perchè nel loro modo di concepire l’allenamento (che è comune a moltissimi giocatori anche di buonissimo livello) basta entrare in un campo da tennis per poter dire di allenarsi,ma nulla è più sbagliato! Un insegnamento da un campione

Come vi ho già raccontato ho fatto per un periodo lo sparring partner di un vero top ten:lo svedese Jonas Svensonn.

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27 Durante uno degli allenamenti,nei momenti (rari) di pausa mi ha detto una cosa che mi ha molto colpito e che mi ha fatto ben vedere la differenza di mentalità tra noi italiani e loro nord europei. “Vedi Max,voi qui in Italia avete tutti la possibilità di giocare anche tutti i giorni.Anche un ragazzo mediocre se vuole può andare al club e giocare a tennis ogni giorno. Da noi purtroppo non è così,i campi coperti sono pochi in confronto ai giocatori praticanti e da noi si gioca prevalentemente al coperto (fa un pò più freddo che da noi),per cui chi ha la possiblità di giocare tutti i giorni sono esclusivamente i giocatori di interesse nazionale,gli altri giocano 2-3 volte alla settimana e poi praticano altri sport. Per questo quando noi abbiamo la possibilità di giocare 2 ore a tennis…non sprechiamo una palla:quel tempo di allenamento per noi è prezioso!” Questa cosa mi ha dato molto da pensare,soprattutto negli anni a venire in cui ero ormai passato “dall’altra parte della barricata” e sono diventato allenatore. Un errore comune

Uno degli errori più comuni che vedo nell’allenamento di quasi tutti gli agonisti che ho allenato e ho visto allenarsi è quello che potremmo chiamare “visione globale”. Cosa significa visione globale? Per visione globale intendo puntare subito al mio obiettivo finale senza scomporlo in obiettivi parziali più facilmente e velocemente raggiungibili:questo porta ad avere troppe difficoltà iniziali e pochi feedback positivi,che rallentano notevolmente la velocità di miglioramento. Facciamo un esempio:io non so giocare bene il diritto e voglio migliorarlo,cosa faccio? Seguendo la visione globale se il mio obiettivo è di giocare un diritto come Federer cosa faccio? Mi metto a tirare ad alta velocità proprio come Federer ed ottengo….errori,”ramate” (in gergo:recizioni di fondo prese al volo ). Sbaglio e continuo a sbagliare,ma non mi pongo mai la questione che forse non ho un approccio corretto poichè al problema:sono sicuro che continuando a colpire così la palla,prima o poi forse mi apparirà l’Arcangelo Gabriele che mi annuncerà che da quel momento in poi giocherò come Roger! :-). Purtroppo con questo metodo l’unica cosa che ottengo è quella di … perdere tempo!

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28 Un approccio intelligente al problema

La prima cosa corretta da fare,una volta che si è definito cosa voglio migliorare e perchè è quello di suddividere il mio obiettivo,sia esso tecnico o tattico,in almeno 2 o 3 sotto-obiettivi più velocemente raggiungibili e cominciare a lavorare per il raggiungimento del primo e più facile. Una regola assolutamente valida in qualsiasi campo della vita in cui ognuno di noi vuole imparare qualche cosa dice:

“dal semplice al complesso” e se ci pensate bene in ogni campo tutti noi abbiamo prima gattonato e poi corso,prima abbiamo imparato l’alfabeto e poi scritto dei temi,ma nel tennis vedo gente che non ha idea della tecnica del rovescio (anche se magari gioca già un ottimo diritto) e invece di ripartire dal controllo di base della palla (quindi a bassa velocità) pretende subito di giocare il rovescio alla stessa velocità del proprio diritto,senza capire che quest’ultimo essendo già ad un livello superiore sta “correndo” mentre il rovescio “gattona e deve prima imparare a camminare”. Volete imparare un colpo? Seguite una progressione (un esempio ve lo porgo con la progressione di base del servizio) con vari passi con un primo step facilmente raggiungibile,lavorateci sopra e quando lo sentite vostro aggiungetene un altro,non prima. Un metodo più razionale e corretto

Una delle caratteristiche che sicuramente mi hanno aiutato,ai bei tempi in cui ero un giovane aspirante giocatore che ambiva a diventare professionista,è stata sicuramente la mia mentalità molto metodica in quello che facevo e in come mi allenavo. Se il vostro scopo primario nel tennis è solo divertirsi,allora non tenete conto di quello che vi sto dicendo,giocate e traete il massimo svago dal vostro gioco. Ma se anche voi,come me,volete migliorare il vostro gioco dovreste sempre avere un obiettivo preciso e raggiungibile in ogni seduta di allenamento che fate ed impegnarvi a raggiungerlo con pazienza

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29 Quale obiettivo perseguire?

Gli obiettivi di miglioramento possono essere innumerevoli e solo voi potete avere un’idea precisa di cosa volete migliorare. Io stesso nel mio lavoro pongo molto spesso questa domanda ai miei allievi di qualsiasi livello:”cosa ritieni di dovere migliorare?” e questo perchè non è importante quello che vuole il maestro per il vostro miglioramento,bensì quello che volete voi. Quello che conta,lo ripeto,è cosa voi volete migliorare perché questo miglioramento può darvi fiducia nei vostri mezzi (e quindi aumenta l’autostima) e farvi giocare il vostro miglior tennis. Qualche consiglio

Obiettivo tecnico:fatevi consigliare da un esperto Se volete migliorare qualche aspetto tecnico del vostro gioco per prima cosa trovate un esperto di vostra fiducia e fatevi consigliare cosa del vostro gesto tecnico deve essere migliorata e solo dopo aver ben chiara la modifica da fare cominciare a ripetere la gestualità corretta,ma mi raccomando di non improvvisarvi se non siete sicuri di quello che state facendo,potreste peggiorare le cose. Anche qui nelle ripetizioni del gesto corretto,ricordate la regola dal semplice al complesso e giocate sottoritmo con un compagno compiacente prima di tornare alla vostra velocità di crociera Volete migliorare un aspetto tattico del vostro gioco? Stabilite cosa migliorare:chiedetevi ad esempio se avete un’angolazione debole (es. sapete tenere lo scambio solo col rovescio sulla diagonale di sinistra?),o se vorreste migliorare una particolare azione di gioco (come l’approccio a rete e la voleè) e così via. Trovate poi uno sparring che voglia con voi esercitarsi sistematicamente su questo aspetto tattico programmato,siate pazienti e metodici e vederete aumentare il vostro livello di gioco nel particolare schema da migliorare,sempre ammesso di fare le cose per gradi e iniziando sempre a velocità ridotte per poi progressivamente aumentare il ritmo.

Così facendo ottimizzerete il vostro tempo di allenamento,aggiungendo sempre nuovi tasselli al vostro gioco diventanto sempre più abili e sempre meno attaccabili dai vostri avversari. Pubblicato in Psicologia Tennis

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Il primo movimento nel diritto 29 March 2010 | Autore: Max

Come effettuare il primo movimento

Ho messo questo articolo sotto la categoria “tecnica avanzata”,anche se a dire il vero dovrebbe stare nella parte dedicata alla tecnica di base,in quanto è una fase del movimento basilare per la riuscita del diritto e più in generale di tutti i fondamentali da fondocampo;ho pensato però di inserirlo in questa sezione,in quanto nelle prime fasi dell’apprendimento l’allievo spesso ha altri problemi coordinativi (vedi mettere la racchetta dietro al corpo) e questo passaggio può creare confusione per sovrabbondanza di informazioni.

Cosa si intende per primo movimento Per primo movimento,come dice la parola stessa,si intende ” cosa metto in azione per primo quando decido di giocare un diritto“,in sostanza da cosa si fa partire tutta la “catena cinetica” che mi porterà,alla fine,a colpire la palla. Sembra una cosa futile,ma in realtà anche a livello biomeccanico si è evidenziato che sbagliare questo primo anello della catena compromette alcuni caricamenti basilari del gesto tecnico,limitando così la spinta che poi andremo a dare alla palla e quindi la potenza del mio diritto:conoscere ed applicare un primo movimento corretto,quindi vi può decisamente aiutare a giocare un diritto migliore. Il movimento meno produttivo Osservate i due video sottostanti. In questi filmati vi dimostro (magari un pò enfatizzando… ) quello che spesso accade nelle aperture di molti dei miei allievi,specialmente quelli meno abili o alle prime armi.

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31 Come si può notare in questa mia enfatizzazzione,all’arrivo della palla tendo ad eseguire l’apertura nel colpo del diritto isolando l’azione di un braccio,in sostanza porto semplicemente dietro il braccio destro,mettendo sì la racchetta nella giusta posizione dietro al corpo,ma mettendo in azione praticamente solo la parte destra del mio corpo.

apertura meno produttiva Nella vista frontale si può chiaramente notare come,aprendo in questa maniera,la parte sinistra del mio corpo lavora molto poco e quindi il tronco non si “carica” e non contribuisce alla spinta di palla che dovrà generarsi in seguito.

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azione isolata del braccio destro Un primo movimento corretto e produttivo Se volete sfruttare al meglio i caricamenti del vostro corpo per sviluppare potenza del colpo,dovrete invece fare quello che in biomeccanica viene definita come “l’azione unita di rotazione delle spalle“. In definitiva dovete ruotare le braccia insieme al busto nella prima fase del movimento di apertura. Così facendo otterete un miglior caricamento del busto e accumulerete energia elastica che poi riuscirete a scaricare sulla palla al momento di eseguire la fase di slancio verso l’impatto. Guardate nel video sottostante cosa intendo per azione unita delle spalle e delle braccia.

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azione unita spalle-braccia in apertura Un particolare importante Di questa fase di azione unita voglio rendervi consci di un particolare molto importante che vi aiuterà molto ad eseguire correttamente l’apertura e vi metterà anche in condizioni di essere più bilanciati e con una migliore distanza dalla palla. Questo particolare è la distensione attraverso il corpo del braccio non dominante,che spesso e volentieri ci dimentichiamo di avere,ma che ha funzioni essenziali per l’equilibrio del nostro colpo.

Prima di colpire:come deve essere il braccio non dominante

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34 Vi raccomando perciò (specie nella prima fase di “memorizzazione” dell’azione unita) di controllare questa posizione finchè non diverrà automatica. Per finire una carrellata dalla nostra videoteca che mette in risalto questo particolare. http://www.iltennista.com/tennistube/tsonga-diritto-ravvicinato/ http://www.iltennista.com/tennistube/hewitt-diritto-dietro/ http://www.iltennista.com/tennistube/moya-diritto/ http://www.iltennista.com/tennistube/federer-preparazione-diritto/ http://www.iltennista.com/tennistube/djokovic-diritto2/

Pubblicato in Tecnica Avanzata

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Progressione del diritto (parte 1) 3 April 2010 | Autore: Max

Le basi per chi vuole giocare il diritto In questo articolo trattiamo come poter apprendere in maniera razionale e corretta le basi per poter cominciare a giocare un buon diritto a tennis. Il diritto è il colpo fondamentale del tennis moderno e poichè ci permette di prendere in mano il gioco da qualsiasi parte del fondocampo (cosa che non avviene con il rovescio):apprenderlo subito in maniera corretta,perciò,vi permetterà di avere a disposizione l’arma migliore per le vostre future vittorie. Anche in questo caso,come per il servizio,svilupperemo una progressione che ,passo dopo passo,vi conduca al movimento tecnico di base corretto. Anche qui raccomando principalmente due cose: 1- Eseguire ogni singolo passo finchè non ci si senta padroni dello step 2- Eseguire i movimenti in maniera rilassata (presa non eccessiva della racchetta) e lentamente:tirate piano! Impugnatura Il primo e più importante elemento riguarda sicuramente la presa. Per tutti quelli che iniziano a giocare a tennis l’impugnatura raccomandata è la Eastern,che vi permette di colpire la palla mantenendo nella giusta posizione il piano corde. Passo 1: punto d’impatto

Il primo e più importante elemento tecnico da trovare e memorizzare è il corretto punto d’impatto,per cui ci mettiamo di fianco e :

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36 1- posizioniamo la racchetta all’altezza circa del piede anteriore 2-mettiamo la racchetta all’altezza ideale d’impatto,circa tra la vita e il ginocchio 3-orientiamo il piatto corde verso il campo avversario e manteniamo la racchetta perpendicolare al terreno.

step 1 punto d’impatto Come si può vedere dal video,in questa prima fase dovrete semplicemente “spingere” la palla in avanti ,cercando per più tempo di mantenere il piano corde verso il bersaglio. La fine della fase d’impatto avviene con la mano che sale fino circa all’altezza della spalla,in tutto questo step si deve cercare di rimanere nella parte dominante del corpo. Questo primo step è basilare ed occorre memorizzarlo molto bene fin dalle prime fasi dell’apprendimento poichè l’impatto è la fase meno controllabile dalla nostra volontà cosciente,per cui occorre spendere adesso del tempo per capire e consolidare il corretto approccio sulla palla. Guardando il video successivo ad alta velocità potrete notare come il polso ed il piatto corde rimangono fermi nella fase d’impatto.

Angolo del polso invariato nella fase d’impatto

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Dopo aver memorizzato il movimento a vuoto,provate con una palla lanciata da voi stessi o fornita “a mano” da un vostro compagno. Cercate di fare uscire la palla dalle corde bene con una traiettoria ben tesa e diritta davanti a voi:questo è un segno distintivo del fatto che il piatto corde e il polso sono orientati correttamente all’impatto. Passo 2: aggiungiamo il finale

Una volta automatizzato il concetto di impatto corretto possiamo passare ad aggiungere il finale al nostro diritto. A questo punto dovremo,infatti,semplicemente far proseguire il nostro braccio racchetta dopo il colpo che naturalmente andrà dall’altra parte del corpo. L’elemento importante da sviluppare in un finale di base tecnicamente corretto sarà quello di fare terminare la corsa al braccio racchetta ,dopo la fase di allungo verso il bersaglio,sopra la spalla non dominante. Soprattutto all’inizio consiglio di utilizzare molto attivamente la mano libera che fungerà da punto di arrivo della racchetta e per fare questo provate a posizionarla prima di effettuare il colpo dove dovrebbe arrivare la racchetta (vedi il video). Provate e riprovate prima a vuoto poi facendovi lanciare una pallina semplice anche con la mano da un vostro compagno finchè non sentirete vostro questo movimento.

step 2 finale del movimento Anche qui cercate una traiettoria ben tesa e diritta davanti a voi.

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38 Passo 3: portiamo dietro la racchetta

A questo punto posizioniamo la racchetta dietro al nostro corpo con la punta orientata verso la recinzione di fondo e con la racchetta perpendicolare al terreno:questa è la nostra prima fase di apertura del colpo che mi permetterà di dare slancio e potenza al mio futuro diritto. Da notare che il mio braccio destro è quasi completamente disteso,soprattutto in queste fasi iniziali vi raccomando di tenerlo in questa posizione per cui: 1- gomito disteso 2- mano che impugna sotto l’altezza della cintura 3- racchetta ben dietro,ma che non supera la linea del corpo

passo 3 - apertura del diritto Come si può notare dal video provate prima a vuoto fermandovi ad ogni step e poi cercate di mettere insieme tutto il movimento in un moto continuo e fluido,poi passate al lavoro con la palla. Per questo terzo step vi consiglio in un primo tempo di arrivare dall’apertura al punto d’impatto,fermarvi e poi farvi lanciare (o lanciarvi da soli) la palla e completare con impattofinale,sempre tenendo conto della traiettoria tesa e diritta. In un secondo tempo partire direttamente dall’apertura e fare tutto il movimento dopo che la palla è stata lanciata. Nella seconda parte della progressione aggiungeremo un ultimo passo e analizzeremo come passare alla fase di palleggio in maniera progressiva. A presto Pubblicato in Tecnica di Base

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Come sviluppare il nostro talento tennistico 8 April 2010 | Autore: Max Il codice dell’apprendimento

Quello di cui parlerò oggi lo potremmo catalogare come la Psicologia dell’allenamento. Ritengo questa tematica sicuramente come la più importante in assoluto di tutto il sito poichè vi porta a conoscenza delle reali fondamenta su cui basare i vostri miglioramenti futuri,senza le quali qualsiasi nozione di carattere didattico che vi posso fornire sulla tecnica dei colpi potrebbe rimanere “lettera morta”. La tecnica infatti riguarda “cosa fare”,ma ben più importante è “come fare”. In questi giorni sto terminando di leggere un interessantissimo libro in Inglese (che fatica… ) intitolato “The Talent Code”. In questo libro l’autore tratta in maniera molto dettagliata e scientifica l’argomento talento (non solo sportivo,ma anche in tutte le attività umane) e,tra le varie discipline,c’è anche la parte relativa al tennis. Nel libro,l’autore (Daniel Coyle) spiega di essere andato nei “luoghi caldi del talento”,quei posti dove negli ultimi anni si sono condensati,per motivi che lui voleva definire,moltissimi campioni delle discipline in esame. Per quanto riguarda il tennis l’autore ha scoperto che esiste una scuola a Mosca (lo Spartak Tennis Club)dove negli ultimi 10-15 anni sono usciti molti top 20 della classifica modiale e i loro nomi sono: Safin,Myskina,Dementieva,Kournikova,Youzhny,Safina,Tursunov. Il metodo segreto Ma che metodo segreto ha usato questa ormai plurisettantenne maestra di tennis moscovita? Nulla di straordinario o rivoluzionario …. il vero segreto del talento e dell’apprendimento in tutti i campi e specialmente in quello motorio è analizzare il gesto,soffermarsi sull’errore,capirlo e ripetere il “pezzo sbagliato” fino alla sua risoluzione…tutto qui!

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40 La maestra moscovita faceva ripetere a vuoto i gesti ai bambini molto lentamente fino alla perfezione e poi forniva la palla e,se il gesto non risultava corretto,pazientemente faceva rifare a vuoto fino alla correzione…poi un’altra palla. Un esercizio base allo Spartak era chiamato imitatsiya:palleggiare al rallentatore con una palla immaginaria! Questo libro mi ha dato molto da pensare sulle metodologie che utilizziamo per imparare ogni cosa e mi sono reso conto che il nostro peggior nemico è la fretta! Spesso vedo persone che vengono a lezione (specialmente i ragazzi) che non hanno mai la pazienza di apprendere dall’errore:a loro basta colpire e magari a tutta forza! Ma l’errore è basilare per una crescita della nostra abilità,non bisogna rifiutarlo o aggredirlo incazzandosi furiosamente:occorre analizzarlo,studiarlo ed eliminarlo mediante ripetizioni sistematiche del gesto corretto (o meglio del pezzo di gesto incriminato ) eseguite senza più incappare in quell’errore. Solo così potremo eliminare un errore e saremo liberi di…fare nuovi tipi di errori! L’errore non è un fallimento…è un’opportunità di crescita! Il movimento automatico Parlando strettamente di tennis possiamo dire che tutti i colpi che noi produciamo dovrebbero idealmente essere movimenti automatici…ma cos’è un movimento automatico? Il movimento automatico è quel tipo di movimento che è stato ripetuto talmente tante volte da essere “metabolizzato” a tal punto da potersi attivare e gestire senza un controllo cosciente. Esempi tipici di movimento automatico sono camminare e guidare l’automobile:chi di noi si rende coscientemente conto di come muove i piedi o di come schiacciare un pedale? Imparare bene un movimento significa per forza renderlo automatico! Un tennista quando esegue un colpo deve calarlo in un contesto tattico (la situazione di gioco) tale da rendergli impossibile pensare a “come sta eseguendo il gesto” perché deve prestare attenzione più che a sé, all’avversario e alla situazione in atto (dove mandare la palla e come) E’ quindi necessario ripetere un movimento, ovviamente in modo corretto,finchè questo non viene interiorizzato al punto da potersi permettere di svincolare la propria mente dal controllo cosciente della tecnica. Un esempio personale Come ormai sapete,mi piace portare esempi “di vita vissuta”,perchè credo che l’eperienza sia veramente maestra di vita e che chiunque di voi possa ottenere grandi risultati in termini di miglioramenti tecnici se solo segue le basi scientifiche della metologia dell’apprendimento,proprio come ho fatto io in gioventù.

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41 Con il senno del poi,infatti,ritengo che il mio più grosso talento fosse…il sapere come mi dovevo allenare,e vi assicuro che,agendo in questa maniera ed avendo avuto tempo da dedicare all’allenamento (da studente potevo avere più tempo per addestrarmi),il mio percorso da NC (4.5 di oggi) a B2 (2.2 di oggi) l’ho fatto in brevissimo tempo (4 anni:1984 ero Nc inizio 1989 ero B2). Ecco l’episodio che vi voglio raccontare:nel 1987 ero già C1 e avendo finito le superiori ed essendo iscritto all’università potevo usufruire anche di alcune mattine per allenarmi più intensamente. A quei tempi giocavo molto di più di diritto,ma ero risoluto a migliorare il mio rovescio ed allora decisi con il mio compagno di allenamenti (ci facevamo i cesti a vicenda) di fare una stagione invernale all’insegna del rovescio. Iniziai dalle basi,con il classico cesto quasi da fermo e centinaia di palline da colpire correttamente (quindi non a caso,ma con analisi dell’ errore e prove ulteriori),e poi per gradi passai a cesti in movimento,palleggi e per finire i punti in fase reale. Certo essendo un pò paranoico dell’allenamento giocavo anche 3 ore e mezzo consecutive solo di rovescio,ma all’inizio della stagione agonistica. successiva…nessuno mi ha più giocato sul rovescio! E i risultati in quella stagione si sono ben visti,tant’è che quell’anno (1988) da B3 ho vinto anche un torneo di B e ho battuto numerosi B1 facendo punti con il rovescio ,non con il diritto! (anzi… tutt’ora il rovescio bimane rimane il mio colpo più sicuro e automatico soprattutto il lungolinea) Nel proseguimento di questo articolo sulle fasi dell’apprendimento motorio (presto su questi schermi ) vi descriverò come si sviluppa il nostro apprendimento e vi darò una traccia operativa su come valutare la vostra “forza tecnica attuale” e come agire in maniera razionale e corretta per allenare proficuamente ogni singolo colpo secondo il suo personale grado di sviluppo. A presto….

Pubblicato in Psicologia Tennis

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Progressione del diritto (parte 2) 13 April 2010 | Autore: Max

La progressione di base del diritto Nella prima parte dell’articolo sulla progressione di base del diritto abbiamo visto i primi 3 passi fondamentali per impostare un diritto correttamente. In questa seconda parte aggiungiamo il “tocco finale” che,come abbiamo già visto nell’articolo sul primo movimento del diritto,vi permetterà di caricare la parte superiore del corpo in maniera corretta e vi consentirà in futuro di “sprigionare tutta la vostra potenza” del colpo (mi sa che sto esagerando un pò ).

Passo 4:azione unita delle braccia nell’apertura

Se avete letto l’articolo sul primo movimento del diritto sapete perchè è importante introdurre il prima possibile questa fase nel vostro gesto tecnico,per cui non starò qui a ripetermi. Eseguite perciò alcune prove a vuoto dell’apertura inserendo l’azione unita delle spalle e delle braccia,facendo molta attenzione a portare il braccio non dominante attraverso il corpo a posizionarsi disteso quasi parallelo alla rete,come da video.

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l’azione unita delle braccia Fatto ciò,ripetiamo tutto il movimento con questo nuovo tassello e poi facciamoci lanciare qualche pallina “a mano” da un partner e proviamo a colpire riproducendo anche questa fase nel gesto tecnico che avevamo (spero) precedentemente memorizzato.

il movimento completo del diritto La fase di palleggio Una volta speso un pò di tempo per memorizzare adeguatamente questi 4 passi basilari,siamo pronti a “fare due palle”. Anche qui più andrete per gradi e meglio sarà per la qualità del vostro apprendimento del diritto:non abbiate fretta all’inizio e vederete sicuramente risultati migliori e più rapidi.

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Sfruttate le nuove palle progressive

Le palle progressive: dalla gommapiuma a quella normale

Nella didattica del tennis da ormai qualche anno sono state introdotte delle palle “intermedie” cioè quelle palline con caratteristiche di rimbalzo e velocità ridotte per permettere ai principianti di avere il tempo giusto di organizzare il proprio corpo e colpire correttamente la palla. Purtroppo moltissimi adulti principianti pensano che si sminuente giocare all’inizio con queste palle che ritengono in maniera assolutamente ingiustificata “da bambini”. Personalmente utilizzo spesso queste palline progressive nelle prime fasi dell’insegnamento poichè: 1- velocizzano incredibilmente l’apprendimento dell’apprendimento umano (dal semplice al complesso).

poichè

seguono

le

regole

basilari

2- vi permettono (specialmente quelle in gommapiuma) di giocare subito anche una partita elementare già dalla prima lezione in quanto perdonano moltissimo gli impatti decentrati e permettono subito lunghi scambi che vi consentono di apprendere come muoversi sul campo in relazione ad una palla. Morale:il tennis sarà subito divertente e coinvolgente,cosa impossibile con palle a rimbalzo normale (troppo veloci ed elastiche per un principiante) Queste palle ormai si trovano in commercio al pubblico nei negozi e nei grandi centri e vi consiglio di utilizzarle nelle vostre prime ore di tennis. Le fasi progressive del palleggio

Anche nel palleggio il famoso “postulato” (semplice>>>complesso) deve essere rispettato. Fase 1: minitennis

Iniziate palleggiando molto piano dalla linea del servizio:dovrete cercare di fare atterrare sempre la palla ben dentro l’area del servizio cercando però di eseguire il gesto tecnico corretto.

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45 Da questa distanza cercate di non fare apertura,ma tenendo la racchetta al punto d’impatto (vedi passo 1 della progressione),muovete i piedi e cercate la giusta distanza,vi piazzate e accompagnate (non picchiate) la palla oltre la rete facendo sempre il finale. Cerchiamo di prendere il giusto ritmo facendo un pò di scambi a questo “minitennis” col nostro partner,sempre senza apertura in pratica si utilizzano solo le fasi 1 e 2 della progressione. Fase 2: tre/quarti campo

Indietreggiamo a metà tra la linea di fondocampo e quella del servizio. Iniziamo anche qui senza aprire e cerchiamo un palleggio molto lento regolare. Una volta trovato il ritmo,cominciamo a portare dietro la racchetta per avere più slancio,,facendo così anche la fase di apertura del diritto. Nota bene:la palla deve sempre atterrare entro l’area del servizio per cui attenzione a quanto spingete la palla. Fatto ciò possiamo indietreggiare dietro la linea del fondocampo e provare l’ebbrezza di un vero palleggio “da professionisti”. Buon gioco

Pubblicato in Tecnica di Base

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Le fasi dell’apprendimento 16 April 2010 | Autore: Max

Come si fa a rendere un movimento automatico?

Prima di poter mettere in atto un piano di azione per il miglioramento dei propri colpi è necessario,secondo me,capire quali sono i meccanismi che pemettono ad un qualsiasi gesto motorio di diventare un’abilità acquisita e disponibile nel nostro bagaglio tecnico. Lo sviluppo di una abilità motoria (cioè della capacità di compiere gesti tecnici complessi con il minor numero possibile di errori e nella maniera più idonea allo scopo) si svolge attraverso quattro fasi: -La prima fase, è la fase dell’impostazione iniziale del gesto, è quella in cui cerchiamo di capire il movimento da un punto di vista teorico, osservandolo e ascoltando la descrizione di come dovrebbe essere eseguito il colpo. -La seconda fase è quella in cui proviamo concretamente ad eseguire il movimento che abbiamo osservato attraverso una prima ripetizione del gesto. Le ripetizioni sono la chiave dell’apprendimento Ma l’apprendimento avviene per prove ed errori, quindi è più che probabile che nel primo tentativo di esecuzione si commettano diversi errori. Confrontando poi le informazioni che riceviamo sul movimento che abbiamo effettuato con il modello che ci eravamo prefissi durante la prima fase, possiamo renderci conto autonomamente dei nostri errori (feedback),oppure il maestro ci fornisce dall’esterno informazioni atte a capire cosa stiamo sbagliando. -si passa poi alla terza fase, detta di adattamento: facendo tesoro dell’esperienza precedente proviamo nuovamente a ripetere il movimento cercando di evitare gli errori che abbiamo commesso precedentemente. Più riusciremo a essere concreti in questa terza fase,più avremo un miglioramento veloce ,poichè il vero segreto quando si vuole migliorare velocemente non è “non commettere errori” (che come

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47 abbiamo visto sono essenziali per progredire),bensì commettere per il minor tempo possibile lo stesso errore! Questo è quello che in realtà fa ristagnare il nostro miglioramento! -Nella quarta fase, detta dell’apprendimento motorio definitivo, una volta che abbiamo avuto un buon grado di consolidamento del gesto corretto,il nostro movimento diventa sempre più automatico e il nostro controllo cosciente passa da come dobbiamo muovere il corpo a dove vogliamo mandare la palla. Se volete avere un esempio pratico di questa sensazione pensate a come lanciate una pallina con una mano verso un bersaglio:in quel momento il vostro pensiero cosciente va al bersaglio e non al movimento del braccio,poichè il movimento di lancio è un gesto molto automatizzato negli anni (si spera… ) e non necessita di controllo della nostra coscienza per eseguirlo. La stessa cosa vale per il tennis dove,in fondo,un colpo non è nient’altro che un lancio di una palla verso il campo avversario e dove la nostra mano è il piatto-corde e la racchetta è perciò il naturale prolungamento del nostro braccio (per Federer,secondo me,è veramente il suo braccio,noi al massimo possiamo avere delle…protesi in plastica ). Le fasi dell’apprendimento Affinchè si possa avere uno sviluppo corretto di ogni nostro colpo bisogna quindi rispettare con pazienza la giusta trafila,poichè saltare un passaggio alla lunga porterà ad avere delle lacune che non verranno colmate allo step successivo. Non si può correre veloce se prima non si è imparato bene a camminare!

Abbiamo quindi 4 fasi fondamentali dell’apprendimento: 1- Impostazione

Cioè una prima rappresentazione del movimento Cominciamo a provare e ripetere con calma ed in condizioni facilitate il colpo (di solito con esercitazioni al cesto che creano sempre lo stesso tipo di rimbalzo e con poco spostamento di gambe). Di solito in questa fase non si devono eseguire troppe ripetizioni di seguito ma avere molte pause e ,se c’è il maestro,molti feedback su come si sta eseguendo il gesto. Una volta che si è “scavata” una prima traccia nel nostro sistema nervoso,si può passare alla fase di… 2- Coordinazione grezza

Cominciamo ad avere un gesto tecnico un pò consolidato nella nostra mente che cercheremo attraverso tante ripetizioni di automatizzare sempre più per sentirlo più naturale.

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48 In questa fase le ripetizioni sono più continue e le pause per i feedback minori e provando e ripetendo si giunge alla fase di… 3- Coordinazione fine

In questa fase la “traccia” nel nostro cervello è sempre più profonda e il nostro colpo deve cominciare a d avere efficacia oltre che forma per cui si svilupperanno esercitazioni mano mano più complesse con spostamenti più ampi e colpi più potenti. Il cesto è ancora molto utilizzato ma iniziamo a eseguire esercitazioni più semplici in palleggio,una fra tutte il palleggio diagonale con il colpo esterno (spessissimo trascurato dalla parte del rovescio). Quando riusciamo ad eseguire queste esercitazioni “standardizzate” cioè con condizioni sempre uguali e quindi più facilmente controllabili in maniera qualitativamente accettabile possiamo passare alla fase di… 4- Consolidamento della coordinazione fine o della disponibilità variabile (fase di allenamento)

Nell’ultima fase, bisogna calare il movimento che si è precedentemente appreso in situazioni tattiche mutevoli (quanto più realistiche possibili) . Entriamo quindi nella fase più reale dell’allenamento,dove le situazioni di gioco sono sempre diverse ad intensità sempre più elevate,mantenedo però una buona qualità globale del nostro colpo. Diventiamo padroni del nostro colpo e da adesso in poi cercheremo di migliorarlo rendendolo più efficace e potente sempre mantendolo consistente come regolarità. Rendiamo concreti i concetti espressi

Da tutta questa bella descrizione pseudo-scientifica possiamo trarre le seguenti conclusioni: 1- Non tutti i miei colpi potrebbero allo stesso livello:potrei avere ad esempio un diritto nella fase di disponibilità variabile,ma un rovescio ancora in fase di coordinazione grezza (ne ho visti tanti così,molti di questi giocatori erano anche classificati). 2-Se voglio far migliorare in maniera corretta i miei colpi devo allenarli nel modo consono alla loro fase di sviluppo,altrimenti i miglioramenti saranno molto inferiori agli sforzi profusi semplicemente perchè stiamo sbagliando la fase di addestramento:se sbagliamo la diagnosi,la cura potrebbe non essere efficace! Concludendo

Prima ancora di metterci in campo in “maglietta e pantaloncini” ad allenarsi,sarebbe sempre opportuno all’inizio della stagione invernale (quindi lontano da competizioni e tornei) spendere un pò di tempo per analizzare la nostra situazione tecnica,specialmente sui colpi fondamentali (diritto,rovescio,servizio). Per questo: 1 - facciamo un checkup dei nostri colpi

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49 Cominciamo a rispondere a semplici domande: Servo con regolarità la seconda in campo? Riesco a dare rotazione alla mia seconda o è una palla appoggiata piatta? Riesco a palleggiare con regolarità in diagonale solo di diritto? Riesco a palleggiare con regolarità in diagonale solo di rovescio? So fare lo smash? So fare le voleè? ecc. ecc. 2- Stabiliamo in che fase di apprendimento,secondo noi,ci troviamo per ogni colpo

Soprattutto diritto e rovescio potrebbero essere in due fasi differenti e dovrebbero essere allenati diversamente 3 - Stabiliamo allenamenti ad intensità e difficoltà consone alla fase di nostro singolo colpo.

Ricordate di porvi obiettivi differenti per ogni singolo colpo:ad esempio se il mio diritto è nella fase 4 (disponibilità variabile) e il mio rovescio è nella fase 2 (coordinazione grezza) dovrei eseguire esercitazioni al cesto molto varie e veloci per il diritto e cesti quasi da fermo con tante ripetizioni per il rovescio. Insomma….rispettate le fasi di sviluppo dei vostri colpi e il vostro gioco globale salirà molto più velocemente riispetto a “fare di tutta l’erba un fascio”. Pubblicato in Psicologia Tennis

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Il servizio slice (parte 1) 20 April 2010 | Autore: Max

Una valida alternativa

Terminiamo con questo articolo tutta la panoramica sul servizio agonistico nel tennis,parlando di un tipo di esecuzione che ha la sua consacrazione sulle superfici veloci e che costituisce una valida alternativa al servizio piatto,il servizio slice. Cos’è il servizio slice Il servizio in slice è un particolare servizio in cui la palla viene impattata non in maniera piatta,ma colpita con una rotazione laterale. In pratica per eseguire questo tipo di servizio dovremo colpire la palla spazzolandola da sinistra verso destra;se immaginiamo un orologio posto dietro la pallina,il nostro movimento dovrà andare dalle 9 alle 3,come viene evidenziato dal video sottostante.

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La spazzolata nello slice Il vantaggio di utilizzare il servizio slice Questo tipo di rotazione produce una traiettoria curvilinea ad uscire che dalla parte destra del campo (per un destro) ha il grande vantaggio di costringere il ribattitore a cercare la palla decentrandosi molto verso l’esterno e quindi lasciando scoperta un grande porzione di campo.

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La traiettoria del servizio slice L’impugnatura La presa ideale per poter giocare efficacemente questo tipo di servizio è,come sempre,l’ impugnatura Continental ,che è la sola impugnatura corretta per tutti i tipi di battute. Per questo motivo vi consiglio sempre,prima di cercare di apprendere qualunque tipo di servizio,di consolidare molto bene e rendere confortevole l’impugnatura Continental nelle vostre esecuzioni della battuta,partendo dal servizio piatto (con relativa pronazione) e successivamente affrontare il discorso rotazioni di palla. Il lancio di palla Soprattutto nelle fasi iniziali di apprendimento del colpo,quello che in realtà differenzia molto il servizio slice da un colpo piatto è sicuramente il lancio di palla. Infatti per un giocatore destro, se voglio essere facilitato nello spazzolamento corretto della palla e per dare la giusta traiettoria ad uscire,la prima modifica da attuare è:lanciare la palla più a destra rispetto ad un servizio piatto. Questa variazione del punto d’impatto mi permetterà molto più naturalmente di entrare col piattocorde sulla palla in maniera corretta per eseguire il taglio laterale.

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il lancio di palla nello slice Nella figura sottostante si può bene notare graficamente la differenza di lancio tra servzio piatto (tratteggiata blu) e servizio slice (continua gialla).

Differenze di lancio servizio piatto e slice

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54 Naturalmente il “quanto lanciare verso destra” la pallina non ha una regola fissa,ma dipende molto anche dalla struttura e soprattutto dall’altezza del singolo giocatore,così come il “quanto lanciare dentro al campo” :sarete voi a dovere fare le vostre prove e stabilire il vostro lancio di palla. Nuove tendenze sul lancio Sempre parlando di lancio,in un recente stage sulla biomeccanica del tennista ho appreso che,nello slice moderno,il giocatore professionista non lancia più la palla a destra,ma lancia davanti a sè “a ore 12ʺ″ come per il servizio piatto. Sebbene tutto ciò ha una sua ragione ben precisa (questione di “piani di rotazione”,un pò lunga da spiegare…) se siete all’inizio personalmente vi consiglio il “vecchio” sistema che facilita molto l’apprendimento del corretto impatto. Esercitatevi nel lancio Prima di proseguire tutto il discorso evidenziando le fasi di impatto e finale del servizio slice vi lascio qualche giorno per..”fare i compiti” . Come per il servizio lift fate delle prove a vuoto del movimento lasciando cadere la pallina a terra dopo il lancio facendo in modo che per il lancio dello slice la vostra pallina ricada alla destra del vostro piede anteriore. Cercate di rendere costante questo punto di atterraggio e… ci vediamo alla prossima lezione!

Pubblicato in Tecnica Avanzata

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La regola del primo passante (parte 1) 28 April 2010 | Autore: Max

Come giocare il primo passante a tennis

Una delle situazioni tattiche che possono presentarsi in un match di tennis (al giorno d’oggi sempre meno spesso) è il trovarsi di fronte un avversario che si presenta con frequenza a rete per cercare di chiudere il punto al volo. Questo tipo di situazione risulta spesso molto frustrante per chi è costretto a giocare il passante,poichè il solo fatto di trovarsi un giocatore nei pressi della rete crea pressione perchè non ci permette di essere liberi nelle scelte di gioco,lo spazio a disposizione per piazzare i nostri colpi diminuisce sensibilmente siamo quindi in una situazione che si può definire difensiva. La fretta è cattiva consigliera Uno degli errori tattici che frequentemente vedo,soprattutto a bassi livelli,è quello di farsi prendere dalla fretta di chiudere il punto e quindi sparare subito un colpo passante con l’intento di “non far toccare la pallina” al mio avversario,poichè il mio avversario “mi sta togliendo l’aria” e devo togliermi subito da questa situazione. Chi di voi non ha mai provato questo sentimento? Io “da sbarbato” spesso!

Situazione tipica:il giocatore è sotto pressione e cerca subito il passante vincente,sbagliando il passante

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56 Nel pensare questo,però,non si tiene conto di 2 fattori molto importanti ai fini della gestione del primo passante: 1- L’avversario in fase di approccio a rete non è Speedy Gonzales e sul nostro primo passante si troverà ancora lontano dalla rete. 2- Specialmente ai livelli più bassi il gioco al volo dei nostri avversari non è propriamente quello di Edberg o Becker,per cui gli errori su voleè facili si sprecano o comunque difficilmente otterranno il punto con una prima voleè giocata lontano dalla rete. Ragionare sulle percentuali Come molti di voi ormai hanno capito il tennis fondamentalmente è un gioco basato sulle percentuali. Molto spesso infatti sento i ragazzi e i soci parlare di quel gran bel passante che ho giocato ed enfatizzare quanto assomigliasse al passante che Federer ha fatto a Wimbledon ecc. ecc…… …..peccato che queste stesse persone si “scordino” di menzionare i 10 passanti giocabili buttati in rete o fuori in cui il loro avversario ha vinto il punto (e spesso la partita) semplicemente… presentandosi a rete! Morale: 1 gran punto vinto 10 punti vinti dall’avversario senza una voleè…. non mi sembra una gran perentuale. La mia mente già da giovane agonista,invece ragionava in modo più pragmatico. Un aneddoto dal passato Correva l’anno 1985 ed il sottoscritto era un giocatore classificato C3 con un buon gioco da fondocampo e scarse voleè. Mi ero subito accorto che nella nostra categoria il tipico giocatore era dotato di un buon colpo e di un fondamentale (spesso il rovescio) molto traballante che veniva giocato in maniera perlomeno regolare in fase di palleggio (rimettevano la palla in gioco e basta) ma sotto pressione di un attacco … “andavano in bambola”. Ho cercato perciò sfruttare questa possibilità snaturando molto spesso quell’anno il mio gioco da fondocampista e presentandomi frequentemente a rete sul loro colpo debole.

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Se fossero stati un pò furbi e avessero osservato “quanto ero pippa a rete”,mi avrebbero fatto giocare molte voleè e sicuramente avrebbero incassato un buon credito positivo dal mio gioco al volo,invece…o ad alzare lob difensivi (lo smash era uno dei miei colpi più forti,da buon ex pallavolista) o tentare passanti vincenti che davano un conto percentuale di punti fatti/persi a mio favore e non per le mie voleè vincenti (poche),ma per i loro passanti sbagliati senza darmi la possibiltà di giocare neanche una voleè (tanti). Morale:quell’anno sono passato per un gran giocatore di rete e forse ballavo meglio il twist di come giocavo la voleè! Come gestire al meglio la situazione al passante? Il seguito…. alla prossima puntata. A presto Pubblicato in Tattica

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