Bollettino inverno 2015

Insieme in cammino

Quel che proviamo quando siamo innamorati è forse la nostra condizione normale.

L’amore mostra all’uomo quale dovrebbe essere.

(A. Checov)

Inverno 2015

Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme

l’indice

L’editoriale Buon Natale di don Renato PAGINE 3-4 Convengo nazionale ecclesiale a Firenze In Gesù Cristo un nuovo umanesimo di Sandro Bisesti PAGINE 5-6 Intervista a don Duccio Un nuovo parroco a Mattarello a cura della redazione PAGINE 7-8 Il significato per un credente Il sacramento del battesimo PAGINE 9-10

I tagliandi

PAGINA 11

Libri e film Raccontare l’amore e il figlio dell’altra

PAGINE 12-13

I battezzati nelle nostre parrocchie

PAGINE 14-15

Le poesie di Don Valerio Bottura

PAGINA 16

45° anniversario di sacerdozio I primi 45 anni News dal mondo cristiano Rompere il silenzio ...

La chiesa di Sopramonte Chiesa del Sacro Cuore di Gesù

PAGINA 17

PAGINA 18

PAGINA 35

L’approfondimento A propositi di ... coraggio a cura della redazione

PAGINA 36

Vieni all’oratorio col Bepi el Toni PAGINA 38

La sagra di Cimone Non solo sagra...

Notte di Natale a Cimone Cantori della stella a Cimone Ospiti in parrocchia Kossovari a Garniga Terme Babbo Natale Aspettando la notte di Natale I preparativi per il Natale #NonDimenticateLaGioia Il canto Inno ad Aldeno

PAGINA 39

PAGINA 40

PAGINA 41

PAGINA 42

PAGINA 43

PAGINA 44

I defunti delle nostre parrocchie

PAGINE 45-46

PAGINA 19

Incontro mondiale scout Jamboree 2015 di Patrizia Cadonna PAGINE 20-21 Le poesie di Ivo Condini Mosna Don valerio e La ciesota de Sant’Anna

PAGINA 22

Bollettino junior - concorso

PAGINE 23-24-25-26

GMG Cracovia 2016 31° GMG - Cracovia 2016 PAGINA 27

Dal gruppo missionario Auguri Natalizi dal Sudan di Carlo Plotegher PAGINA 28 In gita con la famiglia 4A tappa: Vandoies di Sotto - Novacella di Celestina Schmidt PAGINA 29 Le donne del novecento Edith Stein a cura della redazione PAGINE 30-31 La Sacra Scrittura Chi era costui? Gioele a cura della redazione PAGINE 32-33-34

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Appuntamenti

Gli orari

PAGINA 47

L’ultima

PAGINA 48

Insieme in cammino Redazione: Mattia Baffetti, Tiziana Dallago, Giovanna Frizzi, Giorgia Giaimo, Marco Moratelli, Barbara Scarpa, don Renato Tamanini, Chiara Ziglio.

Hanno collaborato a questo numero: Sandro Bisesti, Ivo Condini Mosna, Don Valerio Bottura, Alma Mazzurana, Carlo Plotegher, Patrizia Cadonna, Celestina Schmidt, Maria Chiara Erlicher, Chiara Comper, Elena Clappa.

Stampa: Grafiche Dalpiaz Ravina (Tel. 0461/913545) Contatti: Tel. canonica: E-mail: Tel. sacrestano: Sito Internet:

0461/842514 noi.aldeno@gmail.com 338/4493195 www.parrocchiealciga.eu

V

orrei raggiungere tutte le persone delle comunità di Aldeno, Cimone e Garniga, soprattutto quelli che non incontro normalmente, con degli auguri molto semplici e concreti.

Auguri ai bambini e ai ragazzi: che non si lascino convincere a misurare la bellezza e il valore del Natale dal numero e dalla qualità dei regali o dalla bellezza del paesaggio innevato. Il Natale è un avvenimento del cuore; se non è Natale dentro, quello che c’è fuori non conta niente. Fate festa nel cuore a Colui che non porta doni ma solo se stesso: Gesù. Ridimensionate Babbo Natale, fatelo piccolo piccolo e fate grande, molto grande Gesù Bambino. E’ lui la festa.

Auguri agli adolescenti e ai giovani: qualche giorno di vacanza o di festa, una sciata, una serata in birreria con gli amici sono sempre momenti piacevoli, il Natale non c’entra. Non avete bisogno del Natale per fare festa con gli amici. Il Natale chiede invece di aguzzare lo sguardo, di saper vedere cosa sta nascendo di bello nel cuore dell’uomo e nel cuore del mondo, di valorizzare i piccoli gesti di bontà, di solidarietà, di amicizia, di impegno. Forse anche dentro di voi c’è un angolo vuoto e buio, che attende una striscia di luce, un pensiero nuovo, una speranza robusta, un canto che appassioni. Ciò che nasce è sempre piccolo, povero: “La speranza viene a noi con un abito vestito di stracci, perché noi le confezioniamo un vestito di festa” (P. Ricoeur).

Auguri ai genitori: sono giorni per voi di pensieri, di corse, di regali, di preoccupazioni per rendere liete queste giornate. Il Natale è la consacrazione della famiglia perché Dio stesso l’ha scelta come luogo necessario del suo farsi uomo.

La scelta di Dio non è cambiata; la festa del Natale ci ricorda che egli abita stabilmente con le nostre famiglie, perché ogni membro diventi uomo alla maniera di Gesù Cristo. Lasciate che questo Natale vi rammenti la grandezza della vostra famiglia e della vostra missione e vi convinca a ringraziare Dio della sua presenza silenziosa e benedicente in mezzo a voi, nella vostra casa.

Auguri agli anziani: molti di voi sono nonni e hanno sempre a che fare con i nipotini, immagine viva del Bambino Gesù. Ma per tutti valga il principio che la vecchiaia non è un castigo ma un dono speciale, quello di non avere tante responsabilità dirette ma di poter sentire tutto come proprio e di poter accompagnare con la propria simpatia e con la preghiera. Come il vecchio Simeone, prendete in braccio il Bambino Gesù e affidate a lui questo mondo, così diverso da quello che vi

l’editoriale

Buon Natale

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l’editoriale

ha cresciuti, perché non faccia mai mancare chi è contento di riconoscerlo e di farlo crescere nel cuore delle persone. E se avete qualche delusione o qualche malanno da sopportare, metteteli nella culla del Bambino Gesù e lui vi darà ristoro.

Auguri a chi non ha famiglia, a chi è ammalato, a chi passa il Natale da solo: Gesù viene per tutti, viene per essere motivo di gioia e di speranza, lasciate che accenda anche nel vostro cuore il suo sorriso; lui è abituato alla mangiatoia, non si spaventa delle nostre sofferenze, anzi le considera sue e le condivide con noi, è suo desiderio, come dice il Salmo, curare le ferite e fasciare le piaghe, accoglietelo con gioia e lasciate che vi faccia compagnia con il suo silenzio e con il suo sguardo di amore.

Auguri agli stranieri: mi rivolgo a tutti coloro che vivono in mezzo a noi venendo da altri paesi e da terre lontane e che probabilmente sentono tanta nostalgia e tanto disagio per le non facili condizioni di vita. Il Bambino Gesù non considera nessuno come straniero, lui è la casa che ci accoglie senza creare distanze e senza offrire privilegi; a tutti concede il suo amore e a tutti può insegnare ad amare.

Sediamoci vicino a lui, accanto alla mangiatoia, per respirare aria di famiglia e promessa di pace piena.

Auguri a tutti quanti: nessuno si senta solo, nessuno creda di essere fallito, nessuno pensi di essere sbagliato, nessuno banalizzi questo giorno perché questo bambino viene per nascere e crescere dentro ciascuno di noi; è Dio che viene a portarci il suo calore e la sua bellezza, che ci assicura la forza per ricominciare e che tiene aperta ancora e sempre la porta della speranza. La storia ricomincia oggi per tutti; la verità e la gioia sono davanti a noi se ci lasciamo accompagnare da quel Bambino.

Il vostro parroco, don Renato Sante Messe estive a Sant'Anna e al Molin dei Frizzi Il giorno 26 luglio 2015 come ogni anno in località Sant'Anna di Cimone si è celebrata la Messa votiva che ha visto la partecipazione numerosa della comunità di Cimone e anche di tanta gente proveniente dai paesi limitrofi e di villeggianti. La celebrazione liturgica è stata animata dal Coro Rigotondo e dal Coro Tre Cime di Cimone con un rinfresco organizzato ed offerto dal Circolo Anziani di Cimone.

Nel corso del mese di settembre 2015, invece, la comunità parrocchiale si è riunita numerosa presso il Molin dei Frizzi dove la famiglia Piffer da qualche anno ha fatto costruire un capitello dedicato alla Madonna di Lourdes. E' tradizione ormai consolidata dal 2008 che venga celebrata una Santa Messa in Suo onore.

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i è tenuto a Firenze, nei giorni 9-13 novembre, il quinto Convegno Nazionale Ecclesiale. Il tema scelto: “In S Gesù Cristo un nuovo umanesimo”. Un tema certamente di

di Sandro Bisesti

grande rilevanza e di spessore. Quello del convegno è oramai diventato un avvenimento decennale e importante perché stimola la Chiesa a “tornare a camminare insieme”, a dar vita a un grande confronto all’interno della stessa, che coinvolga, pur nella diversità dei ruoli e delle responsabilità, tutte le componenti del popolo di Dio. I precedenti convegni nazionali ecclesiali sono stati a Roma nel 1976 con tema: “Evangelizzazione e promozione umana”, a Loreto nel 1985 “Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini”, a Palermo nel 1995 “Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia”, a Verona nel 2006 “Testimoni di Gesù Cristo risorto, speranza del mondo”. Sono sempre stati momenti di grandi opportunità e di riflessione che hanno accompagnato la crescita spirituale e umana del popolo di Dio. Questo convegno ecclesiale nazionale ha radunato a Firenze 200 vescovi, 2.200 delegati delle 226 diocesi e rappresentanze di tutti gli ambiti ecclesiali (movimenti, associazioni, religiosi ecc).

Meditando sul discorso di papa Francesco, seguendo i lavori, ascoltando gli echi dei 200 “tavoli”, ripensando alle sintesi delle cinque vie e riflettendo sulle “prospettive” indicate nell’intervento finale dal cardinale Angelo Bagnasco, il dato che maggiormente salta agli occhi è che lo stile sinodale così apprezzato dai 2.200 partecipanti si è fatto esso stesso messaggio, sostanza e contenuto. E questo ha finito per dare anche maggior forza ai contenuti stessi, nuovi e stimolanti, che l’evento ha proposto. È un metodo, quello sperimentato alla Fortezza da Basso, sede dei lavori, che da un lato ha aiutato a riscoprirsi Chiesa consapevole delle energie buone di cui è ricca e che perciò “non parte da zero”. Ed è pronta, come sottolineato a più riprese e infine dal presidente della Cei, ad accogliere e a mettere in pratica il vigoroso e paterno invito alla missionarietà che le viene dal Papa. Una Chiesa “in uscita”, cioè umile e inquieta, capace di prendersi cura non tanto di se stessa, ma degli uomini e delle donne del nostro tempo, a partire dagli ultimi, dagli “scartati”.

Una Chiesa che per annunciare il Vangelo nei diversi ambienti si apre più che mai all’”incontro” e vuole contare sulla creatività dei giovani e su un rinnovato protagonismo dei laici, dei quali non a caso Bagnasco ha ricordato il ruolo primario di “animatori delle realtà temporali”, consegnato loro dal Concilio, e tanto più in un tempo che inclina a disumani “efficientismi” sul piano economico come su quello antropologico. In definitiva, una Chiesa dal volto di madre e connotata da uno stile di

convegno nazionale ecclesiale a Firenze

In Gesù Cristo un nuovo umanesimo

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convegno nazionale ecclesiale a Firenze 6

misericordia e di “gratuità”.

Il nucleo centrale di questo convegno sembra collocarsi nel dinamismo che, dal discorso di papa Francesco corre fino all’esercizio di uno stile sinodale sistematicamente richiamato in ogni passaggio dell’evento. La forza conciliare e riformatrice del primo che ha demandato alla Chiesa italiana una pratica pastorale all’altezza delle sfide attuali, si è saldata con la consapevolezza ecclesiale diffusa di un cammino non delegabile agli esperti o soltanto ai pastori.

Le parole che racchiudono maggiormente questa sfida, cioè una Chiesa “in uscita” sulle strade dove s’incrocia la vita degli uomini e di Dio, sono esodo e sinodo.

Esodo, uscire è una delle parole riferite alla strada (ex-odos) che, continuamente ribadita da papa Francesco e recuperata dentro la Traccia, è suonata come leit-motiv a ogni livello del convegno. A immagine di Cristo che è uscito dal seno del Padre per farsi Dio-con-noi, la Chiesa abbandona la preoccupazione per sé, assume la condizione di serva, si cinge i fianchi per “prepararsi a partire a uscire per mettersi in cammino”. La “Chiesa in uscita” non è uno stratagemma pastorale è la sua identità. Scopo della missione non è far entrare la gente in chiesa, ma far uscire la Chiesa verso la gente, fino alle estreme periferie dell’esperienza umana. “Dobbiamo uscire e creare condivisione e fraternità” diceva il presidente della CEI Bagnasco proponendo alcune Prospettive a conclusione.

Sinodo, la strada insieme (sun-odos) è parola che interpreta il convegno di Firenze. Si sovrappone al termine “convenire” preferito nel passato. Unanime la soddisfazione per la metodologia che ha organizzato la discussione. “Non siamo qui per predisporre piani pastorali,…neppure per partecipare a dotte conferenze: siamo qui per inaugurare uno stile. Lo stile sinodale”.

“Per fare questo occorre un popolo ( la Chiesa) disposto a mettersi in cammino insieme … Una Chiesa in cammino…che sa pensarsi prima di tutto in fraternità; rete ricca e plurale fatta di territori parrocchie associazioni famiglie persone”. “Il cammino ci consegna innanzitutto un metodo (met-odos) all’insegna della concretezza. Vive di cura per l’ascolto, di pazienza per l’attesa, di apertura per l’accoglienza di posizioni diverse di disponibilità a lavorare insieme”.

Certo si è sentita molto l’impronta di papa Francesco che nel discorso in Santa Maria del Fiore, nello stadio gremito per la messa, diceva: “Quanta bellezza in questa città è stata messa a servizio della carità! Penso allo Spedale degli Innocenti, dove le madri spesso lasciavano insieme ai neonati, delle medaglie spezzate a metà con le quali speravano presentando l’altra metà di poter riconoscere i propri figli in tempi migliori…La Chiesa madre ha l’altra metà della medaglia di tutti e riconosce tutti i suoi figli abbandonati, oppressi, affaticati” .

Con il suo intervento ha impresso una sterzata sostanziale perché il modello Chiesa proposto chiede conversione personale e collettiva profonda. Alla Chiesa italiana non basterà spellarsi le mani per papa Francesco. Deve sporcarsi le mani perché non sia di nuovo demandato tutto al pastore. “ Una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti.”

O

a cura della redazione

ggi vado a fare due chiacchiere con don Duccio Zeni, il nuovo parroco di Mattarello, per scrivere l’articolo che state leggendo.

Mi riceve nel salotto accogliente della sua canonica e mi mette subito a mio agio.

Il suo nome è molto particolare, tradisce origini toscane, che il don conferma: nato a Firenze da madre toscana e padre trentino.

A due anni si trasferisce a Trento con la famiglia e vive in centro città, nella parrocchia di S. Maria Maggiore.

Gli rivolgo la tipica “domanda da prete”: quando è nata la tua vocazione al sacerdozio?

Ogni volta che pongo questa domanda mi ritrovo ad ascoltare una storia diversa, soprattutto diversa da quello che mi aspetto: una chiamata chiara, ad alta voce; una folgorazione istantanea e luminosa, come accadde a S. Paolo sulla via di Damasco.

No, niente di tutto questo.

Don Duccio mi racconta la storia di una vocazione nata quasi sottovoce: come un seme che cresce pian piano sottoterra, annaffiato tutti i giorni con le risposte positive alle domande quotidiane di Dio. Tutto ha preso il via nell’ambiente della parrocchia e dell’oratorio di S. Maria: luoghi nei quali è possibile sperimentare la gioia di stare insieme, di incontrare gli altri; la possibilità di vivere molte esperienze e di essere apprezzati per quello che si è.

In quel periodo le parrocchie del centro città organizzavano insieme molte attività per i giovani: dai campeggi estivi ai giochi di primavera, passando per la preghiera mensile. Ecco il “brodo di coltura” nel quale il “virus” della vocazione ha trovato un luogo adatto per crescere.

Alla fine delle superiori, tra le altre scelte, si affaccia alla mente anche quella di entrare in seminario. Ma un confronto con il parroco, don Aldo Menapace lo sconsiglia di intraprendere subito la strada del sacerdozio e suggerisce di aspettare. Aspettare perché, nonostante la mancanza di nuovi sacerdoti, che già si fa sentire con forza, ritiene che

l’intervista a don Duccio

Un nuovo parroco a Mattarello

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l’intervista a don Duccio 8

sia troppo presto: che sia meglio riflettere e pregare ancora per capire meglio cosa il Signore ha in mente per lui.

Quindi via, con l’università di matematica (avreste mai detto?) e poi un paio d’anni come insegnante.

Don Duccio non ha smesso di chiedere e chiedersi cosa il Signore abbia in mente per lui. Il confronto costante con don Jan gli chiarisce ulteriormente le idee e lo aiuta a scegliere di fidarsi di Gesù, che vuole la felicità di ciascuno di noi. Così entra in seminario: adesso è il momento giusto.

Dato che la vocazione non deve solo nascere, deve anche resistere agli attacchi del tempo, gli chiedo quale sia la sua ricetta.

Mi risponde che, come ogni scelta, anche questa va continuamente rielaborata, giorno dopo giorno. Anche se ogni tanto si ha qualche momento di delusione, l’importante è lasciare che Dio continui a plasmarci, per fare di noi qualcosa di sempre più bello e grande.

Come? gli chiedo.

Ascoltando la Sua Parola, accostandosi ai Sacramenti, pregando e cercando il colloquio con altre persone con cui si possono condividere queste ricerche. Mettendosi nelle Sue mani, per lasciare che Lui faccia di noi quello che dobbiamo essere, in ogni momento della nostra vita.

Certo ci sono anche degli impegni più “concreti” da prendere, come ad esempio vivere con costanza i valori nei quali crediamo.

Se, ad esempio, si crede nel valore dell’ascolto, si deciderà di cominciare ad ascoltare gli altri e lo si farà, con pazienza e costanza, ogni giorno.

Gli chiedo di procedere con la sua storia di sacerdote e mi spiega che ha fatto il cappellano per cinque anni a Cles e poi per due anni a Gardolo.

Fare il cappellano in comunità diverse, con parroci diversi è molto utile, perché permette di cogliere e apprezzare modi diversi di fare il parroco e differenti stili di gestione della vita parrocchiale.

Per sette anni è stato parroco in Primiero e poi, l’anno scorso, ha fatto il suo ingresso nella comunità di Mattarello (nelle foto si possono vedere alcune immagini di quel momento).

A Mattarello si è sentito subito accolto da una comunità stimolante, numerosa, vivace, ricca di attività, idee e sensibilità.

Ed ora cerca di inserirsi in questa realtà, portando il suo apporto dovunque è possibile.

Cosa gli piacerebbe fare nel prossimo futuro?

Conoscere meglio i cristiani del decanato per camminare insieme, in comunione.

Augurandomi che il sogno di don Duccio si realizzi presto, lo saluto, perché per tutti e due si è fatta ora di cena, e lo ringrazio, per la splendida chiacchierata.

el numero estivo ho presentato un aspetto del Battesimo, quello che riguarda il N nostro inserimento (immersione) nella vita divina: siamo partecipi della vita di quel Dio che è solo Amore e che vuole trattarci come suoi figli.

VALORE COMUNITARIO DEL BATTESIMO. Il Battesimo ha anche un altro significato altrettanto importante che riguarda la vita comunitaria. Con il Battesimo entriamo a far parte della Chiesa, della comunità dei credenti in Cristo. Siamo forse abituati a considerare la Chiesa come un’istituzione, con risvolti e implicazioni sociali, che non ci appartiene più di tanto e dalla quale è facile sentirsi distanti. Ma c’è una dimensione più profonda e più interessante della Chiesa: Cristo ha voluto riunire in una famiglia tutti i cristiani, perché siano presenti nel mondo come una realtà nuova, perché dimostrino che l’appartenenza a Dio genera una nuova capacità di stare insieme, di considerarsi fratelli e di vivere in comunione, al di là di ogni differenza di razza, di sangue, di censo o di stato sociale.

UNITÀ NELLE DIVERSITÀ.

Ecco come ce lo spiega san Paolo: “Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù”(Gal 3,26-28). Non conta più essere uomo o donna, italiano o tedesco, colto o ignorante, ricco o povero perché ormai l’identità più forte del battezzato è l’essere rivestito di Cristo, essere identificato con Lui, essere suo. Ciò che ci assicura enorme dignità e valore non è quello che siamo stati capaci di realizzare o la cultura nella quale siamo nati: la nostra forza e la nostra gioia è semplicemente e per tutti i battezzati una sola: Gesù Cristo. Lui diventa quindi la ragione per la quale ci troviamo e ci consideriamo tutti allo stesso livello, tutti uguali pur nelle differenze di cultura o di razza o di stato sociale. Ma l’unica fede in Cristo è davvero in grado di portarci a vivere come in una grande famiglia di fratelli, quindi uniti nell’amore reciproco e nella premura gli uni per gli altri? Purtroppo Battesimo di Gesu del Perugino, affresco nella non sempre ci rendiamo conto di questa cappella Sistina - Citta del Vaticano dimensione comunitaria della nostra fede e succede che dimentichiamo la missione che Dio ci ha affidato nel Battesimo. Siamo congregati insieme per dimostrare che la fede nel Signore Gesù Cristo è capace di generare relazioni di comunione e di amore

il significato per un credente

Il sacramento del battesimo

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il significato per un credente 10

reciproco tra tutti. Ogni nostra divisione, le invidie e le critiche a buon mercato, le diffidenze e l’ambizione personale sono non solo comportamenti negativi sul piano sociale ma addirittura sono negazioni del Battesimo che abbiamo ricevuto, offese all’aspettativa di Cristo nei nostri confronti. Quando andiamo contro l’unità della comunità, quando ci mettiamo o veniamo messi ai margini, quando ci sentiamo estranei a quello che la nostra comunità vive, allora noi veniamo meno al nostro Battesimo, a quel progetto di comunione tra gli uomini che è tanto cara agli occhi di Dio. UN SOLO CORPO. E’ ancora san Paolo a ricordarci che cosa significa essere parte della Chiesa: “Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra….Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.” (1Cor 12,12-13.26-27) Attraverso il Battesimo diventiamo il Corpo di Cristo, una realtà cioè nella quale Cristo è il cuore, il centro, la ragione di fondo e noi siamo attorno a lui e uniti tra di noi come le parti di un corpo. La conclusione quindi è che le diversità sono normali e necessarie e che il senso di unità e di comunione deve essere altrettanto forte. Dobbiamo sentirci coinvolti gli uni con gli altri, al punto da gioire con chi gioisce e piangere con chi piange. San Giovanni Paolo II lo esprimeva molto bene con queste parole: “L’altro mi appartiene”. Non è un nemico, un avversario, un estraneo, è parte di me e quindi quello che lui vive mi riguarda e mi interessa da vicino.

SOTTO TRACCIA In realtà tutto questo acquista la sua urgenza e la sua bellezza solamente se ci rendiamo conto che il Cristo ci fa Fonte battesimale suoi inserendoci nella Chiesa. Non possiamo separare i due momenti: consacrazione a Dio e entrata nella Chiesa. Il Cristo Risorto ha scelto di essere presente e di donare la sua salvezza attraverso la Chiesa; egli vive nella Chiesa e per la Chiesa, perché sia davvero strumento di salvezza e luogo dell’incontro con Dio. Nel Battesimo Dio ci rende partecipi della sua vita divina attraverso la Chiesa, perché è in essa che Cristo battezza, cioè ci consegna l’amore di Dio ed è ad essa che Cristo ci affida perché questa vita divina cresca e si maturi. Noi vediamo il prete e l’istituzione, ma sotto traccia è Gesù Cristo il protagonista: è Lui che tiene insieme la Chiesa ed è Lui che la rende luogo di salvezza, nonostante i limiti e i peccati dei singoli.

Indicate il paese dove intendete festeggiare il vostro anniversario  ALDENO  CIMONE

27 DICEMBRE 2015 10 GENNAIO 2016 Desideriamo invitare tutte le coppie che si sono sposate nel 2015 e quelle che hanno festeggiato nel 2015 i 5, 10, 15, 20, 25, 30, 35, 40, 45, 50 (e oltre) di matrimonio cristiano a ringraziare Dio insieme alla comunità. Dopo la santa Messa sarete graditi ospiti in canonica per un brindisi e una fetta di torta.

Noi ci saremo e

i tagliandi

FESTA ANNIVERSARI DI MATRIMONIO NELLE PARROCCHIE

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Festeggiamo i

di matrimonio

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Da consegnare o imbucare in canonica

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RITAGLIARE

CORSO DI PREPARAZIONE AL MATRIMONIO CRISTIANO Presso: Canonica di Aldeno Date: da giovedì 18 febbraio al 31 marzo 2016 (sempre di giovedì dalle ore 20,30 alle 22,30)

Iscrizioni presso la canonica di Aldeno Tel. 0461/842514 compilando il tagliando Nome e cognome dei due fidanzati

Numero di telefono Indirizzo e-mail Indirizzo di uno dei due fidanzati Il corso prevede un’uscita di due giorni il 5 e 6 marzo 2016 Da consegnare o imbucare in canonica

POTRETE TROVARE ALTRI TAGLIANDI SUL TAVOLINO IN FONDO ALLA CHIESA

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libri e film 12

Raccontare l’amore Nel suo nuovo libro “Raccontare l’amore” Enzo Bianchi sceglie quattro storie dal Vangelo che sintetizzano l’insegnamento cristiano. n vero cristiano deve parlare molto meno di Dio - è stata la provocazione di Bianchi - Dio è una parola ambigua e vuota, sulla quale ognuno può proiettare qualunque significato. Il cristianesimo è Gesù che ha narrato Dio, è questo che lo distingue dalle altre religioni monoteiste. La traccia di Dio che noi abbiamo è data dal racconto amoroso di Gesù».

Il nuovo libro di Enzo Bianchi (Raccontare l’amore.

Parabole di uomini e donne, Rizzoli) contiene un’idea fulminante, perché inaudita nella teologia, nella catechesi e nella pastorale con cui il Magistero ha finora spiegato il messaggio evangelico dell’amore per il prossimo. Per Enzo Bianchi, infatti, il prossimo non è chi incontro, ma sono io che “mi faccio prossimo” a chi incontro nell’indigenza, che non va intesa solo come povertà.

Un sacerdote, scendendo da Gerusalemme a Gerico – racconta il Vangelo di Luca (10, 30-32) – quando vide sul suo percorso un uomo che era stato derubato dai banditi, e poi percosso e lasciato mezzo morto, passò oltre dalla parte opposta, lo stesso fece un levita che passò qualche tempo dopo, mentre il samaritano, che apparteneva alla tribù di Samaria, che i sacerdoti e i leviti consideravano eretica e di frequente fu da loro combattuta, “si fece prossimo” all’uomo che giaceva in terra e, senza neppure conoscerlo, gli fasciò le ferite, lo caricò sul proprio giumento e lo portò in una locanda, pregando l’albergatore di prendersi cura di lui e, dopo averlo compensato con due danari, gli disse che, se non fossero bastati, sarebbe stato rimborsato al suo ritorno.

Il prossimo, allora, non è chi ci sta davanti e magari neppure ci chiede soccorso. Il prossimo siamo noi quando “ci facciamo prossimi” alle condizioni di indigenza che sulla via possiamo incontrare. Ma allora, per incontrare il prossimo è necessario un decentramento dal proprio io, così da offrire all’altro quel soccorso che desidereremmo ricevere nelle sue condizioni.

Solo così comprendiamo l’essenza del cristianesimo che ha il suo centro nell’incarnazione, ossia in Dio che si fa uomo per salvare l’umanità. E nel giorno del Giudizio, come ci ricorda Paolo di Tarso nella Lettera ai Galati (3, 28): “Non c’è più né giudeo né greco” e noi potremmo aggiungere: né ebreo, né musulmano, né buddista, né taoista, né laico, né agnostico, né ateo, perché saremo giudicati solo se ci “ci saremo fatti prossimo” dando da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, se avremo accolto gli stranieri, vestito gli ignudi, visitato i malati e i carcerati (Vangelo di Matteo 25, 35-36).

Se ne deduce che la salvezza è per tutti a prescindere dalla diversità di religione e di cultura, come lo è per il samaritano considerato “infedele” dal giudeo.

Anche il non cristiano può quindi sentirsi vicino a quei cristiani che “si fanno prossimo” e quindi godere di quella che noi chiamiamo “salvezza” e che il non cristiano chiama “accoglienza”, per la comune umanità che ci affratella e per la quale il loro salvatore si è fatto uomo.

Il libro di Enzo Bianchi è dedicato a Papa Francesco e al “Giubileo della misericordia”, che forse trova la sua attuazione non tanto nelle indulgenze, quanto nel “farsi prossimo” dei cristiani e anche di quanti cristiani non sono.

«U

Un film di soglie e di confini, che riflette sulla stratificazione complessa dei rancori accumulati dalla Storia oseph Silberg è un ragazzo israeliano che vive spensierato i suoi pochi anni e il suo sogno di scrivere canzoni, da cui lo separa il servizio di leva obbligatoria nell’esercito. Figlio di un’ufficiale e di una dottoressa che lo amano incondizionatamente, scopre durante la visita militare che il suo gruppo sanguigno non è compatibile con quello dei genitori. Scambiato diciotto anni prima con Yacine Al Bezaaz, palestinese dei territori occupati della Cisgiordania, Joseph è sconvolto e confuso. La rivelazione getta nel caos le rispettive famiglie che provano a incontrarsi e accorciare le distanze culturali. Ma le ‘questioni politiche’ hanno la meglio sul buon senso e sui padri, che finiscono per rinfacciarsi in salotto il dolore dei rispettivi popoli. Rifugiatisi in giardino, Joseph e Yacine provano a interrogarsi sulla loro identità e sul loro destino. I loro incontri si faranno sempre più frequenti, fino a quando non decideranno di entrare l’uno nella famiglia dell’altro, frequentando la vita che avrebbero dovuto vivere e rientrando in quella che gli è capitato di vivere.

Privilegiando un equilibrio (anche estetico) politicamente corretto, Il figlio dell’altra sceglie la forma del dramma familiare per raccontare la questione israelo-palestinese.

Diretto da LorraineLévy, francese di origine ebraica, Il figlio dell’altra è un film di soglie e di confini, che riflette sulla stratificazione complessa dei rancori accumulati dalla Storia. Scambiando letteralmente le esistenze di due bambini, la regista produce l’occasione, per occupati e occupanti, di osservare, vedere e magari anche capire l’altro, uscendo dal cul de sac in cui il mondo pare essersi infilato. Ebreo cresciuto da palestinesi Yacine, palestinese cresciuto da israeliani Joseph, i due giovani protagonisti vivono al di là e al di qua di un confine odioso, alimentato dalla paranoia e dai pregiudizi che ogni divisione, muro o recinto porta con sé.

Di quel confine, Il figlio dell’altra dice pure e sinceramente l’inalienabile necessità, raccontando l’intimità, la tradizione, la casa, la terra, la speranza. Il film della Lévy conduce il conflitto e la convivenza tra israeliani e palestinesi, mai privi di lotte e di lutti, a una dimensione quotidiana e privata, provando a cogliere l’essenza e insieme l’universalità dell’infinita vicenda mediorientale. Le idee sono allora veicolate dai personaggi, che interpretano con grande sensibilità la complessità di due punti di vista, le contraddizioni di uno stato di cose, il dolore e la resistenza a immedesimarsi nell’altro. Se i padri dei giovani protagonisti sembrano irriducibili a qualsiasi apertura, almeno nei loro primi incontri, le madri colgono veramente l’opportunità nello scambio e accolgono il figlio dell’altra (il figlio biologico cresciuto dall’altra), indicando l’amore come possibile via di uscita da una condizione paradossale. In mezzo ci sono due ragazzi che gettano il cuore al di là dell’ostacolo e di una riga tracciata idealmente su una carta geografica. Nella realtà quella linea si traduce in un checkpoint, una barra che interrompe una strada, che separa due popoli, che determina due destini.

Da una parte i territori occupati dall’esercito israeliano, dall’altra Israele, da una parte gli ebrei, dall’altra gli arabi, da una parte un ritorno alla propria terra, dall’altra una conquista della propria terra. Una duplice versione che ha condotto alla tragedia. Tragedia che Joseph e Yacine possono correggere, vivendo al meglio la vita dell’altro.

J

libri e film

Il figlio dell’altra

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i battezzati nelle nostre parrocchie

NOEMI PIFFER battezzata settembre 2015 a Cimone figlia di Ermanno e Sandra Cappelletti

DAVIDE CAGOL battezzato il 27/09/2015 ad Aldeno figlio di Roberto e Katia Lorenzatti

SIMONE COSER battezzato il 18/10/2015 ad Aldeno figlio di Walter e Manuela Bonmassar

GIOVANNI SCHIR battezzato il 27/09/2015 ad Aldeno figlio di Marco e Giorgia Giaimo

CHRISTIAN MENESTRINA battezzato il 20/09/2015 a Ravina figlio di Daniele e Sonia Piffer

MARTINO ARMELLINI battezzato il 06/09/2015 ad Aldeno figlio di Matteo e Maria Silvia Bridi

NOEMI PIFFER battezzata il 11/10/2015 a Cimone figlia di Ermanno e Sandra Cappelletti

ANNALISA MORATELLI battezzata il 08/12/2015 ad Aldeno figlia di Nicola e Elisa Dallago

CHRISSIAN BAY DELA CHICA battezzato il 31/05/2015 ad Aldeno figlio di Christian Raymond 14 e Baby Glen Rayos

EMILIA DELAITI battezzata il 18/10/2015 ad Aldeno figlia di Igor e Beatrice Baccichetti

BRYAN COSER battezzato il 18/10/2015 ad Aldeno figlio di Mattia e Morena Deflorian

i battezzati nelle nostre parrocchie

SIMONE TORRISI battezzato il 15/11/2015 ad Aldeno figlio di Renato e Luisa Bernardi

INCONTRO DI FORMAZIONE

CRISTIAN OSTUNI battezzato il 31/10/2015 ad Aldeno figlio Sante e Martina Baffetti

Martedì 12, 19 e 26 gennaio 2016 si terranno ad Aldeno presso le sale della canonica ad ore 20.30 degli incontri sulla vita cristiana.

Vi aspettiamo numerosi: sarebbe brutto non approfittare di queste occasioni di approfondimento della nostra fede che ci vengono presentate in casa nostra!

EDUCARE Lun 1° febbraio; gio 4 febbraio; lun 22 febbraio; ven 4 marzo 2016 Presso la parrocchia di Madonna Bianca, ore 20:30

Percorso di formazione per animatori di adolescenti Due incontri per imparare a resistere alle prime difficoltà e cercare di trovare le ragioni vere del proprio essere animatore.

Un terzo incontro per ragionare su uno dei grandi strumenti della vita cristiana: il sacramento della riconciliazione!

Alla quarta tappa il compito di fare esperienza diretta di quanto discusso: celebreremo insieme ai nostri gruppi l'incontro con la Misericordia di Dio.

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le poesie di don Valerio Bottura

Mosaico Sublime Girandola Questa poesia va letta due volte (almeno) e lentamente come una preghiera. Non tanto per capirla, quanto per gustarla. È scoppiata la bellezza di Dio e il pennello raccoglie I frammenti accesi.

Dai fondi palpitanti del mare, nel cuore d'oro rosso di vulcani di ricchezze scintillanti sulle nevi eterne coi girasoli e le trasparenze piovute nelle albe e nei tramonti nascono le tessere per questo umano mosaico che io amo.

Io, piccola tessera, accanto a un'altra tessera, e poi ancora tessere, ognuna la propria luce simile e diversa limitata e necessaria incompleta e complementare silenziosa col canto dell'universo libera e unica tutta nello scoppio della bellezza di Dio.

Uomo, come sono grande, anche imbavagliato e smentito, mai solo, legato a un punto quadrato vuoto e manco ma immenso nella profondità della vita.

Mosaico sublime girandola di frammenti accesi che ricompone questo soavissimo volto di Dio.

Ciao a tutti, siamo i ragazzi del Centro Occupazionale Giovani Anffas e da agosto di quest'anno ci siamo traferiti ad Aldeno presso la co-residenza.

Il martedì pomeriggio, dalle 14,00 alle 16,00, i nostri educatori fanno riunione. Cerchiamo dei volontari che abbiano voglia di passare un pomeriggio con noi.

Se avete voglia di conoscerci, venite a trovarci, ci trovate ad Aldeno in via Roma n. 29, dal lunedì al venerdì dalle 9,00 alle 16,00.

Per informazioni potete chiamare lo 0461 407551 16

ggi è una bella mattina di sole e sto andando alla O Messa di Aldeno delle 9.30.

La chiesa è strapiena di gente, soprattutto nelle ultime

postazioni; nei primi banchi ci sono anche il sindaco e il maresciallo. Cosa succede oggi? Va bene, è la festa dell'Immacolata, ok, il papa apre l'anno santo straordinario, ma…

Alla preghiera dei fedeli il mistero si chiarisce: nell'ultima preghiera siamo infatti invitati a pregare per il nostro don Renato, che festeggia oggi 45 anni di ordinazione sacerdotale. Ecco spiegato come mai oggi sia presente anche la sorella del nostro don!!

La Messa è stata celebrata in pompa magna, con molti canti stupendi, intonati dal coro parrocchiale. Abbiamo potuto apprezzare la presenza di don Italo, di don Valerio e quella di una nutrita schiera di chierichetti.

Al termine della celebrazione il sindaco, Nicola Fioretti, seguito a ruota da Fabrizio Peterlini, a nome del consiglio pastorale, hanno ringraziato don Renato per tutto ciò che ha fatto e continua a fare per le persone che hanno avuto la fortuna di incontrarlo lungo il loro cammino.

Anche don Valerio ha voluto salutare il parroco e regalare, a lui e a tutti i fedeli presenti, la spiegazione dell'inno ad Aldeno che ha recentemente composto e che il coro ha poi eseguito in maniera perfetta.

Mi sembra che don Renato abbia apprezzato. Infatti ci ha spiegato che per questa occasione sull'altare c'era una tovaglia nuova e ricamata a regola d'arte, sulla sua sede si trovava un nuovo cuscino, perfettamente intonato, che la casula che indossava era arrivata proprio in quei giorni. E ha proseguito raccontando che si è sentito molto onorato dalla presenza delle autorità che a Trento, 45 anni fa, non erano certo presenti…

La festa è proseguita in piazza con una festosa accoglienza musicale a cura della banda sociale di Aldeno. Poi tutti a rifocillarsi con un ottimo rinfresco, servito dagli animatori.

Al nostro don anche da tutti noi un enorme grazie e un sacco di auguri per i prossimi 45!

45° anniversario di sacerdozio

I primi 45 anni

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news dal mondo cristiano 18

Rompere silenzio su persecuzione cristiani nel mondo Oltre 150 milioni i perseguitati, 200 chiese distrutte al mese

BRUXELLES, 2 DIC - Fare luce su una persecuzione, quella dei cristiani, che colpisce oltre 150 milioni di persone nel mondo. Questo l’obiettivo della conferenza di alto livello, che si è tenuta a Bruxelles, organizzata dal primo Vicepresidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. «Ogni mese nel mondo vengono assaltate e distrutte 200 chiese e luoghi di culto. Ogni giorno e in ogni regione del pianeta, si registrano nuovi casi di persecuzione nei confronti dei cristiani» ha spiegato Tajani.

«Nessun’altra comunità religiosa - aggiunge - è oggetto di odio, violenza e aggressione sistematica quanto quella dei cristiani».

Diverse e molteplici le ragioni all’origine della persecuzione. «L’identificazione dei cristiani con l’Occidente è sicuramente la principale», ha aggiunto Tajani. «Per i fondamentalisti islamici, i cristiani sono i nuovi ‘crociati’ d’Europa». D’altronde, i dati parlano chiaro: più del 70% dei cristiani è fuggito dall’Iraq dal 2003; in Siria, dal 2011, 700mila cristiani sono stati costretti ad abbandonare casa dall’inizio della guerra civile.

Ma se il fondamentalismo islamico è indubbiamente la prima causa di persecuzione, Tajani avverte che, spesso, sono i valori stessi del cristianesimo, per il loro carattere universalistico, all’origine delle violenze contro le comunità cristiane.

«Questi valori sfidano regimi dittatoriali, come nel caso della Nord Corea, o sistemi politici autoritari».

Secondo Tajani «è necessario che l’Occidente rompa il silenzio sulla persecuzione dei cristiani nel mondo». «Vivere in democrazie laiche non vuol dire escludere le religioni dalla società», ha aggiunto Tajani, ricordando le radici giudaico-cristiane dell’identità comune europea.

Al seminario, concluso dal Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, hanno partecipato autorità civili e religiose, tra cui il reverendo Christopher Hill, presidente della Conferenza episcopale europea, il Cardinale VinkoPuljic, arcivescovo di Sarajevo, Paul Bhatti, fratello dell’unico ministro cristiano in Pakistan, ucciso in un attentato, Antony Gardner, ambasciatore Usa all’Unione europea, e Helen Berhane, una donna eritrea che per la sua fede cristiana è stata torturata e rinchiusa in un container per 30 mesi.

i troviamo nel ridente paese C di Sopramonte, nella piazza del Sacro Cuore di Gesù.

Qui si trova la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, che ha dato il nome alla piazza.

Nella foto: a destra si vede la chiesa, mentre a sinistra si vede il campanile.

Il campanile appartiene ad una chiesa più antica, la chiesa di S. Valentino. Quando quella chiesetta divenne troppo piccola per la popolazione del paese, le autorità preposte decisero di erigerne una nuova, ma mancavano i soldi per potersi permettere anche un nuovo campanile.

Così si pensò di continuare ad usare quello vecchio, che non era poi molto distante da dove sarebbe sorto il nuovo edificio sacro.

Il 28 settembre 1845 il Principe Vescovo Giovanni Nepomuceno de Tschiderer inaugurò solennemente la nuova chiesa dedicata al Sacro Cuore di Gesù. Si tratta di un edificio realizzato nello stile architettonico tipico di quegli anni, lo stile neoclassico; è composto da un'aula unica, con cappelle laterali.

Le dimensioni interne sono di circa 44 metri per 15. La navata è coperta da una volta a botte, decorata con affreschi.

La zona del presbiterio è sopraelevata di tre scalini rispetto alla navata.

Si possono notare l'altare maggiore, che è quello della vecchia chiesa di S. Valentino, la pala del Sacro Cuore, opera di Eugenio Prati e le due finestre laterali, aggiunte alla fine del mille e ottocento.

L'altare che viene utilizzato attualmente per le celebrazioni è stato realizzato alla fine degli anni Ottanta, in occasione di un grosso intervento di restauro. Si noti la forma particolare dei supporti dell'altare, che viene ripresa in molte delle opere presenti in chiesa.

Volgendo le spalle all'altare maggiore si possono osservare la cantoria, con l'organo e l'antiporta, realizzata anch'essa verso la fine degli anni Ottanta.

la chiesa di Sopramonte

Chiesa del Sacro Cuore di Gesù

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incontro mondiale scout di Patrizia Cadonna 20

Jamboree 2015 uest'estate in Giappone si è svolto il 23esimo Jamboree (dall' inglese jam marQ mellata e dall' africano boree volto, marmellata di volti) cioè un incontro mondiale di scout da circa 150 paesi. Io e altri 7 ragazzi e ragazze del Trentino abbiamo

avuto la fortuna di parteciparvi. Il nostro "reparto" era formato da Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Veneto.

Siamo partiti il 24 luglio carichi di aspettative da Venezia, abbiamo fatto scalo a Istanbul tre ore e poi siamo arrivati a Osaka… in tutto circa 15 ore di viaggio. I primi tre giorni abbiamo avuto la fortuna di passarli in una famiglia giapponese a Kyoto. È stata un'esperienza divertente e che ci ha fatto conoscere qualcosa in più della cultura giapponese. Poi finalmente il 27 luglio siamo arrivati a Yamaguchi, una penisola artificiale che è stata costruita per un expo e dove si sarebbe svolto il Jamboree. Noi siamo stati tra i primi ad arrivare e in due giorni abbiamo visto il campo riempirsi di ragazzi che venivano da ogni parte del mondo. In totale al Jamboree erano presenti 33838 persone. Il campo era suddiviso in tre sottocampi (est, ovest, nord) divisi a loro volta in altri 4 sottocampi che avevano i nomi di monti del Giappone. Nei vari sottocampi c'era un "hub", cioè un tendone, di riferimento dove la mattina veniva distribuito il cibo e dove si poteva andare per ricaricare il telefono o prendere il giornale del giorno prima. Una parte del campo era dedicata a varie tende: una per ogni stato, un po' come i padiglioni di expo solo versione ridotta.

Questo luogo si chiamava "World Scout Centre… ogni tenda presentava il suo stato e ti lasciava un "gadget". Al centro c'era una grande tenda dedicata alla pace. Poi c'era una cupola dove si svolgevano degli sport, una piscina, il mare e un'arena dove si sono svolte la cerimonia di apertura in cui si è dato il via ufficiale al Jamboree, il festival delle culture dove delle persone famose del Giappone, tra cui il principe e il primo ministro, sono venute a parlare,

incontro mondiale scout

e la cerimonia interreligiosa dove ogni religione presente è stata presentata e la cerimonia di chiusura quando ormai era giunto il momento di andarsene. Le cerimonie nell' arena erano qualcosa di indescrivibile: nel viaggio verso l'arena ogni unità cantava canzoni o inni del suo stato, ognuno con la sua bandiera. E quando si era tutti nell' arena diventava fantastico… popoli in guerra tra di loro stavano vicini e ballavano.

Circa 34000 persone in un unico posto… splendido. La sera eravamo liberi di girare per il campo allora le strade si riempivano di ragazzi: qualcuno stava seduto a terra con davanti a sé oggetti del suo paese che scambiava con quelli di qualcun altro, altri parlavano tra di loro, ovunque si sentiva musica e risate, qualcuno girava con un cartello con scritto: "freehugs", abbracci gratis, e a nessuno importava che tu fossi italiano, piuttosto che Svedese o Americano o Indiano. Si respirava aria di pace. Durante il giorno venivano organizzate attività interne al campo, come attività sul mare o attività sulla cultura, e attività esterne al campo per cui si partiva la mattina con il pullman e si andava a visitare qualcosa del Giappone: siamo stati in una grotta, in una scuola elementare e a Hiroshima.

A Hiroshima abbiamo girato per il sito del museo della Pace in ricordo della bomba atomica e abbiamo partecipato ad una conferenza in cui ci hanno letto delle testimonianze in seguito alla bomba atomica molto forti. Finita la conferenza chi voleva salire sul palco a dire qualcosa poteva farlo… su quel palco è salito un ragazzo americano che davanti ad italiani, giapponesi, messicani e altri ha detto:"I' m really sad for what my country did", sono molto dispiaciuto per ciò che il mio stato ha fatto. Io non dimenticherò mai la tristezza con cui l'ha detto e gli occhi che aveva mentre parlava… è stata una delle dimostrazioni di pace più vere di quei diciassette giorni.

Quando lo racconto ancora inizio a tremare. Per noi il campo era come una piccola città… da qualunque parte ti girassi vedevi bandiere e tende e non riuscivi a vederne la fine. L' ultimo giorno noi del Trentino ci siamo guardati attorno e abbiamo pensato tutti la stessa cosa:"Non vogliamo far sparire questa città". Quel campo era la dimostrazione che la pace nel mondo è possibile. Sapere che ci sono almeno 34000 persone che la pensano come te e che credono nei tuoi stessi valori è qualcosa di splendido. Ripenso spesso a com' era passare da quelle strade e parlare con tutti, abbracciare chiunque… ripenso a quel mare di bandiere infinito. Quest' esperienza mi ha dato tantissimo. Il tema del campo era lo Spirito di unità. L' ideogramma giapponese dello Spirito di unità unito ad un altro significa Pace. Solo stando uniti si può creare un mondo migliore.

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le poesie di Ivo Condini Mosna

Don Valerio Bottura Nat ancora 'n del disnove, de quel secol za passà, de desine oltre nove e le dese 'l passerà.

L'è de zoco "scorza dura", altri i zento i ha passà questo l'è sto Don Bottura de 'l qual parlo adesso qua.

L'è nà Pret per vocaziom quando l'era 'n matelot anca se 'l g'ha avù passiom de no er fat el ceregot.

Elo adesso l'e 'n pensiom ma però l'è attivo ancor e za 'n qualche ocasiom el presenzia con ardor.

L'è poeta oltre che Pret e l'è anca 'n brao scritor sia comedie en dialet libri e operete ancor.

'Namorà del so Paes, de so casa zo 'n Piazzola che 'l la nomina de spess 'n do so mama g'ha fat scola.

Quando 'l pensa ai genitori el rivede ancor la scena en moment el vede Lori po ' el li immortala a pena De poesie 'l n'ha scrit tante sia 'n lingua che 'n dialet e racolte tute quante za stampade su 'n libret.

L'è persona inteligente questo si se 'l pol capir El l'afera come gnente quel che i altri i ghe vol dir.

Se demò 'l g'ha l'ocasiom el va a farse el so giret el rinuncia anca al bastom aiutà dal so "caret ".

Con la Anna, so badante, se l'encontra bem de spess tirà 'n gringola, elegante, a girar en del paess.

El se ferma volintera a parlar con tanta zent e po' a dir qualche preghiera en la Ciesa 'l volta dent.

Don Valerio Bottura

Pò finì la so preghiera el vegn for e 'l torna a cà e 'l saluda volintera tuti quei che 'l va 'ncontrà.

Se da cà no 'l pol uscir el fa li le so Funziom e la Messa 'l se va a dir come vol la religiom.

Questo l'è sto Don Valerio che ho zercà de disegnar come Prete brao e serio per el rest .... da elogiar.

La Ciesota de Sant'Anna en Zimon La è propi picolina, ma carina bem tegnuda da qualcum che ghe vol ben che la cura o de sera o de matina e che pensa: 'n pò de temp ghe 'l dedichen.

Quanti luoghi gh 'è purtropo arbandonadi che 'n rovina oramai i è dre a nar quant sudor e sacrifizi i è costadi e la zent che l'ha volesti edificar.

A Sant'Anna è dedicà quela Ciesota che se trova su le falde del Bondon chi l'ha fata l'era zent che era devota abitanti senza dubio de Zimon.

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E difati 'n quel Comun la è stada fata, pressapoch en do finis la Val de Zei, da dei "fovi" maestosi bem proteta e la roza che ghe passa li ai so pei.

Capitei e anca Ciesote che sti ani o per voto o per grazia è sta fat su se ghe manca quel'impegno dei paesani i va 'n rovina e 'n bel dì no i gh 'è za pù.

Quindi lode a chi del temp va a dedicar a far si che sti bei simboi i resta ancor si che tuti i li poda visitar esser grati a chi l'ha fati e bravi ancor.

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nizia il nostro viaggio nell'enogastronomia tipica trentina di una volta, in questo numero celebriamo la "Beca". Ricordo che da piccola la mia nonna la preparava spesso sia per merenda ma anche per cena! La ricetta è quella che della mia nonna ma in realtà esistono diverse varianti, fatte con il pane, l'uva passa, i fichi, oppure con pere e mele. altro nome della beca, se aggiungete le mele è la pinza de pomi fatta con il pane anziché con il composto delle créps come qui descritto.

Lavorate in una terrina le uova assieme al latte, un pizzico di sale e la farina, quindi sbattete bene con la frusta, facendo molta attenzione a non formare dei grumi. Ungete una teglia da forno con il burro o olio, oppure utilizzate la cartaforno, quindi versate il composto, la cui altezza deve essere come minimo di 2 cm. Infornate a 160 gradi per 35 circa minuti.

Se volete aggiungere delle mele, tagliate le mele a fettine e aggiungetele all'impasto. Una volta tolta dal forno spolverate la beca con lo zucchero semolato e servitela ancora calda.

junior - ricette gustose

RICETTE TRENTINE DI UNA VOLTA La Beca

INGREDIENTI: Per 3/4 persone  1/2 litro di latte  200gr di farina bianca  Un pizzico di sale  (se aggiungete le 2 mele)  2 uova  Poco burro/olio (o carta forno)  Zucchero - in versione dolce LE SOLUZIONI DEI GIOCHI DEL NUMERO PRECEDENTE

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junior - giochi

«Dite la Vostra su…Natale e mercatini» he ruolo ha assunto il Natale nella società attuaC le? Viviamo in una società in cui si sono persi i valori di un tempo, frenetica, in cui anche il

junior - dite la vostra

Natale si è trasformato in una festa meramente consumistica? Viviamo in una società in cui ogni festa, più che un momento di riflessione o di ritrovo con le persone amate, si trasforma in un’occasione per spendere? Nelle nazioni in cui viene celebrato, il Natale è tipicamente il maggiore stimolo annuale per l’economia. Le vendite aumentano vertiginosamente in tutti i settori merceologici; i negozi introducono nuovi prodotti a prezzi concorrenziali. L’impatto economico del Natale continua dopo le feste, con i saldi nel mese di gennaio, in cui i negozi svendono gli avanzi di magazzino. Molte persone religiose, come anche gli anti-consumisti, lamentano una “commercializzazione” del Natale, ne sono un classico esempio i Mercatini di Natale, sorti negli ultimi anni come i “funghi”.

Una stagione natalizia dominata dal denaro e dal consumo, di cui fanno le spese i valori importanti della festa come l’amore, la compassione, la generosità e la gentilezza. Eppure, se per un attimo guardiamo con gli occhi da bambino, la vera bellezza del Natale sta anche in questo, nelle luci magiche e colorate che adornano, le terrazze, gli angoli delle strade, nell’albero addobbato, nell’acquisto dei regali. nei mercatini di Natale che nel loro assordante caos stupiscono e fanno sognare piccoli e grandi.

I mercatini attraggono migliaia di persone l’anno, l’atmosfera che sanno ricreare, specialmente quelli presenti sul nostro territorio, è unica e le persone la ricercano per entrare nella favola e nel meraviglioso mondo incantato del Natale. Certo i valori importanti sono altro, lo sappiamo, ma guardate anche i bambini,si accorgono e percepiscono che questa atmosfera, che questo preciso periodo dell’anno è speciale, perché nasce Gesù certo, ma anche perché gli adulti hanno deciso di ritrovarsi tutti insieme, una volta l’anno, con la propria famiglia, mettendo da parte per un giorno i problemi, le difficoltà, le preoccupazioni di tutti i giorni. Si fermano per godere di quello che siamo e abbiamo. E’ importante ritrovare gli affetti e le piccole cose di tutti i giorni. Tutto questo rientra nel grande Spirito del Natale.

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junior - concorso

Miglior Slogan parrocchiale del 2016 A buon intenditore poche parole…questo è il detto che ben si adatta al concorso proposto in questa edizione. Cari Amici, in questo numero si chiede uno sforzo letterario e di fantasia, colui/colei che riuscirà a trovare il nuovo slogan per l'anno a venire sarà il vincitore. Un messaggio breve che racchiuda un augurio di pace e fratellanza dedicato alle nostre tre parrocchie: Aldeno, Cimone e Garniga..

Poche righe che trasmettano con semplicità buoni propositi alle persone che vivono nella nostra comunità e che credono con ottimismo in un futuro migliore.

Lo slogan deve essere riportato sul tagliando allegato e depositato nella cassetta della parrocchia compilato in ogni sua parte entro e non oltre il 14 febbraio 2016. Il più originale verrà premiato e sarà presente nella prima pagina del prossimo bollettino parrocchiale.

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RITAGLIARE

MODULO DI ISCRIZIONE CONCORSO

Miglior Slogan parrocchiale del 2016 SLOGAN ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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NOME E COGNOME

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ETA’..........................................................................................................................

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E-MAIL

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GMG - Cracovia 2016

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dal gruppo missionario di Carlo Plotegher 28

Auguri Natalizi dal Sudan Carissimi e affezionati sostenitori delle Missioni, in tempi di Auguri Natalizi e per l'anno Nuovo, ci uniamo a quelli di un Missionario che spesso ci scrive dalla profonda Africa e cioè dal Sud Sudan.

"Vi spero tutti in buona salute. Le nostre notizie già le sapete dalla TV, quindi non occorre ripeterle. L'entusiasmo della nostra gente qui di appartenere al Signore come suoi figli/e come vantaggio del Battesimo è sempre grande. Il Signore sa già che cosa ci occorre, ma ci invita a stare con Lui in preghiera per godere della sua sapienza, forza d'animo e consolazione. Usufruendo delle virtù che Egli ci regala con il Battesimo, abbiamo fede e fiducia in Lui che tutto può, abbiamo la speranza nel premio che ci darà; ci facilita la generosità verso gli altri, la nostra attività continua con costanza.

La gente dice: il Signore sa della nostra situazione di Rifugiati dal Sud, sa che gli affitti sono praticamente raddoppiati dallo scorso anno, sa che le medicine essendo per lo più importate, costano sempre di più, sa che le vedove non trovano più lavoro come lavandaie perché chi può si è comperata la lavatrice. Il Signore sa e perciò ci aiuterà regalandoci la sospirata PACE. E' la parola con cui qui ci si saluta: "salaamaleikum".

E' l'augurio degli angeli a Betlemme, è stata la prima parola di Gesù dopo la Risurrezione. La desideriamo con fiducia intensa.

Con il Natale, il Signore ci garantisce che è con noi, con tutta la sua Potenza e Premura. Quindi auguri di beneficiare dei Suoi doni, anche se a volte non così evidenti e immediati."

BUON NATALE E BUON ANNO dal Gruppo Missionario di Aldeno assieme.

iamo quasi giunti al termine del cammino di San Giacomo in Alto Adige.

Percorrendo il sentiero di fondovalle raggiungiamo Chiusa di Rio di Pusteria, che S il conte Sigismondo del Tirolo fece costruire nel 1472, con lo scopo di controllare stra-

di Celestina Schmidt

de e merci trasportate. Nel 1809 la chiusa fu testimone di una sanguinosa battaglia all'epoca delle guerre di liberazione del Tirolo. Oggi le antiche mura sono restaurate e convertite a luogo di cultura per soli scopi pacifici. La Parrocchiale gotica di Sant'Elena a Rio di Pusteria con i suoi bellissimi affreschi esterni ed interni costituisce assieme alla cappella del cimitero di San Floriano un insieme artistico unico, alla cui atmosfera è difficile resistere.

A questo punto è possibile intraprendere due percorsi alternativi per raggiungere Fortezza: uno diretto e uno che passa da Novacella e Bressanone.

PRIMO ITINERARIO: per raggiungere direttamente Fortezza bisogna seguire la Via Crucis che poco dopo Aica finisce alla chiesetta di pellegrinaggio del boschetto di pino silvestre. La cappella Stocklvater del XVIII sec. ci induce a soffermarci.

Sopra Aica raggiungiamo il nuovo sentiero lungo il lago artificiale di Fortezza, che ci porta fino in paese.

SECONDO ITINERARIO: permette di visitare Novacella e Bressanone. Si scede dalla stazione V della Via Crucis verso sinistra, superando un ponte sulla statale per arrivare a Sciaves. Sul sentiero n. 8 si segue una stradina dritta fino a raggiungere l'Albergo Strasser. Per il sentiero n. 4 a destra, dopo Il duomo di Bressanone un'ora di cammino si raggiunge Novacella dove è possibile visitare l'Abbazia. L'Abbazia di Novacella è caratterizzata da elementi architettonici gotici e barocchi. Fu fondata nel 1142 dal Beato Vescovo Hartmann e fortificata nel XVI secolo per paura dell'invasione turca.

Affreschi gotici e tardo - gotici si possono ammirare sia nel chiostro che nella chiesa romanica di San Vittore. La cappella di San Michele costruita in stile romanica all'esterno dell'Abbazia sembra costruita come rifugio per i pellegrini.

Visto che siamo a Novacella, camminando verso sud per mezz'ora, è possibile raggiungere Bressanone e ammirare il suo Duomo.

Tornando dopo la visita del Duomo sui passi del nostro Cammino, dopo l'Abbazia attraversiamo il vecchio ponte sull'Isarco, svoltiamo a destra e raggiungiamo il sentiero n. 1, che superando la statale e l'autostrada ci porta al laghetto di Varna. Costeggiando il laghetto sul lato est percorriamo, parallelamente all'autostrada, la ciclabile fino a raggiungere Fortezza. Il paese deve il suo nome all'imponente fortezza voluta dall'Imperatore austriaco Franz I, L’abbazia di Novacella costruita tra il 1833 e 1839.

in gita con la famiglia

4° tappa: Vandoies di Sotto - Novacella - Fortezza

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le donne del novecento

Edith Stein (Santa Teresa Benedetta della Croce) dith nacque a Breslavia (allora in Germania, E attualmente città polacca di Wroclaw) nel 1891, ultima di 11 figli, da una coppia di sposi

a cura della redazione

La conversione

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ebrei.

Si distinse subito negli studi. Terminato il liceo, si iscrisse alla facoltà di filosofia e lì Dio ha perso interesse, le sue abitudini religiose cessarono, fece a meno di Dio, lo dimenticò metodicamente, disobbedendo alle insistenti raccomandazioni della madre, integerrima credente ebrea. Si laureò con il massimo dei voti sul tema della «empatia». Scoppia la prima guerra mondiale, accorre come crocerossina ad alleviare il dolore dei feriti. Attenta osservatrice, comincia a sentire dentro di sé un certo disagio filosofico-religioso che diventa sempre più insistente...

Durante una visita ad una chiesa cattolica, rimase meravigliata «Al veder entrare la gente tra un’occupazione e l’altra, quasi per una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita a tal punto che non mi riuscì più di dimenticare quella scena...».

Più avanti, andò a trovare la moglie di un caro amico morto in guerra , pensando di trovarla affranta e disperata, la trovò invece con il volto addolorato ma serena. E racconta: «Fu quello il mio primo incontro con la Croce, con quella forza divina che la Croce dà a coloro che la portano. Per la prima volta mi apparve visibilmente la Chiesa, nata dalla Passione di Cristo e vittoriosa sulla morte. In quel momento stesso la mia incredulità cedette, il giudaismo impallidì ai miei occhi, mentre si levava dal mio cuore la luce di Cristo. E’ questa la ragione per cui, nel prendere l’abito di Carmelitana, ho voluto aggiungere al mio nome quello della Croce».

Ma un altro fatto fu ancora più decisivo. Fu ospite per un po’ di tempo di una coppia di amici convertiti al protestantesimo. Aveva a sua disposizione la loro biblioteca.

«Senza scegliere, presi il primo libro che mi capitò tra mano. Era un grosso volume che portava il titolo: Vita di Santa Teresa d’Avila scritta da lei stessa. ne incominciai la lettura e ne rimasi talmente presa che non la interruppi finché non fui arrivata alla fine del libro. Quando lo chiusi dovetti confessare: Questa è la verità». E’ la conversione!

Il Battesimo

Aveva trascorso nella lettura la notte intera. Al mattino andò in città a comprare un catechismo ed un messalino: li studiò a fondo e dopo qualche giorno si recò ad assistere alla prima Santa Messa della sua vita. «Niente mi rimase oscuro. Compresi anche la più piccola cerimonia. Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con molto stupore e mi rispose che era necessaria per l’ammissione in seno alla Chiesa una seria preparazione. Per tutta risposta riuscii a balbettare: La prego, reverendo Padre, mi interroghi...».

Suora carmelitana

Libera dall’insegnamento matura finalmente la decisione di diventare suora di clausura entrando nelle Carmelitane di Colonia. Teresa Benedetta della Croce si mette umilmente in fila con tutte le altre consorelle che di lei nulla sanno, disbriga con un certo impaccio i lavori manuali. E’ facile immaginare il disagio di una donna che si era fino ad allora dedicata solo alla ricerca filosofica e alle conferenze e lezioni accademiche e che si trova improvvisamente semplice novizia come tutte le altre, chiamata a servizi semplici e manuali.

Una rabbiosa ondata di razzismo la costringe a trasferirsi nel monastero olandese di Etch, ma anche làm era al sicuro; la conferenza dei vescovi olandesi il 20 luglio1942 fece leggere in tutte le chiese del paese un proclama contro il razzismo nazista. In risposta, il 26 luglioAdolf Hitler ordinò l’arresto degli ebrei convertiti (che fino a quel momento erano stati risparmiati). Edith e sua sorella Rosa, pure lei convertita, furono catturate e internate nel campo di transito di Westerbork,dove Edith si distingue perché trova sia la forza per pregare sia la capacità di consolare le altre donne con figli che vivevano nel campo.

le donne del novecento

Dopo un approfondito esame, il prete meravigliato per tanta preparazione, fissò il Battesimo per il capodanno del 1922 e proprio in quell’occasione Edith aggiunse al suo nome quello di «Teresa». Il Battesimo determinò una dolorosa lacerazione con la madre, che non riusciva a capire perché la figlia non fosse ritornata al Dio dei suoi padri. Intanto Edith continua nei suoi studi, conferenze e pubblicazioni rigorosamente filosofiche. Ma la filosofia diventa ormai sempre più per lei una «verità senza anima», man mano che arriva a gustare «la verità che si sa per amore».

Le leggi razziali di Hitler la cacciano dall’insegnamento. Da tempo ha presagito per la Germania, sua patria, e per gli ebrei, suo popolo, tragiche rovine, avvertendo tutti per tempo, inviando una lettera perfino al Papa.

Auschwitz

Nella notte del 6 agosto 1942, un treno della morte trasportava il suo lugubre carico di prigionieri (donne, uomini d’ogni età e bambini) verso le paludi della Slesia, ad Auschwitz. Tra essi c’era la Carmelitana Teresa Benedetta con la sorella Rosa. Il loro reato era d’essere ebrei. Dopo due giorni di sete, fame e disagi terribili in vagoni piombati, arrivano al campo di concentramento e furono tutti avviati alle camere a gas; e poi i loro corpi nudi, cremati o gettati in una fossa comune.

Confidò ad un compagno di prigionia: «Non avrei mai immaginato che gli uomini potessero essere così... e che le mie sorelle e i miei fratelli ebrei dovessero soffrire tanto... Ora io prego per loro. Ascolterà Dio la mia preghiera? Certamente ascolterà il mio lamento».

A conclusione riportiamo questa affermazione che suona fiera e stridente, considerando il luogo e il modo in cui ha terminato la sua vicenda umana: «Credo in Dio. Credo che la natura di Dio è amore; credo che nell’amore l’uomo esiste, è sostenuto da Dio, è salvato da Dio».

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la Sacra Scrittura a cura della redazione 32

Chi era costui?

Gioele

P

roseguiamo nella conoscenza dei "profeti minori". Già abbiamo spiegato la scorsa volta che minori non va riferito alla loro caratura personale o spirituale, ma alle dimensioni degli scritti che vengono loro attriIl giorno del signore Il profeta descrive con dovizia di particolari la tragedia che incombe sul popolo.

Rivela una partecipazione viva a una vicenda che doveva gettare nel panico e nella disperazione uomini e animali, tormentati da sete e fame. È questo lo sfondo terribile per introdurre "il giorno del Signore", presentato con un suono dello Shofar (il corno), una specie di allarme che dilaga per tutta la terra di Israele. Si usa la tradizionale coreografia delle teofanie, cioè delle solenni apparizioni divine, con tenebre e fulmini. Quello che prima era frutto delle avverse condizioni climatiche e ambientali, diventa ora effetto dell'ingresso di Dio giudice, sul quale entra nella storia per compiere la sua opera di giustizia, a cui nessuno è sottratto.

Il giorno del Signore che Gioele descrive comprende la rappresentazione di una terribile invasione da parte di un esercito che tutto conquista.

Ogni spazio è occupato, ogni intimità violata, perché si tratta di un'irruzione che non ammette opposizione. Fuori di immagine, il profeta fa capire che siamo in presenza dell'esercito cosmico di Dio, tant'è vero che cieli e terra, sole e luna, e astri sono coinvolti.

Comandante supremo di questa immensa armata è il Signore stesso, che dirige la battaglia del suo grande "giorno", in cui si giudica l'intera storia dell'umanità.

buiti.

Gioele non offre nel suo breve libro indicazioni biografiche dirette: linguaggio e temi lo fanno collocare in epoca tarda, dal V al IV sec a C. La sua opera è sostanzialmente affidata a due grandi scene, nella prima (cap 1 - 2) si ha una vivace rappresentazione di due piaghe endemiche dell'agricoltura orientale, la siccità e l'invasione delle cavallette. Le torme di questi insetti, che con i loro sciami oscurano il cielo e trasformano in deserto i campi coltivati, portando ovunque carestia e desolazione, diventano il simbolo di un'invasione militare che tutto annienta.

L'immagine, che in pratica vale anche per la nostra lingua, che accosta le "cavallette" ai "cavalli" e alla "cavalleria", è un segno del pericolo da una parte di un nemico e del relativo giudizio che Dio sta operando nei confronti del suo popolo. Dopo la descrizione di una solenne

Sistina Il Profeta Gioele

ne del Signore su Israele, la nazione che si è scelto come sua eredità.

Il Signore risponde ed effonde il Suo Spirito. A chi lo invocherà renderà benessere e salvezza. Dio abiterà per sempre con i giusti in un mondo dove scende pioggia abbondante, i pascoli rinverdiscono, gli alberi offrono i loro frutti, le aie si colmano del grano raccolto, la vendemmia è ricca e gli abitanti della terra santa si abbandonano finalmente alla festa.

la Sacra Scrittura

liturgia penitenziale, per ottenere la liberazione divina da questo flagello, si passa alla seconda scena (cap 3 - 4), di taglio apocalittico. L'avvio del capitolo 3 è stato, tra l'altro, citato da Pietro nel suo discorso di Pentecoste (Atti degli Apostoli 2,17-21).

Gioele evoca diverse specie o differenti momenti di sviluppo di questi voraci insetti per mostrare le conseguenze della loro devastazione, dipinta in modo molto vivace.

Essi assomigliano ad un esercito invasore che mette a ferro e fuoco il paese. Si leva allora il lamento di tutta la comunità, a partire dai gaudenti che non avranno più vino, perché le viti son state divorate nel loro fogliame, per giungere alle giovani coppie, agli agricoltori e anche ai sacerdoti, in quali non hanno più la materia prima delle offerte, cioè l'olio, la farina e il vino. I sacerdoti proclamano allora un giorno ufficiale di digiuno per implorare dal Signor sostegno in questa situazione drammatica.

L'appello divino esige la convocazione di un'assemblea liturgica solenne a cui partecipino tutte le classi e le età, dagli anziani ai bambini, fino ai giovani sposi. Tra il portico e l'altare degli olocausti, nella grande area a cielo aperto del tempio, i sacerdoti devono innalzare a Dio un'intensa invocazione al perdono e alla rinnovata protezioIl Signore parla e manda un messaggio di conversione Quello di Dio è un invito alla conversione, espresso con il tipico verbo "tornare", che indica un mutamento di rotta dell'uomo, chiamato ad abbandonare la via del male per affidarsi totalmente a Dio. La conversione non deve essere un gesto solo rituale, ma deve coinvolge il cuore e la vita, come sono soliti ripetere i profeti.

Soltanto così il Signore può cambiare la sua decisione e offrire di nuovo benedizione e prosperità al suo popolo.

In quell'occasione JHWH pronunzia un oracolo di speranza: ritorneranno benessere e la pace sugli Israeliti.

L'esercito invasore (sia il nemico sia le cavallette) verrà disperso e ridotto a cumuli di cadaveri. La promessa del Signore è vista subito in azione, e il profeta la raffigura attraverso una scena idilliaca.

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la Sacra Scrittura Nell'era perfetta della salvezza, quando si apriranno gli ultimi giorni, lo Spirito del Signore non sarà più effuso solo sui profeti, sui capi, sui re, sul Messia, ma sull'intero popolo di Dio, dai giovani agli anziani, dagli uomini alle donne, dai liberi agli schiavi. Ma sugli empi si abbatterà la tempesta della collera divina, che inaugurerà il suo giudizio nella Valle della decisione o Valle di Giosafat, situata a oriente dell'antica area del tempio e della città di Gerusalemme.

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Valle della Decisione La parola "Giosafat" in ebraico significa "il Signore giudica": esprime, perciò, simbolicamente l'evento finale della storia, descritto dal profeta con colori accesi, che saranno ripresi in seguito dall'arte e dalla letteratura.

L'identificazione della valle di Giosafat con quella orientale di Gerusalemme (la valle del Cedron) è avvenuta nel IV sec d.C e ha fatto sì che essa si popolasse di migliaia di sepolcri di fedeli ebrei, che hanno voluto attendere là il giudizio finale divino.

Sussidio Avvento 2015

«Aspettate la sua misericordia» è il sussidio per la preghiera personale di Adolescenti e Giovani nel tempo forte dell’Avvento.

Un cammino alla scoperta delle opere di misericordia. Per ogni giorno è proposto il brano del Vangelo con breve commento, una preghiera e un impegno concreto.

Il sussidio è disponibile presso la Segreteria Generale della Curia diocesana.

appuntamenti

"ASPETTATE LA SUA MISERICORDIA"

APERTURA ISCRIZIONI GMG 2016 3 novembre 2015 - 20 febbraio 2016

Sono aperte le iscrizioni per la Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia in programma dal 24 luglio al 2 agosto 2016 per giovani nati dal 1981 al 2000.

Il termine di iscrizione è fissato per il 20 febbraio 2016 fino a un numero massimo di 1000 partecipanti.

Tutte le informazioni sono disponibili online sul sito.

La registrazione avviene ONLINE! N.B Per i minorenni è richiesto un maggiorenne responsabile nel ruolo di accompagnatore. Suo compito sarà anche la gestione della registrazione del minorenne.

GIUBILEO DEI RAGAZZI ROMA, 23-24 aprile 2016

Il Giubileo dei ragazzi: è l’incontro per i ragazzi dai 13 ai 16 anni che si svolgerà a Roma nei giorni 23/24 aprile 2016.

Sono previsti diversi momenti del pellegrinaggio a Roma: il cammino da Castel Sant’Angelo fino a San Pietro con meditazione e confessioni per poi oltrepassare la porta santa.

Sabato sera si terrà un momento di festa per tutti i ragazzi allo Stadio Olimpico.

Domenica invece sarà il momento della celebrazione della Santa Messa assieme a Papa Francesco in San Pietro.

Per info e iscrizioni http://www.noitrento.it/roma/

CAPODANNO CAPOVOLTO Dai all’ultimo un nuovo volto!

31 dicembre 2015

Che fai quest’anno a capodanno?

La Caritas diocesana di Trento insieme alla Pastorale Giovanile, alla Pastorale Universitaria e alla Fondazione Comunità Solidale organizzano la quinta edizione a Trento di “Capodanno insieme”: Capodanno di festa da condividere con persone che altrimenti sarebbero sole, emarginate, o semplicemente senza festa.

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appuntamenti

Saremo accolti in diverse realtà: in alcune ci saranno dei servizi da svolgere, ma soprattutto, ognuno di noi sarà chiamato a trascorrere alcune ore in compagnia di persone che gradiscono la nostra presenza, in un momento particolare dell’anno.

Rivolta ai giovani dai 18 ai 28 anni che vogliono mettersi a servizio e divertirsi insieme. Per partecipare è necessaria l’iscrizione entro e non oltre il 18 dicembre 2015. Per info e iscrizioni consulta il sito.

SIATE OBIETTIVI

Bando di concorso per la realizzazione di un cortometraggio L’emittente TV Telepace Trento, in collaborazione con il Centro di Pastorale Giovanile e l’Associazione NOI Trento, indice un concorso per la realizzazione di un cortometraggio della durata indicativa di 5’, sulla seguente traccia: VIAGGI CONTROCORRENTE. Un vero viaggio non è cercare nuove terre ma avere nuovi occhi. (Marcel Proust) Cari giovani, andate controcorrente.

Andate avanti, fate rumore. Costruite un mondo di bellezza, di bontà e di verità. Questo fa bene al cuore, ma ci vuole coraggio. (dai discorsi di Papa Francesco). Per info sul bando: http://www.noitrento.it/images/filearticoli/2015novembre/Bando siate obiettivi.pdf

SOGNARE IN GRANDE! È disponibile online la scheda di condivisione percorsi dei gruppi adolescenti parrocchiali. Questo strumento, pensato in particolar modo per gli animatori degli adolescenti, ha l’obiettivo di elaborare orientamenti comuni utili per i giovani dell’intera Diocesi e conoscere meglio le realtà presenti valorizzandone le risorse. “Sognare in grande!” può diventare inoltre un’opportunità di confronto e dialogo per riflettere, come gruppo animatori, sul proprio cammino di educatori. Aspettiamo le vostre preziose risposte entro il 31 gennaio 2016!

ALTRE INFORMAZIONI - “Più cuore in quelle mani”proposta di servizio accanto all’ammalato presso l’Ospedale San Camillo.

- “Amore in azione”, esperienza di servizio in una struttura di accoglienza legata allaCaritas diocesana.

- È disponibile online il Calendario della Pastorale Giovanile dell’anno 2015 - 2016.

- Sono scaricabili onlinetutti i capitoli del Sussidio Adolescenti 2015-2016 «L’amore fa rumore» 36

«Una cosa ben detta conserva il suo sapore. in tutte le lingue» J.Dryden l cuore di Parigi colpito a ripetizione dal terrorismo islamico, gli Iescalation attacchi coordinati nel centro della Ville Lumiere segnano una furiosa di una guerra dichiarata a tutto l’Occidente che,

a cura della redazione

in una notte parigina di novembre, ha creato panico e ansia in tutta Europa. Siamo di fronte ad una guerra che è andata oltre i confini del Califfato, della Siria e dell’Iraq, come era successo con l’attacco agli Stati Uniti quattordici anni fa.

Adesso tutti dobbiamo affrontare qualcosa a cui non eravamo preparati. Morti trucidati per le vie di una capitale europea, ostaggi giustiziati a sangue freddo, uno alla volta, folli kamikaze che si fanno saltare in aria, bombe ad uno stadio e in un teatro.

Non ci sono, forse, precedenti nella Vecchia Europa. Nulla a che vedere con i precedenti attacchi a Parigi, alla metropolitana di Londra o alle stazioni di Madrid. L’orrore portato fuori dai confini delle guerre combattute a cavallo del confine tra Iraq e Siria lancia una sfida diretta all’Occidente andandolo a colpire nel cuore della Vecchia Europa, seminando i germogli dell’odio e del rancore. Ma confusi tra mille sensazioni e reazioni, veniamo esortati al silenzio e ad una pausa di riflessione da un giovane uomo, rimasto improvvisamente e tragicamente vedovo, comprensibilmente provato dal dolore di una perdita non annunciata dell’amore della sua vita, che trova la forza di continuare e non arrendersi all’odio e al rancore: «Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore.

Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una battaglia persa.

L’ho vista stamattina. Finalmente, dopo notti e giorni d’attesa. Era bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai perdutamente di lei più di 12 anni fa. Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di corta durata. So che lei accompagnerà i nostri giorni e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere nel quale voi non entrerete mai.

Siamo rimasti in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo.

Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi e farà merenda come ogni giorno e poi giocheremo insieme, come ogni giorno, e per tutta la sua vita questo petit garçon vi farà l’affronto di essere libero e felice. Perché no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio».

Lettera ai terroristi - Antoine Leiris

approfondimento

A proposito di … coraggio!

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Vieni all’oratorio col Bepi el Toni

      

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 Toi, Bepi! Sa fat stasera?  Ah no so Toni, me digo che narò a vardar en film dal Gino.  Ma sol voi doi?  Sì, te sai bem che no conoso nesuni! Perchè ti sa fat scuseme?  Ma vago all'oratorio, benedetto! Vegnì anca voi!  All'oratorio? A far che po'? No no, no l'è misteri per mi, da brao!  Ma dai che te te divertiresi anca ti! Som na anca sabo pasà, avem fat el pigiama party e l'è stà propri bel! Ne sem godesti da mati, avem magnà, avem bevù e avem zugà! Pensa che gh'era anca el Pio, el Giani Vacca e el Carlo da Garniga Vecia.  Ma dai, anca el Carlo?!?! No l'averia mai dit!

Alora el dev'eser sta propri bel!

Gh'e en casin de animatori en gamba che organizza sempre en mucio de bele robe! Gh'e sempre festa, fem en sac de comedie! Gh'e sta en par de volte che i n'ha portà la pizza e gh'e sempre temp per star ensema e far en po' de gazer!

Ah ma te disi che me divertiria anca mi, si?

Ma si, gh'è anca da rampegar, a ti che te pias nar en montagna! Se no te g'hai voia de moverte, zerte volte vardam anca film o partide! Ma varda che pol nar anca to sorelota, che el sabo dopo disnar gh'è oratorio anca per i mateloti.

Ma dai? Alor gh'el digo! Ma sa fai i pupicioi?

I zuga, i canta e st'am i animatori i ha anca pensà de far n'oratorio "istruttivo"!

Istru che??

Ma niente Bepi, i vole nsegnarghe qualcos che ghe poda servir, ma miga robe noiose, gh'è sempre da divertirse, no sta pensar a la scola! Per dirte en primavera i vol nar en Zei a far do pasi en mez ai boschi! i fa anca merenda en sema sat? I m'ha dit che i ha fat pandoro con la nutella l'altro dì!  Pandoro con la nutella??

Scolta, basta quel.  Alora te speto en piaza ale 8 con elo?  Ah tel sai bem, ne vedem dopo!

on è stata una Sagra qualunque quella che si è svolta il 12 -13 settembre 2015 a Cimone, ma una vera maratona canora che ha visto protagonisti della serata di N sabato alcuni cori trentini rinomati quali il "Coro Tre Cime" di Cimone che in que-

st'occasione ha festeggiato il suo 15° di fondazione, il "Coro Stella del Cornet" di Ravina e Romagnano ed il "Coro Coralità Clesiana " di Cles.

L'onore di aprire la serata è toccato al Coro Rigotondo di Cimone, coro parrocchiale formato da circa 35 coristi e 6 musicisti tutti di età compresa tra i 6 e i 26 anni, che ha stregato il folto pubblico presente in chiesa con alcuni canti tratti dal panorama della musica leggera nazionale.

La serata è poi proseguita con l'esibizione del "Coro Tre Cime" che ha intonato alcuni canti di montagna; a seguire poi si sono esibiti gli altri due cori ospiti.

Il finale ha lasciato tutti a bocca aperta quando i tre cori si sono uniti in un canto finale.

Nella giornata di domenica, invece, tanti sono stati i momenti in cui la comunità si è raccolta attorno all'immagine della Madonna e alla Sua venerazione nel pomeriggio, infatti, sono state molte le persone che hanno partecipato al momento religioso che ormai negli ultimi tre anni ha visto uscire solo sul sagrato della chiesa la statua della Madonna. Anche quest'anno il tempo non ha permesso di poter svolgere la processione lungo le vie del centro storico. Il momento religioso è stato onorato dalla presenza oltre che del coro Rigotondo, anche dalla compagnia Schützen di Rovereto e dai Carabinieri della locale stazione di Aldeno in alta uniforme.

La sera poi, a sorpresa, la comunità di Cimone è stata onorata della presenza di Sua Eccellenza l'Arcivescovo Monsignor Luigi Bressan, fatto storico non registrabile negli archivi parrocchiali di Cimone. Monsignor Bressan ha celebrato la Santa Messa di inizio anno scolastico per gli alunni delle tre comunità .

Da cornice alla kermesse canora hanno fatto i numerosi punti ristoro dove venivano proposti piatti tipici trentini quali polenta e lumache, cunel, orzetto e fagioli, ma anche piatti etnici e dolci prelibati tra i quali spiccavano gli strauben, da non dimenticare il vaso della fortuna e i numerosi angoli didattici e di artigianato L'occasione per ringraziare quanti hanno dedicato il loro tempo prezioso al fine della buona riuscita del tutto e al parroco Monsignor Don Renato Tamanini per la Sua presenza. Un particolare ringraziamento alle associazioni che hanno collaborato nei vari settori.

la sagra di Cimone

Non solo sagra…

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notte di Natale a Cimone 40

Notte di Natale e cantori della stella a Cimone

A

nche quest'anno come da tradizione verrà celebrata nella Chiesa Parrocchiale di San Rocco di Cimone la Santa Messa della notte di Natale alle ore 23.00, arricchita da un'introduzione canora e di preghiera animata dal Coro Rigotondo e dal Coro Tre Cime di Cimone.

La Messa della Vigilia è molto sentita dalla comunità di Cimone ed anche dai paesi limitrofi che affollano numerosi la Chiesa di San Rocco per poter assistere alla celebrazione liturgica presieduta dal nostro parroco Monsignor Don Renato Tamanini ed animata dal presepio vivente. Per la prima volta da quest'anno ci sarà la presenza dei Cantori della Stella gruppo formato dai ragazzi della catechesi e dal Coro parrocchiale. L'esempio è stato seguito già da altri paesi del Trentino; questa tradizione che proviene dal Nord Europa ha come scopo la raccolta di fondi per l'infanzia missionaria ed un valido metodo di educazione e di sensibilizzazione di tutta la comunità. I ragazzi percorreranno le vie del paese nel periodo che va dal 31.12 al 05.01 dove i bambini si trasformeranno in Magi o in pastori: i gruppetti accompagnati da un adulto si lasciano guidare dalla Stella, portata da uno dei ragazzi e vanno a visitare le famiglie della numerose frazioni. Alle persone che li accolgono offriranno i loro canti, poesie, messaggi di pace e di amore ed un piccolo segno consistente in una stellina. Sono invitati a partecipare a tale iniziativa tutti i bambini e ragazzi che accolgono quella proposta accompagnati dai catechisti, dai genitori e dal parroco.

Il 26 dicembre alle ore 15.00 in Duomo a Trento si svolgerà una celebrazione e in quell'occasione l'Arcivescovo, richiamandosi al tema missionario dell'anno pastorale in corso, darà solenne mandato ai "Cantori" di portare il lieto annuncio del Natale nelle proprie comunità. Nella nostra comunità durante la Santa Messa della domenica successiva il parroco rinnoverà il mandato a tutti i "Cantori".

Si ringraziano fin d'ora le numerose associazioni e le persone che allestiranno i vari presepi in Chiesa e all'esterno nonché tutti coloro che si dedicheranno alla buona riuscita della serata.

In concomitanza all'introduzione della cerimonia liturgica ,arriverà in chiesa dal Molin dei Frizi la consueta fiaccolata dal nome "Luci di speranza" organizzata dal gruppo Fibrosi Cistica di Trento in collaborazione con le associazioni di Cimone.

' stata una sorpresa. Un giorno ricevo una telefonata da don Lino Zatelli, parroco E della parrocchia di san Carlo a Trento, nella quale mi annuncia una telefonata del Vicario Generale per sondare la disponibilità di dare la canonica di Garniga Terme ad

una famiglia di kossovari. In effetti arriva la telefonata del Vicario: si tratta di una famiglia con sei figli, che sono ospitati da un cognato in un appartamento di 70 metri quadrati, dove vivono 11 persone! Visto che la canonica è libera, mi riservo di sentire il parere della comunità tramite il Consiglio Pastorale e di dare risposta il lunedì seguente. I membri del Consiglio fanno notare che le spese per il riscaldamento e le altre utenze sono molto alte e quindi bisogna valutare bene per non trovarci addosso spese che non riusciamo a coprire. La settimana seguente in curia a Trento vengono chiarite le modalità di cessione della canonica: - si cede la canonica alla Parrocchia di san Carlo con un atto di comodato gratuito - la Caritas della Parrocchia di san Carlo si impegna a completare l'attrezzatura mancante (letti, materassi, coperte ecc) e a pagare le utenze di luche, acqua e gas; - per rendere possibile la separazione dei consumi, la Curia fa mettere un conta litri e un conta calorie sull'impianto del riscaldamento; - la Parrocchia di san Carlo si impegna a rifondere eventuali spese dovute a guasti o danni causati all'immobile - il contratto di comodato può essere revocato in qualsiasi momento con preavviso di tre mesi.

A queste condizioni, che non comportano nessun onere per la parrocchia di Garniga, la canonica viene affidata alla Parrocchia san Carlo e dal 1° dicembre è occupata da questa numerosa famiglia di kossovari. Il giorno in cui si sono trasferiti a Garniga, don Lino ha voluto essere presente ed ha invitato anche il sindaco Valerio e l'assessore alle politiche sociali Luisa, che avevano in realtà manifestato in precedenza di essere disposti a dare un saluto di accoglienza ufficiale alla famiglia.

Così ha avuto inizio una storia di accoglienza, dovuta principalmente alla generosità e all'intraprendenza della Caritas parrocchiale della parrocchia san Carlo e del suo parroco don Lino, che ringraziamo di tutto cuore per l'esempio di apertura e di generosità.

Peraltro anche la comunità di Garniga ha iniziato ad esprimere la propria solidarietà alla famiglia ospite con piccoli e significativi aiuti volontari.

FESTIVO

Aldeno

09.30 ore 20.00

Cimone

ore 10.45

Garniga T. ore 18.00

GIORNI FERIALI

Aldeno: lunedì mercoledì venerdì Cimone: giovedì Garniga T.: martedì

ore 17.30 ore 20.00 ore 08.00 ore 18.00 ore 15.30

di don Renato

ORARIO INVERNALE SANTE MESSE

ospiti in parrocchia

Kossovari a Garniga Terme

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Babbo Natale

Aspettando la notte di Natale ubert, l’anziano Babbo Natale, saltò giù dal letto: accipicchia, non si era sve«H gliato in tempo! Era già la vigilia di Natale, e non c’era ancora nulla di pronto, nemmeno un pacchettino!

Dappertutto sul pavimento erano sparse in disordine le molte letterine di Natale che il postino aveva fatto passare attraverso una fessura della porta. Quasi contemporaneamente qualcuno busso alla porta e la renna Max, fedele assistente di Hubert, entrò puntuale come ogni anno. “E che cosa faccio adesso?” si lamentò Hubert. “La sveglia non ha suonato!”. “Chiedi a Otto, il mago, se può fermare il tempo, così tu potresti procurarti ancora tutti i regali”, suggerì la renna Max. “Otto sa soltanto far apparire conigli dal cilindro!” brontolò arrabbiato Hubert “E per di più soltanto bianchi!”. “Allora portiamoci dietro la cassa dei travestimenti”, disse la renna Max. La cassa dei travestimenti era un baule enorme e pesante, pieno di vecchi costumi, fazzoletti colorati, cappelli, scarpe e scialli che Hubert, anni prima, aveva ricevuto in regalo da una compagnia teatrale.

Quando la caricarono sulla slitta questa si ruppe nel mezzo. “E adesso che faccio?” si lamentò Hubert. “Portiamola a mano” sbuffò la renna Max, si sfregò gli zoccoli prima di mettersi al lavoro e trasportarono la cassa così per tutta la strada fino in città… per fortuna era in discesa. Tutti i bambini stavano già aspettando con ansia i regali di Natale. Ma quell’anno Hubert e Max, al posto dei regali, fecero una divertente rappresentazione teatrale. E non ebbero niente in contrario quando, uno dopo l’altro, i bambini si misero anch’essi a recitare. Si narrava di un Babbo Natale stanco e arruffato… e l’inizio faceva cosi: Hubert, l’anziano Babbo Natale, saltò giù dal letto … accipicchia, non si era svegliato in tempo!»

IL DECANATO DI MATTARELLO PER GLI ADOLESCENTI Celebrazione penitenziale di Natale: venerdì 18/12 ad ore 18,30 a Mattarello.

Seguirà cena e serata informativa sulla GMG Celebrazione penitenziale di Pasqua: venerdì 4/3 2016 ad ore 20,30 in Duomo per tutta la zona di Trento.

Gita decanale: domenica 22/05 2016 con meta da definire 42

ercando degli spunti sul percorso di avvicinamento alle imminenti festività ci C imbattiamo in un articolo intitolato “Come prepararsi al Natale”.

Incuriositi e speranzosi di trovare illuminanti riflessioni ci immergiamo nella lettura;

il sottotitolo pone subito il quesito “Ami il Natale, ma detesti lo stress che lo precede?” e già qui rimaniamo perplessi. Proseguiamo comunque fiduciosi. Il resto del testo si snoda in una organizzatissima pianificazione managerial-aziendale delle festività: Parte 1 di 4 Pianificare i regali – Parte 2 di 4 Allestire la casa – Parte 3 di 4 Golosità natalizie – Parte 4 di 4 Pianificare gli eventi natalizi.

Ciascuna parte si articola poi in sottoparagrafi specifici, a cui si può ricorrere “alla bisogna” per sedare la propria ansia da prestazione natalizia.

Spaesati e un po’ depressi rinunciamo alla lettura; studiare il comma 2 dell’articolo 4 della Parte 1 di 4 non fa proprio al caso nostro… E’ diventato questo il Natale? E’ questo il modo in cui ci avviciniamo, in cui lo affrontiamo? La festa cristiana che celebra la nascita di Gesù è diventata davvero fonte di stress? Ci serve un piccolo manuale per gestirla? O l’analista?

L’articolo, per quanto assurdo (almeno dal nostro punto di vista), pone in realtà temi interessanti di riflessione critica. E’ uno specchio di quello che siamo diventati o che rischiamo di diventare: ansiosi e tesi sempre all’efficienza. E in fondo consapevoli che così non va.

Richiamando le parole di papa Francesco, alla vera gioia del Natale non basta un “bel pranzone”, che pure è cosa buona, né la pianificazione scientifica dei regali è la strada migliore per preparare la festa. Tre sono i passi indicati al cristiano per prepararsi in modo degno: pregare, rendere grazie a Dio per tutte le cose che la vita ha donato e pensare “Dove posso andare a portare sollievo a chi soffre?”. Il cristiano non può vivere in ansia, con lo sguardo inquieto. “Mai un santo o una santa ha avuto una faccia funebre”.

Al termine di questa breve riflessione non abbiamo sorprendenti consigli “pratici” da darvi per i giorni che si stanno avvicinando: siate semplici, siate pronti all’incontro.

E non dimenticate la gioia!

i preparativi per il Natale

#NonDimenticateLaGioia

Ai genitori Ricordiamo che i bambini che frequentano le attività dell'oratorio, di catechesi e ludoteca devono essere coperti da assicurazione.

Tale associazione è compresa nella quota di adesione all'Associazione Oratori e Circoli NOI. La quota è rimasta invariata ed ammonta ad € 10,00 da pagarsi entro il 15 gennaio unitamente al modulo da compilarsi, che troverete in parrocchia durante le ore di apertura dell'ufficio.

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il canto

Inno ad Aldeno arole di don Valerio Bottura, musica del maestro Armando Franceschini.

P Nell'intenzione degli autori l'Inno ad Aldeno deve essere un canto di affetto al proprio paese per tutti i Naldeneri, e anche per tutti gli ospiti forestieri (che naldeneri

diventano). E così possiamo apprezzare la solidarietà e la collaborazione nell'arricchire e difendere le nostre bellezze naturali e capacità umane.

Rit. - Uno scrigno di luci ripieno ed aperto alla valle di verde, sei un cuore che batte, o Aldeno, sei un canto che in alto si perde.

Siedi all'ombra del monte Bondone salutato dall'Adige lento ed ascolti una vecchia canzone che la Torre ripete nel vento.

Non ti spezza l'Arione fremente, ma è nastro che lega e rallegra.

E una Croce altissima veglia La tua piazza, le case, la gente.

Il lavoro nobilita e stanca, ma il Merlot è rosolio da bere: ai figlioli lo studio non manca, né lo spazio d'intese alle Gere.

RINNOVO IMPIANTO DI RISCALDAMENTO CHIESA - ALDENO

Cari parrocchiani di Aldeno, come potete constatare dal presente riepilogo siamo ancora lontani dalla possibilità di coprire tutta la spesa per la sostituzione della caldaia. Nel frattempo spero abbiate potuto rendervi conto che l'impianto funziona senza disturbare le celebrazioni e mantenendo l'ambiente ben riscaldato. Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno collaborato con il loro lavoro e con le offerte, sia individuali che di enti socialmente utili. Spero che non manchi la disponibilità di molti a contribuire ancora per la copertura della spesa. Sapete perfettamente che le entrate ordinarie della Parrocchia non sono in grado di procurare un pingue contocorrente al quale si possa ricorrere per coprire il deficit. Faccio quindi appello ancoDon Renato ra alla vostra generosità.

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SPESE Ditta Gasperotti: impianto caldaia e accessori Lavori da muratore Lavori elettricista Progetti, spese tecniche e pratica VV. FF. Trento TOTALE SPESE

€ 30.065,00 € 1.980,00 € 2.585,00 € 2.835,00 € 37.465,00

ENTRATE Contributo da Cassa Rurale Aldeno e Cadine Contributo da Circolo Parrocchiale San Modesto Offerte da parrocchiani vari (al 30/11/2015) TOTALE ENTRATE

€ 2.000,00 € 5.000,00 € 10.525,00 € 17.525,00

DEBITO RESIDUO

€ 19.940,00

Vigilio Cimadom di anni 89 Aldeno  26/08/2015

Danilo Frizzi di anni 73 Cimone  28/08/2015

Oscar Mazzurana di anni 90 Aldeno  11/09/2015

Giuseppe Prada di anni 81 Aldeno  11/09/2015

Carmen Brunelli ved.Stech di anni 84 Aldeno  28/09/2015

Giuseppina Baldessarini ved. Comper di anni 85 Aldeno  28/09/2015

Leonardo Maistri di anni 34 Aldeno  30/09/2015

Rino Baldo di anni 95 Aldeno  08/10/2015

i defunti nelle nostre parrocchie

Adelmo Bellesia di anni 68 Cimone  07/08/2015

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i defunti delle nostre parrocchie

Laura Mazzurana ved. Mosna di anni 94 Aldeno  09/10/2015

Maria Coser ved. Muraglia di anni 87 Aldeno  14/10/2015

Gianluigi Modena di anni 60 Aldeno  04/11/2015

Lidda Cramerotti ved. Depaoli di anni 94 Aldeno  25/11/2015

Non piangere per la mia dipartita. Ascolta questo messaggio Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo; se tu potessi vedere e sentire ciò che io vedo e sento in questi orizzonti senza fine, e in quella luce che tutto investe e penetra, non piangeresti.

Sono ormai assorbito dall'incanto di Dio, dalla sua sconfinata bellezza.

Le cose di un tempo sono così piccole e meschine al confronto.

Mi è rimasto l'affetto per te, una tenerezza che non hai mai conosciuto.

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Maria Masera ved. Baldo di anni 93 Aldeno  29/10/2015

Sant’Agostino

Ci siamo visti e amati nel tempo: ma tutto era allora fugace e limitato.

Ora vivo nella serena speranza e nella gioiosa attesa del tuo arrivo tra noi.

Tu pensami così.

Nelle tue battaglia, orièntati a questaù meravigliosa casa dove non esiste la morte e dove ci disseteremo insieme, nell'anelito più puro e più intenso, alla fonte inestinguibile della gioia e dell'amore.

Non piangere, se veramente mi ami.

S. Agostino

ALDENO: Giovedì 10/12 ore 17.00 Prima Media Giovedì 17/12 ore 16,30 4a e 5a elementare Martedì 22/12 ore 16,30 2a Media CIMONE: Martedì 15/12 ore 16.30 Elementari Venerdì 18/12 ore 17.00 Medie e superiori

PREPARAZIONE AL NATALE ALDENO

gli orari

Orario delle confessioni RAGAZZI DELLA CATECHESI

Lunedì 21 ore 20.30 Celebrazione comunitaria del Sacramento della Penitenza Martedì 22, mercoledì 23 e giovedì 24 ore 20.30 TRIDUO NATALIZIO

Giovedì 24 confessioni dalle 9.00 alle 11.00 e dalle 14.30 alle 18.00

ORARI DELLA SANTA NOTTE DI NATALE ore 20.30 veglia di preghiera ad Aldeno ore 21.00 Santa Messa ad Aldeno ore 22.30 veglia di preghiera a Cimone ore 23.00 Santa Messa Cimone PRIMA COMUNIONE: GARNIGA TERME 24 APRILE - ALDENO 8 MAGGIO CRESIMA AD ALDENO per Aldeno, Cimone e Garniga: DOMENICA 17 APRILE ORE 9.30 BATTESIMI: Allo scopo di dare maggiore senso comunitario e solennità alla celebrazione dei Battesimi, si chiede, se possibile, di attenersi alle date qui indicate 10 gennaio Battesimo del Signore 26 marzo Sabato Santo nella solenne Veglia notturna 15 maggio Pentecoste 03 luglio 15 agosto Assunzione di Maria 23 ottobre Giornata missionaria mondiale (Festa della fede) 08 dicembre Immacolata Concezione di Maria

Al momento dell'iscrizione in segreteria si fisseranno anche gli incontri di preparazione.

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ultima

CIMONE

GIOVEDÌ 24 DICEMBRE 2015 Dal capitello dedicato alla Madonna di Lourdes - Località «Molin dei Frizzi»

PARTENZA ORE 21.30 All’arrivo in chiesa ci sarà un’introduzione alla S. Messa delle ore 23.00 con canti e riflessioni

L’associazione NOI Circolo Parrocchiale San Modesto e la redazione porgono alle comunità di Aldeno, Cimone e Garniga Terme gli auguri di un Santo Natale e di un 2016 all’insegna della serenità e della gioia nella Fede.

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