Magazine AISO 3_2015

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3 / 2015 AISO - ASSOCIAZIONE ITALIANA STUDI SULLE ORIGINI - MILANO - Piazza Bertarelli, 13 - Tel. 02 617 55 79 - redazione@origini.info Newsletter trimestrale on line • Dicembre 2015 • N.ro 3 • Direttore AISO: Stefano Bertolini • Redazione: Renato Colmano, Fabrizio Fratus, Giusy Pistillo • Fax 02 612 47 896 • www.origini.info

L'EUROPA IN AFFANNO?

Quale sarà il futuro economico, politico e religioso dell'Europa? Non è facile dirlo dopo gli attentati di Parigi del mese di novembre. I «grandi uomini» si ritrovano uniti, forse, di fronte al nemico Isis. Si troveranno delle soluzioni efficaci? Senza Gesù Cristo, catalizzatore del Cristianesimo, sarà impossibile!

La foto ripresa dal Corriere della Sera del 16.11.2015 ritrae le migliaia di persone radunatesi di fronte alla cattedrale di Notre-Dame durante la Messa per le vittime degi attacchi terrostici del 13 novembre. È l'aggressione più grave dalla Seconda Gerra mondiale.


IN QUESTO NUMERO IL TERRORE DI PARIGI E LA MINACCIA DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI pag. 2 È GUERRA. L'EUROPA CI AIUTI! pag. 3/4 QUANTO POSSIAMO ESSERE LIBERI pag. 5/6 PERCHÉ LEGGERE FA BENE AL CERVELLO? pag. 8/9 SCRIVIAMO CON CARTA E PENNA! pag. 12 GLI SCIMPANZÉ VANNO CONSIDERATI «PERSONE UMANE»? pag. 13 L'EVOLUZIONISMO E IL SUO TALLONE DI ACHILLE! pag. 14 C'È UN LIBRO PER TUTTI pag. 15 INCREDIBILE: LEGA L'ASINO ALL'AUTO E LO TRASCINA PER 3 CHILOMETRI! pag. 16 CORPO UMANO

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QUANDO LE SPECIE CAMBIANO pag. 18 FIBONACCI DAY DI TUTTO UN PO' pag. 20

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IL TERRORE DI PARIGI E LA MINACCIA DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI C

redo che tutti noi ci siamo preoccupati del brusco cambiamento di clima politico che ha ferito Parigi a fine novembre. E non poteva essere diversamente. A distanza di giorni sono ancora vive le terribili immagini che abbiamo visto in televisione. Momenti tragici che fanno scuotere la testa, i nostri pensieri e le nostre considerazioni. Tutti si sono chiesti il perché di tanta ferocia. Le risposte non bastano a calmare gli animi. Tuttavia con il rispetto dovuto alle persone coinvolte e ai loro familiari dovremmo porci anche un'altra domanda di fronte ad un altro cambiamento di cui non conosciamo appieno i suoi effetti, quello climatico che rischia di colpirci tutti, in maniera assai più spietata di quanto possa fare una rete di terroristi, perché riguarda il meteo dell'intero pianeta. E sempre a Parigi si è svolta la «Conferenza delle Parti entro la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici». È un incontro annuale, in quanto ci si rende conto che i più grandi nemici del genere umano non sono i fanatici, quanto il riscaldamento globale. Ma tante parole e poche serie conclusioni. Così il nostro povero pianeta si avvia alla sua catastrofe ecologica sebbene la popolazione mondiale abbia espresso in vari modi il proprio dissenso verso la flemma dei grandi potenti. Forse ci consola la risposta indiretta quanto autorevole del papa sudamericano che con la sua enciclica «Laudato sì'», promulgata lo scorso maggio e dedicata «al2

la cura della casa comune», ossia il nostro splendido ma fragile pianeta. È un accorato appello-preghiera non solo ai «potenti della terra», ma a tutti i cristiani che «possano condividere e credere in un Dio creatore onnipotente, e che sappiano assumere gli impegni verso il creato che il Vangelo di Gesù ci propone». Faccio mio questo pensiero che riporto a Voi tutti, care lettrici e lettori augurandoVi un sereno 2016. Renato Colmano


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È GUERRA. L'EUROPA CI AIUTI! L'Occidente disunito cerca una soluzione

Hollande si appella alla Ue e vuole cambiare la Costituzione: «Adesso servono poteri speciali». Ma Obama esclude interventi militari di terra in quanto «l'Isis non è uno Stato». Intanto si è visto con Putin al G20. Renzi: agiamo se ci sono Usa e Russia.

Dopo essere stato per quasi sette anni un «guerriero riluttante», costretto a combattere in Afghanistan, Iraq e Siria, dopo aver promesso di tirar fuori gli americani da un decennio di guerre, Barak Obama forse passerà il suo ultimo mandato alla Casa Bianca come «guerriero riluttante» di un partner, Vladimir Putin, che disprezza, ricambiato. Ma che è essenziale per cercare di avviare a soluzione (se soluzione ci sarà) la guerra civile in Siria e provare a «decapitare» il mostro del terrorismo jihadista dell'Isis. Così i due presidenti più importanti della Terra si sono parlati a margine del G20 ad Antalya, in Turchia. Risultati importanti dal punto di vista

La preghiera è l'inizio della risurrezione contro il disordine del mondo. (Karl Barth, teologo tedesco, 1886-1968)

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politico e militare sembra non ci siano stati anche perché ogni fazione mantiene solidamente il controllo del suo territorio. Di certo abbiamo l'orgoglio ferito della Francia che ha dichiarato «guerra» all'Isis. Noi avremmo preferito vedere nella foto i due «grandi capi» piuttosto in un atteggiamento di preghiera piuttosto che di scambi d'opinioni, sebbene utili. Purtroppo alle tre grandi religioni (Cattolicesimo, Ebraismo e Islam) manca la cosa fondamentale: Gesù Cristo! Il cattolicesimo lo ha sostituito con santi e madonne varie; l'ebraismo non lo riconosce affatto, mentre l'Islam lo ha relegato a semplice penultimo profeta! Siamo ben lontani dalla pace.


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ALLE ORIGINI DELLA LOTTA AI CRISTIANI In sintesi la genesi di questa tragica situazione di lotta ai cristiani che trae le origini dalle Crociate Abdelhamid Abaaoud, la mente belga degli attentati di Parigi, lo scorso febbraio ha dato un'intervista alla rivista dell'Isis «Dabiq», spiegando tra l'altro che «Allah lo ha scelto, insieme ad altri due fratelli per inviarlo in Europa a terrorizzare i crociati che stanno facendo la guerra ai musulmani». In breve stiamo pagando gli errori che l'Europa ha commesso sinora verso il mondo musulmano a partire dalle Crociate.

Quasi mille anni fa, al grido di

«Deus vult! Dio lo vuole!», centinaia di migliaia di pellegrini risposero all'appello di papa Urbano II partendo alla riconquista della Terra Santa. Fu l'inizio di un conflitto che per due secoli insanguinò il Vicino Medio Oriente e che, da allora, nessuna delle parti in causa ha mai dimenticato. Tra storia e leggenda le Crociate continuano a pesare come una sorta di peccato originale sui rapporti tra Islam e Occidente. E gli attentati dell'11 settembre 2001 a New York, del 9 marzo 2004 a Madrid, del 7 luglio 2005 a Londra hanno l'apparenza di una rivendicazione che trova le sue origini nelle Crociate. Dal punto di vista islamico, l'Occidente è stato creato a spese del progetto musulmano di conquista del mondo, come asserisce il politologo Bassam Tibi: «Nella percezione storica dei musulmani, questo stato di cose risale a quel tempo e ogni atto delle potenze occidentali viene giudicato all'interno di questo schema. Perciò Osama bin Laden, il leader dell'organizzazione terroristica alQa'ida, non è il primo musulmano che vuole liberare il mondo islamico dai moderni crociati». Se in Occidente il termine crociata evoca una battaglia per una nobile causa, nel mondo arabo – soprattutto tra gli integralisti – è ancor oggi sinonimo di aggressione. Due secoli di crociate che scavarono tra Islam e Occidente un solco che non si è mai rimarginato: la guerra santa in-

furia ancora nelle menti degli estremisti. Per i suoi màrtiri, come allora per quelli cristiani, il premio è il paradiso. Un brano del Corano che i fondamentalisti citano volentieri recita: «Coloro che credono combattono per la causa di Allah, mentre i miscredenti combattono per la causa degli idoli». I crociati la pensavano esattamente allo stesso modo! In effetti papa Urbano II presagiva l'imminenza di un evento insolito e dalle conseguenze imprevedibili, in quanto alla fine dell'XI secolo un desiderio ardente di riforma e di salvezza spirituale era diffuso in tutta la comunità cristiana, fino al più umile credente. Urbano II era convinto che la Chiesa dovesse impegnarsi in una nuova, colossale battaglia: in palio c'era la sua stessa salvezza. Ma salvezza da chi e da che cosa? al-Baghdadi, capo carismatico degli jihadisti, è colui che ha ideato l'orrendo piano terroristico che ha colpito non solo Parigi, ma l'intero pianeta.

I nemici erano due! A poco più di un millennio dalla morte del Redentore, la Chiesa sembrava caduta tra le grinfie del demonio. I sacerdoti si circondavano di concubine ed esigevano forti somme per battesimi e funerali; i re assegnavano le alte cariche ecclesiastiche ai loro protetti. Non era più la Chiesa del Signore, ma la roccaforte dei vizi e del dio denaro. Dai monasteri si levava forte la richiesta di un ritorno alla purezza della Chiesa primitiva. Dall'altro lato i musulmani avevano esteso il loro dominio giungendo fino all'Europa meridionale e arrivando sino alle porte di Parigi e di Vienna. Così il papa, alla ricerca di un'azione efficace e clamorosa, spronò gli animi alla «guerra per conquistare la città santa e per cacciare pagani, eretici e gente immonda senza Dio». Tanto sant'Agostino insegnava nel De civitate Dei: «Non trasgrediscono il comandamento (Non uccidere) coloro che hanno fatto la guerra per comando di Dio». Da quel momento (1096), il papa non sarebbe più stato soltanto un capo spirituale, ma anche il comandante supremo di un esercito. Poi i guerrieri si accordarono sul simbolo della loro missione: una croce ben visibile, cucita sugli abiti. Ma fu strage continua di sangue innocente. Testo ripreso dal libro «I mille volti del cristianesimo» di Renato Colmano (Edizione Reach Italia), pag. 199, scheda 56 «Dio lo vuole!», di cui la recensione a pagina 13.

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QUANTO POSSIAMO ESSERE LIBERI Viviamo in un mondo libero ma nonostante ciò molte persone non si sentono libere. In ogni caso la parola «libertà» non ha perso il suo fascino. Perché la libertà è così importante? Perché desideriamo ardentemente vivere liberamente e indipendenti? Erich Fromm, lo psicoanalista e filosofo sociale famoso in tutto il mondo, morto nel 1980, scrisse nella sua opera sull’essere umano dei nostri tempi: «Diventa sempre più indipendente, si fida sempre di più di se stesso e diventa più critico; d’altro canto però diventa sempre più isolato, solo, pieno di timore». Come si spiega il rapporto tra questi fattori? Cosa ci porta la libertà, se poi comunque non ci sentiamo liberi, anche se non siamo mai stati tanto liberi come oggi? Ci sono dei motivi per cui non ci sentiamo liberi?

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o psicoanalista tedesco HorstEberhard Richter (1923-2011), a suo tempo scriveva in proposito alle presunte libertà che l'uomo aveva raggiunto durante il periodo dei nazionalismi: «I diritti cittadini che sono stati conquistati offrono al singolo più spazio, ma questi lo rendono anche insicuro». Quando la libertà porta ad insicurezza, paura e solitudine, significa che alla fine siamo incapaci di vera libertà. Che senso ha allora la nostra battaglia per la libertà che conduciamo da sempre? Le persone non cercano semplicemente un punto fermo dai quali pretendono sicurezza? Tanti desiderano essere accettati per quello che sono perché sembra

che sappiano istintivamente, che solo questa accettazione darà loro quello che cercano, cioè sicurezza. Anche là dove sembra trattarsi di divertimento, le persone non cercano nient'altro che un appoggio e sicurezza. Che cos'è la libertà? «Libertà, eguaglianza e fraternità» era il motto della Rivoluzione francese. Quello che rimase alla fine fu sangue, lacrime e «non libertà». La stessa cosa vale per la cosiddetta «primavera araba», iniziata nel dicembre del 2010, ma che ha portato presto terribili conflitti e crudeltà, con i quali ogni giorno veniamo messi a confronto dai media. In questo modo le persone perdono la libertà nella battaglia per la libertà, con poche eccezioni. 5

Una di queste eccezioni è stata quella dei Paesi del blocco sovietico che nel 1989, con la caduta del muro di Berlino, hanno ottenuto la libertà politica e religiosa; un successo che sembra a tutt'oggi reggere. Ciò che vale per la ricerca della libertà dal punto di vista politico non è molto diverso in una cornice sociale più piccola. Anche qui i diritti per cui si è combattuto non hanno portato la libertà tanto desiderata. Ci riferiamo, ad esempio, al ruolo della donna nel mondo del lavoro. Ad un primo momento di esultanza

«Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» Giovanni 8:32


«Ora, il Signore è lo Spirito; e dove c'è lo Spirito del Signore, lì c'è libertà» 2 Corinzi 3:17

sono riaffiorate le «naturali caratteristiche» dell'essere donna come e soprattutto la maternità; se aggiungiamo poi la diffidenza dell'uomo nelle capacità femminili, allora la conquista dell'emancipazione femminile segna il passo. Se aggiungiamo poi il peso dei lavori domestici, anche se il partner collabora attivamente, la sua battaglia per la libertà porta ad un doppio peso! Una situazione simile la vivono i giovani, che cercano di liberarsi dalle incongruenze della società, per cadere in debiti e problemi finanziari. Ancor peggio quando finiscono nel cerchio di una dipendenza di stupefacenti. L'Europa cristiana sta morendo L'Europa, purtroppo, si sta liberando del presunto predominio del cristianesimo. La conseguenza è l'affermarsi di una forte superstizione, di una fede in miracoli esoterici e di una rapida espansione di fondamentalismi islamici. In pratica non rimarrà più nulla di tutta l’aspirata libertà cristiana. Come diceva recentemente un noto giornalista televisivo della Domenica, «stiamo smettendo di essere cristiani». Occorre decidersi di scegliere il «giusto partner», e questo non può essere che Cristo!

del nostro comportamento. Perché la vera libertà esiste solo tramite il legame a Gesù Cristo. Chi crede di essere libero, probabilmente non lo è per niente. Gesù Cristo ci offre questa vera libertà se gli crediamo e ci fidiamo. Come salvatore del mondo ha pagato per noi la pena sulla croce e ci ha salvato dalla schiavitù del nostro peccato. Chiunque voglia assaporare questa libertà deve solo credere in Gesù Cristo e legare la propria vita a lui. «La libertà attraverso un legame» è possibile? Religiosità e religione possono limitare la nostra vita, ma il viverla in Gesù Cristo ci dà libertà! È una libertà che acquisiamo nel momento in cui leghiamo la nostra vita a Lui; ciò significa indirizzarci verso i suoi comandamenti, fidarci della sua Parola e vivere secondo la sua volontà. Chi vive in questo modo, sarà libero! Se non avessimo ricevuto l'esempio di Gesù Cristo sarebbe difficile praticare questa libertà. Ma molte persone hanno seguito questa strada e sono diventati liberi. Liberi da paure, dipendenze, abitudini distruttive e egoismi. Dove c'è Dio, c'è libertà «Dove c’è lo spirito del Signore, lì c’è libertà» (2 Corinzi 3:17). Possiamo trovare più volte dichiarazioni simili nella Bibbia. Per questo possiamo andare a Dio e vivere: «Dove c’è Dio c’è libertà». Ci sono però anche cristiani che non vivono questa libertà e di con-

La libertà di credere in Dio Le persone alle quali Gesù Cristo rivolgeva il suo appello a cercare la «verità», erano convinte di essere libere e perciò protestarono: «Non siamo mai stati schiavi di nessuno; come puoi tu dire:Voi diventerete liberi? Ma Gesù rispose loro: Chi commette peccato è schiavo del peccato» (Giovanni 8:32-34). Esse non credevano di essere immuni. Oggi viviamo esattamente la stessa esperienza. Crediamo di essere liberi, invece siamo schiavi 6

seguenza non vivono secondo essa. Ma la dichiarazione della Bibbia è chiara. «Dove c’è lo spirito del Signore, lì c’è libertà». Per questo poniamo la domanda, di quale tipo di libertà parla la Bibbia. È una libertà come la sognano tutti? È una libertà dalle paure, dalla solitudine, dalla paura del prossimo? Di quale libertà stiamo parlando? Di quale libertà parla la Bibbia? La libertà della quale parla la Bibbia, è una libertà che caratterizza tutta la nostra vita. È la libertà, grazie alla quale non abbiamo più timore di difendere un diverso punto di vista, rifiutato da altri. È la libertà di operare al meglio delle nostre capacità fisiche e morali in modo da ricevere le benedizioni di Dio, che rendono la vita ricca, armoniosa e piena di senso. Amiamo anziché odiare, diamo piuttosto che chiedere, guariamo al posto di ferire. Chi vive secondo i principi insegnati da Gesù, vivrà la liberazione. Tramite essi, farà il bene e vivrà la vera vita. Gesù Cristo dice: «Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Giovanni 8:32) È esattamente quella libertà, che è venuta nel mondo tramite Gesù Cristo, a renderci liberi di tutto ciò che ostacola la nostra vita. Chi l'afferra sarà libero! Ripreso da un articolo di   Werner Burkhardt ERF Guten Nachrichten, luglio 2015 Illustrazioni: bhairav/iStock.com


Ormai manca poco all'inizio di un nuovo anno e ancora una volta AISO è lieta di offrire l’opportunità per fare un regalo «speciale» a un amico. Il Calendario 2016 è ispirato interamente a Genesi 1. Clicca su: http://www.origini.info/l-eco-deilettori/249-calendario,-mesi,-creazione,bibbia,-genesi.html.

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Le buone letture arricchiscono la nostra intelligenza sociale, anche cioè la capacità di capire gli altri e d'interpretare il mondo. Ora a dimostrarlo non è solo l'esperienza, ma sofisticati metodi d'indagine neurologica, che svelano anche le diverse aree cerebrali attivate dai differenti generi letterari.

PERCHÉ LEGGERE FA BENE AL CERVELLO?

Articolo di Danilo di Diodoro ripreso dal Corriere della Sera, 08.11.2015

Quale migliore libro se non la Bibbia, il «Libro dei libri», sa offrire infinite emozioni e attivare sani processi emotivi?

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eggere buoni libri è un gentile ma potente «massaggio» del cervello. La lettura attiva molte reti di neuroni, diverse a seconda del contenuto emotivo e visuo-spaziale. È quanto emerge da uno studio realizzato da ricercatori americani e canadesi, che hanno sottoposto alla «Risonanza Magnetica Funzionale» (che permette di vedere quali aree del cer-

vello si accendono svolgendo un certo compito) alcuni volontari mentre leggevano brani tratti da romanzi, biografie, riviste, libri di auto-aiuto. La lettura smuove il cosiddetto «Default Network», la rete di neuroni che genera quel pensiero ondivago tipico della mente a riposo. Però, a seconda di ciò che si legge, si attivano solo parti della rete: ad esem8

pio brani che descrivono persone e pensieri attivano la corteccia cerebrale prefrontale mediale, nella zona anteriore del cervello; brani a contenuto più fisico attivano i lobi temporali mediali e il giro temporale mediale anteriore, situati a livello delle tempie. La corteccia prefrontale è la parte del cervello più sviluppata (negli animali invece questa corteccia non ha una


grande rilevanza: ndr). Non sorprende quindi che sia responsabile delle funzioni cognitive superiori, come il pensiero astratto, la capacità di pensare il futuro e di chiedersi il perché delle cose, il prendere una decisione, il distinguere il bene dal male. I lobi temporali contengono, invece, strutture importanti per la memoria, come l'ippocampo, e per la percezione e l'elaborazione del contenuto emotivo e affettivo di uno stimolo, come il sistema limbico e l'amigdala». L'impegno di queste aree durante la lettura è il substrato neurobiologico dell'effetto della narrativa sulla psiche: incremento delle abilità di comprensione delle relazioni sociali, intuizione dei sentimenti, dei pensieri e delle reazioni degli altri, quindi empatia. Effetto studiato anche attraverso l'utilizzo di test che esplorano la cosiddetta Teoria della Mente (Tom): «Leggere fiction per una settimana si associa ad aumento dell'empatia, ma solo nei casi in cui il lettore riporta un alto livello di trasporto verso la vita mentale dei personaggi e gli eventi della storia» (Diana Tamir, Princeton University). La ricerca conferma precedenti risultati che indicavano come la lettura di fiction sia uno stimolo cerebrale che permette di sperimentare altri mondi, persone e stati mentali, quindi di vivere altre vite. Un altro studio pubblicato su Science (David Corner Kidd e Emanuele Castano, New School for Social Research, New York), ha dimostrato che l'effetto sull'empatia è evidente solo per la lettura di fiction letteraria e non per quella di puro intrattenimento: «I lettori di fiction letteraria devono mettere in campo risorse interpretative flessibili per dedurre sentimenti e pensieri dei personaggi, e quindi attivare processi Tom. La fiction di intrattenimento, invece, più leggibile, dipinge mondi e personaggi internamente coerenti e prevedibili, quindi conferma le aspettative del lettore e non promuove i processi Tom» Mentre sugli aspetti neurocognitivi dell'espressione poetica, Arthur Jacobs (Freie Universität di Berlino), spiega come mai, in particolare, la poesia possa avere un effetto emotivo così intenso da provocare reazioni fi-

ATTIVITÀ SVOLTE NEL 2015

Breve sintesi dell'attività svolta da AISO. È un piccolo contributo alla diffusione del pensiero creazionista, alla quale contribuiscono anche altre associazioni. Ci auguriamo che il lavoro svolto dai nostri collaboratori possa contribuire a dare una spallata sempre più potente al mondo dell'evoluzionismo!

SEMINARI SULLE ORIGINI - LA TERRA E LA SUA ETÀ - LA PROVENIENZA DELLE RAZZE UMANE - GLI ANIMALI SI EVOLVONO? Oratore: Ing. Stefano Bertolini

siologiche evidenti - può far venire la pelle d'oca - come aveva già segnalato la poetessa Emily Dickinson. È la cosiddetta ipotesi di Pank-seppJakobson secondo la quale «l'evoluzione umana non ha avuto il tempo di inventare uno specifico sistema neuronale dedicato alla ricezione dell'arte o della parola letta». Ma rimanendo in una logica più razionale, secondo Jacobs, scrivendo un articolo per Frontiers, «quando sperimentiamo passaggi testuali spaventosi, disgustosi o meravigliosi, si attivano reti di neuroni associate a paura, disgusto, ricompensa e piacere, come lo striato ventrale e la corteccia orbito-frontale».

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TRIESTE: 13-15 febbraio ROMA: 1 marzo RAGUSA: 27-28 marzo ASTI: 29-30 maggio CONVERSANO: 18-20 settembre

INTERVISTE RADIOFONICHE Oratore: Dr. Fabrizio Fratus

27 marzo a Radio La Voce 2 aprile a Radio La Voce Inoltre da maggio ad oggi ogni Sabato su www.radioglobeone.it intervista-dibattito


Ai nostri cari lettori un sereno

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ricco di benedizioni nel Signore.

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I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l'opera delle sue mani. Un giorno rivolge parole all'altro, una notte comunica conoscenza all'altra. Non hanno favella, né parole; la loro voce non s'ode, ma il loro suono si diffonde per tutta la terra, i loro accenti giungono fino all'estremità del mondo. Là, Dio ha posto una tenda per il sole, ed esso è simile a uno sposo ch'esce dalla sua camera nuziale; gioisce come un prode lieto di percorrere la sua via. Egli esce da una estremità dei cieli, e il suo giro arriva fino all'altra estremità; nulla sfugge al suo calore. La legge del Signore è perfetta, essa ristora l'anima!» (Salmo 19:1-7)

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A P P R E N D I M E N T O

Usare il computer non rinforza le aree cerebrali che permettono di riconoscere la forma delle lettere e ci fanno associare suoni e parole

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SCRIVIAMO CON CARTA E PENNA!

uso di computer, tablet e smartphone per leggere e scrivere non cambia solo capacità del cervello come l'attenzione o la concentrazione: anche l'attività e le connessioni cerebrali si modificano. Nei bambini si è dimostrato, ad esempio, che scrivere una lettera a mano attiva determinate aree del cervello, mentre digitarla su una tastiera non fa altrettanto. Prendere la penna, inoltre, «accende» aree motorie cerebrali attivate anche dalla lettura, in una sinergia positiva provata da esperimenti condotti da Karin James dell'Università di Bloomington, nell'Indiana. Secondo James «negli adulti le zone che si attivano leggendo sono le stesse che vediamo accendersi nei bambini quando osservano una singola lettera che hanno imparato a scrivere a mano; nei piccoli che sanno solo digitarla su tastiera ciò non accade». Ovvero: la scrittura su un foglio «insegna» a leggere meglio, perché contribuisce a rinforzare le aree del cervello dove si riconosce la forma delle lettere o in cui si associano i suoni alle parole. La conferma arriva dalla Cina, dove si utilizza sempre di più il sistema «pinyin» di trascrizione del cinese sulle tastiere QWERTY: abbandonando gli ideogrammi scritti a mano, le diagnosi di dislessia e altre difficoltà di lettura sono in continua crescita. Le nuove tecnologie inoltre sembrano capaci di modificare il cervello e il modo in cui funziona anche perché rendono necessario sviluppare maggiormente aree che in passato non si usavano altrettanto spesso: lo dimostra una ricerca dell'Istituto di neuroinformatica dell'Università di Zurigo, messa a punto per capire come l'uso dello smartphone possa influenzare l'attività cerebrale. Alcuni volontari, di cui 27 proprietari di un telefonino di nuova generazione e 11 con un cellulare vecchio stile, sono stati sottoposti a elettro-

«Digitare una lettera non permette di comprenderne davvero la forma e le possibili variazioni che non ne alterano il significato, come invece accade quando si impara a scriverla a mano»

encefalogramma mentre utilizzavano i loro apparecchi, così da registrare che cosa accadeva nella corteccia cerebrale quando muovevano pollice, indice o dito medio della mano destra: i dati raccolti indicano chiaramente che le aree di «rappresentazione cerebrale» di queste dita sono molto diverse fra chi utilizza smart-

Foto ripresa dal libro di G. Cardona «Storia universale della scrittura», Mondadori Editore, 1986. Ritrae un tuareg nel suo servizio di scrivano pubblico, 1955.

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phone o telefoni standard. «Ogni parte del nostro corpo ha un corrispettivo nella corteccia somatosensoriale cerebrale, in un'area dove vengono gestite le informazioni che vanno e vengono da quella singola zona, spiega il coordinatore della ricerca, Arko Ghosh. Queste aree sono flessibili e l'ampiezza cambia in base all'uso che facciamo della parte del corpo corrispondente. Nel nostro esperimento dimostra che il cervello è molto plastico: quanto più i volontari avevano usato lo smartphone nei dieci giorni precedenti, tanto più grande e attiva era l'area cerebrale "dedicata" al pollice (il dito più usato per digitare sugli schermi dei nuovi cellulari, ndr)». Il risultato potrebbe sembrare simile a quanto è stato verificato nei violinisti, in cui è noto che l'area della corteccia somatosensoriale che rappresenta le dita è più grande rispetto a quella di chi non suona lo strumento. «In realtà nei violinisti l'ampiezza e attività di queste zone dipende dall'età a cui si è iniziato a suonare, mentre nel caso degli smartphone il tempo trascorso dall'acquisto non conta: la correlazione è fra l'attivazione cerebrale e l'uso recente del telefono, osserva il neuroscienziato. La tecnologia digitale modifica perciò giorno per giorno la gestione delle informazioni sensoriali da parte del cervello, con un'intensità sorprendente». In pratica, se al violino servono anni per indurre le aree del cervello dedicate al controllo delle dita ad «allargarsi», lo smartphone modifica in brevissimo tempo le connessioni delle zone che servono a gestire la maggiore attività dei pollici sullo schermo. Allo stesso modo vi devo confessare il piacere di riaccendere il palmare e trovare un sacco di chiamate e messaggi, la solitudine si apprezza meglio solo se sai che qualcuno ti cerca.


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Gli scimpanzé vanno considerati «persone umane»?

Un gruppo animalista ha chiesto ad un tribunale degli Stati Uniti la liberazione di uno scimpanzé in quanto «trattasi di persona umana»! Ma gli argomenti portati a sostegno della tesi sono solo dei paralogismi.

Ldalafatto richiesta è stata motivata che molti di questi

animali sono usati per ricerche scientifiche. Se da un lato ci sembra una «buona» motivazione, dall'altro, è fuori dalla logica scientifica il paragone che questa associazione ha usato come ipotesi per la loro liberazione.

D ella richiesta se ne è parlato su National Geographic, in quanto un gruppo animalista ha chiesto ad un tribunale USA la liberazione di uno scimpanzé con la motivazione che si tratti di una «persona». La definizione è stata ipotizzata da Catherine Hobaiter, una ricercatrice della University of St. Andrews che ha tradotto i gesti degli scimpanzé: «Se definiamo “persona“ un individuo autonomo capace di ricordare, pianificare e agire secondo quei piani di sicuro non parliamo solo di caratteristiche “umane”. La vita interiore degli scimpanzé non è identica alla nostra, ma è abbastanza simile da conferire loro una personalità». Se poi questa va intesa come personalità giuridica, suscettibile cioè di essere titolare di diritti sanciti dalla legge, è materia controversa. Se veramente le capacità di ricordare, pianificare e agire secondo dei piani, sono le motivazioni per considerare un animale “persona”, una grandissima quantità di animali oltre agli scimpanzé dovrebbero essere considerati tali, anche un cane infatti è in grado di ricordare, pianificare e agire secondo dei piani seppur elementari. E giustamente si conclude con

un’affermazione di dubbio. Va notato che però curiosamente tra le caratteristiche che determinerebbero l’essere “persona” non è stata inclusa quella di parlare. Una dimenticanza davvero clamorosa, se si considerasse il linguaggio nessun animale sarebbe da considerare “persona”; non citare questa capacità fa pensare ad un’intenzione di lasciare indefinita e quindi aperta la questione. Anche da parte animalista si continua ad ignorare la parola e si sostiene che le caratteristiche che renderebbero un «animale persona» sono altre, come afferma Steve Wise, fondatore di Nonhuman Rights Project: «Finora la legge considera persone giuridiche solo gli esseri umani e alcuni loro costrutti, come aziende o associazioni. Per Steve Wise è una lacuna: il riconoscimento della personalità non dovrebbe dipendere dall’appartenenza a una specie, ma dalla capacità di un individuo di compie13

re scelte significative: in una parola, la sua libertà». Ma anche la libertà è una caratteristica comune a molte specie; chi può dimostrare che un cane o un altro mammifero non siano liberi di fare delle scelte? Per contro c’è anche chi sostiene che probabilmente neanche gli esseri umani siano veramente liberi. Non è dunque questo il punto, allora su cosa si dovrebbe basare la decisione? Una risposta la fornisce un giudice che ha deciso sulla questione: «Secondo un altro punto di vista, adottato anche dal giudice che ha deciso una causa intentata da Nonhuman Rights Project, la personalità comporta la capacità di assumersi responsabilità sociali, cosa evidentemente impossibile per gli scimpanzé». Quindi, nel momento in cui si volessero considerare «persone» fisiche o giuridiche, gli scimpanzé si dovrebbe esigere da loro il rispetto di determinati doveri e responsabilità e questo è impossibile. A questo punto giungeremmo al paradosso che nel momento in cui liberassimo gli scimpanzé dalle gabbie rendendoli persone, saremmo costretti a metterli in prigione. Si potrebbe definire una dimostrazione per assurdo… In conclusione, mentre anche ad un animale o ad un oggetto, al limite, possono essere riconosciuti dei diritti, solo alle persone possono essere imposti dei doveri. E questo chiude il discorso. Ripreso dal Digest giornaliero del Comitato Antievoluzionista del 10.11.2015


E V O L U Z I O N I S M O

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L'EVOLUZIONISMO ED IL SUO TALLONE D'ACHILLE

Titolo: I talloni di Achille dell'evoluzionismo Editore: AISO Prezzo: € 14,00 Formato: DVD Lingue: Italiano / Inglese

In occasione del lancio in Italia «offerta speciale» comprensiva del Calendario AISO 2016 a € 18,00 Per ordinazioni: http://www.origini.info/ shop/252-i-talloni-di-achille-dellevoluzione.html

Il film documentario della Creation Ministries International intitolato «Evolution’s Achilles’ Heels», tanto temuto dagli evoluzionisti scettici, ora sta per essere rilasciato nell’edizione AISO doppiato in italiano: «I talloni di Achille dell’evoluzione». Ci sarà pure un motivo perché gli evoluzionisti hanno cercato in ogni modo di ostacolare il successo di questo film. Quando 15 importanti scienziati con i dottorati di ricerca, come il rinomato genetista John Sanford ex-evoluzionista, con una lunga carriera alla Cornell University, dichiarano che la teoria dell’evoluzione ha delle falle fatali, è ora di rizzare le orecchie e preoccuparsi. Come un’animale con le spalle al muro gli evoluzionisti hanno reagito mettendosi sull’offensiva con una tattica sleale e diversiva. Ma non ha funzionato e il film è stato lanciato con diverse anteprime in tutto il mondo. Il documentario lungo 96 minuti intervista 15 scienziati con un dottorato di ricerca sulle debolezze più importanti della teoria dell’evoluzione moderna. Questi scienziati in campi diversi di specializzazione hanno ricevuto i loro dottorati dalle stesse università secolari dei loro corrispettivi colleghi evoluzionisti, con storie e tempi diversi si sono accorti che la teoria dell’evoluzione semplicemente non regge all’indagine scientifica. Il grande pubblico vede tipicamente solo una faccia del dibattito sulle origini, ma con stupende animazioni ed un filmato drammatico, «I talloni di Achille dell’evoluzione» presenta una potente critica all’evoluzione ortodossa da manuale. La teoria dell’evoluzione presenta errori madornali ed è ora che questi vengano smascherati. Questi talloni di Achille dell’evoluzione spesso si trovano nelle aree considerate fortezze inespugnabili di questo sistema di pensiero, come: - La selezione naturale - La colonna geologica - La genetica - La datazione radiometrica - L’origine della vita - La cosmologia - La storia dei fossili - Le implicazioni etiche Scoprirai quanto questo dibattito impatterà il modo in cui vedi te stesso ed il mondo che ti circonda. Non possiamo rimanere indifferenti una volta sentite queste importanti verità che ci sono state nascoste da tanto tempo. Tra poco anche tu potrai vedere il film che gli evoluzionisti non volevano che tu vedessi. Stefano Bertolini, Presidente AISO 14


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C'è un libro per tutti!

L'autore

Renato Colmano (1940) nasce nelle Dolomiti della Carnia dove vive i suoi anni dell'infanzia e parte dell'adolescenza maturando così quella sensibilità per le cose belle della Natura che lo ha sempre accompagnato nella vita, unitamente alla fermezza di propositi che caratterizza le genti carniche. Sin da bambino ha conosciuto l'evangelo e Gesù, che ha impregnato la sua vita tanto da scrivere il libro «Con Cristo, sui sentieri della sua vita» (Ed. ADV). Cresciuto spiritualmente nella Chiesa avventista di Torino, dopo gli studi superiori, ritorna a vivere e a lavorare (insegnamento e libera professione) vicino alle sue montagne, collaborando anche con Vita & Salute, Segni dei Tempi... Felicemente sposato con Gloria. Ha tre figli e quattro nipoti. Ora in pensione, ma redattore di «AISO magazine»

Titolo: I mille volti del cristianesimo Editore: Reach Italia Pagine: 336 / Prezzo: € 15,00 Formato: 14,8 x 21cm

Per ordinazioni: redazione@origini.info 15

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I Finalità del libro

Molti anni fa un signore mi propose, «visto che ci sono tante religioni cristiane», di organizzare un convegno per chiarire da che parte stesse la verità. La domanda mi sollecitò a dargli una risposta e quindi redassi il libro «Con Cristo sui sentieri della sua vita», proprio per spiegare meglio le origini del Cristianesimo e chiarire il perché si sia arrivati ad una miriade di confessioni religiose tali, da creare così in molti una non piccola confusione. In effetti si calcola che esistano circa settecento denominazioni cristiane oltre alle altre circa trecento religioni di tipo orientale. Ora propongo il seguito con questa «Cronologia del Cristianesimo» che inizia dal martirio di Stefano ed arriva, con il secondo volume, all'anno 2015. Il tutto strutturato secolo per secolo, nel quale sono riportati gli avvenimenti più salienti, sia storici che religiosi, corredati da schede, da alcune carte geografiche nonché da qualche digressione sull'ebraismo e sull'islam. Ogni secolo è un capitolo. Non si deve sorprendere quindi il lettore, se a volte le realtà storiche possono apparire forti e tali da turbare l'animo di alcuni. E mi vorranno scusare poiché lo scopo è quello di offrire una visione «diversa» da quella che solitamente siamo abituati a sentire o a vedere. È un ripercorrere la storia della trasformazione della verità evangelica: una storia drammatica, ricca di martiri, di polemiche, di tensioni, di scismi, ma anche di liberazioni e di risvegli, attraverso note essenziali, tali da stimolare un approfondimento del tema. Pertanto ho cercato di non entrare in questioni specifiche né in polemiche storiografiche, salvo farne talvolta cenno in modo che gli specialisti capiscano sempre a che cosa sto alludendo e i nonspecialisti non ne siano disturbati. Essi sanno bene come e dove informarsi circa questi argomenti, che costituirebbero invece un pesante fardello per coloro che necessitano soltanto di qualche semplice e limpida direttrice d'approfondimento. L'intento del libro è quello di stimolare il lettore ad approfondire un messaggio, quello del Vangelo, che costituisce un patrimonio dell'umanità che la società moderna tenta di marginalizzare, ma che in realtà è al centro della vita umana, costituendone la più alta espressione etica e religiosa. Auguro a tutti i lettori che il libro, oltre ad essere uno strumento di studio, sia anche un valido mezzo di riflessione sul messaggio evangelico. Renato Colmano


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Incredibile: lega l'asino all'auto e lo trascina per 3 chilometri! «Via crucis» di tre chilometri per il povero animale. È successo in una provincia del Nord Italia famosa per la sua immagine di serenità e di bei paesaggi idilliaci.

U na triste storia di maltrattamenti su animali con un epilogo amaro:

l'abbattimento di un asino. A dimostrazione di quanto sia ancora lontana una cultura del rispetto. Il protagonista, in negativo, è un pastore della Val di Pejo reo di aver trascinato con la propria auto il suo asino per tre chilometri riducendo il povero quadrupede in fin di vita. L'episodio è stato ricostruito dai carabinieri di Cogolo di Pejo che sono ricorsi alle tracce lasciate sull'asfalto dal malcapitato asino per individuare la stalla dove era stato portato. L'antefatto è banale e rappresenta la giustificazione che ha spinto il pastore ad agire senza senno. Ossia, la proverbiale cocciutaggine del somaro poco interessato ad obbedire ai suoi comandi. Qualche giorno fa, dopo cena, l'uomo aveva deciso di trasferire i propri asini dalla località Fonti al paese, dove ha una stalla. Uno dei due animali, però, non ne voleva sapere e si è impuntato. Tanto è bastato per far perdere la pazienza al pastore che ha preso una corda, gliel'ha legata intorno al collo stringendo l'altro capo al gancio traino del suo fuoristrada. Ingranata la marcia, il resto è crudeltà. L'asino è stato trascinato per quasi tre chilometri, fino alla stalla, e poi abbandonato. I militari dell'Arma sono giunti all'animale seguendo le tracce che, strisciando per terra, aveva lasciato sull'asfalto: segni di zoccoli simmetrici e continui, come pure macchie di sangue prodotte dal suo trascinamento. In alcuni punti, dove è ipotizzabile che il pastore abbia effettuato soste per consentire al ciuco di rialzarsi, a distanza di qualche giorno, gli uomini dell'arma hanno rinvenuto vere e proprie chiazze di sangue. Erano stati

Il povero asino prima di essere abbattuto a causa delle ferite riportate.

quei segni in terra ad impensierire più di un passante. La stazione Carabinieri di Pejo, alla quale alcuni cittadini si erano rivolti, ha iniziato l'attività di indagine accertando il fatto e le responsabilità. L'uomo, interrogato, ha ammesso le sue responsabilità. Dovrà rispondere di maltrattamento di animali, reato per il quale è stato denunciato. Il somaro, invece, aveva riportato ferite incurabili. Il veterinario non ha potuto far altro che sopprimerlo. Articolo non firmato dal Corriere dell'Alto Adige, 07.11.2015

Normalmente si pensa che non esistano più asini; forse nell'immaginario di noi tutti viene alla mente l'asino di Pinocchio e, considerato che tutti andiamo a scuola, ci sfugge che in realtà ne esistono e anche tanti! Sebbene manchi un censimento mondiale sulla popolazione asinina, abbiamo i dati per alcuni paesi (Dati Wikipedia anno 2004): Spagna 130.000 capi, Francia 25.000, Grecia 145.000, Italia 75.000, Irlanda 15.000, Portogallo 170.000, Regno Unito 10.000, Svizzera 2.000. Al di fuori dell'Europa: in Algeria 340.000, in India 1.500.000, in Cina 11.000.000 (La popolazione asinina cinese deve la sua consistenza all'uso mai cessato delle carriole cinesi, spesso trainate da asini).

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Simile al cavallo, si tratta di un animale addomesticato da millenni, utilizzato dall'uomo principalmente come animale da lavoro e come mezzo di trasporto per cibo e merci, in particolare per carichi pesanti o traini. Ne esistono numerose razze diffuse in tutto il mondo. Il verso dell'asino è chiamato raglio. Più piccolo e mansueto del cavallo, ha le orecchie più lunghe. Il suo manto è generalmente di colore grigio salvo il ventre, il muso e il contorno degli occhi che sono bianchi, ma alcune razze domestiche possono essere prevalentemente di colore nero come l'asino nero di Berry o brune come l'asino mulattiere del Poitou. Le razze con un manto grigio hanno anche un croce nera che si disegna sulla loro schiena, chiamate croce di Sant'Andrea. Le specie selvatiche presentano un manto che va dal grigio al bruno sabbia, o bruno rosso nello kiang o asino selvatico del Tibet. Sono detti burro gli asini rinselvatichiti degli stati sud-occidentali degli Stati Uniti. L'asino domestico aveva le stesse funzioni del cavallo, ma era meno costoso poiché si accontentava di poco dal punto di vista alimentare; i contadini più poveri lo preferivano al cavallo, per questo venne chiamato cavallo del povero. Inoltre l'asino può essere utilizzato come cavalcatura su strade di montagna. Un asino maschio può incrociarsi con una giumenta per generare un mulo e un cavallo maschio può incrociarsi con un'asina per generare un bardotto. I muli sono straordinariamente docili, forti e resistenti, per cui si considerano animali particolarmente validi per portare carichi pesanti per lunghe distanze, lungo terreni montagnosi e desertici. I bardotti, invece sono piuttosto piccoli e deboli. Anche se meno comuni, qualcuno è riuscito ad incrociare degli asini domestici e varie specie di zebra: si parla allora di zonkey. Tutti questi ibridi sono sterili poiché le specie del genere Equus hanno un diverso numero di cromosomi. Così i cavalli che hanno 64 cromosomi e gli asini, che ne hanno 62, generano figli che possiedono 63 cromosomi.


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GLI ORMONI E I NEURO-ORMONI La biologia evoluzionista darwiniana non ha niente da dire sul meccanismo e la funzionalità di questa particolari sostanze. Ecco il perché spiegato da Nunzio Nobile Migliore.

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l corpo umano, per poter produrre o utilizzare per le sue necessità le innumerevoli sostanze chimiche di cui ha bisogno per combattere e superare le leggi naturali che tenderebbero, lasciate a se stesse, a portarlo alla morte, usa particolari sostanze, in genere proteiche, gli ormoni e i neuro-ormoni. Gli ormoni sono i messaggeri dell'organismo: vengono prodotti da particolari organi specifici, deputati a sintetizzarli, e vengono messi in circolo per andare verso gli organi bersaglio per fare il loro lavoro. Ma per fare il loro lavoro devono unirsi a specifiche molecole proteiche, site nella membrana cellulare degli organi bersaglio; queste molecole proteiche, chiamate ricettori dell'ormone hanno una conformazione specifica atta a combinarsi con la struttura dell'ormone, come una serratura si combina con la sua chiave; una volta che il ricettore si è unito all'ormone si scatenano una serie di reazioni a cascata che portano la cellula bersaglio ad utilizzare o a produrre la sostanza di cui ha bisogno, per esempio il glucosio. Ma non è tutto: esistono nell'organo che produce l'ormone, nella membrana delle sue cellule, dei sensori che avvertono la cellula della presenza in circolo della sostanza da utilizzare, per esempio ancora una volta il glucosio. Il sensore è anch'esso un recettore che unendosi al glucosio, è sensibile alla sua carenza o abbondanza e scatena una re azione nella cellula che libera l'ormone specifico immettendolo in circolo. Per compiere, però, questo lavoro gli ormoni ci mettono del tempo, anche alcune ore, e, quindi, sono lenti

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nell'azione, e vanno bene quando non c'è pericolo immediato di vita. Ma esistono nell'organismo anche i neuro-ormoni, quando bisogna rimediare in pochi secondi ad un pericolo imminente. Per esempio, quando passiamo dalla posizione supina a quella eretta, la legge naturale della forza di gravità tende a far abbassare la pressione sanguigna. Ma in certi punti del sistema vascolare esistono dei sensori sensibili alla variazione di pressione: essi sono delle molecole proteiche presenti in particolari strutture nervose specializzate che trasmettono la variazione pressoria in impulso nervoso afferente che arriva presso specifici neuroni che poi trasmettono un impulso efferente agli organi bersaglio dell'aumento della pressione arteriosa. Questi nervi efferenti secernono in vicinanza dell'organo bersaglio specifiche sostanze chimiche, i neuro-ormoni che si combinano anch'essi con recettori specifici dell'organo deputato all'aumento pressorio. Il riflesso nervoso afferente ed efferente è rapidissimo e in pochi secondi rimette in sesto la pressione in rapporto alla forza di gravità, e noi quando ci alziamo dal letto non ci accorgiamo nemmeno che c'è stato questo evento complesso. Solo quando non funziona bene questo meccanismo si ha una lipotimia, cioè una perdita di conoscenza, perchè la pressione arteriosa non è sufficiente a portare sangue al cervello. Come si vede questi meccanismi che ho appena descritto brevemente sono molto complicati e non possono essersi formati con piccoli passi casuali, dovevano essere presenti ben funzionanti sin dall'inizio. La biologia evoluzionista darwiniana non ha niente da dire a questo proposito. Dietro tutto questo esiste una mente eccelsa che ha previsto e pianificato tutto.

PROBLEMI PER UN ORGANISMO PLURICELLULARE Gli organismi unicellulari, procarioti od eucarioti sono sempre a contatto con l'ambiente esterno con la loro unica cellula e prendono tutte le sostanze di cui hanno bisogno dall'ambiente esterno. I problemi invece sorgono quando l'or-

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ganismo è pluricellulare. In particolare l'uomo è dotato di miliardi e miliardi di cellule e in generale quasi tutte non sono in diretto contatto coll'ambiente esterno. Però il corpo ha bisogno delle stesse sostanze chimiche della cellula singola. Come risolve il corpo umano questo problema? Il corpo possiede diversi organi che fanno le cose che la singola cellula fa per sè. L'essere umano inizia quando lo spermatozoo si unisce all'ovulo femminile per formare lo zigote e poi l'embrione. All'inizio dello sviluppo tutte le cellule sono eguali, ma poi si inizia quel processo chiamato differenziazione e mano a mano si formano i diversi organi e tessuti. Nell'uomo esistono ben duecento tipi diversi di cellule che vanno a formare i diversi organi e tessuti. Questi diversi tipi di cellule sono programmate in modo preciso dal DNA presente nel nucleo di ogni cellula ed è sempre uguale in ogni cellula: in esso però esiste tutta l'informazione per i vari tipi di cellule che si formeranno attraverso processi complessi e precisi che si susseguono in sequenza, sino alla formazione completa dell'essere umano. Tutti gli organi e tessuti sono essenziali per la sopravvivenza del corpo. L'apparato respiratorio per esempio con l'inspirazione introduce l'ossigeno e con l'espirazione elimina l'anidride carbonica, l'apparato digerente fornisce tutte le sostanze necessarie all'organismo, il sistema nervoso è attivo al fine di procacciare queste sostanze necessarie e dà la consapevolezza all'uomo per poterlo fare, il sistema scheletrico dà sostegno all'organismo e ai muscoli che devono far muovere e camminare il corpo, l'apparato endocrino regola la distribuzione e la formazione delle sostanze chimiche necessarie ed infine l'apparato circolatorio e il sangue trasporta tutte queste sostanze nutritive a tutte le cellule dell'organismo. Il malfunzionamento al di sotto di certi parametri anche di uno solo di questi organi porta alla morte.


D O M A N D E S U L L A B I B B I A

QUANDO LE SPECIE CAMBIANO

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a Bibbia descrive le condizioni iniziali della nostra terra, piena di armonia pacifica, senza sofferenza o violenza. Dio diede a tutti gli animali della terra le piante per nutrirsi. Oggi il mondo ci si presenta in maniera diversa. Ci sono stati dei cambiamenti drammatici, rapaci che cacciano altri animali, sofferenza e altre forme di violenza hanno una tale diffusione da essere ormai percepite come una condizione normale della natura. Come spieghiamo le differenze tra la Creazione in principio, e il mondo oggi? Secondo Genesi 6 la Natura era già molto cambiata ai tempi di Noè. Dio diede a Noè tre motivi per i quali voleva distruggere il mondo attraverso il Diluvio (Genesi 6:1-13). Per prima cosa l’essere umano era diventato cattivo, infatti «il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo» (6:5). Inoltre «la terra era piena di violenza» (v. 11), e «poiché tutti erano diventati corrotti sulla terra» (v. 12), per Dio fu necessario distruggere gli effetti centenari di cattiveria, violenza e malcostume. Da questa relazione possiamo trarre alcune conclusioni per quanto riguarda il mutamento delle specie.

La Creazione cambia

La prima conclusione da trarre è, che i fossili che si trovano negli strati di roccia, non descrivono le condizioni iniziali della creazione. Anche se la

Bibbia non fa affermazioni esplicite sui fossili, sembra ragionevole ipotizzarli come conseguenza della catastrofe mondiale descritta in Genesi 7. Quando venne il Diluvio e distrusse il mondo, la decadenza della vita aveva già avuto luogo. Non possiamo partire dal presupposto che i rapaci dall’aspetto malvagio, che troviamo come fossili, assomiglino a ciò che avremmo trovato alla fine della settimana della creazione. Una seconda conclusione è che il comportamento di uomo e animale sia cambiato in senso negativo. Nel giardino dell’Eden non esistevano né violenza né sofferenza. Oggi il« male» è talmente diffuso che ci è difficile immaginare un mondo senza. Diverse specie di animali come gatti, ragni, coccodrilli, si nutrono esclusivamente di altri animali. Tutto ciò che conosciamo è l’attuale condizione della Natura, e ci è difficile immaginare un ecosistema senza rapaci, malattie, sofferenze o morte. Inoltre possiamo trarre la conclusione che animali e piante siano cambiati molto nella loro forma. Molti animali mostrano caratteristiche di cui non avrebbero bisogno in un mondo senza carnivori o altre forme di violenza. Alcune specie di serpenti, ad esempio, dispongono di un complesso sistema per spruzzare il veleno nel corpo di altri esseri viventi. La composizione chimica del veleno nei diversi serpenti è distinta per diverse specie di prede. 18

Le imponenti file di denti affilati e le potenti mascelle dei coccodrilli, per immobilizzare le prede che si difendono, non sono del tutto adeguate ad un’alimentazione vegetariana. Ci sono tanti altri esempi per esseri viventi, dotati di caratteristiche che servono per uccidere e mangiare altri animali. I cambiamenti nella forma sono un indizio del cambiamento nell’informazione genetica. La Bibbia non ci rivela come questo avviene esattamente, ma rivela l’esistenza di un nemico del Creatore, un essere malvagio che ha la capacità di intervenire nella natura (Giobbe 1 e 2; Luca 13:16). La scienza sta scoprendo delle possibilità di mutamento di alcune specie ma tante domande rimangono senza una risposta. Forse in futuro alcune analisi ci aiuteranno a capire quanto la natura sia drammaticamente cambiata e come il Creatore abbia dotato gli organismi viventi della capacità di sopravvivere in un mondo che non corrisponde più del tutto alla sua volontà. Nonostante tutti questi cambiamenti la natura dimostra sempre che esiste un Creatore, il quale ha una capacità creativa senza paragoni. L. James Gibson è l'autore di questo intervento apparso su Adventist World, marzo 2015. È direttore dell'Istiturodi ricerche geofisiche della Conferenza Generale degli Avventisti del settimo giorno. Autore di numeros libri tra cui Originis ed editore della rivista omonima.


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FIBONACCI DAY Il 23 novembre si celebra il mistero tra numeri e Natura Il grande matematico pisano del XII secolo, che imparò l’algebra dagli arabi, scoprì il rapporto «segreto» che lega i numeri con l‘armonia della natura.

1-1-2-3: in America questa sequenza di numeri corrisponde al 23 novembre (loro mettono sempre il mese prima del giorno). Però corrisponde anche a quattro dei primi cinque numeri di Fibonacci (manca lo zero iniziale). Ecco perché il 23 novembre è il Fibonacci Day. Da alcuni anni i matematici - seguendo l’esempio delle «Giornate mondiali» di tutto lo scibile umano che si susseguono senza soluzione di continuità lungo tutti i 365 giorni dell’anno, hanno pensato, per aumentare l’attenzione verso una materia considerata ingiustamente arida da molti che non la conoscono, di legare qualche giorno a una sequenza di numeri che possono far ricordare alcuni importanti concetti matematici. Così, dopo il Pi greco Day (14 marzo, 3.14 secondo la notazione giornaliera americana) che si celebra da alcuni anni, ecco aggiungersi il Giorno di Fibonacci. Chi era Fibonacci Leonardo Fibonacci è stato uno dei più grandi matematici di tutti i tempi. Nacque a Pisa intorno al 1175 e imparò la matematica seguendo il padre che era il rappresentante dei mercanti pisani nella città portuale di Bejaia, in Cabilia, ora una regione dell’Algeria. Oggi sembra fantapolitica, ma nei «secoli bui» del medioevo per un cristiano era normale vivere in un paese musulmano senza timore alcuno che qualche fanatico potesse tagliargli la gola in quanto infedele. In Cabilia il giovane Fibonacci venne a contatto con la matematica, la geometria e l’algebra araba, in parte derivata da indiani e persiani, a quel

Due pagine del Liber Abaci conservato nella Biblioteca nazionale di FIrenze.

tempo di gran lunga più sviluppata e approfondita di quella europea. Fibonacci, però, non si limitò ad apprendere gli insegnamenti dei grandi matematici arabi, ma andò oltre sviluppando sue proprie teorie in un libro fondamentale per la diffusione della matematica nella cultura occidentale: il Liber Abaci, pubblicato nel 1202. La sequenza di Fibonacci Tra le altre «cosucce» contenute nel Liber Abaci (come l’introduzione del concetto del numero zero e della numerazione decimale in Europa, il calcolo degli interessi, la conversione di misure diverse), viene per la prima volta riportata una serie di numeri che sarà chiamata Sequenza di Fibonacci o Numeri di Fibonacci. Partendo da 0 e da 1, ogni numero successivo è la somma dei due precedenti. Quindi i primi numeri della sequenza sono 0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, ecc. La sezione aurea Un semplice giochino matematico? Assolutamente no, perché il rapporto di un Numero di Fibonacci con quello che lo precede tende rapidamente a 1,61803... (è un numero irrazionale)

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che è il rapporto della sezione aurea (che, tra le varie definizioni, è pari al rapporto tra la diagonale e il lato di un pentagono regolare, come avevano scoperto già alla Scuola Pitagorica greca). In arte e in architettura la sezione aurea descrive il rapporto più bello ed estetico che esista: utilizzato già da Fidia per le sue statue armoniose, lo si ritrova anche nell’Uomo vitruviano di Leonardo. I Numeri di Fibonacci in natura I Numeri di Fibonacci sono una costante anche in natura. Per esempio le spirali dei semi di girasole sono disposte secondo i Numeri di Fibonacci, così i petali di alcuni fiori (rose, gerani) e le scaglie dell’ananas, le spirali delle conchiglie dei Nautilus (e delle estinte ammoniti) e delle galassie. Fibonacci in realtà scoprì il rapporto matematico tra i numeri e l’armonia della natura. Paolo Venturi - Corriere Scienze

In alto semi di girasole; sopra conchiglia Nautilus


DA TUTTO IL MONDO!

Nuova moda

ALBUM DA COLORARE

Citazioni citabili «Se i giovani sapessero; se i vecchi potessero» Proverbio francese «Faber est suae quisque fortunae. Ognuno è artefice delle proprie fortune» Sallustio (86 a.C. - 35 a.C.). Storico e poltico romano. «De Catilinae coniuratione» «Il lavoratore che fatica dev'essere il primo ad avere la sua parte dei frutti» 2 Timoteo 2:6 - San Paolo (Tarso, 5-10 - Roma, 64-67). Apostolo, fondatore del Cristianesimo. «Mi preoccupa sempre la gente disposta a lavorare per niente. A volte tutto quello che ottieni da loro è proprio niente» Sam Erwin (1896-1985). Politico americano democratico «Nessuno sa qual è il massimo che può raggiungere» Arturo Toscanini (1867-1957). Direttore d'orchestra.

Non lo fanno più solo i bambini. Colorare è diventata una moda per adulti. Il nuovo hobby, nato a Londra, come «Art therapy» sta coinvolgendo numerose persone anche in Italia soprattutto piace alle mamme che lo trovano un «metodo antistress». E farlo alla sera, mentre tutti dormono, aiuta a rilassarsi e riporta ad una dimensione infantile; colorando ci si immerge in uno stato di concentrazione che consente un distacco temporaneo dai problemi quotidiani. Compiere movimenti ripetuti, dando forma alla creazione e rimanendo entro i confini del disegno, può promuovere un senso di padronanza e migliora l'autostima. Infine, è un'occasione per depurarsi dalla tecnologia, a patto però che si colori in uno spazio silenzioso e tranquillo.

Imbrogli

MA QUALE

OLIO!

L'anno scorso il nostro raccolto di olive è stato disastroso e l'80% dell'olio imbottigliato in Italia è stato importato. Si comprende quindi come diverse celebri industrie oliarie per far tornare i conti degli «utili aziendali» abbiano barato mischiando olii di tutti i tipi spacciandoli poi per «olio extravergine d'oliva». Difficile per il consumatore riconoscere la frode. La scritta «made in Italy» non è sempre garanzia di qualità. Al momento, forse, conviene comprare un olio un po' più caro in attesa che la Procura di Torino faccia giustizia!

Dinosauri

MA QUANTI? TANTI!

Dal 1960 fino a oggi, nei pressi della città di Zhucheng (Cina) sono state rinvenute almeno 50 tonnellate di resti di dinosauri: nel solo 2008, i paleontologi dell'Accademia cinese delle Scienze hanno portato alla luce qualcosa come 7.600 fossili.

Animalia Presidente USA? QUANTO È BUONO IL LUPO VIVO

Quarant'anni fa il lupo italiano era a un passo dall'estinzione: la popolazione di Canis lupus italicus era infatti ridotta ad un centinaio di esemplari oggi è cresciuta di dieci volte. Sembra abbia superato quota mille distribuita nelle Alpi (circa 200 esemplari) ed il resto lungo l'Appennino. Ora che il lupo, tuttora specie protetta, sta raggiungendo faticosamente un'appena sufficiente consistenza, riaffiorano antiche paure e, con esse, i fucili in particolare negli Stati Uniti. E pensare che il lupo non preda a caso, ma opera un vero prelievo selettivo: sui giovani e soprattutto individui malati o vecchi. È così che funziona la dinamica sia delle popolazioni sia delle prede. Non c'è testo di ecologia che non spieghi tutto questo.

UN AVVENTISTA SI CANDIDA ALLA PROSSIMA PRESIDENZA

Manca ancora un anno alle prossime elezioni presidenzali degli Stati Unti e già in molti si chiedono chi sarà il nuovo Presidente? La domanda più ricorrente è quella se sarà un uomo o una donna a sostituire Obama. Intanto ci sono molti aspiranti candidati pronti a diventarlo! Tra questi Ben Carson, avventista del Settimo giorno, apprezzato neurochirurgo, che al momento è in prima fila nei vertici dei candidati repubblicani. Un affare complicato!

Biciclette

ELETTRICA O NON ELETTRICA?

Ecologia

PLASTICA TUTTA BIO

All'Istituto italiano di tecnologia di Genova dove lavorano 1.300 persone (44% sono stranieri) sono riusciti a realizzare una plastica tutta «bio»: infatti è al 100% ricavata da scarti vegetali. L'Istituto produce molti manufatti che vanno da microturbine a giunti meccanici, da sensori tattili flesssibili a telecamere intelligenti... Insomma un'eccellenza italiana.

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Tra le novità elettriche, al «Salone della moto» di Milano (fine novembre), c'erano anche le... biciclette. Un paradosso? No, vista la tendenza europea all'aumento dell'e-bike, ma non italiana. Anzi le vendite non sono in crescendo a differenza delle bici classiche (+ 6,6% nel 2014). Intanto i poduttori si danno da fare presentando modelli sempre più sosfiticati dell'e-bike perché, si pensa, dovrebbero costituire un'opportunità ecologicamente più «pulita» per sfidare il traffico cittadino senza sudare troppo; infatti sono dotate di nuovi ed efficaci motori elettrici da 250W e di una batteria da 400 Wh. Insomma un divertimento garantito!


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