Magazine AISO 2_2017

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2 / 2017 AISO - ASSOCIAZIONE ITALIANA STUDI SULLE ORIGINI - MILANO - Piazza Bertarelli, 13 - Tel. 02 617 55 79 - redazione@origini.info Newsletter trimestrale on line • Magaio 2017 • N.ro 2 • Direttore AISO: Stefano Bertolini • Redazione: Renato Colmano, Fabrizio Fratus, Giusy Pistillo • Fax 02 612 47 896 • www.origini.info

È ARRIVATA LA PRIMAVERA 2017!

Nonostante tutto, nonostante previsioni catastrofiche anche quest'anno la primavera è ritornata con i suoi mille colori e le sue meraviglie! Se fosse «frutto del caso» avrebbe dovuto esserci solo la prima volta... Invece...


QUELLI CHE SPERANO NEL SIGNORE...

«M IN QUESTO NUMERO QUELLI CHE SPERANO NEL SIGNORE... pag. 2 TURCHIA, TURCHIA! pag. 3/4 LE CROCIATE VISTE DAGLI ARABI pag. 5/6 TESTIMONI DI GEOVA. RUSSIA pag. 7 L'EVOLUZIONISMO ED IL SUO TALLONE D'ACHILLE pag. 8 LIBERO ARBITRIO: NON SIAMO SCIMMIE pag. 9 L'UOMO CHE ASCOLTA I DELFINI pag. 10 SCOPERTI ALTRI PIANETI. SECONDO MOLTI LASSÙ C'È VITA! pag. 11 QUEL ROBOT HA L'OCCHIO CLINICO pag. 12 UN LIBRO PER TUTTI pag. 13 PROFUMO DI CACAO E MIELE. ECCO LE VERE CLIMATIDI pag. 14 QUANTO VALGONO I VEGETARIANI E QUANTO I VEGANI? pag. 15 DI TUTTO UN PO' pag. 16

a quelli che sperano nel Signore acquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano» (Isaia 40:31) Anche quest'anno è arrivata la primavera e con essa il risveglio della Natura. Non solo le piante e i fiori riprendono la loro attività, ma anche tutti gli animali. Tra questi anche gli uccelli di cui uno in particolare: l'aquila! Il segreto del volo dell'aquila L'aquila è un uccello raro dalle nostre parti. Tuttavia, la sua immagine ci è ben nota. Con le ali aperte plana apparentemente senza alcuno sforzo nel cielo. Ora dopo ora traccia dei cerchi conquistando quote sempre più alte. Da lassù ha una vista spettacolare. Per raggiungere questa meta, non sbatte disordinatamente le ali, ma le distende appoggiandole sull'aria! Il suo volo librato è dimostrazione di pace e rilassatezza. L'aquila sfrutta una «forza» della Natura: quella delle correnti ascensionali. Cerca queste correnti e aspetta il momento opportuno per inserirsi e farsi così trasportare sempre più verso l'alto avendo cura di non abbandonarle. Non stabilisce una rotta, ma unicamente si abbandona «adagiandosi» sull'aria calda che sale verso il cielo. Non si pone il problema di calcolare quote, distanze... Sale. Sale con l'occhio fermo verso il basso, verso il nido da proteggere da predatori che cercano i suoi piccoli.

Il volo dell'aquila è per noi una metafora Chi di noi non vorrebbe lavorare senza stancarsi? Quanto volte ci è 2

capitato di investire tutte le nostre energie, la nostra creatività e la nostra forza in un progetto, per poi rimanere con un pugno di mosche in mano? Al posto del successo ed al riconoscimento abbiamo mietuto sconfitte e critiche. Siamo delusi e lasciamo cadere le braccia. La nostra stanchezza e mancanza di forze deriva spesso dal fatto che vogliamo raggiungere dei traguardi con le nostre sole capacità. In verità anche noi abbiamo a disposizione una sorgente di forza inesauribile che ci circonda. Dio ce la offre; dobbiamo solo accettarla. Grazie al suo Spirito Egli ci dona forza. Possiamo e dobbiamo sfruttarla, così come l'aquila. Le mete che grazie ad essa riusciamo a raggiungere, sono incredibili. L'unica cosa di cui necessitiamo, è la fiducia in Colui che ci mette a disposizione la sua energia. Così come l'aquila apre le ali, anche noi possiamo affidare tutto il nostro essere, affinchè Egli ci riempia con la sua forza. Se rimaniamo costantemente connessi a questa sorgente, potremo sperimentare di essere portati e di essere protetti dalle Sue mani. Il percorso potrebbe essere diverso da quello che avevamo programmato, tuttavia ci fa raggiungere traguardi vantaggiosi. Un'offerta così unica non me la voglio fare sfuggire!

Renato Colmano


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TURCHIA, TURCHIA!

Erdogan prende tutti i poteri con il referendum del 16 aprile 2017. Da tre anni al potere, il «presidente» ha rifondato la patria su tre pilastri: religione, nazione e famiglia. Naturalmente non sono mancate e non mancano le contestazioni relative ad irregolarità di voto anche da parte dell'Ue. Il suo sogno è quello di oscurare le riforme moderne del «padre della Patria», Mustafa Kemal Atatürk. La Turchia ha anche un ruolo nel quadro delle profezie bibliche?

In quesi giorni tutti noi

abbiamo assistito alle vicende del referendum presidenziale svoltosi in Turchia che ha sancito la «vittoria», seppure risicata, di Erdogan. Vittoria che ha lasciato mille strascichi e che certamente inflenzerà i vari rapporti diplomatici e commerciali con il Mondo occidentale, soprattutto per la votazione relativa all'accoglimento della Turchia quale membro dell'Ue. La Turchia ha da sempre esercitato un certo interesse sui paesi che s'affacciano sul Mediterraneo, in particolare l'Italia. Vuoi per la triste storia delle Crociate, vuoi per le bellezze naturali di cui la Turchia è ricca, vuoi perchè paese di transito delle merci provenienti dal Vicino e Lontano Oriente. Per il cristiano ci sono particolari motivi «religiosi» che possono interessare. Il primo, riteniamo, è quello che ha visto gli apostoli Paolo e Pietro percorrere quella parte del Paese nota come Asia Minore in cui essi hanno portato il Vangelo, ma soprattutto fondando chiese come Efeso, Pergamo, Smirne... Il secondo è relativo alle «Lettere alle sette chiese dell'Asia minore» dell'apostolo Giovanni: Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatiri, Sardi, Filadelfia e Laodicea (vedi cartina pagina seguente). Un terzo motivo potrebbe essere quello delle Crociate delle quali

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan con sua moglie Emine saluta i sostenitori all'aeroporto di Ankara (Getty) dopo i risultati del recente referendum che lo ha visto «vincitore» con un 51,4% di «sì» che ha lasciato l'amaro in bocca a molti tra cui l'Ocse che accusa irregolarità nelle schede. Per Erdogan «chi vince anche per un solo voto ha sempre vinto».

parliamo alle pagine seguenti. Il quarto motivo, anche se non legato alle vicende del I secolo, è quello dell'evangelo arrivato in Armenia. Un ultimo motivo, che più ci interessa, è quello legato all'Apocalisse che vede, secondo

Recep Tayyip Eergogan, 12º presidente della Turchia dal 2014. Politico. Sindaco di Istanbul dal 1994 al 1998. Poi Primo ministro dal 2003 sino al 2014. Data di nascita: 26 febbraio 1954 (età 64) Grado di istruzione: Università di Marmara (1981) Patrimonio netto: non conosciuto Partito: Partito per la Giustizia e lo Sviluppo Coniuge attuale: Emine Erdogan (dal 1978) Figli: Sümeyye, Bilal Ahmet Burak e Esra Fratelli: Mustafa, Vesile Igen e Hasan 3

alcuni commentatori, la Turchia quale possibile «identificazione» della «sesta tromba» di Apocalisse 8:10,11 nell'ambito del «settimo sigillo». L'interpretazione di questo capitolo come il nono, decimo e undicesimo, risulta particolarmente critico. Per le nostre considerazioni ci affidiamo alle note del libro di Adelio Pellegrini, Il popolo di Dio e l'anticritsto attraveso i secoli, edito in proprio, edizione 1980. «Le sette trombe corrispondono a sette grandi epoche di guerra che debbono succedersi fino al ritorno di Gesù Cristo. Le trombe, simbolo della guerra, ci annunciano che tramite diverse guerre, Dio eseguirà i suoi giudizi. Esse suonano... nel corso della storia terrestre... ed abbracciano tuttà l'età della redenzione, dalla incarnazione dell'Agnello sino alla realizzazione del regno di Dio... » Con questo preambolo le trombe rappresentano quindi i vari «giudizi» che nel corso della storia umana si sono succeduti. Le prime quattro trombe preannunciano le invasioni


Filippi

Nero

Bisanzio (Istanbul)

Tracia

Bi Troas

Pèrgamo

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Smirne

Atene

Tiatiri

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Pon e ia

Galazia

2 Asia 1 Efeso 7

Egeo

Rodi

Cesarea

Cappadocia

Laodicea Perga Attalia

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Ancira (Ankara)

4 Sardi 5 6 Filadelfia

Patmos

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Cilicia Tarso

Derbe

Cilicia

Antiochia di Siria

Cipro Salamina

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LE 7 CHIESE DELL’APOCALISSE

Pafo Sidone Tiro Cesarea

GERUSALEMME

Al di barbariche che distrussero alla Prima Guerra mondiale, sotto l'Impero romano: quella dei Goti, la pressione militare della Russia, dei Vandali, degli Unni e degli suo storico nemico, scomparirà Eruli. definitivamente (1918). Poi dall'Occidente si passa Secondo una certa interpretazione all'Oriente con la quinta tromba del v. 15 l'Impero ottomano relativa agli Arabi cui segue la scomparirebbe nel 1844, ma tromba collegata alla «Turchia». sarebbe più corretto vedere invece «All'ondata araba arrivata sino l'inizio del suo declino. alle porte di Parigi (Poitiers, 672), segue successivamente la marea turca che nel XV secolo conquista Costantinopoli (23 maggio 1453), capitale dell'Impero romano d'Oriente per arrivare sino alle porte di Vienna (1683). I quattro angeli sono stati identificati con le quattro principali sultanie o Stati politici dei Turchi a partire dal 1055 (quello della Persia, della Siria superiore o di Aleppo, dell'Asia minore e della Siria inferiore o di Damasco) di cui volle servirsi il Signore per fare venire sul popolo idolatra il secondo dei tre ultimi guai». L'Impero ottomano la cui massima espansione è raffigurata nella cartina qui a fianco, non sarà poi in grado durante tutto il XIX secolo di mantenere i territori. Così dopo una «sfortunata» partecipazione

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Erdogan e il ritorno dell'Impero ottomano Il significato vero del referendum conclusosi in Turchia è la fine della Repubblica laica di Kemal Atatürk e la nascita di una Repubblica che non costituisce soltanto una sorta di restaurazione del vecchio sultanato, ma che punta a dare vita a uno Stato la cui matrice più profonda è quella religiosa. Con Erdogan la Turchia diventa una Repubblica islamica. Che non ha le caratteristiche di Stato teocratico come quello della Repubblica dell’Iran, ma che trasforma il Paese un tempo laicizzato da Atatürk in una democrazia autoritaria di matrice islamica posta in una posizione geopolitica decisiva per i rapporti tra Europa e Oriente e destinata a modificare profondamente gli equilibri, al momento già ampiamente precari, tra i Paesi del Mediterraneo. Si illude chi pensa che per blandire Erdogan sia sufficiente non interrompere il processo di ingresso della Turchia in Europa o, al contrario, chi è convinto che per metterlo all’angolo basti chiudere la porta del Vecchio Continente al nuovo sultano. L’obiettivo di Erdogan è molto più alto dell’ingresso in Europa dalla porta principale o da qualche finestra lasciata appositamente aperta. La Repubblica islamica turca non può non porsi come traguardo quello di diventare il Paese egemone sia dell’intero Medio Oriente, sia di tutta l’area islamica della sponda meridionale del Mediterraneo. Cioè far rinascere l’Impero ottomano in forma moderna. Come nel passato e più del passato!


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LE CROCIATE VISTE DAGLI ARABI «Gerusalemme in mani cristiane» Il dipinto di Émile Signol raffigura il momento in cui i crociati, guidati da Goffredo di Buglione (al centro della scena, con le braccia levate al cielo) presero la città nel 1099, durante la Prima crociata. Museo di Versailles

I sempre più frequenti atti terroristici da parte dell'ISIS

compiuti in varie parti del mondo, ogni qualvolta accadono, ci riportano alla mente la rivendicazione di questa fazione, ed anche di altre, che considera i cristiani, in genere, i moderni «crociati». Così, secondo la loro ideologia, meritano un «castigo» per il comportamento avuto nei secoli scorsi.

Si perpetra così la giustizia «occhio per occhio, dente per dente» che Gesù aveva abolito. Evidentemente questa abolizione non è stata accolta nè dai cristiani nè tanto meno dai musulmani, eredi, secondo loro, delle rivelazioni che Dio, lo stesso Dio dei cristiani, avrebbe dato a Maometto! Musulmani che rivendicano le nefandezze compiute dai crociati facendo attentati contro tutti i cristiani non distinguendo la differenza tra cristiani cattolici (veri responsabili delle crociate) e cristiani protestanti, che all'epoca non «esistevano». In effetti al richiamo della predica5

zione di Urbano II (Deus te vult, Dio lo vuole) del 1095, centinaia di migliaia di «pellegrini» risposero all'appello partendo alla conquista della Terrasanta sul presupposto, completamente falso, che i musulmani «circoncidono i cristiani e il sangue della circoncisione lo spargono sopra gli altari o lo gettano nelle vasche battesimali. A quelli che vogliono condannare a una morte vergognosa perforano l'ombelico, strappano i genitali, li legano a un palo e, percuotendoli con sferze, li conducono in giro, sinché, con le viscere strappate, cadono a terra prostrati». «Così nel 1097, un esercito di


4.000 cavalieri e 25.000 fanti cristiani si mise in marcia da Costantinopoli attraverso la Turchia. I crociati si dirigevano verso Gerusalemme con l'obiettivo di liberarla dal dominio musulmano. Conquistata Antiochia dopo un duro assedio, proseguirono la loro avanzata verso sud, impossessandosi di tutte le città costiere prima di giungere davanti a Gerusalemme. Alla fine, dopo un assedio durato 40 giorni, il 15 luglio 1099 i cavalieri cristiani assaltarono e presero la Città Santa. Per i successivi ottantotto anni, la Cupola della Roccia - il luogo che ricorda episodi della vita di Maometto - fu coronata da una croce e prese il nome di Templum Domini. La liberazione dei Luoghi Santi fu celebrata in tutta Europa come un evento epocale. Per i musulmani che vivevano nella regione, però, l'arrivo dei crociati rappresentò un'esperienza molto differente. La prima crociata fu un'invasione inaspettata e brutale, che lasciò dietro di sé una scia di terrore che sarebbe stata ricordata per molto tempo. I cronisti arabi parlarono della paura causata da episodi come la conquista di Maarat dove, i crociati «per tre giorni passarono la gente per le armi, uccidendo oltre centomila persone e facendo numerosi prigionieri» o, soprattutto, la presa di Gerusalemme, nel corso della settimana successiva che vide «la popolazione della Città Santa passata per le armi mentre nella moschea di al-Aqsa, i franchi massacrarono oltre settantamila persone». Tali eventi contribuirono a far sì che nella mentalità araba dell'epoca mettesse radici un'immagine fortemente ostile dei «franchi» come venivano chiamate le genti dell'Europa occidentale, sottomesse al papa di Roma, per distinguerle dai bizantini o «romei». Agli occhi dei vinti, i crociati apparivano come barbari, superiori nelle armi, ma sprovvisti di qualsiasi raffinatezza o sentimento di umanità. «Coloro che si sono informati sui franchi - scriveva lo storico del XII secolo Ibn Mundiqh - hanno visto in loro delle bestie che sono superiori nel valore e nell'ardore del combattimento, ma in null'altro, proprio come

Abu Zayd predica in una moschea di Samarcanda. Miniatura delle «Marqamat» di Al Haribi, 1240. Biblioteca nazionale di Parigi.

gli animali sono superiori in termini di forza e di aggressività»., Naturalmente nei musulmani andò formandosi una risposta armata all'invasione degli «infedeli», invocando a questo scopo un noto principio della tradizione islamica, il jihad, inteso come il dovere di combattere in difesa dell'Islam; in altre parole, come «guerra santa» (vedi riquadro sulla Jihad). Gli appelli all'offensiva contro i crociati sortirono il loro effetto. Così a partire dal 1110 iniziò la controffensiva musulmana che, nel 1144, conquistò la città di Edessa. Questo fu un duro colpo per i crociati. E come scrissero i cronisti: «Dio volle schierare contro i crociati qualcuno che potesse compensare la malvagità delle loro azioni e distruggere e annientare i demoni crociati» Da questo momento in poi la «guerra santa», nonostante segnali di riappacificazione come nel caso con Federico II (1120), riuscì a scacciare per sempre i crociati. Saranno i guerrieri turchi che, pre-

La moschea eretta dal sultano Hassan al Cairo tra il 1356 e il 1361. I sultani mamelucchi d'Egitto ebbero un ruolo fondamentale nella lotta contro i crociati e nella loro espulsione dalla Terrasanta

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IL JIHAD, TRA MORALE E POLITICA Il termine jihad, che significa letteralmente «sforzo», ha due accezioni: quella di coraggio nell'essere un buon musulmano e quella di guerra per l'Islam; la tradizione islamica le definisce rispettivamente come jihad maggiore e jihad minore. La prima concezione, senza dubbio, è quella prevalente nel Corano. Ma si riteneva che anche il jihad minore fosse un dovere il cui adempimento (anche se praticato da parte di pochi) nei momenti di minaccia e pericolo, esimeva il rispetto del jihad maggiore. Nel contesto delle crociate, gli ideologi del jihad, soprattutto giuristi come al-Sulami, ritenevano entrambe le nozioni fondamentali e complementari per affrontare i crociati. Era necessario che la comunità facesse ricorso alle armi contro l'infedele, ma allo stesso tempo questo sforzo bellico doveva essere accompagnato dal jihad maggiore, dal rispetto e dalla promozione della minaccia. Per questo, governanti come Nur ai-Din o Saladino non si limitarono ad attaccare i territori cristiani, ma furono protagonisti anche di molti atti di pietà. Tuttavia, quegli stessi ideologi contemplavano la possibilità di interrompere il jihad e negoziare con gli «infedeli», avvalendosi di concetti come quello di maslaha o

so il potere al Cairo (1249), detronizzando gli ayyubidi, nel 1201 conquisteranno la città di Acri, ponendo così fine a quasi due secoli di presenza crociata in Terrasanta. Che dire di questi avvenimenti allo stesso tempo gloriosi (Federico Barbarossa, Riccardo Cuor di Leone...), ma anche ignominiosi per la storia della Chiesa. Si scese in campo per salvare la cristianità dall’Islam ma, al termine delle lotte (1270), l’intera cristianità orientale si troverà sotto il dominio dell’Islam. Jacques Le Goff dirà: «L'albicocca è l'unico buon frutto che i cristiani hanno raccolto dalle crociate!» Da un articolo apparso su Storica n. 95, gennaio 2017 di Javier Albrrán Iruela (RBA Edizioni) e da I mille volti del cristianesimo, Reach Italia, 2012.

Interno del salone dei Cavalieri, una delle stanze della cittadella di San Giovanni di Acri. La città passò più volte di mano tra i musulmani e cristiani. Nel 1291 fu conquistata definitivamente dai musulmani.


L I B E R T À D I C O S C I E N Z A

TESTIMONI DI GEOVA RUSSIA, la Corte suprema vieta la loro l'attività: «Sono estremisti»

La Corte Suprema Russa ha bandito la loro attività definendo l'organizzazione religiosa «estremista» e ne ha sequestrato i beni a favore dello Stato (Agenzia Tass). La Corte suprema ha così accolto una richiesta del ministero della Giustizia. L’organizzazione religiosa ha fatto sapere per mezzo di un suo rappresentante, Serghiei Cerepanov, che impugnerà la sentenza. Il Ministero della Giustizia russa nelle accuse al movimento religioso di Geova ha cancellato in un battibaleno la libertà di culto, uno dei capisaldi della democrazia e della libertà. E lo ha fatto con una motivazione che, se non riguardasse la libertà di religione di 175.000 persone, risulterebbe a dir poco ridicola. Infatti i Testimoni di Geova sono stati accusati di essere una minaccia ai diritti dei cittadini, all'ordine pubblico e alla pubblica sicurezza.

RUSSIA, DECISIONE PALESEMENTE ANTIDEMOCRATICA Sembra quasi impossibile che un leader discusso, ma unico per capacità tattiche e strategiche come Vladimir Putin possa subire una decisione palesemente antidemocratica dalla Corte Suprema Russa che ha messo al bando i Testimoni di Geova.

Salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali» firmata anche dal suo Paese, cominci a porre freno a evidenti e ripetute violazioni alla democrazia. In tal senso sono le chiusure delle organizzazioni non governative straniere o le pesanti intimidazioni alle poche manifestazioni femministe.

Putin statista abile e vincente Putin capace di guidare la riscossa vincente di tutto l'Occidente sui terroristi dell'Isis e abile a gestire una complicata partita con gli Stati Uniti sullo scacchiere siriano non dovrebbe accettare simili decisioni di puro stampo medioevale.

I TESTIMONI DI GEOVA NON RAPPRESENTANO INTERESSI Purtroppo per loro i Testimoni di Geova non sono portatori di interessi (voti, potere, denaro) e quindi nessuno si è agitato più di tanto, salvo qualche protesta ufficiale come quella, ad esempio, dell'Alto Commissario Europeo, Federica Mogherini. Aldilà dei ricorsi che i vertici russi dei Testimoni hanno deciso di fare a tutti i livelli, fino alla Corte dei Diritti dell'Uomo, è necessario un atto coraggioso di apertura del presidente Putin rispetto all'arroccamento delle istituzioni interne. Un segnale di apertura che darebbe al leader russo, forte e abile, un'immagine di umanità inaspettata e vincente.

TESTIMONI DI GEOVA, UN PERICOLO PER LA CHIESA ORTODOSSA? I Testimoni, liberi di professare dappertutto, possono essere accusati di essere un pericolo per la Chiesa Ortodossa di rito moscovita importante alleata di Putin? Non ci sembra proprio il caso! Ci auguriamo allora che il presidente Putin, perfettamente a conoscenza della «Convenzione Europea per la

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O F F E R T I S S I M A !

Il film documentario sui difetti dell'evoluzionismo, tanto temuto dagli scettici, in edizione speciale italiana!

L'EVOLUZIONISMO ED IL SUO TALLONE D'ACHILLE

Il film documentario della Creation Ministries International intitolato «Evolution’s Achilles’ Heels», tanto temuto dagli evoluzionisti, ora sta per essere rilasciato nell’edizione AISO, doppiato in italiano: «I talloni di Achille dell’evoluzionismo». Ci sarà pure un motivo perché gli evoluzionisti hanno cercato in ogni modo di ostacolare il successo di questo film. Quando 15 importanti scienziati con dottorato di ricerca, come il rinomato genetista John Sanford ex-evoluzionista, con una lunga carriera alla Cornell University, dichiarano che la teoria dell’evoluzione ha delle falle fatali, è ora di rizzare le orecchie e preoccuparsi. Come un’animale con le spalle al muro gli evoluzionisti hanno reagito mettendosi sull’offensiva con una tattica sleale e diversiva. Ma non ha funzionato ed il film è stato lanciato con diverse anteprime in tutto il mondo. Il documentario di 96 minuti intervista i suddetti 15 scienziati sulle debolezze più importanti della teoria dell’evoluzione. Questi esperti in campi diversi di specializzazione hanno ricevuto i loro attestati dalle stesse università secolari dei loro corrispettivi colleghi evoluzionisti; con storie e tempi diversi si sono accorti che la teoria dell’evoluzione semplicemente non regge all’indagine scientifica. Al grande pubblico viene praticamente presentata solo una faccia del dibattito sulle origini, ma con stupende animazioni ed un filmato drammatico, «I talloni di Achille dell’evoluzionismo» presenta una potente critica alla classica teoria dell'evoluzione da manuale. La teoria dell’evoluzione presenta errori madornali ed è ora che questi vengano smascherati. Questi talloni di Achille dell’evoluzione spesso si trovano nelle aree considerate fortezze inespugnabili di questo sistema di pensiero, come: - La selezione naturale - La colonna geologica - La genetica - La datazione radiometrica - L’origine della vita - La cosmologia - La storia dei fossili - Le implicazioni etiche Scoprirai quanto questo dibattito impatterà il modo in cui vedi te stesso ed il mondo che ti circonda. Non possiamo rimanere indifferenti una volta sentite queste importanti verità che ci sono state nascoste da tanto tempo. Tra poco anche tu potrai vedere il film che gli evoluzionisti non volevano che tu vedessi. Stefano Bertolini, Presidente AISO 8


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LIBERO ARBITRIO: NON SIAMO SCIMMIE!

Quanto di più incredibile vi è nell’uomo se non la possibilità di scegliere, di potere decidere anche contro il proprio interesse?

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’uomo ha delle possibilità che con la teoria di Darwin proprio non hanno nulla a che fare. La natura, vista nell’ottica neodarwinista, è una continua guerra per la sopravvivenza, una battaglia che ogni essere vivente deve combattere continuamente contro i propri simili e le altre specie. Ma questo o è vero o è, come moltissime questioni, solamente un’interpretazione dominante della vita. È chiaro che se l’uomo si autoconvince di discendere da un animale i suoi valori saranno differenti rispetto ad una consapevolezza che lo porrebbe in una posizione di «essere speciale». L’uomo può essere sia uno «sbaglio» sia un essere eccezionale, straordinario. Una società che si basa sull’accumulo per la detenzione del potere avrà valori ben differenti da una società che si basa sulla comunità e la solidarietà. La teoria di Darwin ci insegna che l’uomo è in perenne competizione per sopravvivere e che quindi la sua sopravvivenza dipende dalla sua capacità di scegliere ciò che per lui è migliore nel «sistema» in cui vive. Come sappiamo, il nostro sistema è di tipo capitalistico e conseguentemente di accumulo, chi accumula più danaro e più

potere ha maggiore prestigio, e conseguentemente, in un ottica darwiniana, è migliore. Ma l’uomo può scegliere e anche in condizioni dove è nella situazione di forza può scegliere di «perdere»; può scegliere di aiutare; può scegliere di fare ciò che è ritenuto irrazionale. L’uomo sceglie e sceglie anche contro il proprio interesse. Lo fa in «barba» a tutte le teorie materialiste. Lo fa a prescindere e basta. Il libero arbitrio è la negazione della teoria di Darwin. L’uomo fa scelte, nell’arco della sua vita, che non hanno nulla a che fare con ciò che H. Spencer e i suoi amici hanno voluto farci credere. La solidarietà è contro la logica di Darwin. Il donarsi. Il sacrificarsi in ogni sua forma è l’empirica testimonianza che l’uomo ha una coscienza non comprensibile con interpretazioni meccanicistiche di tipo materialista. La psicologia evoluzionista non ha nessun tipo di risposta soddisfacente che possa spiegare come l’uomo possa donarsi senza chiedere nulla. Ritornando al sistema sociale, quindi, noi possiamo capire come mai alcune persone vivano solo per accumulare, ma non possiamo capire come mai alcuni ad un certo punto mollano tutto.

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Non lo possiamo capire se interpretiamo il sistema sociale seguendo un paradigma di tipo evoluzionista, ma lo possiamo ben comprendere se lo si interpreta con un modello del tutto differente. Proviamo a ricordare il modello sociale proposto da Tommaso Moro in Utopiae proviamo a considerare certi comportamenti dell’uomo, anche nella società in cui viviamo, con tale modello. Da subito comprendiamo che l’uomo vive in un sistema fittizio, realmente lontano dalle sue esigenze spirituali e fisiche. L’uomo della società postmoderna è un prodotto che ha poco a che fare con la sua reale natura, è stato manipolato socialmente ed è «schiavo» di un sistema da lui stesso creato di cui non è più padrone… ma anche in questo sistema creato e generato dalla rivoluzione industriale prima e dalla rivoluzione culturale dell’800 poi, l’uomo, ha sempre un dono di cui noi, escludendo Dio, non sappiamo l’origine: il libero arbitrio. La più palese testimonianza di come Darwin e la sua infausta scuola non hanno compreso nulla della natura originaria dell’essere denominato «uomo». Fabrizio Fratus, Comitato antievoluzionista


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L'UOMO CHE ASCOLTA I DELFINI E CON I SUONI LEGGE LE MALATTIE

Peter Burns, docente e direttore della Facoltà di Biofisiche mediche a Toronto, è uno specialista nelle applicazioni mediche degli ultrasuoni. Generando immagini in tempi brevissimi riesce a localizzare la posizione di eventuali tumori.

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eter Burns, vincitore di prestigiosi premi nel campo della diagnostica e applicazioni terapeutiche degli ultrasuoni in medicina, ha iniziato da bambino a osservare la natura nella sua stanzetta della casa londinese in cui è cresciuto. «C'erano spesso le nubi e sempre una cappa di smog nel cielo, ma ero rapito dalle stelle, sono state loro a far scaturire in me, molto presto, l'interesse nei confronti della matematica e della fisica e sul contributo che possono dare alla medicina. Del resto, queste scienze non sono altro che studi di quanto accade in natura, ovvero quella che considero la fonte di ispirazione e scaturigine più ricca di idee, strumenti tecnologici, rimedi chimici e trattamenti curativi. Poi mi sono soffermato sugli impulsi sonori prodotti dagli animali, non solo per comunicare tra loro ma anche per muoversi via acqua, aria o per cacciare; tra essi i pipistrelli, i gufi, alcuni tipi di gamberi, le balene e le focene, i delfini e anche i topi e i toporagni: emettono suoni e ascoltano il proprio eco in modo investigativo, per farsi un'immagine mentale delle strutture fisiche e viventi che incontrano nel loro spostamento o per attirarle sulle loro orme, creando una bolla di collasso che stordisce o uccide la preda». Questa visualizzazione sonora, definita ecolocalizzazione attraverso i suoni, si compie con una metodologia al tempo stesso semplice e complessa. «L'animale emette un clic sonoro molto secco, restando in ascolto del suo ritorno di eco. Calcolan-

Cetacei - Le osservazioni sui delfini, insieme a balene, pipistrelli e toporagni e i rispettivi «sonar» sono alla base degli studi e delle ricerche di Peter Burns.

do quando tempo impiega l'eco ad arrivare (e sapendo a quanta velocità viaggia il suono), e la sua direzione, può stabilire a quale distanza si trova l'oggetto che gli sta intorno e la sua precisa collocazione. Gli animali spesso producono una serie di impulsi in diverse direzioni mentre nuotano o volano. Un pipistrello, ad esempio, sa con precisione dove si trova un insetto, anche se è buio. Se poi noi produciamo un'immagine dell'ecolocalizzazione ci rendiamo conto che è la stessa ricavabile da un sistema di ultrasuoni in medicina». «Gli animali impiegano i suoni in modi diversi. Ad es. i gufi, quando è ancora chiaro, utilizzano una sorta di sistema di navigazione stealth, più furtiva, mimetizzata, in cui non Curiosità

Forse non tutti sanno che i delfini rilevano la velocità delle loro prede grazie all'effetto Doppler, ovvero quello che noi utilizziamo per avere le immagini del flusso sanguigno. Gli animali ci insegnano tanto: i gufi costruiscono la rappresentazione di una scena sonora riuscendo così a dare definizione al riflesso delle strutture ambientali circostanti. E i gamberi fanno anche di meglio poiché stordiscono le loro prede per mezzo di suoni e piccole bolle.

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emettono alcun suono che potrebbe avvertire la loro preda. Al contrario di quello che fanno durante il buio. Nell'impiego degli ultrasuoni in campo medico, uno degli sviluppi più recenti consiste proprio nell'avvalersi di un sistema di analisi simile, per generare immagini in tempo rapidissimo, fino a 10.000 al secondo, che permetta di monitorare le onde elastiche attraverso il corpo per rilevare i tumori». Delfini e balene, insieme ai suoni, producono anche bolle, creando così una sorta di trappola sonora in cui, appunto, le bolle amplificano e concentrano il suono, attirando la preda al suo interno. «Allo stesso modo, in campo medico, si iniettano piccole inoffensive bolle molto concentrate che amplificano gli echi, in modo che i piccoli vasi sanguigni possano essere rilevati in un tumore in crescita. Le bolle possono essere create anche per collassare improvvisamente, rilasciando una grande quantità di energia in una regione molto piccola. Per alcuni gamberetti, questo può avere lo scopo di stordire la preda, negli esseri umani di focalizzare energia sulla superficie di una cellula e aprire la membrana. È la sonoporazione, che ad esempio consente di aprire una sorta di varco nella barriera emato-encefalica per iniettare farmaci selettivi destinati al tessuto cerebrale, altrimenti non raggiungibili coi farmaci normali». Luca Bergamin Corriere della Sera del 19.04.2017


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SCOPERTI ALTRI PIANETI SECONDO MOLTI LASSÙ C'È VITA!

La notizia che nei mesi scorsi ha fatto il giro del mondo è la scoperta del sistema di sette pianeti che gravitano attorno a Trappist-1, un sistema per questo paragonato a quello solare di cui fa parte la Terra e, quindi, deputato alla vita «aliena». Ma c'è vita su questi pianeti come su altri che si trovano nell'universo?

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’è una stella, fra i milioni e milioni di stelle dell’immenso cielo attorno a noi, che porta il nome poco romantico di 2MASS J23062928-0502285. Fortunatamente ne ha un altro, Trappist-1, che deriva dal telescopio che l’ha scoperta, appunto Trappist, piazzato nell’Osservatorio di La Silla, in Cile, ma prodotto e controllato orgogliosamente in Belgio. Tant’è che il nome è volutamente un omaggio all’ordine dei monaci cistercensi della stretta osservanza, i trappisti, la storia di una delle cui grandi famiglie si sovrappone a quella della stessa nazione belga, proprio a sottolineare il fatto, anche laicamente, che il Belgio di oggi sarebbe nulla senza la tradizione trappista.

Ebbene la sensazionalità della scoperta è quella, come detto, che la stella Trappist-1, che ha solamente l'8% di massa del nostro Sole e più o meno un millesimo della luminosità del Sole, è circondato da un sistema di sette pianeti sui quali si sono fatte molte illazioni. La prima parla di un sistema vicino alla Terra, come si trattasse di andare da Milano a Roma, paragone permettendo! In realtà è «vicino» 39,5 anni luce. Ora, se potessimo viaggiare alla velocità raggiunta dalla luce nel vuoto, poco meno di 300mila chilometri al secondo, impiegheremmo quasi quarant’anni ad arrivarci. Ma noi non viaggiamo affatto alla velocità della luce. Il veicolo spaziale che detiene il record è la sonda della Nasa Juno, lancia-

ta il 5 agosto 2011 verso Giove: 265mila chilometri l’ora. Calcolare il numero di anni necessari a raggiungere Trappist-1 a questa velocità fa girare il capo. La seconda dice che, forse, c'è acqua sui sette pianeti e con essa è possibile la vita. Ammettendo però che quegli esopianeti abbiano davvero acqua allo stato liquido, e pure tutte le altre condizioni di abitabilità, tuttavia il discorso sulla vita sarà comunque sempre tutt’altro. Si sa che l’acqua, come tutta la materia, è sterile, inerte, non genera spontaneamente la vita. Di questo «piccolo» particolare non vi è però traccia nell’euforia generale per la scoperta del sistema planetario Trappist-1! Il sito specializzato The Extrasolar Planets Encyclopaedia censisce alla virgola tutti gli esopianeti, ossia i pianeti che, come appunto quelli rivoluzionanti attorno a Trappist-1, non fanno parte del nostro sistema solare: sono 3583 sparpagliati in 2688 sistemi, più altri 2410 candidati e 211 controversi. Solo la famosa Missione Kepler della NASA per la ricerca di pianeti simili alla Terra, partita il 7 marzo 2009, ne ha scoperti 1284 su un totale di 4302 candidati. La stessa Nasa calcola dunque statisticamente che nell’universo possano esistere 100 miliardi di esopianeti e quelli di tipo tellurico, cioè comparabili alla Terra per composizione (rocce e metalli), dimensioni e distanze dal loro sole, potrebbero essere 40 miliardi. L'universo è veramente incredibile!

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QUEL ROBOT HA L'OCCHIO CLINICO

Big data! Una intelligenza artificiale frutto della moderna tecnologia che contiene dati, sintomi, tutte le cure, le informazioni possibili e immaginabili per ogni situazione, da applicare ai singoli casi e fornire al medico, in tempo reale, la migliore soluzione. Una vera rivoluzione che irrompe nella professione medica fino a ieri ancorata al metodo clinico, che vedeva nella osservazione personalizzata del malato il punto di partenza del ragionamento per formulare ipotesi, arrivare a una diagnosi e proporre delle soluzioni. Una novità enorme che mette in crisi il lavoro del medico indotto a interrogarsi sulla sua utilità visto che basterà inserire nel «cervellone» dei dati, schiacciare un bottone e come al bancomat avere una ricevuta con la risposta. Big data è comunque «progresso» e non può essere demonizzato, pur tenendo conto delle trasformazioni che provocherà nel rapporto medico-paziente. Il progresso non si può fermare: ci si deve «inserire» nella novità e «visitarla» come nuova modalità di crescita professionale. Del resto a partire dagli anni 50 le trasformazioni sono state enormi e il medico è sempre stato in grado di utilizzarle al meglio da protagonista e non da spettatore.

Alberto Scanni Corriere della Sera, 23.04.2017

Si sta studiando una macchina capace di diagnosticare una malattia rara attraverso un sistema di riconoscimento facciale. Non è fantascienza, ma solo un piccolo assaggio dell'intelligenza artificiale e dei Big data applicati alla sanità. Tuttavia ci si interroga anche sulle loro implicazioni etiche.

Se una volta la diagnosi di una infezione polmonare si faceva con la semeiotica, successivamente ha fatto proprie tutte le novità che la tecnica man mano gli offriva (Tac, risonanza, Pet, ecografia e chi più ne ha ne metta!). E dunque il Big data va visto come parte di una nuova metodologia in cui comunque il malato resta centrale. Da lui andranno estratte le informazioni da inserire nel «cer-

vellone» e dovrà essere chi lo visita a leggere le risposte e valutarne la applicabilità. Certo l'intelligenza artificiale avrà una quantità di dati superiore al sapere individuale ma il colloquio, l'osservazione del malato e la visita saranno sempre imprescindibili. La macchina non sarà mai in grado di rilevare casi di serendipità (coperte occasionali) che da Ippocrate a oggi hanno costellato la storia della medicina (penicillina e raggi X sono classici esempi che si citano, ma ve ne sono molti altri) e che nascono solo da una medicina davvero personalizzata. Queste novità tecnologiche non indeboliscono il valore del clinico che confronta i suoi dati con quelli della macchina e la usa come strumento di apprendimento, di crescita e di verifica del proprio sapere. Il Big data non fa paura, bisogna sapere come prenderlo!

Così a lungo bisognerebbe camminare a passo veloce per mantenere un corpo il più sano possibile, soprattutto per chi lavora tutto il giorno alla scrivania. L'uomo non è stato creato per rimanere sempre seduto! 12


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EDIZIONE AISO

ENTROPIA GENETICA

C'è un libro per tutti! ENTROPIA GENETICA

«In Entropia Genetica, il noto ricercatore John Sanford della Cornell University alza il tappeto per svelare ciò che la teoria dell'evoluzione ha spazzato sotto. Egli dimostra che il darwinismo non solo non ha risposte per spiegare come l'informazione sia potuta entrare nel genoma, ma nemmeno per come ci sarebbe potuta rimanere» Michael Behe, biochimico. Professore di Scienze Biologiche alla LeHigh University. Noto autore de La scatola nera di Darwin e The Edge of Evolution

«Entropia Genetica è una brillante dimostrazione dell'inattendibilità dell'assioma primario dell'evoluzione. Nonostante la complessità dell'argomento, è scritto in uno stile accessibile anche ai non specialisti che abbiano comunque qualche nozione di biologia. Nello stesso tempo contiene abbastanza sostanza e documentazione da indurre anche il biologo più esperto a ripensare seriamente, quello che ha sempre creduto a proposito dell'assioma primario. A mio parere questo libro merita di essere letto da ogni biologo di professione o insegnante di biologia in tutto il mondo. Per me ha la potenzialità di cambiare la prospettiva del mondo accademico in modo profondo» John Baumgardner, esperto di complesse simulazioni numeriche che ha lavorato per 20 anni nella Theoretical Division della Los Alamos National Laboratory. Ha conseguito un PhD in Geofisica presso l'UCLA e una laurea MS in ingegneria elettronica presso la Princeton University

«John Sanford è un genetista estremamente qualificato presso un'importante università. Ha scritto un libro eccezionale, evidenziando in modo John Sanford Genetica, (1950) è unil ge“InC.Entropia noto ricercatore dott. John convincente nuove prove genetiche che il genoma umano è in netista statunitense, tra i maggiori Sanford della Cornell University alza il tappeto per degrado, e che lo è stato fin dalla sua origine. esperti mondiali di ingegneria gesvelare ciò che la teoria dell’evoluzione ha spazzato netica, inventore della biolistica, un Le profonde implicazioni di queste scoperte dovrebbero essere sotto. Egli che il darwinismo non solo non dispositivo che dimostra permette di inserire ovvie ad ogni persona riflessiva. ha risposte per spiegare come l’informazione sia DNA estraneo in una cellula. Credo per checome questo volumetto incredibilmente convincente potuta nel entrare genoma, ma nemmeno Laureatosi 1976nel presso l'Univerdi facile lettura dovrebbe essere una lettura obbligata per potuta sità ci delsarebbe Minnesota, conrimanere.” una laurea chiunque riflette seriamente sulla vita» in orticoltura, proseguito i suoi Dott. Michaelha Behe, biochimico; Professore di Scienze Biologiche,

ENTRO GENET

ENTROPIA GENETICA

LeHigh University; noto of autore de “La scatola neraMorris, di Darwin” e studi alla alla University WisconHenry già Presidente emerito, ICR. Noto autore di The Long war Against God, e “The Edge ofdove Evolution”. sin-Madison, ha conseguito di circa 70 altri libri un MSc (1978) e un PhD (1980) in Genetica Vegetale. “Entropia è una brillanteprofessore dimostrazione dell’inattendibilità Tra il 1980 Genetica e il 1986 è stato poi assistente di «Consiglio vivamente il libro Entropia genetica di John dell’Assioma Primario presso dell’evoluzione. Nonostante la complessità «Horticultural Sciences» la Cornell University, e Sanford. Esso poi sino al 1998èprofessore dell’argomento, scritto in associato. uno stile accessibile anche ai non specialisti chefornisce una descrizione chiara e audace della Professore onorario qualche associatonozione di Botanica presso la Nello Duke stessodegenerazione abbiano comunque di biologia. tempo contiene del genoma umano dovuta all'accumulo di University. sostanza e documentazione da indurre anche mutazioni. abbastanza il biologo più Sanfordaè ripensare un inventore con più di 32 brevetti La situazione esperto seriamente, quello cherilasciati. ha sempre creduto a propositoha implicazioni inquietanti per il futuro Alla Cornell Sanford e i suoi colleghi hanno sviluppato il dell’Assioma Primario. A mio parere questo libro merita didell'umanità essere letto da e implicazioni sorprendenti per quanto concerne il Biolistic Particle Delivery System, il cosiddetto «gene gun». ogni biologo di professione o insegnante di biologia in tutto ilsuo mondo. Per me passato» Sanford è il co-inventore della tecnica della resistenza haderivata la potenzialità di cambiare prospettiva del mondo in modo Phillip Johnson, professore emerito di Giurisprudenza, UC-Berkeley. da patogeni (pathogenladerived resistance), uti- accademico profondo.” Consulente giudiziario del Presidente della Corte Suprema degli USA Earl Warren. lizzata per creare piante transgeniche resistenti a virus e

Autore di per Darwin on Trial e Reason in the Balance Dott. John Baumgardner, esperto didicomplesse simulazionigenetica. numeriche che ha lavorato 20 anni il co-inventore del processo immunizzazione nella Theoretical Division della Los Alamos National Laboratory. Ha conseguito un PhD in Geofisica È stato insignito del «Distinguished Inventor Award» presso l’UCLA e una laurea MS in ingegneria elettronica presso la Princeton University.

dalla Central New York Patent Law Association nel 1990 e nel 1995. “IlHa Dott. è biotecnologiche, un genetista laestremamente qualificato presso fondatoSanford due aziende «Sanford un’importante università. Ha scritto un libro eccezionale, evidenziando in Scientific» e la «Biolistics». modo convincente provescientifiche. genetiche che il genoma umano è in Ha all'attivo oltre 70 nuove pubblicazioni Per ordinazioni: degrado, e che lo è stato fin dalla sua origine. Le profonde implicazioni di queste scoperte dovrebbero essere ovvie ad ogni persona redazione@origini.info. riflessiva. Credo che questo volumetto incredibilmente convincente di facile lettura dovrebbe essere una lettura obbligata per chiunque riflette seriamente sulla vita.”

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Dott. Henry Morris, già Presidente Emerito, ICR, noto autore di “The Long war Against God”, e di circa 70 altri libri.


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Profumo di cacao e miele. Ecco le vere Climatidi

e clematidi con il fiore grande come un piatto da dessert, a colori violenti, viola, blu, rosso cardinale, non mi piacciono, mi sembrano «fiori da nuovi ricchi». Sono troppo appariscenti, esseri viziati da troppe selezioni. Hanno poi il vezzo di morire improvvisamente, soprattutto in primavera, senza una ragione plausibile, lasciando i proprietari, per dirla in dialetto trentino, «malsaoridi»; nel frattempo si è scoperto che sono attaccate da un virus. Sono anche difficili da potare, guai lasciarle crescere perché diventerebbero un ammasso scomposto di rami, e guai a potarle nel momento sbagliato, pena la perdita della fioritura o persino della pianta. Perciò lascio senza rimorsi le varietà moderne di clematidi nei loro vasi nei vivai. In giardino ho fatto crescere la sontuosa Clematis armandii, dal profumo di miele e di mandorle, che già in marzo lancia i suoi festoni su un noce ahimè malandato, ricadendo dai rami come un tendaggio fittamente fiorito di bianco, e la generosa Clematis montana, che regala una profusione di fiori rosa primaverili in aprile e odora come il cioccolato al latte. Amo anche la vigorosa Clematis tangutica, con fitti fiori gialli a campanella che si aprono copiosi da luglio. Sono tutte varietà spontanee, con pochi grilli o mattane da primedonne, con pochissime pretese, si arrangiano da sole, basta che nei primi anni dopo il trapianto ci si ricordi di innaffiarle regolarmente. Della grande famiglia delle Ranunculaceae, la clematide de-

ve il suo nome botanico al greco klema» viticcio. La variante europea più comune, Clematis vitalba (italiano vitalba, barbagrigia, viburno dei poveri) che cresce nell'intrico nei boschi, emette vere e proprie liane lunghe decine di metri, creando un effetto giungla; le ramaglie erano usate una volta come legacci o per fabbricare robusti cesti. Fiorisce in luglio; in inverno ne vediamo i semi, ciuffi piumati color grigio, amati anche dagli uccelli che li raccolgono per imbottirne i nidi.

Clematis alpina, Giardino Botanico delle Alpi Orientali (Monte Faverghera) Belluno, quota 1500 m s.l.m. - 19.06.2008 - Foto Wikipedia

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Anche la Clematis viticella, la flammula, la cirrosa e la recta sono europee preferendo crescere in zone temperate. Le clematidi hanno una lunga storia; in Inghilterra e in Germania sono piante amatissime. Entrambi i Paesi producono sempre più appariscenti varietà. Le prime notizie dai giardini sono del 1569. Nel 1676 entrano in Europa le specie asiatiche. Sono stati inglesi e poi germanici a iniziare con innesti e incroci. Nel 1872 siamo all'apoteosi: George Jackmann pubblica un volume The Clematis as a Garden Flower, descrivendo più di duecento specie e varietà. Martha Canestrini Corriere dell'Ato Adige, 18.04.2017 Il nome generico (Clematis) viene normalmente attribuito a Dioscoride e deriva dalla radice greca, klema (= viticcio o anche, pianta volubile o anche legno flessibile). Il nome specifico (alpina) deriva dalle zone dove normalmente vive questa pianta. Uno dei primi studi sulla specie è stato fatto dal biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, Carl von Linné (1707-1778); studio ripreso e completato dal botanico scozzese Philip Miller (16911771) e pubblicato nel 1768 nell'ottava edizione del suo «Dictionnaire». Gli inglesi chiamano questa pianta Alpine Clematis; i tedeschi Alpenrebe, mentre i francesi la chiamano Clématide des alpes. Descrizione delle parti della pianta Queste piante arrivano ad altezze di 2 metri (dimensioni usuali: da 30 a 60 cm) arrampicandosi su diverse superfici quali rocce, muschio, arbusti e tronchi in posizioni fresche ed ombreggiate. La capacità di «arrampicarsi» è data dalla particolare sensibilità al tatto della parte basale del picciolo fogliare; in questo modo riescono a girare una o due volte attorno all'ostacolo che urtano inavvertitamente (fusto scandente). Se la Clematide è molto rigogliosa e il supporto non è il tronco di un grosso albero, a volte ostacolano la crescita della pianta di sostegno arrivando fino a soffocarla. La forma biologica della pianta è fanerofita lianosa (P lian), ossia sono piante perenni e legnose, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo maggiore di 30 cm con portamento rampicante.


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QUANTO VALGONO I VEGETARIANI E QUANTO I VEGANI?

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Sono cambiate le abitudini alimentari degli italiani. Infatti ogni anno gli italiani vegetariani e vegani aumentano al ritmo di 1.600 al giorno: erano il 6% nel 2013; sono diventati l'8% nel 2015. Quanto «valgono» per l'industria alimentare?

econdo una non più recente indagine della Eurispes (2015) gli italiani che preferiscono una dieta diversa (vegetariana e vegana) da quella tradizionale sono in costante aumento. Le statistiche parlano di circa un 8-10%, che dovrebbe essere in rialzo da quando (2016) l'Oms, Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato un allarme su carne rossa e insaccati: «Questi cibi aumentano il rischio di cancro». Fortunatamente, per la salute del cittadino, i consumi di carne dal 2010 diminuiscono al ritmo del 5% l'anno. In questo modo sono aumentate le bevande sostitutive del latteo le vendite dei prodotti tipici della tavola vegetariana. Qualche esempio. Le bevande sostitutive del latte come quelle a base di soia, riso e mandorla, sono cresciute del 17% nel 2015. Incrementi a doppia cifra anche per i formaggi di soia (24%) e zuppe di verdure pronte (38%). Quest'ultime producono un fatturato di circa 33 milioni annui. Diremo anche che fortunatamente l'Italia a tavola non si è fatta imporre abitudini all'americana e di questo se n'è accorto il mondo della ristorazione. Così, importanti catene di franchising si sono imposte sul nostro mercato. Si calcola che il fatturato annuo generato dalla vendita di prodotti a base vegetale sia di 320 milioni. In crescita. Le aziende dell'alimentazione cavalcano l'onda. Sono stati lanciati gli hamburger vegetali, mentre un gruppo padano in nove mesi ha fatturato 14 milioni.

Anche i supermercati si sono attrezzati realizzando aree «veg», realizzando anche pubblicazioni specifiche: 41 nel 2013, 98 nel 2014 e 193 nel 2015 (Dati Nielsen). A questo nuovo modo di mangiare la gente si avvicina per gradi, ma scoprendo che se la spesa per qualche prodotto veg è leggermente superiore alle aspettative, il costo risparmiato della carne, fa superare l'iniziale incertezza. In questo modo l'Italia contende alla Germania (8%) il primato di paese più vegetariano dell'Ue, mentre hanno una percentuale di vegetariani compresa tra il 7 e l'11% Svezia, e Austria. Nel mondo seguono a discreta distanza Russia, Usa, Francia, Spagna, Giappone e Cina, quest'ultime tra il 2 e 4%. Poi c'è l'India con il 30%, ma qui giocano fattori soprattutto religiosi e il paragone sarebbe fuori luogo.

VEGANI/VEGETARIANI FAMOSI

Natalie Portman L'attrice premio Oscar con Il cigno nero è stata per vent'anni vegetariana e poi vegana. È tornata alla dieta vegetariana quando è rimasta incinta. Carl Lewis L'ex velocista statunitense è vegano dal 1990 per motivi etici e religiosi.

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LA DIETA VEGANA È ECOSOSTENIBILE? No. È quello che sostiene l'americana Tufts University basantesi su un'analisi di dieci diversi regimi alimentari (dal vegano, al vegetariano ad altri onnivori caratterizzati da maggiore o minore presenza di carne e proteine animali) e del loro impatto ambientale. Anzi, nel lungo periodo risulterebbe peggiore di quella onnivora, sia per quanto riguarda lo sfruttamento ambientale, sia per la sopravvivenza della umanità. I motivi sono molteplici, il più importante dei quali è probabilmente il fatto che i terreni, fanno notare gli scienziati, hanno caratteristiche diverse: alcuni infatti sono più efficienti con le coltivazioni di frutta e verdura, mentre altri lo sono se destinati a pascoli ed allevamenti. Un uso del suolo destinato alla sola agricoltura ne ridurrebbe di molto la produttività. L'ideale per la Terra, ma anche per la nostra salute, sarebbe invece non eliminare ma piuttosto ridurre il consumo di proteine animali. (da Focus dicembre 2016)


DI TUTTO UN PO'!

Ecologia?

LA TARMA CHE MANGIA LA PLASTICA!GORILLA Questa macchia scura non è che il buco realizzato dal «pranzo» del vermetto!

Era conosciuto da alcuni anni che larve di insetti come la Tarma minore delle api (Achroia grisella) e la Camola del grano (Plodia interpunctella), grazie a particolari microbi contenuti nel loro intestino (Enterobacter asburiae) erano in grado di nutrirsi di polietilene. A questi si è aggiunta la Camola del miele (Galleria mellonella), vermetto molto conosciuto anche dai pescatori che lo utilizzano come esca. Con una particolarità: la sua capacità di degradare la plastica è di gran lunga superiore a quella degli altri insetti plasticofagi. La scoperta è stata fatta da Federica Bertocchini, biologa, accortasi che le sue arnie essendo anche un'allevatrice di api erano infestate dalle larve di Galleria. Dopo aver pulito gli alveari, ha messo gli insetti in una busta di plastica (polietilene che ha una struttura molecolare simile alla cera). E poche ore dopo si è accorta che la busta era piena di buchi e le larve stavano prosperando! Si spera in questo modo che si possa trovare una soluzione al pesante problema dello smaltimento delle «plastiche» che preoccupando il mondo intero. Naturalmente sorgerà il problema, una volta che i vermetti hanno «pranzato» dove li metteremo?

Citazioni citabili

«Non possiamo fare grandi cose su questa terra, solo piccole cose con grande amore» Madre Teresa di Calcutta (1910-1997). Religiosa albanese fondatrice della congregazione religiosa delle Missionarie della carità. «È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio» Albert Einstein (1879-1955). Fisico e filosofo tedesco. «Tutti vogliono avere un amico, nessuno si preoccupa d'essere un amico» Alfonse Karr (1808-1890). Giornalista e aforista francese. «Un giorno senza sorriso è un giorno perso» Charlie Chaplin (1889-1972). Attore, comico, regista e produttore cinematografico inglese.

Bambole

IL DECLINO DI BARBIE

Dopo 58 anni di successi, la bambola-icona segna un calo del 13 per cento delle vendite. Anche per lei gli anni cominciano a sentirsi insidiati dalle bambole più giovani e da altri giochi. Originaria della città (fittizia) di Willows, nel Wisconsin, alta 29 cm, Barbie parla 50 lingue e ha fatto oltre 100 lavori pur non essendo laureata. Dal 1959 ne sono state vendute oltre un miliardo, in 150 Paesi. È la bambola più nota al mondo. La più costosa è stata battuta all'asta a oltre 300mila dollari per beneficenza.

Secondo una ricerca condotta da archeologi americani e israeliani il luogo dove Ponzio Pilato si lavò le mani non sarebbe quello comunemente creduto (fortezza Antonia) lungo l'attuale Via Dolorosa, ma all'ombra della Torre di Davide vicino alla Porta di Jaffa. Sono arrivati alla conclusione seguendo le tracce dell'evangelo di Giovanni quando descrive il Pretorio vicino a una delle porte d'ingresso della città, con un pavimento di pietra irregolare. Non ci sono iscrizioni, ma questo «ritrovamento» avrebbe una sua valenza «evangelica».

LO SPORT PIÙ ECONOMICO!

Uno degli sport maggiormente salutari e per di più a costo zero, è lo star climbing, che consiste semplicemente nel salire le scale a piedi, rinunciando ad usare l'ascensore! Si stima che tale esercizio fisico comporti un consumo energetico di 8-11 calorie al minuto, per cui, anche salendo due sole rampe al giorno, si perdono oltre 2 chili all'anno». Vari studi hanno inoltre dimostrato che tale attività apporta grandi benefici al sistema cardiocircolatorio, fa aumentare la quantità di colesterolo «buono» nel sangue e preserva le ossa dei meno giovani da possibili problemi derivanti dall'osteoporosi.

Religioni

LORO FUTURO

Archeologia biblica SCOPERTO IL LUOGO DOVE PONZIO PILATO SI LAVÓ LE MANI!

Stair climbing

C'è da scommettere che la nostra eroina bionda che ha fatto sognare milioni di bambine di tutto il mondo non si farà da parte.

Esami di maturità ADDIO ALLA MEMORIA?

Che i politici le studino tutte per attivare simpatie elettorali non meraviglia più nessuno. Recentemente un partito ha chiesto al Governo che nelle prove di maturità dello Scientifico «sia consentito ai maturandi di consultare un manuale di formule senza essere costretti a sottostare alla forza bruta della memoria». Fortunatamente, riteniamo, il Governo ha risposto liquidando la richiesta ricordando che «la conoscenza mnemonica fa parte del programma di studi in questione». Ultime reminescenze del Sessantotto?

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Secondo il Centro Studi americano, non partitico, Pew Research, considerando le tendenze demografiche, l'età delle popolazioni, le migrazioni e i passaggi da una religione all'altra, probabilmente, nel 2050 il numero dei musulmani nel mondo sarà simile al numero dei cristiani. E negli anni successivi lo supererà. Nel 2010 sulla Terra vivevano 2,17 miliardi di persone di religione cristiana. A metà secolo saliranno a 2,92 miliardi (31,4%). I fedeli dell l'islam erano invece 1,6 miliardi e arriveranno a 2,76 (29,7%). Gli affiliati alla religione induista passeranno da 1,03 a 1,38 miliardi (15%). Quella dei buddisti scenderà invece dal 7,1 al 5,2 a causa di tassi di nascita bassi in Cina. Gli Ebrei passeranno da poco meno di 14,0 a 16,1 milioni e la loro quota resterà stabile attorno allo 0,2%. L'insieme delle religioni tradizionali di Africa, in Cina, America e Australia passerà da 405 milioni a 449 milioni, ovvero dal 4,8 al 5,9%. I non affiliati (atei, gnostici e persone che non si identificano con alcuna religione) cresceranno da 1,13 a 1,23 miliardi, ma in percentuale scenderanno dal 16,4 al 13,2%. Se le tendenze in atto saranno confermate, insomma, la popolazione mondiale crescerà del 35% entro il 2050, con la preoccupazione però di vedere accrescere l'islam del 73%!


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