Fondamentale ottobre 2018

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Numero 4 - ottobre 2018 - Anno XLV - AIRC Editore - Poste Italiane spa Sped. in Abb. Postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 LO/MI - ISSN 2035-4479

Numero 4 - ottobre 2018

5 per mille Un nuovo bando per contrastare le metastasi, dal laboratorio al paziente RICERCA Mini organi, modelli promettenti ma non al posto degli animali

NASTRO ROSA

AIRC aderisce alla campagna per aumentare la conoscenza del cancro al seno

Barbara Belletti e la lotta contro il cancro al seno

PIĂ™ SPERANZE PER LE DONNE GIOVANI


SOMMARIO

FONDAMENTALE ottobre 2018

In questo numero: 04 VITA DA RICERCATORE 07 5 PER MILLE 10 RICERCA 13 RECENSIONI 14 TESTIMONIANZA 16 NASTRO ROSA 18 SPERIMENTAZIONE ANIMALE 20 NOTIZIE FLASH 22 FACCIAMO CHIAREZZA 25 RICERCA IFOM 26 CHEMO BRAIN 28 LASCITI 29 RACCOLTA FONDI 34 SPECIALE COMITATI 38 IL MICROSCOPIO

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Dall’Adriatico alle Dolomiti passando dal fiume Delaware

Un nuovo Progetto 5 per mille per combattere le metastasi

La sfida alle metastasi durerà sette anni

Uno sguardo alla Luna con i piedi per terra

Il metabolismo è una faccenda personale

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Come stabilire gli obiettivi principali della ricerca contro il cancro? Gli esperti internazionali ne discutono

Anche quando non ce la fai più puoi farcela ancora Dalla mammografia all’attività fisica Promesse non sempre mantenute Dal mondo

I cellulari e il cancro, una questione ancora aperta Una proteina chiave contro la fibrosi

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26

Quando la chemioterapia fa perdere la memoria Promuovere la ricerca con un lascito

I Giorni della Ricerca, Nastro Rosa, Partners Le iniziative dei nostri Comitati regionali

Gli organoidi non sostituiscono la ricerca animale

Perdita di memoria, confusione mentale: può essere la chemio

Il grande atlante del cancro

FONDAMENTALE

Anno XLVI - Numero 4 Ottobre 2018 - AIRC Editore DIREZIONE E REDAZIONE Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro Via San Vito, 7 - 20123 Milano tel. 02 7797.1 - airc.it - redazione@airc.it Codice fiscale 80051890152 Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 128 del 22 marzo 1973. Stampa Rotolito S.p.A. DIRETTORE RESPONSABILE Niccolò Contucci

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EDITORIALE

Pier Giuseppe Torrani

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Presidente AIRC

Due grandi momenti per la ricerca

L’

uscita di questo numero di Fondamentale coincide con due eventi molto importanti per AIRC: il primo è la campagna del Nastro Rosa, che punta a stimolare la ricerca sul cancro della mammella. In questo campo si sono raggiunti grandi risultati, ma rimangono punti oscuri per i quali la ricerca non ha ancora trovato soluzioni sicure: il cancro al seno non è ancora stato completamente sconfitto. Dobbiamo quindi continuare con decisione nel nostro impegno contro questa malattia tipicamente femminile, e siamo convinti che la meta non sia lontana. Tale sforzo non è soltanto italiano: il Nastro Rosa è infatti una campagna mondiale lanciata nel 1992 negli Stati Uniti da Evelyn H. Lauder, moglie di Leonard, primogenito di Estée Lauder, fondatrice dell’omonima casa di cosmetici. Un dato molto significativo, che sancisce un patto mondiale di collaborazione scientifica e ci spinge a impegnarci sempre di più. Il secondo evento (secondo temporalmente, non certo per importanza) è l’incontro al Quirinale, rinnovato ogni anno dal Presidente della Repubblica. Si tratta di un’occasione di compattezza particolare del mondo della ricerca e di AIRC attorno alla massima carica dello Stato, che ha sempre dimostrato grande sensibilità e ci ha sempre assicurato il suo appoggio. L’attenzione che il Presidente ci riserva è per noi di grande stimolo, perché un riscontro così rilevante accentua e incentiva i nostri sforzi nel perseguire l’obiettivo di sconfiggere il cancro, col nostro impegno di cittadini volontari. Il sostegno della ricerca scientifica è un obiettivo costituzionale e quindi sottolineare il nostro impegno presso la presidenza della Repubblica acquista un significato ancora più rilevante.

Fondamentale per il cancro al seno

Alcuni articoli di questo numero di Fondamentale sono dedicati alla salute del seno e sono riconoscibili grazie al simbolo del Nastro Rosa

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VITA DA RICERCATORE Cancro del seno giovanile

Dall’Adriatico alle Dolomiti I passando dal fiume Delaware “ La marchigiana Barbara Belletti lavora su modelli animali all’avanguardia per mettere a punto cure più efficaci per le donne colpite dal tumore del seno in giovane età 4 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2018

medici si interrogano da tempo sulle ragioni per cui le pazienti colpite in giovane età dal tumore della mammella presentano spesso una prognosi peggiore, anche a parità di stadio della malattia, grado e sottotipo, ma finora non sono state indagate le eventuali differenze a livello molecolare. È questo l’obiettivo del progetto quinquennale diretto da Barbara Belletti al Centro di riferimento oncologico di Aviano, nel laboratorio che da moltissimo tempo condivide con il marito Gustavo: “Lui si occupa


In questo articolo:

cancro del seno terapia personalizzata ricercatori AIRC

I

a cura di FABIO TURONE l 4 luglio, mentre tutti gli americani celebrano il giorno dell’Indipendenza, la famiglia di Barbara Belletti festeggia il compleanno della secondogenita Bianca, nata anche lei – come gli Stati Uniti d’America – a Filadelfia: nel 2001 infatti, Barbara lavorava come ricercatrice al Kimmel Cancer Center, nell’Università intitolata proprio a Thomas Jefferson, “padre fondatore” e, tra le altre cose, scienziato. Maria Giulia, la primogenita che oggi frequenta la Facoltà di medicina a Siena, era nata qualche anno prima a Napoli, dove era stata di nuovo la carriera scientifica a portare Barbara. Dalla natìa Civitanova Marche, cittadina affacciata sull’Adriatico, era partita dopo la maturità scientifica al Liceo Leonardo Da Vinci ed era arrivata nel capoluogo campano al compimento degli studi di biologia, coronati da un dottorato in biologia cellulare, all’Università di Bologna.

stata a lungo indecisa sulla facoltà, tanto che feci anche un mese di precorsi di ingegneria, poi optai per biologia” racconta. “Io volevo studiare la biologia umana, ma all’epoca il corso di laurea aveva anche esami di botanica e zoologia.” A Bologna vive l’esperienza dell’appartamento in condivisione: “Sono stati sette anni molto ricchi, in cui ho fatto amicizia con studenti di tutte le facoltà, provenienti da ogni parte d’Italia. Con molti di loro conservo ancora oggi dei legami”. La passione per la ricerca scoppia quando decide di preparare una tesi sperimentale: è allora che rimane “affascinata dal laboratorio”, un innamoramento che deve essere stato reciproco, al punto che dopo la laurea (con lode) supera il concorso per essere ammessa a un dottorato di ricerca, sempre nell’ateneo felsineo: “Non avevo padrini di nessun tipo, e solo a cose fatte mi resi conto di quanto fosse significativa la difficoltà superata” ricorda con un pizzico di orgoglio. Per approfondire la conoscenza del funzionamento dell’organismo umano, sano e malato, dopo il dottorato decide di dedicarsi alla patologia clinica. Così si ritrova a preparare un master all’Istituto di genetica e biofisica di Napoli, nel laboratorio diretto da

Una tesi sperimentale le apre le porte del laboratorio

Alla scoperta dell’uomo

“Dopo il liceo scientifico era chiaro che sarei andata a Bologna, città universitaria in gran fermento, ma ero più di tumori dell’ovaio e di testa e collo, ma ci confrontiamo continuamente, e spesso parliamo di lavoro anche a casa” racconta. Il centro di Aviano, che dispone di tutto il necessario per la ricerca su modelli animali, offre un’opportunità unica: “Grazie al coordinamento con il chirurgo della mammella riusciamo a pianificare in anticipo la raccolta dei campioni di tessuto tumorale donati dalle pazienti quando vengono operate, e a trapiantarli in animali di laboratorio che ci permettono di studiare approfonditamen-

Maria Graziella Persico, dove le premesse sono chiare da subito per tutti: “Nel suo laboratorio o volevi fare ricerca o te ne andavi. Per me è stata una guida molto severa e motivante”.

La prima borsa AIRC-FIRC

Il trasferimento a Napoli coincide con una borsa di studio ottenuta dalla FIRC: “Ricordo l’enorme soddisfazione quando superai l’esame con cui all’epoca gli aspiranti borsisti venivano interrogati dai big dell’oncologia italiana, tra cui Ada Sacchi, Pier Paolo Di Fiore, Pier Giuseppe Pelicci: superare il colloquio all’Istituto superiore di sanità e vedersi assegnare la borsa era davvero la prova che stavi facendo il ricercatore nel modo migliore” ricorda. “Venivo da un periodo di profonda crisi, in una nuova “L’obietticittà, in un nuovo istituto e vo è trovacon una bambina appena na- re cure più ta, e mi chiedevo se valesse efficaci la pena continuare. Dopo la e meno nascita di mia figlia non vedevo l’ora di tornare in labo- invasive” ratorio, ma senza nido per la bambina e con spostamenti lunghissimi è stata una gran fatica, anche se i genitori di mio marito ci aiutavano ogni giorno, aspettando che tornassi dal lavoro.” A Napoli Barbara aveva infatti co-

IL TUMORE DEL SENO SI ACCANISCE SULLE GIOVANI te ciascun tumore, in modo da ottenerne ‘l’impronta digitale’ e da seguirne l’evoluzione nel tempo”. Tra gli obiettivi futuri c’è quello di creare per ciascuna paziente una sorta di sperimentazione clinica virtuale, basata su modelli animali personalizzati, con cui verificare l’efficacia delle diverse terapie possibili senza esporre la donna al rischio di insuccessi o di

effetti collaterali inutili: “Con la caratterizzazione molecolare e la produzione di modelli animali e preclinici appropriati su cui testare e, possibilmente, validare le nostre ipotesi, l’obiettivo è trovare cure più personalizzate, efficaci e meno invasive per le donne più giovani che si ammalano di cancro al seno” conclude Belletti.

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VITA DA RICERCATORE Cancro al seno giovanile

nesimo tentativo tutte le tessere del puzzle vanno a posto e il finanziamento AIRC arriva, seguito poi da altri negli anni seguenti. L’ultimo in ordine di tempo le ha permesso di avviare, all’inizio del 2018, un ambizioso progetto con cui spera di contribuire a spiegare perché nelle donne colpite in giovane età dal cancro del seno le terapie tendono a essere meno efficaci, con un maggior rischio di ricadute e con una sopravvivenza complessivamente inferiore, a parità di tipologia di tumore, rispetto a quella delle donne colpite in età più avanzata (vedi box).

Nel segno dell’indipendenza

nosciuto Gustavo Baldassarre, un ricercatore oncologo – “molto stakanovista” – di un paio d’anni più grande di lei, con cui l’intesa era stata subito totale, portando ben presto al matrimonio e alla nascita della prima figlia, e dando l’avvio a un sodalizio che ancora oggi li vede dividere lo stesso laboratorio di ricerca nella divisione di oncologia molecolare del Dipartimento di ricerca traslazionale del Centro di riferimento oncologico di Aviano. Prima dell’approdo ai piedi delle Dolomiti friulane, però, la passione comune per la ricerca li aveva portati a trasferirsi a Filadelfia, dove la piccola Maria Giulia aveva imparato subito a esprimersi senza difficoltà anche in inglese, seppure con una cadenza a dir poco peculiare: “Alla scuola di Filadelfia ha imparato dalle sue deliziose insegnanti un sacco di espressioni tipiche della comunità afroamericana, e anche la caratteristica cadenza” ricorda Barbara ridacchiando. “Negli Stati Uniti l’organizzazione dei centri di ricerca è pensata per facilitare il compito a chi lavora in laboratorio, ma quello del riBarbara Belletti con il marito Gustavo Baldassarre e le figlie Maia Giulia (in basso a sinistra) e Bianca

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cercatore rimane comunque un lavoro in cui gli insuccessi sono molto più numerosi dei successi, che ti obbliga a fare spesso un’autocritica profonda.”

Autocritica e perseveranza

L’occasione per chiedersi se, e dove, abbia sbagliato qualcosa gliela dà proprio AIRC: “Alla fine del periodo negli Stati Uniti presentai la domanda per un My First AIRC Grant: respinta. Poi l’anno seguente per un Investigator Grant, con lo stesso esito negativo” racconta. Per un paio d’anni sospese i tentativi, per capire come aggiustare il tiro prima di riprovarci, consapevole del fatto che anche scrivere una domanda di finanziamento richiede una competenza notevole, perché occorre dimostrare a un finanziatore esigente e scrupoloso come AIRC non solo di avere una buona idea, ma anche di padroneggiare i metodi e le tecniche per mettere alla prova quell’idea in modo da ottenere risultati affidabili e significativi. Quando nel 2010 è pronta per l’en-

Oggi le giornate di Barbara sono di nuovo scandite dai ritmi della ricerca: “Le figlie sono cresciute molto indipendenti: Maria Giulia, che adesso ha 22 anni, vive a Siena dove ha deciso di frequentare medicina, forse anche per tutte le ore che ha trascorso in laboratorio fin da piccola, mentre Bianca frequenta il terzo anno di liceo scientifico, e quest’anno parteciperà al periodo di tirocinio che l’istituto in cui lavoro organizza per gli studenti. Accanto alla ricerca mi piace dedicare un po’ di tempo alla divulgazione: oltre agli eventi di AIRC, da anni partecipo ai momenti di incontro organizzati nelle sale d’attesa del mio ospedale in cui medici e ricercatori raccontano ai pazienti cosa significa fare ricerca” spiega. E, quasi ad assicurare che si tratta di amore ricambiato per la ricerca e non di schiavitù, conclude con una sorta di personale “dichiarazione di indipendenza”: “Mi piace anche cucinare, e invitare gli amici nella nostra casa con giardino in centro a Pordenone. Ultimamente ho anche preso l’abitudine, una sera a settimana, di uscire prima dal laboratorio per andare a yoga”.

AIRC dà una svolta alla sua carriera con il primo grant


5 PER MILLE I nuovi Progetti speciali

La sfida alle metastasi durerà sette anni Le metastasi rappresentano tuttora un problema irrisolto in oncologia e AIRC ha deciso di mettere in campo sei squadre di ricercatori per identificare strategie in grado di contrastare quella che rimane la causa prima dei fallimenti terapeutici a cura di CRISTINA FERRARIO ltre 14 milioni di euro l’anno per un totale di sette anni. È questo l’investimento economico che AIRC può dedicare a uno dei temi caldi della ricerca oncologica – le metastasi – grazie al contributo di milioni di italiani. Il nuovo Programma Speciale 5 per mille sullo studio delle metastasi è stato presentato ufficialmente il 23 maggio 2018 e si inserisce in un percorso già tracciato dai precedenti Programmi speciali che in un decennio hanno contribuito in modo significativo al progresso della ricerca oncologica. “Dopo i risultati ottenuti dai primi due investimenti AIRC 5 per mille, abbiamo deciso di dedicare nuove risorse a rafforzare la spina dorsale della ricerca oncologica, che può già contare su strutture e centri di eccellenza con laboratori orga-

O

nizzati, diffusi su tutto il territorio nazionale” afferma Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico di AIRC. I NUOVI PROTAGONISTI La scelta delle metastasi come tema portante dei finanziamenti non è casuale. La disseminazione delle cellule tumorali in organi diversi da quello di origine – la formazione di metastasi appunto – è infatti la vera responsabile della maggior parte dei decessi per cancro. E nonostante le numerose ricerche sul tema, ancora oggi non si conoscono in dettaglio i meccanismi che portano una cellula cancerosa a migrare verso altri organi, che permettono al tumore di sfuggire alle difese immunitarie o che creano ambienti adatti alla formazione di una nuova massa. I sei coordinatori dei Programmi Speciali, affiancati da 200 scienziati distribuiti in diversi gruppi di ricerca attivi su

I SOSTENITORI

I NUMERI DELLA FIDUCIA

C

on il supporto dei suoi 4,5 milioni di sostenitori e di oltre 20 mila volontari, AIRC finanzia in Italia 5.000 ricercatori impegnati nella lotta contro il cancro e il contributo del 5 per mille ha un peso determinante per mantenere vivo questo impegno. Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, si parla di circa 64,5 milioni di euro donati e 1.664.756 preferenze espresse dagli italiani nella dichiarazione dei redditi 2016. Numeri che fanno di AIRC il primo ente beneficiario della fiducia degli italiani.

tutto il territorio nazionale, lavoreranno proprio per cercare risposte a queste cruciali domande. I progetti sono stati selezionati tra le numerose proposte dei ricercatori italiani dopo un’attenta valutazione da parte di esperti internazionali. È il metodo del peer review, la “revisione tra pari”, una sorta di garanzia rilasciata da esperti che il progetto proposto ha tutte

le carte in regola per arrivare anche nella realtà ai risultati che descritti sulla carta. E non è tutto: dopo 3 e 5 anni il lavoro sarà sottoposto a valutazioni intermedie. Dai tumori del sangue a quelli del colon, passando per le metastasi di tumori primari di origine ignota, i nuovi progetti affronteranno aspetti anche molto diversi del problema, sempre nell’ottica della collaborazione tra grup-

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5 PER MILLE I nuovi Progetti speciali pi e professionalità differenti e con particolare attenzione alla traslazionalità, ovvero alla possibilità di portare velocemente al letto del paziente i risultati ottenuti dietro il bancone di laboratorio. DALL’ALFA ALL’OMEGA “Il tumore del colon è oggi una malattia curabile tanto che, quando è localizzato, la sopravvivenza arriva al 90 per cento. Ma se sono presenti metastasi questa percentuale crolla” spiega Alberto Bardelli, dell’Istituto per la ricerca sul cancro di Candiolo (Torino). Assieme a un gruppo multidisciplinare, che affianca medici e biologi a informatici e ingegneri matematici, il genetista si occuperà di studiare le metastasi nel tumore del colon, un nemico che oggi non può essere sconfitto dal bisturi o dalle terapie mirate. L’idea è di affrontare un viaggio genetico e molecolare dall’inizio alla fine, dall’Alfa all’Omega, valutando le caratteristiche delle cellule tumorali prima che ci siano metastasi e seguendone nel tempo i cambiamenti. “Non basta però guardare al tumore: vogliamo estendere lo sguardo anche al sistema immunitario, osservando in particolare la coevoluzione del tumore e delle difese dell’organismo” aggiunge il ricercatore che, grazie a modelli animali, alla collabo-

razione attiva dei pazienti e di un team di esperti, punta all’obiettivo finale di identificare nuove ed efficaci terapie contro le forme avanzate di tumore del colon. METASTASI COME GALASSIE Tra gli esperti sono noti con la sigla CUP (dall’inglese Cancer of Unknown Primary): sono tumori diagnosticati sotto forma di metastasi, senza la presenza individuabile di una lesione primitiva nota. “Abbiamo avuto il coraggio di metterci in gioco per cercare di risolvere questo enigma dell’oncologia” dice con un sorriso Paolo Comoglio, decano dell’Istituto per la ricerca sul cancro di Candiolo (Torino), coordinatore di un progetto dedicato ai CUP. Come spiega il ricercatore – esperto di oncologia molecolare – si tratta di cambiare punto di vista: oggi gli oncologi cercano nei pazienti affetti da CUP un tumore primario, una massa dalla quale hanno di solito origine le cellule metastatiche. “Probabilmente questo tumore primario non esiste, o meglio è rappresentato da un nucleo di cellule ‘staminali’ così piccolo da non essere identificabile, ma capace di generare senza sosta cellule cancerose che si diffondono precocemente in organi anche lontani” afferma Comoglio. Poi aggiunge:

Cellule maligne da bloccare

8 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2018 Alberto Bardelli Paolo Comoglio

“In un certo senso, lo sviluppo dei CUP evoca lo schema a spirale centrifuga con cui le galassie si espandono da un punto oscuro nell’universo”. L’obiettivo principale del progetto è la ricerca dei “guasti molecolari” responsabili della malattia attraverso il sequenziamento sistematico del genoma delle metastasi; se identificati, questi difetti potrebbero diventare bersaglio di terapie mirate. Una sfida non semplice, ma estremamente importante dal momento che oggi non sono disponibili trattamenti efficaci contro i CUP, che sono più diffusi di quanto si creda: rappresentano infatti il 2-3 per cento di tutti i tumori.

dei pazienti con questi tumori ematologici risponde bene alle terapie iniziali, ma in alcuni casi la malattia ritorna, perché qualche cellula tumorale riesce a sfuggire al trattamento. Grazie ad analisi genetiche e molecolari, i ricercatori studieranno a fondo le caratteristiche di queste cellule superstiti, alla ricerca di bersagli per nuove terapie. “Per capire meglio i fenomeni di resistenza analizzeremo anche il microambiente tumorale che in alcuni casi è in grado di proteggere le cellule del cancro dall’attacco dei farmaci” aggiunge Foà, la cui ricerca è da sempre orientata alla clinica e che anche con questo progetto partirà dal paziente per ritornare al paziente.

RIFLETTORI SULLE CELLULE SUPERSTITI Robin Foà, dell’Università Sapienza di Roma, sarà il coordinatore di un gruppo di ricercatori impegnati nello studio dei tumori linfoidi come leucemia linfoblastica acuta, leucemia linfatica cronica e linfomi. “Parlare di metastasi nei tumori del sangue può sembrare strano. Il termine in genere si riferisce ai tumori solidi, ma anche in leucemie e linfomi il ritorno della malattia e la sua disseminazione in sedi diverse da quella iniziale sono un problema clinico importante” spiega il ricercatore che con i colleghi concentrerà l’attenzione soprattutto su quella che viene definita “malattia residua minima”. La maggior parte

SOTTO IL CAPPELLO DELL’EPIGENETICA Le modificazioni epigenetiche, cioè quelle che modificano l’espressione dei geni senza alterare la struttura profonda del DNA, sono coinvolte nella trasformazione e nella progressione del tumore, e potrebbero avere un ruolo anche nella sua diffusione. Ne è convinto Michele Maio, dell’Azienda ospedaliera universitaria senese e coordinatore di un progetto che riunisce diversi gruppi e diverse idee sotto il cappello comune dell’epigenetica. Partendo dallo studio del melanoma, i ricercatori mirano a definire un profilo epigenetico dei tumori per capire se e co-

Robin Foà

Michele Maio


In questo articolo: 5 per mille progetti speciali metastasi

me questo possa influenzare la capacità delle cellule di diffondersi e di resistere alle terapie, in particolare alle immunoterapie. “Sarà importante valutare anche le caratteristiche e i cambiamenti epigenetici che si verificano nel microambiente che circonda il tumore e che potrebbero influenzare la resistenza ai trattamenti” aggiunge Maio, che con i colleghi estenderà gli studi anche al mesotelioma e al glioblastoma. Questo aiuterà a mettere a punto nuove strategie efficaci contro le metastasi. IMMUNITÀ E METASTASI Quello coordinato da Alberto Mantovani, dell’Università Humanitas di Rozzano (Milano) è un progetto disegnato per sbrogliare il complesso problema delle interazioni tra le cellule del sistema immunitario e il microambiente tumorale. “Partendo dai risultati ottenuti dal precedente finanziamento AIRC 5 per mille che in un certo senso potrebbero rappresentare il bandolo della matassa, vogliamo continuare il percorso di comprensione del dialogo tra tumore, microambiente e sistema immunitario concentrandoci ora sulle metastasi” spiega l’esperto. Tutto il progetto ruota attorno al tumore del colon e a quello del pancreas. Nel primo caso, sono stati compiuti enormi progressi in termini di prevenzione e cura, ma le metastasi (spesso epatiche) rappresentano una sfida ancora irrisolta. Nel secondo caso invece, mancano progressi significativi nella diagnosi precoce e nella terapia e la diffusione avviene per vie particolari, che coinvolgono per esempio Alberto Mantovani

Alessandro Maria Vannucchi

i nervi. “Lavoreremo su due fronti ma sempre con le armi dell’immunologia, da utilizzare per la diagnosi, la prognosi e il trattamento dei pazienti” conclude Mantovani. L’EVOLUZIONE (CLONALE) AL CENTRO Presi singolarmente, i tumori mieloidi (sindromi mielodisplastiche, neoplasie mieloproliferative croniche e alcuni tipi di leucemie acute) sono rari, ma nel loro insieme rappresentano una quota piuttosto ampia di tutti i tumori delle cellule staminali del midollo osseo. Su queste neoplasie si concentreranno gli sforzi dei ricercatori guidati da Alessandro Maria Vannucchi, dell’Università degli Studi di Firenze. “Sintetizzando al massimo un progetto molto articolato, possiamo dire che l’obiettivo finale del lavoro è comprendere meglio il fenomeno della cosiddetta evoluzione clonale” spiega il coordinatore, ricordando che all’interno del tumore ci sono cellule (cloni) capaci di emergere sulle altre per continuare nella loro progressione. Si tratta dunque di studiare i meccanismi alla base di questi cambiamenti e le caratteristiche che permettono al clone di essere selezionato, ma anche di comprendere il ruolo del microambiente tumorale in questo complicato processo. “La sfida sarà anche cercare di mettere in relazione le informazioni di biologia di base con gli aspetti clinici, per arrivare alla fine a trovare terapie efficaci e meno tossiche” conclude Vannucchi, che per questa integrazione può contare su un gruppo multidisciplinare di esperti e su tecnologie all’avanguardia.

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RICERCA Strategie anticancro

Uno sguardo alla Luna con i piedi per terra Il sostegno alla ricerca è fondamentale nel viaggio verso la gestione e la cura dei tumori e i dati dimostrano sempre più chiaramente che serve un approccio a 360 gradi, fatto di finanziamenti e tecnologia, ma anche di attenzione al paziente e al vero valore delle strategie su cui si punta

a cura di CRISTINA FERRARIO mmunoterapia o prevenzione molecolare? Attenzione al paziente o chirurgia di precisione? Stabilire quali siano oggi le priorità della ricerca oncologica non è affatto semplice: sono infatti molti i temi al centro dell’interesse dei ricercatori, tutti promettenti ai fini della lotta al cancro, ma le risorse a disposizione – economiche, tecnologiche e umane – non bastano a coprirli tutti. “A livello teorico possiamo portare avanti molti ragionamenti, ma alla fine dobbiamo sempre optare per un atteggiamento realistico e cercare di individuare le priorità oggettivamente realizzabili” esordisce Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico di AIRC. “Credo che possano essere identificati molti filoni di ricerca importanti in oncologia, ma è necessario poi inserire le singole idee nel contesto in cui ci si muove per capire se si tratta di obiettivi davvero raggiungibili” gli fa eco Francesco Perrone, dell’Istituto nazionale tumori di Napoli.

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UNA LISTA QUASI INFINITA Nel novembre 2017, la rivista Lancet Oncology ha pubblicato un articolo dal titolo “Future priorità della ricerca oncologica negli USA”: un documento di oltre 50 pagine in cui un gruppo di esperti statunitensi prova a fare il punto della situazione e a identificare gli obiettivi più importanti per chi si occupa della lotta al cancro. Oltreoceano, uno dei pilastri a sostegno della ricerca oncologica è rappresentato dal cosiddetto Cancer Moonshot, letteralmente un “lancio 10 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2018


In questo articolo:

politica della ricerca ricerca contro il cancro strategie di intervento

verso la Luna”, ovvero un progetto che, grazie a imponenti finanziamenti, si pone il traguardo di accelerare i tempi della ricerca e di raggiungere in cinque anni obiettivi che normalmente richiederebbero uno sforzo molto più prolungato nel tempo. “Una cosa è certa: il cancro non aspetta. E una spinta alla ricerca per velocizzare le scoperte e il loro arrivo in clinica è davvero importante” dice Caligaris Cappio, ricordando l’impegno di AIRC nel finanziare gran parte della ricerca oncologica in Italia con lo stesso spirito di innovazione. Resta però un problema: i temi sui quali lavorare sono talmente numerosi e complessi che elencarli tutti sarebbe praticamente impossibile. Di certo la ricerca oggi si muove a 360 gradi, coprendo aspetti molto diversi della malattia e della sua gestione che deve essere multidisciplinare.

“Senza un approccio che coinvolga diversi specialisti non si va da nessuna parte” spiega Caligaris Cappio. “È anche una questione di ‘valore’ della cura. Dobbiamo identificare ciò che vale davvero, tenendo altresì presente la sostenibilità a livello di Sistema Sanitario Nazionale” aggiunge Perrone. APPROCCI MIRATI E TANTA TECNOLOGIA Leggendo le priorità elencate dagli esperti statunitensi salta immediatamente all’occhio uno dei temi portanti della ricerca oncologica degli ultimi anni, ovvero la medicina di precisione, fatta di attenzione ai dettagli della malattia e di uno studio approfondito delle caratteristiche molecolari del tumore. “Su queste caratteristiche si possono disegnare approcci mirati non solo in termini di terapie intelli-

In pole position la medicina di precisione

PRIORITÀ

DIECI RACCOMANDAZIONI, TANTO PER COMINCIARE

N

el 2016, i membri della commissione di esperti statunitensi del Blue Ribbon Panel hanno identificato dieci punti sui quali focalizzare l’attenzione quando si parla di priorità della ricerca oncologica. 1. Una rete per il coinvolgimento diretto dei pazienti 2. Una rete per gli studi clinici sull’immunoterapia 3. Identificazione di bersagli terapeutici per superare la resistenza ai trattamenti 4. Sistema nazionale di dati che ne consenta la condivisione e l’analisi 5. Studio delle oncoproteine di fusione nei tumori infantili 6. Ricerca sulla gestione dei sintomi

genti e capaci di colpire uno specifico bersaglio ma anche di strumenti di prevenzione e prognosi” spiega Caligaris Cappio. “Un atlante delle mutazioni del cancro quale il Pan Cancer Atlas e la creazione di un analogo atlante delle condizioni precancerose potranno aiutarci per esempio a scegliere il trattamento migliore e gli approcci di prevenzione più efficaci per il singolo paziente e il suo tumore” prosegue. Sì, perché gli approcci molecolari e l’esperienza hanno dimostrato che non è possibile parlare di tumore al singolare. “Esistono centinaia di tumori, forse migliaia se si guarda alle differenze più fini a livello genetico e molecolare” riprende Perrone sottolineando che la medicina di precisione e ad alta tecnologia rappresenta una importante via per la ricerca oncologica, ma una via molto costosa dal punto di vista economico, e non tutti i centri sono in grado di affrontarla.

LA PAROLA AL PAZIENTE Su un aspetto i ricercatori di tutto il mondo sembrano d’accordo: al centro della ricerca ci deve essere il paziente. L’affermazione potrebbe a prima vista sembrare scontata, ma quella che gli anglosassoni chiamano patient-centered care, ovvero la medicina che ruota attorno al paziente, è una conquista piuttosto recente dell’oncologia che in parte deriva proprio dall’approccio molecolare alle cure. “Lavorare alla medicina molecolare e di precisione significa guardare al singolo paziente con estrema attenzione, senza grossolane generalizzazioni” dice Caligaris Cappio. La diagnosi e la terapia personalizzate però non bastano. “Per prendersi cura in modo davvero completo del paziente è fondamentale lavorare per eliminare in modo definitivo le tante differenze che ancora vediamo, per esempio, nell’accesso alle terapie e agli esami diagnostici” precisa Perrone. Non tutti i pazienti sono ugua-

7. Prevenzione e diagnosi precoce 8. Analisi dei campioni di pazienti trattati con le terapie che rappresentano lo standard di cura 9. Creazione di “atlanti” del cancro 10. Sviluppo di nuove tecnologie

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RICERCA Strategie anticancro

LA STORIA

GUERRA AL CANCRO!

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ra il 1971 quando il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon firmò il National Cancer Act, una vera e propria dichiarazione di guerra contro il cancro. Una guerra da combattere grazie a importanti finanziamenti economici alla ricerca e alla cura. La priorità nel 1970 era in effetti ottenere l’attenzione e il denaro necessari per portare avanti ricerche che aiutassero a conoscere meglio la malattia. Oggi sarebbe semplicistico pensare che la lotta al cancro sia solo una questione di soldi. I finanziamenti spesso ci sono, ma stabilire le priorità è anche, e soprattutto, una questione di politica sanitaria, che deve essere sempre pronta a trasformarsi, adattandosi a ciò che le scoperte scientifiche mettono sul piatto della bilancia.

bio una conquista e una via promettente per la ricerca futura, ma credo si debba stare attenti a non distogliere lo sguardo da quelle che sono le esigenze concrete dei pazienti e della ricerca oncologica” dice Perrone menzionando un articolo pubblicato nel marzo 2018 nel quale, in risposta al tanto citato Cancer Moonshot, si parla di Cancer Groundshot, che punta in prima battuta alla Terra invece che alla Luna. Secondo l’autore “i pazienti hanno bisogno di cure migliori, non solo di più tecnologia”. E ancora: “Se si vuole realmente migliorare la cura del cancro a livello globale serve una rivoluzione rivolta alla realtà del cancro”. La critica principale all’approccio del Moonshot, basato su tecnologie all’avanguardia e terapie spesso molto costose, è il suo basso rapporto costo-beneficio. Il rischio, secondo l’autore, è che l’iniziativa porti grandi benefici ma solo a una piccola percentuale di pazienti nel mondo. Un esempio su tutti è il tumore della cervice uterina, prevenibile grazie al vaccino anti-HPV e a campagne di informazione e prevenzione, ma che ancora è tra le prime cause di mortalità nei Paesi a basso reddito. “Campagne di prevenzione attraverso il vaccino e sforzi concreti di educazione in queste nazioni possono portare a risultati più ampi e rapidi in termini di sopravvivenza di quanto possa fare una terapia a bersaglio molecolare, che tra l’altro difficilmente arrive-

rebbe fino a queste pazienti” si legge nell’articolo. Quindi sguardo alla Luna per trovare nuove idee e soluzioni, ma piedi ben fissi sulla Terra: in questo senso approcci come Moonshot e Groundshot possono coesistere e fare davvero la differenza. SCIENZA O POLITICA? “La scelta delle priorità della ricerca non è solo una questione squisitamente scientifica” dice Francesco Perrone ricordando che, se la scienza genera costantemente nuove conoscenze e nuovi spunti da approfondire, le decisioni finali su quanto e come sostenere tali idee dipendono da fattori molto diversi. Si tratta in altri termini di scelte che possono essere definite “politiche”, nel senso più ampio del termine. “In Italia ci sono alcuni grandi centri che guidano la ricerca oncologica e non stupisce che i maggiori investimenti dei finanziatori siano indirizzati proprio lì, dove ci sono anche infrastrutture che possono davvero permettere di arrivare a risultati concreti in tempi accettabili” aggiunge Perrone. “Per usare un termine politico, posso dire che io voto sempre e comunque per la scienza” afferma Federico Caligaris Cappio, che aggiunge: “I progressi compiuti in questi anni nella cura del cancro sono enormi, sono sotto gli occhi di tutti e dovrebbero rappresentare la spinta principale anche per le istituzioni che devono decidere di sostenere la ricerca con politiche ad hoc”.

Cure migliori per i pazienti e non solo più tecnologia

li dal punto di vista molecolare, ma non lo sono neppure da quello psicologico, sociale ed economico, e le politiche a sostegno della lotta contro il cancro devono tenere conto di queste differenze. In che modo? “Anche cercando il linguaggio più corretto per comunicare i risultati delle ricerche, senza inutili sensazionalismi e facendo capire che la scien-

za procede a piccoli passi” dice Caligaris Cappio, ricordando che questi piccoli passi hanno già portato a grandi traguardi nella prevenzione e nella cura. E SE GUARDASSIMO PRIMA ALLA TERRA? “La scienza basata su tecnologia, big-data e caratteristiche molecolari della malattia rappresenta senza dub-

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RECENSIONI Stili di vita

In questo articolo: alimentazione attività fisica prevenzione

Il metabolismo è una faccenda personale Medico e ricercatore, esperto di metabolismo e nutrizione, Antonio Moschetta spiega nel suo libro come rimanere in salute sfruttando le ultime conoscenze della ricerca scientifica (e cambiando i propri stili di vita)

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a cura della REDAZIONE ntonio Moschetta, professore ordinario di Medicina interna all’Università Aldo Moro di Bari, è un ricercatore che da anni si occupa della relazione tra alimentazione e malattie, in particolare il cancro, anche grazie a fondi ottenuti con bandi AIRC. Ora ha scelto di condividere con il grande pubblico, che spesso segue con interesse le sue conferenze divulgative sull’argomento, quanto la scienza sta scoprendo sul rapporto tra nutrizione e salute. Per farlo ha scelto di partire dalla cosiddetta sindrome metabolica, non una malattia nel significato classico del termine, ma un insieme di segni, sintomi e dati di laboratorio – tra i quali ipertensione, iperglicemia, valori troppo bassi di colesterolo «buono», trigliceridi alti e accumulo di grasso a livello dell’addome – che aumentano il rischio di incorrere in malattie cardiovascolari come infarto e ictus o in un tumore. Moschetta, nei capitoli introduttivi del libro, spiega i meccanismi biologici attraverso i quali una cattiva alimentazione può contribuire a ge-

Oltre agli stili di vita, anche la genetica determina il livello di rischio individuale, e Moschetta, nella sua attività di ricerca, si occupa appunto dell’interazione tra geni, nutrizione e attività fisica. La sua ricetta per stare in salute non è uguale per tutti: l’esperienza di vita deve essere calibrata sui propri geni e anche dieta e nutrizione vanno personalizzate, per rispondere ai diversi metabolismi. E la ricerca va avanti, dimostrando che anche il microbioma, cioè l’insieme dei batteri che abitano il nostro organismo, e soprattutto l’intestino, gioca un ruolo nel determinare il rischio individuale di ingrassare. Per garantirsi una vita sana, lunga e di qualità è quindi necessario conosce-

nerare tessuto adiposo in eccesso e a nutrire le cellule tumorali favorendone la crescita.

Una priorità condivisa

Migliorare il proprio stile di vita facendo più movimento e adottando una dieta più salutare sta fortunatamente diventando una priorità per un numero crescente di persone, spesso motivate dal desiderio di raggiungere una buona forma fisica o, semplicemente, di liberarsi di qualche chilo di troppo. Ma la motivazione estetica non dovrebbe essere l’unica, dato che è ormai provato che obesità e sovrappeso accorciano la vita, fanno ammalare di più e, in sostanza, incidono anche sulla qualità di vita nella vecchiaia. Il grasso addominale per esempio, si accumula intorno al girovita e rappresenta un fattore di rischio sia per le malattie cardiovascolari che per i tumori anche se, come spiega Moschetta, pochi se ne accorgono perché non è percepito come un disturbo. E anche quando ci si ammala, una circonferenza addominale superiore al metro può essere un problema, perché rende più resistenti alle terapie standard.

Dieta e attività fisica capisaldi della salute

re i meccanismi attraverso i quali gli alimenti interagiscono col nostro organismo e, come spiega bene Moschetta nel libro, imparare a sfruttare il prima possibile nell’arco della vita i meccanismi protettivi che ciascuno di noi ha ereditato. Titolo: Il tuo metabolismo. L’utilità della dieta nella prevenzione e cura del cancro Autore: Antonio Moschetta Editore: Mondadori, 2018 128 pagine, 17 euro

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TESTIMONIANZA Tumori pediatrici

In questo articolo:

oncologia pediatrica tumore di Wilms sopravvissuti

Anche quando non ce la fai più puoi farcela ancora La storia di Andrea, colpito da un raro tumore renale a 12 anni, dimostra l’importanza di incontrare i medici giusti, capaci non solo di curare e di applicare gli ultimi ritrovati della ricerca, ma anche di sostenere il paziente negli inevitabili momenti di sconforto

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a cura della REDAZIONE ndrea ha 12 anni. È estate e sta giocando a pallone con gli amici sulla spiaggia quando sente un forte dolore allo stomaco. Il giorno dopo il dolore si fa più intenso, la madre decide di portarlo a fare un controllo e il suo medico suggerisce di eseguire un’ecografia. Insieme ai genitori, Andrea va all’ospedale Gaslini di Genova e, immediatamente dopo l’esame, capisce che qualche cosa non va. Gli viene diagnosticato un tumore di Wilms (un cancro ai reni) e viene operato d’urgenza. È il 15 luglio 1996. Da quel momento per lui la vita cambia. La chemioterapia lo costringe a stare a casa: ha continuamente la nausea ed è molto debole. Ma Andrea è un bambino tranquillo, ottimista, positivo, ed è convinto di farcela. La famiglia è fondamentale: il papà, la mamma e il fratello Alessandro. “Mio fratello non mi ha mai trattato da malato. In casa di nascosto facevamo dei tiri a pallone. Mi dava perfino le botte! Ma questo atteggiamento mi

aiutava a sentirmi meno malato.” I medici che lo hanno in cura sonoper lui quasi una seconda famiglia, lo accompagnano nel suo percorso di terapia, spiegandogli tutto con parole molto semplici.

Lo sconforto A gennaio del 1997, dopo quattro mesi, la terapia finisce, ma le notizie non sono buone. Andrea ha una ricaduta. Ma questa volta non ha più la forza di continuare. “Ho parlato con i miei genitori e ho detto: basta, io non faccio più niente, mi fermo qua.” Ma i genitori lo portano in ospedale a parlare col direttore del reparto di oncologia pediatrica che riesce a convincerlo. “Appena l’ho visto e lui mi ha detto ‘ciao Andrea’, le mie resistenze sono crollate. La sua convinzione, la sua tranquillità mi hanno dato di nuovo fiducia.” Andrea inizia un nuovo ciclo di chemioterapia associato alla radioterapia, non più a casa, ma in ospedale. E di questo lui è quasi felice perché, grazie alla

Il medico aiuta anche a superare le crisi

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continua assistenza, riesce a stare meno male e ad attenuare la nausea. Dopo quattro mesi di cure, una nuova difficile prova. Bisogna decidere se operare ancora. I medici lasciano la decisione ai genitori. E così, a un anno di distanza dalla prima, una nuova operazione. È il 1° luglio 1997. E per Andrea sarà l’ultima.

Più forte e tenace Da allora però è sempre stato bene. Il 30 agosto di quello stesso anno è di nuovo sul campo di calcio a giocare a pallone. E non ha mai smesso. Andrea sostiene che la malattia lo ha reso più forte. Ora non si spaventa tanto facilmente. “Per i miei genitori è stata quasi più dura, è stato un anno terribile per loro. Mi ricordo, dopo la prima operazione, era luglio, faceva molto caldo, e mio padre è stato vicino a me tutta la notte a farmi vento con un giornaletto. Non ha mai smesso, ogni volta che aprivo gli occhi, lui era lì che sventolava.” Nessuno di loro ha mai perso la speranza, grazie anche al sostegno e all’incoraggiamento dei medici che hanno seguito Andrea passo dopo passo. “Non bisogna mai darsi per vinti, mai farsi prendere dallo sconforto. Bisogna affidarsi al cento per cento ai medici e ai ricercatori. Sono persone che fanno di tutto, ma proprio di tutto, per farci tornare alla vita normale, ai nostri progetti, ai nostri sogni, e per permetterci di continuare la nostra vita com’era prima.”

LA PARTITA DEL CUORE PER LA RICERCA SUI TUMORI PEDIATRICI

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ercoledì 30 maggio allo stadio Ferraris di Genova si è giocata la 27^Partita del Cuore, trasmessa in diretta su Rai1 con la conduzione di Antonella Clerici e Carlo Conti. La


Alternativo significa che sostituisce le vere cure

Nazionale Cantanti e i Campioni del Sorriso – squadra composta da stelle del cinema, dello sport e della televisione – sono scese in campo per sostenere l’Istituto Giannina Gaslini di Genova e l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro. Grazie alla partecipazione di ospiti d’eccezione come Penelope Cruz e Bebe Vio, alla passione dei conduttori e a una telecronaca d’eccezione – con Alberto Rimedio di RaiSport, Fabio Caressa di SkySport e Sandro Piccinini di Sport Mediaset – gli italiani han-

no risposto con grande generosità, permettendo di raccogliere oltre 1 milione e 300 mila euro

per AIRC e Gaslini, che saranno destinati a progetti di ricerca e cura dei tumori pediatrici.

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NASTRO ROSA Tutto sulla prevenzione

Dalla mammografia all’attività fisica I casi di cancro del seno sono molto numerosi ma per fortuna oggi si guarisce sempre di più. Tra le ragioni del successo, oltre agli sviluppi della ricerca oncologica, anche le conoscenze sempre più approfondite delle misure di prevenzione e diagnosi precoce a cura di CARLOTTA JARACH a quando, nel 1992, Evelyn H. Lauder (moglie di uno dei figli di Estée Lauder, fondatrice dell’omonima casa di cosmetici), insieme a Alexandra Penney, direttrice del magazine femminile Self, ha creato la campagna del Nastro Rosa, ottobre è il mese della sensibi-

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lizzazione sul tumore del seno. AIRC, da 50 anni il maggior finanziatore indipendente della ricerca oncologica italiana, ha favorito importanti progressi nella prevenzione, diagnosi e cura del tumore del seno, unendosi alla campagna Nastro Rosa. Grazie ai continui progressi delle conoscenze scientifiche, delle terapie disponibili e degli strumenti di screening, il tasso di sopravvi-

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venza delle donne a cinque anni dalla diagnosi ha raggiunto mediamente l’87 per cento. È molto, ma non ancora abbastanza: in Italia vengono ancora diagnosticati ogni anno circa 12.000 nuovi casi di carcinoma mammario metastatico e quasi 36.000 donne affrontano oggi questa patologia. Vediamo quali sono le conoscenze attuali in tema di prevenzione e diagnosi precoce.

MAMMOGRAFIA E SCREENING Lo screening del cancro della mammella è efficace nel ridurre la mortalità per il tumore del seno; tuttavia gli esperti discutono del rischio di sovradiagnosi, ovvero di identificare come cancerosa una lesione che non sarebbe evoluta e non si sarebbe mai manifestata con sintomi (perché sarebbe stata eliminata dall’organismo


In questo articolo: cancro del seno prevenzione diagnosi precoce

o avrebbe bloccato la propria evoluzione) se la persona non si fosse sottoposta all’esame. A oggi non esiste uno strumento per capire se una lesione diventerà o meno un cancro invasivo e la maggior parte delle ricerche ritiene che il rischio di sovradiagnosi sia inferiore ai benefici che si ottengono con lo screening con mammografia eseguito seguendo le linee guida, cioè nella fascia di età tra i 50 e i 69 anni. La decisione di sottoporsi a mammografia fuori da questa finestra temporale deve essere preceduta da un colloquio con un medico. L’ecografia non è raccomandata in generale come test di screening in sostituzione o in aggiunta alla mammografia, ma può essere utile in casi particolari, soprattutto nelle donne più giovani, o per approfondire la natura di un nodulo.

CARCINOMA DUTTALE IN SITU (DCIS) Sebbene il nome ricordi i tumori più pericolosi, il carcinoma duttale in situ (noto con l’acronimo inglese DCIS) in realtà è una forma poco invasiva: le cellule cancerose, infatti, restano confinate nei dotti della mammella e quindi non danno quasi mai metastasi. Secondo molti esperti il DCIS dovrebbe essere più correttamente considerato una forma precancerosa, poiché ha tassi di guarigione che sfiorano il 100 per cento. In presenza di DCIS è spesso indicata la semplice sorveglianza attiva, ma c’è anche chi tratta il carcinoma duttale in situ come una lesione pretumorale a tutti gli effetti, suggerendo l’asportazione della lesione.

Molti progressi nella cura e nella prevenzione

SENO FIBROCISTICO Il seno fibrocistico (o mastopatia fibrocistica) è una condizione di natura benigna del tessuto mammario che colpisce il 30-60 per cento delle donne e almeno il 50 per cento delle donne in età fertile. Alcuni studi indicano che la prevalenza nel corso della vita di seno fibrocistico può raggiungere addirittura il 70-90 per cento. È caratterizzata dalla presenza di noduli, cisti e aree fibrose nel tessuto mammario, che a volte possono causare disagio o dolore. Nella maggior parte dei casi non è necessario alcun intervento, in quanto i disturbi tendono a ridursi se non addirittura a scomparire dopo la menopausa.

TEST GENETICI: CHI, QUANDO, PERCHÉ Nonostante la maggior parte dei tumori non abbia alcun legame con la trasmissione ereditaria, in alcuni casi si può parlare di cancro ereditario. Si tratta comunque di non più del 10 per cento di tutti i tipi di tumore, e per identificarli sono stati messi a punto alcuni test in grado di valutare il rischio sulla base del corredo genetico. Nel caso del tumore del seno, i geni responsabili sono BRCA1 e BRCA2: prima di fare un test per scoprire se si è portatori di questi geni, è necessario sottoporsi a una colloquio con un genetista medico che valuterà l’albero genealogico della persona prima di sottoporla eventualmente al test. È

importante sottolineare che essere portatori di uno di questi geni non significa avere la certezza di sviluppare in futuro un tumore mammario: in base al risultato, l’oncologo consiglierà eventualmente una maggior frequenza di controlli.

intensa sembra fornire la massima protezione. Secondo gli esperti ciò avviene perché si abbassano i livelli degli ormoni femminili e del fattore di crescita insulino simile (IGF1), che hanno un ruolo importante nello sviluppo del cancro del seno.

FAMILIARITÀ: QUANDO PREOCCUPARSI? Con il termine ereditarietà si fa riferimento a mutazioni che riguardano un gene collegato con l’insorgenza di una patologia e sono trasmesse dai genitori ai figli. Quando si parla di familiarità si intende la presenza, nei propri consanguinei, di più casi di una certa malattia, non necessariamente ricollegabili a un singolo gene. Il rischio di tumore della mammella aumenta di una volta e mezza nelle donne che hanno una storia familiare di tumore del colon-retto. E ancora, se una parente stretta ha avuto diagnosi di tumore del seno, i membri di sesso femminile della famiglia hanno un rischio di tumore delle ovaie più che duplicato. Perché si possa parlare di vera familiarità, però, sono necessari almeno due casi di parenti diretti (madri o sorelle) affetti.

ALIMENTAZIONE Se il problema della maggior parte dei pazienti oncologici in relazione all’alimentazione è la perdita di peso, dovuta anche alla mancanza di appetito, le donne operate al seno e in terapia adiuvante tendono invece a ingrassare. Questo fenomeno, oltre a condizionare negativamente il tono dell’umore, potrebbe peggiorare la prognosi, incidendo sul metabolismo dell’insulina e aumentando così il rischio di metastasi. Una sana alimentazione, ricca di vegetali e fibre e povera di proteine animali e zuccheri, può quindi aiutare a limitare il rischio di recidive.

ATTIVITÀ FISICA Sono decine gli studi che evidenziano la relazione tra cancro del seno e attività fisica: nella maggior parte dei casi indicano che le donne attive sono meno a rischio di quelle sedentarie, ma la riduzione del rischio varia moltissimo da studio a studio (dal 20 fino all’80 per cento) perciò al momento non esiste una stima univoca. Se praticata fin dall’adolescenza, l’attività sportiva

ALLATTAMENTO E GRAVIDANZA Allattare al seno è una strategia di prevenzione che porta benefici non solo al bambino, ma anche alla madre, poiché esercita un blocco sulla produzione degli ormoni femminili, diminuendo così del 5 per cento circa il rischio di sviluppare un cancro del seno. E c’è di più: allattare dimezza il rischio in chi è geneticamente sensibile al tumore al seno. Infatti, in donne con mutazione di gene BRCA1 si è osservata una riduzione del rischio pari al 45 per cento tra chi ha allattato; tra le donne con sola familiarità, la riduzione arriva fino al 59 per cento.

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SPERIMENTAZIONE ANIMALE Organi costruiti in laboratorio

Promesse non sempre mantenute Nell’ultimo decennio è esploso l’interesse per gli organoidi, strutture tridimensionali generate in laboratorio che riproducono un particolare organo, utilizzati anche nella ricerca sul cancro e che potrebbero sostituire, in futuro, una parte degli animali necessari per la ricerca scientifica. Al momento, però, sono più le promesse delle certezze

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a cura di ELENA RIBOLDI el 2009, il professore olandese Hans Clever e i suoi collaboratori pubblicarono sulla rivista Nature un’interessante scoperta: prelevando cellule staminali adulte dall’intestino dei topi e coltivandole in vitro si potevano creare delle strutture tridimensionali con le caratteristiche essenziali dell’intestino. Questo studio ha stimolato molti altri ricercatori a creare

organoidi, cioè strutture che simulano in tutto e per tutto la funzione di un organo, partendo da tessuti di topo e umani. Lo scopo? Poter studiare le reazioni degli organi a malattie e terapie senza dover per forza ricorrere ad animali da laboratorio, in alcuni casi perfino con maggiore precisione. Negli organoidi, infatti, ci sono tutti i tipi di cellule e tessuti presenti nell’organo simulato, e le relazioni e gli scambi sono analoghi a quelli degli organi “veri”.

UN MODELLO DI MIELOMA

ORGANOIDI “SPAZIALI”

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ll’Ospedale San Raffaele di Milano hanno utilizzato una tecnologia della NASA per creare delle colture 3D di tumori del sangue. Grazie al sostegno di un Programma Speciale 5 per mille di AIRC, Elisabetta Ferrero e il suo gruppo hanno messo a punto un modello di mieloma multiplo facendo crescere frammenti di tessuto tumorale o cellule tumorali in un bioreattore, un’apparecchiatura in grado di fornire un ambiente 18 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2018

COCKTAIL PERSONALIZZATI Per preparare gli organoidi sono necessari tre ingredienti: alcune cellule (staminali embrionali o adulte, a seconda dei casi), una matrice (la struttura intorno alla quale cresceranno i tessuti) e un terreno di coltura particolare. Le cellule vengono coltivate all’interno di una matrice gelatinosa che contiene proteine, per facilitare l’organizzazione spontanea delle cellule in strutture tridimensionali

simili agli organi (mentre i tessuti, che sono piatti e bidimensionali, possono essere coltivati su piastre e terreni di coltura). La matrice è immersa in un liquido che contiene fattori di crescita, sostanze che mantengono le cellule vitali e ne stimolano la moltiplicazione. Ogni organo richiede specifici fattori di crescita e quindi il prerequisito per creare organoidi è conoscere tutti gli ingredienti essenziali per miscelare il giusto cocktail.

adeguato allo sviluppo di organismi biologici. “La rotazione lenta e costante del bioreattore genera microgravità: in queste condizioni, i fattori di crescita penetrano efficacemente all’interno della coltura 3D e i prodotti di scarto vengono eliminati” spiega Ferrero. Questo permette di mantenere in coltura anche per tre settimane cellule vitali, senza che cambino forma come accadrebbe invece in una coltura tradizionale. Gli organoidi di mieloma multiplo sono utilizzati per testare la risposta delle cellule del paziente ai farmaci. Un altro gruppo della Divisione di oncologia speri-


In questo articolo:

sperimentazione animale organoidi mieloma multiplo

costituire delle vere e proprie raccolte, conservate in biobanche, preziosissime per testare nuove terapie. Gli organoidi sono infatti particolarmente adatti allo sviluppo di nuovi farmaci: permettono di testare contemporaneamente molte molecole per identificare quelle attive e scartare quelle tossiche.

Rispetto alle colture di tessuti, gli organoidi hanno anche un ulteriore vantaggio: mantengono stabile nel tempo il patrimonio genetico delle cellule. Inoltre basta poco materiale di partenza (come quello prelevato con una biopsia) per ottenere un numero elevato di organoidi che si possono congelare per impieghi futuri. Usando cellule provenienti da pazienti (per esempio malati di cancro) si possono creare organoidi che sono modelli della malattia e

MINI ORGANI MA NON PROPRIO I ricercatori nel mondo hanno creato organoidi di colon, esofago, stomaco, fegato, pancreas, rene e cervello. Alcuni li chiamano “mini-organi”, ma non bisogna lasciar galoppare troppo la fantasia: non si tratta di riproduzioni esatte e funzionanti degli organi “veri” in scala ridotta. Il mini-cervello, per esempio, ha le dimensioni di una capocchia di spillo, la forma simile a una sfera cava ed è assolutamente privo di funzioni mentali. È costituito però da quasi tutti i tipi di cellule presenti nel cervello e può essere utile a studiarne lo sviluppo. Creando organoidi cerebrali da cellule della pelle di un paziente affetto da microcefalia (malformazione caratterizzata da una riduzione del volume del cervello

mentale sta applicando questa tecnica allo studio della malattia di Erdheim-Chester, una patologia infiammatoria dovuta all’accumulo di istiociti, un tipo particolare di cellule del sistema immunitario. “Si tratta di una patologia molto rara: dal 1930 sono stati descritti solo 700 casi in tutto il mondo” dice Marina Ferrarini che è a capo del progetto, specificando che“il San Raffaele è il centro di riferimento italiano per questa malattia.” Grazie alle colture 3D si stanno valutando aspetti del metabolismo degli istiociti che possono diventare nuovi bersagli farmacologici.

e del cranio) è stato possibile, per esempio, identificare un gene coinvolto nella malattia. Si tratta di un risultato importante, considerando che non esistono modelli sperimentali della microcefalia. Lo stesso metodo è stato utilizzato con successo anche nella ricerca di base in oncologia. Gli organoidi possono essere manipolati, introducendo modificazioni genetiche, per creare nuovi modelli di malattie. Rimane però un limite importante, che spiega anche perché gli organoidi non possono sostituire in tutto e per tutto un modello animale: se si vuole scoprire cosa accade ai diversi organi nel corpo quando sono esposti a una nuova cura, oppure se si vogliono studiare malattie che colpiscono diversi organi allo stesso tempo, gli organoidi non sono utili. Alcuni laboratori stanno infatti tentando di metterli “in serie”, in modo che si influenzino l’uno con l’altro come accade nel corpo (un organo malfunzionante influenza anche il funzionamento degli altri, una sostanza può diventare tossica per un certo organo solo dopo che è stata metabolizzata da un altro), ma i risultati al momento non sono soddisfacenti.

i meccanismi responsabili della trasformazione maligna sia a scegliere la terapia. Inoltre, testando una batteria di farmaci sugli organoidi del paziente si possono selezionare quelli che uccidono le cellule del tumore senza danneggiare quelle normali. Pochi mesi fa, sulla rivista Science è stato pubblicato uno studio in cui i ricercatori hanno confrontato la risposta ai farmaci di pazienti affetti da tumori gastrointestinali e degli organoidi derivati dagli stessi pazienti. I risultati sono incoraggianti: l’effetto sugli organoidi era indicativo dell’effetto sul paziente in 9 casi su 10.

Si può cambiare l’assetto genico

MODELLI DEL TUMORE Partendo da cellule prelevate da tumori sono stati creati organoidi di tumore del colon, del pancreas, del seno e della prostata. Generare, per lo stesso paziente, organoidi di tessuto sano e di tessuto tumorale può aiutare sia a comprendere

MONDI A PARTE Gli organoidi hanno un grande potenziale ma anche limiti oggettivi. L’architettura di un vero organo è costituita da cellule che fanno da impalcatura (lo stroma) e cellule caratteristiche di quell’organo (il parenchima). Negli organoidi, le cellule dello stroma sono generalmente assenti, così come sono assenti i globuli bianchi che sorvegliano i tessuti e altri elementi del sistema immunitario. Inoltre, manca completamente il sistema vascolare. Nel cancro invece le interazioni tra cellule tumorali, stroma, sistema immunitario e vasi sono cruciali per lo sviluppo e la progressione della malattia, quindi gli organoidi rappresentano un valido metodo complementare alla sperimentazione animale, ma non un’alternativa.

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NOTIZIE FLASH

Dal Mondo Questione di ritmo I ricercatori della Texas A&M University hanno identificato un gene, PER2, che potrebbe avere un impatto sul cancro del seno. Associato al ritmo circadiano, PER2 svolge una funzione cruciale nello sviluppo della ghiandola mammaria dei mammiferi. I risultati dello studio, condotto su animali da laboratorio, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Development, e si aggiungono al crescente numero di informazioni sul ritmo circadiano, cioè il meccanismo di “orologio centrale” nel nostro cervello. Nello studio, il team americano ha scoperto che in una grande percentuale di tumori mammari la proteina PER2 non viene espressa, il che suggerisce un possibile effetto protettivo del gene. Per questo i prossimi lavori indagheranno la relazione che il gene ha con il cancro alla mammella: inoltre, il prossimo passo della ricerca sarà rivedere alla luce di questa scopera gli studi che correlano il lavoro notturno con l’aumentato rischio di cancro al seno.

Discussione aperta sulla nicotina Le sigarette elettroniche fanno ancora discutere: nuovi studi sui topi hanno dimostrato che i liquidi contenenti nicotina possono trasformarsi in composti dannosi per il DNA. Tuttavia non mancano gli scettici che criticano la rilevanza di queste scoperte per l’uomo e sottolineano che le ricerche sono state condotte su animali esposti ad alti livelli di fumo (tre ore al giorno, cinque giorni alla settimana per tre mesi): la quantità di nicotina presente nel vapore a cui erano sottoposte le cavie era di ben 10 milligrammi per millilitro, una dose più alta di quella a cui sono esposti gli esseri umani che “svapano”. È forse ancora presto per parlare di dati certi per quel che riguarda la salute umana, ma questo studio dimostra comunque che la nicotina delle sigarette elettroniche ha, sul lungo periodo, un’azione dannosa in vari distretti quali cuore, vescica e polmone.

Pervinca rosata, fiore anticancro La pervinca del Madagascar, o pervinca rosata, è una piccola pianta presente in molti giardini e che nasconde tra le sue foglie un potenziale salvavita: la vinblastina. Usata sin dagli anni cinquanta come farmaco contro varie tipologie di cancro – della vescica, dei testicoli, dei polmoni, ma anche per il tumore delle ovaie e del seno – la vinblastina interrompe la divisione cellulare in mitosi. L’OMS la considera una delle medicine più efficaci, sicure ed economiche. Ma c’è un problema: è estremamente difficile estrarre la vinblastina dalla pianta. Nonostante i progressi tecnologici che hanno contribuito a semplificare la procedura, attualmente sono necessari circa 500 chilogrammi di foglie secche di pervinca rosata per produrre 1 grammo di sostanza attiva. Per questo i ricercatori stanno studiando il processo di produzione della vinblastina, così da poterlo imi-

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tare in laboratorio. In un recente articolo pubblicato su Science, i ricercatori del John Innes Centre hanno identificato gli enzimi coinvolti nelle fasi finali della sintesi. “Abbiamo identificato i 31 passaggi chimici coinvolti nella conversione della molecola precursore” afferma O’Connor, coordinatore della ricerca “e prevediamo, nei prossimi 12-18 mesi, di utilizzare tecniche di biologia molecolare per aumentare la produzione del farmaco.”


I contapassi contro il cancro

I ricercatori del Harold C. Simmons Comprehensive Cancer Center in Texas hanno dimostrato che i dispositivi elettronici che misurano i passi compiuti ogni giorno possono essere uno strumento utile per valutare e aiutare a curare i malati di cancro. Uno studio pilota pubblicato sul Journal of Clinical Oncology Cancer Informatics, condotto su pazienti anziani affetti da cancro, ha mostrato una correlazione tra chi indossava e utilizzava gli strumenti di monitoraggio e la valutazione clinica. “Il nostro studio è il primo passo per capire quanto siano importanti questi dispositivi per i pazienti oncologici, e spero che presto si conducano studi clinici su larga scala” ha detto l’autore dello studio, Muhammad Beg. Valutare la quantità di attività fisica di una persona in cura per un tumore è fondamentale, perché proprio il movimento influenza le decisioni terapeutiche da prendere. Inoltre, i dati dello studio hanno dimostrato che

indossare un contapassi è un’esperienza positiva per i malati oncologici: li spinge a muoversi di più e permette di raccogliere dati preziosi che possono aiutare il medico nella gestione della malattia.

Il buon cibo si Farmaci nuovi per apprezza ai fornelli il cancro del seno Life Kitchen: si chiama così il progetto di “ciboterapia” creato da Ryan Riley. Dopo la morte della madre per un tumore del polmone, il ventiquattrenne Riley ha deciso di sfruttare le sue capacità di cuoco per aiutare i malati di cancro a ritrovare il piacere della cucina. Si sa, la perdita del senso del gusto è tra i più comuni effetti collaterali delle cure chemioterapiche: per contrastarla, Life Kitchen insegna ricette e trucchi per scoprire di nuovo il gusto di stare a tavola. Un esempio? Una carbonara rivisitata con un intenso formaggio stagionato che esalta il sapore umami (che ha un effetto antinausea), e con l’aggiunta di limone e menta per stimolare il nervo trigemino. “Non posso risolvere i vari problemi dei malati” ha detto Ryan Riley al quotidiano The Guardian “ma posso mantenere vivo in queste persone l’interesse per il cibo. E quando le persone si sentono coinvolte ai fornelli, il cancro diventa irrilevante, seppure per qualche minuto.”

Un gruppo di ricercatori cinesi ha scoperto che l’enzima UGT8 ha un ruolo chiave nella progressione del carcinoma mammario di tipo basale, una forma aggressiva della malattia. Lo studio, pubblicato a maggio sul Journal of Experimental Medicine, dimostra anche che l’acido zoledronico, farmaco approvato per la cura dell’osteoporosi, inibisce l’azione di UGT8 e previene la diffusione del carcinoma nei topi, suggerendone così un possibile nuovo impiego nel trattamento della malattia negli esseri umani. Il carcinoma mammario di tipo basale è una forma particolarmente aggressiva di cancro al seno che colpisce in genere le donne giovani ed è difficile da trattare perché le sue cellule tumorali sono solitamente “triplo negativo”, ovvero prive del recettore degli estrogeni, del recettore del progesterone e della proteina HER2, cioè dei principali bersagli terapeutici per le altre forme di cancro al seno.

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FARE CHIAREZZA Cellulari e cancro

I cellulari e il cancro, una questione ancora aperta

ta e i nuovi cellulari emettono energie molto più deboli di quelle dei primi modelli (un aspetto che, come vedremo, è importante per valutare l’eventuale pericolosità di questi strumenti).

Gli aspetti tecnici

La maggior parte degli studi sull’uomo non mostra chiari effetti cancerogeni in chi utilizza molto il telefonino. Nonostante ciò vi sono alcune buone ragioni per usare preferibilmente gli auricolari

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a cura della REDAZIONE telefoni cellulari sono in commercio dalla fine degli anni ottanta del secolo scorso, ma si sono diffusi soprattutto negli ultimi vent’anni, al punto che è sempre più raro trovare persone che non ne abbiano uno e che non lo utilizzino anche per diverse ore al giorno. Diversi motivi hanno indotto gli esperti a temere un effetto nocivo dei cellulari sulla salute: sono apparecchi che funzionano utilizzando onde a radiofre-

quenza (RF), un tipo di radiazione non ionizzante. Anche se, contrariamente alle radiazioni ionizzanti (come i raggi X), le onde a RF non sono in grado di interferire direttamente col DNA delle cellule, i tessuti a contatto con il telefonino possono assorbire questa energia e trasformarla in calore. Inoltre, sempre più persone usano i cellulari, inclusi i bambini molto piccoli. Infine il numero e la durata delle chiamate sono aumentati, anche se, parallelamente, la tecnologia è migliora-

I risultati in laboratorio non coincidono con la vita reale

“ L’

COSA DICONO LE ISTITUZIONI

Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS (IARC) ha classificato le onde a RF tra i “possibili carcinogeni umani” sulla base delle prove ancora limitate di una relazione con i tumori cerebrali (e della mancanza di prove di un legame con altri tipi di tumori). Agenzie statunitensi come l’Environmental Protection Agency (EPA) o il National Toxicology Program (NTP) hanno scelto di non classificare i cellulari

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tra i carcinogeni potenziali. Allo stesso modo si sono comportate finora la Food and Drug Administration (FDA) e i Centers for Disease Control di Atlanta (CDC). Il National Cancer Institute statunitense (NCI) e Cancer Research UK (CRUK) ritengono che ulteriori ricerche siano necessarie per valutare complessivamente gli effetti dei cambiamenti tecnologici e nel frattempo considerano i cellulari sicuri se utilizzati con gli auricolari.

Le onde a RF sono generate dall’antenna del cellulare, dove sono più intense, mentre la loro energia decresce man mano che ci si allontana da questo elemento dell’apparecchio. Più l’antenna è vicina alla testa del’utente, maggiori sono l’esposizione e l’assorbimento di energia da parte dei tessuti. Alcuni fattori possono diminuire la quantità di onde assorbite dal corpo, per esempio l’uso di auricolari e la vicinanza a un ripetitore nel momento in cui si usa l’apparecchio. La massima emissione di onde avviene infatti quando il cellulare cerca la linea (per esempio durante una chiamata effettuata dal treno o dall’auto, in cui il cellulare deve agganciare diversi ripetitori man mano che il mezzo di trasporto si sposta).

Gli studi sperimentali Dato che i cellulari vengono tenuti vicino alla testa, i ricercatori hanno concentrato gli studi sulla possibile relazione tra il loro utilizzo e la comparsa di tumori cerebrali maligni come i gliomi, tumori cerebrali non maligni come i meningiomi, tumori benigni del nervo che collega l’orecchio al cervello (neu-


In questo articolo:

cellulari prevenzione onde a radiofrequenza

rinomi del nervo acustico o schwannomi vestibolari). Per valutare una eventuale relazione sono stati effettuati sia studi in laboratorio, esponendo colture cellulari o animali a onde a RF per osservarne gli effetti, sia studi epidemiologici che hanno quantificato l’utilizzo del cellulare nelle persone che si sono ammalate di uno dei tumori in esame. Ambedue i tipi di studi hanno pregi e difetti: quelli di laboratorio permettono di controllare meglio le variabili sperimentali, ma non sempre i risultati possono essere traslati in tutto e per tutto all’organismo umano nel suo complesso; gli studi epidemiologici devono fare i conti con numerose variabili confondenti (stili di vita, luoghi di abitazione) e stimano l’utilizzo del cellulare sulla base di quanto riferito dai singoli, con tutti i limiti dei ricordi personali. In un ampio studio condotto dal National Toxicology Program, negli Stati Uniti, un gran numero di rodito-

L

LA SCELTA DEL MODELLO

a quantità di onde a radiofrequenza assorbite da un’unità di tessuto biologico per unità di tempo è nota col nome di “tasso specifico di assorbimento” o SAR (acronimo di specific absorption rate). I diversi modelli di cellulare hanno anche diversi SAR: il limite massimo autorizzato in Europa è di 2 Watt per kg misurati su 10 grammi di tessuto. Il valore di SAR è in genere indicato sull’apparecchio o sul OTTOBRE 2017 | FONDAMENTALE | 23 sito del produttore e tra i modelli più recenti non mancano quelli che si collocano a livelli di SAR inferiori a 0,5 Watt per kg.


FARE CHIAREZZA Cellulari e cancro

I dati gici iolo epidemgnalano non sericoli pe

cercatori dell’Istituto Ramazzini di Bologna, descrive gli effetti (sugli animali e non sull’uomo) dell’esposizione a onde a RF in quantità analoghe a quelle a cui tutti sono esposti nella vita quotidiana dai ripetitori dei cellulari. In questo caso gli autori hanno seguito per tutta la vita circa 2.500 roditori esposti a tali campi elettromagnetici, constatando l’aumento significativo di schwannomi del cuore nei ratti maschi. Anche i neurinomi del nervo acustico sono degli schwannomi, quindi questo studio conferma quanto già noto, ovvero che le cellule di protezione del sistema nervoso sono particolarmente sensibili alle onde a radiofrequenza. Sono aumentati anche i gliomi, ma in modo non significativo dal punto di vista statistico.

Cosa dicono gli studi negli esseri umani?

ri è stato esposto a onde a RF per nove ore al giorno, fin da prima della nascita e per oltre due anni per verificare la relazione con gliomi e schwannomi del cuore, dimostrando un lieve incremento degli schwannomi nei ratti maschi, ma non nelle femmine. Il metodo usato nello studio rende difficile capire se e come i risultati possano essere estesi agli esseri umani, perché sia le dosi di radiazioni sia il tempo di esposizione sono estremi e radicalmente diversi dal normale uso delle persone. La ricerca dimostrerebbe, però, che le onde a RF possono, in condizioni di esposizione intensa ed elevata, interferire in qualche modo con i tessuti. In ogni caso, a oggi i risultati non sono stati pubblicati su una rivista scientifica ma sono disponibili solo nella forma di un report tecnico. Uno studio recente, condotto dai ri24 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2018

Nel corso degli anni sono state condotte diverse decine di ricerche sulla relazione tra tumori (soprattutto cerebrali) e uso dei cellulari. Vediamo quali sono le conclusioni generali: nella maggior parte degli studi, coloro che si ammalano di tumori al cervello non dichiarano un utilizzo del cellulare più intenso di coloro che non si ammalano, in particolare se si considerano tutti i tumori cerebrali come un unico gruppo e non se ne distinguono i singoli tipi; la maggior parte degli studi non mostra una relazione dose-effetto, cioè non mostra un aumento del rischio legato all’aumento dell’utilizzo dei cellulari, il che sarebbe atteso se questi fossero davvero cancerogeni; la maggior parte degli studi non mostra un aumento dei tumori dal lato in cui si usano i cellulari, con l’eccezione di alcune ricerche che mostrano un aumento dei neurinomi dell’acustico, tumori benigni del nervo acustico, proba-

bilmente per effetto diretto del riscaldamento dei tessuti; alcuni studi, in particolare quelli pubblicati da un gruppo di ricerca svedese, mostrano invece un aumento dei tumori dal lato di utilizzo del cellulare soprattutto dopo 10 anni di esposizione; una recente metanalisi ha valutato il legame tra uso di telefono cellulare e glioma utilizzando i risultati di 11 studi condotti tra il 1980 e il 2016 in un campione finale di 6.028 casi e 11.488 controlli. L’analisi ha mostrato in effetti una possibile associazione tra cellulare e glioma, ma gli autori sottolineano che i dati disponibili sono troppo scarsi in termini di qualità e quantità per giungere a conclusioni convincenti; quasi tutti gli studi hanno un problema di controllo, dato che è sempre più difficile trovare persone che non possiedono o non usano il telefono cellulare. Il confronto è quindi effettuato principalmente sulle differenze d’intensità d’uso. Nel complesso, quindi, la maggior parte degli studi negli esseri umani è rassicurante, con qualche eccezione, come l’aumentato rischio di neurinomi dell’acustico, e con qualche limite metodologico di cui gli stessi autori sono consapevoli. Altri studi attualmente in corso o i cui risultati sono in fase di elaborazione potrebbero a breve aggiungere informazioni utili a chiarire i tanti dubbi ancora presenti sull’argomento.

Come ridurre i rischi I cellulari di moderna concezione sono molto più sicuri di quelli vecchi e l’aumento dei ripetitori sul territorio rende la tecnologia molto meno rischiosa che agli esordi. Nonostante ciò è bene prendere qualche precauzione, come evitare di utilizzare il cellulare per molte ore di seguito a diretto contatto con l’orecchio, preferendo l’uso di auricolari. Inoltre è bene non tenere l’apparecchio sul corpo (per esempio nella tasca dei pantaloni) ma riporlo nella borsa o nella giacca.


RICERCA IFOM Fibrosi

In questo articolo: fibrosi sclerodermia cicatrizzazione

Una proteina chiave contro la fibrosi

caratterizzata proprio dalla fibrosi diffusa dei tessuti.

I meccanismi che portano a un eccesso di deposito di proteine e collagene nei tessuti durante i fenomeni di riparazione svelati da un team del laboratorio che IFOM ha aperto a Bangalore, in collaborazione con inStem

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a cura della REDAZIONE ricercatori del Joint Research Lab di Bangalore, in India, diretto da Colin Jamora e creato da IFOM nella città indiana in collaborazione con inStem, l’Istituto per la biologia delle cellule staminali e la medicina rigenerativa, si dedicano allo studio dei dettagli molecolari e cellulari della rigenerazione dei tessuti. PROTEINE NELLA MATRICE Neha Pinha, dottorando di ricerca sotto la supervisione di Jamora, ha appena pubblicato i risultati di uno studio sui meccanismi cellulari che consentono alla pelle di cicatrizzare grazie alla deposizione di proteine (in particolare collagene) nella matrice extracellulare. Le cellule responsabili di questi meccanismi riparativi, i fibroblasti, vengono attivate dal sistema immunitario che si mobilita quando la pelle viene ferita. Le proteine della matrice cellulare agiscono come un’impalcatura intorno alla quale si rigenera il nuovo tessuto, fino alla completa cicatrizzazione. In condizioni normali, una volta

completata la cicatrizzazione, i fibroblasti vengono disattivati ed eliminati, ma in alcuni individui (e in alcune patologie) questa disattivazione non si verifica e il risultato è che la cicatrice diventa ipertrofica, cioè esageratamente sviluppata, oppure che i tessuti si irrigidiscono per eccesso di proteine e collagene. Questa condizione, chiamata fibrosi, può colpire qualsiasi organo del corpo: dal polmone, come nella fibrosi cistica, al cuore, come nella fibrosi cardiaca, alla retina nella retinopatia diabetica. La fibrosi è importante anche nel cancro: vi sono forme tumorali, come la mielofibrosi, caratterizzate proprio dalla deposizione di proteine e collagene nel midollo osseo, che non riesce più a svolgere le sue funzioni. Una importante fibrosi è presente in molti tessuti tumorali e spesso ostacola la terapia, impedendo ai farmaci di raggiungere le cellule maligne. Conoscere il meccanismo che porta alla fibrosi è quindi importante anche nella terapia dei tumori e il modo più semplice per farlo è studiare altre malattie, come la sclerodermia, una patologia umana

UNA TRIADE PERICOLOSA Neha e i suoi colleghi hanno cercato di capire perché i fibroblasti cominciano a secernere troppe proteine e quale potrebbe essere l’interruttore per spegnerli. Nei loro studi hanno sfruttato anche le conoscenze acquisite nell’ambito dei tumori. Tutti i tessuti fibrotici, per esempio, hanno in comune l’infiammazione, presente anche nel tumore. I ricercatori di IFOM-inStem hanno studiato il ruolo delle cellule del sistema immunitario nel mantenere attivi i fibroblasti in un modello animale colpito da una malattia simile alla sclerodermia. Hanno così scoperto che i livelli della proteina PAI-1 (inibitore dell’attivatore del plasminogeno di tipo 1) è alto nel modello di malattia. PAI-1 ha il ruolo di sciogliere i coaguli di sangue durante il processo di guarigione delle ferite ma è anche espressa in eccesso in molte malattie umane caratterizzate da fibrosi. Per testare l’ipotesi che questa fosse una proteina chiave del processo, i ricercatori hanno eliminato il gene che codifica per PAI-1 dal loro modello animale, dimostrando che l’eliminazione provoca un blocco significativo della fibrosi. Il sistema immunitario, terzo elemento della triade insieme all’infiammazione e ai fibroblasti, è coinvolto perché la presenza di particolari cellule immunitarie, i mastociti, dipende dalla concentrazione di PAI-1 nel tessuto. E proprio i mastociti rilasciano sostanze che inducono l’infiammazione dei tessuti. La scoperta apre nuove possibilità terapeutiche per le malattie caratterizzate da fibrosi (tra le quali anche alcune forme tumorali), per le quali mancano cure veramente efficaci.

IFOM, l’Istituto di oncologia molecolare che svolge attività scientifica d’avanguardia a beneficio dei pazienti oncologici, è sostenuto dalla Fondazione italiana per la ricerca sul cancro-AIRC, attraverso lasciti testamentari.

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CHEMO BRAIN Effetti cognitivi delle cure

Quando la chemioterapia fa perdere la memoria Disturbi di concentrazione e memoria sono comuni tra coloro che si sottopongono a chemio o radioterapia e possono ostacolare la ripresa delle attività familiari e professionali. Parlarne col medico è il primo passo per abbreviare la durata dei disturbi a cura di ELENA RIBOLDI n gergo viene chiamato “chemo brain” o “cervello da chemioterapia”: è l’insieme dei disturbi cognitivi (vuoti di memoria, sensazione di rallentamento e ottundimento) che può presentarsi in coloro che si curano per un tumore con chemio e radioterpia, oppure che hanno terminato le cure da poco tempo. Secondo gli studi in materia, si tratta di un problema tutt’altro che raro, dato che interessa, con gradazioni variabili, dal 15 al 50 per cento dei pazienti trattati. I sintomi in generale sono di lieve entità, ma spaventano i malati e creano un senso di frustrazione che può influire sulla qualità della vita, anche se, nella stragrande maggioranza dei casi, i disturbi regrediscono col tempo.

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CHEMIO MA ANCHE RADIO Se il nome utilizzato per indicare l’insieme dei disturbi cognitivi fa riferimento esplicito alla chemioterapia, tuttavia la perdita di efficienza colpisce anche pazienti curati con radioterapia, terapia ormonale o immunoterapia. “Le cause dei disturbi cognitivi possono essere molte e non tutte legate ai farmaci” spiega Gabriella Bottini, docente di neuropsicologia cognitiva all’Università di Pavia. “Contano anche lo stress legato alla diagnosi, alcune complicanze della malattia come l’anemia, il dolore dovuto al tumore o alle terapie, le terapie ormonali, i disturbi del sonno e persino i farmaci presi per alleviarli (per esempio i sonniferi).” Fino ad alcuni anni fa, ai pazienti che lamentavano vuoti di memoria o minore efficienza mentale veniva detto che le cause principali erano l’ansia e la depressione associate alla

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IN PRATICA

10 STRATEGIE PER AFFRONTARE IL PROBLEMA Organizza la tua vita nel modo più semplice possibile; evita il multitasking, cioè la necessità di fare tante cose in contemporanea. Dedicati alle attività più impegnative la mattina quando sei meno stanco. Usa un block-notes (o lo smartphone) per segnare le cose man mano che ti vengono in mente. Segna su post-it ben visibili dove metti le cose importanti, oppure scegli dei luoghi fissi per oggetti come il telefono, gli occhiali o le chiavi di casa. Prima di un appuntamento, scrivi le domande che vuoi fare e prendi nota delle risposte. Cerca di minimizzare le distrazioni quando devi concentrarti, preferendo posti tranquilli e silenziosi. Mantieni attiva la mente con parole crociate, sudoku, scarabeo e altri giochi che richiedono abilità mentali. Fai attività fisica: migliora le funzioni mentali, aiuta a dormire e solleva lo spirito. Segui una dieta sana. Parla del tuo problema con familiari e amici, in modo che possano aiutarti se necessario. Fonte: American Cancer Society


In questo articolo: chemioterapia memoria disturbi cognitivi

diagnosi e alle cure. “Queste alterazioni del tono dell’umore sono certamente coinvolte, ma è difficile dire se sono causa o conseguenza” continua Bottini. Le tecniche di neuroimaging (con cui si visualizza il funzionamento del cervello) mostrano che i sintomi del deterioramento cognitivo sono effettivamente accompagnati da cambiamenti nell’attività cerebrale. In pazienti trattati con farmaci chemioterapici è stata osservata una riduzione nel volume della materia grigia (la corteccia cerebrale) anche se questa riduzione tende a regredire nel tempo. Infine, il rischio di deterioramento cognitivo è molto alto nei pazienti trattati con farmaci iniettati direttamente nel sistema nervoso centrale, come accade nei tumori cerebrali. Per tutti i pazienti, il livello di rischio dipende dal tipo e dosaggio del singolo chemioterapico, oltre che dal numero di farmaci utilizzati. Le persone anziane sono molto vulnerabili, proprio perché naturalmente soggette a una perdita di capacità cognitiva. I meccanismi coinvolti non sono del tutto noti. Alcuni farmaci, come metotrexate e 5-fluorouracile, hanno un effetto tossico diretto sul sistema nervoso centrale. A differenza degli altri, sono infatti capaci di oltrepassare la barriera ematoencefalica (un complesso sistema di vasi e tessuti che protegge il cervello impedendo l’ingresso di molecole nocive) e di danneggiare i neuroni. Altre terapie hanno meccanismi indiretti. Chemioterapia e radioterapia, per esempio, causano la produzione di radicali liberi che, a loro volta, stimolano la sintesi di proteine

infiammatorie (le cosiddette citochine) in grado di raggiungere il cervello e interferire con le sue funzioni. Infine sembra che alcune persone abbiano una predisposizione genetica e siano più sensibili ai possibili danni cognitivi. Gli scienziati stanno lavorando per identificare i geni coinvolti e quindi per poter riconoscere i pazienti ad alto rischio di questo tipo di declino cognitivo, ma non hanno ancora raggiunto risultati utili nella clinica. “Di fatto si tratta di effetti collaterali delle cure che non si possono prevenire, ma che sono in grandissima parte temporanei” spiega ancora Bottini. “È importante, però, che il paziente lo sappia, per non spaventarsi ma anche per non pretendere da se stesso o da se stessa più di quanto un organismo impegnato nella battaglia contro la malattia sia in grado di dare.” SINTOMI E RIMEDI I sintomi possono interessare tutti i processi cognitivi che vengono utilizzati per elaborare e ricordare le informazioni. I malati fanno fatica a memorizzare nuovi dati, dimenticano dettagli e disposizione spaziale degli oggetti, confondono date e appuntamenti. Molti hanno difficoltà a concentrarsi e a organizzarsi per lo svolgimento dei compiti quotidiani. Possono essere presenti anomie (difficoltà a farsi venire in mente la parola giusta) e una sensazione soggettiva di “lentezza mentale” che spesso accompagna la fatigue (la sensazione di stanchezza fisica e di mancanza di energie). La

gravità e la durata dei sintomi variano da persona a persona. In genere migliorano nel tempo e, nella maggior parte dei pazienti, si risolvono entro un anno dalla fine dei trattamenti. Una piccola percentuale di pazienti però mostra ancora sintomi dopo 10 anni o più: si tratta soprattutto di coloro che hanno avuto un tumore o metastasi cerebrali, che hanno subito chemioterapie intratecali (cioè direttamente nella scatola cranica), radioterapie e chirurgia cerebrale. Se non si può far nulla per prevenire i disturbi, si possono però diagnosticare per tempo e, in alcuni casi, riabilitare per accelerare il recupero. Per questo è importante descrivere i sintomi al proprio medico, che potrebbe raccomandare una visita neuropsicologica (che comprende, in genere, una serie di test in grado di quantificare l’eventuale deficit). Vanno certamente curate insonnia e fatigue, condizioni che peggiorano il problema. Alcuni pazienti traggono beneficio dal trattamento con farmaci psicostimolanti, mentre non ci sono prove che dimostrino l’utilità di integratori alimentari o vegetali come il Gingko biloba, commercializzato come supporto per la memoria. Diversi studi hanno mostrato che si possono avere buoni risultati con la riabilitazione cognitiva, cioè con un programma di esercizi strutturati

per “allenare la mente”. Quello che può fare veramente la differenza è adottare alcuni accorgimenti per affrontare i cambiamenti e migliorare i sintomi. Se qualche attività è troppo stressante, è meglio evitarla, sapendo che la rinuncia può essere anche solo temporanea. Spesso i pazienti si accorgono del problema quando tornano al lavoro, perché sono meno efficienti di prima: possono allora essere d’aiuto i terapisti occupazionali, professionisti della riabilitazione in grado di suggerire strategie per svolgere al meglio la propria attività (per esempio, richiedere un ufficio più tranquillo aiuta a focalizzare l’attenzione). Non esistono però ricette valide per tutti: perdere efficienza mentale, seppure in modo lieve e temporaneo, può essere un’esperienza traumatica per molti, che va affrontata con interventi personalizzati per minimizzare l’impatto sulla qualità della vita.


LASCITI Chi ha scelto di sostenere FIRC-AIRC

Promuovere la ricerca con un lascito Disporre un lascito testamentario significa sperare in un futuro migliore: la storia di Bruna lo dimostra

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a cura della REDAZIONE a deciso che l’appartamento in cui vive a Livorno con il marito Alberto andrà in parti uguali alla cura dei bambini e alla ricerca sul cancro. Lo ha scritto nel suo testamento, disponendo un lascito a favore dell’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze e di AIRC, ma siccome fa di tutto per mantenersi giovane e attiva, appena ha qualche soldo da parte Bruna Giunti fa anche delle importanti donazioni. “AIRC non deve mica aspettare la mia morte” spiega ridendo, con un lieve accento toscano.

UN LASCITO PER LA RICERCA

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cegliere di fare testamento in favore della Fondazione italiana per la ricerca sul cancro-AIRC, lasciandole anche solo una parte dei propri beni, significa dare un sostegno concreto e significativo alla ricerca oncologica in Italia. Pur riconoscendo i diritti dei propri eredi, si può sempre lasciare una parte del patrimonio a

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Vietato arrendersi A Livorno è molto legata – “anche se non dico il classico ‘dè’” commenta, mentre chiacchiera amabilmente sulla terrazza Mascagni affacciata sul mare – ed è lì che è tornata dopo aver deciso di partire da giovanissima: “Sono figlia di una coppia poverissima, mio papà era disoccupato e mia mamma non vedente, a causa della retinite pigmentosa che ha colpito anche me e mio fratello Bruno. Cominciai a perdere la vista a 10 anni, e a vent’anni dissi loro che volevo andare a studiare all’Istituto dei non vedenti di Firenze, per imparare a cavarmela da sola”. Era il 1962. Negli anni trascorsi a Firenze imparò molte cose, e forse scoprì già allora che non avrebbe mai smesso di imparare: a leggere il Braille, a scrivere a macchina, a lavorare a maglia e a uncinetto, e a gestire un centralino telefonico. Una volta superato l’esame per l’iscrizione all’albo professionale fu assunta all’INPS di Grosseto, nel 1970: “Ho lavorato dieci anni come centralinista, stringendo amicizie profonde che ancora resistono al passare degli anni”. favore della ricerca sul cancro. Per questo FIRC-AIRC offre gratuitamente la Guida al testamento, uno strumento utile che fornisce tutte le informazioni necessarie a redigere il proprio testamento. Contatti: tel. 02 79 47 07 www.fondazionefirc.it

In pensione è andata dopo aver vissuto il trauma di dover riferire il testo di una telefonata delle Brigate Rosse che minacciavano di morte il direttore dell’ufficio. Oggi racconta anche quell’esperienza con un tono quasi leggero: “L’altro giorno con mio marito abbiamo visto una maglietta con su scritto ‘vietato arrendersi’, e abbiamo condiviso appieno l’incoraggiamento”. Dice proprio così, “abbiamo visto”, così come dice con trasporto che “nelle giornate di sole dalla terrazza vediamo le isole di Gorgona, Capraia, l’Elba e la Corsica”. Solo a domanda diretta, chiarisce: “Io vedo solo la luce, ma Alberto mi descrive tutto”. Vivono insieme da quindici anni.

Donare per sentirsi bene

Quando si sono conosciuti lei aveva perso il primo marito Aldo, per un infarto, lui la prima moglie, vittima di un incidente stradale: “Dopo il primo pomeriggio trascorso insieme gli dissi che il mio non è un handicap facile, ma lui rispose con tono scherzoso che dopo avermi osservato non gli pareva. In effetti, grazie a lui, quindici anni fa ho imparato a nuotare, ad andare in canoa e a pedalare in tandem. In questo periodo mi insegna l’inglese e insieme facciamo calcoli matematici a mente. Ma per la cucina e le faccende di casa so sbrigarmela da sola”. A tratti il buonumore è offuscato da un velo di preoccupazione: “Lui ora convive con un tumore, e io mi chiedo come potrei mai fare senza di lui”. Poi ripensa al modo per scacciare la tristezza rendendosi utile: “Appena ho qualche risparmio faccio una donazione all’Ospedale Meyer e una identica ad AIRC, e mi sento bene”.


IL CALENDARIO DEI GIORNI DELLA RICERCA

RACCOLTA FONDI I Giorni della Ricerca

29 OTT

Cerimonia al palazzo del Quirinale

4-11 NOV RAI per AIRC

10 NOV

I Cioccolatini della Ricerca

10-11 NOV

Un Gol per la Ricerca

7-8-9 NOV

Incontri con la Ricerca nelle scuole ed evento AIRCampus all’Università degli Studi di Palermo

I Giorni migliori: l’Italia a fianco della ricerca

A

a cura della REDAZIONE novembre tornano I Giorni della Ricerca di AIRC, l’appuntamento di riferimento per informare il pubblico sui progressi della ricerca per la prevenzione, la diagnosi e la cura del cancro, presentare le sfide dei ricercatori e raccogliere nuove risorse per sostenere il loro lavoro. Come ogni anno, a inaugurarli ufficialmente sarà il Presidente della Repubblica, al Palazzo del Quirinale, insieme ai rappresentanti di AIRC, delle Istituzioni, delle Autorità e a una platea di centinaia di donne e uomini

di scienza e di sostenitori della ricerca. Attraverso un palinsesto ricco e articolato, dal 4 all’11 novembre le reti RAI porteranno nelle case degli italiani le storie dei protagonisti della ricerca per raccontare i traguardi che è stato possibile raggiungere grazie alla generosità del pubblico e invitarlo a continuare a sostenere la ricerca oncologica italiana attraverso il numero solidale 45521. L’impegno personale dei nostri ambasciatori Antonella Clerici e Carlo Conti – unito a quello dei colleghi della tv, della radio e dei tanti testimonial – permette ad AIRC di essere costantemente presente nelle tv e radio

Il Quirinale, la RAI e i testimonial per AIRC

della RAI e con appuntamenti speciali. Anche le università e le scuole ospiteranno i nostri ricercatori, per raccontare le sfide che stanno affrontando e la passione per il loro lavoro, per ispirare e avvicinare bambini e ragazzi al mondo della scienza e del volontariato. Sabato 10 novembre in centinaia di piazze 20.000 volontari distribuiranno i Cioccolatini della Ricerca, per sostenere concretamenAIRC ha avuto te i 5.000 scienzial’onore di essere ti AIRC impegnati ricevuta al Quirinale ogni giorno nei ladal Presidente boratori di univerSergio Mattarella sità, ospedali e istiche ha ribadito tuzioni di ricerca la vicinanza, sua in tutta Italia. e di tutto il Paese, Fra i luoghi dei alla migliore ricerca Giorni della Riceroncologica. ca non mancheranno gli stadi, dove sabato 10 e domenica 11 novembre i talenti del calcio scenderanno in campo per sostenere i talenti della ricerca, in una grande manifestazione di sport e solidarietà.

... dal 29 ottobre su: airc.it OTTOBRE 2018 | FONDAMENTALE | 29


RACCOLTA FONDI Nastro Rosa

AIRC si veste di rosa Nel mese dedicato alla lotta contro il cancro al seno, AIRC partecipa alla mobilitazione mondiale per sensibilizzare le donne sull’importanza della prevenzione e sostenere la ricerca

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a cura della REDAZIONE rosegue l’impegno di AIRC nel progresso della ricerca sul tumore del seno. Un impegno imprescindibile, considerata la diffusione di questa neoplasia, la più comune nella popolazione femminile visto che 1 donna su 8 viene colpita nell’arco della propria vita. Sono 50.000 i nuovi casi di tumore al seno in Italia (dati AIOM/AIRTUM 2017) ogni anno. 50.000 donne, madri, figlie, mogli, amiche e colleghe, un impatto che tocca ben più di 50.000 famiglie. La ricerca ha ottenuto grandi progressi portando la sopravvivenza all’87per cento a cinque anni dalla diagnosi. Un risultato certamente positivo, che va di pari passo con screening efficaci, diagnosi precoci e cure sempre più personalizzate e meno invasive. Un risultato che però ancora non basta. Per AIRC l’obiettivo è arrivare al 100 per cento di sopravvivenza. Solo negli ultimi tre anni, AIRC ha investito oltre 26 milioni di euro su 256 progetti di ricerca e borse di stu30 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2018

... maggiori informazioni disponibili su: www.nastrorosa.it dio sul tumore del seno. Per raccogliere fondi destinati a questo filone di ricerca, in ottobre, il mese dedicato in tutto il mondo alla lotta contro il tumore del seno, AIRC promuove per il quarto anno la Campagna Nastro Rosa Una campagna internazionale, nata nel 1992 da Evelyn H. Lauder, moglie del fondatore dell’omonima casa di cosmetici che anche quest’anno ha scelto AIRC come partner per l’Italia. The Estée Lauder Companies promuoverà i messaggi della Campagna in oltre 3.500 profumerie su tutto il territorio nazionale, raccogliendo fondi grazie alla vendita di una selezione di prodotti e rinnovando l’appuntamento con l’illuminazione simbolica

in rosa di un monumento iconico in Italia. A Estée Lauder si affiancano altri partner aziendali per la campagna, tra cui Acqua Vitasnella, che promuove i temi legati ai corretti stili di vita in ottica di prevenzione presso le proprie consumatrici e sostiene una borsa di studio intitolata che coprirà il percorso di una giovane ricercatrice sul tumore del seno. Anche Lagostina, storico produttore di pentole a pressione e strumenti di cottura, supporta la Campagna Nastro Rosa con una donazione a sostegno della ricerca, promuovendo informazioni riguardo la prevenzione, concentrandosi in particolare sui benefici dell’alimentazione sana, nei corner

Una campagna internazionale per il tumore al seno


In questo articolo: cancro al seno Nastro Rosa diagnosi precoce

Lagostina presenti in centinaia di negozi in Italia. Grazie al supporto di Federfarma, la Federazione nazionale che rappresenta le oltre 16.000 farmacie private convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale presenti sul territorio, sarà possibile trovare le spillette nastro rosa AIRC, simbolo della campagna, nelle farmacie aderenti e contribuire alla ricerca con una donazione di 2 euro, nonché ricevere informazioni sul tumore del seno. Tra le farmacie che hanno aderito all’appello anche il Gruppo Alphega, che promuoverà la Campagna nelle sue 740 farmacie. Madrina della campagna sarà Margherita Granbassi, grande sostenitrice di AIRC e che, da sportiva ed ex olimpica, è un perfetto esempio dei valori della prevenzione e dell’attività fisica. OTTOBRE 2018 | FONDAMENTALE | 31


RACCOLTA FONDI Charity dinner e Venice Marathon

VENICE

BIONIKE E AIRC #INSIEMEALSOLE

MARATHON

L’

estate appena conclusa ha visto il lancio alla campagna #insiemealsole dedicata alla corretta esposizione al sole che è stata promossa da AIRC e BioNike, azienda leader in Italia nel mercato della dermocosmesi*. BioNike ha scelto di sostenere AIRC per promuovere insieme i consigli su come proteggersi dai danni del sole e sostenere la ricerca sui tumori della pelle. Attraverso materiali informativi, distribuiti in oltre 4.000 punti vendita tra farmacie e parafarmacie, e il portale insiemealsole.it, AIRC e BioNike si sono impegnate a diffondere i comportamenti per una corretta esposizione al sole. *Fonte dati: IQVIA Dataview Multichannel - Somma dei canali Farmacia+Parafarmacia - Nec 80+81+82+83+85+86+88+90 - Vendite a valore, totale Italia, MAT 05/2018

CAMPIONI AL FIANCO DELLA RICERCA

L

unedì 7 maggio a Roma la Lega Nazionale Professionisti Serie A ha dedicato ad AIRC uno speciale Charity Gala Dinner a sostegno della ricerca sul tumore del seno. L’evento, che ha fatto parte del calendario di iniziative promosse in occasione della finale della TIM Cup, ha visto la partecipazione di ospiti d’eccezione come Francesca Michielin, protagonista di una straordinaria performance live, e Maddalena Corvaglia, ambasciatrice AIRC e madrina della serata. Un appuntamento speciale che ha permesso di raccogliere fondi per finanziare la seconda Borsa di Studio “Federica Cipolat Mis”, che verrà assegnata a un giovane talento della scienza impegnato nello studio del tumore al seno. Grazie alle donazioni di Milan e Juventus, è stata realizzata anche un’asta sul sito Charitystars.com con le maglie dei campioni delle due squadre finaliste: tra le più gettonate quelle dei capitani Gigi Buffon e Leonardo Bonucci.

U

na sfida nella sfida! Con la Venice Marathon del 28 ottobre torna il programma #oggicorroperAIRC. Per il quarto anno, appassionati runner hanno scelgono di correre al fianco della ricerca sul tumore al seno, abbinando alla sfida sportiva, da 42 o 10 km, una sfida di raccolta fondi, per raggiungere insieme il “traguardo” del progetto, e nello stesso tempo, farsi ambasciatori del messaggio AIRC sull’importanza dello sport e dei corretti stili di vita per la prevenzione e il benessere quotidiano. Prende parte al progetto anche ALSTOM, partner AIRC da oltre 2 anni, che con i suoi dipendenti ha schierato una speciale squadra di appassionati colleghi i quali metteranno gambe e cuore in questa originale attività di team building solidale. Scopri il progetto o fai una donazione su https://www. retedeldono.it/it/insieme-contro-il-tumore-al-seno-2018

ARANCE ROSSE PER LA RICERCA

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insegne della Grande Distribuzione, 2.400 supermercati coinvolti, oltre 170.000 reticelle di arance distribuite a sostegno della ricerca oncologica di AIRC. Sono in numeri che raccontano l’iniziativa, dedicata alla Grande Distribuzione, Arance Rosse per la Ricerca, giunta quest’anno alla sua terza edizione. Un’iniziativa importante che ha visto Bennet, le insegne del Gruppo Selex e del Gruppo VéGé, e poi Carrefour Italia, CRAI e Consorzio Coralis in collaborazione con FdAI (Firmato dagli Agricoltori Italiani) schierati al fianco di AIRC dal 15 al 18 febbraio. Attraverso una donazione di 0,50 centesimi per ogni reticella venduta, la Grande Distribuzione ha sostenuto la ricerca oncologica e sensibilizzato i propri consumatori sull’importanza di adottare corretti stili di vita, partendo proprio dalla sana alimentazione.


SERATAafavore dellari cercasulcancro

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Abruzzo-Molise...

Tel. 085 35215 - com.abruzzo.molise@airc.it – airc.it/abruzzo

Segniamo e doniamo

Vasto (CH) Spettacolo di calcio e solidarietà all’impianto sportivo dello stadio Aragona che, per il quarto anno consecutivo, ha visto coinvolti gli studenti di numerosi istituti scolastici del territorio, guidati dal professor Nicandro Gambuto. Durante il torneo, è proseguito il progetto “Stappiamo e Raccogliamo per Airc” con il recupero di oltre 40 tonnellate di tappi di plastica sottratti alle discariche e destinati al recupero.

In breve dall’Abruzzo-Molise

Francavilla (CH) Ancora una volta un grande successo, in un clima sereno e amichevole, reso possibile dalla sinergia e dallo sforzo di volontari e amici che hanno donato i bellissimi premi e dalla disponibilità della proprietà dell’Hotel Resort Villa Maria. Villa Oliveti (PE) Marco Giansante, con il sostegno del Comitato “Feste in onore di Santa Rita”, ha organizzato una gara di disegni a tema per bambini e una pedalata per grandi e piccini attraverso le campagne per raccogliere fondi per Airc.

Basilicata...

Tel. 0835 303751 - com.basilicata@airc.it airc.it/basilicata

Uova della ricerca

Varie località Anche quest’anno la manifestazione delle uova di cioccolato ha riscosso un grande successo: nelle scuole, alcuni docenti e alunni si sono impegnati nella distribuzione delle uova promuovendo così il volontariato, mentre altri invece si sono soffermati sui corretti stili di vita. Hanno partecipato anche numerose aziende, ritirando uova di cioccolato per donarle ai propri dipendenti e ai propri clienti. A tal proposito un ringraziamento va ad Antezza Tipografi, Bawer, Calia e a tutte le aziende che silenziosamente e con continuità sostengono AIRC.

In breve dalla Basilicata

Ferrandina (MT) La mostra fotografica “Il mio paese… questo sconosciuto” ha permesso alla cittadinanza di riscoprire angoli nascosti del loro paese e di raccogliere fondi per la ricerca attraverso la vendita di miele e cioccolatini.

Campania...

Tel. 081 403231 - com.campania@airc.it – airc.it/campania

Calabria...

Tel. 0984 413697 - com.calabria@airc.it airc.it/calabria

La scienza e i giovani

Castrovillari (CS) Presso la scuola secondaria di primo grado di Castrovillari è stata organizzata una pesca di beneficenza a favore di AIRC. Durante la raccolta la nostra ricercatrice Francesca Santolla ha spiegato agli alunni l’importanza della prevenzione.

In breve dalla Calabria

Caulonia (RC) Presso l’auditorium di Caulonia Marina l’amministrazione comunale ha organizzato un concerto per la Festa della mamma. Le offerte raccolte sono state devolute al Comitato Calabria AIRC. Laino Borgo (CS) Fernando Gioia, nostro delegato di Laino Borgo, per il quindicesimo anno consecutivo ha organizzato la serata a favore della ricerca sul cancro “In ricordo di un Amico”, che comprende un momento musicale con cover band dei Beatles, degustazioni e sorteggio di premi.

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Una giornata effervescente Riardo (CE) Nella tenuta degli amici Pontecorvo si è svolta “Una Giornata Effervescente”. In moltissimi hanno risposto con gioia all’invito visitando lo stabilimento di imbottigliamento Ferrarelle e facendo una bella passeggiata, i bimbi hanno giocato con gli animatori. Un sentito ringraziamento va a tutti i sostenitori dell’iniziativa e ai numerosi amici che hanno affollato i bellissimi spazi della tenuta.

In breve dalla Campania

Napoli Sono diventate ormai un appuntamento fisso le Uova della Ricerca, ospitate per il decimo anno da Casa Ascione, che ha sostenuto come sempre AIRC con i suoi preziosi gioielli. Lo splendore dello showroom ha fatto da cornice alla presentazione delle uova di Mario Gallucci. Battipaglia (SA) Allo stadio Luigi Pastena grande successo per il Primo Trofeo dei Papà, una partita di calcio pro AIRC organizzata dal Battipaglia Calcio con la partecipazione di tanti papà con i loro figli.


Emilia-Romagna...

Friuli-Venezia Giulia...

L’importanza del territorio

Sport e ricerca fanno squadra

Tel. 051 244515 - com.emilia.romagna@airc.it - airc.it/emiliaromagna

Bologna Presso Confindustria Emilia, AIRC ha incontrato istituzioni, università, stampa e Sostenitori per presentare i nuovi bandi 2018, 3 progetti scelti tra quelli finanziati sul territorio, l’attività svolta nelle scuole e nelle aziende. L’incontro è un appuntamento annuale per migliorare il contributo alla ricerca e divulgarne numeri, risultati e obiettivi.

In breve dall’Emilia-Romagna

Bologna Arte e ricerca si sono incontrate a Palazzo Fava per un appuntamento speciale a sostegno di AIRC. Protagoniste dell’evento le opere dell’artista cinese Zhang Dali e il cocktail in musica. Monte San Pietro (BO) Prima edizione dell’AIRC GOLF CUP organizzata al Golf Club Bologna. Amici e sostenitori si sono sfidati sui green in una giornata di sport e solidarietà, con Music Dinner Party e fuochi d’artificio finali!

Lazio...

Tel. 040 365663 - com.friuli.vg@airc.it – airc.it/fvg

Grado (GO) Presso la spiaggia di Grado Pineta si è tenuta la prima tappa del Torneo di FootGolf Beach che ha coniugato sport e divertimento con l’obiettivo di sostenere la missione e i ricercatori di AIRC. La giornata è stata preceduta da una cena di gala che ha avuto come madrina d’eccezione Margherita Granbassi, campionessa olimpionica e da molti anni ambasciatrice AIRC.

In breve dal Friuli-Venezia Giulia

Pordenone Al Duomo di San Marco si è tenuto l’imperdibile concerto dedicato al nostro Comitato. Sono stati eseguiti i Concerti Brandeburghesi di Johann Sebastian Bach. Forgaria nel Friuli (UD) Le instancabili signore di Forgaria anche quest’anno hanno realizzato prodotti artigianali da distribuire per raccogliere fondi destinati a supportare la ricerca oncologica.

Liguria...

Tel. 06 4463365 - com.lazio@airc.it – airc.it/lazio

Tel. 010 2770588 com.liguria@airc.it airc.it/liguria

L’Italia del Padel

Soul men

Roma Si è tenuta nella Capitale (e in molte altre parti d’Italia) la seconda edizione del Padel Day, evento sportivo organizzato dalle associazioni Padel Torino, La Paddle Mania, e PadelNostro con il sostegno e il patrocinio di ASI - Associazioni Sportive e Sociali Italiane e del Comitato Padel della Federazione Italiana Tennis. Mainsponsor del PadelDay 2018 è Capofaro Locanda & Malvasia, partner dell’iniziativa Viaggiare, agenzia viaggi che ha premiato i vincitori dei 33 circoli.

In breve dal Lazio

Roma AIRC per la prima volta entra nel circuito charity de La Stracittadina, una delle corse amatoriali più partecipate al mondo, dando appuntamento a tutti nel centro di Roma subito dopo la partenza della Maratona cittadina. Olevano Romano (RM) Si è tenuta la prima edizione della “Primavera Olevanese”, un’iniziativa di informazione e sensibilizzazione, completata dalle più diverse esperienze artistiche e culturali: lettura, musica, visita dei musei, degustazione prodotti a Km 0.

Lombardia...

Tel. 0277971 - com.lombardia@airc.it – airc.it/lombardia

Sul green per AIRC Almenno S. Bartolomeo (BG) Come ogni anno si è tenuta la gara “Tutti in campo per la Ricerca” al Golf L’Albenza di Almenno S. Bartolomeo (BG), un’iniziativa che ci ha permesso di raccogliere im-

Genova Grandissimo successo per il concerto jazz “Two for Stevie [Wonder]” di Dado Moroni e Max Ionata, in omaggio alla leggenda della musica soul Stevie Wonder e presentato dall’attore e cabarettista Alessandro Bergallo, svoltosi a La Claque, uno degli spazi più affascinanti del centro storico di Genova. Pubblico entusiasta, incantato da uno spettacolo elegante, originale e pieno di brio, in un’atmosfera soffusa.

In breve dalla Liguria

Genova Tutto esaurito per il concerto “Acoustic Nights” Live del cantautore italo-inglese Jack Savoretti, tenutosi nella magnifica cornice del Teatro dell’Archivolto di Genova. Chiavari (GE) Continuano le regate solidali delle “Falchette di AIRC” della Women’s Sailing Academy capitanate dalla skipper Lucia Pozzo, il cui obiettivo comune per tutto il 2018/2019 è raccogliere fondi per una borsa di studio biennale a favore di un giovane ricercatore che svolgerà il proprio lavoro in Liguria.

portanti fondi per finanziare la ricerca grazie all’aiuto di tutti i partecipanti e dei sostenitori dell’evento. Inoltre, a conclusione della giornata, si è tenuta, presso la Golf House del club, la cena e l’estrazione dei biglietti vincenti della lotteria provinciale legata all’evento.

In breve dalla Lombardia

Milano Una soleggiata domenica di giugno con protagonista ancora una volta lo sport con il consueto “Trofeo di tiro al piattello Paveri Fontana” in sostegno di AIRC organizzato da Lionello Paveri Fontana presso il campo di Varano Melegari. Come sempre grandissima partecipazione e tanto affetto per questo pluriennale appuntamento di AIRC. Milano Anche quest’anno il Chiosco Giannasi dedica una giornata al Comitato Lombardia. Una lunga coda di persone ha aspettato il proprio turno per essere servita da Dorando Giannasi e dal suo staff, e per gustare le tantissime squisite delizie del Chiosco e contribuire così a sostenere la migliore ricerca oncologica. OTTOBRE 2018 | FONDAMENTALE | 35


Marche...

L’iniziativa, organizzata da Lions Club San Benedetto Host con la partecipazione dei Lions Club della IV Circoscrizione, coniuga la passione per lo sport con il divertimento, la sensibilizzazione e l’impegno sociale.

Tel. 071 2804130 com.marche@airc.it airc.it/marche

In breve dalle Marche

Corri con Martina

San Benedetto del Tronto (AP) Torna “Corri con Martina”, la manifestazione podistica nata per sostenere la ricerca contro il cancro e ricordare Domenico Mozzoni e Martina, una ragazza di 16 anni venuta a mancare per un tumore al seno.

Piemonte-Valle d’Aosta...

Tel. 011 9933353 - com.piemonte.va@airc.it - airc.it/piemonte

Musica per la ricerca Venaria (TO) Al Teatro Concordia si è svolto il concerto in memoria di Enzo Scarfò. Grazie alla collaborazione della Famiglia Scarfò, dell’Associazione UP – Uniti Per, dei Giuseppini del Murialdo di Rivoli e dell’Associazione musicale MusicAvanguardia, si è svolta la prima edizione del “Bit music contest”: primo giorno dedicato a un contest per band giovanili e secondo al Festival Beat dove si sono esibite 9 band del panorama musicale torinese.

In breve dal Piemonte-Valle d’Aosta

Torino Anche quest’anno nel mese di maggio Carlo Manzato ha organizzato “Una vita tra le mani”, una serie di eventi a sostegno di AIRC. È stato un susseguirsi di appuntamenti tra cene, serate danzanti e musicali, partite di calcio e pallavolo. Trino (VC) e Casale Monferrato (AL) Abbiamo festeggiato sia i 30 anni di attività del gruppo trinese (che iniziò con la distribuzione dell’Azalea della Ricerca l’8 maggio del 1988) sia i 32 anni del gruppo di Casale Monferrato (attivo dal maggio del 1986). Un lungo cammino fatto insieme che ha portato grandissimi risultati ad AIRC.

Sardegna...

Tel. 070 664172 - com.sardegna@airc.it – airc.it/sardegna

Macerata Grande successo per la gita “Le magiche terre dell’Emilia Romagna”: la mostra “L’Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio” presso il museo di San Domenico e i magici giardini de “La Riniera” di proprietà della contessa Lucia Romani Adami Malaspina hanno reso questa giornata di primavera un’occasione unica per godere di tanta bellezza e al contempo sostenere la ricerca. Grottammare (Ap) II edizione per l’atteso torneo di Burraco di Primavera, svoltosi presso il prestigioso Residence Hotel Le Terrazze, generosamente concesso dalla famiglia Santarelli. Tantissimi i partecipanti che hanno risposto con entusiasmo a questo appuntamento primaverile sostenendo la ricerca.

Puglia...

Tel. 080 5218702 - com.puglia@airc.it airc.it/puglia

Chilometri di solidarietà Grumo Appula (Ba) Nel programma del 3° Weekend dello Sport di Grumo Appula è stata inserita la maratona a favore di AIRC che Olga Lapushkina ha desiderato dedicare a suo marito, Vito Sabino, giovane atleta prematuramente scomparso. La tenacia di Olga e il suo desiderio di trasformare il dolore in impegno hanno permesso che l’intera manifestazione si svolgesse in maniera impeccabile e con grande partecipazione di pubblico.

In breve dalla Puglia

Fasano (Br) “Polo degli ulivi”, competizione sportiva di polo approdata in Puglia grazie all’impegno dell’Architetto Nino Piccolo, ha reso omaggio ad AIRC nell’Horse Club Piana degli Ulivi, nella generosa terra dell’agro di Fasano. Sport e degustazione di prodotti della cucina pugliese si sono mescolati armoniosamente in un magico convivio di gusto, sapore e solidarietà. Manduria (Ta) Grande commozione a Manduria nella serata fortemente voluta dalla famiglia Puglia in ricordo del loro amato Mimmo: con i tanti che lo hanno conosciuto, la famiglia ha raccolto fondi a favore di AIRC. Presenti la consigliera AIRC nella città di Taranto, Nella Abruzzese, e la dottoressa Candida Fasano, ricercatrice AIRC.

Serata Enogastronomica Cagliari Grazie alla generosità dell’Antica Enoteca Cagliaritana, è stata realizzata una bellissima serata a sostegno della ricerca oncologica, per assaporare prodotti e specialità della Sardegna in abbinamento ai vini della Tenuta Asinara.

In breve dalla Sardegna

Cagliari Un appuntamento che si ripete con generosità da molti anni, organizzato per AIRC dai piccoli artisti della Casadelladanza di Luigia Frattaroli, presso l’Auditorium del Conservatorio di Musica “G.P. Da Palestrina”. Cagliari Nella splendida cornice di Villa Ballero presso la Corte in Giorgino si è svolto il “Torneo di Burraco”: un pomeriggio in cui la passione per il gioco si è unita alla volontà di sostenere la ricerca oncologica

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Sicilia...

Toscana...

Siracusa con AIRC

18 anni con noi

Tel. 091 6110340 - com.sicilia@airc.it – airc.it/sicilia

Siracusa Rinnovati nel siracusano gli appuntamenti con la lotteria provinciale “Vincere con la Ricerca”, con una raccolta importante per sostenere AIRC e con la “Stella di Natale, Stella di speranza” svoltasi come ogni anno nelle piazze di Siracusa, Augusta, Priolo, Melilli, Villasmundo e Floridia.

In breve dalla Sicilia

Bagheria (PA) Grazie alla generosa disponibilità della compagnia teatrale Teatro e Vita che ha collaborato con la delegazione AIRC di Bagheria, è stato destinato all’Associazione parte del ricavato dello spettacolo “Il matrimonio perfetto” (regia di Giuseppe Celesia) andato in scena l’11 febbraio al Cine Teatro Roma di Bagheria. Favara (AG) Dall’intesa fra AIRC e il Liceo Statale “M.L. King” di Favara (AG), che hanno messo in campo con entusiasmo le relative risorse, competenze e conoscenze, è nato un progetto di collaborazione per diffondere la cultura della ricerca scientifica (con particolare attenzione a quella oncologica) e il valore del volontariato.

Umbria...

Tel. 075 5838132 - com.umbria@airc.it – airc.it/umbria

Cantine aperte Varie città Si è rinnovato il grande evento enogastronomico Cantine Aperte, durante il quale 52 cantine hanno aperto le loro porte offrendo iniziative tra i filari in vigna, visite guidate in cantina alla scoperta della vinificazione, cooking show e degustazioni di piatti tipici accompagnati dai migliori vini dell’Umbria degustati in calici AIRC.

Tel. 055 217098 - com.toscana@airc.it airc.it/toscana

Signa (FI) Quella di quest’anno è stata un’Azalea della Ricerca speciale per la signora Brogi, responsabile dell’iniziativa a Signa. Lei e il suo gruppo di volontari hanno festeggiato i loro primi 18 anni a fianco delle nostre manifestazioni di piazza. Un traguardo importante, raggiunto grazie a entusiasmo e spirito di solidarietà.

In breve dalla Toscana

Crespina (PI) Il Comune di Crespina ha intitolato a Valerio Montemarani un campo sportivo in città e l’Atletico Moggino, squadra di calcetto nata per ricordare l’amico Valerio, ha devoluto ad AIRC l’incasso della cena seguita all’inaugurazione. Firenze – 5 dicembre Presso la Casa d’Aste Pandolfini di Firenze si terrà la consueta Asta di oggetti d’arte, argenti e varie amenità, il cui intero ricavato sarà devoluto ad AIRC.

Veneto-Trentino Alto Adige...

Tel. 045 8250234 - com.veneto@airc.it – airc.it/veneto

Il Paese dei Balocchi Jesolo (VE) Come ogni anno, si è svolta la manifestazione completamente dedicata ai bambini “Il Paese dei Balocchi”, che

quest’anno ha visto la presenza di ben 48 stand e ha permesso di raccogliere fondi tramite le generose offerte delle famiglie partecipanti. Alla giornata conclusiva era presente anche il presidente del Comitato Veneto e Trentino Alto Adige di AIRC, Antonio Maria Cartolari (il secondo da sinistra nella foto).

In breve dall’Umbria

Foligno (PG) Presso gli impianti sportivi Nuova Fulginum si è svolta la 5° edizione del Torneo di calcio a 7 “Insieme Forever” al quale hanno partecipato le 4 squadre rappresentanti le maestranze OMCL. Perugia – 17 novembre 2018 Grazie a Laura Musella, Il “Concerto per la Ricerca” è diventato un appuntamento consueto a conclusione de” I Giorni della Ricerca”. Vi aspettiamo alla Sala dei Notari sabato 17 novembre alle ore 18.00 con un bellissimo programma!

In breve dal Veneto-Trentino Alto Adige

Dosson (TV) Quella di quest’anno è stata la trentaseiesima edizione della “Pedalata e Pattinata per la Vita”, rivolta a promuovere la ricerca finanziata da AIRC e che ha coinvolto le località di Casier, Dosson, Preganziol e Casale sul Sile (TV). Parte delle quote di iscrizione sono state devolute ad AIRC. Venezia – 28 ottobre Tanti runner per un solo obiettivo: rendere il cancro sempre più curabile. Questo è ciò che spingerà tante persone a correre per AIRC in occasione della Venice Marathon. I runner raccoglieranno fondi per la ricerca oncologica attraverso la piattaforma Rete del Dono.

OTTOBRE 2018 | FONDAMENTALE | 37


IL MICROSCOPIO

Federico Caligaris Cappio Direttore scientifico AIRC

Il grande atlante del cancro ATTENTI ALLE TRUFFE AIRC non effettua la raccolta fondi “porta a porta”, con incaricati che vanno di casa in casa. Nel caso dovesse succedere, stanno tentando di truffarvi. Denunciate subito la truffa chiamando la polizia (113) o i carabinieri (112).

T

erapie sempre più personalizzate, più efficaci e meglio tollerate. Sono la grande speranza dei pazienti e al contempo l’impegno e la promessa della ricerca scientifica. Quanto siamo vicini a questo traguardo e quali sono gli ostacoli maggiori? Il cancro è un nemico complesso. Di conseguenza la ricerca oncologica deve innovare senza sosta, utilizzando creatività e tecnologie all’avanguardia. In questo contesto un passo avanti fondamentale per la ricerca sul cancro è stato la messa a punto e la pubblicazione del Pan Cancer Atlas, una sorta di atlante globale del cancro, in cui ha trovato convergenza la continua espansione delle conoscenze sul genoma umano e sulle molecole coinvolte nel cancro. Il programma, lanciato nel 2006 dal National Cancer Institute americano, si è concretizzato in questa grande mappa del cancro frutto di 12 anni di lavoro negli USA. Qui sono dispiegate tutte le alterazioni molecolari finora conosciute di 33 tipi diversi di tumore, 10 dei quali rari, ottenute studiando oltre 11.000 pazienti. Il Pan Cancer Atlas permette una nuova classificazione del cancro basata sulle alterazioni molecolari e ha portato a scoprire connessioni prima del tutto ignote tra tumori di diversa origine. Questi risultati aprono la strada a nuovi approcci terapeutici e soprattutto offrono la possibilità di orientare meglio la terapia nel singolo paziente. Terapie mirate con farmaci già disponibili o con nuovi farmaci oggi sviluppati contro specifiche lesioni molecolari condivise da tipi di tumore diversi. Il Pan Cancer Atlas è dunque un’impresa scientifica di enorme portata le cui ricadute sui pazienti oncologici diventeranno

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sempre più importanti. Essere riusciti a definire e mappare le specifiche alterazioni molecolari di così tanti e diversi tipi di tumore offre un punto fermo, continuamente aggiornato a cui riferirsi per comprendere a quale terapia risponderà meglio il singolo paziente. Questi risultati sono arrivati grazie all’impiego nella ricerca oncologica della cosiddetta intelligenza artificiale, basata sui nuovi super computer e su potentissime capacità di calcolo: in questo modo diventa possibile organizzare e gestire quelli che vengono chiamati “big data”, cioè il numero enorme di informazioni quali quelle impiegate per costruire il Pan Cancer Atlas, che può essere utilizzato e trasformato in dati utili al paziente. La pubblicazione del Pan Cancer Atlas consente di individuare alcuni aspetti della ricerca particolarmente cari ad AIRC. In particolare quanto sia importante: 1) mettere a disposizione dei ricercatori strumenti sempre migliori e più sofisticati per accelerare il più possibile il trasferimento dei risultati della ricerca di base alla clinica; 2) comprendere che la complessità del cancro rende necessari approcci scientifici multidisciplinari e coordinati, promuovendo l’interscambio di conoscenze tra scienziati che hanno cultura e competenze differenti; 3) unire le forze di diversi gruppi per produrre risultati scientifici migliori e in tempi più rapidi e favorire la crescita della comunità scientifica nazionale. AIRC è fermamente convinta che le nuove formidabili tecnologie debbano essere al servizio delle idee e che queste a loro volta debbano essere al servizio dei pazienti.


AMICI E SOSTENITORI, AIUTATECI A DIFFONDERE QUESTA INIZIATIVA NELLE VOSTRE AZIENDE!

Messaggio di auguri in forma di lettera.

Gentile <Destinatario> l’augurio che sta ricevendo ha il potere di incidere sul futuro di tanti bambini. <nome azienda> ha scelto di sostenere concretamente la ricerca sui tumori pediatrici con questo messaggio di auguri. Da molti anni AIRC è in prima linea su questo fronte, e grazie a questa preziosa scelta, che speriamo anche lei condivida e appoggi, aiuteremo i ricercatori a disegnare un futuro migliore per tanti bambini.

CON I NOSTRI REGALI DI NATALE LA VOSTRA AZIENDA LASCERA IL SEGNO

Buon Natale e sereno anno nuovo.

Messaggio di auguri con memo adesivi.

Il Presidente Pier Giuseppe Torrani

Questo Natale suggerite alla vostra Azienda di sostituire o accompagnare i tradizionali doni con i nostri messaggi augurali. Un grande gesto, perché ci aiuterà a dare più forza alla ricerca sui tumori pediatrici e a disegnare un futuro diverso per tanti bambini. Grazie!

Messaggio di auguri che si trasforma in calendario da tavolo. . Messaggio di auguri con cioccolatini.

A LO O R EG Q U E ST NO IL S E G LA S C IA

Messaggio di auguri on line.

Per aderire o per informazioni: www.airc.it/regalidinatale oppure 0363.349130


10 SABATO

NOVEMBRE

CONTRO IL CANCRO, CI SONO

I CIOCCOLATINI DELLA RICERCA

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Vivian ha trovato qualcosa di molto piacevole per aiutare il suo papà, ricercatore AIRC: il cioccolato! Scopri la loro storia e tutte le altre su airc.it

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