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Numero 2 - aprile 2015 - Anno XLIII - AIRC Editore - Poste Italiane spa Sped.

in Abb. Postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 LO/MI - ISSN 2035-4479

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BANDI

Con TRIDEO arrivano in laboratorio le idee innovative FUMO

Tasse, divieti e immagini scioccanti servono davvero? TERAPIA DEL DOLORE

LE PRIME QUADRANTECTOMIE

Parla chi ha usufruito tra le prime in Italia della chirurgia conservativa

Donne e uomini soffrono ugualmente ma sono curati in modo diverso

In questo numero

1965 - 2015

1965 - 1974

Gli anni della nascita

1975 - 1984

Il consolidamento

1985 - 1994

I Giorni della Ricerca

1995 - 2004

Il nuovo millennio

Da 50 anni con coraggio, 2005 / 2014 I traguardiilraggiunti contro cancro


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SOMMARIO

FONDAMENTALE aprile 2015

In questo numero: 04 08 12 15 16 19 20 22 24 27 28

IL CONSOLIDAMENTO 1975-1984

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LASCITI Un sorriso per tutti i bambini

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BANDO TRIDEO Dodici giovani con idee innovative PRATICA CLINICA Mi fa male non si dice sempre nello stesso modo RUBRICHE Progressi della ricerca AIRC

Nel decennio 75-84 la quadrantectomia per il cancro al seno diventa un intervento consolidato

08

BENESSERE Meditare può aiutare il corpo e la mente

I dodici vincitori del bando TRIDEO sono la dimostrazione che nella scienza, ogni tanto, si deve osare

VIVERE SANO Alimenti: il pesce EPIDEMIOLOGIA Quando il destino non è nelle nostre mani NOTIZIE FLASH Dal mondo SANITÀ PUBBLICA Mille modi legali per convincere i fumatori INIZIATIVE Un sito web racconta i 50 anni di AIRC RACCOLTA FONDI Arance della Salute Azalea della Ricerca

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20

RICERCA IFOM Come stormi di uccelli RACCOLTA FONDI La Partita del Cuore SPECIALE COMITATI Le iniziative dei nostri Comitati regionali MICROSCOPIO AIRC e la ricerca dei giovani

FONDAMENTALE Anno XLIII - Numero 2 Aprile 2015 - AIRC Editore

DIREZIONE E REDAZIONE: Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro Via San Vito, 7 - 20123 Milano tel. 02 7797.1 - www.airc.it - redazione@airc.it Codice fiscale 80051890152 Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 128 del 22 marzo 1973. Stampa N.I.I.A.G. SpA Bergamo DIRETTORE RESPONSABILE Niccolò Contucci

Meditare aiuta a combattere il dolore e i sintomi del cancro

CONSULENZA EDITORIALE Daniela Ovadia (Agenzia Zoe) COORDINAMENTO EDITORIALE Giulia Cauda, Cristina Zorzoli

Il cancro viene per caso? Cosa dice davvero la ricerca

FOTOGRAFIE Giulio Lapone (copertina e servizio a p. 5), Corbis, Thinkstock, Istockphoto, Armando Rotoletti, Simone Comi, Todd Rosemberg, Maurizio D’Avanzo

REDAZIONE Paola Dottor, Martina Perotti, Cristina Ferrario (Agenzia Zoe) PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Umberto Galli TESTI Agnese Codignola, Paola Dottor, Cristina Ferrario, Carlotta Jarach, Daniela Ovadia, Fabio Turone, Cristina Zorzoli

Fondamentale è stampato su carta Grapho Crystal certificata e proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.


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EDITORIALE

TANTI MODI PER AIUTARE LA RICERCA. • con conto corrente postale n. 307272; • con carta di credito, telefonando al numero verde 800 350 350, in funzione tutti i giorni 24 ore su 24 o collegandosi al sito www.airc.it; • con un piccolo lascito nel suo testamento; per informazioni, www.fondazionefirc.it oppure tel. 02 794 707; • in banca: Intesa Sanpaolo IBAN IT14 H030 6909 4001 0000 0103 528; Banca Monte dei Paschi di Siena IBAN IT 87 E 01030 01656 000001030151; Unicredit PB SPA IBAN IT96 P020 0809 4230 0000 4349 176; • con un ordine di addebito automatico in banca o su carta di credito (informazioni al numero verde 800 350 350)

Pier Giuseppe Torrani Presidente AIRC

Mezzo secolo al femminile

L’

Azalea della Ricerca che fiorirà in piazza il 10 maggio, in occasione della Festa della mamma, per contribuire al progresso della cura dei tumori femminili, quest’anno celebra un momento particolare della vita di AIRC. Come abbiamo annunciato a gennaio, l’Associazione compie 50 anni di vita, mezzo secolo dedicato alla ricerca oncologica orientata al paziente e, soprattutto, alle pazienti. È giusto ricordare che tra i primi studi finanziati da AIRC ci fu la sperimentazione della quadrantectomia, la tecnica di chirurgia conservativa messa a punto da Umberto Veronesi all’Istituto nazionale tumori di Milano, che ha permesso a molte donne di superare un cancro del seno senza menomazioni fisiche e in tutta sicurezza. È stato il primo di un gran numero di studi dedicati alle forme oncologiche che colpiscono prevalentemente il gentil sesso. Da allora il destino delle donne che si ammalano è molto migliorato: ad esempio, oggi i tassi di sopravvivenza per cancro al seno a cinque anni dalla diagnosi sono dell’87 per cento (secondo i dati AIRTUM). È il risultato degli sforzi compiuti dalla ricerca su e per le donne, in un cambiamento che non è stato solo scientifico ma anche di mentalità. Basti pensare alla parola cancro, finalmente sdoganata, e alla possibilità, per le persone che si ammalano, di sentirsi al centro della cura per vincere una malattia che, fino a non molti anni fa, spesso veniva tenuta nascosta. Un’evoluzione che è giusto festeggiare, insieme ad AIRC, con un’Azalea della Ricerca.

Convocazione assemblea AIRC ha ricevuto dall’Istituto italiano della donazione il marchio di eccellenza per le organizzazioni non profit che forniscono elementi di garanzia sull’assoluta trasparenza ed efficacia nella gestione dei fondi raccolti.

Le Assemblee straordinaria e ordinaria dei soci AIRC sono convocate presso la sede legale dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro di Milano, via S. Vito 7 (1° piano), per il giorno 28 maggio 2015 alle ore 13:30 in prima convocazione e alle ore 14:30 in seconda convocazione, con il seguente ordine del giorno: Per l’Assemblea straordinaria: 1. Modifiche di articoli dello Statuto sociale. Per l’Assemblea ordinaria: 1. Relazione del Consiglio Direttivo, del Collegio dei Revisori e della Società di revisione. Bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2014. Deliberazioni inerenti e conseguenti. 2. Regole per la nomina del Consiglio Direttivo. 3. Nomina, previa determinazione del loro numero, di membri del Consiglio Direttivo a norma dell’art. 9 dello Statuto. Per ragioni organizzative è gradito che ogni socio faccia pervenire la propria adesione all’Assemblea almeno 15 giorni prima della data di convocazione all’indirizzo soci.gestione@airc.it o via fax al numero 02784919.


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1975-1984

50 anni di AIRC

Il consolidamento

1975-1984 ________________

Continua la rubrica dedicata al 50° di AIRC. Nel secondo decennio si scoprono chemioterapici piÚ efficaci, si sviluppano la prevenzione e un approccio meno invasivo alla chirurgia

LA CRESCITA DELLA SPERANZA DI VITA ALLA NASCITA

69,4

79,6 ANNI

ANNI

1975

2014

MASCHI

75,8

84,6

1975

2014

ANNI

ANNI

LA NASCITA DEI COMITATI REGIONALI ________________ In questi anni nascono i primi Comitati regionali: in tutto 17, hanno lo scopo di diffondere l'immagine di AIRC sul territorio, appoggiarne le iniziative e promuovere l'acquisizione di soci.

FEMMINE

RENATO DULBECCO ________________

ALBERTO MANTOVANI ________________

CTS ________________

Biologo e medico, ha ricevuto il Nobel per la medicina nel 1975, per la scoperta del meccanismo d'azione dei virus tumorali nelle cellule.

Medico e ricercatore, ha dato un contributo essenziale per comprendere il ruolo del sistema immunitario nella formazione dei tumori.

Nel 1979 viene costituito il Comitato tecnico scientifico che affianca i revisori stranieri nella valutazione delle domande di finanziamento.


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1975-1984

50 anni di AIRC Chirurgia conservativa

Paziente e medico uniti dal coraggio di osare ________________

Quando viene proposto il primo protocollo per sostituire la mastectomia radicale con la chirurgia conservativa del seno, gli oncologi non sono tutti d’accordo: temono che il cancro si ripresenti. Grazie a Veronesi e alle prime pazienti che hanno avuto fiducia in lui, l’Italia ha dimostrato per prima che la cura può essere rispettosa del corpo

a cura di FABIO TURONE icordo bene quando il professor Veronesi, dopo essersi grattato pensosamente il capo mi rispose: ‘Certo, se tutte le donne fossero come lei...’ Sul momento lo interpretai come un rimprovero, un modo garbato per evitare di dirmi che ero una rompiscatole incontentabile, perché mi presentavo da lui con un ritaglio di giornale in cui si spiegava che era possibile intervenire rimuovendo solo il nodulino sotto il capezzolo, come io gli avevo chiesto di fare con me, ma poi…” Poi in Caterina Cucco, pittrice torinese operata al seno un paio d’anni prima, nel 1981, ha cominciato a farsi largo la sensazione che quell’espressione sibillina nascondesse anche un certo apprezzamento per la sua schiettezza e la condivisione della speranza di riuscire a fare sempre meglio: “Quando mi fu diagnosti-

“R

cato il tumore del seno ero in cura, a Torino, da Giorgio Garbagni, il ginecologo che aveva fatto nascere i miei tre figli, e fu lui a suggerirmi di farmi visitare da Umberto Veronesi, all’Istituto nazionale tumori (INT) di Milano: all’epoca, a Torino, toglievano mammella e utero, ma io stavo benissimo e in più pensavo che il cancro venisse solo alle donnette” rievoca nel salotto della sua villetta torinese, colma di oggetti d’arte e dei suoi dipinti (“Un mio quadro, un fiorellino, è appeso nello studio del professore, tra un Guttuso e un Sironi” dice con un pizzico di commozione). La schiettezza di Caterina Cucco è anche uno spaccato di storia sociale della malattia: sono passati meno di 40 anni ma allora il cancro al seno era ancora, nell’immaginario collettivo, una malattia per donne di discutibili costumi oppure poco attente a se stesse, un pregiudizio che si rifletteva anche sull’approccio alla cura.

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MADRE E FIGLI ________________ Nella foto Caterina Cucco con la figlia, Alessandra. Al momento della diagnosi, aveva già tre figli (oltre Alessandra, Federico e Nicola) che l’hanno sostenuta nella sua battaglia contro la malattia

Una battaglia contro i pregiudizi Correva l’anno 1969 quando Umberto Veronesi, allora medico dell’INT di Milano, in un consesso di 15 esperti di cancro al seno riuniti a Ginevra dall’Organizzazione mondiale della sanità, propose uno studio di confronto tra la tecnica chirurgica all’epoca più utilizzata, la mastectomia radicale, e un nuovo approccio più conservativo,

che toglieva solo il quadrante di seno coinvolto dal tumore e i linfonodi ascellari, facendo seguire la radioterapia all’intervento, in modo da evitare le ricadute. “C’erano molti oppositori” spiega Veronesi “che temevano un aumento della mortalità con la quadrantectomia e che consideravano la mastectomia radicale un prezzo necessario da pagare per assicurarsi la sopravvivenza. Alla fine però la spuntai e lo studio, finanziato anche da AIRC, partì

all’inizio del 1971, con alcune valutazioni preliminari”. Le prime pazienti furono operate nel 1973 ma la sperimentazione andò avanti fino ai primi anni ottanta: tra le donne che accettarono la sfida c’era anche Caterina Cucco, all’epoca già madre di tre figli avuti dal marito conosciuto a 15 anni e sposato a 20. “Diventai pittrice di professione quando mi separai da lui” spiega, anche se le basi della pittura le aveva apprese all’Accademia di Belle Arti di


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50 anni di AIRC Torino, dove era approdata dopo aver preso il diploma di scuola media a Villanova d’Asti e aver creato scompiglio nel collegio di suore in cui l’avevano inizialmente mandata i genitori: “Dopo un mese li avevano chiamati per dir loro che non dormivo e non pregavo. Sono sempre stata una ribelle e non ho mai amato le suore”. Un’antipatia che si estese anche a quelle che gestivano le corsie all’Istituto tumori, forse perché associate a ricordi tutt’altro che piacevoli: “Dopo la prima visita, il professor Veronesi mi aveva detto che si trattava del classico caso che inganna e che occorreva fare subito una quadrantectomia con svuotamento ascellare”. La prospettiva dello svuotamento ascellare l’atterriva e anche gli effetti della radioterapia sulla pelle la preoccupavano molto: “A Torino avevo incontrato una signora che aveva perso quasi completamente la mobilità del braccio e sapevo che la radioterapia causava piaghe alla pelle, per cui implorai Veronesi, che mi tranquillizzò. Alla fine mi diede un bacio sulla fronte e mi disse: ‘Farò quello che devo fare, ma sappia che il mio intervento sarà finito quando avrà fatto la radioterapia qui a Milano. Poi potrà andare al mare a mettersi in topless’. Il giorno prima dell’operazione mi concesse di uscire, contro il parere della suora scandalizzata: andai dal parrucchiere e a comprarmi un foulard”.

IL PIONIERE ________________ Umberto Veronesi è stato un pioniere della ricerca oncologica, portando in Italia tecniche messe a punto all’estero ma poi tralasciate per mancanza di studi

Una malattia da affrontare Inizialmente il braccio si gonfiò molto, ma il problema si risolse con 45 giorni di fisioterapia. Dopo le vacanze estive (“Non mi misi in topless ma il decolleté ce l’ho ancora adesso” spiega Caterina Cucco) una brutta notizia le tolse il sonno: “Durante gli esami di controllo, fatti a Torino dopo l’estate, nella radiografia comparve una macchia che fece pensare a una metastasi. La ripetemmo, trovando la stessa macchia, ma non volli dire nulla ai miei figli. Mi confidai solo con un’amica, e trascorsi una notte di ansia, finché l’indomani da Milano dissero che quella macchia altro non era che un supporto che era stato inserito sotto al capezzolo. I linfonodi erano tutti sani”. Il peso di quell’esperienza si legge ancora oggi nelle tele dipinte nei due anni successivi, tutte nei toni del marrone, ma poi il colore è tornato ad animare i suoi soggetti preferiti, le donne, i fiori e i clown, che ha esposto anche all’estero. “Il seno era forse la parte più bella del mio corpo, ma dopo l’operazione ho avuto due legami molto importanti, sono stata amata e mi sono sentita pienamente donna. Quattro anni fa ho avuto anche un carcinoma dell’utero, che abbiamo preso in tempo. Ancora oggi quando sento parlare di cancro è come se io non ne fossi mai stata toccata: non so se sono fortunata o… Ora faccio i controlli ogni anno. Il cancro è una malattia che si affronta”. In fondo, anche in questo si vede che Caterina Cucco è uno spirito ribelle. Errata corrige: per un errore, su Fondamentale n. 1, gennaio 2015, p. 4, Guido Venosta è stato indicato come primo presidente AIRC, mentre ne è stato il secondo. Primo presidente di AIRC è stata Camilla Ciceri Falck. Ce ne scusiamo con gli interessati e con i lettori.

QUASI TRENT’ANNI DI PUBBLICAZIONI ________________ Per sapere se una nuova tecnica garantisce un tasso di guarigione e di sopravvivenza come quello di tecniche di più vecchia data, servono anni di osservazione. Lo stesso è accaduto con la quadrantectomia, introdotta in Italia da Umberto Veronesi all’inizio degli anni settanta, ma che ha avuto bisogno di verifiche prima di essere definitivamente convalidata da una pubblicazione scientifica nel 2002. “Già nel 1977 pubblicammo il protocollo dello studio di confronto tra quadrantectomia e mastectomia sulla rivista Cancer, confermato nel 1981 dai dati pubblicati sul New England Journal of Medicine” spiega Veronesi. Ovviamente questo primo studio non poteva dare garanzie sull’efficacia dell’intervento conservativo sulla lunga distanza, ma solo sui primi 5-10 anni. “Nonostante ciò, lo studio fu pubblicato in prima pagina sul New York Times e su altre importanti testate internazionali: era la dimostrazione del fatto che si poteva dare alle donne malate di cancro al seno una speranza senza essere troppo aggressivi sul loro corpo”. Negli anni successivi sono stati approfonditi aspetti della tecnica, i margini di sicurezza entro i quali è possibile sceglierla. Inoltre si è associata alla quadrantectomia la tecnica del linfonodo sentinella, che consente di evitare lo svuotamento del cavo ascellare in assenza di metastasi ai linfonodi. “E nel 2002 è uscito, sempre sul New England, lo studio con i dati di osservazione finali” conclude Veronesi. “Oggi possiamo dire che non c’è differenza, in termini di sopravvivenza, tra le donne a cui si asporta il seno e le donne che fanno la quadrantectomia se il nodulo è inferiore ai due centimetri di diametro”. Nella foto , Umberto Veronesi (al centro) al congresso di Ginevra in cui è stata approvata la sperimentazione della quadrantectomia


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BANDO TRIDEO Ecco i vincitori

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Dodici giovani con idee innovative

Fondazione Cariplo e AIRC hanno scommesso più di un milione di euro sul bando TRIDEO per la ricerca sul cancro. Premiati dodici progetti d’avanguardia

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a cura della REDAZIONE rano particolarmente emozionati i dodici vincitori del bando TRIDEO – TRansforming IDEas in Oncological research award, lanciato lo scorso anno da Fondazione Cariplo e AIRC, riuniti a Milano per la cerimonia di premiazione. Dodici giovani promesse dell’oncologia (under 40) a cui è stato assegnato un finanziamento davvero nuovo a sostegno di idee “fuori dagli schemi”, in grado di introdurre nella ricerca oncologica conoscenze imprevedibili. “Il cancro è una malattia che riguarda tutti noi” ha detto il presidente AIRC Pier Giuseppe Torrani. “Basti pensare che in Italia vengono dia-

gnosticati mille nuovi casi al giorno e circa 2.900.000 persone convivono con una precedente diagnosi di tumore. La ricerca rappresenta l’unica risposta possibile. Promuovere la ricerca di frontiera ci permette di investire nelle migliori menti del Paese affinché le percentuali di guarigione continuino a salire”. E infatti TRIDEO si colloca nel filone dei finanziamenti detti “ad alto potenziale”: le idee che stanno alla base dei progetti presentati potrebbero aprire nuovi ambiti di ricerca, ma proprio perché sono ad altissimo rischio è possibile anche che non ottengano i risultati sperati. D’altronde se non si promuovono in qualche modo i progetti più avveniristici, si rischia di perdere l’in-

Le idee presentate sono davvero innovative

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tuizione geniale che potrebbe fare la differenza. “Questi giovani ricercatori sono il nostro investimento per il futuro” ha dichiarato Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo. “Centrale nella selezione di questi progetti, effettuata da esperti internazionali di altissimo livello, è stata la volontà di studiare il tumore in modo alternativo e innovativo, per comprendere ciò che di questa malattia ancora ci sfugge. Il tutto con una base scientifica solida e rigorosa”. UN RIGORE CONDIVISO Ed è un fiore all’occhiello di AIRC il fatto che Fondazione Cariplo abbia riconosciuto

nei sistemi di valutazione meritocratica dell’Associazione lo standard più elevato in oncologia a cui fare riferimento, accettando quindi di seguire, per la scelta dei migliori progetti, il processo di valutazione sviluppato da AIRC. La collaborazione tra Fondazione Cariplo e AIRC non finisce qui: è stata già pubblicata l’edizione 2015 del Bando TRIDEO, aperto ai ricercatori under 40 che lavorano in tutta Italia, con l’esclusione della Lombardia e delle province di Novara e Verbanno-Cusio-Ossola cui era dedicato il bando 2014. In palio ancora un milione di euro per finanziare circa dieci progetti oncologici di frontiera.


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La fantastica dozzina DALL’AUTOIMMUNITÀ AL CANCRO Emanuel della Torre, della Fondazione centro San Raffaele, ha lavorato, tra i primi al mondo, su una malattia rara autoimmune, la malattia IgG4-correlata, che provoca un’infiammazione cronica del pancreas. Ora vuole traslare nel campo del tumore pancreatico le conoscenze acquisite. Neospecialista in immunologia, Emanuel è da sempre affascinato dall’immunoterapia dei tumori. Divide il proprio tempo tra la scienza, la famiglia e le partite a calcetto con gli amici. A CACCIA DI DIFFERENZE Francesca Ficara, della Fondazione Humanitas per la ricerca, si occupa da sempre di cellule staminali ematopoietiche: sono le cellule che danno origine tra l’altro a tutti gli elementi del sistema immunitario e verranno studiate da Francesca per approfondire la causa di alcuni tumori del sangue. La sua idea è di analizzare le proteine presenti in queste cellule per evidenziare meglio analogie e differenze tra cellule staminali sane e cellule staminali cancerose. Sposata con uno scienziato, riesce a conciliare vita privata e ricerca, che per lei è il lavoro più appassionante che c’è.

LIEVITI DI MONTAGNA Il lievito è da sempre un modello sperimentale molto usato e lo sarà anche per Federico Lazzaro, ricercatore dell’Università degli Studi di Milano: il fatto che i lieviti condividano con l’uomo gran parte del genoma permette infatti di assimilare risultati scientifici ottenuti nel modello sperimentale con quanto accade nel nostro organismo. Il team di ricerca di Federico si occuperà di identificare un nuovo target per uccidere selettivamente le cellule cancerogene utilizzando i risultati degli screening genetici effettuati su lieviti. Quando esce dal laboratorio, Federico si trasforma in un esperto sciatore e amante della montagna, d’estate come d’inverno.

PRECISA COME UN CALLIGRAFO Arianna Sabò, della Fondazione istituto italiano di tecnologia, si è sempre occupata di studiare i meccanismi molecolari alla base della crescita tumorale incontrollata. Con i finanziamenti ricevuti si concentrerà sui meccanismi molecolari comuni tra le cellule metastatiche e le cellule staminali tumorali. Grazie alle nuove tecniche di genomica, il laboratorio di Arianna studierà le proteine correlate con l’RNA alla ricerca di nuovi bersagli terapeutici. Arianna è riuscita a pubblicare studi precedenti sulla prestigiosa rivista Nature, ma gode anche delle piccole

Arianna Sabò

felicità quotidiane, tra le quali i pomeriggi dedicati all’arte della calligrafia giapponese con il pennello.

Emanuel Della Torre

Francesca Ficara

Federico Lazzaro


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BANDO TRIDEO Ecco i vincitori

Valentina Carozzi

In questo articolo: erogazioni TRIDEO giovani ricercatori

FERRO PER BLOCCARE LA MALATTIA TRIDEO è il tipo di bando fondamentale per trovare finanziamenti per ricerche come quella di Alessandro Campanella della Fondazione centro San Raffaele. Il ricercatore ha notato come nel mieloma multiplo le cellule cancerose creino un ambiente povero di ferro che porta ad anemia e allo stesso tempo favorisce la sopravvivenza e la proliferazione della cellula tumorale stessa. Scopo del progetto è agire sui livelli di

Claudio Fenizia e Raffaella Fittipalchi (collaboratori di Caretti)

ferro in modo da rallentare la malattia. Appassionato di biologia, ma anche di ecologia, Alessandro coltiva bonsai e si dedica al giardinaggio assieme a sua moglie, anche lei ricercatrice. NUOVI BERSAGLI PER LE CURE Giuseppina Caretti, dell’Università degli Studi di Milano, si occuperà dello studio di nuovi meccanismi di regolazione nella trascrizione genica, soprattutto nel passaggio da tumore primario a metastasi. La sua ricerca di frontiera riguarda l’identificazione di nuovi geni regolatori da utilizzare come bersagli farmacologici nella cura del tumore al seno. Al momento della premiazione dei vincitori si trovava negli Stati Uniti, ma è già tornata in Italia per proseguire le sue ricerche grazie al finanziamento TRIDEO. MENO COMPLICAZIONI NEUROLOGICHE Il progetto di Valentina Carozzi, dell’Università Elena Maspero

Alessandro Campanella

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degli studi di Milano Bicocca, nasce dall’idea di avvicinare due mondi apparentemente distanti: la neurologia e l’oncologia. Le implicazioni neurologiche in seguito a trattamento chemioterapico sono importanti: molti pazienti (fino al 95 per cento) in cura possono andare incontro a formicolii e alterazione della sensibilità a mani e piedi. Grazie al finanziamento, Valentina continuerà i suoi studi legati allo sviluppo delle complicazioni neurologiche in seguito a somministrazione di oxaliplatino nel tumore del colon-retto. Dopo aver realizzato il suo sogno di bambina, ovvero fare la ricercatrice, Valentina si è impegnata anche nel sociale: quest’estate è volata in Libano per lavorare in un centro di assistenza sanitaria. DALLA BORSA A TRIDEO Dopo la borsa di studio di tre anni ottenuta proprio da AIRC, arriva un altro riconoscimento importante per Elena Maspero, dell’IFOM, Istituto FIRC di oncologia molecolare. I suoi studi sono incentrati su un’importante proteina, nota come ubiquitina, responsabile dei segnali intracellulari. Elena studia alcuni enzimi particolari che riescono a legare l’ubiquitina ad altre proteine. La sua idea è di fare uno screening per trovare tutti i bersagli molecolari di una classe di questi enzimi che è spesso alterata in diversi tumori. Pendolare tra Como e Milano, quando non fa ricerca dedica il suo tempo ai due figli piccoli.


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Tiziana Triulzi

NUOVE MOLECOLE AL COMPUTER Tracey Pirali, dell’Università degli studi del Piemonte orientale Amedeo Avogadro, è una chimica che si occupa di sintesi in laboratorio di nuove molecole utili in oncologia. E in questo ambito Tracey vorrebbe sviluppare degli inibitori di uno specifico enzima in grado di evitare le difese immunitarie, per rendere più deboli le cellule tumorali. Il progetto analizzerà, attraverso software informatici, centinaia e centinaia di molecole e studierà le più promettenti per poi sintetizzarle. Anche Tracey è una mamma-ricercatrice: ringrazia la maternità che, a suo dire, l’ha resa più efficiente e organizzata. CELLULE ADIPOSE E TUMORE AL SENO Tiziana Triulzi, dell’Istituto nazionale tumori di Milano, si occuperà di adipociti (le cellule del tessuto adiposo o grasso) e tumore al seno. Le cellule adipose sono molto abbondanti nell’ambiente in cui si sviluppano i tumori: da qui l’idea di studiare la loro presenza al fine di inibire la loro interazione con le cellule cancerose, che sembra aiutare lo sviluppo della malattia. Coinvolta in tanti progetti sul tumore alla mammella, Tiziana ha un’altra grande passione che è la pallavolo, sport che ha praticato per molti anni. In futuro conta di diventare allenatrice. IN VIAGGIO CON I MICRO RNA I microRNA, scoperti una quindicina di anni fa, sono piccole molecole in grado di regolare la maturazione delle

proteine all’interno delle cellule. I livelli di microRNA nei tumori sono molto bassi e Matteo Jacopo Marzi, della Fondazione istituto italiano di tecnologia, ha avuto un’idea. Vuole verificare se esiste un fenomeno di degradazione eccessiva dei microRNA nel cancro. Attraverso l’uso di sistemi di marcatura molecolare il team di ricerca di cui fa parte si pone l’obiettivo di confrontare cellule sane e cellule malate per capire meglio i meccanismi che potrebbero portare all’eccessiva degradazione. Appassionato di viaggi, Matteo ha vinto nel 2008 un concorso indetto dal Corriere della Sera per il resoconto di un suo viaggio in Perù. ALLA RADICE DELL'OBESITÀ In che modo l'obesità agisce a livello genetico? Qual è il legame molecolare tra eccesso di peso e cancro? Sono queste le domande che si pone Luca Mazzarella, medico ricercatore dell’Istituto europeo di oncologia e del Centro cardiologico fondazione Monzino. Il suo progetto prevede di usare tecniche innovative di sequenziamento del genoma, per studiare le cellule staminali nel modello animale e valutare se una dieta più o meno calorica influisce sulle mutazioni del DNA. In questo modo sarà possibile comprendere le cause prime della malattia. Mazzarella ama molto la doppia natura del suo lavoro, medico e ricercatore, e pensa che sia il giusto modo di fare una ricerca centrata sul paziente. È sposato e ha una bambina; la sua grande passione è trascorrere del tempo con lei all’insegna dell’arte e della musica.

Luca Mazzarella

Tracey Pirali

Matteo Jacopo APRILE 2015 | FONDAMENTALE | 11 Marzi


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PRATICA CLINICA Il dolore

Mi fa male non si dice sempre nello stesso modo Sebbene la fisiologia di base del dolore sia quasi uguale in uomini e donne, molti fattori concorrono a far sì che le donne vengano curate con meno efficacia. Ma le soluzioni esistono e sono anche culturali a cura di AGNESE CODIGNOLA l dolore ha un sesso? Esistono cioè differenze nella sensibilità al dolore e nella reazione ai farmaci antidolorifici tra uomo e donna? E quanto contano retaggi culturali, pregiudizi, esperienze di vita quali il parto nella suscettibilità ai sintomi dolorosi che, nel caso del cancro, possono essere particolarmente intensi? Non ci sono risposte univoche a queste domande, anche se negli ultimi anni la medicina di genere, che distingue le caratteristiche di una stessa malattia in base al sesso di chi ne è affetto, ha preso sempre più piede.

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DIVERSI NELLA PRATICA Stando a uno studio recente compiuto su 400 persone con dolore spinale cronico, i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of Pain, sarebbero più le somiglianze delle differenze. Eppure le differenze ci sono, e si vedono, soprattutto nella pratica clinica quotidiana. Spiega Augusto Caraceni, direttore della Struttura complessa di cure palliative, terapia del dolore e riabilitazione, dell’Istituto nazionale tumori di Milano: “Innanzitutto non tutti i dolori sono uguali: si pensi, per esempio, a quanto sono diversi una cefalea, un mal di schiena, un dolore da parto, uno post-chirurgico o uno da cancro. Parlare quindi genericamente di dolore può essere riduttivo. In ogni caso, alla percezione dei dolori contribuiscono due tipi di fattori: soggettivi e oggettivi. Tra i primi, oltre a re-


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In questo articolo:

terapia del dolore medicina di genere tumori femminili

CANCRO AL SENO

IL DOLORE SI COMBATTE ALLA RADICE

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l dolore che insorge dopo una mastectomia in sette donne su dieci può essere evitato, almeno in parte di loro, con un farmaco comunissimo, la lidocaina, un anestetico locale ad azione anche antinfiammatoria. Lo dimostra uno studio presentato all’ultimo meeting della Società americana di anestesiologia dagli specialisti dell’Università della Virginia di Charlottesville, che hanno trattato una trentina di donne con lidocaina endovena durante e fino a due ore dopo l’intervento, e altrettante senza lidocaina. Sei mesi dopo hanno verificato che cosa era successo. Tra le donne che avevano ricevuto l’anestetico, l’incidenza del dolore cronico era stata la metà di quella rilevata nel gruppo di controllo; l’effetto risultava leggermente inferiore se le pazienti avevano fatto anche una mastoplastica ricostruttiva o una radioterapia, risultata essere associata al dolore anche in caso di somministrazione di lidocaina. Secondo gli esperti, il dolore è causato dal danno arrecato alle terminazioni nervose durante l’intervento, e può avere serie conseguenze sulla qualità di vita, sul ritorno alle attività normali, sulla fisioterapia riabilitativa, spesso consigliata a chi subisce una mastectomia, e sull’umore. La lidocaina può avere un effetto potente e duraturo e dovrebbe quindi essere sempre presa in considerazione.

taggi culturali differenti, contano molto altri elementi legati al vissuto di una persona (la donna, solitamente, conosce meglio il dolore perché lo sperimenta spesso nella sua vita), alle sue convinzioni, al suo stato psicologico e alla condizione del momento. Per esempio, un dolore da parto viene vissuto meglio rispetto a un dolore da tumore. Poi ci sono fattori più oggettivi, come le variazioni ormonali, che possono esacerbare o attenuare il dolore e influenzare anche la risposta ai farmaci. Parametro, quest’ultimo, su cui non ha invece effetto la genetica, come è risultato chiaro da studi condotti da noi anche grazie a fondi specifici ottenuti da AIRC: a livello di DNA, non ci sono variazioni significative per quanto riguarda la sensibilità agli antidolorifi-

ci”. Sempre per quanto riguarda questo parametro, aggiunge Caraceni, diverse possono essere le reazioni: le donne, secondo quanto visto anche dallo stesso esperto in altri studi condotti negli anni scorsi con il supporto di AIRC, possono soffrire maggiormente di nausea e altri effetti collaterali. “Ciò che conta è che la valutazione del dolore sia sempre effettuata su tutti i pazienti – e tanto le leggi nazionali quanto gli ordinamenti regionali ormai, per fortuna, lo prevedono come obbligo – e che si presti sempre ascolto a ciò che essi riferiscono, cercando poi di valutare correttamente tutte le componenti che possono entrare in gioco” spiega l’esperto.

L’importante è eseguire una buona valutazione

SOFFRIRE NON È MAI NECESSARIO Per compiere questo tipo di test esistono diverse scale

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PRATICA CLINICA Il dolore SOLUZIONI POSSIBILI

UNA GUIDA AL FEMMINILE

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e donne subiscono il dolore più degli uomini, vengono trattate in maniera meno efficace e in misura minore, a volte con terapie che possono essere inutili, quando non pericolose. Per questo l’American Society of Anesthesiologists (ASA) ha analizzato decine di studi degli anni più recenti, e pubblicato il Women’s Pain Update, un rapporto che chiarisce che cosa è stato dimostrato finora e che cosa può essere utile o inefficace nei dolori più comuni tra le donne, quali quelli da parto, il mal di schiena e il dolore che insorge dopo un intervento per asportare un tumore al seno, simile alla sindrome dell’arto fantasma che affligge una parte delle persone che affrontano un’amputazione. Sono molte le terapie, farmacologiche e non, a disposizione e, tra le indicazioni meno scontate, l’ASA fa notare che: • la musica attenua i dolori da parto e l’ansia; • in caso di intervento alla mammella, il blocco dei nervi specifici e l’anestesia regionale sono da preferirsi rispetto all’anestesia generale, perché associati a meno dolore post chirurgico, meno nausea e vomito, meno necessità di ricorrere alla morfina e agli oppioidi e dimissioni più rapide; • le donne riferiscono più dolore post chirurgico rispetto agli uomini in 30 diversi tipi di intervento, dall’appendicectomia all’inserimento di una protesi al ginocchio; • lo yoga aiuta a vincere il mal di schiena; • le donne rispondono in maniera diversa rispetto agli uomini al dolore da fibromialgia e tendono più degli uomini a evitare le normali attività. Ma il messaggio forse più importante contenuto nel rapporto è di tipo culturale: le donne sono più abituate a sopportare e non sempre sanno che quasi sempre il dolore che le affligge può essere sconfitto. Invece, si devono rivolgere agli specialisti, ricordando che sono medici che quasi sempre possono trovare, insieme a loro, una soluzione.

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standardizzate e accettate, uguali per uomini e donne, così come lo sono le terapie, sperimentate sempre su popolazioni ugualmente distribuite tra i due sessi. “Si parte sempre da un inquadramento del sintomo” continua Caraceni “e poi si valutano le possibili differenze tra persona e persona, a prescindere dal sesso. In questo caso è bene che tutto sia uguale, all’inizio, perché storicamente le donne sono state sempre discriminate, e considerate quasi naturalmente vocate al dolore fisico. Niente di più sbagliato. In realtà, anche se spesso ne hanno più esperienza (si pensi al dolore mestruale o al parto), ciò non significa affatto che non debbano essere trattate come gli uomini. In molti Paesi, per esempio, l’anestesia epidurale per il parto è prevista sempre, e la donna deve esplicitamente rifiutarla, e non il contrario, come avviene da noi, perché non è considerato normale soffrire, anche se si tratta di un dolore ‘a fin di bene’”. Un discorso analogo vale poi per persone che possono avere specifiche credenze religiose, filosofiche o eredità culturali diverse. “Non ci deve essere nessun tipo di pregiudizio negli occhi di chi valuta il dolore: è un sintomo che va sempre combattuto, e non è ammissibile non farlo, anche perché ormai la farmacologia viene in aiuto anche nelle situazioni più delicate”.

MAI FARE GLI EROI Uomo o donna che sia, quindi, il paziente va sempre aiutato, anche a chiedere aiuto (a volte il malato è vittima di quella che viene chiamata sindrome dell’eroe, tende cioè a sopportare il dolore per dimostrare forza d’animo e resistenza fisica). In alcuni gruppi sociali, per esempio, la donna considera poco opportuno lamentarsi e quindi finisce per non ottenere adeguata attenzione. Anche se la situazione è in miglioramento, tutte le indagini mostrano un ricorso insufficiente agli antidolorifici, anche in caso di dolore intenso come quello da cancro, e uno squilibrio ulteriore a sfavore delle donne. Per questo bisogna continuare a formare il personale sanitario e a informare, in modo esaustivo e alla portata delle loro conoscenze, i pazienti e i loro familiari sulle tante possibilità offerte da una terapia sempre più personalizzata. Oggi i medici hanno un elevatissimo livello di specializzazione, sono esperti in oncologia e anche nella terapia del dolore, e lo diventano anche in molte altre materie (psicologia, neurologia, riabilitazione psicofisica, anestesiologia, medicina interna e altro ancora), riuscendo così a prendersi cura della persona nel suo complesso e non solo dei singoli sintomi fisici.

Il dolore non è mai un sintomo da ignorare


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Progressi

NOTIZIE FLASH

della ricerca AIRC

Due fenomeni a braccetto

Le molecole della leucemia

Infiammazione e cancro vanno di pari passo: il tumore scatena una risposta infiammatoria e proprio questa ne alimenta l'aggressività. Licio Collavin, del Dipartimento di scienze della vita dell'Università di Trieste, ha svelato uno dei fattori chiave di questa interazione, con uno studio pubblicato su Molecular Cell. È una proteina, chiamata p53, ben nota agli scienziati perché in condizioni normali protegge il DNA, mentre nella metà circa dei tumori si ritrova in forma mutata. Queste varianti anomale, secondo lo studio, non solo vengono meno al proprio ruolo ma si comportano da pericolosi acceleratori della progressione tumorale, facendo sì, fra le altre cose, che le cellule tumorali interpretino i segnali dell'infiammazione come istruzioni a sviluppare maggiore aggressività. Conoscendo il funzionamento alterato di p53 sarà possibile interferire con essa.

Valentina Audrito, borsista FIRC del Dipartimento di scienze mediche dell'Università di Torino, ha pubblicato sulla rivista Blood i risultati di uno studio condotto sulla leucemia linfatica cronica. Lei e i suoi colleghi hanno evidenziato nel tumore la presenza di alti livelli di nicotinammide fosforibosiltransferasi (NAMPT), un enzima importante per la sintesi del NAD (nicotinammide adenina dinucleotide), molecola fondamentale per molte reazioni cellulari. Le cellule della leucemia linfatica cronica producono e riversano all'esterno grosse quantità di NAMPT che si comportano come una citochina, cioè come una molecola in grado di mediare la comunicazione tra cellule del sistema immunitario. Ciò stimola alcune cellule del sistema immunitario a produrre sostanze in grado di proteggere e far crescere il tumore, cooperando con esso anziché contrastarlo. Comprendere a fondo questi meccanismi è il primo passo per elaborare strategie per rendere le cellule tumorali più deboli e vulnerabili.

Bloccare la proliferazione In condizioni di stress o in mancanza di nutrienti, le cellule smettono di dividersi, rinunciando a un'attività che richiede molta energia. Inoltre recuperano quanto c'è di utile al loro interno tramite l’autofagia, una forma di autodigestione. I due fenomeni, che sinora erano considerati indipendenti, sono in realtà regolati da una proteina chiamata mTOR. Il gruppo diretto da Francesco Cecconi, del Dipartimento di biologia dell'Università di Roma Tor Vergata, ha scoperto che mTOR agisce attraverso l'intervento di un'altra proteina, chiamata Ambra1, che da un lato controlla l'autofagia e dall'altro limita la capacità della cellula di dividersi. In uno studio pubblicato su Nature Cell Biology, i ricercatori hanno dimostrato che Ambra1 tiene a bada un gene, c-myc, importante nello sviluppo di molti tumori. Il lavoro apre la strada alla ricerca di molecole che interferiscano con questi legami in modo da bloccare la proliferazione tumorale.

... altre ricerche su: www.airc.it/ricerche-airc


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BENESSERE La mindfulness

Meditare può aiutare il corpo e la mente Negli ultimi decenni le neuroscienze si sono concentrate sugli effetti biologici della meditazione, scoprendo che può essere molto utile per contenere sintomi come stress e ansia, ma anche nausea e dolore legati alle cure

MEDITAZIONE SÌ, MA QUALE?

Non esiste una singola modalità di meditare, ma diverse tecniche possono essere apprese anche da chi non ha dimestichezza con questa pratica. Ecco la guida prodotta da Cancer Research UK per orientarsi in un mondo sconosciuto ai più.

Riduzione dello stress basato sulla mindfulness (MBSR) È la tecnica più studiata dal punto

di vista scientifico. Si tratta di un programma in otto settimane che insegna la mindfulness, ovvero la meditazione aperta, che prevede l’osservazione delle sensazioni visive, sonore e di altro tipo, incluse quelle che provengono dal corpo e dai propri pensieri. La mindfulness riduce l’attività di aree cerebrali come l’insula e l’amigdala, legate all’ansia e allo stress. Si praticano esercizi di

controllo e ascolto del respiro, di valutazione delle sensazioni corporee, di analisi dei pensieri e delle emozioni. Meditazione focalizzata Utilizza un oggetto (una fiamma o un fiore) per obbligare il cervello a concentrarsi su un unico pensiero. Aiuta la mente a focalizzarsi e migliora le capacità di concentrazione.


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a cura di DANIELA OVADIA uando nel 2005 il Dalai Lama fu invitato a fare un discorso alla conferenza annuale della Società internazionale di neuroscienze, alcuni dei partecipanti firmarono una petizione per chiedere che l’invito fosse ritirato in quanto non si trattava di uno scienziato. Da allora, l’argomento su cui era intervenuta la massima autorità del buddismo, ovvero gli effetti della meditazione sulla salute del corpo e della mente, è entrato a pieno titolo nella lista delle cose di cui gli scienziati hanno cominciato a occuparsi. Negli ultimi dieci anni, infatti, le neuroscienze si sono interessate alle diverse tecniche di meditazione (molte delle quali presenti anche nella tradizione occidentale e non solo in quella orientale), dimostrando cosa si può ottenere con tali pratiche.

Vent’anni di ricerche Ancor prima delle neuroscienze, la ricerca medica aveva studiato i benefici dei metodi di rilassamento. Sono oltre 20 anni che le pubblicazioni scientifiche si susseguono e anche in ambito oncologico l’utilità di una pratica che consente di contrastare alcuni degli effetti collaterali delle cure è ormai dimostrata. La conferma: circa cinque anni fa sia Cancer Research UK sia il National Cancer Institute statunitense hanno pubblicato una scheda orientativa per i pazienti.

Visualizzazione Si basa sulla creazione di immagini mentali che distolgono l’attenzione dai sintomi fisici, per esempio dalla nausea. Visualizzazione guidata Si tratta di una tecnica derivata dal training autogeno, un sistema di rilassamento utilizzato in psicologia cognitiva. L’insegnante guida l’immaginazione con le parole. Viene praticata in gruppo o con l’aiuto di lezioni registrate.

Meditazione trascendentale È la tecnica utilizzata dai buddisti. Si basa sulla ripetizione di frasi o preghiere (mantra), con lo scopo di svuotare la mente da qualsiasi pensiero. È piuttosto complicata da praticare, proprio perché richiede grande autocontrollo, diversamente dalla mindfulness che è una pratica più libera.

In questo articolo: mindfulness meditazione dolore

“L’attenzione dei ricercatori si è focalizzata inizialmente sulla gestione dello stress” spiega Antoine Lutz, professore di neurobiologia all’Institut national de la santé et de la recherche médicale, l’equivalente francese del CNR. Lutz è considerato uno dei più grandi esperti al mondo di meditazione e ne ha studiato il funzionamento con tutte le tecniche più moderne di analisi del cervello. “Gli studi hanno dimostrato che può aiutare a ridurre ansia, depressione, stanchezza, stress, dolore cronico e disturbi del sonno. Inoltre col tempo si può ottenere un beneficio anche sulla pressione del sangue, abbassandola, o sui sintomi della menopausa, particolarmente importante per le donne che entrano in questo periodo della vita a seguito di cure ormonali legate al cancro”. Ovviamente è bene specificare che la meditazione non cura il cancro e non ha alcun effetto sulla malattia in sé, ma dà una mano a sopportarne gli effetti collaterali.

Le prove scientifiche Uno studio controllato pubblicato nel 2000 su 90 persone con cancro che hanno praticato una meditazione libera orientata allo stress (la cosiddetta mindfulness) per sette settimane ha dimostrato una riduzione dello stress del 31 per cento e dei disturbi dell’umore del 71 per cento (misurati con appositi questionari) rispetto a chi non la praticava. Nel giugno del 2005 una revisione sistematica pubblicata sul Journal of Advanced Nursing (una delle più importanti riviste scientifiche di infermieristica) si è concentrata sugli effetti nei pazienti con cancro, rilevando che chi meditava durante il periodo della chemio e della radioterapia aveva una visione più ottimistica e positiva dell’esito delle cure e una riduzione di ansia e nausea. “Non è sorprendente, perché i nostri studi dimostrano che la medita-

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BENESSERE La mindfulness

ma anche sull’attività sessuale e sul sistema immunitario. Alcune ricerche hanno infatti misurato i parametri che indicano lo stato di salute del sistema immunitario, dimostrando che la meditazione, quando praticata con costanza, ha un effetto regolatorio su molte attività biologiche, comprese quelle che riguardano il nostro sistema di difesa. “Anche queste sono cose note” dice Lutz. “I primi studi erano stati fatti già negli anni settanta sui monaci buddisti e sulle suore di clausura, due categorie che si ammalano pochissimo e che praticano, secondo tecniche ovviamente diverse, la meditazione”.

Informazioni pratiche

zione agisce in modo potente sul cervello, in particolare nei praticanti esperti” spiega ancora Lutz. “E attraverso il cervello gli effetti si riverberano su tutto l’organismo, poiché c’è un legame stretto tra attività cerebrale, ormonale e immunitaria. Ovviamente non bisogna immaginare effetti immediati: le tecniche di meditazione richiedono tempo per essere apprese e altri fattori, che dobbiamo analizzare quando facciamo gli studi, potrebbero contribuire al successo o all’insuccesso della meditazione, per esempio la motivazione o la personalità”. In effetti vi sono, nella scelta di meditare, anche elementi di soggettività: uno studio olandese del 2008 ha dimostrato, sempre su pazienti con cancro, che chi si sottoponeva a un allenamento per imparare la mindfullness dichiarava di avere una migliore qualità di vita, meno depressione, rabbia, tensioni e sintomi fisici. Tali effetti perdurano per tutto il tempo della pratica,

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anche per anni, e non sono quindi legati all’entusiasmo del neofita. Gli studi non si sono fermati: nel 2009 ne sono usciti due, uno giapponese e uno americano, relativi sempre ai malati di cancro, che confermano quanto detto finora, anche se ambedue segnalano la necessità di continuare a fare ricerca per poter dare ai pazienti indicazioni più precise su metodi e tempi dell’allenamento mentale. Nel 2011 è uscita un’altra importante revisione su tutti gli studi scientifici relativi a meditazione e cancro pubblicati dal 2007. I ricercatori hanno raccolto 13 pubblicazioni e quattro comunicazioni a congressi. Il risultato è che gli effetti più certi si hanno su ansia, stress e depressione

In molti Paesi europei, i centri oncologici e di terapia del dolore offrono corsi di mindfulness gestiti da infermiere o psicologi addestrati. L’Istituto nazionale tumori di Milano ha introdotto un anno fa un progetto sperimentale rivolto ai pazienti adolescenti, mentre per gli adulti rimane quasi esclusivamente l’opzione privata. Una volta appresa la tecnica (bastano in genere alcune settimane), è possibile praticarla a casa, da soli, senza ulteriori spese e spostamenti. La mindfulness andrebbe messa in pratica quotidianamente per 20-30 minuti, in un ambiente silenzioso e aerato. Non vi sono controindicazioni, anche se persone che hanno sofferto di disturbi psichiatrici o di depressione dovrebbero chiedere un parere al loro medico prima di cominciare. La presenza di uno psicologo durante le prime esperienze può essere molto utile per tutti, perché la meditazione potrebbe rendere molto chiari ed evidenti sentimenti di paura o tristezza legati alla malattia ed è importante avere qualcuno a disposizione per analizzare razionalmente ciò che si è vissuto.

Le prove scientifiche segnalano benefici


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VIVERE SANO

Alimenti: il Pesce a cura della REDAZIONE o dicono e lo ripetono tutti i nutrizionisti: la fonte più pregiata di proteine animali è il pesce, che ha virtù protettive nei confronti delle malattie cardiovascolari e del cancro. I veri salutisti dovrebbero addirittura adottare una dieta vegetariana con l’aggiunta di pesce, che è migliore, in termini di prevenzione, di una dieta strettamente vegetariana e certamente migliore di una dieta in cui abbonda la carne. Le proprietà del pesce dipendono dagli acidi grassi omega 3, nutrienti importanti che sono coinvolti in molti processi metabolici e che non possono essere sintetizzati dal nostro organismo: dobbiamo per forza assumerli con la dieta. Gli omega 3 sono una miscela di acido alfa-linolenico (ALA), acido eicosapentanoico (EPA) e acido docosaexanoico (DHA). Ma mentre l’ALA si trova anche nelle noci, in alcuni fagioli e nell’olio d’oliva, gli altri due sono presenti quasi esclusivamente nel pesce o negli integratori alimentari.

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Gli studi Gli studi in vitro, su modello animale, e le analisi epidemiologiche hanno mostrato che il consumo di pesce riduce il rischio di infarto e ictus. Le prove riguardo al cancro sono invece più confuse: studi in vitro e su modelli animali hanno dimostrato che gli oli di pesce ricchi di omega 3 fermano la crescita di alcuni tipi di cancro. Gli studi sull’uomo sono invece meno chiari e l’effetto diretto non è stato confermato. Se però si guarda alle abitudini di vita delle persone, con studi epidemiologici, si nota che c’è una diminuzione del rischio di ammalarsi nei grandi consumatori di pesce. Le spiegazioni possono essere diverse: gli omega 3 hanno anche capacità antinfiammatorie e l’infiammazione è un elemento che favorisce la comparsa dei tumori. Inoltre le persone che consumano molto pesce tendono a essere più magre di quelle che consumano carne, ed è noto che il sovrappeso aumenta di per sé il rischio di ammalarsi. Per questa ragione gli esperti consigliano di consumare pesce almeno tre volte la settimana. Più controverso l’uso degli integratori alimentari: come per ogni alimento, gli effetti del cibo naturale sono superiori a quelli degli integratori.

LA CURIOSITÀ GRANDI O PICCOLI? I nostri mari sono inquinati da sostanze di scarico e metalli pesanti e questo si riflette anche sulla qualità del pesce. Lo ha dimostrato alcuni anni fa una ricercatrice del’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione analizzando il contenuto di inquinanti nei diversi pesci in base all’origine e alla taglia. I pesci più grandi pescati in mare (tonno, pesce spada) hanno concentrazioni di inquinanti più elevate dei pesci piccoli, semplicemente perché si nutrono di questi. Inoltre poiché molti inquinanti si depositano nei grassi, più il pesce è magro (pesce azzurro) più è sano. I pesci da allevamento possono paradossalmente essere più sicuri di quelli pescati in mare, perché vengono nutriti con mangimi controllati, ma anche in questo caso dipende dall’allevamento e dalla sua collocazione (alcuni sono in mare aperto, altri in vasche). Il consiglio delle autorità è quindi di preferire pesce azzurro di piccola taglia specie per bambini e donne incinte; per tutti gli altri è utile ogni tanto consumare anche i pesci grandi e a carne grassa (come il salmone) che sono i più ricchi di omega 3.


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EPIDEMIOLOGIA Cancro e caso

ne così intensa a livello mondiale.

Quando il destino non è nelle nostre mani La pubblicazione, sulla rivista Science, di uno studio che dimostra, con un modello matematico, che non tutti i tipi di tumore sono prevenibili con gli stili di vita corretti ha suscitato un vespaio. Il dibattito scientifico è andato avanti e così anche quello sugli effetti che una tale comunicazione può avere sui comportamenti delle persone

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a cura di DANIELA OVADIA volte il modo in cui le ricerche scientifiche vengono raccontate sui giornali può trarre in inganno il lettore meno esperto. E a volte la fonte di confusione non è solo nella mano di chi scrive articolo o titolo ma anche nella volontà dello scienziato, lodevole ma talvolta ambigua, di

semplificare al massimo la propria ipotesi. È quanto è accaduto con la pubblicazione, sulla rivista Science, di un lavoro firmato da due scienziati, Cristian Tomasetti e Bert Vogelstein, sulle cause all’origine del cancro. Il comunicato stampa diffuso dalla famosa e autorevole rivista scientifica citava i due esperti che affermavano quanto segue: il 70 per cento dei tipi di tumore è

... l’articolo continua su: www.airc.it/cancro-caso

dovuto al caso o, con il termine da loro utilizzato e che è stato all’origine di reazioni anche stizzite, alla sfortuna. Secondo un modello matematico da loro elaborato e basato su quanto conosciamo delle caratteristiche delle cellule staminali di alcuni tessuti (le cellule che danno origine a nuovi elementi cellulari che, se mutano, possono fungere da riserva per la crescita dei tumori), le mutazioni del DNA che danno l’avvio al processo sarebbero casuali in oltre sette casi su dieci. Chi vuole conoscere tutti gli aspetti del lavoro di Tomasetti e Vogelstein può leggere, sul sito di AIRC, una dettagliata spiegazione all’indirizzo segnalato in questa pagina. È interessante però capire perché un’analisi che gli esperti ritengono tutto sommato abbastanza prevedibile abbia scatenato una reazio-

IL DIBATTITO SCIENTIFICO “Se mi avessero chiesto, a bruciapelo, quanti tipi di tumore sono provocati da mutazioni casuali avrei detto circa il 70 per cento anche prima di questo studio” spiega Edoardo Boncinelli, uno dei massimi genetisti italiani ed esperto divulgatore di scienza. “Chiunque conosca la biologia, e in particolare quella dei tumori, non può rispondere diversamente: il cancro si origina da mutazioni che si accumulano negli anni in un certo numero di geni, nel corso delle divisioni cellulari, e le mutazioni sono casuali, anche se questo responso non piace alla maggioranza degli esseri umani”. Lo studio di Tomasetti e Vogelstein è basato su quanto sappiamo di circa 31 tipi di tumore e fornisce dati attendibili solo su 22 di essi, poiché per gli altri non ci sono abbastanza informazioni provenienti dalla biologia per poter costruire un modello matematico del comportamento delle cellule staminali. E nel gruppo mancano tumori importanti, come quello alla prostata o al seno, perché le cellule staminali di questi tessuti non sono state abbastanza caratterizzate. Da qui è


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In questo articolo: epidemiologia caso stili di vita

nato un dibattito anche in ambito scientifico, che è stato ospitato su ScienceExpress, la versione online della rivista. Sono ben sei le lettere (in realtà piccoli trattati scientifici) mandate da altrettanti scienziati che fanno le pulci al lavoro dei due autori. Tra le obiezioni più accreditate, il fatto di non aver incluso alcuni big killer, ma Tomasetti e Vogelstein rispondono dicendo che per la prostata e per il seno non si conosce a sufficienza il comportamento delle cellule staminali. Un’altra critica riguarda il numero di mutazioni necessarie per dare origine a una cellula tumorale. “Secondo una teoria accreditata, ci vogliono almeno cinque mutazioni contemporanee perché una cellula prenda una brutta strada e non tutte devono avere per forza la stessa origine” spiega Boncinelli. “È possibile che quattro su cinque siano casuali e la quinta sia dovuta a uno stile di vita sbagliato. In ogni caso, per quanto sappiamo, questo non cambierebbe la percentuale complessiva di tumori legati alle abitudini, ma potrebbe essere importante in specifici casi, come nel tumore al polmone, in cui il ruolo relativo di caso e abitudini, come il fumo, è invertito”. In sostanza, i tumori di cui conosciamo l’origine prevalentemente ambientale (come quello al polmone) oppure prevalentemente ereditaria (come nel caso del cancro del seno nelle donne portatrici

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dei geni BRCA1 e 2) restano tali, ma la fotografia generale della malattia e delle sue cause viene in parte modificata dall’analisi di Tomasetti e Vogelstein (studi precedenti, in particolare quelli condotti dagli epidemiologi Doll e Peto negli anni ottanta erano più generosi sulla percentuale di tumori prevenibili) e questo malgrado le critiche sollevate, nessuna delle quali, in realtà, confuta i risultati: si tratta di un dibattito che è comune nella scienza, che riguarda soprattutto la metodologia e che invita anche a guardare alla realtà (ovvero a confrontare i dati che ci vengono dai modelli matematici con quelli epidemiologici, che fotografano quanto accade nella vita e che sono sensibili anche ad altri fattori, come la differenza tra Paese e Paese).

Lo studio non include tutti i tipi di tumore

LA PERDITA DI CONTROLLO In conclusione, pensare che circa sette tipi di tumori su 10 siano frutto del caso può non piacere agli esseri umani, che hanno la tendenza a voler controllare la natura e che preferiscono sentirsi al cento per cento artefici del proprio destino, ma è una stima al momento attendibile. Inoltre, come hanno voluto ricordare Tomasetti e Vogelstein, può essere un pensiero consolante per genitori che si sentono in colpa perché pensano di non essere stati capaci di proteggere i loro i figli dal cancro, anche se in realtà non avrebbero potuto

IL RUOLO DEL COMUNICATORE

MI SONO SPIEGATA MALE?

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a vicenda dello studio sul ruolo del caso nel cancro ha avviato una riflessione non solo tra gli scienziati ma anche tra i giornalisti scientifici che hanno riportato la notizia. Alcuni di loro si sono chiesti: ho sbagliato nell’informare i miei lettori? Ho sovrastimato il ruolo della “sfortuna” in tutta la faccenda? Ho contribuito a distruggere anni di campagne di prevenzione inducendo le persone a credere, erroneamente, che per evitare il cancro non si possa fare niente? Alcune risposte sono presenti sul sito stesso di Science, in un articolo firmato dalla giornalista Jennifer Couzin-Frankel che ne cura i contenuti. Science pubblica infatti sia ricerche originali (cioè prodotte direttamente dagli scienziati e sottoposte a meccanismi di revisione) sia molte pagine di notizie scritte da giornalisti scientifici tra i più preparati al mondo. Eppure, su questa storia, i titoli e l’approccio delle news di Science non è stato diverso da quello di qualsiasi quotidiano. Dopo una lunga autoanalisi dei meccanismi che hanno portato alla scrittura del suo pezzo, la giornalista giunge alla conclusione che non c’è stato nulla di sbagliato. Il termine sfortuna è stato scelto dai ricercatori stessi per descrivere in parole semplici la propria scoperta e la complessità della metodologia usata rendeva piuttosto difficile trasferire i dettagli dello studio a un lettore non esperto. Molti tipi di tumore restano dovuti al caso ma, come ribadisce lei stessa, molti non vuol dire tutti e non c’è ragione per aumentare ulteriormente il proprio livello di rischio fumando, mangiando smodatamente e evitando accuratamente l’attività fisica, se non altro perché questi stili di vita non influiscono solo sul rischio oncologico ma anche su quello cardiovascolare e sullo stato di salute generale della persona.

fare molto: la cosa non è nelle loro mani, ma nel funzionamento stesso della biologia umana. “Sapere che c’è comunque un 30 per cento di tipi di tumore che può essere evitato se adottiamo stili di vita corretti è comunque tantissimo se con-

sideriamo quanto comune è il cancro. E in certi tumori, come quello al polmone, la percentuale è ancora più alta” conclude Boncinelli. “L’importante è capire esattamente che cosa questi studi dicono, divulgarli nel modo più giusto e ribadire che non c’è nulla, in queste ricerche, che giustifichi l’abbandono delle pratiche di prevenzione che da anni le istituzioni mondiali raccomandano”.


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NOTIZIE FLASH

Dal mondo

Lavorare in piedi

Uno zucchero nella carne Che il consumo eccessivo di carne rossa non sia salutare e si associ a un aumentato rischio di tumori è cosa nota. Ora arriva dall’Università della California uno studio che ci spiega una delle possibili ragioni. Nella carne rossa è presente uno zucchero chiamato Neu5Gc, abbondante soprattutto nelle carni di manzo, maiale e agnello, che, una volta assorbito nei tessuti e riconosciuto come estraneo dal corpo, induce un’attivazione dei sistemi infiammatori. Ciò significa che l’insorgenza di tumori spontanei diventa più frequente di circa cinque volte. Il risultato si è ottenuto analizzando il destino di alcuni topi: dimostrare che vi è la stessa associazione anche nell’uomo sarà più difficile, anche se i dati epidemiologici vanno già nella stessa direzione.

Secondo uno studio pubblicato su Annals of Internal Medicine, la quantità di tempo che una persona trascorre ogni giorno seduta è associata a una più alta incidenza di malattie cardiache, diabete e cancro, ma l'esercizio fisico regolare può non essere sufficiente a compensare questo rischio. "Si tratta di due fattori distinti: dobbiamo esercitarci e al contempo stare meno seduti" afferma David Alter dell'Università di Toronto, che ha condotto la ricerca. Lo studio rivela che stando in piedi si brucia il doppio delle calorie e ciò potrebbe essere il punto di partenza per sviluppare una strategia utile per ridurre i rischi: basterebbe infatti lavorare un paio di ore al giorno in piedi e alzarsi di tanto in tanto, per esempio davanti alla tv nelle interruzioni pubblicitarie. Anche questi accorgimenti devono affiancare l’esercizio fisico e non sostituirlo.

Caffeina amica della pelle Bere quattro caffè al giorno allontana il rischio di melanoma: lo hanno dimostrato i ricercatori del National Cancer Institute statunitense, che hanno pubblicato i risultati di uno studio sul Journal of National Cancer Institute. Negli Stati Uniti, circa la metà della popolazione beve in media tre tazze di caffè al giorno e così facendo ha un ridotto rischio di morte per cirrosi epatica e di diabete di tipo 2. Ora sembrerebbe esserci un minor rischio anche per i tumori alla pelle: lo studio ha coinvolto 447.357 volontari sani che, all’inizio del monitoraggio, hanno compilato un questionario sulle proprie abitudini, tra cui l’assunzione di caffè. Dopo 10 anni la comparsa di tumore è risultata inferiore del 20 per cento negli accaniti consumatori, anche tenendo conto di tutte le variabili come età, sesso, indice di massa corporea, assunzione di alcol, fumo ed esposizione ai raggi ultravioletti, fattore di rischio principale per il cancro della pelle.

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Quale taglia porti? La taglia della gonna potrebbe dirci qualcosa sul nostro rischio di cancro al seno. Il suggerimento, molto pratico e immediato, viene dalla rivista scientifica British Medical Journal. L'obesità è un noto fattore di rischio per il cancro, in particolare quando si manifesta con una prevalenza di grasso addominale e in questo sta il valore scientifico dell’affermazione. Monitorando per tre anni più di 90.000 donne tra i 50 e i 60 anni, i ricercatori hanno segnalato che in 10 anni 1.090 di loro avevano sviluppato cancro al seno, e ciò era legato all’aumento di peso, e

di conseguenza all’aumento della taglia della gonna: se si prende una taglia in più, il rischio di tumore al seno aumenta del 33 per cento, mentre due taglie corrispondono a una crescita del rischio del 77 per

Indicazioni poco rispettate

Il Papillomavirus umano (HPV) è responsabile del 99,7 per cento dei casi di cancro del collo dell'utero e di molti altri tipi di cancro; il vaccino protegge contro il 70 per cento dei casi. L’età consigliata per vaccinare è tra gli 11 e i 12 anni, prima del primo contatto sessuale. Ma quante ragazze vengono vaccinate all’età consigliata? Negli Stati Uniti, nel 2008, solo il 14 per cento delle dodicenni aveva iniziato le tre dosi di vaccino e nel 2012 la percentuale era salita al 56 per cento. In Italia ci si attenderebbe un’adesione maggiore, anche perché il vaccino è gratuito. Invece non è così: seppur con differenze regionali, talvolta anche marcate, nel 2013 il vaccino è stato somministrato al 56 per cento delle dodicenni e all’11 per cento delle undicenni, mentre si segnalano percentuali più alte nelle ragazze oltre i 16 anni.

cento. L’accorgimento rende più semplice monitorare i propri stili di vita perché ricordare la propria misura di gonna da ragazze è certo meno complicato che risalire all’indice di massa corporea.

La scoperta dell’uovo Sembra un po’ strano – e apparentemente poco utile – ma un gruppo di ricerca dell’Università della California guidato da Gregory Weiss ha messo a punto un metodo rivoluzionario… per sciogliere le uova sode. L’interesse ovviamente non sono le uova, quanto le proteine all’interno di esse: infatti la scoperta permetterà ai ricercatori di raccogliere meglio le proteine gommose che stanno studiando, fastidiose perché si attaccano alle pareti delle provette. La nuova metodica sviluppata permetterà di ridurre tempo e costi: dopo l’aggiunta di urea, la provetta viene centrifugata rendendo liquido ciò che fino a un momento prima era solido, senza alterazioni nella composizione. Le applicazioni sono innumerevoli: la tecnica cambierà soprattutto la produzione degli anticorpi usati nelle terapie oncologiche, evitando il problema tipico del ripiegamento delle proteine e riducendo i costi del prodotto finale.

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SANITÀ PUBBLICA Leggi antifumo

Mille modi legali per convincere i fumatori L’Organizzazione mondiale della sanità si interroga sull’efficacia dei diversi strumenti di dissuasione dal fumo. Perché, se lasciato da solo, il fumatore non smette

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a cura di CARLOTTA JARACH sistono mille modi per smettere di fumare, e mille modi più uno per non cominciare ma, nonostante i divieti sempre più stretti e le campagne d’informazione sui rischi che si corrono, le percentuali di chi fuma sono ancora allarmanti. Secondo dati ISTAT, l’Italia si posiziona nona nella classifica dei Paesi più fumatori d’Europa, dietro Grecia, Irlanda, Ungheria, Spagna, Repubblica Ceca, Polonia, Francia e Austria; circa il 30 per cento della popolazione del Vecchio Continente fuma, e in media ogni anno si registrano 700.000 decessi legati al consumo di tabacco, che diventa così la prima causa di morte prematura. Per cercare di arginare il problema, soprattutto tra i giovanissimi, i singoli Paesi e l’Unione Europea hanno varato nel corso degli anni una serie infinita di norme e regole. Ne hanno discusso gli esperti di politiche sanitarie nell’annuale congresso dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sul tabacco e la salute. Ciò che ha dato più risultati è stato il divieto di fumare nei luoghi pubblici, entrato in vigore in Italia nel 2005 con la legge del 16 gennaio 2003, co-

nosciuta anche come legge Sirchia. L’iter però è stato lungo: correva l’anno 1972 quando, per volere della Comunità Europea, fu proibita la pubblicità dei prodotti per fumatori; nel 1975 è entrata in vigore la legge che vietava il fumo sui mezzi di trasporto pubblico, solo in seguito estesa a ospedali, cinema, teatri e musei, fino alla già citata legge Sirchia.

Colpire il portafoglio Serve davvero mettere più tasse sui pacchetti di sigarette? Sembrerebbe di sì: le politiche fiscali si sono dimostrate utili nella lotta al tabagismo, riducendo il consumo soprattutto nei più giovani. Secondo l’OMS, un aumento del 10 per cento nel prezzo delle sigarette porterebbe a una riduzione del consumo delle stesse del quattro per cento, e dell’otto per cento nei Paesi in via di sviluppo. Lo conferma anche Roberto Boffi, dirigente medico del Dipartimento di fisiopatologia respiratoria dell’Istituto nazionale tumori di Milano: il costo di un pacchetto di sigarette dei vari Paesi è strettamente legato alla percentuale di fumatori. Con questa logica, in Italia, dal 2005 esiste un prezzo minimo di vendita sotto il quale nessuna casa produttrice può scendere.

Il fumo è la prima causa di morte prematura

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Le leggi per l’aria pulita Proibire di fumare nei luoghi pubblici ha senza dubbio portato a una netta diminuzione del numero dei fumatori, disincentivando i più giovani a iniziare, soprattutto, dicono le statistiche, nella popolazione maschile. Nel nostro Paese è proibito fumare nel luoghi chiusi, ma esistono locali ad hoc per fumatori, mentre nei luoghi pubblici all’aperto è ancora permesso. Tuttavia il Ministero della salute si sta muovendo per introdurre dei limiti (vedi il riquadro in queste pagine); da novembre 2013 alunni e insegnanti non possono più fumare nei cortili e davanti all’ingresso delle scuole, segnale importante per ribadire che l'educazione a un comportamento sano deve passare anche e soprattutto dalle istituzioni di formazione.

Restrizioni sulla pubblicità Molti ancora ricordano quando le pubblicità di sigarette riempivano i giornali e, soprattutto, le trasmissioni di eventi sportivi. A livello europeo il divieto di pubblicizzare il tabacco in televisione, in radio, in internet e in eventi ufficiali – come potevano essere i giochi olimpici – è arrivato solo nel 1989. “La pubblicità era nociva non solo perché incorag-

Il rischio di avere un cinema e una televisione senza fumo (malgrado in passato alcuni personaggi, come quelli interpretati da Humphrey Bogart, fossero caratterizzati proprio dalla sigaretta) ha scatenato a inizio gennaio, in Italia, una mobilitazione di registi e sceneggiatori. Attirandosi l’ira degli artisti, che hanno iniziato una vera e propria lotta al grido di “arte libera”, il ministro della salute Beatrice Lorenzin ha infatti annunciato l’intenzione di eliminare dalle future pellicole le scene in cui


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In questo articolo: fumo leggi sanitarie stili di vita

giava bambini e giovani adulti a iniziare, ma sappiano da studi sul passato che aumentava il consumo in chi già fumava, creando un’illusoria realtà nella quale fumare era accettabile e non comprometteva la salute” spiega Boffi. Superfluo dire che con il divieto le vendite di sigarette subirono un crollo. Ma la strada per bandire il cattivo esempio è lunga: solo nel marzo 2010 c’è stata un’estensione del divieto, che ha reso di fatto illecito l’inseri-

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mento di prodotti legati al fumo in ogni tipo di media audiovisivo.

Opere di dissuasione Gli esperti dell’OMS si sono anche chiesti quanto incida la buona informazione. Vi sono infatti innumerevoli campagne contro il fumo, rivolte sia a fuma-

tori – per incoraggiarli a smettere, facendo opera di sensibilizzazione sui pericoli e mostrando loro tutti i mezzi disponibili – sia ai più giovani, per prevenire ma soprattutto per ricordare loro il grande problema rappresentato dal fumo passivo. “L’efficacia delle campagne è difficile da misurare” spiega Boffi. “Ma è comunque importante”. I bambini, per esempio, sono un ottimo veicolo di persuasione nei confronti dei genitori e spesso quelli che seguono corsi sul fumo durante l’orario scolastico riportano ai genitori fumatori quanto hanno sentito, spingendoli a smettere. Benché controversa, anche l’introduzione

Una campagna che vuole smitizzare l’idea che fumare sia un’abitudine da “veri uomini”

... l’articolo continua su: www.airc.it/leggi-fumatori

BOGART SENZA BIONDE

gli attori fumano. La normativa si rifà a un progetto del Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori), che non si limita a bandire le sigarette da cinema e televisione, ma prevede anche il divieto di fumare in macchina. Infatti il fumo alla guida è causa di oltre il 15 per cento degli incidenti stradali, e fumare in uno spazio così

ristretto trasforma l’auto in una camera a gas. Da qui l’idea di imporre nuove norme sul consumo di tabacco, per dire una volta per tutte che fumare non è socialmente accettabile. La stessa norma imporrebbe di non fumare nei luoghi frequentati da bambini, in special modo in parchi e altri spazi pubblici, col fine ultimo di limitare per quanto possibile il rischio di fumo passivo.


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SANITÀ PUBBLICA Leggi antifumo

importante, per ottenere nei giovanissimi il risultato sperato, mostrare loro come resistere alle varie influenze che potrebbero spingerli a iniziare: tuttavia questo tipo di programma si dimostra utile solo in comunità con forti politiche per il controllo del tabacco. “Bisogna lavorare con i ragazzi, interagendo. Lezioni frontali, così come vuoti slogan, non servono a nulla” spiega ancora Boffi. A fianco l’immagine tratta da una campagna rivolta alle donne in gravidanza

Gli aiuti esistono di avvertimenti attraverso immagini e scritte, rigorosamente a caratteri cubitali, risulta essere una buona strategia: direttive europee vogliono che tali avvertenze coprano il 65 per cento della superficie esterna della confezione. In Italia è già dal 1991 che, sui pacchetti di sigarette, appare la scritta “il fumo uccide”, ma finora non sono apparse immagini.

Minorenne? No, grazie Per far fronte al dilagante problema dei fumatori giovanissimi, molti Paesi hanno adottato misure restrittive che impediscono a chi non è ancora maggiorenne di comprarsi un pacchetto di sigarette, al-

meno s u l l a carta. Anche in Italia, dove fino a un paio di anni fa bastava avere sedici anni, ora è necessario dimostrare di averne diciotto: e se, da una parte, il divieto impedisce a molti di iniziare, dall’altra porta chi ha già iniziato ad atti estremi pur di fumare, primo tra tutti il furto, perché, come spiega ancora Boffi “la dipendenza da nicotina supera addirittura quella da alcune droghe pesanti”. L’educazione antitabacco deve quindi iniziare proprio dai banchi di scuola, soprattutto perché, come dimostrano i dati dell’OMS, si inizia a fumare tra i 15 e i 25 anni, e questa età tende sempre più ad abbassarsi. È

UN PROBLEMA DI DONNE

Il tumore ai polmoni, che fino agli anni cinquanta era un tumore raro nella popolazione femminile, sta oggi superando quello della mammella: secondo il Ministero della salute in Italia una donna su quattro fuma abitualmente sigarette. È importante sottolineare che i polmoni delle donne, essendo più piccoli e con una superficie ridotta 26 | FONDAMENTALE | APRILE 2015

È bene ricordare che le terapie comportamentali e farmacologiche si sono dimostrate abbastanza efficaci nel far smettere i tabagisti, ma nonostante ciò spesso non vengono pubblicizzate abbastanza, in primo luogo dai medici. “Molti medici, infermieri e professionisti della salute fumano: l’incoerenza gioca un ruolo importante in questa battaglia. E finché non cambierà questo atteggiamento, smettere sarà sempre più difficile per il paziente”. Oltre l’85 per cento degli ex fumatori, continua Boffi, ha smesso da solo: “Le cure e le tecniche per aiutarli ci sono, è necessario ora che vengano sfruttate”. In altri Paesi, come Francia e Gran Bretagna, i farmaci per smettere di fumare sono rimborsati in parte o in toto, ma ciò non avviene in Italia.

C’è poca conoscenza dei sistemi per smettere

rispetto ai polmoni maschili, sono più vulnerabili e sensibili. Inoltre, da un punto di vista genetico e ormonale, il corpo della donna è predisposto alle forme più aggressive: gli ormoni tipicamente femminili come gli estrogeni e il progesterone, stimolando la crescita delle cellule tumorali, rendono di fatto il cancro più invasivo.


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INIZIATIVE Cinquantesimo AIRC

Un sito web racconta i 50 anni di AIRC Un album da sfogliare e un sito ricco di informazioni sulla prevenzione e la cura del cancro, attraverso 50 anni di storia della ricerca: lanostrastoria.airc.it è il regalo dell’Associazione a tutti i propri sostenitori

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a cura della REDAZIONE al lampo geniale di un gruppo di imprenditori e scienziati milanesi nel 1965, ai 97 milioni di euro donati alla ricerca nel 2014; dalla quadrantectomia per l’asportazione del tumore al seno, alla storia di Sara, cui viene diagnosticato un tumore metastatico, ma riesce con l’aiuto dei medici a portare avanti la gravidanza e a dare alla luce la piccola Agnese: l’Associazione racconta i primi 50 anni di vita, attraverso i volti di ricercatori, pazienti e sostenitori che ne costituiscono la linfa vitale. Nasce così il sito web lanostrastoria.airc.it, un vero e proprio album di famiglia da sfogliare, che AIRC regala ai propri

... scopri di più su: lanostrastoria.airc.it sostenitori e a tutti gli italiani, raccontando loro le informazioni essenziali sulla ricerca sul cancro dell’ultimo mezzo secolo. Per festeggiare le 50 candeline, AIRC ha sviluppato in modo completo il concetto di timeline: il nuovo sito è storia dell’Associazione, ma soprattutto storia di persone che hanno vinto la malattia, di scienziati italiani e stranieri che hanno dato un importante contributo all’oncologia. Ci sono anche i testimonial che hanno prestato il loro volto alle campagne di prevenzione e raccolta fondi ma c’è, soprat-

tutto, una guida esauriente sul cancro, le misure di prevenzione e di diagnosi, le cure disponibili e i filoni di ricerca più promettenti. Uno strumento pratico per trovare risposte a domande sulla salute e per capire come si è arrivati a proporre le terapie oggi a disposizione dei malati e quali sono le prospettive per il futuro. Un ritratto a tutto tondo per raccontare un ambito della ricerca che ha ancora bisogno di molti sforzi, ma che ha già ottenuto grandi successi, anche grazie a 50 anni di lavoro di AIRC, dei suoi donatori e della ricerca scientifica.

Un album dove trovare informazioni per la salute

NAVIGARE PER PAROLE CHIAVE

Il sito si può sfogliare come un album, per curiosità, attraverso sei contenitori che segnano cinque decenni di storia passata e il futuro. Oppure si può interrogare per parole chiave, attraverso

un aggregatore delle informazioni. I canali tematici raccontano le scoperte fondamentali, prevenzione e diagnosi, prognosi e cura, tumori femminili, tumori pediatrici, vita di AIRC.

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RACCOLTA FONDI Arance della Salute

Un frutto da 2,7 milioni Le Arance della Salute 2015 hanno raggiunto l’obiettivo, grazie al grande impegno di volontari e sostenitori, nelle piazze e nelle scuole TANTI PARTNER FANNO IL PIENO DI VITAMINE E RICERCA

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a cura della REDAZIONE n grande raccolto di arance e di prospettive future per il meglio della ricerca oncologica: sabato 31 gennaio, grazie al contributo insostituibile dei volontari e dei sostenitori dell’Associazione, sono stati raccolti 2.700.000 euro. Le Arance della Salute hanno animato 1.750 piazze e 563 scuole in tutta Italia, con il coinvolgimento di migliaia di volontari. Un grazie speciale va ai sostenitori scesi in piazza, ai volontari che fin dalle prime ore del mattino si sono dati da fare per allestire i ban-

Le Arance della Salute sono state animate da tanti partner che si sono uniti ad AIRC nel sostenere la ricerca sul cancro. SaldiPrivati e ePRICE, società che fanno parte di Banzai – gruppo leader in Italia nel settore e-commerce e digital media – hanno devoluto per l’occasione il 3 per cento del fatturato di sabato 31 gennaio e domenica 1 febbraio. Autogrill ha dedicato all’Associazione, per tutto il mese di febbraio, il proprio menù mattina, con la "spremuta della ricerca" fatta con le arance rosse italiane. Con un piccolo contributo aggiuntivo di 10 centesimi, i clienti Autogrill hanno potuto fare il pieno di vitamine e sostenere la ricerca italiana sul cancro. Partner delle Arance della Salute sono stati anche la catena di alberghi NH Hotel Group Italia e Eataly, negozi e ristoranti che mettono al centro i produttori e i cibi di qualità. chetti nelle piazze e distribuire le reticelle di arance, insieme alla guida 50 anni di ricerca a tavola, per combattere il cancro anche con la sana alimentazione, ai testimonial e ai media che hanno raccolto e am-

plificato il messaggio di AIRC. I fondi raccolti contribuiscono a garantire la continuità dei progetti di ricerca triennali e quinquennali attivi nelle istituzioni di ricerca italiane più qualificate.

INNER WHEEL FA GIRARE LA RICERCA

L’importante realtà associativa diffusa sul territorio nazionale si è confermata per il secondo anno INFOCERT FA STRADA CON AIRC a fianco della ricerca oncologica, devolvendo ad AIRC la raccolta L’azienda sostiene la fondi annuale. Culmine del ricerca sul cancro e propone percorso di quest’anno è stato ai propri dipendenti e clienti un percorso a tappe, che dalla l’incontro del consiglio nazionale con il ricercatore Franco Locatelli, conoscenza delle tematiche dedicato ai tumori pediatrici. della ricerca e della prevenzione, attraverso un percorso di condivisione, porta al benessere, all’impegno nel volontariato e al sostegno dei migliori ricercatori oncologici. 28 | FONDAMENTALE | APRILE 2015


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RACCOLTA FONDI Azalea della Ricerca

Tutti in piazza per il fiore delle mamme Per la Festa della mamma, il regalo più bello è L’Azalea della Ricerca, nelle piazze domenica 10 maggio, per dare linfa alla cura dei tumori femminili

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a cura della REDAZIONE omenica 10 maggio è un giorno da segnare in calendario, per non dimenticarci la Festa della mamma, ma non solo. Da 31 anni AIRC in questa occasione pensa alle mamme e a tutte le donne con un’iniziativa mirata ai tumori femminili, per ribadire l’importanza della prevenzione e per dare forza alla ricerca in questo campo. Un modo molto concreto per dare linfa a questo ambito oncologico è scendere in piazza per L’Azalea della Ricerca e donare un contributo minimo di 15 euro: le piantine colorate saranno distribuite in 3.600 piazze in tutt’Italia dagli infaticabili 20.000 volontari AIRC. Da 50 anni AIRC so-

stiene la ricerca e l’obiettivo di questa giornata, in particolare, è garantire la continuità degli oltre 90 progetti sui tumori femminili in corso finanziati dall’Associazione. L’iniziativa è anche un’occasione per informarsi sulla prevenzione e la diagnosi dei tumori femminili, grazie a una speciale pubblicazione distribuita insieme alle azalee, con i consigli degli esperti, dedicata a tutte le donne. Per l’Azalea della Ricerca NBC Universal è di nuovo a fianco di AIRC, realizzando e trasmettendo su DIVA Universal una serie di video clip, sulla prevenzione dei tumori femminili e su giovani ricercatori sostenuti da AIRC, e trasmettendo lo spot AIRC con l’invito ad andare in piazza.

BANCO POPOLARE FA SQUADRA CON AIRC

Dal 2015 AIRC e i suoi ricercatori possono contare sul supporto di un nuovo importante partner. Il Gruppo Banco Popolare entra a far parte della squadra dei partner di AIRC in occasione della trentunesima edizione dell’Azalea della Ricerca. Nel corso dell’anno, i clienti del Gruppo e tutti i cittadini italiani potranno sostenere la ricerca attraverso una delle tante occasioni che Banco Popolare ha deciso di mettere a disposizione. Dai canali tradizionali alle applicazioni più innovative, molte saranno le opportunità per donare e rimanere informati sui progressi della ricerca.

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LASCITI Chi ha scelto di sostenere FIRC

UN LASCITO PER LA RICERCA

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cegliere di fare testamento in favore della Fondazione italiana per la ricerca sul cancro, lasciandole anche solo una parte dei propri beni, significa dare un sostegno concreto e significativo alla ricerca oncologica in Italia. Pur riconoscendo i diritti dei propri eredi si può sempre lasciare una parte del patrimonio a favore della ricerca sul cancro. Per questo FIRC offre gratuitamente la Guida al testamento, uno strumento utile per sapere come si effettua un lascito testamentario: chi sono gli eredi e come vengono stabiliti; quali sono le quote di riserva a favore dei figli e del coniuge e tante altre informazioni pratiche. Il testamento può essere: olografo: basta scrivere su un foglio cosa si vuole destinare (per esempio una somma di denaro) e a chi, datarlo e firmarlo. Il testamento potrà essere poi affidato a una persona di fiducia o a un notaio; pubblico: viene ricevuto dal notaio alla presenza di due testimoni e poi custodito dal notaio stesso. Con la Guida al testamento, aggiornata secondo le leggi vigenti, effettuare un lascito testamentario è diventato un gesto semplice, per tutti: richiedila gratuitamente contattando tel. 02 79 47 07 www.fondazionefirc.it

Un sorriso per tutti i bambini Per Lunetta Savino destinare un lascito a FIRC è un impegno che, guardando lontano, si traduce in nuova ricerca

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a cura della REDAZIONE na volta ho registrato una storia per far tornare il sorriso a un bambino malato. In quel momento, avrei voluto far durare il suo sorriso per sempre”. Lunetta Savino spiega con questa semplice frase il motivo del suo impegno a sostegno della ricerca sul cancro e la sua adesione alla campagna lasciti testamentari FIRC. Debutta sul palcoscenico nel 1981 con Macbeth e l’anno seguente al cinema con Grog di Felice Laudadio. Negli anni interpreterà opere come Il mercante di Venezia, Sorelle Materassi e Medea. Eppure la notorietà, come spesso accade, le viene dal piccolo schermo. Il ruolo di Cettina infatti, interpretato nella fortunata serie televisiva Un medico in famiglia, le si cuce addosso come succede solitamente quando si recita per molto tempo nei panni di un personaggio amatissimo dal pubblico. Diventa quindi una scelta necessaria quella di smarcarsi, per non restare ancorata a un solo ruolo. Lo fa sia con altre serie e fiction per la televisione sia con ruoli per il grande schermo. La popolarità dell’attrice barese diventa un veicolo per sostenere la ricerca sul cancro. Lunetta Savino è infatti testimonial della campagna lasciti testamentari di FIRC. L’invito a destinare alla Fondazione una parte della propria eredità le viene spontaneo perché,

come spiega lei stessa, “un sorriso può dare solo un momento di serenità a chi affronta una malattia come il cancro”, ma per fare in modo che non si tratti di un singolo istante è necessario un impegno che guardi lontano, che possa tradursi in un sostegno concreto al lavoro dei ricercatori. “Per questo ho deciso di sostenere AIRC e FIRC, da sempre impegnate nei progetti pediatrici, e di lasciare una piccola parte della mia eredità alla Fondazione italiana per la ricerca sul cancro. Perché non c’è cosa più bella della speranza di poter vedere un giorno tanti, tutti i bambini colpiti da questa malattia, tornare a sorridere.”


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RICERCA IFOM Movimenti cellulari

In questo articolo: ricerca di base metastasi chemochine

Come stormi di uccelli Le cellule tumorali che riescono ad aggregarsi sono più resistenti e riescono a dare metastasi con maggiore frequenza

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a cura di CARLOTTA JARACH nche per le cellule tumorali vale il detto l’unione fa la forza. Uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology dimostra che le cellule tumorali nel nostro corpo si comportano come uccelli in uno stormo. I ricercatori si sono concentrati sulle cellule tumorali B, tipiche dei tumori del sangue ma presenti anche in quelli solidi, in grado di aggregarsi e, in questa forma, di resistere meglio delle cellule solitarie ai fattori ambientali, tra cui il sistema immunitario. Lo studio condotto dai ricercatori di IFOM e dell’Università degli Studi di Milano mostra come i gruppi di cellule, al pari degli uccelli, si muovano in maniera coordinata e compatta, dando costantemente il cambio a chi guida, alternandosi per tutto il percorso. Questo consente loro di aumentare la capacità di muoversi e potenzialmente di disseminarsi. Il fenomeno di aggregazione è stato osservato anche in tumori solidi e, benché sia un evento minoritario, una volta insieme le cellule hanno una capacità di dare origine a metastasi superiore del 50 per cento rispetto alla cellula solitaria. Come sottolinea Gema MaletEngra, prima autrice della ricerca e membro del laboratorio diretto da

Giorgio Scita, “con una concentrazione bassa di chemochina, una proteina responsabile dell’attivazione dei globuli bianchi, in genere una cellula B maligna e solitaria non migra, mentre un aggregato di cellule sì”. LA BENZINA DEL TUMORE Le chemochine agiscono quindi come un carburante. Se le chemochine aumentano, la cellula solitaria va incontro al fenomeno di migrazione invertita: per eccesso di “benzina”, arrivate al linfonodo da cui devono poi partire per colonizzare altri organi, rimbalzano e tornano indietro. Gli aggregati di cellule, invece, continuano a muoversi compatti nella direzione prevista. Non solo: come in uno stormo di uccelli, le cellule confondono le nostre difese immunitarie con movimenti apparentemente casuali, in realtà finemente coordinati, delle vere e proprie “strategie di volo” che dipendono dalla concentrazione di chemochina presente. Quando questa inizia a scarseggiare, l’aggregato di cellule si ferma, aggiusta la direzione, si alimenta e parte di nuovo. Un impeccabile meccanismo di comunicazione tra le cellule, come conferma Giorgio Scita, il primo a dimostrare, in lavori precedenti, la relazione con il carburante molecolare rappresentato dalla chemochina.

Il gruppo è più resistente della cellula isolata

LA RICERCA IN BREVE Cosa si sapeva Le cellule tumorali migrano e danno luogo a metastasi sotto l’influsso delle chemochine Cosa aggiunge questo studio Le cellule che si muovono in gruppo sono più resistenti delle altre agli stimoli ambientali Troppa chemochina, come troppa benzina, interferisce con gli spostamenti delle cellule solitarie ma non dei gruppi di cellule I gruppi di cellule si muovono come stormi, con strategie di spostamento e alternanza alla guida

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RACCOLTA FONDI Cinquantesimo AIRC

La Partita del Cuore

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a cura della REDAZIONE l 2 giugno AIRC celebra il suo Cinquantesimo con una festa di sport e spettacolo. Allo Juventus Stadium di Torino si giocherà infatti la Partita del Cuore, tradizionale appuntamento con la solidarietà organizzato dalla Nazionale italiana cantanti, che tutti potranno seguire in diretta su Rai Uno, in prima serata, con la possibilità di donare alla ricerca sul cancro. L’iniziativa è stata presentata dal palco di Sanremo da Enrico Ruggeri, portavoce della Nazionale italiana cantanti, e da Carlo Conti. La Partita del Cuore 2015 è dedicata alla sfida contro il cancro: infatti il ricavato

Credits: Maurizio D’Avanzo

MUTI IN CONCERTO

della distribuzione dei biglietti e delle donazioni con numero solidale sarà destinato ad AIRC e alla Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro. Scenderanno in campo anche i vincitori di Sanremo, il Volo, e il vincitore di XFactor Lorenzo Fragola.

Le Arance della Salute

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Riccardo Muti accoglie l’invito di Bologna Festival e lo fa con un concerto a favore di AIRC, in occasione del Cinquantesimo anniversario dell’Associazione. Giovedì 28 maggio alle 20.30, presso il Teatro Manzoni, il Maestro dirigerà l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”, che eseguirà brani di Mozart e Verdi. I biglietti sono disponibili su www.bolognafestival.it, oppure presso la biglietteria Bologna Welcome (Piazza Maggiore 1/E) tel. 051 231454.

Credits: Todd Rosemberg by courtesy of www.riccardomutimusic.com


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Tel. 0971 411 208 - com.basilicata@airc.it - www.airc.it/basilicata

Accardo e I Solisti Aquilani per AIRC

Teramo Per la XXXVI stagione dei concerti della Società della Musica e del Teatro “Primo Riccitelli”, presso il Teatro Comunale si sono esibiti I Solisti Aquilani con Salvatore Accardo, nella duplice veste di direttore e solista, e la partecipazione di Francesco Fiore, alla viola. Il programma, interamente dedicato a Mozart, ha riscosso un importante successo di pubblico.

In breve dalla Basilicata Viggiano (Potenza) L’AKIRIS, una società cooperativa sociale, ha organizzato una raccolta di fondi per AIRC. Matera Il liceo classico “Emanuele Duni” segue con costanza e passione tutte le iniziative promosse da AIRC, grazie al supporto del dirigente scolastico Marialuisa Sabino, della professoressa Irene Sandri e grazie alla generosità di alunni e famiglie.

In breve dall’Abruzzo-Molise Pescara Si è tenuto il primo appuntamento di “Match di Improvvisazione Teatrale”, innovativa e coinvolgente forma di teatro. Le prossime tappe sono previste in diverse località abruzzesi. Monteroduni (Isernia) Grazie al prezioso aiuto dei volontari della provincia di Isernia, si è giocata una divertente tombolata. Pescara L’iniziativa Lotteria del Mare è stata promossa da SIB Confcommercio e Comitato Abruzzo-Molise AIRC per raccogliere fondi a favore della ricerca oncologica. I 2.000 biglietti sono stati distribuiti presso gli stabilimenti balneari aderenti. Tra i premi assegnati un viaggio, un televisore e una bicicletta.

Calabria... tel. 0984 41 36 97 - com.calabria@airc.it www.airc.it/calabria

La notte dei desideri

Pizzoni (Vibo Valentia) Un gruppo di ragazzi di Pizzoni ha organizzato per la sera di Natale la manifestazione “La notte dei desideri”. Durante la serata sono state liberate nel cielo delle lanterne. Parte del ricavato è stato devoluto ad AIRC.

Potenza L’Istituto d’Istruzione Superiore “Leonardo Da Vinci” ha inserito nel suo progetto “A scuola di volontariato” le attività di AIRC, coinvolgendo nelle manifestazioni di piazza alunni dai 14 ai 18 anni.

In breve dalla Calabria Cosenza I giovani volontari AIRC hanno organizzato una serata presso il Live Disco Dinner con musica dal vivo di Marco Rovezzi e DJ Chicco Allotta. Il ricavato della serata è stato interamente devoluto ad AIRC. Filadelfia (Vibo Valentia) L’associazione culturale Filadelfia nostra ha organizzato anche quest’anno un mercatino solidale a favore di AIRC. Laino Borgo (Cosenza) Presso il Santuario Madonna della Cappelle, la delegazione AIRC di Laino Borgo ha organizzato l’undicesima edizione di “In ricordo di un amico”, la manifestazione musicale in omaggio a Nuccio Malacone. Gioiosa Ionica (Reggio Calabria) L’associazione Carpe Diem organizza la quinta edizione di una cena di beneficenza dedicata ad AIRC per sostenere l’eccellenza dell’oncologia italiana, presso il ristorante Barone Rosso.

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Campania...

Friuli - Venezia Giulia...

Tel. 081 403 231 - com.campania@airc.it - www.airc.it/campania

Tel. 040 365 663 - com.friuli.vg@airc.it - www.airc.it/fvg

Dance for Life

Trieste Antiqua

Caivano (Napoli) Si è svolta con successo la seconda edizione di Dance for Life presso l’Auditorium Caivano Arte: un’occasione per insegnare agli allievi delle scuole di danza come l’arte possa mettersi a disposizione del sociale. Anche quest’anno la serata ha avuto come testimonial della manifestazione l’etoile internazionale Giuseppe Picone. L’evento è stato condotto dalla critica di danza Elisabetta Testa, con intervento della consigliera Giuliana Gargiulo.

In breve dalla Campania Napoli Federico Pedone ha organizzato una splendida festa al Momah per sostenere la ricerca, raccogliendo un’ampia partecipazione. Napoli Le Uova della Ricerca sono state ospitate presso lo showroom della gioielleria Ascione. Per il settimo anno Casa Ascione ha infatti scelto di sostenere AIRC con i suoi preziosi gioielli. Nello showroom è stato offerto un cocktail di presentazione delle Uova di Gay Odin con i meravigliosi doni della gioielleria.

Emilia-Romagna... Tel. 051 244 515 - com.emilia.romagna@airc.it - www.airc.it/emiliaromagna

Vintage per AIRC

Trieste In occasione della XXXII Mostra Mercato dell’Antiquariato presso il Palazzo dei Congressi della Stazione Marittima, si è tenuta “Trieste Antiqua”. La consigliera regionale AIRC, Tina Campailla, ha allestito uno stand illustrativo a tema: “Lo straordinario fascino dell’India”. Sono stati esposti svariati oggetti come statue, gioielli, abiti, tessuti e miniature, il tutto in una cornice suggestiva fatta di immagini e magiche atmosfere indiane. Lo stand ha ospitato il presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchiani, il prefetto Francesca Adelaide Garufi e il sindaco Roberto Cosolini.

In breve dal Friuli-Venezia Giulia Porcia (Pordenone) La consigliera del Comitato Friuli-Venezia Giulia, Anna Fresco De Mattia, ha ricevuto i suoi amici per una festa. Gli ospiti, invece dei classici doni, sono stati invitati a lasciare un’offerta per AIRC. Generosissima è stata la raccolta che la consigliera ha devoluto interamente al Comitato.

Lazio... Tel. 06 446 336 5 - com.lazio@airc.it - www.airc.it/lazio

Serata in musica Ravenna Ha riscosso grande successo l’evento “Vintage per AIRC”: in molti hanno partecipato all’aperitivo-cena e alla sfilata con presentazione in anteprima della collezione al Singita Miracle Beach di Marina di Ravenna. A seguire, nel mese di ottobre, la tre giorni della mostra-mercato di beneficenza che ha visto il ricavato interamente donato ad AIRC. Per questo si ringraziano la Banca Popolare di Ravenna, tutti coloro i quali hanno donato oggetti, vestiti, accessori e tutti i partecipanti.

In breve dall’Emilia-Romagna Modena Presso l’Accademia Militare, il Rotaract Club di Modena ha organizzato una cena con raccolta fondi per AIRC. Ringraziamo i ragazzi del Rotaract per averci dedicato la serata. Bologna In piazza della Mercanzia, coordinati dal coach Claudio Vandoni, si sono alternati diversi ex campioni di Fortitudo e Virtus per distribuire le Arance della Salute. Un grazie di cuore a Pensare Basket e a tutti i partecipanti.

Velletri (Roma) Presso il Teatro Artemisio, con il patrocinio del Comune, si è svolta la seconda edizione di “Music for life”. Alla serata, presentata da Marco Profeta, hanno preso parte Fabio Bastianelli, i Need Purple e Diana Vasconi, presidente dell’Associazione Music for life e promotrice dell’evento. Ad intervenire come special guest, Sergio Giuffrida, comico del programma Colorado. L’intero ricavato è stato devoluto ad AIRC.

In breve dal Lazio Canepina (Viterbo) Presso la Cantina di Santa Corona si è svolto il tradizionale appuntamento con “Le Cantine della Solidarietà”. I partecipanti hanno potuto degustare una cena assaporando il tipico menù delle cantine. Parte della quota di partecipazione è stata devoluta ad AIRC. Roma Con la collaborazione dei circoli romani Montecitorio e Tevere Remo, si è svolta la prima edizione del Trofeo AIRC: torneo di tennis doppio misto per non professionisti. Il ricavato delle quote di iscrizioni è stato interamente devoluto ad AIRC. Il torneo si è concluso con un ricco aperitivo, la premiazione e un intervento di Niccolò Contucci, direttore generale dell’Associazione, e Ruggero De Maria, direttore scientifico dell’IFO di Roma. La seconda edizione è prevista a settembre.


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Liguria...

Marche...

Tel. 010 277 058 8 - com.liguria@airc.it - www.airc.it/liguria

Tel. 071 280 413 0 - com.marche@airc.it www.airc.it/marche

Beatrice in barca a vela per AIRC

Novant’anni di tennis a Macerata

Genova In occasione dell’ottava tappa della Clipper Round the World Race 2013/2014, giro del mondo in barca a vela riservato ad equipaggi non professionisti sul percorso New York-Derry-Londonderry, era presente anche Beatrice Cameli. Per l’occasione, la nipote della compianta consigliera Giovanna Cameli ha organizzato una raccolta fondi tra i partecipanti alla regata. Notevole la risposta dei donatori a sostegno del Comitato Liguria.

Macerata Presso l’Auditorium San Paolo, si è svolta la presentazione del libro dell’associazione Carima 90anni di tennis a Macerata organizzata dall’Associazione Tennis C. e G. Giuseppucci. Alla presenza delle istituzioni, dei rappresentanti dello sport marchigiano e di tutta la comunità maceratese l’ATM ha ricordato il nobile impegno che AIRC onora con coraggio da cinquant’anni: rendere il cancro una malattia sempre più curabile. Testimonial d’eccezione la tennista Lea Pericoli, sempre al fianco dell’Associazione.

In breve dalla Liguria Genova Presso Palazzo Ducale, si è svolto il consueto appuntamento Moda e Glamour per la Ricerca. Grande successo di pubblico per l’evento che ha visto sfilare i capi dell’Atelier “Adaesse” di Ada Spaino. Con il patrocinio del Consolato Generale del Principato di Monaco a Genova, la serata si è arricchita con il contributo di tanti generosi partner, il catering di La Manuelina e la partecipazione di Massimo Giletti. Genova Iniziativa letteraria e solidale a Palazzo Ducale, dove si è tenuto l’incontro “Venti di Poesia”. In apertura un aperitivo-spettacolo per celebrare la ventesima edizione del Festival Internazionale di Poesia e per ricordare Giovanna Cameli, storica consigliera AIRC. Le quote di partecipazione sono state interamente devolute all’Associazione. Liguria Sottoscrizione con il quotidiano Il Secolo XIX in collaborazione con gli edicolanti liguri “1 euro contro il cancro”. La raccolta è a favore di una borsa di studio per un giovane ricercatore ligure.

In breve dalle Marche Macerata Si è svolta con successo la V edizione del Torneo di Tennis Memorial Fabrizio Liuti presso il Circolo Tennis Macerata C. e G. Giuseppucci. Moltissimi i partecipanti che hanno ricordato il celebre giornalista e storico volontario AIRC, scomparso cinque anni fa. Castelfidardo (Ancona) Sfida all’ultima battuta al Centro Sportivo Green: dieci tennisti marchigiani hanno avuto l’opportunità di gareggiare con Omar Camporese, leggenda del tennis mondiale degli anni novanta. L’evento, inserito all’interno del Torneo Osimo Challenger 2014, con la direzione tecnica di Federico Giuliodori, ha messo in primo piano la solidarietà con una raccolta fondi a sostegno dei nostri ricercatori. Ancona Presso la facoltà di medicina e chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche, il SISM - Sede locale di Ancona ha organizzato una giornata di informazione e di sensibilizzazione contro il tumore al seno. Le partecipanti hanno avuto la possibilità di ricevere una visita senologica gratuita. Per l'anno sociale 2015 - 2016 il Distretto Rotaract 2090 ha deciso di sostenere AIRC. I club delle regioni Abruzzo, Marche, Molise e Umbria saranno impegnati nella realizzazione del progetto di service "2090 per AIRC", col fine di sensibilizzare l'opinione pubblica e in ricordo della giovane rotaractiana ascolana Maria Cristina Cocca.

Lombardia... Tel. 02 779 71 - com.lombardia@airc.it - www.airc.it/lombardia

In breve dalla Lombardia Milano Ancora un grande successo per una “Notte al museo”, dedicata alla mostra di Segantini presso Palazzo Reale. Gli amici del Comitato Lombardia hanno potuto assistere ad una piccola introduzione alla mostra, presentata dal direttore generale di Palazzo Reale Domenico Piraina, per poi visitare le sale a porte chiuse. Varese Tanti piccoli cestisti hanno riempito il palazzetto della OpenJobsmetis Varese in occasione della IV edizione del trofeo Esordienti AIRC. Un sabato di sport che ha permesso di raccogliere fondi per la ricerca. Rovato (Brescia) Tutti in forma con i sedici istruttori di zumba che hanno fatto ballare e saltare i partecipanti alla terza edizione di Zumbathon per AIRC, presso il Palazzo dello Sport. Grazie a tutti coloro che sono intervenuti in questo pomeriggio di sport e un ringraziamento particolare a Michela, anima della manifestazione.

Piemonte-Valle d’Aosta... Tel. 011 993 335 3 - com.piemonte.va@airc.it - www-airc.it/piemonte

A cena per la Ricerca

Moncalieri (Torino) Un cena con piccoli e simpatici ospiti: presso il ristorante Maglione si è svolta la cena organizzata da Wlady, presentatore di Radio Juke Boxe e Primantenna Tv. La serata si è tenuta in compagnia di un gruppo di appassionati e di allevatori di chihuahua. Il ricavato è stato interamente devoluto ad AIRC.

In breve da Piemonte-Valle d’Aosta Torino Presso la sede FCA Italy Spa di Torino, si sono svolti i “mercatini solidali”. Grazie alla disponibilità dei dirigenti abbiamo distribuito cioccolatini e gadget ai dipendenti dell’azienda. Villanova d’Asti (Cuneo) È tornato per la 2° edizione “Echi d’infinito”. Diversi gli appuntamenti teatrali e musicali organizzati da Andrea Mattana tra Villanova d’Asti e Priocca. Ad AIRC è stata donata la metà del ricavato perché l’iniziativa era condivisa con l’Aisla di Asti.


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una commistione di jazz e swing di facile e godibile ascolto.

Sardegna...

In breve dalla Sardegna

Tel. 070 664172 - com.sardegna@airc.it www.airc.it/sardegna

Suoni per la ricerca Cagliari Presso il Piccolo auditorium, si è svolto un concerto con aperitivo organizzato dall’associazione “Suoni in Tempesta” a favore di AIRC. Nella prima parte della serata, si è esibito il pianista australiano Peter Waters con un repertorio tra classico e jazz, traendo spunto da Debussy e Ravel. Nella seconda parte, quattro giovani dell’Accademia di Santa Cecilia hanno presentato il Quartetto di William Walton,

Posada (Nuoro) Si è svolta la terza edizione della serata “Sostieni la Ricerca” organizzata dal Rotary di Siniscola e dal Comune di Posada. Cagliari La Società Servizi Pinna ha organizzato una festa di Natale a favore di AIRC con amici e dipendenti. Cagliari Sono stati estratti i biglietti vincenti della lotteria “Arte in Corsia”. La mostra di opere di artisti sardi era stata allestita presso l’Azienda Ospedaliera Brotzu. Sassari Presso il teatro Verdi si è svolto il concerto “W. Huston tribute”. Cagliari Il Comitato Sardegna, in collaborazione con l’Accademia delle Arti Minori e il comitato Mercatino di Decimo, ha organizzato come ogni anno il mercatino di Natale. Gli oggetti sono stati preparati per l’occasione da volontarie, abili artiste, che offrono ad AIRC le loro creazioni natalizie.

Puglia...

Sicilia...

Tel. 080 521 870 2 - com.puglia@airc.it - www.airc.it/puglia

Tel. 091 611 034 0 - com.sicilia@airc.it - www.airc.it/sicilia

Natale in casa Proietti

Serata danzante della Befana

Trani Con il patrocinio del Comune, il Circolo del Cinema “Dino Risi” ha organizzato una serata di teatro a favore di AIRC. Gigi Proietti ha illustrato al pubblico presente il Natale in Casa Proietti: racconti sotto l’albero, tra storie, aneddoti e tanta solidarietà. Una serata indimenticabile e dal grande seguito di pubblico, numeroso ed entusiasta.

Alcamo (Trapani) Per il tredicesimo anno, presso la villa “Baglio della Luna”, la delegazione AIRC ha organizzato la serata danzante della Befana. La serata ha accolto numerosi partecipanti entusiasti che hanno potuto godere di musica dal vivo e dj set, un ricco buffet fatto di dolci donati da aziende, negozianti e bar locali, nonché l’immancabile estrazione di numerosi premi.

In breve dalla Puglia Andria L’associazione “Corte Sveva” ha organizzato una serata dedicata ad AIRC con Morgan, ospite d’onore. L’incontro con il cantante è stato preceduto dall’intervento della ricercatrice Maria Carmela Vegliante che ha informato il pubblico sui progressi della ricerca e sull’importanza del lavoro dei ricercatori. Importante il successo di pubblico. Andria Nell’affascinante struttura del B&B Tonnoconte si è tenuta una splendida serata in compagnia di Marisa Laurito, che ha deliziato gli ospiti preparando alcune ricette tratte dal suo libro. Sottofondo musicale dedicato alle suggestioni napoletane. Corato (Bari) Si è corsa la gara podistica non agonistica “Corri Sine Labe Doli - Una sgambata per tutti”, giunta alla sua quarta edizione. L’evento è stato organizzato dal CRAL dell’A.S.I.P.U. e dal gruppo Sportivo Atletico Amatori Corato per ricordare Bice Fino e Giacomo Gravina. Serracapriola (Foggia) Presso la Chiesa S.S. Trinità l’associazione “Il Melograno” ha organizzato il “Rosamaria Memory”, con la partecipazione dei maestri Antonio Carretta, Nazario Lapiscopia e Roberto Teste che si sono esibiti in concerto in ricordo di Rosamaria Giacci, responsabile AIRC di Serracapriola.

Andria e Bisceglie Due splendide serate a favore di AIRC, ricche di divertimento targato Nino Frassica, protagonista assoluto con aneddoti tratti dal suo libro La mia autobiografia: 70% vera 80% falsa. Ad ospitarle il Cinemars di Andria e il Teatro Garibaldi di Bisceglie.

In breve dalla Sicilia Marsala (Trapani) Circa 70 ragazzi si sono sfidati a calcetto in occasione del V trofeo Alessio Paladino Ombra. Il torneo è ormai diventato una tradizione dell’estate marsalese, per ricordare Alessio e aiutare la ricerca. Enna Presso la Camera di Commercio, sono stati estratti i biglietti dei fortunati vincitori della lotteria provinciale. Siracusa Presso la concessionaria Comauto, si è svolta l’estrazione dei premi relativi alla lotteria provinciale. Fra i premi un’autovettura, un motorino e gioielli.

Palermo - Il prossimo 17 maggio, alle 17.30, presso il teatro Massimo andrà in scena l’anteprima generale per AIRC dell’opera Un ballo in maschera di Verdi.


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Toscana...

Umbria...

Tel. 055 217 098 com.toscana@airc.it www.airc.it/toscana

Tel. 075 583 813 2 - com.umbria@airc.it - www.airc.it/umbria

Asta

Firenze Alla Casa d’Aste Pandolfini, si è tenuta la ventinovesima edizione della storica asta promossa dal Comitato Toscana. Sono stati assegnati lotti come splendide vacanze, visite in luoghi solitamente inaccessibili, vini pregiati, oggetti e mobili di antiquariato.

Concerto per i 20 anni del Comitato

Perugia Al Teatro Morlacchi si è tenuto un concerto dell’Orchestra “Fuccelli Fisarmony”. Lo spettacolo ha voluto festeggiare i vent’anni di attività del Comitato Umbria e lo ha fatto ripercorrendo la storia della fisarmonica, dall’allegria del folklore, passando per la passione del tango, i colori del jazz e la magia della musica classica.

In breve dalla Toscana

In breve dall’Umbria

Ambra (Arezzo) Visto il successo del consueto mercatino di Maggio, le volontarie di Ambra, con l’aiuto dei ragazzi delle scuole e di tutto il paese, hanno organizzato l’edizione invernale.

Perugia I festeggiamenti per i 20 anni del Comitato Umbria sono continuati anche nel mese di novembre. Presso l’Auditorium di Confindustria Umbria sono intervenuti i ricercatori per un excursus sul lavoro di ricerca portato avanti e i progetti sviluppati grazie ad AIRC.

Firenze - Il 19 aprile, presso l’Hotel Astoria, è possibile partecipare a “Burraco per Costanza”. Per informazioni ed eventuali iscrizioni rivolgersi al Comitato Toscana.

Maggio - Orvieto, presso il Teatro Mancinelli, sarà il momento del consueto appuntamento con la Compagnia Mastro Titta che quest’anno mette in scena per AIRC il musical Sister Act.

Veneto... Tel. 045 82 50 234 - com.veneto@airc.it - www.airc.it/veneto

Serata di gala

Venezia The Westin Europa & Regina ha ospitato un gran gala in occasione del passaggio di testimone tra Vittorio Coin, uno dei fondatori del Comitato e presidente di lungo corso, e Antonio Maria Cartolari che gli subentra alla guida del Comitato. La serata, allietata dai brani interpretati da Helena Hellwing, ha raccontato risultati, ricordi ed emozioni. Alla cerimonia hanno partecipato oltre 200 ospiti tra imprenditori, esponenti della finanza e amici di AIRC. Il ricco parterre ha accolto con simpatia il nuovo presidente, le cui doti, umane e professionali contribuiranno a imprimere un’ulteriore spinta al Comitato e a perfezionare gli importanti traguardi raggiunti dal presidente uscente Vittorio Coin. Cartolari ha voluto ringraziare chi con costanza, determinazione ed entusiasmo ha ricoperto un ruolo impegnativo, affiancato dalla sempre discreta consorte Yaya. Alla serata ha partecipato anche il presidente nazionale, Pier Giuseppe Torrani. Ricca la raccolta fondi che permetterà di finanziare anche una borsa di studio. Da oltre dieci anni la catena Starwood ha offerto con generosità le sue strutture pro AIRC grazie alla sensibilità di Robert Koren, VP Regional Director Southern Europa, e di Antonello De’ Medici, direttore area Venezia Starwood Hotels & Resorts. Partner del Gala veneziano: Maria Elena Aprea, Anna

Licia Balzan, Famiglia Baruchello, Alberto Bastianello, R. Fernando Caovilla, Antonella Conti, Deutsche Bank Private Wealth Management, Diego Gianaroli, Alessandro Hausbrandt, Energy Group T.I. spa, Luca e Veronica Marzotto, Daniela Pagnan, Giorgio Polegato, Franco Sabbadin, Giorgio Spanio, Franco e Sonia Tatò, Riccardo Tosato, Enrico Vaccari.

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IL MICROSCOPIO

Maria Ines Colnaghi direttore scientifico AIRC

UN SERVIZIO PER I SOCI Per segnalare corrispondenza doppia, aggiornare i vostri dati o conoscere la vostra storia contributiva, potete contattarci, 7 giorni su 7, chiamando il nostro numero verde 800 350 350

ATTENTI ALLE TRUFFE AIRC non effettua la raccolta fondi “porta a porta”, con incaricati che vanno di casa in casa. Nel caso dovesse succedere, stanno tentando di truffarvi. Denunciate subito la truffa chiamando la polizia (113) o i carabinieri (112).

AIRC e la ricerca dei giovani

A

nche quest’anno AIRC ha deliberato la destinazione dei suoi finanziamenti per la ricerca. Il bando 2014 (che riguarda i fondi erogati ai ricercatori dal 2015) ha visto crescere il numero delle domande in tutte le categorie previste: borse per l’Italia, borse per andare all’estero, grant per giovani ricercatori come My First AIRC grant e Start-up grant e infine finanziamenti per ricercatori di esperienza già consolidata, gli Investigator grant; a questi bandi si è aggiunto quest’anno anche il programma TRIDEO, di cui si parla più estesamente alle pp. 8-11. I fondi, invece, rimangono essenzialmente stabili rispetto agli ultimi tre anni (con quasi 75 milioni di euro di erogazioni approvate a fine 2014, per 622 progetti – tra nuovi e rinnovi – a fronte di 1.068 richieste di finanziamenti), a riprova del fatto che la ricerca italiana ha sempre più bisogno di AIRC e dei suoi donatori per poter ottenere risultati importanti. C’è però un elemento che salta subito all’occhio, se si osservano le caratteristiche di coloro che partecipano ai bandi e che è un segnale indiretto dell’efficacia della “filiera AIRC”, un sistema di sostegno crescente alla formazione e alla carriera dei ricercatori meritevoli. Il tasso di successo tra tutti coloro che applicano per un finanziamento ad un bando Investigator grant è poco al di sotto del 40 per cento, ma se guardiamo solo ai ricercatori che applicano per la prima volta il successo si

dimezza, con valori intorno al 20 per cento. Tra tutti i bandi proposti, l’Investigator grant, rivolto a ricercatori con un’elevata produzione scientifica autonoma (quindi un indicatore del loro ruolo di coordinatori di un gruppo di ricerca), rappresenta per i giovani una vetta da scalare. È raro che gli under 40 abbiano i requisiti richiesti e tentino di parteciparvi, poiché vi sono altri bandi rivolti esclusivamente a loro. Eppure, con il bando 2014, AIRC ha ricevuto 28 domande per Investigator grant da ricercatori tra 30 e 40 anni e il loro tasso di successo è stato del 50 per cento: un risultato davvero straordinario. Andando a vedere la storia personale dei vincitori, si nota l’importanza di AIRC nella loro vita scientifica: molti sono ex borsisti o comunque ricercatori che hanno fatto parte di gruppi di ricerca sostenuti da AIRC. Non possiamo che essere fieri di questa realtà che conferma quanto sia importante avviare il prima possibile i giovani scienziati all’indipendenza, perché è negli anni più verdi che l’immaginazione e la creatività sono al massimo e permettono di elaborare progetti proiettati nel futuro. Significa anche che l’Associazione sa accompagnare i migliori, farli crescere, consentire loro di acquisire competenze che si trasformeranno in nuove opportunità di cura per i pazienti. L’elenco delle erogazioni AIRC è disponibile su www.airc.it/erogazioni2014

ESSERE SOCIO È IMPORTANTE, ESSERLO SEMPRE È SPECIALE “In Viaggio con la Ricerca” è il programma di donazione continuativa di AIRC che dà la possibilità a tanti giovani ricercatori di compiere un percorso professionale di due anni all'estero e tre in Italia: un viaggio di andata e ritorno essenziale per garantire lo sviluppo e la disponibilità delle cure più innovative ed efficaci contro il cancro nel nostro Paese. Scegliere di aderire al programma consentirà ai nostri ricercatori di poter rientrare in Italia e sviluppare nuove terapie contro il cancro. Online il diario di viaggio dei nostri ricercatori www.inviaggioconlaricerca.airc.it


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DAI VOSTRI MOMENTI SPECIALI PRENDE FORMA NUOVA RICERCA. La vita è piena di occasioni che vale la pena di celebrare: dal matrimonio al battesimo, dalla cresima alla laurea. Scegliendo le idee solidali AIRC donerete un sostegno concreto a chi lavora ogni giorno per rendere il cancro sempre più curabile. Potete scoprire tutte le nuove proposte su www.airc.it/ideesolidali o chiamando il numero 035 419.9029


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