Newsletter AIDAP numero 41

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Emozioni e Cibo Newsletter dell’Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso (AIDAP)

N. 41 | 2015

Euro 2,00 | ISSN 1720-5409 | Poste Italiane s.p.a. | Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DR Verona

Cari soci,

A Brescia, alla presenza di numerosi professionisti provenienti da tutta Italia, si è tenuto lo scorso 27 e 28 marzo, il congresso nazionale Aidap pag. 3

anche quest’anno siamo arrivati alla pausa delle attività formative prevista dal periodo estivo. Può essere una buona occasione per fare un bilancio di quello che di positivo è stato svolto nella prima parte dell’anno e per proiettarci con entusiasmo verso le attività formative previste per la parte finale del 2015. A Marzo si è tenuto a Brescia, nella bellissima sede del centro Paolo VI, il congresso nazionale AIDAP che ha avuto come ospite d’onore, con un workshop di mezza giornata e una lettura magistrale, la prof.ssa Elizabeth Venditti dell’università di Pittsburgh conosciuta a livello internazionale per aver contribuito al progetto e alla realizzazione del famoso studio DPP (Diabetes Prevention Program). La descrizione dei risultati del DPP da parte della Venditti ci deve incoraggiare a eseguire programmi di modificazione dello stile di vita basati su procedure cognitivo comportamentali, la cui disseminazione è uno dei cavalli di battaglia dell’AIDAP in un mondo in cui predomina ancora un approccio alla gestione del sovrappeso e dell’obesità di stampo dietologico prescrittivo. Maggio è stata, invece, l’occasione per noi soci di rivederci per la tradizionale giornata annuale di formazione e riunione delle Unità Operative Locali. L’incontro ha avuto come argomento la descrizione, da parte di Riccardo Dalle Grave, dell’adattamento della CBT-E per agli adolescenti sottopeso a cui hanno fatto seguito una serie di esercitazioni pratiche condotte da Simona Calugi e Massimiliano Sartirana. Voglio ricordare che questo adattamento della CBT-E può considerarsi il fiore all’occhiello della nostra attività clinica, dal momento che è stato sviluppato a Verona e ha permesso la pubblicazione di due articoli scientifici su due importanti riviste scientifiche internasegue pag. 2

In questo numero vita della società Resoconto evento | Il trattamento dell’obesità e del diabete basato sulla modificazione dello stile di vita: progressi, nuovi orizzonti e casi clinici | pag. 3 Resoconto evento | Terapia cognitivo comportamentale migliorata (cbt-E) per i disturbi dell’alimentazione nell’adolescenza | pag. 5 Informazioni AIDAP per i pazienti Check della forma del corpo e immagine corporea negativa | pag. 8 Articoli scientifici Prevenzione | Gli esperti rivalutano il ruolo dei grassi nelle nuove Linee Guida Alimentari Americane | pag. 10

Trattamento | Trattamento sanitario obbligatorio per l’anoressia nervosa: esiti e problemi da affrontare | pag. 12 Trattamento | Pesare i pazienti all’interno della terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell’alimentazione: come, quando e perché | pag. 16 Trattamento | Tempo di recupero del peso in adulti e adolescenti che ricevono la terapia cognitivo comportamentale per l’anoressia nervosa | pag. 18 Trattamento | La terapia cognitivo comportamentale migliorata (CBT-E) è più efficace della terapia interpersonale nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione | pag. 20

Trattamento | Eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo e adozione di comportamenti di controllo del peso non di compenso nei disturbi dell’alimentazione: esiste una relazione reciproca? | pag. 21 Trattamento | Uno studio randomizzato e controllato di 3,0 mg di liraglutide nella gestione del peso | pag. 25 Trattamento | Cambiamenti della composizione corporea durante 8 anni in un trial randomizzato di modificazione dello stile di vita: The Look AHEAD Study | pag. 27 attività dell’aidap Attività e centri in Italia | pag. 28


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zionali come “Behavior Research and Therapy” e “Journal of Eating Disorder” in cui è descritta l’efficacia del trattamento raggiunta in un’alta percentuale di soggetti adolescenti non selezionati affetti da disturbo dell’alimentazione. Le evidenze provenienti da questi due studi di efficacia sul trattamento hanno influenzato a tal punto la ricerca sul trattamento che sta per partire un trial a Minneapolis che confronterà la CBTE con il Family Based Treatment (FBT) attualmente l’unico intervento evidence based per soggetti adolescenti con disturbo dell’alimentazione sottopeso. Inoltre, Dalle Grave sta scrivendo con Christopher Fairburn e Zafra Cooper un libro per la Guilford Press che descriverà in dettaglio la CBT-E per gli adolescenti. Prima di terminare questa parte riservata al bilancio delle attività svolte, non posso fare a meno di citare il nostro master annuale “Terapia e prevenzione dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità” giunto alla 17a edizione che, anche quest’anno, ha avuto un’ottima adesione. Venendo ai contenuti di questo numero della newsletter, potrete trovare numerose recensioni di interessanti articoli scientifici che vi invitiamo a leggere attentamente. Due articoli sono a commento di argomenti di interesse della nostra associazione. Uno affronta il tema controverso del trattamento sanitario obbligatorio nell’anoressia nervosa, diventato di estrema attualità in seguito alla recente proposta di legge formulata dell’onorevole Moretto in “materia di accertamenti e trattamenti sanitari obbligatori per la cura di gravi disturbi del comportamento alimentare”. Il secondo illustra e commenta le nuove Linee Guida Alimentari Americane che aboliscono la restrizione dell’introito di grassi, rivoluzionando le indicazioni e le politiche nutrizionali degli ultimi 40 anni. Quattro articoli riguardano la CBT-E e la teoria cognitivo comportamentale transdiagnostica e due il trattamento dell’obesità. Di particolare rilievo per noi è il primo dei quattro, eseguito dal nostro gruppo in collaborazione con Fairburn, che dimostra come la CBT-E produca nei pazienti adolescenti con disturbo dell’alimentazione sottopeso un recupero di peso superiore e più rapido rispetto ai pazienti adulti sottopeso.

Due le novità introdotte in queste newsletter: la prima è “Informazioni AIDAP per i pazienti” in cui verrà trattato con un linguaggio scientifico divulgativo un argomento riguardante i disturbi dell’alimentazione e l’obesità. Nell’inserto di questo numero troverete la descrizione del rapporto tra check della forma del corpo e immagine corporea negativa. La seconda novità è la costituzione, durante l’ultima riunione delle UOL, del comitato scientifico AIDAP coordinato da Simona Calugi e composto da Massimiliano Sartirana, Arianna Banderali, Maria Grazia Rubeo e Domenico Filardo. Il comitato scientifico avrà come scopo principale quello di discutere e proporre al consiglio direttivo gli argomenti per il convegno AIDAP del 2016. Ritornando al tema della formazione, vi ricordo che il 25 e il 26 settembre a Verona si terrà il workshop “Terapia cognitivo comportamentale allargata dei disturbi dell’alimentazione”, un’importante occasione per apprendere gli ultimi aggiornamenti su come e quando affrontare i processi psicologici aggiuntivi nel mantenimento del disturbo dell’alimentazione, da relatori che hanno partecipato al workshop tenuto da Fairburn presso l’università di Oxford su questo argomento. Il corso sarà arricchito anche da esercitazioni e dimostrazioni pratiche. Il 30-31 ottobre a Roma si terrà il workshop “Terapia cognitiva comportamentale transdiagnostica migliorata dei disturbi dell’alimentazione” tenuto da Riccardo Dalle Grave e Simona Calugi: un’occasione per apprendere le strategie e procedure aggiornate della CBT-E per i disturbi dell’alimentazione. Prima di congedarci per i saluti vi ricordo che AIDAP con una sua delegazione sarà presente a Expo 2015 per partecipare al Manifesto delle criticità in nutrizione clinica e preventiva a cui ha contribuito identificando le criticità riguardanti i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Ringraziando tutti per il sostegno che continuate a dare alla nostra associazione vi auguro una buona estate.

Newsletter della Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso (AIDAP) Via Sansovino, 16 - 37138 Verona - Tel. (045) 8103915 Fax (045) 8102884 - E-mail: info@aidap.org Sito web: www.aidap.org

SOCI ONORARI AIDAP: Ms. Jane Brody, Prof. David Garner, Prof. Francesca Brambilla, Ms. Dacia Maraini, Prof. Michele Carruba, Ms. Maria Teresa Ruta, Dr. Johan Vanderlinden, Prof. Christopher Fairburn, Prof. James Look, Prof. Stephen Wonderlich, Prof. Anthony Fabricatore, Dr. Zafra Cooper, Prof. Eric Stice, Dr. Roberta Sherman, Prof. Ron A. Thompson, Prof. Elizabeth Venditti.

Emozioni e cibo: Periodico semestrale dell’AIDAP Iscrizione Tribunale di Verona - n. 1377-data 28/08/99 DIRETTORE RESPONSABILE: Mauro Cappelletti PROGETTO GRAFICO: POSITIVE PRESS Via Sansovino 16 - Verona Sito web: www.positivepress.net

Massimiliano Sartirana Comitato Scientifico AIDAP

CONSIGLIERI: Cappelletti Mauro (Presidente AIDAP), Dalle Grave Riccardo (Direttore Scientifico), Filardo Domenico (Segretario Scientifico), Reverberi Lisa, Banderali Arianna, Camporese Lucia, Mangeri Felice. COMITATO SCIENTIFICO AIDAP: Simona Calugi (Presidente), Sartirana Massimiliano, Banderali Arianna, Rubeo Maria Grazia, Filardo Domenico.


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corsi e convegni Il trattamento dell’obesità e del diabete basato sulla modificazione dello stile di vita: progressi, nuovi orizzonti e casi clinici Resoconto dell’evento a cura di: Domenico Filardo - Socio Ordinario Aidap, Polistena (RC)

Nella splendida cornice del Centro Pastorale Paolo VI a Brescia, alla presenza di numerosi professionisti provenienti da tutta Italia, si è tenuto lo scorso 27 e 28 marzo, il congresso nazionale Aidap. Le relazioni delle due giornate si sono focalizzate sul trattamento, basato sulla modificazione dello stile di vita, delle cosiddette malattie croniche non trasmissibili, l’obesità e il diabete di tipo due, oramai dilaganti e conseguenti all’adozione di stili di vita non salutari. Gli elevati costi, che gravano sui SSN di tutto il mondo, per curare le patologie derivanti da obesità e diabete, hanno fatto diventare questo problema una priorità. Le proposte provenienti dall’industria della dieta e i trattamenti dietologici prescrittivi, anche se sono efficaci nel breve termine, risultano fallimentari nel medio lungo termine. Per tale motivo sono stati sviluppati dei programmi di modificazione dello stile di vita, basati sulla terapia cognitiva comportamentale e al convegno di Brescia, è stato fatto un focus sui progressi e sui nuovi orizzonti, relativi, a queste tipologie di trattamento. Il congresso si è articolato in quattro sessioni. Nella prima, si è parlato d’integrazione, della strumentazione e dei dispositivi utilizzati nell’obesità e nel diabete. Nella seconda, l’ospite straniero, Elisabeth Venditti ha tenuto il workshop, Lifestyle modification to prevent or delay diabetes: The DPP/ DPPOS trial. Nelle ultime due sessioni, si è dato spazio alla discussione sui progressi e sui nuovi orizzonti dei trattamenti basati sulla modificazione dello stile di vita e all’illustrazione dei casi clinici. In apertura dei lavori congressuali, la Dr.ssa Maria Luisa Fonte e il Dr. Pietro Putignano, hanno rispettivamente, disquisito sull’utilità dell’integrazione con la fibra e con estratti vegetali nelle dislipidemie e nel diabete di tipo due. Il Prof. Battistini, ha tenuto una relazione sugli odierni condizionamenti agli stili di vita e sugli strumenti che si utilizzano per valutarli e monitorarli. In chiusura della prima sessione il

Prof. Enzo Nisoli ha tenuto una relazione sulle modificazioni biologiche indotte a livello endocrinologico e metabolico dai cambiamenti degli stili di vita. Nella seconda sessione la Prof.ssa Elisabeth Venditti, nel suo workshop ha illustrato il DPP (Diabetes Prevention Program), un trial clinico randomizzato condotto negli Usa, su 3234 soggetti di età superiore a 25 anni, di varie etnie, con ridotta tolleranza al glucosio. Lo studio ha dimostrato, che un intervento basato sulla modificazione dello stile di vita, ha dato esiti superiori di riduzione del rischio di sviluppare il diabete rispetto all’utilizzo della sola metformina e al placebo, indipendentemente dall’etnia, dall’età, dal BMI e dal sesso in un periodo di quattro anni (58% vs 31%) e una riduzione del peso corporeo in sei mesi rispettivamente di 7 kg con la lifestyle modification e di 3 kg con la sola metformina.

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Le due sessioni della seconda giornata hanno affrontato i punti chiave della tematica del convegno. La Dr.ssa Elena Centis ha focalizzato il suo intervento sulle strategie e le procedure utilizzate per ingaggiare il paziente nella modificazione dello stile di vita, evidenziando la necessità di stabilire con il paziente stesso, una relazione positiva che esprima empatia e aggiri le resistenze, che aiuta a creare e a rinforzare la motivazione al cambiamento con il fine di sviluppare un rapporto di tipo collaborativo diverso da quello che si stabilisce nel tradizionale approccio di tipo prescrittivo. A seguire, la Dr.ssa Emanuela Ferrara, ha illustrato i dati indicanti che il vero problema della perdita di peso non è costituito dalla tipologia di dieta ma dall’aderenza alla dieta e ha centrato il suo discorso sulle strategie e sulle procedure comportamentali che si utilizzano per aumentare l’aderenza alla stessa. Il Dr. Fabio Soave si è occupato delle problematiche legate ad aumentare l’adesione all’attività fisica, esponendo una serie di test di facile esecuzione, atti a valutare la fitness fisica e finalizzati a un’autogestione dell’attività fisica. La Dr.ssa Simona Calugi si è occupata dei fattori cognitivi che influenzano la perdita e il mantenimento del peso a lungo termine, illustrando le strategie e le procedure specifiche della CBT, che aiutano il paziente a ottenere dei risultati duraturi nel tempo. Per quanto riguarda la perdita di peso, ha enfatizzato l’importanza di aumentare il controllo sull’alimentazione e di identificare e affrontare, con la costruzione della formulazione personalizzata, gli ostacoli alla perdita di peso. Per il mantenimento del peso, ha spiegato che le strategie chiavi sono rappresentate dall’affrontare gli obiettivi irrealistici, gli obiettivi primari, migliorare la soddisfazione per il risultato raggiunto e aumentare il senso di autoefficacia. L’imminente arrivo, anche in Italia, per il trattamento dell’obesità, della liraglutide 3,0 mg, ha reso molto interessante la relazione del Prof. Giulio Marchesini che ha illustrato gli studi fin qui fatti sull’utilizzo della terapia farmacologica nel trattamento dell’obesità e gli studi sulla classe di farmaci GLP-1 agonista cui appartiene la liraglutide.

Disturbo da

alimentazione incontrollata Che cos’è. Come affrontarlo.

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Il Dr. Riccardo Dalle Grave nella sua relazione ha descritto il programma di riabilitazione intensiva ospedaliera di Villa Garda per l’obesità grave. Il ricovero, della durata di 21 giorni o di 60 giorni nei casi di super obesità in preparazione alla chirurgia bariatrica, s’inserisce all’interno della modificazione dello stile di vita basata sulla terapia cognitivo comportamentale dell’obesità e una particolare attenzione è data alla gestione del peso nel post-ricovero. Il Dr. Giuseppe Marinari, ha incentrato il suo intervento sull’associazione della chirurgia bariatrica alla modificazione dello stile di vita, spiegando che i vantaggi della combinazione della CBT con la chirurgia bariatrica sono quelli di migliorare i risultati della perdita di peso, di scongiurare il recupero del peso e trattare le comorbidità psichiche dell’obesità. La sessione si è conclusa, con l’intervento della Prof.ssa Venditti che ha ricapitolato i risultati del DPP e ha parlato delle attuali tendenze e delle nuove tecnologie utilizzate nella gestione dell’obesità e della prevenzione del diabete. Nell’ultima sessione, come da tradizione dei convegni Aidap, sono stati esposti i casi clinici. Nel primo la Dr.ssa De Kolitscher e il Dr. Sartirana, hanno descritto un caso clinico trattato con la modificazione dello stile di vita ambulatoriale individuale. Nel secondo, le Dr.sse Natalia Mazzetta e Arianna Mazzotti, hanno riportato l’esperienza di un caso clinico trattato con la modificazione dello stile di vita ambulatoriale di gruppo. Di seguito la Dr.ssa Banderali ha esposto un caso clinico trattato con il ricovero riabilitativo basato sulla modificazione dello stile di vita. In conclusione del congresso il Dr. Felice Mangeri ha riportato, corredata da alcuni video, l’esperienza dei gruppi “Ballando”, dove la modificazione dello stile di vita era affidata a un’attività ludica quale il ballo. In definitiva, il messaggio venuto fuori dal congresso di Brescia, è stato che la modificazione dello stile di vita occupa un ruolo chiave nel trattamento dell’obesità e del diabete di tipo due e che è imprescindibile da qualunque altro trattamento venga utilizzato, da quello farmacologico alla chirurgia bariatrica.

Il disturbo da alimentazione incontrollata, anche conosciuto come disturbo da binge-eating, nel 2013 è stato riconosciuto come categoria diagnostica distinta dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5). Il libro riporta le conoscenze scientifiche più aggiornate sul disturbo da alimentazione e descrive un trattamento derivato dalla terapia cognitivo comportamentale ideato per affrontare sia i meccanismi eterogenei che mantengono gli episodi bulimici sia il peso in eccesso. Riccardo Dalle Grave ISBN-88-8429-070-8 | Euro 24,00


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corsi e convegni Terapia cognitivo comportamentale migliorata (cbt-e) per i disturbi dell’alimentazione nell’adolescenza Resoconto dell’evento a cura di: Domenico Filardo - Socio Ordinario Aidap, Polistena (RC)

Il 22 e 23 Maggio 2015, si è svolto a Verona il workshop dove è stato presentato il nuovo trattamento dei disturbi dell’alimentazione negli adolescenti. Il corso, tenutosi presso la sede nazionale Aidap, rientrava nell’ambito della formazione annuale gratuita, finalizzata a mantenere un elevato standard di formazione dei terapeuti, e riservata ai responsabili delle Unità Operative Locali (Uol), ai loro stretti collaboratori e ai membri del consiglio direttivo dell’Associazione. L’incontro è stato strutturato in due parti, una teorica, la mattina del venerdì, e una pratica, nei pomeriggi di venerdì e sabato. Nella mattinata del 22, il Dr. Riccardo Dalle Grave, ha tenuto un seminario con la modalità tipica delle lezioni frontali, illustrando gli adattamenti della CBT-E per gli adolescenti, mentre nei pomeriggi del 22 e del 23, nell’ottica di fornire ai terapeuti le skills per applicare questo tipo di trattamento, si è dato spazio, a tutta una serie di roleplaying e di esercitazioni in piccoli gruppi, dove si è potuta vedere, in modo pratico, l’applicazione delle procedure e delle strategie della CBT-E per gli adolescenti. Le linee guida NICE raccomandano come intervento di prima scelta, negli adolescenti con anoressia nervosa, una forma particolare di terapia della famiglia, chiamata “familybased treatment” (FBT). La FBT però presenta dei limiti. È basata sui pasti in famiglia e sono i genitori a doversi prendere carico dell’alimentazione dell’adolescente, quindi il trattamento non è proponibile in tutte le famiglie, in particolare, in quelle in cui i genitori vivono separati o non sono disponibili. Non è accettata da molti ragazzi, è una terapia molto laboriosa e costosa. I pazienti che scendono sotto i 17,5 di BMI sono ricoverati in un reparto di pediatria. Il tasso di guarigione è basso, meno della metà ottiene una remissione completa e rispondono al trattamento soprattutto gli adolescenti più giovani (12-13 anni), con breve durata del disturbo. Infine, la terapia è scarsamente efficace nella bulimia

nervosa e negli altri disturbi dell’alimentazione. Dall’analisi dei limiti della FBT, emerge quindi la necessità di sviluppare e testare trattamenti alternativi da offrire agli adolescenti che soffrono di un disturbo dell’alimentazione. Una potenziale candidata per diventare un trattamento alternativo alla FBT, è la CBT-E. La CBT-E, è un trattamento transdiagnostico, adatto a curare tutti i disturbi dell’alimentazione. Produce cambiamenti duraturi non solo nei pazienti con bulimia nervosa e ha dimostrato di essere promettente, nell’anoressia nervosa, in due coorti di adulti, in Italia e in Inghilterra. Negli adulti, è il trattamento raccomandato dalle NICE per la bulimia nervosa e altre conferme provengono da un articolo di uno studio effettuato in Danimarca dove il confronto è stato fatto con la terapia psicoanalitica e da un altro pubblicato da Fairburn che confronta la CBT-E con l’IPT. La CBT-E, per un ampio sottogruppo di pazienti, soprattutto gli adolescenti sopra dei 14 anni, che hanno già uno sviluppo cognitivo adeguato, potrebbe rappresentare una valida opzione terapeutica. A supporto non ci sono ancora molti studi, ma emergono dei dati incoraggianti. Il primo è stato pubblicato dal Dr. Dalle Grave, su Behaviour Research and Therapy nel 2013, i dati erano riferiti a 46 pazienti gravi, con anoressia nervosa, con un’età media di 15 anni e durata del disturbo alimentare di circa un anno. La cosa interessante dimostrata dal follow-up, è stata che gli adolescenti che hanno completato la CBT-E, tendono a migliorare anche dopo la fine della terapia, contrariamente a quanto accade negli adulti. Altre indicazioni interessanti arrivano da un articolo, recentemente pubblicato, riportante uno studio effettuato dalla Dr.ssa Calugi, dove ha confrontato i risultati ottenuti, in Italia, su due gruppi di pazienti, uno di adulti e l’altro di ado-

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S.p.A.

CASA DI CURA PRIVATA AD INDIRIZZO RIABILITATIVO 37016 Garda - Via Monte Baldo 89 - Telefono (045) 6208611 - Fax 7256132 E-mail: info@villagarda.it - sito web: http//www.villagarda.it Direttore sanitario: Dott. Giovanni Citarella Idoneità Nazionale D.S. Ospedaliero - Spec. in Scienze dell’Alimentazione UNITÀ DI RIABILITAZIONE NUTRIZIONALE Responsabile: Dott. Riccardo Dalle Grave Spec. in Endocrinologia e Scienze dell’Alimentazione E-mail: servizio.nutrizionale@villagarda.it Trattamento dei disturbi dell’alimentazione (anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata) e dell’obesità grave e/o complicata. L’unità di Riabilitazione Nutrizionale è dotata di 29 posti letto per il ricovero e 9 per il trattamento in day-hospital, accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale. Il programma si basa su un modello teorico originale di tipo cognitivo comportamentale somministrato da diverse figure professionali (medici, psicologi, dietiste, infermieri). Le procedure terapeutiche applicate includono la riabilitazione nutrizionale (con l’assistenza a tutti i pasti), la psicoterapia individuale e di gruppo, la terapia della famiglia nei pazienti più giovani. Il programma di riabilitazione intensiva per l’Obesità grave e/o complicata è indicato per le persone affette da obesità grave (BMI > 40) o associata a severe complicanze mediche e/o psicologiche. Si basa su un modello teorico cognitivo comportamentale originale condotto da un’équipe multidisciplinare che include la riabilitazione nutrizionale e fisica, gli incontri psicoeducazionali di gruppo e gli incontri individuali con il medico e lo psicologo (nei pazienti con disturbo da alimentazione incontrollata). unità di Riabilitazione cardiovascolare Responsabile: Dott. Pierluigi Baroni Spec. in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare Riabilitazione post-operatoria per interventi di rivascolarizzazione e sostituzione valvolare Trattamento riabilitativo dell’infarto L’unità operativa di Riabilitazione Cardiologica è dotata di 52 posti letto accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale. Il programma si divide in due fasi: l’inquadramento diagnostico e il trattamento riabilitativo, che prevede tre aree di intervento: training di riabilitazione fisica, gestione dello stress e programma educativo. Il trattamento è condotto da un’équipe composta da cardiologi, psicologi, fisioterapisti, dietiste e personale infermieristico. Ambulatori e servizi l l l

Nutrizione Cardiologia Diagnostica delle immagini

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Laboratorio Fisiokinesiterapia e Fisiatria Dermatologia

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Ginecologia Psichiatria Psicologia


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lescenti, con un trattamento CBT-E sostanzialmente identico, cui erano state apportate delle minime modifiche solo al gruppo degli adolescenti. I risultati indicano che il 65,3% del gruppo degli adolescenti completa il trattamento, con un significativo incremento del peso e un miglioramento della psicopatologia del disturbo alimentare, gli effetti sono ben mantenuti. Altri due studi di coorte fatti a Perth e a Minneapolis hanno ottenuto risultati simili ed emerge l’indicazione che la terapia possa essere di 30 sedute, quindi più corta, rispetto alle 40 sedute degli adulti. Gli effetti della CBT-E degli adolescenti con anoressia nervosa sono stati testati anche a livello ospedaliero. In uno studio eseguito a Villa Garda, adulti e adolescenti rispondo allo stesso modo durante la fase di ricovero, mentre al follow-up i risultati sono nettamente migliori negli adolescenti. Questi dati suggeriscono che la CBT-E può essere una buona alternativa alla FBT, con dei vantaggi, perché costa meno, è somministrata da un unico terapeuta, i genitori non hanno il ruolo chiave della FBT e soprattutto rispetto alla FBT il trattamento ha sviluppato numerose strategie per ingaggiare il paziente adolescente. Va considerato comunque che i disturbi dell’alimentazione negli adolescenti, oltre a delle caratteristiche condivise con i pazienti adulti, presentano delle caratteristiche distintive. La maggior parte degli adolescenti sono molto preoccupati per il controllo e l’autonomia. Alcuni riportano solo un’eccessiva valutazione del controllo dell’alimentazione ma non del peso e della forma del corpo. Le complicanze mediche possono essere più gravi rispetto agli adulti. I genitori sono coinvolti per supportare il trattamento individuale e possono creare a casa un ambiente che facilita il cambiamento. Per ciò che riguarda le fasi del trattamento negli adolescenti, la “mappa CBT-E” per pazienti non sottopeso, prevede una Fase di Preparazione di 2-3 sedute poi, se il paziente è ingaggiato e decide d’iniziare, c’è la Fase Uno, denominata Iniziare Bene, di 7-8 sedute nel primo mese con la cadenza di due sedute a settimana. Nella prima settimana della fase uno, del trattamento si fa una seduta solo con i genitori, di seguito con loro si fanno 7-8 sedute di 15 minuti, a intervallo variabile, con paziente e genitori assieme, alla fine di una seduta individuale pazien-

te-terapeuta. Nella Fase Due, Fare il Bilancio, si dedicano 1-2 sedute a fare una revisione dei progressi che sono stati fatti nella Fase Uno, a valutare gli ostacoli emersi e a progettare la fase successiva con l’implementazione dei moduli della forma focalizzata ed eventualmente l’utilizzo di uno o più moduli della CBT-E allargata. Le prime due fasi sono abbastanza standardizzate, mentre la Fase Tre è molto individualizzata. Ci sono quattro moduli, “Immagine Corporea”, “Restrizione Dietetica”, “Eventi, Emozioni e Alimentazione” e infine “Passi indietro e Stati Mentali”. La scelta sui primi tre dipende dalla psicopatologia che opera nel paziente. La Fase Quattro, Finire Bene, prevede la sospensione delle varie procedure utilizzate tranne quelle da continuare a usare per affrontare i problemi residui, s’implementa un piano di mantenimento a breve termine e si fa un piano a lungo termine per prevenire le ricadute. La CBT-E aiuta i pazienti adolescenti a recuperare il peso in tre passi. La psicopatologia del disturbo alimentare è affrontata contemporaneamente nei tre passi. Nel Passo Uno, che può durare fino a 8 settimane, l’obiettivo è aiutare il paziente a concludere che è necessario recuperare il peso. S’ingaggia il paziente, si educa sugli effetti psicobiologici del sottopeso e si costruisce la formulazione personalizzata con il contributo del sottopeso. Il Passo Due, è lo step dove i pazienti recuperano il peso fino a normalizzarlo (IMC tra 19 e 20). Non è usato il conteggio calorico, si forniscono degli items corrispondenti a 500 kcal o dei menù senza riportare le calorie. Lo scopo è di erodere le regole dietetiche e stabilire un bilancio energetico positivo. Il Passo Tre, è il passo dove i pazienti diventano esperti nel mantenere il peso. Nella CBT-E, l’obiettivo è raggiungere un peso che non interferisce più nel mantenimento della psicopatologia, può essere mantenuto senza una restrizione calorica, non è associato ai sintomi da malnutrizione e permette una vita sociale. Infine il workshop ha dato ampio spazio alla parte pratica, il venerdì pomeriggio il Dr. Dalle Grave, la Dr.ssa Calugi e il Dr. Sartirana attraverso una serie di roleplaying hanno fatto vedere come si applica la CBT-E negli adolescenti, alternandosi nei ruoli di terapeuta e paziente. Il sabato pomeriggio è stato dedicato alla discussione a piccoli gruppi tra i partecipanti di situazioni critiche di casi clinici, con il confronto finale tra i gruppi sulle strategie utilizzate per gestire le problematiche.

Disturbi dell’alimentazione: una guida pratica per i familiari

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Riccardo Dalle Grave | ISBN 88-8429-069-4 | Euro 22,00 Lo scopo di questo libro è offrire ai genitori, al partner e agli altri significativi strategie efficaci per aiutare la persona cara a superare il suo problema alimentare. POSITIVE PRESS | Tel. 0458103932 | www.positivepress.net | libri@positivepress.net

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informazioni AIDAP per i pazienti

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Check della forma del corpo e immagine corporea negativa Il check della forma del corpo è un comportamento praticato da molte persone, ma viene eseguito più spesso e in modo atipico da quelle che presentano un’immagine corporea negativa. I check della forma del corpo più comuni sono i seguenti: guardarsi allo specchio per controllare specifiche parti del corpo; misurare le dimensioni di quest’ultimo con un metro a nastro; pizzicarne alcune parti per valutare quanto si è grassi; prendere in mano ripetutamente il grasso sottocutaneo della pancia, delle cosce e delle braccia; toccare le ossa del corpo; verificare che ci sia uno spazio tra le cosce quando si sta in posizione eretta con le ginocchia unite; mettere un righello tra le due creste iliache quando si sta sdraiati, per verificare che non tocchi la superficie dell’addome; guardare verso il basso quando si è seduti per valutare quanto sporge l’addome o quanto le cosce si allargano; confrontare il proprio corpo, o parti specifiche dello stesso, con quello di altre persone.

Le funzioni più comuni del check della forma corpo riportate dalle persone con immagine corporea negativa sono due: 1 capire quale sia la forma del corpo; 2 verificare se la forma del corpo è cambiata.

La maggior parte delle persone con immagine corporea negativa riferisce di sentirsi male dopo aver eseguito il check della forma del corpo e, sebbene alcuni

riportino di sentirsi rassicurati quando hanno la conferma che la forma del corpo non è cambiata, ciò non arresta la loro preoccupazione per la forma del corpo e la frequente ripetizione di questo comportamento. Il check della forma del corpo ha un ruolo centrale nel mantenimento dell’immagine corporea negativa attraverso i seguenti meccanismi principali (Figura 1):

aumenta l’insoddisfazione corporea in conseguenza dell’attenzione focalizzata solo sulle parti del corpo ritenute eccessivamente grosse, piuttosto che sul corpo nella sua interezza; amplifica i difetti apparenti in conseguenza dello scrutare specifiche parti del corpo in modo prolungato - “Quello che si cerca si trova”; conferma che la forma di alcune parti del corpo è troppo grossa in conseguenza del confronto esclusivo con persone che hanno una particolare forma del corpo (per esempio una pancia piatta); rafforza l’adozione di comportamenti estremi di controllo del peso in conseguenza dell’aumentata insoddisfazione corporea.

Per affrontare l’immagine corporea negativa è necessario identificare e interrompere i check della forma del corpo disfunzionali. Le persone spesso non sono consapevoli di eseguirli e per tale motivo è consigliabile monitorarli in una scheda monitoraggio per due giorni. Una volta identificati, i check della forma del corpo vanno divisi in due categorie:


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Check della forma del corpo

Figura 1

Immagine corporea negativa

Dieta ferrea Comportamenti estremi di controllo del peso

Il check del della forma del corpo mantiene l’immagine corporea negative e favorisce l’adozione di comportanti estremi di controllo del peso.

1 i check della forma del corpo da sospendere (per esempio misurare le dimensioni delle varie parti del corpo); 2 i check della forma del corpo da ridurre in frequenza e da modificare (per esempio l’uso dello specchio, il confronto con gli altri e con le immagini dei media). Lo scrutare il proprio corpo allo specchio porta a ingigantire i propri difetti (mentre l’opposto accade quando ci

si guarda il modo accidentale) e mantiene l’insoddisfazione corporea (Figura 2). In questi casi va pianificato quando usare lo specchio (per esempio solo prima di uscire), cosa guardare (per esempio il corpo nella sua interezza, come stanno i capelli o il trucco) e per quanto tempo rimanere davanti allo stesso (per esempio un’occhiata rapida). Se si vuole usare uno specchio per valutare la propria forma del corpo, bisognerebbea porsi sempre le seguenti domande: “Cosa sto cercando di scoprire?”; “Posso scoprirlo usando lo specchio?”; “C’è il rischio di avere cattive informazioni?”.

Scrutinare in dettaglio e a lungo il corpo di altre persone della stessa età e attraenti in uno spogliatoio o in spiaggia o in piscina. Poi scrivere che cosa si è appreso da questa esperienza. Questi esercizi aiutano a capire che la maggior parte delle persone ha difetti e che anche quelle attraenti non ne sono prive. Una forma particolare di confronto è quella con le immagini delle riviste di moda, che spesso sono modificate

al computer e non sono rappresentative di corpi umani reali. In questi casi è consigliabile evitare di leggere queste riviste per non essere influenzati negativamente dall’effetto Photoshop.

Il confrontare il proprio corpo frequentemente con quello degli altri porta a trarre delle conclusioni negati-

ve perché le persone con un’immagine corporea negativa commettono due errori principali: (1) eseguono un confronto selettivo con persone magre e attraenti e (2) giudicano il corpo delle altre persone in modo superficiale perché lo guardano rapidamente. In questi casi può essere utile eseguire i seguenti esercizi: Selezionare ogni terza persona che si incontra e osservare il suo corpo. Poi scrivere che cosa si è appreso da questa esperienza.

i

Figura 2

Il check allo specchio porta a ingigantire i propri difetti del corpo.

Per ulteriori informazioni

l Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso (AIDAP) www.aidap.org l Dalle Grave R. Come vincere i disturbi dell’alimentazione. Un programma basato sulla terapia cognitivo comportamentale. Verona: Positive Press www.positivepress.net Le informazioni e le raccomandazioni riportate in queste pagine sono appropriate nella maggior parte dei casi, ma non sostituiscono la diagnosi e il trattamento medico e psicoterapeutico. Per ottenere informazioni specifiche sulle proprie condizioni mediche e psicologiche, Emozioni e Cibo consiglia di consultare il proprio medico. Il pdf di queste due pagine può essere scaricato dal sito AIDAP (www.aidap.org) e usato per fini non commerciali.


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articolo scientifico prevenzione Gli esperti rivalutano il ruolo dei grassi nelle nuove Linee Guida Alimentari Americane A cura di: Emanuela Ferrara - Unità Operativa Locale AIDAP. Verona

Dopo le valutazioni sul ruolo del colesterolo alimentare nelle malattie cardiovascolari e la conseguente proposta di abolirne la soglia massima di assunzione, nelle nuove Linee Guida Alimentari per la Popolazione Americana potrebbe sparire anche l’indicazione della percentuale massima di calorie provenienti dai grassi totali da introdurre con la dieta. Gli esperti del comitato scientifico che stanno lavorando all’aggiornamento 2015 delle raccomandazioni, aboliscono la restrizione dell’introito di grassi, rivoluzionando le indicazioni e le politiche nutrizionali degli ultimi 40 anni. L’importante novità emerge dalla revisione della letteratura e dall’evidenza che la riduzione dei grassi totali, in particolare la sostituzione di questi con i carboidrati, non riduce il rischio cardiovascolare, al contrario di quanto ritenuto fino ad oggi. Il razionale della soglia massima di assunzione, passata dal 30% delle calorie totali nelle Linee Guida del 1980 al 35% in quelle del 2005, era di limitare l’introito dei grassi saturi e del colesterolo, ritenuti i principali responsabili dell’aumento plasmatico del colesterolo LDL. Ma la campagna contro i grassi saturi è stata nel tempo generalizzata ed estesa a tutti i grassi alimentari, condizionando fortemente l’industria alimentare, la produzione agricola, le politiche nutrizionali rivolte alla collettività, la ristorazione, nonché l’opinione pubblica e le scelte alimentari individuali. Soprattutto nella popolazione americana tutto ciò ha portato a un forte aumento del consumo di carboidrati raffinati, tuberi e alimenti con zuccheri aggiunti: un effetto collaterale su cui il mondo scientifico si sta concentrando. Sappiamo che non è solo la quantità di colesterolo trasportato dalle LDL, ma anche la dimensione, la densità di queste particelle e il loro contenuto in Apo-lipoproteina B che influenzano il rischio cardiovascolare [2]. Una metanalisi di 60 trial controllati, ha infatti evidenziato che i grassi introdotti con la dieta hanno effetti più positivi sul colesterolo HDL e sui trigliceridi plasmatici rispetto ai carboidrati [3]. Gli effetti dei carboidrati anche su Apo-lipoproteina B sono meno favorevoli di quelli degli acidi grassi insaturi, e ciò può essere in accordo con i risultati di studi in cui diete ad alto contenuto di carboidrati, non solo aumentavano i trigliceridi plasmatici, ma inducevano anche uno spostamento

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verso particelle LDL più piccole e dense .[2] Questo spiega perché la sostituzione di grassi saturi con carboidrati nella dieta non abbassi il rischio cardiovascolare [1-4]. Ci sono inoltre diverse evidenze della correlazione tra il consumo di carboidrati raffinati e aumento di disfunzioni metaboliche, obesità e malattie cardiovascolari. Nel report preliminare, gli esperti sostengono che non ci sono risultati convincenti per raccomandare una dieta ipolipidica e iperglucidica per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, metaboliche, cancro e obesità, e scoraggiano l’adozione di una dieta ricca di alimenti “low fat” o “non-fat” e di carboidrati raffinati [1]. Un’altra considerazione fatta dagli esperti riguarda l’aspetto qualitativo di questi nutrienti. Con un’alimentazione ipolipidica si riduce inevitabilmente anche l’introito degli acidi grassi insaturi e i benefici che da essi si possono avere. Trial randomizzati hanno dimostrato che diete con un alto contenuto in grassi insaturi, con calorie totali da grassi che superano il limite del 35%, riducono il rischio di malattia cardiovascolare [5].


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Le nuove indicazioni dietetiche, come sostenuto dagli autori, dovrebbero riguardare solo l’ottimizzazione della qualità dei grassi introdotti e non le quantità [1]. Ciò porterebbe a una grande inversione di marcia sia nel campo delle politiche nutrizionali e di sanità pubblica sia in quello dell’industria alimentare, che richiederebbe interventi innovativi a vari livelli. L’abolizione del limite massimo di assunzione dei grassi dovrebbe essere seguita, per esempio, dal cambiamento delle informazioni nutrizionali e dei claim presenti sulle etichette degli alimenti, con l’eliminazione delle indicazioni sul contenuto di grassi e colesterolo, dalla ricerca e produzione di prodotti ricchi in grassi salutari da parte delle industrie alimentari e della ristorazione, da un cambiamento radicale nelle indicazioni per una sana alimentazione anche per i bambini, da campagne di informazione più diffuse ed efficaci sui rischi di un’alimentazione ricca di carboidrati raffinati e sui benefici dei grassi insaturi e così via. Un processo impegnativo che, se realizzato, segnerà l’inizio di una vera e propria rivoluzione.

Referenze 1. Dietary Guidelines Advisory Committee; Scientific Report of the 2015 Dietary Guidelines Advisory Committee. 2015; http://www.health.gov/dietaryguidelines/2015-scientific-report/. Accessed March 25, 2015. 2. Krauss RM. Atherogenic lipoprotein phenotype and diet-gene interactions . J Nutr 2001;131:340S–3S. 3. Mensink RP, Zock PL, Kester AD, Katan MB. Effects of dietary fatty acids and carbohydrates on the ratio of serum total to HDL cholesterol and on serum lipids and apolipoproteins: a meta-analysis of 60 controlled trials. Am J Clin Nutr. 2003;77(5):1146-1155. 4. Mozaffarian D. Nutrition and cardiovascular disease and metabolic diseases. In: Mann DL, Zipes DP, Libby P, Bonow RO, eds. Braunwald’s Heart Disease: A Textbook of Cardiovascular Medicine. 10th ed. Philadelphia, PA: Elsevier/Saunders; 2014. 5. Appel LJ, Sacks FM, Carey VJ, et al; OmniHeart Collaborative Research Group. Effects of protein, monounsaturated fat, and carbohydrate intake on blood pressure and serum lipids: results of the OmniHeart randomized trial.JAMA. 2005;294(19):2455-2464.

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articolo scientifico trattamento Trattamento sanitario obbligatorio per l’anoressia nervosa: esiti e problemi da affrontare A cura di: Riccardo Dalle Grave1 e Simona Calugi2 1 Unità di Riabilitazione Nutrizionale Casa di Cura Villa Garda, Garda (VR) 2 Unità Operativa Locale AIDAP Empoli e Firenze

L’anoressia nervosa è un grave disturbo mentale con un elevato tasso di mortalità. Il suo tasso grezzo di mortalità è di circa il 5,1% per decade [1], mentre il tasso standardizzato è attorno al 6,2% [2]. Gli studi longitudinali di esito hanno evidenziato che solo il 50% delle persone adulte affette da anoressia nervosa raggiunge una remissione completa, mentre il 30% ha una remissione parziale e il 20% rimane gravemente ammalata [3]. Nonostante i danni fisici e psicosociali determinati dall’anoressia nervosa, le persone che ne sono colpite spesso non vedono il basso peso e la restrizione calorica estrema come un problema e sono ambivalenti nei confronti del trattamento. Alcune arrivano a rifiutare le cure o non rispondono ai trattamenti disponibili, mettendo a serio rischio la loro salute fisica. Come gestire queste situazioni è ancora fonte di incertezza e dibattito aperto, sebbene nel Regno Unito e nei paesi del nord dell’Europa i casi più complessi che rifiutano qualunque intervento siano spesso gestiti con il trattamento sanitario obbligatorio (TSO). L’utilizzo del TSO nell’anoressia nervosa è un tema dibattuto da molti anni. Alcuni autori hanno sostenuto che sottoporre il paziente a una nutrizione forzata può minare la relazione terapeutica e avere un impatto incerto sul decorso e sull’esito a lungo termine dell’anoressia nervosa [4], mentre altri hanno affermato che il TSO va considerato come un trattamento compassionevole ed è per tale motivo giustificato [5]. Altri autori, infine, hanno concluso che il TSO dovrebbe essere raccomandato come ultima risorsa terapeutica disponibile, per salvare vite umane [4]. Le diverse opinioni riguardanti il suo utilizzo sono emerse in modo evidente dalle conclusioni diametralmente opposte recentemente raggiunte da due giudici della Corte Suprema del Regno Unito, dove da molti anni è vigente il Mental Health Act per il TSO dell’anoressia nervosa. Un giudice ha sentenziato che l’alimentazione forzata non è nel “migliore interesse di una donna affetta da anoressia

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nervosa”, un altro, al contrario, ha “ordinato di nutrire forzatamente” una persona affetta dallo stesso disturbo. È da sottolineare che tutte le argomentazioni a favore o contro il TSO nell’anoressia nervosa sono state principalmente basate su principi etici, filosofici e legali, ma non su dati empirici. Il tema del TSO dell’anoressia nervosa è diventato di estrema attualità anche in Italia perché in data 10 marzo 2015 è stata presentata dall’onorevole Moretto la proposta di legge 2944 in “materia di accertamenti e trattamenti sanitari obbligatori per la cura di gravi disturbi del comportamento alimentare”. La proposta stabilisce che il TSO possa essere attuato per fare fronte a necessità urgenti di trattamenti salvavita che il paziente, a causa della patologia psichica, rifiuta. Il TSO dovrebbe avvenire presso i servizi psichiatrici di diagnosi e cura o presso specifiche strutture ospedaliere deputate al trattamento dei disturbi dell’alimentazione in fase di acuzie che ogni regione dovrebbe individuare nella dotazione di posti letto ospedalieri esistenti. Infine, i TSO dovrebbero essere gestiti da una équipe multiprofessionale costituita, almeno, da medici psichiatri, medici esperti in nutrizione clinica e pediatri. Scopo di questo articolo è quello di fornire informazioni basate sulla ricerca scientifica riguardo al TSO nell’anoressia nervosa e stimolare il dibattito tra i lettori su questo controverso argomento. A tale scopo è riportata una breve sintesi dei risultati degli studi empirici che hanno valutato gli esiti dei pazienti trattati con il TSO e alcune considerazioni riguardanti i problemi non ancora risolti sull’applicazione di questo intervento.

Qual è l’esito dei pazienti con anoressia nervosa trattati con il TSO? Elzakkers e colleghi hanno recentemente pubblicato una revisione sistematica della letteratura sul TSO nell’anoressia nervosa [6]. Gli autori hanno identificato solo cinque stu-


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di che hanno confrontato l’esito del trattamento volontario e involontario alla dimissione ospedaliera e due anche al follow-up, di cui solo uno ha dati di buona qualità. Riassumendo i risultati dei cinque studi, gli autori hanno trovato che, al momento del ricovero, il gruppo trattato con il TSO ha sintomi più gravi sia per la psicopatologia del disturbo dell’alimentazione sia per la comorbilità (per es. un numero maggiore di ricoveri, una maggiore frequenza di comportamenti autolesionistici, una più frequente storia di abuso riferito, più alti livelli di depressione e una durata più lunga di malattia). I risultati alla dimissione indicano che la durata del ricovero è stata più elevata nel trattamento involontario, rispetto a quello volontario, sebbene il peso corporeo sia stato simile nei due gruppi. Infine, in nessuno degli studi è stato riferito un peggioramento della relazione terapeutica nei pazienti trattati involontariamente. Gli autori della revisione concludono che, sebbene rimanga un tema controverso, il TSO nei soggetti con anoressia nervosa potrebbe essere un intervento a breve termine benefico e da prendere seriamente in considerazione, soprattutto nei soggetti a rischio di vita. Gli effetti a lungo termine del TSO non sono stati ben studiati. Nello studio di Ramsay e coll. la mortalità dopo 5 anni è stata del 12,7% nei pazienti trattati in modo involontario e di solo il 2,6% in quelli trattati volontariamente [7]. Lo stesso gruppo inglese ha pubblicato recentemente gli esiti dopo 20 anni di 81 pazienti trattati in modo involontario e di 81 pazienti in modo volontario presso il Maudsley Hospital a Londra negli anni 1983-95. Tra questi pazienti sono state rilevate complessivamente 27 morti (16,7%) senza alcuna differenza nel tasso standardizzato di mortalità tra i due gruppi [8]. Gli autori, commentando questi risultati, hanno concluso che sebbene la mortalità a 5 anni sia molto più elevata nei pazienti trattati in modo involontario, questa differenza si attenua nel tempo e che, in ogni caso, il tasso standardizzato di mortalità, indipendentemente dal trattamento ricevuto, rimane elevato nell’anoressia nervosa [8]. Infine, in un altro studio eseguito sugli adolescenti, Ayton e coll., non hanno trovato esiti diversi tra i due gruppi un anno dopo dalla dimissione [9].

Trattamento Sanitario Obbligatorio per Anoressia: Problemi non risolti Il TSO nell’anoressia nervosa, sebbene possa essere utile per salvare a breve termine la vita delle pazienti affette da gravi forme di anoressia nervosa, è associato a numerosi problemi non ancora risolti che dovranno essere affrontatati dalle ricerche future.

TSO per Anoressia e tasso di mortalità Primo, purtroppo nessuno studio ha finora dimostrato che il TSO riduce il tasso di mortalità nell’anoressia nervosa. Questo è un problema che pone molte sfide ai ricercatori perché non è immaginabile poter eseguire studi randomizzati e controllati su questo tipo di intervento. L’unica alternativa per avere informazioni attendibili è eseguire, come è stato fatto al Maudsley Hospital di Londra, degli accurati studi longitudinali per valutare gli esiti a breve e a lungo termine di pazienti trattati volontariamente e involontariamente [8]. Poiché l’obiettivo principale del TSO è salvare la vita dei pazienti e secondariamente ingaggiarli in una cura che affronti anche la loro psicopatologia, solo i risultati di questi studi potranno dare una risposta definitiva sull’utilità o meno di fornire, in un sottogruppo di pazienti con anoressia nervosa, questo trattamento coercitivo, costoso e complesso.

Indicazioni per il TSO nell’ anoressia nervosa Secondo, non esiste ancora un consenso sulle indicazioni per il TSO nell’anoressia nervosa. Se guardiamo i pazienti inclusi nei cinque studi di esito descritti sopra, si conclude che all’entrata in ospedale esiste un’ampia variabilità dell’Indice di Massa Corporea (IMC), delle diagnosi (dall’anoressia nervosa alla bulimia nervosa) e della psicopatologia specifica e generale associata [6]. In genere sembra che, almeno nel Regno Unito, il TSO venga applicato sia per affrontare le condizioni di rischio fisico sia per gestire la presenza di una grave psicopatologia in assenza di rischio fisico. In mancanza di dati certi su rischio fisico e psichiatrico derivati dalla ricerca, è auspicabile che, se la proposta di legge sul TSO in Italia sarà approvata, verrà costituto un gruppo di lavoro di esperti per stabilire delle linee guida “cliniche” condivise sulle indicazioni e controindicazioni riguardanti questo tipo di trattamento.

Un protocollo di intervento per il TSO nell’anoressia nervosa Terzo, non si è ancora raggiunto un consenso sul protocollo di intervento da applicare durante il TSO. Nella maggior parte dei casi il trattamento utilizza la nutrizione forzata attraverso il sondino naso-gastrico o altri metodi invasivi. In altri casi è utilizzata la procedura dei pasti assistiti da parte di un dietista o un infermiere. Purtroppo, non ci sono dati che indichino quali delle due strategie sia più efficace nel lungo termine. Inoltre, poca o nessuna attenzione è data agli aspetti psicologici della motivazione del paziente e al nucleo psicopatologico centrale dell’anoressia nervosa, cioè la ne-

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cessità di controllo in generale e in particolare sull’alimentazione, il peso e la forma del corpo [10] che, inevitabilmente, viene minacciata durante il TSO. Infine, non sono ancora state sviluppate strategie e procedure efficaci per aiutare i pazienti che concludono il TSO a prevenire il deterioramento dopo la dimissione. Al contrario, gli interventi ospedalieri di maggiore efficacia nel trattamento dell’anoressia nervosa hanno dato particolare importanza a tutti questi aspetti, prevedendo una fase di preparazione al ricovero, il coinvolgimento attivo del paziente nel processo di cura, il costante lavoro sulla motivazione al trattamento e lo sviluppo condiviso di specifiche procedure per prevenire la ricaduta dopo la dimissione [11, 12].

Trattamento Sanitario Obbligatorio nell’anoressia: quando applicarlo? Quarto, non esiste ancora un consenso se applicare o meno il TSO precocemente nel corso dell’anoressia nervosa per prevenire il deterioramento dei pazienti e non esistono studi che abbiano confrontato un TSO precoce o tardivo sull’esito a lungo termine. Un argomento a favore di un intervento precoce è che potrebbe favorire un accorciamento della durata del disturbo e influenzare positivamente la prognosi – se si fa un’analogia con la schizofrenia la durata della psicosi non trattata è un importante fattore prognostico. Tuttavia, l’autonomia del paziente non deve essere limitata con leggerezza perché, anche se il risultato a breve termine del TSO potrebbe sembrare favorevole, gli esiti a lungo termine non sono ancora stabiliti con certezza.

TSO per anoressia: dove e come eseguire il trattamento sanitario obbligatorio? Quinto, il luogo dove eseguire il TSO per l’anoressia nervosa è tuttora fonte di molte discussioni. Per esempio, nel Regno Unito e in Norvegia, i pazienti trattati in modo involontario sono ricoverati in reparti specialistici per i disturbi dell’alimentazione assieme a pazienti che hanno accettato il trattamento volontariamente. Questa scelta presenta vantaggi e svantaggi. I vantaggi sono che i pazienti in TSO sono trattati da un’équipe specializzata nella cura dei casi gravi di anoressia nervosa. Gli svantaggi sono che i pazienti in TSO possono influenzare negativamente l’adesione al trattamento dei pazienti ricoverati volontariamente. Il primo autore di questo articolo ha potuto constatare di persona questo problema nelle supervisioni che esegue presso i reparti per i disturbi dell’alimentazione dell’Haukeland University Hospital di Bergen in Norvegia – nel box il dr. Stein Frostat spiega come è organizzato il TSO dei disturbi dell’alimentazione in Norvegia – e del Warneford Hospital di

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Oxford in Inghilterra dove i pazienti volontari e involontari sono trattati nello stesso reparto e curati da un’unica équipe. Per far fronte a questo problema le due équipe inglesi e norvegesi stanno pensando di dividere il reparto in due sezioni non comunicanti, una per i ricoveri volontari e una per quelli involontari, dove però lo stesso personale cura entrambi i gruppi di pazienti.

Anoressia nervosa, TSO e capacità mentale dei pazienti Infine, non è ancora stata risolta la questione riguardante la ”capacità mentale” dei pazienti affetti da anoressia nervosa di prendere decisioni sul trattamento. Questo aspetto è fondamentale perché è strettamente legato alla discussione riguardante i pro e i contro del TSO. Fino ad ora, la capacità mentale dei pazienti con anoressia nervosa è stata affrontata per lo più da un punto di vista teoretico, e sono disponibili pochi dati empirici. Solo due studi hanno valutato in modo specifico la capacità mentale dei pazienti con anoressia nervosa, ed entrambi hanno incluso adolescenti e non individui con lunga durata di malattia. I due studi hanno raggiunto conclusioni opposte: uno ha riportato mancanza di ragionamento astratto e riflessione in pazienti adolescenti con anoressia nervosa, in confronto ai controlli sani che può, secondo le opinioni degli autori, influire sulla capacità di ragionare sulle opzioni di trattamento [13], l’altro, uno studio qualitativo di analisi delle interviste, ha trovato, invece, che pazienti con anoressia nervosa hanno una buona competenza e capacità di rifiutare un trattamento [14]. Questi risultati vanno interpretati con cautela perché gli studi hanno bassa numerosità campionaria, uno dei due è qualitativo e l’altro retrospettivo, e non hanno valutato la capacità mentale di prendere decisioni sul trattamento in momenti clinici rilevanti.

Conclusioni Ad oggi non sappiamo se la proposta di legge sul TSO per l’anoressia nervosa sarà approvata o no. In caso affermativo, la scelta di eseguire un TSO non andrà mai presa alla leggera perché sono ancora molte le domande aperte su questa forma coercitiva di trattamento. In particolare, non sappiamo ancora qual è l’esito a lungo termine del TSO in relazione ai parametri dell’IMC e della psicopatologia. Inoltre, non è chiaro e non ci sono ancora criteri clinici condivisi su quando e dove sia necessario eseguirlo. Infine, dobbiamo migliorare la nostra conoscenza sulle capacità mentali delle pazienti con anoressia nervosa. È auspicabile che queste aree di incertezza riguardanti il TSO possano essere affrontate da ricerche rigorose e accurate e che le conclusioni di questi studi possano guidare le future scelte terapeutiche


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che troppo spesso ancora oggi sono fatte su basi teoriche, personali ed emotive ma non empiriche.

REFERENZE 1. Hoek HW. Incidence, prevalence and mortality of anorexia nervosa and other eating disorders. Curr Opin Psychiatry. 2006;19(4):38994. doi:10.1097/01.yco.0000228759.95237.78. 2. Arcelus J, Mitchell AJ, Wales J, Nielsen S. Mortality rates in patients with anorexia nervosa and other eating disorders. A meta-analysis of 36 studies. Arch Gen Psychiatry. 2011;68(7):72431. doi:10.1001/archgenpsychiatry.2011.74. 3. Keel PK, Brown TA. Update on course and outcome in eating disorders. Int J Eat Disord. 2010;43(3):195-204. doi:10.1002/ eat.20810. 4. Goldner E. Treatment refusal in anorexia nervosa. Int J Eat Disord. 1989;8(3):297-306. 5. Tiller J, Schmidt U, Treasure J. Compulsory treatment for anorexia nervosa: compassion or coercion? Br J Psychiatry. 1993;162:679-80. 6. Elzakkers IF, Danner UN, Hoek HW, Schmidt U, van Elburg AA. Compulsory treatment in anorexia nervosa: a review. Int J Eat Disord. 2014;47(8):845-52. doi:10.1002/eat.22330.

7. Ramsay R, Ward A, Treasure J, Russell GF. Compulsory treatment in anorexia nervosa. Short-term benefits and long-term mortality. Br J Psychiatry. 1999;175:147-53. 8. Ward A, Ramsay R, Russell G, Treasure J. Follow-up mortality study of compulsorily treated patients with anorexia nervosa. Int J Eat Disord. 2014. doi:10.1002/eat.22377. 9. Ayton A, Keen C, Lask B. Pros and cons of using the Mental Health Act for severe eating disorders in adolescents. Eur Eat Disord Rev. 2009;17(1):14-23. doi:10.1002/erv.887. 10. Fairburn CG, Shafran R, Cooper Z. A cognitive behavioural theory of anorexia nervosa. Behav Res Ther. 1999;37(1):1-13. 11. Dalle Grave R, Calugi S, El Ghoch M, Conti M, Fairburn CG. Inpatient cognitive behavior therapy for adolescents with anorexia nervosa: immediate and longer-term effects. Front Psychiatry. 2014;5:14. doi:10.3389/fpsyt.2014.00014. 12. Dalle Grave R, Calugi S, Conti M, Doll H, Fairburn CG. Inpatient cognitive behaviour therapy for anorexia nervosa: a randomized controlled trial. Psychother Psychosom. 2013;82(6):3908. doi:10.1159/000350058. 13. Turrell SL, Peterson-Badali M, Katzman DK. Consent to treatment in adolescents with anorexia nervosa. Int J Eat Disord. 2011;44(8):703-7. doi:10.1002/eat.20870. 14. Tan J, Hope T, Stewart A. Competence to refuse treatment in anorexia nervosa. Int J Law Psychiatry. 2003;26(6):697-707. doi:10.1016/j.ijlp.2003.09.010.

Il trattamento sanitario obbligatorio: l’esempio della Norvegia In Norvegia il trattamento sanitario obbligatorio (TSO) per i pazienti con disturbi psichiatrici è regolato da una legge chiamata Psykisk Helsevernloven (tr. it. Protezione della Salute Mentale). Una modifica a questa legge, implementata nel gennaio 2007, ha descritto il TSO per i disturbi dell’alimentazione. Se il paziente ha deliri o convinzioni comparabili con la psicosi e in aggiunta ha una situazione medica che minaccia la sua vita può essere indicato il TSO. Un medico di famiglia può inviare il paziente a un ospedale psichiatrico per essere valutato da uno psichiatra o da uno psicologo entro 24 ore e determinare se soddisfa i criteri per il TSO. Il paziente può opporsi a questa decisione presentando una denuncia a una commissione di controllo che è indipendente dall’ospedale. Quando il paziente è in TSO può ricevere l’alimentazione forzata, come indicato da una sezione separata del Psykisk Helsevernloven (Sezione 4-4b). Il TSO è svolto prevalentemente in una delle quattro unità regionali della salute in Norvegia e rappresenta un importante passo avanti nel trattamento di pazienti con disturbi dell’alimentazione che hanno una condizione che minaccia la loro vita. Il totale di pazienti trattati con TSO in Norvegia è basso, sebbene non se ne conosca l’esatto numero. Se il paziente ha avuto bisogno di numerosi trattamenti in reparti di terapia intensiva le commissioni di controllo, in alcuni casi, hanno accettato il TSO anche in pazienti di peso normale. Sigrid Bjoernelv ha recentemente presentato i dati di 11 pazienti di sesso femminile, di età compresa tra 16,5 e 26 anni e IMC tra 8,2 e 19,3, trattati con il TSO prima del gennaio 2013 presso il Levanger Hospital, che è l’unità regionale di una delle quattro regioni della salute della Norvegia. In quattro dei pazienti è stata usata anche l’alimentazione forzata. Dopo il TSO, ai pazienti è stato offerto un trattamento presso l’unità regionale per i disturbi dell’alimentazione. Al follow-up uno dei pazienti era morto, sei pazienti avevano avuto un esito buono e quattro continuavano a mantenere un disturbo dell’alimentazione attivo. Dr. Stein Frostad Section for Eating Disorders, Department for Psychosomatic Medicine Haukeland University Hospital - Bergen, Norvegia

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articolo scientifico trattamento Pesare i pazienti all’interno della terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell’alimentazione: come, quando e perché A cura di: Massimiliano Sartirana1 e Riccardo Dalle Grave2 1 Unità Operativa Locale AIDAP. Verona 2 Unità di Riabilitazione Nutrizionale. Casa di Cura Villa Garda, Garda (VR)

Fonte: Waller, G., Mountford, V.A. (2015). Weighing patients within cognitive-behavioural therapy for eating disorders: How, when and why. Behaviour Research and Therapy, 70, 1-10. Molti clinici che praticano la terapia cognitivo comportamentale (CBT) dei disturbi dell’alimentazione trascurano alcune sue procedure chiave come, per esempio, la misurazione collaborativa del peso in seduta. A tale proposito, uno studio condotto da Waller e colleghi ha dimostrato che meno del 40% dei clinici che usa la CBT riporta di pesare i pazienti abitualmente e che il 17% non li pesa per nulla per l’intera durata del trattamento. Secondo Waller e colleghi molti dei principali motivi per pesare i pazienti con disturbo dell’alimentazione nelle sedute di CBT sono i seguenti: Sicurezza del paziente. Sia un peso basso sia un peso

elevato hanno potenziali conseguenze negative per la salute (per es. anomalie cardiache, debolezza muscolare, alterazioni elettrolitiche, diabete, ecc.). Indicazioni dei cambiamenti delle modalità alimentari e della frequenza di alcuni comportamenti che mantengono il disturbo dell’alimentazione. Il peso

è un dato fondamentale da cui si possono trarre informazioni sull’alimentazione e sui comportamenti estremi di controllo del peso. Riduzione dell’ansia e della preoccupazione per l’alimentazione e il peso. Nei pazienti che evitano di pe-

sarsi, l’esposizione alla misurazione del peso in seduta riduce l’ansia a lungo termine per l’alimentazione perché sconferma le predizioni negative sugli effetti dell’assunzione di cibo sul peso. Nei pazienti affetti da disturbi dell’alimentazione ogni assunzione di cibo è vista come responsabile dell’aumento di peso. La misurazione regolare del peso è fondamentale per affrontare questa

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associazione irrazionale e per aiutare il paziente a comprendere che l’assunzione di cibo non è proporzionale a un cambiamento del peso. Al contrario, nei pazienti che misurano il peso frequentemente, la misurazione settimanale del peso in seduta aiuta a comprendere che questo comportamento è disfunzionale perché diminuisce l’ansia a breve termine ma aumenta la preoccupazione per le minime variazioni di peso dovute a cambiamenti del contenuto idrico del corpo. Durante la valutazione iniziale, la misurazione del peso dovrebbe essere presentata come un elemento della seduta per permettere di fare una buona valutazione diagnostica del disturbo dell’alimentazione e della sua gravità clinica. La maggior parte dei pazienti con disturbo dell’alimentazione non obietta sulla misurazione del peso, ma alcuni possono farlo. In questi casi è importante far emergere i motivi per cui il paziente è contrario alla misurazione del peso e cercare di affrontare le sue obiezioni. Se il paziente insiste nel non voler essere pesato immediatamente, il terapeuta e il paziente possono preparare un piano per misurare il peso la settimana successiva. L’evitamento della misurazione del peso è un comportamento che ostacola la terapia e per tale motivo essa non può iniziare se il paziente non è disponibile a farlo. È un grave errore del terapeuta assecondare questo evitamento perché mantiene la preoccupazione per il peso e per l’alimentazione del paziente. È utile servirsi di materiale psicoeducativo che dimostri come il peso sia sensibile a continue fluttuazioni per le modificazioni del contenuto idrico del corpo. Nei pazienti con disturbo dell’alimentazione sottopeso è anche importante esplorare le loro previsioni sull’aumento di peso settimanale per poi verificarle. Nell’intervento educativo deve essere


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spiegato che la misurazione del peso e la sua interpretazione richiede di valutare un intervallo di quattro settimane. Inoltre, un prerequisito fondamentale è la disponibilità del paziente a non pesarsi al di fuori della seduta e di osservare le normali fluttuazioni che ci saranno del suo peso. La misurazione del peso richiede un atteggiamento attivo da parte del paziente e del terapeuta e va effettuata dopo la revisione delle schede di monitoraggio, perché questo è il momento in cui le previsioni sul peso sono “calde” e in cui il paziente può apprendere di più sul suo problema alimentare. Di seguito sono riportati i passi successivi suggeriti da Waller e colleghi per effettuare la misurazione del peso in seduta:

7 lasciare spazio ai commenti del paziente sul peso identificato; 8 il terapeuta riporta il peso sul grafico del peso e le copie del grafico sono tenute da entrambi; 9 identificare le previsioni del paziente sul peso della settimana successiva considerando le esposizioni alimentari e quelle comportamentali (per es. riduzione o eliminazione dei comportamenti eliminativi); 10 nella successiva seduta si richiede al paziente la previsione sul peso e quindi si ripete il processo come descritto sopra.

1 identificare la predizione precisa in termini di chili della variazione di peso; 2 identificare le motivazioni che possono spiegare la variazione predetta; 3 identificare il significato che avrebbe per il paziente sia se la predizione fosse vera sia nel caso si dimostri scorretta; 4 annotare la previsione sul grafico del peso; 5 ricordare al paziente che questa è solo una delle quattro pesate da valutare; 6 effettuare la misurazione del peso con il paziente che sale sulla bilancia e dice il peso osservato e il terapeuta di fianco che vede il peso riportato sulla bilancia;

Secondo Waller e colleghi, il grafico del peso dovrebbe includere due linee: una che mostra l’andamento del peso attuale; l’altra che rappresenta le previsioni settimanali eseguite dal paziente. Questo può aiutare il paziente a rendersi conto che le sue previsioni sull’aumento di peso non si verificano. Verso la fine della terapia è importante che il paziente inizi a pianificare e a misurare il peso da solo a casa al fine di imparare a interpretare in modo autonomo le variazioni ponderali. Infine, gli autori suggeriscono due strade per la ricerca futura. La prima è valutare l’efficacia della formazione dei clinici all’uso adeguato della procedura della misurazione regolare del peso del paziente. La seconda fa riferimento alla necessità di organizzare ricerche sui mediatori che dimostrino l’efficacia di questa procedura sull’esito del trattamento.

AIDAP è lieta di presentare “I disturbi dell’alimentazione” e “L’obesità” Le informazioni, scritte in un linguaggio accessibile al grande pubblico, possono risultare utili anche ai terapeuti perché rappresentano un concentrato aggiornato delle conoscenze attuali nel campo dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità. Entrambi gli opuscoli sono scaricabili gratuitamente dal sito www.aidap.org --> Angolo informativo

ASSOCIAZIONE ITALIANA DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE E DEL PESO

I DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE Cosa sono? Come affrontarli?

L’OBESITÀ Cos’è? Come affrontarla?


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articolo scientifico trattamento Tempo di recupero del peso in adulti e adolescenti che ricevono la terapia cognitivo comportamentale per l’anoressia nervosa A cura di: Emanuela Ferrara - Unità Operativa Locale AIDAP. Verona

Fonte: Calugi, S., Dalle Grave, R., Sartirana, M., Fairburn, C.G. (2015). Time to restore body weight in adults and adolescents receiving cognitive behavior therapy for anorexia nervosa. Journal of Eating Disorders, 3:21. Introduzione L’anoressia nervosa è considerata uno dei disturbi mentali più difficili da trattare. La terapia cognitivo-comportamentale migliorata (CBT-E) è un trattamento che affronta la psicopatologia specifica del disturbo dell’alimentazione e che ha dimostrato la sua efficacia nell’anoressia nervosa, in pazienti adulti e adolescenti, con studi randomizzati e studi osservazionali. La CBT-E, quando applicata in pazienti sottopeso, generalmente è svolta in 40 sedute per 40 settimane, circa il doppio della durata rispetto ai pazienti non sottopeso. Questa differenza è legata principalmente al tempo necessario per il recupero del peso, tuttavia non è ancora stata stabilita la durata ottimale del trattamento.

Scopo e metodi dello studio L’obiettivo dello studio è stato quello di fornire dei dati di riferimento sulla durata del trattamento necessaria per il recupero del peso [indice di massa corporea (IMC) > 18,5 kg/ m2 o il corrispondente centile di IMC] in adulti e adolescenti con anoressia nervosa trattati con la CBT-E ambulatoriale. Hanno partecipato allo studio 95 pazienti che soddisfacevano i criteri diagnostici del DSM-IV per l’anoressia nervosa, eccetto il criterio dell’amenorrea. La terapia è stata effettuata in 40 settimane e ha seguito i tre step della CBT-E per i pazienti sottopeso: (1) aiutare il paziente a vedere il sottopeso come un problema, a capire la necessità di recuperare il peso e decidere di intraprendere il percorso; (2) aiutare il paziente nel recupero del peso, fino al più basso peso salutare (IMC tra 19 e 19,9 negli adulti e il corrispondente centile di IMC negli adolescenti) e contemporaneamente dedicarsi ad af-

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frontare la psicopatologia del disturbo; (3) aiutare il paziente a mantenere il suo peso salutare.

Risultati Il campione comprendeva 46 adolescenti e 49 adulti, di cui il 63,1% e 65,3%, rispettivamente, ha completato il trattamento (p=0,818). Durante il trattamento, il 65,3% degli adolescenti e il 36,5% degli adulti ha normalizzato il peso (p<0,001), senza differenze significative nella quantità di peso recuperata (5,8 kg vs 6,4 kg, rispettivamente). Il tempo medio stimato per raggiungere l’obiettivo di peso è stato di 14,8 settimane per gli adolescenti e di 28,3 settimane per gli adulti. Tra i pazienti che hanno raggiunto l’obiettivo di peso, il 96,6% degli adolescenti e l’80% degli adulti lo ha mantenuto fino alla fine del trattamento. Risultati simili sono stati ottenuti usando il target di IMC > 19,5 o il corrispondente centile di IMC.

Conclusioni Come sottolineato dagli autori, due importanti risultati emergono dallo studio. Il primo riguarda il fatto che un numero più alto di adolescenti, rispetto agli adulti, raggiunge i due obiettivi di IMC. Il secondo, ancora più significativo, indica che gli adolescenti hanno raggiunto questi obiettivi in un tempo decisamente inferiore (circa 15 settimane di meno). Ulteriori studi, se confermassero i risultati ottenuti sul recupero del peso, anche nel miglioramento della psicopatologia, permetterebbero di proporre una forma di CBT-E ambulatoriale più breve per gli adolescenti con anoressia nervosa.


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Terapia cognitivo comportamentale transdiagnostica (CBT-E) allargata dei disturbi dell’alimentazione 25-26 settembre 2015, Hotel San Marco - Via Longhena 42 - Verona Programma venerdì 25 settembre n 08:30-09:00 Registrazione dei partecipanti n 09:00-11:00 (Riccardo Dalle Grave) CBT-E allargata - Introduzione - Indicazioni - I principi - La pratica n 11:00-11:30 Pausa n 11:30-13:00 (Riccardo Dalle Grave) Modulo “Perfezionismo clinico” - I principi - Strategie generali n 13:00-14:00 Pranzo n 14:00-16:00 (Massimiliano Sartirana e Simona Calugi) Modulo “Bassa autostima nucleare” - I principi - Strategie generali n 16:00-16:30 Pausa n 16:30-18:00 (Massimiliano Sartirana e Simona Calugi) Modulo “Difficoltà Interpersonali” - Introduzione - Strategie per affrontare le dispute di ruolo - Strategie per affrontare i deficit interpersonali - Strategie per affrontare le difficoltà nelle fasi di transizione di ruolo - Strategie per affrontare il lutto

Programma SABATO 26 settembre n 09:00-11:00 (Simona Calugi e Massimiliano Sartirana) Esercitazioni pratiche e role playing, modulo “Perfezionismo clinico” n 11:00-11:30 Pausa n 11:30-13:00 (Simona Calugi e Massimiliano Sartirana) Esercitazioni pratiche e role playing, modulo “Bassa autostima nucleare” n 13:00-14:00 Pranzo n 14:00-16:30 (Simona Calugi e Massimiliano Sartirana) Esercitazioni pratiche e role playing, modulo “Difficoltà interpersonali” n 16:30-17:00 (Riccardo Dalle Grave, Simona Calugi e Massimiliano Sartirana) Discussione e conclusione dei lavori n 17:00-17:30 Valutazione ECM

Accreditamento ECM | per medici, psicologi, dietisti, biologi nutrizionisti SEDE | Hotel San Marco - Via Longhena 42 - 37138 Verona Tel. 045 569 011 - E-mail: sanmarco@sanmarco.vr.it Per informazioni e iscrizioni POSITIVE PRESS | Via Sansovino 16 - 37138 Verona Tel. 0458103915 - Fax 0458102884 E-mail: corsi@positivepress.net - Sito: www.positivepress.net

RELATORI Dalle Grave Riccardo, medico, psicoterapeuta e specialista in scienze dell’alimentazione | è responsabile dell’Unità di Riabilitazione Nutrizionale della Casa di Cura Villa Garda e Direttore Scientifico AIDAP. Calugi Simona, psicologo psicoterapeuta e dottore di ricerca in scienze mediche generali e scienze dei servizi | Responsabile Unità Operative Locali AIDAP Empoli e Firenze. Sartirana Massimiliano, psicologo, psicoterapeuta | Unità Operativa Locale AIDAP Verona Collaborano da molti anni con il Prof. Christopher Fairburn dell’Università di Oxford per l’applicazione e la valutazione dell’efficacia della CBT-E a vari livelli di cura.

quote di iscrizione Tipologia di partecipante Socio operativo*

Euro 100,00 + iva (TOT Euro 122,00)

Socio ordinario*

Euro 250,00 + iva (TOT Euro 305,00)

Sostenitore professionista*

Euro 300,00 + iva (TOT Euro 366,00)

Non socio AIDAP

Euro 350,00 + IVA (TOT Euro 427,00)

Studenti (no crediti ECM)

Euro 200,00 + iva (TOT Euro 244,00)

Gruppo 2 iscrizioni**

Euro 500,00 + iva (TOT Euro 610,00)

Gruppo 3 iscrizioni**

Euro 600,00 + iva (TOT Euro 732,00)

* in regola con la quota associativa AIDAP 2015 ** una sola fattura

Ricordiamo che i corsi non abilitano all’elaborazione di diete o piani alimentari o alla cura e al trattamento di patologie in campo nutrizionale, in assenza di precedenti ed adeguati titoli abilitanti secondo quanto disposto dalle leggi vigenti.


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articolo scientifico trattamento La terapia cognitivo comportamentale migliorata (CBT-E) è più efficace della terapia interpersonale nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione A cura di: Massimiliano Sartirana1 e Riccardo Dalle Grave2 1 Unità Operativa Locale AIDAP. Verona 2 Unità di Riabilitazione Nutrizionale. Casa di Cura Villa Garda, Garda (VR)

Fonte: Fairburn, C.G, Bailey-Straebler, S., Basden, S., Doll, H.A., Jones, R., Murphy, R., O’Connor, M.E., Cooper, Z. (2015). A transdiagnostic comparison of enhanced cognitive behaviour therapy (CBT-E) and interpersonal psychotherapy in the treatment of eating disorders, Behaviour Research and Therapy, 70, 64-71.

Lo studio eseguito presso il Center of Research on Eating Disorders dell’Università di Oxford (CREDO) si è posto due obiettivi principali: (i) confrontare la terapia cognitivo comportamentale migliorata (CBT-E) con la terapia interpersonale (IPT); (ii) valutare se l’efficacia della CBT-E, verificata nell’originale e ampio trial randomizzato e controllato pubblicato nel 2009 ed eseguito in pazienti con bulimia nervosa e disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati non sottopeso (1), può essere replicata quando è reclutato un equivalente campione di pazienti e la CBT-E è stata somministrata allo stesso modo. Il disegno dello studio è quello di un trial randomizzato e controllato eseguito in pazienti con disturbo dell’alimentazione e con indice di massa corporea (IMC) >17,5 e <40,0. I pazienti eleggibili sono stati randomizzati alla CBT-E o all’IPT, due trattamenti che prevedono 20 sedute da eseguirsi in 20 settimane. 65 partecipanti sono stati assegnati a random alle due condizione di trattamento. Di questi 130, 53 (40,8%) avevano una diagnosi di bulimia nervosa, 8 di disturbo da binge-eating (6,2%) e 69 (53,1%) di disturbo dell’alimentazione non altrimenti specificato. 29 partecipanti (22,3%) non hanno completato tutte le 20 sedute di trattamento (bulimia nervosa 32,1%, disturbo da binge-eating 0% e disturbo dell’alimentazione non altrimenti specificato 17,4%). Alla fine del trattamento, i livelli di psicopatologia specifica del disturbo dell’alimentazione e generale sono diminuiti significativamente in entrambi i trattamenti, ma i cambiamenti sono stati significativamente maggiori nei partecipanti

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allocati alla CBT-E. La percentuale di partecipanti trattati con CBT-E che ha raggiunto la remissione, ovvero un punteggio all’EDE globale inferiore a 1,74, alla valutazione intent to treat è stata quasi due volte superiore a quella dei partecipanti trattati con l’IPT. Quasi la metà dei partecipanti trattati con la CBT-E (44,8%, 26/58) non riportava episodi bulimici, vomito autoindotto o uso improprio di lassativi alla fine del trattamento, rispetto al solo 21,7% (13/60) dei partecipanti trattati con l’IPT. I cambiamenti osservati sono stati maggiori tra i partecipanti che hanno concluso il trattamento con una remissione in circa 3/4 di partecipanti trattati con la CBT-E rispetto a solo poco più di un terzo in quelli trattati con l’IPT. Al follow-up di 60 settimane la percentuale di partecipanti che hanno soddisfatto i criteri di remissione è aumentata, in particolare in quelli trattati con l’IPT, ma il tasso di remissione di quelli trattati con la CBT-E è rimasta significativamente superiore (CBT-E 69,4%, IPT 49.0%; p=0,028). Per quanto riguarda il secondo obiettivo dello studio, il tasso di remissione ottenuto dai partecipanti trattati con la CBT-E è stato molto simile a quello dello studio del 2009 (67% e 66% alla fine del trattamento e 69% e 63%, rispettivamente).

Commenti I dati dello studio indicano che la CBT-E è un trattamento potente per i pazienti ambulatoriali non marcatamente sottopeso affetti da disturbi dell’alimentazione e che l’IPT rimane un’alternativa alla CBT-E, ma la sua risposa è meno pronunciata e più lenta ad essere espressa. La capacità della


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CBT di operare rapidamente non è sorprendente, visto che è stata ideata per affrontare direttamente la psicopatologia del disturbo dell’alimentazione, mentre l’IPT probabilmente agisce indirettamente sui processi interpersonali nel determinare il cambiamento. Questo studio sottolinea il valore della ricerca in campioni transdiagnostici di partecipanti, come raccomandato dall’iniziativa RDoC (3-4), perché risultati come quelli ottenuti in questo studio difficilmente possono emergere da ricerche che includono partecipanti con una singola categoria diagnostica.

Referenze 1. Fairburn, C. G., Cooper, Z., Doll, H., O’Connor, M., Bohn, K., Hawker, D., ... Palmer RL. (2009). Transdiagnostic cognitivebehavioral therapy for patients with eating disorders: a twosite trial with 60-week follow-up. American Journal of Psychiatry, 166, 311-319. 2. Zipfel, S., Wild, B., Groß, G., Friederich, H., Teufel, M., Schellberg, D., ... Herzog, W. (2014). Focal psychodynamic therapy, cognitive behaviour therapy, and optimised treatment as usual in outpatients with anorexia nervosa (ANTOP study): randomised controlled trial. The Lancet, 383, 127-137. 3. Insel, T. (2014). The NIMH research domain criteria (RDoC) project: precision medicine for psychiatry. American Journal of Psychiatry, 171, 395-397. 4. Insel, T., Cuthbert, B., Garvey, M., Heinssen, R., Pine, D. S., Quinn, K., ... Wang, P. (2010). Research Domain Criteria (RDoC): Toward a new classification framework for research on mental disorders. American Journal of Psychiatry, 167, 748-751.

articolo scientifico trattamento Eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo e adozione di comportamenti di controllo del peso non di compenso nei disturbi dell’alimentazione: esiste una relazione reciproca? A cura di: Riccardo Dalle Grave Unità di Riabilitazione Nutrizionale Casa di Cura Villa Garda, Garda (VR)

Fonte: Tabri, N., Murray, H.B., Thomas, J.J., Franko, D.L., Herzog, D.B., Eddy, K.T. (2015). Overvaluation of body shape/weight and engagement in non-compensatory weight-control behaviors in eating disorders: is there a reciprocal relationship? Psychological Medicine, 21, 1-8. Lo studio si è posto come obiettivo quello di esaminare la relazione temporale tra l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo e il coinvolgimento attivo in comportamenti di controllo del peso non di compenso (restrizione alimentare ed esercizio fisico compulsivo) in donne con diagnosi di anoressia nervosa (AN) e bulimia nervosa (BN). Lo studio ha incluso 246 donne che hanno richiesto un trattamento nel servizio ambulatoriale dell’area di Boston e avevano dato il loro consenso a partecipare ad uno studio longitudinale sull’AN e sulla BN, iniziato nel 1987 e terminato nel

2013. La suddivisione delle diagnosi, riviste secondo i criteri del DSM-IV, è stata la seguente: AN sottotipo con restrizioni (N=51), AN sottotipo con episodi bulimici e comportamenti di compenso (N=85), BN (N=110). Per monitorare i sintomi e i comportamenti nel tempo è stata utilizzata la “Longitudinal Interval Follow-Up Evaluation” (LIFE-EAT II), un’intervista semistrutturata condotta da un valutatore esperto eseguita a intervalli regolari (6-12 mesi) per oltre 12 anni. Al fine di chiarire meglio la relazione tra eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo e

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comportamenti non di compenso, gli autori hanno distinto l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo da una misurazione composita di due tipi di preoccupazioni per il peso e la forma del corpo: la sensazione di essere grasso e la paura per il grasso corporeo. Le analisi statistiche hanno evidenziato che i soggetti con un’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo in una data settimana erano più propensi a impegnarsi in comportamenti di restrizione alimentare ed esercizio fisico compulsivo nella settimana successiva, indipendentemente dalle preoccupazioni per il peso e la forma del corpo, dalla restrizione alimentare e dall’esercizio fisico compulsivo della settimana precedente e dalla diagnosi iniziale. Altrettanto si è evidenziato per la relazione inversa ovvero tra la restrizione alimentare e l’esercizio fisico compulsivo in una data settimana e l’eccessiva valutazione nella settimana seguente, sempre in modo indipendente rispetto alle preoccupazioni per il peso e la forma del corpo e al tipo di diagnosi. L’analisi statistica ha inoltre evidenziato una relazione reciproca tra preoccupazioni per il peso e la forma del corpo in una data settimana e la restrizione alimentare in quella successiva e non, invece, con l’esercizio fisico compulsivo. Tale relazione reciproca era indipendente dall’eccessiva valutazione, dalle preoccupazioni per il peso e la forma del corpo, dai comportamenti di restrizione alimentare ed esercizio fisico compulsivo della settimana precedente e anche dalla diagnosi iniziale.

CommentO Questo studio conferma il modello teorico cognitivo comportamentale transdiagnostico postulato da Fairburn e colleghi dimostrando che i comportamenti di controllo del peso non di compenso rinforzano l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo attraverso un incremento degli episodi bulimici e/o mantenendo il basso peso. Lo studio è il primo in letteratura che abbia dimostrato questa relazione, sebbene in precedenza uno studio di Dalle Grave e colleghi abbia dimostrato che il maggior tempo trascorso in un comportamento di esercizio fisico eccessivo e compulsivo prima del trattamento era associato a punteggi più elevati in una misurazione composita dell’eccessiva valutazione e delle preoccupazioni per il peso e la forma del corpo.

Lo studio offre anche un contributo alla letteratura per quanto riguarda la relazione tra eccessiva valutazione e preoccupazioni per il peso e la forma del corpo, una distinzione che è spesso concettualmente equivoca. Infatti, la relazione reciproca tra preoccupazioni per il peso e la forma del corpo e restrizione alimentare, indipendente dalle altre dimensioni, dimostra un ruolo indipendente delle preoccupazioni per il peso e la forma del corpo nel mantenere la restrizione alimentare oltre e al di là dell’eccessiva valutazione per il peso e la forma del corpo. In realtà questo risultato conferma sia lo studio di Keys sugli effetti della malnutrizione, dove si è evidenziato che la restrizione alimentare in soggetti sani senza disturbo dell’alimentazione aumenta le preoccupazioni per il cibo e l’alimentazione, sia quello di Shafran e colleghi e successivamente di Dalle Grave e colleghi sull’interpretazione dei sintomi della malnutrizione in soggetti con disturbo dell’alimentazione che hanno evidenziato come i sintomi della malnutrizione siano interpretati come la necessità di aumentare il controllo sull’alimentazione, sul peso e sulla forma del corpo. I risultati di questo studio hanno evidenti implicazioni cliniche visto che confermano la necessità di affrontare i comportamenti di controllo del peso non di compenso per ridurre l’eccessiva valutazione e le preoccupazioni per il peso e la forma del corpo, come in effetti è previsto dalla CBT-E e dai risultati sulla sua efficacia. In conclusione i risultati dello studio suggeriscono che affrontare i comportamenti di controllo del peso non di compenso durante il trattamento può essere determinante per aiutare ad alleviare sia l’eccessiva valutazione sia le preoccupazioni per il peso e la forma del corpo.

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18^ Edizione

MASTER TERAPIA E PREVENZIONE DEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE E DELL’OBESITÀ Per il conseguimento del 1st Certificate of Professional Training in Eating Disorders and Obesity VERONA, aprile 2016 - MARZO 2017 Il corso è stato ideato con gli obiettivi di disseminare in Italia conoscenze scientifiche aggiornate sul trattamento a diversi livelli di cura (ambulatoriale, ambulatoriale intensivo/day hospital e ricovero) e sulla prevenzione dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità. Accreditamento ECM per medico, biologo nutrizionista, psicologo, dietista. Previsti 50 crediti per ogni figura professionale.

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Terapia cognitivo comportamentale transdiagnostica (CBT-E) dei disturbi dell’alimentazione Roma, 30-31 ottobre 2015 Programma UNIVERSITà la sapienza CENTRO CONGRESSI FRENTANI

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• La teoria cognitiva comportamentale transdiagnostica dei disturbi dell’alimentazione • Lo stato empirico della CBT-E • Organizzazione generale del trattamento • Preparare il paziente alla CBT-E • Fase Uno - Ingaggiare il paziente - Spiegare cosa comporta il trattamento - Creare la formulazione personalizzata - Stabilire l’automonitoraggio - Affrontare le preoccupazioni per il peso - Introdurre modalità di alimentazione regolare • Fase Due - Valutare assieme i progressi - Identificare gli ostacoli al cambiamento - Decidere se usare la forma focalizzata o allargata - Pianificare la Fase Tre • Fase Tre - Modulo immagine corporea - Modulo restrizione dietetica - Modulo eventi, emozioni e alimentazione - Modulo passi indietro e stati mentali • Fase Quattro - Mantenere i cambiamenti raggiunti - Minimizzare il rischio di ricaduta • CBT-E per i pazienti sottopeso - Passo Uno. Aiutare il paziente a raggiungere la conclusione di recuperare il peso - Passo Due. Affrontare il recupero del peso e la psicopatologia - Passo Tre. Mantenere il peso e prevenire la ricaduta

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SEDE | Centro Congressi Frentani - Via dei Frentani, 4 00185 Roma - Tel: 06448791 - E-mail info@congressifrentani.it Accreditamento ECM | per medici, psicologi, dietisti, biologi nutrizionisti Per informazioni e iscrizioni POSITIVE PRESS | Via Sansovino 16 - 37138 Verona Tel. 0458103915 - Fax 0458102884 E-mail: corsi@positivepress.net - Sito: www.positivepress.net

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La parte teorica sarà affiancata da alcuni video che illustrano l’applicazione delle procedure terapeutiche nelle varie fasi del trattamento.

Tipologia di partecipante Socio ordinario*

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Sostenitore professionista*

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Non socio AIDAP

Euro 300,00 + IVA (TOT Euro 366,00)

Dalle Grave Riccardo, medico, psicoterapeuta e specialista in scienze dell’alimentazione | Direttore Scientifico AIDAP Calugi Simona, psicologo psicoterapeuta e dottore di ricerca in scienze mediche generali e scienze dei servizi | Responsabile Unità Operative Locali AIDAP Empoli e Firenze

Socio operativo*

Partecipazione gratuita

Studenti (no crediti ECM)

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Gruppo 2 iscrizioni**

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Gruppo 3 iscrizioni**

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EMOZIONI E CIBO N. 41 | 2015

articolo scientifico trattamento Uno studio randomizzato e controllato di 3,0 mg di liraglutide nella gestione del peso A cura di: Riccardo Dalle Grave Unità di Riabilitazione Nutrizionale Casa di Cura Villa Garda, Garda (VR)

Fonte: Pi-Sunyer, X., Astrup, A., Fujioka, K., Greenway, F., Halpern, A., Krempf, M., Lau, D.C., le Roux, C.W., Violante Ortiz, R., Jensen, C.B., Wilding, J.P.; SCALE Obesity and Prediabetes NN8022-1839 Study Group. (2015). A Randomized, Controlled Trial of 3.0 mg of Liraglutide in Weight Management. New England Journal of Medicine, 343, 11-22. La liraglutide (Saxenda) è un’agonista del recettore del GLP1 (glucagone di tipo peptide-1), inizialmente autorizzato nell’Unione Europea a dosi inferiori (fino a 1,8 mg al giorno) con la denominazione Victoza per il trattamento del diabete di tipo 2. L’esatto meccanismo d’azione della liraglutide nella perdita di peso non è del tutto noto, ma si ritiene che agisca sulle zone cerebrali che regolano l’appetito, legandosi ai recettori del GLP-1 presenti nelle cellule cerebrali. Ne conseguono un incremento della sensazione di sazietà e una diminuzione dei segnali della fame. Uno studio di 56 settimane in doppio cieco condotto in 191 sedi di 27 paesi in Europa, Nord America, Sud America, Asia, Africa e Australia e recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine, ha coinvolto 3.731 pazienti non diabetici con un indice di massa corporea (IMC) di almeno 30 o con un IMC di almeno 27 se avevano una dislipidemia o un’ipertensione trattata o non trattata. I pazienti sono stati assegnati in modo casuale in un rapporto 2:1 a ricevere iniezioni sottocutanee una volta al giorno di liraglutide alla dose di 3,0 mg (2.487 pazienti) o placebo (1.244 pazienti); entrambi i gruppi hanno ricevuto una blanda consulenza sulla modifica dello stile di vita. Gli end-point co-primari erano la variazione del peso corporeo e la proporzioni di pazienti che hanno perso almeno il 5% e più del 10% del loro peso corporeo iniziale. Al basale, la media (± DS) dell’età dei pazienti era di 45,1 ± 12,0 anni, il peso medio era 106,2 ± 21,4 kg, e l’IMC medio era 38,3 ± 6,4; il 78,5% dei pazienti erano donne e il 61,2% aveva una condizione di prediabete. Alla settimana 56, i pazienti nel gruppo allocati alla liraglutide avevano perso una media di 8,4 ± 7,3 kg di peso corporeo, mentre quelli nel gruppo allocato al placebo avevano perso una media di 2,8 ± 6,5 kg (una differenza di -5,6 kg, p <0,001,

usando la last-observation-carried-forward imputation). Il 63,2% dei pazienti nel gruppo liraglutide rispetto al 27,1% nel gruppo placebo ha perso almeno il 5% del peso corporeo (p <0,001), e il 33,1% e il 10,6%, rispettivamente, ha perso più del 10% del loro peso corporeo (p <0,001).

3.731 partecipanti

suddivisi in modo casuale in rapporto 2:1 (78,5% donne) • Primo gruppo: 2.487 pazienti hanno ricevuto una volta al giorno iniziezioni sottocatenee di liraglutide alla dose di 3,0mg • Secondo gruppo: 1.244 pazienti hanno ricevuto un placebo

durata dello studio 56 settimane condotto in 191 sedi in 27 Paesi

Risultati dello studio I pazienti assegnati alla liraglutide hanno avuto: • Riduzione significativamente maggiore dei fattori di rischio cardiovascolari, come, per esempio, circonferenza vita, pressione arteriosa e marker dell’infiammazione • Miglioramento significativo della qualità della vita, in particolare della funzione fisica

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2015 | EMOZIONI E CIBO N. 41

La liraglutide, rispetto al placebo, ha anche determinato una riduzione significativamente maggiore dei fattori di rischio cardiovascolari come la circonferenza vita, la pressione arteriosa e i marker dell’infiammazione. Si è anche osservata una modesta riduzione dei livelli di lipidi e una maggiore riduzione della glicemia a digiuno e post-prandiale e una diminuzione della prevalenza del prediabete e dell’insorgenza di diabete di tipo 2. Infine, i pazienti assegnati alla liraglutide hanno ottenuto un miglioramento significativo della qualità della vita, in particolare della funzione fisica, rispetto al placebo. Gli eventi avversi più frequentemente riportati con la liraglutide hanno riguardato soprattutto l’apparato gastrointestinale con il 40,2%, il 20,9%, il 20,0%, il 16,3% dei pazienti che ha riportato sintomi lievi o moderati di nausea, diarrea, stipsi e vomito, rispettivamente. Da segnalare anche che nel gruppo trattato con liraglutide si è osservato un au-

mento della frequenza cardiaca rispetto al placebo, probabilmente per un effetto diretto cronotropo legato alla presenza di recettori GLP-1 nel nodo seno-atriale. Eventi gravi si sono verificati nel 6,2% dei pazienti nel gruppo liraglutide e nel 5,0% dei pazienti nel gruppo placebo. In conclusione, lo studio dimostra che 3,0 mg al giorno di liraglutide, in aggiunta alla dieta e all’esercizio fisico, producono una maggiore perdita di peso e un miglior controllo metabolico, rispetto al placebo. Alcune domande di grande importanza clinica a cui il disegno dello studio non ha permesso di dare delle risposte riguardano l’aderenza del paziente a lungo termine a questo trattamento nel mondo reale, dove questo costoso farmaco sarà probabilmente a totale carico del paziente, gli effetti collaterali a lungo termine di una cura continuativa e gli effetti sul peso dopo la sua eventuale sospensione.

CALENDARIO CORSI E CONVEGNI (secondo semestre 2015) VERONA

Tutti i corsi sono

terapia cognitivo comportamentale transdiagnostica (CBT-E) allargata dei disturbi dell’alimentazione

accreditati ECM per medici, biologi nutrizionisti, dietisti e psicologi

Settembre

25-26

ROMA

VERONA

terapia cognitivo comportamentale transdiagnostica (CBT-E) dei disturbi dell’alimentazione

master terapia e prevenzione dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità

Ottobre

30-31

corso annuale teorico pratico

aprile 2016 marzo 2017

Per ulteriori informazioni: Positive Press - Tel. 045 8103915 - Fax 045 8102884 - E-mail: corsi@positivepress.net Siti web: www.positivepress.net - www.aidap.org Ricordiamo che i corsi non abilitano all’elaborazione di diete o piani alimentari o alla cura e al trattamento di patologie in campo nutrizionale, in assenza di precedenti ed adeguati titoli abilitanti secondo quanto disposto dalle leggi vigenti.

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articolo scientifico trattamento Cambiamenti della composizione corporea durante 8 anni in un trial randomizzato di modificazione dello stile di vita: The Look AHEAD Study A cura di: Marwan El Ghoch Unità di Riabilitazione Nutrizionale Casa di Cura Villa Garda, Garda (VR)

Fonte: Pownall, H.J., Bray, G.A., Wagenknecht, L.E., Walkup, M.P., Heshka, S., Hubbard, V.S., Hill, J., Kahn, S.E., Nathan, D.M., Schwartz, A.V., Johnson, K.C. and the Look AHEAD Research Group. Changes in Body Composition Over 8 Years in a Randomized Trial of a Lifestyle Intervention: The Look AHEAD Study. (2015). Obesity, 23, 565-572. Il Look AHEAD è un trial randomizzato che ha allocato 5.145 pazienti affetti da sovrappeso o obesità e diabete mellito tipo 2 a due tipi di trattamento: (i) un intervento intensivo di modificazione dello stile di vita (gruppo d’intervento); (ii) un intervento educativo di supporto (gruppo di controllo) (1-3). La popolazione del Look AHEAD è ideale per studiare l’effetto dell’intervento basato sulla modificazione dello stile di vita sulla composizione corporea che, in questo studio, è stata misurata con l’assorbimetria a raggi X a doppia energia (DXA) all’inizio, a uno, quattro e otto anni di follow-up in 1.019 soggetti (506 nel gruppo d’intervento e 513 nel gruppo di controllo) (4). A otto anni di follow-up, la perdita di peso nel gruppo d’intervento è stata superiore rispetto al gruppo di controllo (-4,0±0,4 kg vs. -2,3±0,4 kg). In termini di composizione corporea, la perdita di peso nel gruppo d’intervento è stata composta sia da massa grassa sia da massa magra. Al contrario, la perdita di peso nel gruppo di controllo è stata prevalentemente di massa magra (-2,2±0,2 kg). Analizzando in dettaglio i dati, è da sottolineare che a un anno di follow-up, il gruppo d’intervento ha perso 7,9±0,3 kg (5,6±0,2 kg di massa grassa e 2,3±0,1 kg di massa magra); ma dopo il primo anno ha avuto un incremento ponderale di 3,9±0,1 kg di peso esclusivamente composto da massa grassa (~100%). Al follow-up il gruppo d’intervento ha mostrato un peso significativamente più basso rispetto al gruppo di controllo e ha avuto un diverso cambiamento della composizione corporea. Infatti, il gruppo d’intervento nel primo anno ha perso sia massa grassa sia massa magra e dal secondo anno ha avuto un recupero ponderale esclusivamente di massa grassa. Nel gruppo di controllo, invece, la perdita di peso dal basale all’ottavo anno di follow-up è stata prevalentemente di massa magra, mentre la massa grassa è rimasta stabile. In pratica all’ottavo anno di follow-up, il gruppo d’intervento ha mostrato un livello più basso di peso, di massa grassa e di massa magra rispetto al gruppo di controllo.

Secondo gli autori il mantenimento di un livello più basso di peso, di massa grassa e di massa magra, potrebbe avere degli effetti positivi a lungo termine perché potrebbe ridurre il tasso di morbilità e di mortalità associato all’obesità, migliorare la qualità di vita e diminuire i costi dell’assistenza sanitaria. Complessivamente, lo studio ha sia punti di forza come, per esempio, l’elevata numerosità e la multi-etnicità del campione, la valutazione della composizione corporea in un lungo periodo di follow-up, sia punti di debolezza, perché la DXA non è una metodica precisa quanto la tomografia computerizzata o la risonanza magnetica nella misurazione della massa muscolare e della massa grassa viscerale. Tuttavia l’originalità delle studio è di aver mostrato che un intervento intensivo di modificazione dello stile di vita ha degli effetti positivi a lungo termine non solo sulla perdita di peso ma anche sul cambiamento della composizione corporea. Bibliografia 1. Ryan DH, Espeland MA, Foster GD, Haffner SM, Hubbard VS, Johnson KC, et al. Look AHEAD (Action for Health in Diabetes): design and methods for a clinical trial of weight loss for the prevention of cardiovascular disease in type 2 diabetes. Control Clin Trials 2003;24:610-628. 2. Bray G, Gregg E, Haffner S, Pi-Sunyer XF, WagenKnecht LE, Walkup M, et al. Baseline characteristics of the randomised cohort from the Look AHEAD (Action for Health in Diabetes) study. Diab Vasc Dis Res 2006;3:202-215. 3. Pi-Sunyer X, Blackburn G, Brancati FL, Bray GA, Bright R, Clark JM, et al. Reduction in weight and cardiovascular disease risk factors in individuals with type 2 diabetes: one-year results of the look AHEAD trial. Diabetes Care 2007;30:1374-1383. 4. Pownall HJ, Bray GA, Wagenknecht LE, Walkup MP, Heshka S, Hubbard VS, et al. Changes in body composition over 8 years in a randomized trial of a lifestyle intervention: the look AHEAD study. Obesity (Silver Spring) 2015;23:565-572.

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che cos’è l’aidap monza varese

AIDAP (Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso), nata nel 1999, è un’associazione indipendente e autonoma senza fini di lucro ed è riconosciuta come società medico scientifica da FISM (Federazione delle Società Medico Scientifiche Italiane). Ha lo scopo di condividere un certo tipo di conoscenza e cultura nella prevenzione, educazione, trattamento e ricerca dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità. Si propone di promuovere e organizzare convegni, tavole rotonde, conferenze, gruppi di studio e altre attività di informazione e formazione nel campo medico, psicologico, scolastico e sociale.

brescia

milano

vicenza padova treviso

torino

verona parma

BOLOGNA

rimini reggio emilia

alessandria genova

ancona

la spezia firenze empoli

teramo roma cassino

lecce

AIDAP è stata accreditata come partner del Ministero della Pubblica Istruzione per la promozione del piano nazionale per la prevenzione del disagio fisico, psichico e sociale a scuola. Come tale AIDAP ha un ruolo rilevante nella presentazione ed educazione sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità nelle scuole.

Elenco dei Centri AIDAP (in ordine alfabetico)

oliveri

reggio calabria

LENTINI

Alessandria Ancona Bologna Brescia Cassino (FR) Empoli (FI) Firenze Genova La Spezia

Lecce Lentini (CT) Milano Monza Oliveri (ME) Padova Parma Reggio Calabria Reggio Emilia

Rimini Roma Teramo Torino Treviso Varese Verona Vicenza

attività dell’aidap Indirizzi e referenti delle varie UOL (Unità Operative Locali) AIDAP e attività svolte

RIVISTA Emozioni e Cibo è la newsletter dell’Associazione, un punto d’incontro tra specialisti e coloro che vogliono condividere i loro problemi, le loro lotte e i loro successi nel campo dei disturbi dell’alimentazione e obesità. Prevenzione Vengono organizzati incontri educativi nelle scuole e altre istituzioni e corsi di formazione per insegnanti, educatori e altri operatori socio-sanitari non specialistici. Sportello informativo - Per dare sostegno e consigli ai familiari - Per dare informazioni sulle cure e i centri terapeutici più vicini Gruppi di studio - Fare ricerca e sperimentazione per contribuire ad aumentare la conoscenza dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità - Per aggiornarsi sulle nuove evidenze scientifiche internazionali Sito http://www.aidap.org Dove potete trovare: - Forum. Il luogo d’incontro per chi soffre di disturbi dell’alimentazione o vuole conoscere tali problemi.

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- Novità scientifiche e Angolo Informativo. Tutte le notizie su disturbi dell’alimentazione e obesità. - Convegno Nazionale e Incontri. Convegni, workshop e tavole rotonde. - AIDAP test-online. 1) Eating Attitude test a 26 Item (EAT-26) 2) Calcola il tuo Indice di Massa Corporea (BMI) 3) Calcola la Spesa Energetica a Riposo o Resting Energy Expenditure (REE) - Centri aidap. Per trovare la sede AIDAP più vicina. Sito http://www.emozioniecibo.it è la prima rivista elettronica in Italia sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità. Emozioni e Cibo online presenta tre diversi livelli di informazione in grado di soddisfare sia il grande pubblico sia lo specialista più esigente. - Modulo “Emozioni e Cibo” - versione online della rivista. - Modulo “Journal Observer” - riporta un riassunto con commento di articoli pubblicati sulle più importanti riviste internazionali. - Modulo “News RSS” - gli abstract in lingua originale, presenti nelle più prestigiose riviste scientifiche internazionali.


EMOZIONI E CIBO N. 41 | 2015

Abruzzo

Referente regionale: Dott. Mario Di Pietro

AIDAP Teramo

Emilia Romagna

Referente regionale: Dott.ssa Lorella Fornaro

AIDAP Bologna

Responsabile: Dott. Mario Di Pietro Sede: Centro di Riferimento Regionale di Auxologia e Nutrizione Pediatria (CRRANP) c/o U.O.C. Pediatria P.O. Atri (TE) Tel. 085 8707509 E-mail: mario.dipietro@aslteramo.it - studio.dipietro1@virgilio.it

Calabria

Referente regionale: Dott. Giovanni Minutolo

Responsabili: Dott. Amelio Marchi (in alto) e Dott.ssa Manuela Marchini (in basso) Sede: Via Azzurra, 1 - 40137 Bologna Cell. 3293790844 E-mail: aidapbologna@alice.it Attività svolte: • è attivo un servizio gratuito di ascolto, informazione e diffusione di materiale scientifico sui disturbi dell’alimentazione e del peso e sui percorsi di prevenzione e di cura. • è possibile effettuare i colloqui informativi previo appuntamento.

AIDAP Parma

AIDAP Reggio Calabria Responsabile: Dott. Giovanni Minutolo

Responsabili: Dott.ssa Lorella Fornaro (in alto) e Dott.ssa Carlotta Bocchi (in basso)

Sede: Via R. Willermin, 1 89123 Reggio Calabria Tel. 0965 25864 - Cell. 347 0056700 Telefax 0966 474400 - E-mail: aidap.rc@virgilio.it

Sede: Strada Inzani, 5 - 43100 Parma Tel. e Fax 0521 237644 E-mail: aidap.parma@libero.it

Orario di segreteria: da lunedì a sabato 9:00-13:00 e 17:00-19:30 Attività svolte: • AIDAP parteciperà alla Conferenza Nazionale CSEN-Airpec (Associazione Interdisciplinare di Ricerca in Posturologia e Chinesiologia) a Reggio Calabria il 25/10/2014 sul tema D.S.E. Diabetes Specific Exercises: l’avanguardia nel trattamento specifico del diabete. • è iniziata la collaborazione al Corso di perfezionamento in disordini del comportamento alimentare presso il dipartimento Scienze della Salute Università Magna Grecia Catanzaro Facoltà di Medicina 28/11/2014. • L’équipe è disponibile a collaborare con TV, radio e giornali locali per la divulgazione informativa e scientifica sui disturbi dell’alimentazione e obesità. • Sono in programma anche progetti di prevenzione nelle scuole. • è attivo uno sportello d’ascolto gratuito dal lunedì al sabato.

Orario di segreteria: lunedì-venerdì 9:00-13:00 e 15:00-19:00 mercoledì 9:00-12:00 (sportello di ascolto su appuntamento) Collabora nella UOL il Socio AIDAP Lisa Reverberi Attività svolte: • Si continuano a svolgere incontri educativi sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità rivolti al grande pubblico. • è sempre attiva la collaborazione con alcuni giornalisti per interviste e articoli pubblicati sui quotidiani della città. • è iniziata una collaborazione con un’associazione onlus di donatori di sangue e con una società sportiva di calcio per diffondere informazioni e materiale scientifico sull’alimentazione e su un corretto stile di vita. • è attivo lo sportello di ascolto e informazione il mercoledì dalle 9 alle 12 (su appuntamento).

La terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell’alimentazione

novità

Fairburn C.G. | Edizione italiana a cura di A. Carrozza e R. Dalle Grave Euro 36,00 | Casa Editrice ECLIPSI Questo volume rappresenta il primo manuale completo per la pratica della Terapia Cognitivo Comportamentale Transdiagnostica (CBT-E), l’ultima versione del principale trattamento empiricamente fondato per i Disturbi dell’Alimentazione.

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2015 | EMOZIONI E CIBO N. 41

AIDAP Reggio Emilia Responsabile: Dott.ssa Lisa Reverberi Sede: Via A. De Gasperi, 44 42100 Reggio Emilia Tel. 0522 555514 - Fax 0522 334906 E-mail: info@dietistareverberi.it, aidap.re@dietistareverberi.it Collabora nella UOL il Socio AIDAP Lorella Fornaro Orario di segreteria: lunedì e sabato 9:00-12:00 martedì-mercoledì-venerdì 13:30-18:30 Attività svolte: • Il lunedì mattina dalle 9:30 alle 12:30 è attivo uno sportello di ascolto e di informazione gratuito sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità (previo appuntamento). • Sono in progetto incontri educativi rivolti al grande pubblico per diffondere informazioni relative ai disturbi dell’alimentazione, all’obesità e a un corretto stile di vita.

AIDAP Rimini Responsabili: Dott.ssa Manuela Marchini e Dott. Amelio Marchi (vedi foto AIDAP Bologna) Sede: Via G. Perlasca, 15 - 47900 Rimini Cell. 329 3790844 - E-mail: aidaprimini@alice.it Seguici su Facebook Attività svolte: • È attivo un servizio gratuito di ascolto, informazione e diffusione di materiale scientifico sui disturbi dell’alimentazione e del peso e sui percorsi di prevenzione e di cura. Il lunedì mattina è possibile effettuare, previo appuntamento, i colloqui informativi. • Sono attivi incontri informativi con i medici e i pediatri, allo scopo di fornire una consulenza specialistica in relazione al riconoscimento precoce dei disturbi dell’alimentazione e ai percorsi di cura. • Sono in fase di realizzazione una serie di incontri informativi rivolti agli insegnanti sul tema dei disturbi dell’alimentazione e un ciclo di incontri aperti al grande pubblico sul corretto stile di vita. • Sono in programma interventi di prevenzione e divulgazione nelle scuole medie inferiori e superiori del territorio.

• Corsi di formazione sulla terapia dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità rivolti agli operatori (medici, psicologi, dietisti, biologi nutrizionisti, infermieri professionali, fisioterapisti) che vogliono approfondire le conoscenze sulla CBT-E. • Incontri informativi e progetti educativi nei seguenti settori: palestre e scuole di ballo, al fine di approfondire in particolare l’argomento dei fattori di rischio che possono favorire l’insorgenza dei disturbi dell’alimentazione e soprattutto del rapporto tra attività fisica e qualità della vita (promozione degli stili di vita riconosciuti come salutari). • Servizio gratuito di ascolto ed informazione sui disturbi dell’alimentazione, sui problemi di sovrappeso ed obesità (previo appuntamento). • Campagna di divulgazione informativa tramite gli organi si stampa locali.

AIDAP Roma Responsabile: Dott.ssa Maria Grazia Rubeo Sede: Via Levico, 9 00198 Roma Tel. e Fax 06 8840242 Cell. 338 9098603 E-mail: aidap.roma@libero.it Orario di segreteria: tutti i giorni 24 ore su 24 Collabora nella UOL il Socio AIDAP Emanuela Rotilio Attività svolte: • è attivo uno sportello d’ascolto per quanti fossero interessati all’informazione e alla prevenzione sui disturbi dell’alimentazione e obesità (previo appuntamento). • La UOL di Roma svolgerà un programma di prevenzione e informazione nelle scuole medie e superiori a partire da Ottobre. • Sono in programmazione incontri serali informativi per il grande pubblico. è richiesta la prenotazione.

Liguria

Referente regionale: Dott. Giancarlo Sarno

AIDAP Genova

Lazio

Referente regionale: Dott.ssa Maria Grazia Rubeo

AIDAP Cassino (FR) Responsabile: Dott. Franco Giuseppe Colella Sede: Corso della Repubblica 232 03043 Cassino (FR) - Cell. 339 7380152 E-mail: colella.franco@gmail.com

Attività svolte: • Incontri informativi rivolti agli insegnanti, agli studenti ed al grande pubblico sul tema dei disturbi dell’alimentazione e del peso.

[ 30 ] www.aidap.org

Responsabile: Dott. Giancarlo Sarno Sede: Via Ruffini, 10/8 16128 Genova Tel. 010 5955374 Cell. 335 6942193 E-mail: giancarlosarno@virgilio.it Attività svolte: • Sono stati effettuati e sono in programma incontri informativi con medici di base e pediatri allo scopo di fornire criteri idonei sia a una prima diagnosi dei disturbi dell’alimentazione sia al riconoscimento di eventuali altri disturbi sovrapposti • Proseguono gli interventi informativi nelle scuole per studenti, genitori ed insegnanti.


EMOZIONI E CIBO N. 41 | 2015

AIDAP La Spezia

AIDAP Milano

Responsabile: Dott. Adolfo Fossataro

Responsabile: Dott.ssa Arianna Banderali

Sede: Via XXIV Maggio, 152 19124 La Spezia - Tel. e Fax 0187 23414 E-mail: aidapspezia@alice.it Sito web: www.fossataroadolfonutrizione.com

Sede: Viale Caldara, 23 20122 Milano Tel. e Fax 02-5456738 Cell. 339-1785974 E-mail: ariannabanderali@gmail.com

Orario di segreteria: da lunedì a venerdì 15:00-18:00 Collaborano nella UOL i Soci AIDAP Stefania Rosi (dietista) e Monica Gomez Ortiz (psicologa e psicoterapeuta) Attività svolte: • Sono in corso di svolgimento incontri di informazione e prevenzione sui disturbi dell’alimentazione, basati sulla dissonanza cognitiva, presso due scuole superiori della provincia. • Si stanno organizzando per i prossimi mesi incontri educativi rivolti a studenti, insegnanti e genitori per diffondere informazioni relative ai disturbi dell’alimentazione, all’obesità e a un corretto stile di vita. Gli Istituti scolastici interessati possono prendere contatto con la segreteria. • Tutti i giorni (sabato escluso) dalle 15 alle 18 presso il Centro è attivo uno sportello informativo gratuito che fornisce informazioni sui disturbi dell’alimentazione, sovrappeso e obesità.

Lombardia

Referente regionale: Dott.ssa Arianna Banderali

AIDAP Brescia Responsabile: Dott. Andrea Benedetto Sede: Via Milano, 14 - 25126 Brescia Tel. 030-292179 - E-mail: aidap.bs@libero.it Orario di segreteria: lunedì e giovedì ore 8:30-11:00 martedì e venerdì ore 14:00-18:00 Collabora nella UOL il Socio AIDAP Ornella Pastrengo (psicologa) Attività svolte: • Il martedì e giovedì è attivo, previo appuntamento, uno sportello gratuito d’ascolto e di informazione sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità. • L’equipe è disponibile a svolgere incontri nelle scuole e serate informative sui temi legati all’obesità e ai disturbi dell’alimentazione. • Sono in programma serate informative presso la sede dell’AIDAP Brescia. • Si è concluso con successo e per questo verrà riproposto per il prossimo anno 2015-2016, nella città di Manerbio (BS), in collaborazione con la Polisportiva UISP Manerbio, il corso “ALIMENTAZIONE CULTURA MOVIMENTO”, un corso di modificazione dello stile di vita attraverso gruppi di cammino, lezioni sull’alimentazione, lezioni di tecniche di gestione dello stress e corso di ballo. • Come lo scorso anno si stanno organizzando, sempre in collaborazione con UISP, le giornate di “Alimentazione Cultura Movimento”: dei pomeriggi in cui attraverso visite guidate alle città, lezioni di educazione alimentare e di tecniche di gestione dello stress verrà promosso uno stile di vita salutare.

Attività svolte: • È attivo un programma di prevenzione tramite campagne svolte nelle scuole medie inferiori e superiori del territorio.

AIDAP Monza Responsabile: Dott.ssa Maria Grazia Galimberti Sede: Via Moriggia, 3 20900 Monza Tel. 339 7777811 E-mail: aidap.monza@libero.it Collaborano nella UOL i Soci AIDAP Chiara Galli (medico endocrinologo), Cristina Calderone (psicoterapeuta), Vanessa Sangiorgio (nutrizionista) e Manuela Caslini (psichiatra) Attività svolte: • è attivo, previo appuntamento, uno sportello d’ascolto e di orientamento sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità. • Sono in programma serate informative aperte al grande pubblico e agli operatori del settore • è programmato un convegno sui disturbi dell’alimentazione con la partecipazione di esperti in questo campo. • Sono in previsione incontri informativi per i medici di base sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità. • Sono in previsione gruppi di auto-aiuto sull’obesità.

AIDAP Varese Responsabile: Dott.ssa Annarita Traini Sede: Viale Borri, 75 - 21100 Varese Tel. 0332 813456 (per appuntamenti) Fax 0332 813464 Cell. 333 2056555 (per informazioni) E-mail: aidap.varese@ojas.it Orario di segreteria: da lunedì a sabato: 9:00-19:00 Collabora nella UOL il Socio AIDAP Angela Focarelli (dietista) Attività svolte: • è attivo uno sportello di ascolto e di orientamento gratuito, sia telefonico che via e-mail, per fornire informazioni sui problemi dell’obesità e dei disturbi dell’alimentazione. • Al mercoledì mattina, previo appuntamento, sono possibili colloqui informativi all’interno della Sede. • Sono previsti incontri di prevenzione sui disturbi dell’alimentazione e obesità nelle scuole di ogni ordine e grado. • In programma corsi per gruppi di persone affetti da sovrappeso ed obesità.

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2015 | EMOZIONI E CIBO N. 41

Marche

Referente regionale: Dott.ssa Silvia Filipponi

AIDAP Ancona

Attività svolte: • Sportello informativo gratuito per fornire informazioni e materiale scientifico sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità (previo appuntamento). • L’équipe è disponibile a svolgere lezioni nelle scuole, e organizza incontri rivolti alla popolazione sui temi legati all’alimentazione, all’obesità e ai disturbi dell’alimentazione.

Responsabile: Dott.ssa Silvia Filipponi Sede: Via Giordano Bruno, 44 - 60100 Ancona Tel. 071 2804116 - E-mail: aidapancona@tiscali.it Collabora nella UOL il Socio AIDAP Lucia Piccinini Attività svolte: • Il lunedì dalle 17 alle 19 è attivo uno sportello d’ascolto e di informazione gratuito, su disturbi dell’alimentazione e obesità (previo appuntamento). • Ogni primo martedì del mese viene organizzato un incontro serale (21-22:30) informativo, rivolto in particolare a familiari e amici di persone affette da disturbi dell’alimentazione. • Sono in progetto e realizzazione incontri gratuiti aperti al pubblico nei comuni della provincia di Ancona. • Proseguono interventi di prevenzione-educazione nelle scuole medie inferiori e superiori del territorio.

Puglia

Referente regionale: Dott.ssa Loredana De Luca

AIDAP Lecce Responsabili: Dott.ssa Loredana De Luca (psicoterapeuta) (in alto) Nuova sede: via Colonnello Costadura 2/C, 73100 Lecce - Tel. 0832 244063 Cell. 328 6120205, 345 2617058 E-mail: aidap.le@hotmail.it, loredanadeluca2013@libero.it Facebook

Piemonte

Referente regionale: Dott. Mauro Cappelletti

AIDAP Alessandria Responsabile: Dott. Mauro Cappelletti (vedi foto AIDAP Torino) Sede: Via Messina, 23 - 15121 Alessandria Tel. 0131 264669 - Cell. 338 5077416 E-mail: cappellettimauro@libero.it Orario di segreteria: lunedì-mercoledì-giovedì ore 15:30-18:30 martedì e venerdì ore 9:30-12:00 Attività svolte: • Sportello informativo gratuito per fornire informazioni e materiale scientifico sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità (previo appuntamento). • L’équipe è disponibile a svolgere lezioni nelle scuole, e organizza incontri rivolti alla popolazione sui temi legati all’alimentazione, all’obesità e ai disturbi dell’alimentazione.

AIDAP Torino Responsabili: Dott. Mauro Cappelletti Sede: Via Messina, 23 15121 Alessandria - Cell. 338 5077416 E-mail: cappellettimauro@libero.it Orario di segreteria: lunedì-mercoledì-giovedì ore 16:00-18:00 martedì e venerdì ore 10:00-12:00

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aidap-ragazzecontrocorrente

Collaborano nella UOL i Soci AIDAP Salvatore Rizzello (medico internista) (in basso), Erica Garola (psicologa) e Loredana Savarini (nutrizionista) Attività svolte: • Sportello informativo gratuito, su appuntamento, su: disturbi dell’alimentazione e obesità. • Divulgazione della Terapia cognitivo-comportamentale ambulatoriale in èquipe multidisciplinare dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità nelle diverse età. • Incontri educativi serali in sede per diffondere la conoscenza dei disturbi dell’alimentazione e la gestione del problema da parte di genitori ed insegnanti. • Incontri tematici serali, in sede, rivolti al pubblico sui seguenti temi: “Autostima”, “Come diventare assertivi e comunicare efficacemente”, “La trappola del perfezionismo“, “Stress e stile di vita”, “Gestire le emozioni”, “Immagine corporea e percezione di sé”, “SOS Genitori”, “Infanzia problematica”, “Impariamo a leggere le etichette e a scegliere gli alimenti”, “Perdere peso senza perdere la testa…”. Si raccomanda di prenotare. Attività di informazione e di prevenzione: • Nelle scuole di ogni ordine e grado e presso Enti ed Associazioni che ne facciano richiesta. • Incontri informativi per medici di base e specialisti sui disturbi dell’alimentazione e obesità. • Si organizzano in sede incontri di aggiornamento sulla terapia dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità, rivolti a medici, psicologi, dietisti e biologi nutrizionisti, che vogliano approfondire le loro conoscenze sulla CBT. • Durante tutto Ottobre, contrassegnato dall’Ordine degli Psicologi di Puglia come Mese del Benessere Psicologico, saranno disponibili in sede consulenze gratuite un pomeriggio a settimana. Si raccomanda la prenotazione.


EMOZIONI E CIBO N. 41 | 2015

Sicilia

Referente regionale: Dott. Francesco Iarrera

AIDAP Lentini (CT) Responsabile: Dott. Francesco Iarrera (vedi foto AIDAP Oliveri) Sede: Via Etnea, 185 - Lentini (CT) Tel. 320 9117157 - Email: info@centrodiriabilitazionenutrizionale.it Sito: www.centrodiriabilitazionenutrizionale.it Collaborano nella UOL i Soci AIDAP Mannino Valeria, medico specialista in Neuropsichiatria Infantile e Guarnera Manuela, psicologa.

AIDAP Oliveri (ME) Responsabile: Dott. Francesco Iarrera Sede: Piazza Pirandello, 8 - 98060 Oliveri (ME) Tel. 0941 313999 - Cell. 328 3727128 E-mail: info@centrodiriabilitazionenutrizionale.it Sito: www.centrodiriabilitazionenutrizionale.it Orario di segreteria: lunedì, mercoledì e venerdì ore 8:30-12:30 e 14:00-18:00 Collaborano nella UOL i Soci AIDAP Claudia Milazzo, Stefano Squatrito, Giusi D’amico Attività svolte: • È attivo tramite il sito www.centrodiriabilitazionenutrizionale.it uno sportello d’ascolto gratuito per ricevere informazioni sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità. • È attivo “On line con il nutrizionist@” che permetterà ai pazienti di ricevere informazioni relative a programmi per la perdita di peso, tramite un accesso internet. • È attivo tramite il sito e la pagina facebook, “Io non sono il mio peso”, un gruppo di mutuo supporto e di informazione sui disturbi dell’alimentazione. • Si organizzano presso la sede del Centro programmi di prevenzione sui disturbi dell’alimentazione, basati sulla dissonanza cognitiva, (“Io non sono il mio peso”), terapie di gruppo per la gestione del sovrappeso (“Gestione salutare del peso”) e per il rafforzamento dell’autostima (“Io Valgo”). • Si organizzano programmi di formazione sulla terapia dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità rivolti ai terapeuti (medici, psicologi, dietisti e biologi nutrizionisti) che vogliano approfondire le proprie conoscenze sulla CBT. • Si organizzano interventi di prevenzione-educazione nelle scuole e nelle palestre del territorio.

Toscana

Referente regionale: Dott.ssa Simona Calugi

AIDAP Empoli Responsabile: Dott.ssa Simona Calugi Sede: Via L. Cherubini, 2/4 - 50053 Empoli (FI) Tel. 0571 73922 - 0571 99281 - Cell. 345 1639017 E-mail: aidapempoli@gmail.com Collabora nella UOL il Socio AIDAP Elisa Salvi (dietista) Attività svolte: • è attivo uno sportello informativo gratuito, per qualsiasi informazione sui disturbi dell’alimentazione, sull’obesità e sulle attività del nostro centro (su appuntamento). • Collaborazione con i giornali locali per la pubblicazione e divulgazione di articoli informativi scientifici.

AIDAP Firenze Responsabile: Dott.ssa Simona Calugi (vedi foto AIDAP Empoli) Sede: Via Pacini, 23 - 50144 Firenze - Tel. 055 3245370 Cell. 345 1639017 - E-mail: aidapfirenze@gmail.com Collabora nella UOL il Socio AIDAP Elisa Salvi (dietista) Attività svolte: • è attivo uno sportello informativo gratuito, per qualsiasi informazione sui disturbi dell’alimentazione, sull’obesità e sulle attività del nostro centro (su appuntamento). • Collaborazione con i giornali locali per la pubblicazione e divulgazione di articoli informativi scientifici.

Veneto

Referente regionale: Dott. Riccardo Dalle Grave

AIDAP Padova Responsabile: Dott.ssa Lucia Camporese Sede: Via T. Vecellio, 44 35132 Padova Tel. e fax 049 604752 Cell. 338 4464021 E-mail: lucia.camporese@tin.it Collabora nella UOL il Socio AIDAP Diana Soligo (dietista) Attività svolte: • È sempre attivo il servizio gratuito di ascolto e informazione sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità. • Al martedì mattina è possibile effettuare, previo appuntamento, i colloqui informativi. • Sono in programma per i prossimi mesi incontri educativi rivolti al grande pubblico, insegnanti e genitori per diffondere informazioni relative ai disturbi dell’alimentazione, all’obesità e a un corretto stile di vita.

www.aidap.org [ 33 ]


2015 | EMOZIONI E CIBO N. 41

AIDAP Treviso

AIDAP Vicenza

Responsabile: Dott. Fulvio Susanna

Responsabile: Dott.ssa Bignetti Veronica

Sede: Via Campagnola, 3/1 31020 Villorba (TV) Tel. 0422 444900 - Fax 0422 278987 E-mail: poliamb.villorba@libero.it - fulviosusanna@libero.it

Sede: Via Torretti, 45 - 36100 Vicenza Cell. 393 0326270 E-mail: veronica.bignetti@hotmail.it

Orario di segreteria: da lunedì a venerdì: 10-12 e 16-20 Collaborano nella UOL i Soci AIDAP Maria Isabella Zuccalà e Eva Da Ros (dietiste) e Veronica Gobbetto (psicologa-psicoterapeuta) Attività svolte: • è operativo uno sportello informativo gratuito, su appuntamento, per fornire informazioni sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità; in sede è disponibile gratuitamente materiale informativo. • Collaborazione con giornali locali per pubblicazione e divulgazione di informazioni su disturbi dell’alimentazione, obesità e alimentazione in generale.

Collaborano nella UOL i Soci AIDAP Tiziana Todesco (Medico) e Maddalena Conti (Psicologa) Attività svolte: • Sensibilizzare i medici di base sui problemi dell’alimentazione aiutandoli a costruirsi delle skills per lo screening e la diagnosi precoce nella popolazione assistita. • Promuovere una sensibilizzazione nelle scuole e nelle comunità sportive per la prevenzione dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità. • Organizzare un incontro mensile presso il centro informativo sui problemi dell’alimentazione e dell’obesità per la popolazione. • Contribuire a promuovere la ricerca scientifica nell’ambito dei disturbi dell’alimentazione e del peso. • Promuovere le terapie basate sull’evidenza.

AIDAP Verona (sede centrale) Responsabile: Dott. Riccardo Dalle Grave Sede: Via Sansovino, 16 - 37138 Verona Tel. 045 8103915 - Fax 045 8102884 Email: info@aidap.org Siti: www.aidap.org - www.emozioniecibo.it

Scienze Cognitive e Psicoterapia

Riccardo Dalle Grave La Terapia Cognitivo Comportamentale Multistep per i Disturbi dell’alimentazione Teoria, trattamento e casi clinici Edizione italiana a cura di Simona Calugi e Massimiliano Sartirana Prezzo € 34,00 – ISBN: 978-88-89627-31-0 Casa editrice: Eclipsi

Disponibile da metà settembre su: www.eclipsi.it


tesseramento aidap 2016 n

Socio ordinario quota sociale annuale Euro 100,00

Dedicato ai professionisti che hanno conseguito il First Certificate of Professional Training in Eating Disorders and Obesity. Con questo tesseramento si ha diritto a: • sconto del 30% sull’acquisto dei libri Positive Press • sconto del 50% sull’acquisto di almeno 10 copie dello stesso titolo di Positive Press • sconto del 30% sui corsi di Positive Press (escluso il First Certificate of Professional Training in Eating Disorders and Obesity)

n

• ingresso gratuito al Convegno Nazionale AIDAP • invio della newsletter “Emozioni e cibo” • segnalazione sul sito AIDAP come socio ordinario

SOSTENITORE professionistA quota sociale annuale Euro 50,00

Dedicato ai professionisti (medici, psicologi, dietiste, biologi nutrizionisti). Con questo tesseramento si ha diritto a: • sconto del 20% sull’acquisto dei libri Positive Press • sconto del 40% sull’acquisto di almeno 10 copie dello stesso titolo di Positive Press

n

• sconto del 20% sui corsi di Positive Press (escluso il First Certificate of Professional Training in Eating Disorders and Obesity) • invio della newsletter “Emozioni e cibo”

SoSTENITORE NON professionistA quota sociale annuale Euro 15,00

Dedicato alle persone affette da disturbi dell’alimentazione e del peso, loro familiari, insegnanti, religiosi, educatori, ecc. Con questo tesseramento si ha diritto a: • accesso ai centri associati all’AIDAP • sconto del 20% sull’acquisto dei libri Positive Press

n

• invio della newsletter “Emozioni e cibo” • partecipazione agli incontri organizzati dall’AIDAP per il grande pubblico

ABBONAMENTO ALLA RIVISTA quota annuale Euro 15,00

Dedicato a tutte le persone che desiderano ricevere la newsletter “Emozioni e cibo” a casa anche senza essere iscritti all’AIDAP.

RICHIESTA DI AMMISSIONE ALL’ASSOCIAZIONE: q NUOVA ISCRIZIONE

q RINNOVO TESSERA N. ........................................

q NON DESIDERO RICEVERE A CASA LA NEWSLETTER “EMOZIONI E CIBO”

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INFORMATIVA AI SENSI DELL’ART. 13 DEL D.LGS. N. 196/03 E D’AUTORIZZAZIONE AL TRATTAMENTO DEI DATI La informiamo che i Suoi dati personali potranno essere oggetto di trattamento, nel rispetto della normativa privacy, da parte dell’associazione, dei suoi dipendenti, ausiliari e collaboratori per finalità di: servizio associati, marketing, pubblicità, promozione e informazione, analisi statistiche, indagini sulla soddisfazione della clientela, revisioni, archiviazione di dati storici. Potrà accedere in ogni momento ai dati personali che La riguardano, ottenere l’indicazione della loro origine, del modo in cui sono utilizzati, farli aggiornare, rettificare, integrare o cancellare, a seconda dei casi, ed opporsi alla loro utilizzazione (art. 7 del D.Lgs. 196/03), rivolgendosi direttamente al responsabile appositamente nominato dal titolare, dott.ssa Laura De Kolitscher, in ogni modo o forma. Titolare del trattamento dei dati è: AIDAP, via Sansovino n. 16, Verona – fax 045.8102884 – e-mail: info@aidap.org. Per il contenuto integrale dell’informativa di cui all’art. 13, nonché dei Suoi diritti di cui all’art. 7 del d.lgs. 196/03, il Titolare rinvia al proprio sito web: www.aidap.org. Data................................................. Firma.............................................................................................................................................................................

Versamento della quota (barrare la casella inerente): q effettuato tramite bonifico bancario - Banca Unicredit (filiale Quartiere Stadio) - Verona - cod. IBAN: IT 21 Z 02008 11723 000101717754 (allegare ricevuta) q allegato alla presente richiesta con assegno bancario q versamento su c/c postale n. 12210324 (allegare ricevuta)

(Abbonamento newsletter “Emozioni e Cibo”) Isc_0501 r00TesseramentoAIDAP

TEL.


Positive Press è lieta di presentare due grandi novità editoriali. Il nuovo libro “Aiuta il tuo teenager a sconfiggere il disturbo dell’alimentazione” e la nuova edizione di “Perdere e mantenere il peso”!

Aiuta il tuo teenager a sconfiggere il disturbo dell’alimentazione

James Lock, MD, PhD | Daniel Le Grange, PhD ISBN 88-8429-073-2

Nuova edizione!

Perdere e mantenere il peso Un programma di modificazione dello stile di vita basato sulla terapia cognitivo comportamentale Riccardo Dalle Grave | ISBN 88-8429-072-4

Via Sansovino, 16 - 37138 Verona (VR) | Tel. 045 8103932 - Fax: 045 8102884 E-mail: libri@positivepress.net | Web: www.positivepress.net


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