

Il meta-futurismo secondo GiDiPi [al secolo: GDA(r) Giacomo De Ponti]
Il Generale Giacomo De Ponti ha iniziato la sua produzione artistica realizzando originali aerografiche ispirate alle leggendarie crociere aeree italiane che rievocano un particolare momento storico della nostra aeronautica: l'epoca pionieristica in cui le ali tricolori hanno raggiunto tutti i continenti.
Le sue opere, alcune delle quali sono oggi esposte al Museo dell’Aeronautica Militare, nelle sale storiche del Palazzo dell’Aeronautica (sede dello Stato Maggiore AM), nella sala VIP dell'aeroporto di Ciampino ed in collezioni private, si ispirano al movimento futurista ed alla sua avanguardia artistica ‘aeropittura’
Mostre, esposizioni, manifesti, calendari...
- Italy Airspace Expo - Fiera di Roma, Stand Ass. Trasvolatori Atlantici, 30.11-2.12.2010
- 80° anniversario della Crociera Aerea Italia-Brasile - Orbetello, 18-19.12.2010
- Esposizione permanente ‘Crociere Atlantiche’ - Vigna di Valle, Museo Storico A.M.
- ‘Coelum - La conquista dello spazio’ - Alatri (FR), Palazzo Conti Gentili, 16-31.10.2010,
- Mostra collettiva - Roma, Galleria d’arte ‘Temple University’, 9-10.5.2011
- Mostra collettiva - Roma, Galleria d’arte ‘Temple University’, 9-10.5.2012
- Sala accoglienza Personalità di Stato dell’Aeroporto di Ciampino - Roma
- Sale storiche del Palazzo dell’Aeronautica - Roma
- Collezione privata Caproni Armani - Roma
- Collezione privata Caproni Giovanelli - Roma
- Celebrazioni trasferimento 15° CSAR all’aeroporto di Cervia, 5.10.2010 (Cartolina postale ufficiale)
- 80° della costituzione del 15° Stormo CSAR (Cartolina e calendario 2012 celebrativo della ricorrenza)
- ‘L’epopea delle linee aeree italiane, 1926-1940’ - Roma EUR, 2-24.5.2013 (Manifesto e logo della mostra)
- ‘NonSoloAli’, 1° Raduno auto e moto d’epoca - Centocelle, 11.6.2013 (Locandina mostra)
- Associazione ‘Gente del 15°’ - Calendari a tema aeronautico periodi 2012-2018 e 2022-2023
- ‘Angeli dell’aria’- Ass. Hostess Alitalia (Calendario 2015)
- ‘Alle origini del SAR’ - Leros (GRE), 6-11.9.2016 (Locandina evento)
- ‘75th Battle of Leros’ - Leros (GRE), 26.9.2018 (Locandina convegno)
- Cinquantenario dei primi voli umani nello spazio: 1961 - Gagarin & Shepard (Grafica celebrativa)
- Centenario del primo velivolo Caproni Ca.1 - Malpensa, 27.5.1910 (Grafica celebrativa)
- Ιταλy Airspace Expo - Fiera di Roma, περίπτερο του Ass. Trasvolatori Atlantici, 30.11-2.12.2010 - 80η
- Orbetello, 18-19.12.2010
- Vigna di Valle,
- Alatri (FR), Ανάκτορο Conti Gentili, 16-31.10.2010,
- Ρώμη, 'Temple University' Art Gallery, 9-10.5.2011
- Ρώμη, 'Temple University' Art Gallery, 9-10.5.2012
Ciampino -
Caproni Armani
Alitalia
Nato in Umbria nel 1956, dopo il quadriennio dell’Accademia Aeronautica (1976-1979) ha conseguito il brevetto di Pilota Militare nel 1981 presso la base USAF di Reese. Rientrato in Italia, è stato assegnato al 15° Stormo SAR (Search and Rescue) dell’aeroporto di Ciampino e successivamente, dopo aver frequentato la Scuola di Guerra Aerea a Firenze, al settore della pianificazione operativa dello Stato Maggiore AM.
Nominato Colonnello, è stato assegnato al comando del 31° Stormo Trasporti Speciali (voli di Stato e trasporti sanitari) e dell’aeroporto di Ciampino dal 1999 al 2001, ed in seguito alla Presidenza del Consiglio dei Ministri quale Comandante dell’aereo presidenziale.
Dal 2003 al 2005 ha ricoperto l’incarico di Capo Ufficio Pianificazione dello SMA e poi di Addetto Difesa presso l’Ambasciata d’Italia a Praga.
Nominato Generale di Brigata Aerea, ha ricoperto diversi incarichi allo Stato Maggiore AM, dove ha diretto l’Ufficio Generale Spazio Aereo e Meteorologia. Ha assolto l’incarico di Deputy Director dello European Air Group a Londra, al termine del quale nel 2016 è stato collocato in congedo con il grado di Generale di Divisione Aerea. Nel corso della sua attività operativa ha totalizzato oltre 3800 ore di volo su 19 tipi di velivoli ed elicotteri.
È laureato in “Scienze Internazionali e Diplomatiche” (Università di Trieste) e in “Scienze Aeronautiche” (Università di Napoli).
Oltre a decorazioni e riconoscimenti nazionali e NATO per i servizi prestati, è insignito delle onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica e dell’Ordine Equestre di San Gregorio Magno.
Inaugurata a Leros, dove viene esposta al termine delle manifestazioni commemorative nella ricorrenza dell’ottantesimo anniversario della Battaglia di Leros, la mostra prosegue con una circuitazione in Grecia che prevede dieci sedi espositive , e viene proposta nell’ambito delle celebrazioni del centenario della AM.
La mostra ripercorre l’iter artistico dell’Autore, che si snoda dal 2010 al 2023 attraverso mostre ed eventi commemorativi lungo il filo conduttore del volo, dagli epici inizi agli sviluppi ed alle evoluzioni attuali.
Ma allontanandosene talvolta con puntate stilistiche che, pur mantenendosi nell’ambito dell’Art Déco, si distaccano nettamente dal filone principale che reinterpreta in maniera originale e personalissima la corrente artistica dell’Aeropittura. Ritroviamo così ricordi di trasvolate atlantiche e di esplorazioni spaziali, di esordi dell’aviazione civile e della ricerca e soccorso a mare, di eventi storici e di accademie militari. E seppur filtrato attraverso l’unicità della composizione, identifichiamo talvolta qualche elemento che ci permette di ipotizzare un riferimento ad opere precedenti, un implicito omaggio ad artisti che hanno segnato la storia dell’avanguardia futurista (Tullio Crali, Tato, Depero, Mino Delle Site...), a consolidarne il legame artistico ma innovandola con l’originalità del segno e l’attualità della tecnica.
Le opere presentate nella mostra rappresentano una selezione esemplificativa della produzione artistica dell’Autore, e sono raccolte nel catalogo raggruppate tematicamente, seguendo un criterio filologico e non cronologico, In tal modo ci si è prefisso di seguire più agevolmente l’Autore nelle diverse angolazioni interpretative dei vari contenuti, dato che si è interessato poliedricamente a soggetti molto diversi, aderendo all’occasione dell’evento che ha così originato l’ispirazione artistica.
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(Tullio Crali, Tato, Depero, Mino Delle Site...),
I primi segnali di un manifesto interesse per la dinamicità del volo e la velocità si rintracciano nello scritto di F. T. Marinetti “L’aeroplano del Papa”, dato alle stampe nel 1912 anche se occorrerà attendere il 1929 per vedere l’interesse verso l’Aeropittura codificato nel “Manifesto dell’Aeropittura futurista”, firmato da F. T. Marinetti, Giacomo Balla, Fortunato Depero, Enrico Prampolini, Gerardo Dottori, Benedetta Cappa, Fillia, Tato e Mino Somenzi. Era stato Somenzi che, l’anno precedente, nel 1928, aveva redatto un manifesto tecnico, “Aeropittura e Aeroscultura”, che avrebbe fatto da canovaccio alla dichiarazione dell’anno successivo. Sarà proprio Marinetti che in un suo articolo nel 1931, conferma la genesi del Manifesto: “La convivenza in carlinga col pittore Dottori, intento a prendere appunti dall’alto, ha suscitato in un altro artista, Mino Somenzi, la concezione precisa dell’Aeropittura”. Così recitava, nella sua parte più tecnica, il Manifesto dell’Aeropittura:
1. Le prospettive mutevoli del volo costituiscono una realtà assolutamente nuova e che nulla ha in comune con la realtà tradizionalmente costituita dalle prospettive terrestri.
2. Gli elementi di questa nuova realtà non hanno nessun punto fermo e sono costruiti dalla stessa mobilità perenne.
3. Il pittore non può osservare e dipingere che partecipando allo loro stessa velocità.
4. Dipingere dall'alto questa nuova realtà impone un disprezzo profondo per il dettaglio e una necessità di sintetizzare e trasfigurare tutto.
5. Tutte le parti del paesaggio appaiono al pittore in volo:
a) schiacciate, b) artificiali, c) provvisorie, d) appena cadute dal cielo.
6. Tutte le parti del paesaggio accentuano agli occhi del pittore in volo i loro caratteri di: folto, sparso, elegante, grandioso.
7. Ogni Aeropittura contiene simultaneamente il doppio movimento dell'aeroplano e della mano del pittore che muove matita, pennello o diffusore.
8. Il quadro o complesso plastico di Aeropittura deve essere policentrico.
9. Si giungerà presto a una nuova spiritualità plastica extraterrestre. Nelle velocità terrestri (cavallo, automobile, treno) le piante, le case ecc., avventandosi contro di noi, girando rapidissime le vicine, meno rapide le lontane, formano una ruota dinamica nella cornice dell'orizzonte di montagne mare colline laghi, che si sposta anch'essa, ma così lentamente da sembrare ferma. Oltre questa cornice immobile esiste per l'occhio nostro anche la continuità orizzontale del piano su cui si corre.
Nelle velocità aerea invece mancano questa continuità e quella cornice panoramica. L'aeroplano, che plana si tuffa s'impenna ecc., crea un'ideale osservatorio ipersensibile appeso dovunque nell'infinito, dinamizzato inoltre dalla coscienza stessa del moto che muta il valore e il ritmo
Marinetti
F. T. Marinetti, Giacomo Balla, Fortunato Depero, Enrico Prampolini, Gerardo Dottori, Benedetta Cappa, Fillia, Tato και Mino Somenzi.
Somenzi
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dei minuti e dei secondi di visione-sensazione. Il tempo e lo spazio vengono polverizzati dalla fulminea constatazione che la terra corre velocissima sotto l'aeroplano immobile.
Dai primi segnali del 1912 fino alla stesura del manifesto programmatico assistiamo ad una evoluzione e ad una trasformazione che segue costantemente l’evoluzione della meccanica.
La meccanica offriva la possibilità di nuove prospettive e di nuove visioni e, senza dubbio, la comparsa dell’aeroplano avrebbe offerto una prospettiva completamente diversa rispetto a tutti gli altri mezzi di locomozione ancorati a terra.
Se dunque la pittura futurista fu in generale pura esaltazione del dinamismo e della velocità di cicli e motocicli, ma anche di auto, treni, motoscafi e navi, tutti mezzi meccanici della modernità che sviluppavano dinamismi di terra, con l’aeroplano non solo la velocità è enormemente più elevata, ma soprattutto si alza dalla terra e con il dinamismo nell’aria ottiene una visione differente del paesaggio, del mondo, con sensazioni e restituzioni pittoriche nuove ed avvincenti.
Il dinamismo non è più solo un evento meccanico, ma diviene un procedimento mentale, capace di cambiare per sempre le prospettive di visione.
Complici di tale nuovo stato d’animo erano stati il progresso tecnico dell’aeroplano, la fortuna che accompagnò il suo perfezionamento e la guerra. Era stato proprio negli anni ‘20 del Novecento che l’aviazione italiana si era resa protagonista nel mondo con una serie di spettacolari trasvolate: nel 1919 la trasvolata in Argentina; nel 1920 il raid Roma-Tokio, che ebbe numerose disavventure; ancora a Tokyo e Melbourne con De Pinedo nel 1925; sempre nel 1925 la trasvolata dei Mari del Nord, e ancora nel 1927 la trasvolata delle due Americhe; nel 1928 la trasvolata del Polo Nord, durante la quale furono avvistati i superstiti del dirigibile Italia nella famosa tenda rossa. Ma è con la spettacolarità delle crociere in formazione che si impone la fama dell’aviazione italiana, non più exploit ed eroismo personale ma programmazione e lavoro di squadra: nel 1928 con le due crociere del Mediterraneo Occidentale ed Orientale; nel 1930 con la trasvolata Italia-Brasile; e soprattutto nel 1933 con la trasvolata Roma-Chicago “del Decennale” che consacrerà l’aviazione italiana con l’enorme successo che ottenne in Italia ed in America, grazie anche ai potenziati mezzi di comunicazione dell’epoca. Questo susseguirsi di imprese, coadiuvate dall’appoggio del governo che intendeva promuovere sul palcoscenico mondiale l’immagine dell’Italia, contribuirà enormemente alla creazione di una nuova epica. Le estreme condizioni cui venivano sottoposti i velivoli ed i piloti rendeva tali imprese uniche ed eroiche. Un simile richiamo non poteva essere sottovalutato dallo spirito futurista che necessitava di alimentare il proprio lirismo verso orizzonti nuovi ed inesplorati che avessero al centro l’ardire dell’uomo. Tale nuova prospettiva verrà non solo profondamente interpretata dall’Aeropittura ma, ancor più, sarà trampolino di lancio per nuovi ed ancor più lontani orizzonti. Scriverà infatti Prampolini a margine di una importante mostra che si terrà nel 1931 alla Galleria Pesaro a Milano: Siamo di fronte a un “nuovo spirito extraterrestre trasfigurato”, pronti ad un “nuovo dinamismo cosmico”, proiettando così l’orizzonte verso l’universo.
Molto più concreto il commento di Marinetti che preferisce invece presentare un’immagine più tecnica, avvertendo la necessità di non sbilanciarsi, di fronte al pubblico, in affermazioni visionarie estreme: “[…] disprezzo profondo per il dettaglio e necessità di sintetizzare [...] perché tutte le parti del paesaggio appaiono al pittore: schiacciate,
artificiali provvisorie, [...] il tempo e lo spazio vengono polverizzati dalla fulminea costatazione che la terra corre velocissima sotto l’aeroplano immobile”.
L’Aeropittura diventava, fors’anche inconsapevolmente, premonitrice di una esplorazione dello spazio che se tecnicamente non ancora ipotizzabile, certo lo era nello spirito. Ed era questo un sentimento coinvolgente, condiviso nell’entusiasmo riscontrato dalla stupefacente accoglienza del pubblico agli eventi espositivi. La fama e la popolarità dell’Aeropittura si diffuse in tutta Europa: tra il 1931 ed il 1935 si realizzano mostre a Tripoli, Parigi, Bruxelles, Atene, Nizza, Amburgo, Berlino, Vienna, Lipsia, Istanbul, raccogliendo ovunque unanimi consensi dei visitatori e della critica. L’Aeropittura diventa popolare, letta facilmente da un pubblico eterogeneo, tanto che Marinetti e i suoi pubblicarono poi nuovi manifesti legati all’Aeropittura: Aeropoesia e arte pubblicitaria nel 1931, nel 1934 Architettura aerea e Aeromusica, in un clima di eccitazione aviatoria collettiva. Notevole era stata la sua diffusione nell’Europa del tempo. La sua influenza si era largamente estesa, nonostante qualche emarginazione, in particolare dei francesi. Infatti, la Polonia si ispira ad essa nel Formismo, la Spagna nel Vibrazionismo, l'Inghilterra nel Vorticismo, il Belgio, l'Europa centrale, poi oltre l'Europa: in Giappone, negli Stati Uniti, in Messico con lo Stridentismo. Alcuni artisti si ispirano o si cimentano con il futurismo e l’Aeropittura pur senza aderire al movimento: Robert Delaunay, Marcel Duchamp, Francis Picabia, Fernand Léger, František Kupka, August Macke, Franz Marc. In Russia Vladimir Maïakovski è il primo poeta ad interessarsi al futurismo, Nathalie Gontcharoff e Michel Larionov aderiscono subito al movimento pittorico e creano il Raggismo, movimento astratto ad esso ispirato. In Grecia Jorghos Theotokàs, uno dei maggiori esponenti della “generazione degli anni ‘30”, aveva idealizzato l’immagine del volo nella sua esortazione rivolta ad un popolo stanco ed apatico, incapace di risollevarsi dalla sconfitta in Asia Minore:
“Un aeroplano che solca il cielo di Grecia, sorvola il Partenone, esprime un’armonia nuova che nessuno ha ancora concepito”.
Tale larga eco e diffusione era il frutto di quella che è stata definita la seconda generazione futurista che si era palesata al pubblico proprio con la grande mostra di Milano del 1931: “…la Galleria Pesaro di Milano allestisce quella che può essere considerata la prima manifestazione collettiva di opposizione al futurismo. Sono i giovani della corrente detta dei “futuristi di seconda generazione” (e fra essi ricordiamo Bruno Munari, Tato, Depero, Prampolini, Fillia e Dottori) a ribellarsi al conformismo dei loro predecessori e orientarsi verso un astrattismo decisamente europeo”, scriverà Tristan Sauvage nel 1957.
Tuttavia il legame tra la “prima generazione” e la “seconda generazione” è saldo, anche se vi fu una profonda trasformazione degli oggetti rappresentati in senso astratto perché il volo, la velocità, il dinamismo, erano concetti tutti nuovi da sperimentare. Lontani dalla dimensione umana fino ad allora conosciuta, tali concetti richiedevano una rappresentazione ed una simbologia tutte nuove che l’astrattismo provò a risolvere con forme e colori dirompenti e onirici.
Il pittore aerofuturista, nel rispetto dello spirito marinettiano di attingere alla propria esperienza, non poteva, almeno in teoria, prescindere dall’esperienza diretta del volo. Non tutti furono in realtà diligenti discepoli, anzi, l’esperienza del volo venne in pratica vissuta solo da pochi. Tra tutti, emblematica la figura di Tullio Crali che a più riprese
κίνημα: Robert Delaunay, Marcel Duchamp, Francis Picabia, Fernand Léger, František Kupka, August Macke, Franz
Marc.
Gontcharoff
Vladimir Maïakovski
Michel Larionov
sperimentò questa ebbrezza. Prima a Roma, nel 1937, dove il Presidente della Compagnia aerea Ala Littoria gli concesse voli gratuiti per ragioni artistiche su tutti i voli di linea, e poi a Gorizia, dove il maggiore Ernesto Botto gli concesse di volare nelle carlinghe degli aerei da caccia.
Indiscutibilmente l’avvicinarsi della guerra contribuì all’esaltazione dell’Aeropittura anche se lo spirito bellico, pur contemplato nei canoni futuristi, era mezzo per il raggiungimento di una estetica che esaltasse l’uomo, e non promozione politica.
Se Marinetti, nelle sue esagerazioni aveva necessità di ridefinire il significato del futurismo alla luce delle nuove politiche, è pur vero che molti degli aderenti all’Aeropittura iniziarono a vivere un periodo di dubbio e di scetticismo che poi li avrebbe condotti alla crisi con gli esiti di quella guerra che avevano idealizzato come espressione dell’entusiasmo degli anni venti.
L’incontro tra l’uomo e la meccanica che aveva contraddistinto la genesi del movimento, una volta superato il difficile periodo della ricostruzione si ripresenta lentamente in Europa per divenire tramite tra l’uomo e la tecnologia. Abbandonata l’esaltazione delle forme estreme, negli anni ’60 nasce il Neofuturismo. Se prima la battaglia era contro il conservatorismo della classicità e la sua conseguente immobilità, stavolta il nemico era il consumismo. Il rinnovamento sarebbe andato alla ricerca di una nuova estetica e di una nuova funzionalità delle città in rapidissima crescita. Le nuove forme espressive saranno prevalentemente affidate all’architettura ed al design ma non mancheranno i pittori, primo fra tutti Daniel Schinasi che addirittura produsse un Manifesto Neofuturista. Elaborato alla fine degli anni Sessanta, raccoglie l’esigenza originaria di catturare la tensione dinamica spazio-temporale attraverso l’arte pittorica. Liberato dalla violenza e dagli esiti distopici del suo precursore Marinetti, il movimento neofuturista propone un’idea di modernità all’altezza dei tempi nuovi pur attingendo a velocità, forza e dinamismo, così come nelle opere del primo futurismo. Inevitabile sarà il confronto con la memoria e sempre di più risuonerà il concetto della pace all’interno del movimento. Oggi, dopo una ulteriore evoluzione, il neofuturismo si manifesta nella ricerca delle soluzioni che possano riconciliare l’uomo al proprio ambiente, coadiuvato dalla tecnologia che, se fino agli anni ’90 del Novecento ha dilatato gli orizzonti espandendo la percezione dell’universo, negli ultimi decenni è incline a concentrarsi su nuove soluzioni che possano permettere un miglioramento della vita del genere umano sulla terra, quasi operando una inversione di tendenza, forse anticipando un nuovo umanesimo. enzot.
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È l’irrefrenabile potenza della modernità che permette all’uomo il distacco dalla terra, l’“involo” ed il suo repentino slancio, “in volo” nella nuova dimensione finalmente conquistata.
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DI LUCE VOLO
È l’impeto della meccanica meraviglia aerea
scagliata nelle vene del cielo palpitanti di luce nutrimento avidamente saccheggiato dalla nuova razza d’’acciaio
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CIELO OLTRE
È la magia di un cielo che all’infinito si dischiude e si ripete, oltre l’immaginazione moltiplica lo spazio, vita dell’aeronauta.
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È la sensuale ricerca delle ebbrezze che solo le velocità aeree realizzano, polverizzando il tempo e lo spazio in traiettorie simultanee che infrangono la legge di gravità; la velocità distrugge, rende soggettivi, e perciò schiavi, i valori di tempo e di spazio, inebria le sensazioni e le emozioni.
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È l’audace sfida vinta alle nubi irose, l’attimo dell’agile volo sospeso sul bilico dell’abisso
È l’ansia finalmente soddisfatta: tutto il nuovo concepito dall’uomo moderno si libera dalla terra con poderosi slanci verso il cielo, verso il futuro.
È il culmine del volo audace, completa l’opera, l’ALA dei Trasvolatori ellisse avida di mete, si sublima in fine nel cielo di Roma, spirito ormai ebbro e sazio appare e traspare nell’ARCO, trionfo della sua gloria, nuove ed antiche ELLISSI iperboli testimoni della conquista abbagliante.
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ROVISIONI
È l’ebbrezza della velocità degli aeroplani SM 55 mentre si avventano con voce scoppiante contro l’infinito liberatore, ansiosamente inseguiti da un sole che incapace di raggiungerli, accelera il suo sanguinolento palpito all’orizzonte.
È lo spasimo del cielo compresso e solidificato dall’onda della velocità che, infine, si frantuma inerme alla brama d’aria dell’elica, fremente motore dell’SM 55 scatenato nella sua stupefacente corsa.
È l’irruente avidità di conquista colmata all’arrivo a Chicago preda agognata, simbolo di voluttuosa modernità.
È la voluttà di conquista di nuovi e più ambiziosi spazi per colmare l’insufficienza del suolo, soddisfare l’appetito d’inesplorato, oltre la curva di un orizzonte che non contiene più lo slancio.
È la luce prorompente di ROMA, eterna nella storia costruttrice dell’avvenire, nutrimento materno per l’ala d’Italia.
EBBRI DI SPAZI
È l’annullamento delle distanze nella ferrea aerovelocità che avvolge la terra.
È l’incanto che inebria la città di New York al giungere degli aeronauti Atlantici sopra la cima estrema delle torri del Nuovo Mondo; allora tutto è proteso a loro e l’immensità dell’impresa infrange il cielo con possenti colpi d’ala.
È il fremito che afferra ogni animo quando assiste alla rinascita del sogno: il Caproni della leggenda è, ancora.
È la liberazione dalla terra delle nuove meraviglie aeromeccaniche che l’ingegno di Gianni Caproni ha intuito e concepito per la conquista del mondo moderno, per il dominio dell’aria. I velivoli “Caproni” formidabili mostri nutriti d’acciaio e fiamma si slanciano irruenti da Taliedo
Aerodromo d’Italia, centro del nuovo universo dinamico, nido ricovero degli aeronauti e, officina del volo, dei folli cuori motori.
È l’impeto della nuova razza d’acciaio realizzata da Gianni Caproni, formidabile dèmone motore alito di fiamma avido di vento, spinto all’assalto del cielo che assordato e vinto si infrange.
AEROVISIONI
È un’ideazione in stile postaerofuturista realizzata per celebrare i successi degli Astronauti Italiani nella conquista dello Spazio.
AEROVISIONI
È la visione religiosomorale della velocità nel Futurismo: l’eterna velocità onnipresente e travolgente, liberatrice dal passatismo. L’identificazione dell’uomoaeronauta con il suo bolide aeromeccanico realizza la sublimazione delle velocità futuristiche nella “velocità portante” = velocità pensiero + velocità del corpo + velocità dell’impianto (aereo) che porta il corpo + velocità dell’elemento (aria) che porta l’impianto; l’aeronauta è “Simultaneità uomo meccanica: ala pilota elica motore”.
È l’ebbrezza dell’acrobazia aerea quando il velivolo aggredisce con violenta e controllata irruenza lo spazio e la terra sottostante che, plasmandosi nella manovra, diventano parte dell’emozione.
ASPIRAZIONE SIDERALE
È l’aspirazione sublime dell’aeronauta:: lo slancio al cosmo, le vittoriose traiettorie siderali, il rapimento infine della stupefacente velocita’ astrale.
Rosse le nubi, la terra, il mare
l’occhio verso il cielo è gola nera attonita
voce, urlo, di Lero stupita offesa nell’immane lotta
Memorie abbaglianti nella notte del tempo, su ali vibranti schiudono il sogno, di profumi intensi e rombi possenti, di cieli lontani e sfolgoranti isole d’oro, pensieri rapaci di memorie indelebili
Mammajuto,
IMMUTAMENTI
È l’immutabilità dei simboli del Soccorso Aereo nel Tempo: l’uomo e la sua macchina dedicati al Servizio. L’idrovolante Cant Z 501 denominato “Gabbiano”, ma soprannominato affettuosamente “Mammajuto”, è uno dei simboli eterni del 15° Stormo e dei reparti che sono, insieme al 15° Stormo primigenio nato il 1° Giugno 1931, le sue radici storiche: le Squadriglie delle Ricognizione Marittima Lontana, quelle del Soccorso Aereo ed i reparti Idro. Due uomini della stessa Gente, uno nella combinazione da volo degli anni ante guerra ed uno nella moderna tuta da volo, l’era antica e l’era nuova, sono congiunti nello stesso Tempo dal Mammajuto, indissolubilmente uniti nel perenne fuoco dello spirito di fratellanza.
“Dal cielo”, un uomo e un elicottero immersi nelle nubi, è l’essenza del Soccorso Aereo, macchina e carne, argenteo metallo e vermiglio sangue che si sublimano in un unico abbraccio di speranza. Tensioni umane e meccaniche si saldano nel turbine del rotore che avvolge in sé l’aerosoccorritore, sintesi ultima di un intero equipaggio di “Aerosoccorritori”, proteso nel suo esterno precipizio di salvezza.
È lo spirito del Quindicesimo, uno Stormo e la sua Gente, un’unica vita sempre ardente nelle tempeste della Storia, crepitante altalena di lanci ed assalti ed ora, infine, alito di vita dal cielo.
È una Bandiera di guerra che s’infigge e s’invola, destino di due Stormi: il Quindicesimo Aerosoccorso di simultanea paceguerra impaziente slancio di elicherotori irrompe il nido del Quinto aerocacciatori in repentini voli d’oblio.
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PRODIGIO NEL TEMPO
È il Soccorso Aereo che incede, generazioni di mezzi ed equipaggi avanzano nel tempo, come prodigio lo spirito rimane immutato, la salvezza dal cielo.
MUSICA DEL CIELO
È la celebrazione dell’Impresa Atlantica attraverso l’’imponderabile aeroprosa di “Effetì” Marinetti, la Centuria Alata e’ orchestra meccanica, ingegno e congegno innovatore del progresso musicale futurista.
Gianni Caproni,
L’IMPAZIENTE
È un’aeroprosa postfuturista dedicata al nutrimento del sogno di volo reso possibile dall’ingegno di Gianni Caproni, pioniere precursore ed artefice visionario dell’Aviazione Italiana.
AEROVISIONI
È una prosa parolibera postfuturista composta per descrivere le visioni e le sensazioni che vibrano in colui che vola.
Sparviero 3°.
È il ricordo dei compagni di passione ed avventura del Corso Sparviero 3° dell’Accademia Aeronautica, frequentato a Pozzuoli dal 1976 al 1980.
Il pilota aerofuturista chiama a raccolta con voce possente i Corsi Sparviero, per sempre vivi nell’emblema del Corso: l’ala spiegata e l’artiglio rapace, con il motto Accipiter Velut! Come Sparviero! L’urlo si protende agli astri su ali veloci nel cielo ammantato del verde, colore distintivo dello Sparviero 3°.
Il meta-futurismo secondo GiDiPi
Finito di stampare nel mese di luglio 2023
© Giacomo De Ponti
© AIAL Leros
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2023
© Giacomo De Ponti
© AIAL -
Organizzazione della mostra: AIAL - Leros
Curatore della mostra: Enzo Bonanno
Realizzazione catalogo: ETPbooks - Enzo Terzi
Traduzioni in greco: Spiros Makrigiannis e Alexandra Drantaki