nr. 97/2018

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Speciale

Ricorrenze

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L’allegria del Carnevale

San Valentino, nella storia e nel mondo

In molti dei nostri borghi e delle nostre città nei fine settimana di Febbraio impazza il Carnevale, tra maschere, carri allegorici e allegria. Da tempo la tradizione del Carnevale viene riproposta da Stradella e Santa Maria della Versa, fino a Varzi, Romagnese, Zavattarello, Bobbio. Sul versante lomellino invece Vigevano e Sannazzaro sono i punti di riferimento. Non si sa da dove derivi il nome 'carnevale': c'è chi dice da car navalis, il rito della nave sacra portata in processione su un carro; secondo altri significa carnes levare ("togliere la carne") o carne vale ("carne, addio") e allude ai digiuni quaresimali, dato che il Carnevale si conclude con il martedì grasso, il giorno che precede, nei paesi cattolici, il mercoledì delle Ceneri. Nello stesso periodo a febbraio si celebravano nell'antica Roma vari riti che hanno lasciato le loro tracce nel Carnevale attuale, e non a caso avvenivano a Febbraio, mese delle purificazioni. Durante il Carnevale si festeggiava la fecondità della terra, che, dopo il risveglio dal sonno invernale, doveva nutrire gli animali e gli esseri umani. Grande valore avevano i riti di fecondità e il riso. Al riso, infatti, si attribuiva il potere di sconfiggere la morte e il lutto e già tradizioni antichissime lo collegano alla fertilità della natura e degli uomini. Le feste di Carnevale sono occasione di divertimento esagerato e di grandi mangiate. Nel Medioevo il Carnevale era il tempo delle scorpacciate comunitarie e delle danze infinite. Il 're del Carnevale' garantiva l'allegria pazza e la sospensione temporanea delle leggi, delle regole e della morale. Come a Capodanno, semel in anno licet insanire: si può ben essere folli una volta l'anno. I ruoli sociali si invertivano: gli uomini si vestivano da donne e viceversa, i poveri da ricchi, i ricchi da accattoni o da giullari. I balli, che ancora oggi contraddistinguono i veglioni, erano dedicati alle divinità della terra. Il ballo con i saltelli (come il 'saltarello' laziale) imitava il crescere delle spighe di grano: più in alto saltavano i danzatori, più lunghi e fecondi sarebbero stati gli steli delle spighe. La danza, il riso e l'amore santificavano l'eterno ritorno della primavera. Nel Rinascimento i carri carnevaleschi esibivano la grandezza dei signori e permettevano al popolo sfrenati baccanali. Il Carnevale di oggi si ispira ancora alle belle maschere del tempo che fu e i bambini vogliono travestirsi da moschettieri, da pirati, da dame settecentesche e da odalische dai mille veli. Sono costumi fabbricati in serie ma che ancora evocano la magia del passato. Le maschere sono sempre presenti in ogni cultura: nascono come maschere degli antenati e dei defunti in ricordo dei riti per i Mani. Poi vi sono le maschere animali, come quelle dei lupi o delle capre, e infine le maschere umane, che permettono, come si è detto, di invertire i ruoli maschio e femmina, ricchi e poveri, giovani e vecchi. Le maschere celebrano le tradizioni delle città e delle regioni d'Italia: il Piemonte con Gianduia, Bergamo con Arlecchino, Venezia con Pantalone e Colombina, innamorata di Arlecchino, Milano con Meneghino, la Toscana con Stenterello, Roma col Sor Tartaglia, con Rugantino e Capitan Spaventa, Napoli con il mitico Pulcinella, la Sicilia con Peppe Nappa e i personaggi della tradizione dei paladini.

Una festa che per alcuni è il giorno ideale per festeggiare l’amore, per altri l’ennesima ricorrenza commerciale importante dagli Stati Uniti. Ma in pochi sanno quando e dove è nata. Ebbene, questa festa è nata nell’antichità, proprio in Italia. La ricorrenza di San Valentino, infatti, ha sostituito in epoca cristiana i lupercalia romani, celebrati il 14 e il 15 febbraio. Si trattava di riti dedicati alla fertilità e non all’amore romantico, e così nel 496 Papa Gelasio I, giudicandoli licenziosi, dedicò il 14 febbraio al culto del santo e martire Valentino, vescovo di Terni, con lo scopo evidente di cristianizzare la festività romana. Ma l’associazione di San Valentino con l’amore romantico sì è rafforzata con lo scorrere dei secoli. Per esempio, nel 1400, proprio il giorno del 14 febbraio – anniversario del martirio di Valentino – a Parigi, fu fondato “L’Alto Tribunale dell’Amore”, istituzione ispirata ai principi dell’amor cortese, con lo scopo di decidere su controversie legate appunto ai contratti d’amore, ai tradimenti e alla violenza contro le donne. I giudici venivano selezionati sulla base della loro familiarità con la poesia d’amore. Ma come si festeggia oggi questa ricorrenza nel mondo? Non solo con cene a lume di candela e invii di fiori rossi alla ragazza del cuore. Negli Stati Uniti , ma anche in Canada, vanno di gran moda i biglietti anonimi con innamorati che decidono di inviare fiori o cioccolatini senza rivelare la propria identità. Sempre negli Usa, si inviano le “valentine”, cioè biglietti augurali, anche al papà, alla mamma, a fratelli, sorelle o amici e la tradizione comincia alle scuole elementari con bigliettini decorati con i personaggi dei cartoni animati e soprattutto dei fumetti. In Inghilterra le celebrazioni sono simili a quelle americane, ma in alcuni paesi del Derbyshire sopravvive l’usanza per le ragazze di fare dodici giri intorno alla chiesa, a mezzanotte, ripetendo “Semino semi di canapa, semi di canapa io semino. Colui che mi ama davvero viene ora dopo di me”. L’amore vero, così, dovrebbe apparire dopo il dodicesimo giro. In Galles, invece, la fanno più facile: è tradizione regalarsi dei cucchiai di legno intagliati. Nella passionale Spagna vanno forte i cuori di rose rosse. Anche in Olanda le fanciulle ricevono spesso cuori, però… di liquirizia. In Ungheria, il giorno di San Valentino i ragazzi e le ragazze vanno nei boschi a raccogliere bucaneve, che indicano un risveglio della natura e dei sentimenti. In Danimarca è ancora in uso una tradizione che risale al Medioevo, quando la regina Margareta stabilì che in febbraio la donna potesse chiedere a un uomo di sposarla e che, in caso di rifiuto, dovesse essere risarcita con 12 paia di guanti in seta. San Valentino è molto sentita nelle Filippine, dove è tra le festività più amate dai giovani del paese. Tanto che spesso gli innamorati sono disposti a comprare costosi bouquet, anche al doppio del prezzo di un giorno normale. La consuetudine di donare cioccolatini arriverebbe invece dal Giappone, dove sono le ragazze a donarli all’innamorato (ma anche a un uomo importante della loro vita). Saranno poi ricambiate un mese dopo, il 14 marzo, detto anche White Day, con cioccolatini di cioccolato bianco. E allora, ovunque voi siate e come la pensiate, buon San Valentino!


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