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Editoriale
A distanza da un anno dal primo lockdown l’e8/2020 8/2020 mergenza Covid-19 non sembra dare tregua, ma questa volta grazie anche a Federlavaggi,
Numero 8 - anno 22 - Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv.27/02/2004 n°46) art. 1 comma 1, DCB Milano - € 1,55 FUELS MOBILITY A BOLOGNA I VETTORI ENERGETICI Logo > quadricromia Blu C = 100, M = 83, Y = 40, K = 35 Verde C = 60, M = 2, Y = 98, K = 0 DEGAMA AUTOEQUIP SERVIZIO A TUTTO CAMPO FEDERLAVAGGI AUTOLAVAGGI SEMAFORO VERDE Logo > pantone Blu 2767 C Verde 368 CISTOBAL ALLA CONQUISTA DEL MERCATO CINESE FORTECH PIÙ AUTOMAZIONE PIÙ EFFICIENZA EMME INFORMATICA LE SOLUZIONI VIAGGIANO IN RETE FRA-BER LA SANIFICAZIONE È UNA COSA SERIA MASER ITALIA LA “TEMPESTA PERFETTA” MICROHARD UN TOUR RICCO DI SEGNALI POSITIVI il ruolo degli autolavaggi è stato riconosciuto come strategico. Un bel segnale per tutto il settore che vede premiato l’impegno profuso durante lo scorso anno in supporto a tutti coloro che dovevano affrontare l’emergenza in prima linea. Pensiamo alla sanificazione delle ambulanze e di tutti i mezzi di soccorso che si sono prodigati durante l’emergenza e tuttora lo stanno facendo, ma anche alle tante auto, camion e bus dove sono stati garantiti livelli di sicurezza maggiori. Volendo essere ottimisti e trovare un’altra buona notizia, possiamo notare come ci sia una sensazione di generale UN ANNO DI PANDEMIA: NUOVE EMERGENZE E VECCHIE INCURIE risveglio da parte dell’economia dopo i mo-
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ORGANO UFFICIALE DEI GESTORI
menti più bui. Sono solo segnali e non per tutti i settori, ma è già un primo timido cenno di riscossa che fa vedere un po’ di luce in fondo al tunnel. Se però gli autolavaggi possono tirare un sospiro di sollievo, lo stesso non può dirsi per le aree di servizio carburanti, dove i punti critici e le “dimenticanze” della politica pesano come macigni. Lo stato di precarietà del mondo della distribuzione petrolifera è ben riassunto nell’articolo del Presidente di Figisc-Confcommercio Bruno Bearzi che pubblichiamo nelle prime pagine di questo numero. Il settore dei carburanti per autotrazione è investito anche dalle continue notizie di nuove soluzioni di trazione, dal gas all’elettrico fino all’idrogeno. Si dice “da una criticità può nascere un’opportunità” e mai come in questo caso l’affermazione è fondata, in effetti per le aree di servizio i nuovi carburanti possono costituire già ora un’importante risorsa e, a questo proposito, è più che mai attuale l’appuntamento bolognese di fine giugno Fuels Mobility, una nuova fiera, la prima dedicata ai nuovi vettori energetici, dal gas naturale liquefatto all’idrogeno e al metano, oltre che all’evoluzione delle stazioni di servizio in generale e alla mobilità elettrica; un’occasione per fare chiarezza e scoprire le nuove opportunità offerte. In attesa di questo importante evento, sarà obiettivo prioritario per Area di Servizio garantire una informazione attenta e documentata su tutte le novità che attraversano il nostro settore, perché questa è la nostra mission da più di vent’anni, dal lontano 1999 quando editammo il primo numero. Buona lettura
Massimo Cicalini
Il grido d’allarme del Presidente Nazionale Figisc-Confcommercio Bruno Bearzi su un tema di grande attualità che sta mettendo alle corde tante attività imprenditoriali e in particolare quelle legate alla distribuzione petrolifera
Agli inizi di marzo 2021, dopo un anno esatto dall’inizio dell’emergenza sanitaria Covid-19, il Paese si ritrova purtroppo ancora nella più marcata incertezza rispetto ai tempi di uscita dal tunnel, nonostante la prospettiva di una campagna, meno incerta degli esordi, di vaccinazione della popolazione, ma con una recrudescenza della pandemia e delle relative e già sperimentate misure di contrasto. Le varie iniziative di contenimento della mobilità di persone e imprese (che tuttora continuano, a geometria variabile, dopo il lockdown totale di un anno fa) hanno ridotto le vendite di carburanti sulla rete ordinaria di oltre un terzo in un anno (con punte del 70% ad aprile 2020) e in autostrada di oltre il 40% (con punte del 90% ad aprile 2020). Tenendo conto che si tratta di un servizio che è sempre rimasto attivo, con costi di gestione costanti e una riduzione sostanziale delle vendite e considerato che i margini lordi del gestore, anello finale della filiera distributiva, non superano i 3 cent/litro, la situazione del settore è di gravissima difficoltà rispetto alla sostenibilità economica delle gestioni.


Bruno Bearzi Presidente Nazionale FIGISC
Ragioni di forte precarietà sussistevano anche prima e indipendentemente dalla vicenda Covid (margini fermi, regime contrattuale obsoleto, abusi da parte dei fornitori e proprietari della rete della situazione di dipendenza economica sui gestori): la lunga ininterrotta emergenza non ha fatto altro che aggravare la situazione.
Di decreto in decreto
Con il decreto “Rilancio” (n. 34/2020) la categoria ha potuto accedere ai contributi a fondo perduto sulle perdite di fatturato superiori al 33% (calcolate per aprile 2020 su aprile 2019). Per i gestori degli impianti di distribuzione nelle aree autostradali, con lo stesso decreto, inoltre, si è trovata una soluzione per i contributi figurativi dei dipendenti. Se ciò ha rappresentato indubbiamente un sostegno a ristoro della fase più dura dell’emergenza (il vero e proprio lockdown), è di palmare evidenza che da allora si sono susseguiti provvedimenti di chiusura parziale, per territori e periodi temporali, con limitazioni di mobilità e conseguente perdita di ulteriori volumi di vendite. In questi giorni si ragiona di ipotesi sul decreto “Sostegno”: sembra soddisfacente il superamento del sistema dei codici Ateco (cui, ad esempio, a fine 2020 la categoria era stata esclusa con i successivi vari decreti “Ristori”, poi unificati in unico provvedimento DL 137/2020), anche se

si tratta di capire a quale periodo si faccia precisamente riferimento per determinare la perdita di fatturato. Proprio per rispettare la reale dinamica della emergenza epidemica, tale periodo andrebbe fissato in relazione a quello che si può definire “anno pandemico”, ossia da marzo 2020 a febbraio 2021, da confrontarsi con lo stesso periodo 20192020, mentre la soglia di perdita di fatturato andrebbe posta almeno al 30%, se non meno. E se l’emergenza sanitaria ed economica ha purtroppo ancora drammatica e prioritaria attualità, rimane a monte il problema di un settore già di suo, e da ben prima, in pesante criticità. Né in questo senso possono bastare i riferimenti altisonanti alla transizione energetica di là da venire o agli strumenti comunitari per affrontare sia la crisi che il cambiamento.
La transazione energetica
Grandi risorse servono per affrontare grandi sfide, ed è indubbio che la transizione energetica è una sfida tanto necessaria quanto epocale. Pure, tra le grandi visioni di prospettiva e lo stato concreto dell’arte, appare indispensabile guardare le cose con realismo. Stiamo parlando di convertire in senso massivo il parco circolante e le infrastrutture connesse, oltre alla fiscalità energetica, anche se non sempre abbiamo chiara la complessità delle risorse necessarie (che vanno ben oltre il Recovery Fund) e, inoltre, preferiamo condurre un dibattito più ideologico che pragmatico, senza neppure avere stabilito un criterio di “neutralità” energetica rispetto alle scelte. Stiamo creando nuovi ministeri appositamente dedicati (MiTE), depotenziandone altri (MiSE) o rinominandone altri ancora (Trasporti diventano Mobilità Sostenibile), in una specie di sagra degli acronimi politicamente corretti. In questo contesto, il vecchio mondo del petrolio, nonostante continui a garantire la mobilità e nonostante non scompaia domattina con un colpo di bacchetta magica, è considerato marginale e, soprattutto nella fase della distribuzione finale ormai perfino moribondo. In una fase caratterizzata da rapporti economici quasi medievali, da una polverizzazione inefficiente, da un mercato ambiguo e fortemente inquinato dall’illegalità, la rete è a forte rischio, specie con la crisi Covid, di essere ormai rilevata a pezzi dalla criminalità organizzata. E, proprio perché questo mondo reale risulta così lontano dai fasti dell’astratta rivoluzione energetica, forse è probabile che per nessuno sembri appagante occuparsene, eppure questo mondo fa ancora circolare gente e merci, produce imposte cospicue per l’erario (quando non sono taglieggiate dall’illegalità), al suo interno ci lavorano imprese e persone che non possono essere abbandonate alla consunzione.
Bruno Bearzi Presidente Nazionale Figisc-Confcommercio
Federlavaggi risponde alle numerose richieste di chiarimenti esponendo le motivazioni per cui gli autolavaggi possono restare aperti indipendentemente dalle colorazioni delle zone.
Autolavaggi aperti indipendentemente dal colore della regione in cui si trovano, quindi anche gli utilizzatori possono usufruirne senza incorrere in alcuna sanzione, sempre che vengano rispettate le regole relative al distanziamento e al contrasto della diffusione del virus. Per prima cosa bisogna evidenziare che le attività aperte, in pratica quelle di cui non è stata disposta la chiusura nell’ultimo Decreto Legge, vanno considerate essenziali, perciò l’acquisto di beni e servizi da esse erogati si configurano nei termini di “necessità”. Chiarito il primo aspetto, occorre evidenziare che l’attività di lavaggio dei mezzi di trasporto, così come quella di acquisto e manutenzione della vettura (concessionarie, meccanici, carrozzerie, elettrauti, gommisti ecc.) sono state considerate essenziali dal legislatore per garantire l’incolumità, la sicurezza e l’igienizzazione dei veicoli con i quali le persone si spostano mediante autocertificazione per le comprovate esigenze lavorative, di salute o di necessità che esse dichiarano. A supporto delle affermazioni di cui sopra esistono FAQ ufficiali (le risposte alle domande ricorrenti degli italiani al governo). A precisa domanda “Concessionarie aperte in zona rossa in base alle disposizioni che hanno imposto il lockdown?” La risposta pervenuta è stata: “È consentito raggiungerle per acquistare un veicolo, far effettuare assistenza sul mezzo, consegnare un’auto da rottamare, eseguire test drive e altro ancora. Gli esercizi in questione sono autorizzati a restare aperti in quanto considerati essenziali. L’acquisto dei beni e servizi da essi erogati si configura in termini di necessità”. Insomma, i cittadini hanno il diritto di recarsi in concessionaria, con autocertificazione, come ricorda anche Federauto (la federazione delle concessionarie). Analogamente autolavaggi, meccanici, carrozzieri, elettrauti e gommisti possono restare aperti anche in zona rossa. Non c’è una FAQ specifica ed esplicita in merito, ma quelle attività rientrano fra le eccezioni alla chiusura. Per una ragione semplice, come spiega CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato): sono attività essenziali affinché i veicoli circolino in sicurezza. Pertanto, nel pieno rispetto delle regole di distanziamento sociale e della sanificazione degli ambienti, sarà possibile recarsi negli autolavaggi a patto di scegliere quello più vicino alla propria residenza o compreso nel tragitto oggetto delle comprovate esigenze (per esempio, casa-lavoro). Resta evidentemente inteso che la suddetta attività professionale è subordinata allo scrupoloso rispetto dei protocolli che regolano la sicurezza dei lavoratori e delle persone che vi si recano per usufruire dei servizi. A tale proposito ricordiamo che sono disponibili, consultabili e scaricabili le linee guida realizzate da Federlavaggi. Nella speranza di aver fatto una volta per tutte chiarezza, Federlavaggi ringrazia tutti gli operatori del settore per il prezioso contributo che giornalmente forniscono nel contrasto della diffusione del virus.


ATTENZIONE AL SERVIZIO A TUTTO CAMPO
Dal nuovo doppio portale Degama Autoequip Twinner ai distributori di carburanti, l’area di servizio di Mirko Sonnati è un esempio di efficienza e di attenzione al servizio. E i fatti gli danno ragione...
Siamo a Città della Pieve, in provincia di Perugia, cittadina salita all’onore delle cronache perché qui vive Mario Draghi, neo primo ministro italiano. Ma questa volta non è lui il protagonista, bensì Mirko Sonnati che qui è nato 42 anni fa e che qui gestisce con la compagna e socia Laura una stazione di servizio modello a marchio ML, acronimo dei loro nomi. “In un certo senso ho seguito la storia del paese e ho cercato di rispondere alle esigenze del posto – racconta Sonnati –. Sono un tecnico, prima ho fatto l’idraulico e l’elettricista per circa 15 anni e poi ho deciso di investire in un’area di servizio che era stata lasciata da una compagnia petrolifera. Abbiamo rilevato tutto e abbiamo deciso di investire sul metano e il GPL perché la zona ne era sguarnita: il primo distributore sta a 26 km ed è anche un vecchio impianto. Abbiamo quindi contribuito anche alla svolta ecologista di Città della Pieve perché prima c’erano pochissime auto a gpl e metano, ma ora sono cresciute e anche l’erogato è sempre in aumento, siamo soddisfatti. Peccato solo che Italgas, che ci rifornisce, ha una linea un po’ bassa di pressione e quindi bisogna investire molto sul compressore e in corrente elettrica. Anche per questo abbiamo installato sopra tutte le pensiline 40 kW di pannelli solari, così aiutiamo l’ambiente e noi stessi. Poi questa è una zona sismica, negli anni Novanta c’è stato il terremoto e quindi abbiamo voluto tutte le cisterne a doppia intercapedine e pozzetti antispandimento per evitare fuoriuscite di carburante e conseguente inquinamento. Abbiamo fatto molta attenzione all’aspetto ecologico”.
La qualità prima di tutto
“Anche nella scelta dell’autolavaggio abbiamo seguito le stesse regole con il doppio portale Degama Autoequip Twinner – prosegue Sonnati –, un lavaggio all’avanguardia che funziona benissimo, affidabile e ideale per auto di un certo livello e anche per questo abbiamo dei contratti con diverse concessionarie.
Da sinistra: Carlo Gavotto, Mirko Sonnati, Laura Barbanera, Cinzia Pifferi e Tiziano Torroni







La gestione è quasi familiare perché abbiamo una sola dipendente che è un’amica della mia socia Laura: io sono in minoranza con due donne, per giunta amiche. Questa stazione qualche anno fa aveva già un portale Autoequip, ma quando l’ho rilevata nel 2012 non c’era nulla, solo una pompa carburanti. Io l’ho stravolta: la compagnia petrolifera non ci ascoltava sulle ristrutturazioni, avevo proposto di mettere il GPL e il metano a nostre spese e avremmo lasciato gli impianti quando ce ne fossimo andati, ma loro non hanno voluto. Abbiamo installato questo lavaggio perché era su un’altra parte di terreno e non gravava sulla loro proprietà. Allora avevamo un TK2 HydroTouch sempre di Autoequip e ci siamo trovati bene ed è per questo che ho deciso di ricomprare un Autoequip, un doppio portale Twinner che mi sembra perfetto anche se montato solo da un mese. Da ex idraulico ed elettricista me la cavo bene con le manutenzioni, faccio quasi tutto da solo ed è anche per questo che ho scelto ancora Autoequip, conoscendola so dove andare a ‘mettere le mani’. Poi anche la loro concessiona-





ria di zona CS Promotion ci garantisce un’ottima assistenza anche telefonica, quindi con qualche aiuto riesco a rimanere sempre attivo senza fermarmi. Il doppio portale l’ho voluto per ‘amore’ delle auto che lavo: è un po’ più lento dei portali normali, ma quello che conta per me è la qualità, lo avrete forse già capito anche da come ho strutturato la parte carburanti. Usiamo prodotti chimici di alta qualità perché vogliamo la soddisfazione dei nostri clienti: un lavaggio veloce può anche essere fatto in modo efficace, ma se poi devi fermarti con lo straccio a ripassare tutta l’auto allora non va bene. Comunque offriamo anche il servito: le ragazze lavano con l’impianto e rifiniscono fuori e dentro manualmente. Rispetto al portale precedente, ho riscontrato una maggior capacità di raggiungere le parti nascoste delle vetture, quelle che dovevamo pretrattare o rifinire a mano: invece con il Twinner arriviamo nei punti nascosti senza passarla prima. Per le ruote abbiamo sia il Discover ad alta pressione che la spazzola, doppio trattamento per essere sicuri che il risultato sia perfetto. Prima avevo una spazzola con l’alta pressione all’interno, ma i cerchi non venivano ben puliti, adesso invece sono perfetti. Poi l’impianto è dotato di alta pressione iniziale perché la polvere che si trova sull’auto, se non viene tutta rimossa prima, c’è il rischio che vada ad abradere la vernice con i rulli. Invece con un doppio portale c’è un arco dedicato che prima passa l’emolliente e poi l’alta pressione che toglie tutta la polvere e la terra; nulla di nuovo, ma io la ritengo una cosa indispensabile. Di notte l’impianto è tutto illuminato e fa un gran bell’effetto e probabilmente anche per quello, in un solo mese abbiamo già notato un incremento dei clienti e quelli ‘vecchi’ sono tutti soddisfatti. Non abbiamo ancora fatto pubblicità perché il nostro fiore all’occhiello è la qualità e prima volevamo verificarne bene il funzionamento. Per reclamizzare il lavaggio facevamo pubblicità nelle sale cinematografiche della zona di Perugia che dista 40 km ma in 25 minuti ci si arriva; adesso però i cinema sono chiusi e allora abbiamo pensato a una pagina Facebook.












Le piste sono una Autoequip e una Mix nuova. Hanno programmi diversi: prelavaggio con acqua calda in bassa pressione e la schiuma attiva la Mix, acqua fredda con alta pressione l’altra, così accontentiamo tutti. La pista Autoequip lavora di più perché i clienti sono più abituati, ma credo sarà solo questione di tempo perché apprezzino anche la Mix. La tecnologia di entrambe è sempre di qualità elevata, io che faccio l’idraulico questi particolari li so apprezzare. Sempre per migliorare il servizio abbiamo attivato, tramite la centrale operativa di Degama Autoequip, una app sul telefono che ci permette di interagire da remoto con il lavaggio, sbloccarlo e ripristinarlo. Per esperienza passata ho notato che, soprattutto nei giorni festivi, a volte i clienti restano sotto il lavaggio o perché mettono male la vettura o perché c’è un problema nell’impianto, così invece possiamo sbloccarlo e io non perdo tempo e il cliente non perde i soldi”.
La parola a Degama Autoequip
Interviene Tiziano Torroni della CS Promotion: “La nostra sede è a Bastia Umbra, sempre in provincia di Perugia, e siamo concessionari Degama Autoequip da sei mesi, ma nel settore della pulizia da molti anni, dal 1988 per la precisione. Siamo un’azienda di vendita, assistenza e noleggio di macchine per la pulizia industriale e poi abbiamo una linea che curo io per gli autolavaggi. Siamo organizzati con otto veicoli di assistenza, dei quali due dedicati all’autolavaggio con tecnici competenti sempre pronti a intervenire. La nostra area principale è l’Italia Centrale, ma per alcuni prodotti abbiamo zone più ampie che vanno dalla Toscana alla Puglia, mentre per la linea industriale curiamo l’assistenza a Coop, Conad ed Eurospin nel Centro Italia”. A presentare il Degama Autoequip Twinner è invece addirittura Carlo Gavotto, AD di Mix e socio di Degama: “Questo doppio portale, tutto di acciaio inox, è maggiorato come larghezza perché ha un passaggio di oltre 2,60 m, perché le auto sono sempre più larghe, e poi lava comodamente fino a un’altezza di 2,5 m. Riusciamo comunque a pulire bene anche i cerchi delle vetture più piccole grazie al sistema dei due lava ruote già citati: Discover in alta pressione che eroga anche il prodotto chimico e quello a spazzola. Ci sono due carri che si muovono seguendo l’auto, uno con le spazzole e uno con le alte pressioni, ed è quasi un touchless perché ci sono tutti gli emollienti. Questo Twinner è un investimento importante, ci sono anche i guida ruote di ultima generazione illuminati con led e un’unica pompa da 18 kW e 80 bar con una portata di 180 litri per l’orizzontale e il laterale superiore con gli ugelli rotanti. Ma Twinner è anche una macchina molto evoluta, che ha permesso di accedere agli incentivi di “Industria 4.0” e dispone di tutte le dotazioni di sicurezza richieste dalla normativa UNI 11.485 grazie alla app e alla se-

gregazione. Tutto questo permette di intervenire in remoto anche per le modifiche al software o se si ha l’esigenza di un programma diverso, come è successo proprio su questa macchina: ci hanno fatto la richiesta il lunedì mattina e nel pomeriggio era implementata. Questo ci permette di vendere certe macchine a qualunque distanza dalla nostra sede perché l’elettronica è gestibile totalmente da remoto”.
Attenzione anche ai carburanti
La stessa attenzione al dettaglio e alla qualità dell’autolavaggio, Mirko Sonnati la riserva anche ai carburanti: “Le pompe sono Mid 18 della Maser Tatzuno e, oltre a tutti i tipi di carburanti per autotrazione, offriamo anche Gpl in bombole, pellet e AdBlue. Siamo molto attenti alla qualità del gpl e usiamo solo propano puro, non miscela. C’era un distributore di un altro marchio, aperto da più di trent’anni qui vicino, a un anno dalla nostra apertura lo hanno chiuso perché gli abbiamo portato via tutti i clienti. Il propano rende l’auto più brillante, non sporca anche se rende un po’ meno: su un pieno si faranno 10 Km in meno. Stessa attenzione anche per il gasolio: oltre ad aver messo dei filtri giganteschi, alti quasi un metro con un filtro da 25 micron più selettivo di quello delle auto che lo useranno, abbiamo lasciato un deposito sul pescaggio, invece che di sette cm come fanno tutti, di 20 cm così tutte le morchie restano sotto. Inoltre abbiamo anche i separatori d’acqua che periodicamente pulisco perché la componente bio, obbligatoria, del gasolio la genera: con i filtri togliamo acqua e sporcizia, siamo pochissimi a farlo e ne andiamo fieri. Su tutte le nostre pubblicità dico che ho i filtri per il gasolio e poi insisto che, grazie a Degama Autoequip, abbiamo il Pos sul self del lavaggio, un’altra opportunità che sta prendendo sempre più piede, anche per il cashback. Siamo molto attenti alla qualità di tutto, sia del lavaggio sia dei prodotti che vendiamo. Il paese è piccolo, ci sono otto distributori, non ci interessa guadagnare l’euro in più, ma che il cliente parli bene di noi”.
Massimo Cicalini
IL “CHI È” DI DEGAMA AUTOEQUIP TWINNER
Funzionalità e design. Twinner è stato studiato in modo da sfruttare al massimo le potenzialità operative proprie di un doppio portale di lavaggio. Lava cerchi e passaruota Discover. Esclusivo progetto brevettato, esegue il lavaggio delle ruote in alta pressione senza utilizzo delle spazzole tradizionali. Alta pressione laterale oscillante motorizzata. La sua oscillazione (movimento alto basso) garantisce la pulizia e la copertura di tutta la superficie laterale medio alta della vettura. Alta pressione contour Power HP. La bocchetta si inclina per eseguire un’azione più diretta sulla superficie; gli ugelli Power HP garantiscono qualità lavante e manutenzione. Giugiaro Design. Giugiaro Design firma Twinner GD creando una nuova affinità estetica tra due microcosmi che appartengono allo stesso universo. Il suo design coniuga semplicità e cura del dettaglio a un’estetica sempre attuale e accattivante. Versione Silverled 100% acciaio inox. Questo modello unisce a tutti i componenti interni della versione GD i rivestimenti esterni in acciaio inox. Dalle due porte frontali sono stati disegnati tagli trasversali dove trovano alloggio strisce di led che creano effetti di luce molto suggestivi. Inclinazione spazzole verticali. La perfetta adattabilità delle spazzole verticali ai profili laterali del veicolo è garantita dal dispositivo di inclinazione delle spazzole fino a 20° e alle schede dedicate di assorbimento della corrente. Inclinazione trave spazzole verticali. Optional di ultima generazione per adattarsi alle nuove forme dei veicoli; l’inclinazione della trave consente di inclinare le spazzole nella parte posteriore del veicolo per raggiungere le zone più difficili da lavare.
Inclinazione elettrica della bocchetta Contour.
Inclinazione variabile in funzione del profilo del veicolo. Gestione intelligente dei due portali. Cicli combinati per una maggiore velocità; la chiave di tutto è rappresentata dalla gestione individuale dei due portali che permette azioni specifiche combinate, consentendo risultati di prim’ordine guadagnando sul tempo totale di lavaggio. Versione HydroTouch. Garantisce un’elevata qualità di lavaggio grazie all’innovativo sistema combinato di alta pressione totale posizionato sul primo portale che opera in abbinamento alle tre spazzole di cui è dotato il secondo portale. Alta pressione perimetrale. Una coppia di bracci traslanti (brevetto Autoequip) seguono l’intero perimetro del veicolo a una distanza costante. Carelli con traslazione a traino diretto. Gestione tramite inverter, sensori di sicurezza e controllo indipendenti su singola spazzola per una migliore funzionalità della doppia spazzolata sul fronte e retro del veicolo; la trave è realizzata in acciaio inox. Due porte, frontali e laterali. Massima ispezionabilità e praticità nella manutenzione. Grande disponibilità di prodotti chimici. Fino a sette taniche di prodotto realizzate con stampo apposito consentono la pulizia e il riempimento senza estrarle dalla loro sede. Traini portale. Semplici, pratici e resistenti nel tempo per la minima manutenzione possibile. Trave di acciaio inox. Con accessibilità alla componentistica a 360° permettono una manutenzione facilitata. Possibilità di doppia passata di spazzolata con le spazzole verticali sul fronte e retro. Gestione aderenza/ pressione delle spazzole tramite scheda elettronica dedicata. Sensori di sicurezza e controllo indipendenti per singola spazzola per il lavaggio dei veicoli con gancio traino e funzionalità sul lato anteriore e posteriore. Arco shampoo schiumogeno con applicazione del prodotto chimico tramite pompa dosatrice pneumatica. Arco cera. Controllo elettronico tramite PLC ethernet. Fotocellule per la gestione di rilevamento del veicolo. Pannello Operatore inserito nella porta del quadro elettrico del portale, per la lettura del conta lavaggi (totale e i sub-totali di ogni singolo programma fino a 10 cifre), impostazione personalizzata di ogni programma di lavaggio (max 10), visualizzazione alfanumerica della stato di funzionamento dell’impianto di lavaggio (diagnostica di base), gestione comandi manuali dei gruppi funzionali, per manutenzione, regolazioni e analisi di funzionalità, scarico manuale dell’acqua per operazioni di manutenzione e/o prevenzione anti-gelo. Pulsantiera comando manuale con funzioni stop emergenza, stop operativo e ripristino.
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ALLA CONQUISTA DEL MERCATO CINESE
La nuova filiale Istobal servirà l’intero mercato cinese, anche con una fabbrica situata a 80 km da Shanghai e 10 mila mq dedicati all’assemblaggio finale degli impianti.
Istobal rafforza il suo piano di espansione internazionale e apre una filiale in Cina, nella contea di Jiashan nella provincia di Zhejiang, con uno stabilimento di produzione per l’assemblaggio finale di impianti di lavaggio nel “China Guigu Science Park”; inoltre, la filiale dispone di uffici commerciali a Shanghai (Hongqiao). Con questa operazione, il Gruppo Istobal vanta oggi dieci filiali in tutto il mondo situate in Spagna, Portogallo, Italia, Regno Unito, Austria, Danimarca, Svezia, Stati Uniti, Brasile e Cina. Al suo principale stabilimento di produzione in Spagna, e ai due stabilimenti di montaggio e assemblaggio finale negli Stati Uniti e in Brasile, si aggiunge adesso il nuovo insediamento in Cina di 10 mila mq di superficie, situato a 80 chilometri da Shanghai.
Un rapporto commerciale diretto
Istobal si insedia così nel mercato cinese nell’anno in cui avvia le sue esportazioni verso questo Paese, con l’obiettivo di instaurare un rapporto commerciale più diretto con i suoi clienti e di potenziare la propria crescita. La Cina è un mercato che registra una crescente domanda di impianti di lavaggio tecnologici per il settore automobilistico e ha un ruolo chiave nel piano strategico di crescita del gruppo spagnolo. L’azienda prevede quest’anno di incrementare del 50% il proprio fatturato in Cina rispetto all’anno passato. Come ha sottolineato Rafael Tomas, CEO di Istobal, la Cina rappresenta una delle aree con maggiore potenziale di crescita per il Gruppo, insieme a Stati Uniti, Italia e Polonia: “Attualmente, la Cina ha 1,4 miliardi di abitanti, 270 milioni di automobili e il settore dell’autolavaggio è relativamente nuovo. La domanda ha iniziato a crescere negli ultimi 3-5 anni. Ormai questo mercato chiede impianti con maggiore tecnologia e affidabilità. In questo senso, Istobal si presenta come fornitore di soluzioni innovative a 360° per il settore del lavaggio e della cura degli autoveicoli in Cina”.
Prima la Cina poi l’Asia e Pacifico
La filiale cinese del costruttore spagnolo si propone di fornire impianti di lavaggio all’intero territorio cinese e, successivamente, ad altri Paesi dell’area Asia e Pacifico per il settore delle stazioni di servizio e delle aree di lavaggio private, ma anche per concessionari, autofficine, compagnie di trasporto, aziende di autonoleggio, di trasporto pubblico e altri enti che gestiscano flotte di veicoli. La filiale dispone di vari distributori e punta a coprire le principali province del Paese tramite contratti di distribuzione o con servizio diretto. Tra le principali soluzioni di lavaggio proposte al mercato cinese, ovviamente i portali e i tunnel automatici e poi le macchine per il lavaggio dei veicoli industriali. La nuova filiale cinese, Istobal Vehicle Wash & Care (Zhejiang) Co. Ltd, è stata costituita come WFOE (Wholly Foreign-Owned Enterprise), in base a un

progetto “greenfield” guidato da Nacho Verdés, Direttore di Espansione di Istobal: “È un progetto entusiasmante, sia per la sua grandezza, sia per le aspettative e le sfide che crea a livello logistico, manifatturiero e commerciale”. A dirigere la nuova azienda è stato designato come CEO Chun Pan, che vanta una lunga esperienza nella direzione di imprese internazionali, consulenza, strategia corporativa, commercio internazionale e catena logistica. Nell’ambito della sua espansione in Cina, nel corso del 2020, il Gruppo spagnolo ha anche sottoscritto un accordo di collaborazione con la compagnia petrolifera Sinopec, una delle principali del Paese, grazie al quale ha potuto installare 60 impianti di lavaggio nella sua rete di stazioni di servizio. La collaborazione si estenderà nel 2021 con la previsione di installare oltre 30 ulteriori impianti, tra portali e tunnel di lavaggio automatici. Ma non c’è solo la Cina: lo scorso mese di dicembre il Gruppo spagnolo ha acquistato il proprio distributore in California, Pacific Pride Carwash, per rafforzare la propria presenza in Nord America e aprire nuove nicchie di mercato.
Paola Sala


CASHBACK E COMUNICAZIONI ALL’ADM LE SOLUZIONI VIAGGIANO IN RETE
Corrispettivi carburanti e registro di carico e scarico telematico? Furbetti del Cashback sui self carburanti? Con Emme Informatica c’è una risposta efficace a entrambe le problematiche.
“Anno nuovo vita nuova”, mai è stato più veritiero questo proverbio per il mondo oil. Infatti, come se non bastasse la pandemia, con l’inizio dell’anno ci sono una serie di novità che stanno creando qualche problema ai gestori delle aree di servizio carburanti. Corrispettivi carburanti e registro di carico e scarico telematico da un lato, “furbetti” del Cashback sui self carburanti dall’altro, stressano i gestori, ma per entrambi i problemi la software house padovana Emme Informatica (www. emmeinformatica.eu) ha pronta la soluzione: ne parliamo con la sua amministratrice Maddalena Tanca.
Soluzioni semplici e fruibili
Il primo gennaio del 2021 è la medesima data di avvio per due importanti scadenze fiscali che rivoluzionano profondamente il modo di operare dei gestori delle aree di servizio – spiega Maddalena Tanca –. Con l’inizio dell’anno è infatti scattato l’obbligo di inviare all’ADM (l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) i corrispettivi carburanti in formato telematico anche per l’ultimo scaglione di impianti previsto dalla normativa vigente. Si tratta delle stazioni di servizio che nel 2018 hanno erogato meno di 1,5 milioni di litri e di coloro che sono diventati gestori dopo il 2018. Dalla stessa data è scattato inoltre l’obbligo per gli impianti non presidiati di passare dal registro cartaceo di carico e scarico a quello telematico, una volta superato il periodo di test di tre mesi concesso dalle unità dogali territoriali. Nonostante le campagne informative delle associazioni di categoria, la normativa si presenta ancora ostica per i gestori, soprattutto in merito al registro di carico e scarico. Regna grande fermento e confusione su come ottemperare a questi adempimenti fiscali, nonostante i chiarimenti operativi contenuti nella circolare dell’ADM n. 48/2020 del 15 dicembre 2020. Problematiche complesse che richiedono soluzioni semplici e fruibili, e noi di Emme informatica, grazie alle nostre competenze nel settore carburanti, abbiamo sviluppato il portale Telematico.online* (www.telematico.online) in partnership tecnologica con Wayne Fueling System Italia del gruppo Dover. Si tratta di uno strumento facile, immediato, flessibile, un concreto aiuto a retisti e gestori per l’invio dei corrispettivi e dei registri di carico e scarico telematici. Il portale non si limita all’invio dei dati, ma attua anche la conservazione degli stessi, firmandoli digitalmente

Maddalena Tanca
Emme Informatica su delega degli utenti. La soluzione cloud offerta da Emme Informatica e Wayne è un vero e proprio mezzo di comunicazione tra esercenti e Dogana grazie all’attività di intermediazione messa in atto”. Cosa differenzia la soluzione di Emme Informatica dalle altre presenti nel mercato? “Innanzitutto l’attività di intermediazione e di firma digitale di Emme Informatica per conto dell’utente – precisa Maddalena Tanca –. In secondo luogo la trasversalità: Telema-
tico.online infatti concentra i dati di vendita, di carico e scarico, le giacenze e le letture, prelevabili da tutti i sistemi gestionali esistenti attualmente sul mercato, inviandoli all’Agenzia delle Dogane senza la necessità di installare hardware aggiuntivi alle attrezzature delle stazioni, con un notevole risparmio per gli esercenti. Poi la versatilità, infatti Telematico.online consente anche la realizzazione di statistiche e analisi di vendita, per poter essere sempre competitivi in un mercato che non perdona possibili errori di valutazione economica. Infine, in un momento di grande difficoltà economica per il Paese, si è fatta una scelta etica a sostegno della filiera della distribuzione carburanti, mantenendo per questo servizio dei prezzi molto bassi, nonostante l’elevata efficienza dello stesso e gli elevati costi sostenuti per lo sviluppo”.

Stop ai “furbetti” del Cashback Cambiamo argomento è affrontiamo un altro problema molto sentito dai gestori delle aree della distribuzione carburanti. Infatti, con il lancio del Cashback, iniziativa governativa per incentivare l’uso di carte elettroniche per i pagamenti, si è assistito a un crescente numero di “furbetti” che frazionano ripetutamente singole operazioni di rifornimento, per importi irrisori, così da raggiungere il maggior numero possibile di transazioni e aggiudicarsi il premio finale “Supercashback”. Ovviamente tutto ciò comporta per il gestore una perdita economica: il numero elevato di transazioni richiede un altrettanto elevato numero di ricevute, che obbliga al frequente ricambio dei costosi rotoli di carta dei pos, l’esaurimento dei quali rende impossibile il rilascio della ricevuta e potrebbe portare al blocco dell’intero distributore. Ma i danni non sono solo questi, infatti un numero elevato di transazioni, ben superiore a quanto previsto dalla concessione del pos, impone il pagamento di commissioni agli istituti che gestiscono il servizio. Ma per ovviare a tutto questo Emme Informatica ha subito predisposto una contromisura. “La soluzione informatica ai problemi segnalati dai gestori è il software proprietario M-Alert* – spiega Maddalena Tanca –. Si tratta di un valido strumento di controllo remoto del piazzale, utile a ovviare anche a questa incresciosa situazione. Attraverso questo software, il gestore riceve in tempo reale allarmi via mail e/o WhatsApp che gli permettono di intervenire tempestivamente per il cambio del rotolino di carta prima che sia esaurito, evitando il conseguente blocco dei terminali e scongiurando così la perdita di incassi. Gli allarmi inviati da M-Alert non si limitano però alla sola carta in esaurimento, ma riguardano anche tutti gli eventi che potrebbero verificarsi quotidianamente nelle stazioni di servizio impendendone il corretto funzionamento, dai più comuni a quelli meno frequenti e prevedibili. Senza dimenticare che l’allarme generico di ‘inattività impianto’ riunisce tutti gli eventi che non siano rilevabili dai sistemi informatici, per esempio atti di vandalismo o azioni che impediscano l’autodiagnosi ai sistemi. Perché la mission di Emme Informatica è da sempre quella di garantire la serenità di retisti e gestori, grazie al controllo remoto degli impianti tramite software all’avanguardia e alla portata di tutti”.
Telematico.OnLine
Corrispettivi telematici, senza pensieri.

Nicola Polidoro


Gestione Allarmi
PIÙ INTEGRAZIONE E AUTOMAZIONE PIÙ EFFICIENZA E REDDITIVITÀ
Fortech ha sviluppato un sistema di integrazione che consente di risparmiare tempo, rendere più facili e intuitive le operazioni, ridurre l’errore umano e ottimizzare gli investimenti.
Negli ultimi anni l’organizzazione delle attività vitali per un’area di servizio è diventata sempre più complessa e articolata. Sono diversi i fattori che hanno portato a questo cambiamento, su cui pesano anche gli effetti dell’ultimo anno, caratterizzato da lockdown ed emergenze sanitarie. Se da un lato un importante elemento di accelerazione del cambiamento è senza dubbio stato il susseguirsi di normative che hanno imposto la digitalizzazione di alcune operazioni (dalla fatturazione elettronica al registro di carico e scarico, passando per i corrispettivi telematici), dall’altro si sono aperte opportunità di marketing e fidelizzazione che hanno trasformato l’esperienza che un cliente può fare sul piazzale.
Area di servizio integrata
Rispondere in modo rapido ed efficiente a questo aumento di complessità è stato uno degli obiettivi di Fortech nella progettazione di tutte le sue soluzioni. Forte del suo DNA tecnologico e della sua conoscenza delle esigenze dei clienti, Fortech ha puntato sulla creazione di un sistema di integrazione che consente di far risparmiare tempo, rendere più facili e intuitive le operazioni complesse, ridurre l’errore umano grazie all’automazione di molti dei processi e, non ultimo, ottimizzare gli investimenti. Cerchiamo quindi di capire nel dettaglio come funziona l’integrazione tra strumenti e servizi e come si ottengono questi vantaggi. Il cuore della stazione di servizio integrata è senza dubbio la data collection. Un sistema che funziona sui gestionali Fortech ma anche su quelli




degli altri player di mercato (Gilbarco, Wayne, Tokheim). La raccolta organizzata dei dati permette di poter fare analisi dettagliate sull’andamento della stazione di servizio (flussi di vendita, dettagli degli incassi, livello dei serbatoi ecc.) e mettere quindi in campo operazioni di “business intelligence”. Gestione e analisi diventano quindi molto più solide e allo stesso tempo semplici, anche grazie al fatto che le operazioni si possono svolgere da remoto, accedendo da qualsiasi device (smartphone, tablet, pc). Alle prestazioni del sistema si aggiunge quindi la comodità di avere sempre a portata di mano, anche sul proprio cellulare, la cabina di controllo del proprio punto vendita. Una piattaforma in cloud che accorcia enormemente le distanze tra azione e risultato. I dati acquisiti in modo automatizzato tramite il sistema di data collection sono centrali anche per l’invio telematico dei corrispettivi. L’adempimento, oggi obbligatorio per tutte le stazioni di servizio, è reso veramente facile e veloce dal fatto che i dati utili all’invio non debbano essere inseriti a mano (con conseguenti perdita di tempo e rischio di errore) ma vengano recuperati in modo automatico dal sistema stesso. Bastano quattro rapide operazioni per inviare i corrispettivi a norma di legge. Una volta selezionato il mese di competenza, l’operatore deve semplicemente verificare che i corrispettivi oil compilati in modo automatico siano corretti, effettuare eventuali modifiche, salvare, confermare e inviare. È facile quindi capire come, grazie alle soluzioni avanzate di integrazione, ogni elemento della stazione di servizio comunichi in modo automatizzato con gli altri. Una caratteristica ancora più rilevante nel caso di impianti non presidiati. Nel caso degli impianti ghost, per esempio, anche la gestione del Registro telematico di carico e scarico è perfettamente integrata ai serbatoi. Questo significa che è possibile verificare le giacenze dei serbatoi in un click, monitorare velocemente cali ed esuberi, stampare ed esportare il registro (con i dati delle letture libri caricati in modo automatico).
fattura1click
Il sistema integrato Fortech vede tra i propri servizi anche fattura1click, la soluzione più “smart” per l’invio e la ricezione delle fatture elettroniche. Già ampiamente conosciuta da professionisti del settore e clienti finali, fattura1click ha rilasciato nel gennaio 2021 nuove funzionalità che la rendono ancora più utile. Infatti sono ora disponibili le nuove tipologie di documento (TD), le nuove ritenute (RT) e i nuovi codici natura (N). Le fatture Fine Mese di Fattura1click vengono generate automaticamente con tipologia documento TD24 e infine, per ogni diverso cliente, è possibile salvare i dati di un “riferimento amministrazione” aziendale, riferimenti che saranno poi utilizzati in tutte le fatture future emesse per quello specifico cliente. È chiaro dunque come questi nuovi strumenti integrati siano necessari per svolgere al meglio le operazioni in una stazione di servizio che voglia investire sul proprio business e quindi sul proprio futuro e al contempo essere in linea, in modo semplice e automatizzato, anche con le direttive delle normative vigenti.
Paola Sala

LA SANIFICAZIONE È UNA COSA SERIA
Fra-Ber con Deotex Sany e Biocyd Sany ha sviluppato due disinfettanti multiuso che eliminano virus, batteri, lieviti e funghi. Un modo efficace per combattere il Covid-19, infatti entrambi i prodotti sono specificatamente testati contro i Coronavirus e, in particolare, Deotex Sany anche contro il batterio della Legionella.
Pulire, igienizzare, disinfettare, tre azioni intelligenti per tornare a vivere la nostra quotidianità, non soltanto adesso, ma anche quando la pandemia e l’emergenza da Covid-19 sarà terminata, così da tenere lontani i fantasmi di quello che speriamo presto diventi solo un brutto ricordo. La scuola, le attività lavorative che non si sono fermate, oltre alla voglia di riprendersi la propria vita, hanno fatto impennare i numeri del contagio e quindi imposto un atteggiamento responsabile. Ma distanziamento e mascherine, quindi i comportamenti delle persone, possono non essere sufficienti se non si garantisce la massima igiene e pulizia degli ambienti. Proprio per rispondere alle tante necessità imposte da questo difficile momento, ma anche per essere certi di poter conservare dei comportamenti virtuosi in futuro, quindi per avere la certezza di vivere in un ambiente pulito, igienizzato e sicuro, Fra-Ber ha realizzato, tra gli altri, due prodotti ideali per essere utilizzati in varie situazioni e, su tutte, per sanificare locali pubblici e gli abitacoli dei veicoli, dalle auto pubbliche e private ai bus.

Fra-Ber Deotex Sany 400 e 250 ml Deotex Sany by Fra-Ber
Questo disinfettante multiuso, realizzato nei laboratori di Ricerca e Sviluppo dell’azienda bergamasca, è stato sviluppato per eliminare batteri, lieviti e funghi ma anche, fra i pochi presenti oggi sul mercato, i virus. Grazie alle sue caratteristiche assolutamente peculiari, il nuovo Deotex Sany (riconosciuto PMC, Presidio Medico Chirurgico, con registrazione del Ministero della Salute N. 20611) è in grado di disinfettare tutte le




parti trattate ed è stato specificamente validato contro i Coronavirus e il batterio della Legionella. Il prodotto è testato secondo le norme EN 1276 (battericida), EN 1650 (fungicida), EN 13697 (battericida e fungicida di superficie), EN14476 (virucida specifico Coronavirus), EN 16777 (virucida di superficie), EN 1276 (Legionella Pneumofila). Deotex Sany è un alleato potente e sicuro per tutti gli operatori (anche istituzionali e professionali) che nei luoghi di lavoro, oppure per il proprio veicolo o la propria casa, vogliono garantire, non soltanto una semplice igiene, ma salire a un livello superiore operando una vera disinfezione dell’ambiente e delle superfici. Modo d’uso: il prodotto va erogato su di una superficie pulita da una distanza di circa 20 cm lasciandolo agire per tempi diversi in base alle varie necessità. La confezione da 250 ml è dotata di valvola “one-shot” che, se necessario, permette – bloccandola – l’erogazione del prodotto sino a svuotamento totale del flacone. Nel corso di questa operazione – con la bomboletta posizionata verticalmente e l’area da trattare con porte e finestre chiuse – si raccomanda di non sostare nell’ambiente che si sta disinfettando mentre, al termine dell’operazione, sarà necessario areare lo spazio per non meno di cinque minuti prima di tornare a occuparlo. Deotex Sany è disponibile in due diverse confezioni, in bombolette da 400 ml e 250 ml con valvola “one-shot” al prezzo, rispettivamente, di 6,99 euro e 9,53 euro, Iva inclusa. Il packaging prevede confezioni rispettivamente da 24 e 12 pezzi.

Biocyd Sany by Fra-Ber
Questo pulitore disinfettante è capace di eliminare virus con involucro e batteri da qualsiasi superficie di veicoli (funzionando anche come ottimo lucidante) case e luoghi pubblici grazie alla sua formula “green VOC free” specificamente testata contro i Coronavirus e approvata dal Ministero della Salute (prodotto biocida pt2/pt4 con autorizzazione in deroga ex art. 55.1 bpr). Nonostante i vari livelli di lockdown e le tante restrizioni, infatti, si trascorrono molte ore in ambienti comuni – come uffici o scuole, all’interno del proprio veicolo o su mezzi di trasporto pubblici – per poi rientrare nelle proprie abitazioni e, proprio per questo, è importante, per sé stessi e per gli altri, mantenere alta la guardia. Per le migliori condizioni di pulizia e igiene, Fra-Ber ha pertanto sviluppato Biocyd Sany per la pulizia di tutte le superfici capace di rendere più semplice la soluzione dei problemi con i quali tutti ci dobbiamo confrontare poiché deterge, disinfetta e profuma delicatamente le superfici di qualsiasi veicolo, ufficio, casa e palestra lasciandole brillanti e pulite. A base di tensioattivi di origine vegetale, Biocyd Sany non contiene composti organici volatili (VOC free) ed è pertanto adatto anche all’uso con sistemi a estrazione, “Maxx Cleaning Gun” e bagni di vapore. Il prodotto “intrappola” disinfettando le sostanze responsabili dei cattivi odori ed elimina virus, germi e batteri; è profumato e rigorosamente “made in Italy”, sinonimo di qualità e innovazione. Il prodotto è offerto in due diverse confezioni: in quella da 750 ml (prezzo di 7,00 euro, Iva inclusa) è già diluito e pronto all’uso. La tanica da 5 litri, invece, prevede due diverse modalità d’impiego: per l’igiene quotidiana si devono diluire 333 ml di Biocyd Sany in un litro d’acqua (rapporto 1:3) per poi spruzzare il prodotto sulla superficie da trattare lasciandolo agire cinque minuti prima di ripassare con un panno. Se invece si vuole ottenere una azione disinfettante assolutamente profonda, si deve usare Biocyd Sany puro sulla superficie pulita lasciandolo agire per 15 minuti prima di ripassare il tutto con un panno. Le superfici che vengono normalmente a contatto con gli alimenti dovranno essere risciacquate abbondantemente prima di un nuovo utilizzo. Si consiglia di testare su una piccola area prima di utilizzare il prodotto su superfici nuove o delicate.

Federico dei Roggero

Fra-Ber Biocyd Sany flacone 750 ml Fra-Ber Biocyd Sany tanica 5 l
LA “TEMPESTA PERFETTA” DELL’AUTOMAZIONE
Da oltre 30 anni, Maser Italia soddisfa le richieste del mercato guidando l’innovazione nel settore: dall’automazione della stazione di servizio alla gestione del non oil, dal deposito di carburante alla flotta di autocisterne. Ne parliamo con il suo AD Giorgio Ciocci.
“In questo momento stiamo vivendo una ‘tempesta perfetta’ perché abbiamo sviluppato una serie di sistemi che rispondono integralmente alla grande evoluzione che il mercato delle aree di servizio sta vivendo”. Non poteva essere più chiaro Giorgio Ciocci, Amministratore delegato di Maser Italia Srl e prosegue: “Sono tanti gli esempi che potrei fare, dai sistemi di riconoscimento veicolare basato sulle targhe, a sistemi con antenne e ricevitori a quelli di gestione degli erogatori, tecnologie intelligenti che si possono applicare anche agli autolavaggi. Come ti riconosco dalla targa quando fai rifornimento lo stesso può avvenire per il lavaggio. Questo trend si va a sposare con la nostra capacità, insieme alla Tatsuno (produttore di pompe carburanti giapponese distribuito in Italia da Maser, ndr), di fornire erogatori di carburante tradizionali, per gpl, metano, così come erogatori combinati per tutti i prodotti, fino all’erogatore che consente di rifornire l’idrogeno, così quando ci sarà domanda anche di questo carburante noi saremo pronti. Inoltre siamo oggi in grado di interfacciare la nostra Automazione anche con le colonnine per le ricariche elettriche. Questo crea un unicum tra un sistema completamente interconnesso di gestione dei dati con grandi potenzialità per il retista, piuttosto che per la municipalizzata e anche per più depositi attraverso la loro centralizzazione. Possiamo gestire un mix di prodotti con un’attenzione particolare all’evoluzione della mobilità ecocompatibile, perché è verosimile che su questo fronte saranno fatti molti investimenti da parte della Comunità Europea. Senza dimenticare che parlando di retisti, municipalizzate o flotte, in ogni caso di aziende che hanno una propria ragione sociale, anche loro possono usufruire con il nostro supporto degli incentivi sulla Innovazione Tecnologica ‘Industria 4.0’. Strategicamente la nostra azienda ha un commitment forte nel garantire la consulenza per accedere a queste facilitazioni, non è il nostro core-business, ma diventa un contributo in più per aiutare i clienti sotto l’aspetto delle normative, ai fini della fiscalità e di interazione con il sistema bancario. Con quest’ultimo in particolare, l’obiettivo è sia allargare il portafoglio delle carte gestibili sul punto vendita, sia creare delle sinergie con chi è in grado di accorciare la catena di gestione del transato mediante sistemi elettronici di pagamento, per ridurre le commissioni da pagare. Come Maser Italia, al di là dell’interesse a creare occupazione e vendere i nostri prodotti, oltre a illustrare le nostre filosofie di sviluppo futuro, siamo sempre al fianco dei nostri clienti nell’aggiornarli su tutto. Il nostro cliente deve avere solo il problema di comprare il prodotto al prezzo più basso possibile e a tutto il resto pensiamo noi perché abbiamo una visione a 360 gradi, siamo più propositivi nel suggerire soluzioni che non un retista che è alle prese con la gestione quotidiana. Per noi è più facile indirizzarli su quelle strade che secondo noi gli permettono di migliorarsi la vita e incrementare il business. Con i margini ristretti che ci sono questo significa sopravvivere: oggi per vedere un numero nero in fondo alla colonna bisogna esser bravi”.
Ricerca & Sviluppo
“Nel 2012 in Maser Italia è subentrata una nuova compagine azionaria – prosegue Ciocci –, che ha creduto in questo prodotto e negli sviluppi che potevano esserci nel mercato della di-

Giorgio Ciocci, Amministratore delegato di Maser Italia Srl

Terminale MAC 4.0 monofacciale Terminale MAC 4.0 bifacciale Vista frontale MAC 4.0
stribuzione dei carburanti che si stava rimettendo in movimento con una domanda tecnologicamente sempre più evoluta. Una tendenza che lo ha un po’ “rimappato” e ha creato diverse opportunità. Così la nuova proprietà ha puntato fermamente sull’attività di ricerca e sviluppo, nello sviluppo dei prodotti e quindi ha accolto le istanze di evoluzione che venivano da un mondo che nel frattempo si era un po’ trasformato, era diventato un mondo di retisti ed erano quasi spariti i ‘mono decreti’. Tutte situazioni in cui le nuove tecnologie dovevano dare delle risposte, soprattutto su strutture automatizzate dove c’è una proprietà che prende delle decisioni. Quindi una risposta a una nuova realtà di mercato che è passata attraverso un convinto potenziamento delle attività di ricerca e sviluppo, investendo delle cifre importanti con un’incidenza sul fatturato molto impegnativa: circa il 15%”.
L’importanza del servizio
“Quasi contemporaneamente è stato rafforzato il rapporto con Tatsuno – racconta Ciocci –, via via il prodotto è sempre più conosciuto e chi lo prova non lo abbandona, nonostante ci sia una certa differenza di prezzo rispetto ad altri. Tatsuno costa qualcosa in più perché utilizza a bordo dei propri erogatori una tecnologia di aspirazione a ingranaggi e non a palette, quindi più affidabile e robusta, ma costruttivamente più costosa. Oggi la quota di mercato di Tatsuno è in crescita continua in Italia e c’è una forte fidelizzazione dei clienti, complici anche gli incentivi governativi legati a ‘Industria 4.0’. I nostri prodotti sono tutti certificati all’origine 4.0 dagli enti preposti e assistiamo i clienti anche nel redigere le relazioni tecniche che certifichino le caratteristiche della macchina. Noi eravamo pronti con la tecnologia e ci siamo anche preoccupati di questi aspetti burocratici in un’ottica di servizio, perché sempre di più il mercato apprezza la coesione tra tecnologia e servizi. Infatti il servizio per noi è fondamentale: l’azienda si è anche strutturata in ottica back office con un help desk, costituendo delle unità molto strutturate e reattive rispetto a quelle che sono le aspettative sempre crescenti dei nostri clienti. Per esempio, tra le evoluzioni che hanno imposto dei cambiamenti, c’è la variazione dei protocolli bancari da CB1 a CB2 con una evoluzione dell’hardware sui punti vendita, oltre ad aspetti di carattere normativo, come la gestione dei corrispettivi e i registri di carico e scarico, che sono stati progressivamente richiesti a livello governativo, anche in un’ottica di contrasto all’illegalità. Ma che al contempo costituiscono degli elementi a cui bisogna dare risposte in termini di automazione, comunicazione e protocolli: anche sotto questo aspetto vogliamo sollevare il nostro cliente dalle problematiche di dover gestire nel quotidiano questo tipo di operazioni”.
Un sistema per gestire il piazzale
“I prodotti frutto di questo sviluppo tecnologico – prosegue Ciocci –, il cuore del nostro sistema, sono rappresentati dalla gestione del piazzale e dal terminale self service, sono questi, almeno per quanto riguarda il mercato italiano, al centro dei nostri sviluppi e della nostra crescita in termini di velocità e quantità di dati. Il sistema è basato su una configurazione di piazzale in cui sia il gestionale sia l’accettatore sono Maser, una garanzia in termini di affidabilità rispetto a configurazioni tradizionali. Ma, quando si è in un mercato di commodity come è diventato quello del carburante, ogni aspetto non va trascurato: quindi, anche dal punto di vista dell’immagine del punto vendita, Maser ha fatto degli investimenti importanti. Crediamo che anche questo aspetto sia importante per il nostro cliente, un’ulteriore forma di attenzione verso l’automobilista che si trova sul punto vendita. Sono servizi a contorno che possono creare del valore aggiunto per orientare il cliente finale verso la scelta del punto vendita. Volendo entrare più nello specifico dei nuovi prodotti, e non di evoluzione di cose già esistenti solamente ottimizzate, Maser ne propone sia sul fronte degli erogatori, che abbiamo presentato alla scorsa Oil&Nonoil, poi proponiamo una gamma di charger elettrici e, perché il mondo si sta muovendo in questa direzione, la possibilità di erogare l’idrogeno. Quest’ultimo, dal nostro punto di vista, sarà la soluzione
Al servizio del piazzale
“Per quanto riguarda l’automazione – spiega Ciocci –, un prodotto nel quale crediamo moltissimo e su cui abbiamo investito molto, sia per il mercato domestico che per quelli esteri, è il Fill Smart, cioè la possibilità di utilizzare dei lettori di carte direttamente sull’erogatore. Questo stravolge un po’ la filosofia tradizionale del punto vendita che così viene completamente destrutturato sia che sia in self o servito, dipende solo se uso la macchina self o se l’operatore attiva il pagamento sulla pompa con la sua tessera personale, quindi non esisterebbe più una logica di corsie servito o self. Con il Fill Smart ogni erogatore mi dà la possibilità di avere contemporaneamente la corsia self e quella servita senza dover canalizzare il traffico, quindi ottimizzando la logistica del punto vendita perché non c’è l’area servito e l’area self e non si creano code; inoltre, alla fine del turno, fornisce tutti i riscontri e non ci sono più problemi di ammanchi o di quadratura di cassa. Questo sistema garantisce dei vantaggi dal punto di vista del controllo degli operatori, perché si conosce esattamente quanti soldi hanno incassato a fine giornata e permette anche di razionalizzare il loro posizionamento: per esempio, chi prima era al gpl o al metano può spostarsi sulle benzine se c’è maggiore domanda e viceversa. Possiamo seguire l’operatore quando si muove su diversi punti vendita che fanno capo alla stessa rete, perché tut-


Terminali Mac 4.0 ed erogatori Tatsuno per tutti i prodotti
Terminale Mac 4.0 ed erogatori Tatsuno completi di unità MediaSmart
Stand Maser Italia a Oil Non Oil 2020 a Verona
ti i dati che vengono generati dai Fill Smart sono poi centralizzati nel back office di proprietà del retista. Questo sistema permette anche la raccolta di punti fedeltà semplicemente presentando la propria tessera davanti al lettore. Qualsiasi tipo di tessera, perché abbiamo degli applicativi molto sofisticati che fanno riferimento alle fidelizzazioni dei retisti: in particolare il cuore di tutta le gestione carte, che si chiama CardSmart, garantisce una serie di funzioni, dalla fatturazione elettronica a una prepagata o post pagata, carte punti, addirittura la possibilità di gestire promozioni e sconti su determinate tipologie di clienti. Il tutto sull’erogatore: basta presentare la carta del Comune (se si tratta di una municipalizzata) oppure della flotta, che hanno diritto a uno sconto, il prezzo compare direttamente sull’erogatore. Tutto questo è previsto nella gestione centralizzata di CardSmart, per cui la fattura è coerente con la logica dei prezzi previsti per i clienti. Questo sistema è molto apprezzato anche sui mercati esteri dove la media dei punti di vendita carburante nelle singole stazioni è maggiore con erogati di milioni di litri, ne consegue che sono presenti un maggior numero di addetti e quindi il loro controllo contabile è un elemento sempre più fondamentale ed indispensabile. Tornando ai Fill Smart, voglio citare l’esempio dell’Indonesia, Paese con 240 milioni di abitanti e 5 mila punti vendita carburanti, quindi con volumi di erogato mostruosi. Su una stazione di servizio normalmente ci sono dai 50 ai 100 addetti che lavorano su tre o quattro turni: immaginiamo una colonna sterminata di motorini che arrivano davanti all’erogatore con il sellino alzato e il tappo svitato, pronti a pagare. Nel back office ci sono almeno quattro persone che contano il denaro che viene movimentato su pallet e il 5% “sparisce” tra quelli che ci lavorano. Ma con i Fill Smart il problema sarebbe risolto perché ogni singolo operatore è responsabile ed è tracciato per quello che fa: quando arriva il cambio turno è chiamato a dare in cassa quello che ha e si sa con precisione quanto ha incassato. Non sfugge nulla. Per smaltire le code alla pompa ci sono due persone, una con la pistola in mano e l’altra che apre e chiude l’interruttore della pompa, anche in questo caso l’operatore abilita la pompa che gli viene assegnata e quindi si preoccupa di prendere i soldi correttamente e dare i resti altrettanto correttamente, perché poi è lui responsabile. È importante sottolineare che il Fill Smart è installabile su tutti gli erogatori perché non è collegato alla colonnina di erogazione, ma alla gestione


Erogatore Tatsuno con a bordo il FillSmart
Processo operativo del FillSmart
del piazzale, per cui si può ‘retrofittare’ qualunque impianto. Infine, ma non ultimo per importanza, è il fatto che l’ultima generazione di questi device è Wi-Fi, per cui non si devono fare lavori sul piazzale, non si devono posare cavi, basta cambiare accettatore e gestionale e così si può gestire qualunque impianto. Un gestore di un grande impianto ci ha detto che prima di installare i FillSmart per controllare i conti riusciva ad andare a casa solo verso le 22 o dopo, invece adesso alle 19 può mettere in self l’impianto ed andarsene a casa tranquillo. Il FillSmart è un sistema totalmente ideato da Maser: abbiamo progettato l’hardware, le schede, il firmware e le modalità di impiego, abbiamo anche una porta Bluetooth perché, se un domani si volesse su un pagamento effettuare un ‘cross check’, posso avere un emittente Bluetooth come carta e telefono che dialogano. Avere la doppia tecnologia Wi-Fi e Bluetooth è un incremento della sicurezza. Un altro prodotto che ha subito un’evoluzione e in questo momento ha raggiunto la piena maturità è l’unità SafetySmart, una centralina di controllo che permette di gestire tutti i parametri degli allarmi del punto vendita: intrusioni e frodi i principali. Il sistema va a leggere i sensori sull’erogatore, sull’accettatore o sul sistema di gestione delle giacenze e manda dei messaggi d’allarme che sono modulabili in funzione della gravità del problema: se sta finendo la carta nel self basta un sms al gestore, ma se cala in maniera irragionevole e repentina il livello di carburante nella cisterna chiama direttamente i Carabinieri. Ci può essere anche un sensore sismico sulla cassaforte per cui qualunque attacco viene segnalato con un allarme. In collaborazione con una terza società abbiamo la possibilità di inserire all’interno della cassaforte un sistema, in convenzione con le banche, che permette di ‘spossessarsi’ del denaro non appena questo viene inserito nel lettore di banconote. Un sistema efficiente perché gli applicativi sugli accettatori permettono agli operatori del piazzale di scaricare il denaro che hanno nel loro portafoglio con la cadenza che gli viene richiesta dal titolare del punto vendita. Ovviamente il sistema è in grado di gestire in maniera dettagliata quanti soldi sono entrati nella cassaforte del self e chi li ha messi. La società con cui collaboriamo si fa carico di gestire i rapporti con il sistema bancario e del ritiro dei valori, così la responsabilità del contante sparisce dal piazzale. La valuta di accredito è immediata e quindi i vantaggi per il gestore sono notevoli, anche a fronte di un canone che è comunque ragionevole perché i furti sono responsabilità di altri e così si possono avere delle polizze assicurative più vantaggiose. Anche l’accettatore può essere ‘proactive’ nella gestione degli incassi, perché lo si può collegare alla società di vigilanza prescelta quando si raggiunge la cifra stabilità, così la programmazione offre la massima flessibilità per prevedere le situazioni che si possono presentare. I nostri accettatori sono dotati di modulo Ingenico per cui tutti gli sviluppi saranno implementati attraverso la Sia che opera nel mondo petrol con la sua controllata P4Card, che gestisce quasi tutte le carte petrolifere, quelle internazionali e i rapporti con le banche. Un colosso di queste dimensioni ha anche la possibilità di essere ‘multi acquire’, cioè di poter ottimizzare il flusso delle carte di credito direttamente sugli ‘issuer’ risparmiando sulle commissioni bancarie. Il mondo della monetica (la moneta elettronica, ndr) è sempre più interessante e in grande evoluzione. Abbiamo poi sviluppato il Sistema PayChange che consente di avere il resto in contanti. È un’evoluzione che sostituisce il semplice scontrino che riconosceva il resto perché, per esempio, non si era completato il rifornimento e quindi si doveva ripassare in orario di apertura in quel punto vendita. Poi si è passati ad avere il codice sullo scontrino che consentiva di rifare un rifornimento di carburante e quindi di passare anche in orari di chiusura. L’ulteriore passo avanti è stato di stampare un bar code sullo scontrino del resto in modo che l’utente non dovesse digitare un codice ma semplicemente leggerlo al lettore, ulteriormente sviluppato con il PayChange che dà il resto in contanti.


Erogatore Tatsuno a idrogeno con Terminale Mac 4.0 Colonnine Elettriche interfacciate e gestite dal Terminale Mac 4.0

L’importanza di questa macchina è quella di essere perfettamente integrata con il nostro sistema di automazione, quindi è collegata al terminale e al gestionale di piazzale. Quando c’è uno scontrino di resto, l’utente va sul PayChange e ottiene immediatamente il resto in contanti, questo dà maggior fiducia agli utenti e non li blocca nell’uso del self. Ne abbiamo installati molti, anche in impianti di grandi dimensioni dove ci sono più self serviti da un unico PayChange”.
Interfaccia sull’autolavaggio?
“L’autolavaggio può essere gestito direttamente dall’accettatore quando si paga – conferma Ciocci –. Come per i carburanti, anche per i lavaggi uno dei servizi più interessanti nell’ambito dei programmi promozionali è l’accumulo dei punti che poi viene erogato attraverso lo scontrino: un sistema che viene percepito dal cliente come un vantaggio, ma che in realtà è un ‘non costo’ per il gestore. È un ottimo strumento di fidelizzazione e con il CardSmart c’è anche la possibilità di riconoscere dei vantaggi ulteriori al raggiungimento di certi livelli. Poi si tratta, caso per caso, di verificare il protocollo con cui lavora il lavaggio, ma in generale sono protocolli molto semplici. Ci chiedono spesso se ci interfacciamo anche con la gestione dello shop. Qui il ‘nonoil’ presenta diversi risvolti di natura fiscale, e non solo per le diverse aliquote Iva, ma c’è la possibilità di gestire uno scontrino che comprenda sia l’oil che il nonoil e, a seguito di questo, generare una fattura elettronica coerente con la diversa composizione”.
Metano in self ma non solo
Maser Italia è stata tra i primi ad adeguare il proprio terminale self-service alla gestione del metano in self, quali sono i problemi che ne rallentano l’adozione? “Il problema del metano in self tecnologicamente non esiste – ci tiene a precisare Ciocci –. Si tratta semmai di una questione normativa che è sempre rimasta al palo nell’attesa che ci fossero dei pronunciamenti da parte delle autorità preposte riguardo ai prerequisiti sulla responsabilità di chi opera, che dovrebbe aver seguito anche un breve training, ma anche della vettura rifornita che deve essere dotata di serbatoi certificati. Al momento sembra sia stata scelta la soluzione di far sottoscrivere all’utente che ha intenzione di fare metano in self uno scarico di responsabilità, in cui si assume la responsabilità di avere seguito il training e di avere una vettura conforme. Dal punto di vista di configurazione degli erogatori e degli accettatori del self il problema tecnico non è mai esistito. Noi abbiamo sempre fornito, anche in tempi non sospetti, degli erogatori predisposti per l’utilizzo in self. L’operazione pagando con la carta risolverebbe il problema del riconoscimento, mentre con le banconote non sarebbe possibile. La difficoltà dei legislatori è di creare delle anagrafiche, sia dei serbatoi dei veicoli sia degli utenti, valide a livello nazionale; questo sarà il passaggio necessario per potersi identificare senza problemi. Come Maser Italia abbiamo prodotto anche un video che mostra chiaramente che disponiamo di un terminale ‘reale’, quindi non un prototipo, già operativo sulla base della normativa attualmente in essere. Con quel messaggio abbiamo voluto comunicare che il self è pronto, tutto il resto sono solo aspetti normativi. Dal nostro punto di vista, tecnologicamente parlando, stiamo parlando di banalità rispetto a quanto normalmente facciamo, ma l’Italia è uno dei paesi con le maggiori cautele a livello normativo”. In conclusione del nostro incontro Giorgio Ciocci individua una nuova sfida per i prossimi anni: “C’è in atto da parte del Mise un sempre maggiore impegno per contrastare la circolazione dei combustibili illegali. Dal nostro punto di vista tutto questo andrà nell’ottica di avere un check tra livelli del carburante nei serbatoi e valore dell’erogato. Se attraverso i nostri sistemi possiamo incrociare il valore dell’erogato con i livelli dei serbatoi si potrà facilmente avere un dato da inviare alle Autorità preposte al controllo. Sarebbe una soluzione che potrebbe dare un taglio sensibile all’illegalità grazie a una tecnologia già disponibile, lo facciamo già in altri mercati”.
Sistema CardSmart per la gestione delle carte fidelitizzate

UN TOUR RICCO DI SEGNALI POSITIVI
In pieno svolgimento il tour di Microhard per visitare i suoi partner professionali in Italia. Un momento di importanti conferme per le soluzioni offerte e nuove affermazioni che delineano interessanti scenari futuri.
Microhard è conosciuta per una serie di caratteristiche uniche nel panorama manifatturiero: autonomia nella progettazione e costruzione di tutti i suoi prodotti, design accurato e accattivante che li valorizza, conoscenza delle tecnologie più innovative e abilità nell’integrarle nei suoi sistemi. È ormai riconosciuto che le trasformazioni tecnologiche e digitali stanno cambiando le abitudini dei consumatori e degli utenti in generale. Fare leva su questi aspetti è quindi fondamentale per cercare meccanismi di fidelizzazione, oltre che di funzionamento e di controllo garantito e sicuro. Ora per Microhard il progetto e obiettivo commerciale, dopo avere lavorato per rendere efficienti e più intelligenti i suoi prodotti, è quello di costruire un network di professionisti per fornire soluzioni su misura al settore degli autolavaggi, per essere il più vicino possibile ai loro gestori. Il percorso per creare valore aggiunto passa attraverso collaborazioni e accordi strategici sul territorio, con corsi di formazione tecnica e commerciale, interventi di aggiornamento e incontri presso atelier e showroom. Tutto è iniziato nel 2019, e nonostante un 2020 problematico per tutti gli aspetti che conosciamo, sono state comunque raggiunte in un buon numero di aree. Come già sottolineato in articoli precedenti, in Italia il settore degli autolavaggi è in fermento per l’avvicinarsi della data ultima del regime transitorio per la trasmissione telematica dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate, e questo richiede soluzioni efficienti e facili da gestire.
SOS Service, una testimonianza dal Lazio
Uno dei più recenti incontri è avvenuto con il primo partner di Microhard che ha sede a Roma, ma opera anche nei paesi balcanici: SOS Service, un’azienda specializzata in sistemi di automazione per impianti carwash e fortemente fidelizzata verso i prodotti Microhard fin dal 2014. Un team particolarmente dinamico che ha come core-business proprio l’automazione e “remotizzazione” degli impianti, la rigenerazione e retrofit di quelli esistenti, l’applicazione di tecnologie per sistemi fidelity e monitoring, oltre che un service di eccellenza e grande esperienza tecnica. “La collaborazione tra la SOS Service e Microhard sta creando aree e ambiti ad alto tasso di crescita e un ottimo valore
Area IP Federici Petroli a Monterotondo (RM). Da sinistra: Alfredo Federici, Enrico Zacchini, Stefano Romanelli e Marco Rossetti.

aggiunto per entrambi anche all’estero – affermano Marco Rossetti e Stefano Romanelli, rispettivamente amministratore e responsabile tecnico di SOS Service –. Il nostro obiettivo primario è quello di fornire un servizio quanto più personalizzato e funzionale. Un vestito su misura per ogni gestore che ha in animo di ampliare il proprio business per attrarre e fidelizzare i suoi clienti con soluzioni davvero intelligenti. Come SOS Service abbiamo un’importante mercato anche nei Balcani grazie a una presenza capillare sul territorio. Microhard ha dei prodotti al top ed è un brand affidabile, giovane, dinamico come noi, aperto alla digitalizzazione, reattivo e veloce nelle risposte”.
Rinnovamento per un utilizzo più “smart”
L’esperienza di Microhard nel settore del carwash ha radici antiche, ma è la trasformazione digitale e l’integrazione di hardware e software che ha dato nuovi stimoli e impulsi alla divisione, oltre all’esperienza acquisita in altri settori strategici dove sono applicate idee innovative. Il brand Microhard è quindi conosciuto e sono molti i gestori che rivolgono la loro attenzione ver-
Starter di attivazione PayPoint Touch con illuminazione a Led RGB
so i suoi prodotti, scopriamo perché. Il design. Può sembrare strano mettere al primo posto l’aspetto estetico come fattore distintivo, eppure è proprio questo che contraddistingue gli starter di attivazione per i portali e le piste degli autolavaggi. Materiali, grafiche, led e un utilizzo davvero intuitivo per l’utente, sono aspetti che li rendono immediatamente diversi rispetto ad altri analoghi dispositivi. Attirano l’attenzione, si fanno riconoscere di giorno e ancora di più la sera, con illuminazioni a led molto attrattive. Le tecnologie. I prodotti Microhard sono entrati subito nel mondo “4.0” e hanno introdotto grandi cambiamenti per quanto riguarda i sistemi di pagamento anche attraverso lo smartphone, la supervisione e i controlli da remoto per la condivisione dei dati o per le richieste di assistenza. Un rapporto uomo/dispositivo diventato più “smart”. Per esempio Pay Point Touch di nuova generazione può essere equipaggiato con il sistema Car Plate Recognition: una telecamera legge la targa dell’abbonato e, mediante l’attivatore, si avvia il lavaggio senza la necessità di pagare con monete o banconote. Inoltre è possibile prevedere sulle varie tipologie di starter anche il sistema Mobile Payments: un’App gratuita, con una registrazione di assoluta sicurezza per l’utente, consente la selezione del tipo di lavaggio, l’abilitazione al pagamento e l’attivazione del servizio. Per il gestore queste evoluzioni rappresentano in pratica minori costi di gestione, la massima fidelizzazione dei clienti, la possibilità di interagire con promozioni personalizzate, bonus, abbonamenti o cashback (rimborsi in percentuale). “Formazione, corsi tecnici e commerciali, organizzazione di eventi in loco, personalizzazioni delle soluzioni offerte, demo. Queste attività con Microhard sono possibili, specie in questo periodo di assenza di fiere specializzate dove era più facile incontrare e confrontarsi con nuovi clienti – spiegano Rossetti e Romanelli –. SOS e Microhard insieme creano innovazione e service di alto livello. Possiamo dire che è una crescita condivisa: un binomio vincente confermato anche da alcune testimonianze come, per esempio, quella di Alfredo Federici, gestore IP a Monterotondo (RM), a cui abbiamo fornito attivatori, sistemi di pagamento e di fidelizzazione per incrementare le attività del suo autolavaggio. Una scelta condivisa per una soluzione su misura per la sua realtà”.
Competitività digitale
La dimostrazione di quanto Microhard sia concentrata perché il lavoro del gestore sia più innovativo e semplice

Starter PayPoint Touch con funzione di riconoscimento targa e attivazione portale


possibile, arriva da Enrico Zacchini, responsabile commerciale del settore carwash: “I nostri sistemi, oltre che flessibili e personalizzabili, sono anche intelligenti perché creano interattività con il gestore. Il nostro sistema di rilevazione e reportistica PayMonitoring, è un servizio che, collegato alle macchine, rende disponibili report dettagliati di contabilità, vendita, stato di funzionamento dell’intera rete. I dati, per singola macchina, vengono trasmessi in modo sicuro via ethernet e concentrati su un web server. Il gestore dell’autolavaggio può verificare nel dettaglio incassi generali, vendite in base ai programmi, dettagli degli importi cashless per acquisti o ricariche, riepilogo dei prezzi applicati, eventuale diagnostica per allarmi e tipo di allarme, reportistica a livello giornaliero, settimanale o mensile e altre decine di funzionalità gestionali di grande utilità. E tutto con interfacce utente di facile lettura ed utilizzo e con la possibilità di esportare i dati delle varie videate. La nostra specializzazione ci consente di garantire prodotti di altissima qualità. La totalità delle periferiche (gettoniere, introduttori, hopper, lettori di card, sistemi di pagamento cashless), sono costruite nel bolognese, area a forte competenza meccanica ed elettronica. Le performance tecniche di queste periferiche, supercollaudate e utilizzate quindi anche nella costruzione degli starter per il carwash, sono di elevato livello”. “L’obiettivo di questo tour sul territorio – conclude Zacchini – è informare e sensibilizzare i gestori attraverso i partner locali, creare mini eventi per mostrare tutte le potenzialità dell’automazione possibile nell’autolavaggio, con contenuti e soluzioni avanzate, creare interazione tra gestore, partner professionista e Microhard. Il lavoro da fare è ancora molto ma noi ci crediamo, anche grazie a collaborazioni importanti e costruttive come quella con SOS Service”.
Mario Rota
LE SOLUZIONI MICROHARD
La linea di starter di attivazione per i portali si chiama PayPoint e prevede modelli per ogni esigenza: a colonna, per montaggio a muro o ad incasso. • gestione da 6 e fino a 10 programmi (in funzione del modello) • sistema Car Plate Recognition per il riconoscimento ed attivazione in automatico del lavaggio attraverso la targa del cliente registrato (per il modello PayPoint Touch) • sistema Mobile Payments per il pagamento da smartphone • connettività ethernet per l’invio dati contabili e allarmi • utilizzo del supporto USB per la raccolta dati, programmazione dei parametri della macchina o aggiornamenti • sistema Remote Control per controllo vendite “paymonitoring”, contabilità, verifiche di stato da remoto, ricezione allarmi • sistema POS per carte di credito • sistema di lettura, scrittura ed erogazione fidelity contactless • design illuminazione plexiglass a led • stampante e sistemi di emergenza • possibilità di resto e/o gettoni e/o dispenser fidelity
La linea PayWash è invece dedicata alle piste: • gestione da 6 fino a 10 programmi • display alfanumerico • tasti di attivazione in acciaio • gettoniera elettronica tropicalizzata • inseritore di monete antivandalo • buzzer acustico di avviso del tempo residuo • sistema di fidelity contactless con pulsante di credito dedicato • sistema Remote Control linea Pro • design illuminazione Plexiglass a Led
La linea Change, nelle versioni Mini e Basic, sono macchine cambiamonete progettate appositamente per ambienti esterni e sono equipaggiate con: • display LCD grafico ad alta definizione • pannello frontale in plexiglass illuminato a led (escluso il modello Change Mini Basic) • gettoniera tropicalizzata • inseritore di monete antivandalo • lettore di banconote con impacchettatore • uno o due hopper ad alta capacità • dispenser con lettore/scrittore di card fidelity contactless • stampante termica per ricevute, non fiscale
Tutte le macchine hanno l’utilizzo del supporto USB per la raccolta dati, per la programmazione dei parametri della macchina sulla stessa o mediante l’apposito software da PC.
A BOLOGNA IN PRIMO PIANO I VETTORI ENERGETICI
A BolognaFiere dal 6 all’8 luglio è in programma Fuels Mobility, la prima fiera dedicata ai nuovi vettori energetici, dal gas naturale liquefatto all’idrogeno e al metano, oltre che all’evoluzione delle stazioni di servizio e alla mobilità elettrica.
All’inizio la piattaforma espositiva di BolognaFiere doveva essere dedicata all’acqua e al metano con i due appuntamenti di Accadueo (Mostra internazionale dell’acqua) e CH4 (il Salone dedicato alle tecnologie e ai sistemi per il trasporto e la distribuzione del gas). Poi, in un’ottica di filiera specializzata, l’appuntamento si è arricchito grazie all’accordo di collaborazione siglato nel 2020 con Mirumir e In Fieri, con le manifestazioni ConferenzaGNL (evento nato per promuovere la filiera del GNL di piccola taglia), HESE (Hydrogen Energy Summit & Expo) e Dronitaly (dedicata all’uso professionale dei droni). All’interno di questo importante network espositivo, che per la prima volta nel panorama fieristico e in contemporanea offrirà una visione completa sul mondo dei vettori energetici, si inserisce Fuels Mobility, ovvero “La Stazione di Servizio del Futuro”. Il nuovo evento porrà l’attenzione alle aree di servizio carburanti (oltre 24 mila in Italia) e alla loro trasformazione in risposta ai più moderni vettori energetici (GNL, idrogeno, elettrico e metano). Un’evoluzione che le vede mutare da distributori di benzine a retailer multienergia e multiservizi per accompagnare i clienti nelle nuove esigenze di mobilità sostenibile. Quindi, nuovi punti di riferimento decisamente smart, attivi e in forte relazione con il consumatore.
Perché Bologna e l’Emilia Romagna
L’Emilia-Romagna e Bologna, per l’attenzione alle tematiche ambientali e la proattività nella gestione del processo di transizione ecologica e digitale, sono la location perfetta per la prima piattaforma espositiva dell’energia che vedrà lo svolgimento, in contemporanea di questi sei eventi fieristici. L’attenzione della Regione è ben evidenziata dagli obiettivi posti, fra i tanti, con la mission di creare un sistema di trasporti pubblici capace di coniugare alti standard di base (come più volte ribadito dal Governatore Bonaccini), anche con il rinnovo del parco veicoli per il trasporto pubblico locale: in primis gli autobus, con il ricambio già avviato di oltre 1.100 veicoli. L’Emilia-Romagna intende raggiungere il rinnovo pressoché integrale del parco bus, con nuovi mezzi meno inquinanti e intervenire, nel frattempo, sui treni regionali, per avere in tempi brevi una delle flotte più giovani d’Europa. Nell’ultimo biennio sono stati acquistati 165 autobus dalle aziende del trasporto pubblico regionale, di cui gli ultimi 31 entrati in circolazione sono alimentati a metano liquido (GNL). Entro il 2035 la Regione intende, inoltre, portare al 100% l’utilizzo di energie rinnovabili e



raggiungere la neutralità carbonica prima del 2050. Obiettivi impegnativi per raggiungere i quali si prevede un rinforzo del fondo energia e maggiori investimenti in prodotti e ricerca. È inoltre importante ricordare che il Porto di Ravenna diventerà un hub dell’energia green e dell’economia circolare ad alto tasso di investimenti e innovazione.
Uno scenario in evoluzione
In questo scenario, Fuels Mobility guarderà non soltanto alle aree di servizio del futuro, ma anche al settore emergente della mobilità elettrica. Infatti, il numero delle colonnine di ricarica è in costante crescita sul territorio nazionale, in linea con quanto avviene in Europa, grazie alla progressiva implementazione del Piano Nazionale dedicato alla mobilità elettrica, che si propone di creare una capillare ed efficiente infrastruttura di ricarica sull’intero territorio nazionale, isole incluse. Non ultimo, ribadendo sui temi della nuova manifestazione, si guarderà con attenzione alla captazione di CO2 per generare idrogeno blu, oltre all’elettrolisi per l’idrogeno verde. Quindi, alla luce di un contesto quanto mai favorevole, la nuova piattaforma espositiva mira ad attivare un intenso dialogo fra imprese, professionisti, esperti e istituzioni. Fuels Mobility avrà una visione estremamente ampia e proiettata verso un futuro sempre più sostenibile, che a Bologna dal 6 all’8 luglio 2021 focalizzerà l’attenzione sui vettori energetici e offrirà l’opportunità di esplorarne l’impiego in contesti che spaziano dalle stazioni di servizio per il trasporto su gomma ai punti di rifornimento dedicati al trasporto navale ed aereo.

Paola Sala

IL SERVIZIO ARAL NEGLI ANNI ‘60 TRA LAVAGGIO E LUBRIFICAZIONE
In un precedente articolo (AdS 8/2019) abbiamo raccontato la storia degli autolavaggi, dai pionieri del primo ‘900 alle prime attrezzature professionali degli anni ’60. Ora la riprendiamo quella concentrandoci sulle modalità di lavaggio e di pulizia dell’auto attraverso gli articoli della rivista “Aral Contatto” conservati nel Museo Fisogni.
La compagnia tedesca Aral era presente in Italia dal 1960 con una rete di oltre 700 stazioni di servizio, che sarebbero poi state assorbite dalla Mobil nei decenni successivi. Come altre società petrolifere, anche la Aral aveva un proprio notiziario per i gestori, ricco di consigli e raccomandazioni per assicurare il buon andamento delle stazioni. Parte importante delle prestazioni offerte dalla casa tedesca era “Aral Service”, ossia il servizio di lavaggio e lubrificazione, che si svolgeva in appositi locali. La compagnia dava precise indicazioni su come compiere al meglio queste mansioni; analizziamo in particolare come avvenivano le operazioni di lavaggio e pulizia. Anzitutto vediamo dove si svolgevano: si trattava del moderno “locale lavaggio e lubrificazione”. Se la lubrificazione – spiegava l’articolo – era un passaggio fondamentale nella manutenzione di un’auto, la pulizia (rigorosamente svolta a mano) non doveva essere da meno, specialmente “d’inverno, con le strade bagnate”, lo smog e i “continui spruzzi di fango”, ma anche durante l’estate, che logorava le macchine con i lunghi viaggi su strade polverose. Il locale lavaggio e lubrificazione, grande 660x450 cm, era l’ideale per garantire alle rombanti auto degli anni ’60 le cure migliori. Al centro, vi era un meccanismo fondamentale: un ponte sollevatore “a bracci snodabili” che, alzando la vettura, ne permetteva la massima pulizia. Tra le attrezzature, oltre a pompe per grasso e olio, vi era la pompa elettrica per l’acqua, il “gruppo arrotolatori consistente in quattro tubi di gomma” per acqua, aria compressa, grasso e olio, e un moderno aspirapolvere con diversi attacchi, da tenere lontano dal locale in quanto non “munito dei necessari dispositivi di sicurezza” in caso di contatto con l’acqua. Importante era “eseguire tutto con la dovuta perizia” e “stabilire una razionale sequenza delle varie fasi”, per evitare di ripetere lo stesso lavoro più volte (ad esempio, era meglio prima cambiare l’olio e poi lavare il sotto-telaio). Aral suggeriva un ordine preciso con cui procedere: una prima fase di pulizia interna, togliendo i tappetini e svuotando il posacenere; lavaggio dell’interno dei parafanghi; sollevamento della vettura; scarico dell’olio esausto; lavaggio del fondo e l’ingrassaggio; abbassamento dell’auto, cambio dell’olio e lavaggio della carrozzeria; infine, completamento della pulizia interna.
Fase 1: Sollevamento e lavaggio della parte inferiore
Completate le prime operazioni all’interno e, soprattutto, il lavaggio dei paraurti (così da togliere “il grosso dello sporco, staccato dal forte getto”), l’auto veniva sollevata grazie al ponte
Renato Pozzetto non ha seguito i consigli della Aral... ed ecco il risultato! Da notare anche il Maggiolone scoperto nell’autolavaggio.

al centro del locale. Attenzione: “Soltanto chi ha la patente di guida può portare la vettura nella sala di lavaggio!”, stando peraltro attento a non sporcare i sedili con la tuta da lavoro. Un altro errore da non commettere, a meno di fare la fine di Renato Pozzetto in un celebre film, “evitate che le vetture battano contro il soffitto della sala lavaggio”! Una volta assicurata l’auto ai bracci e sollevata, era il momento di lavare la parte sottostante. “Non accettate mai di lavare il sottotelaio della vettura quando le temperature esterne sono sotto lo zero”, così come “il motore non va pulito quando è ancora caldo”. Accortezze forse banali ma necessarie, per non rischiare di rovinare il veicolo o di comprometterne il corretto funzionamento. Altra cosa fondamentale prima di ogni cosa: assicurarsi “che finestre, deflettori e prese d’aria siano tutte ben chiuse”. Si poteva quindi procedere con il “getto d’acqua compressa”, procedendo sistematicamente, ad esempio da destra verso sinistra. Piccolo trucco, portare le ruote anteriori “in posizione di completa sterzatura”, per raggiungere meglio “le sospensioni e l’asse anteriore”. I vecchi freni a tamburo, poi, non andavano “spruzzati mai ad angolo retto, ma solo di sbieco”, per evitare malfunzionamenti con freni bagnati. “Dopo ogni lavaggio del sottotelaio”, infine, “si dovrà sempre rinnovare l’ingrassaggio”.
Fase 2: carrozzeria
Una volta chiusi vetri, portiere e prese d’aria, bisognava “adoperare il getto d’acqua a ventaglio”, usando “molta acqua” (in modo da evitare che la polvere graffiasse la vernice) e gli appositi detersivi e prodotti “speciali forniti dalle Case più affermate nel settore autoaccessorio”. Cosa importante, “nuove machine si lavano con acqua pura senza detersivi”, questo per non rovinare la vernice dell’auto, non ancora perfettamente indurita. In questo caso, le macchie d’olio sulla carrozzeria andavano eliminate prima del lavaggio “usando un



panno asciutto”. Bisognava rinunciare ai detersivi anche nel caso in cui la carrozzeria, una volta bagnata, risultasse efficacemente protetta da uno strato di cera, che sarebbe invece stata rimossa dal sapone. Anche il lavaggio degli esterni, in ogni caso, seguiva un ordine preciso: iniziare sempre dal tetto, andando poi a raggiungere “anche gli angoli meno accessibili della carrozzeria, come i cerchi delle ruote ed i supporti del paraurti”, senza dimenticare lo sportello della benzina. Mai usare panni e spugne troppo ruvidi, “solo per lo sporco più ostinato sui cerchi o ai lati delle gomme si può adoperare una spazzola più dura”. In caso di utilizzo di solventi speciali, “non mancate di ripassare successivamente con un apposito lucido”. Fondamentale anche l’asciugatura finale con pelle di daino. A questo fine, la Aral raccomandava l’utilizzo di tre panni distinti, da utilizzare rispettivamente per: vetri e parabrezza; parte superiore della carrozzeria; cerchi, ruote e paraurti. Tocco finale, abbassare i vetri per togliere l’acqua dalle guarnizioni, asciugare i tergicristalli e dare un’ultima pulita alle parti cromate, che un tempo costituivano l’orgoglio di molti proprietari.









Lavaggio del motore
Qualche accenno anche al “lavaggio motore e pulizia cofano”. “Prima si toglie il filtro dell’aria”, poi “con un sacchetto o con un foglio di plastica coprite il tubo d’aspirazione dell’aria, la dinamo, le trombe e soprattutto il tappo dell’olio”. Passaggio, questo, “molto importante”, perché proteggeva le parti più delicate del motore, che andava lavato non con pericolosi e maleodoranti “gasolio, kerosene o benzina”, come si faceva nei primi decenni del ‘900, ma usando “una soluzione di shampoo per auto ed aria compressa”, sciacquando poi “con acqua a getto morbido” e asciugando usando di nuovo l’aria compressa. “Buona norma sarebbe, terminato il lavaggio del motore, lasciar funzionare lo stesso al minimo per 3 o 4 minuti” e successivamente eliminare “l’eventuale vapore di condensazione” dalla calotta dello spinterogeno.
Fase 3: pulizia interni
Per la pulizia degli interni, i gestori Aral degli anni ’60 potevano contare su un moderno alleato: un apposito aspirapolvere in dotazione alla stazione, accessoriato con due differenti bocchette da utilizzarsi a seconda della superficie. “La pulizia interna della vettura va fatta pure sistematicamente: prima in basso, poi in alto; dal sedile del guidatore si gira” in senso orario, “perché così non si dimentica nessuna parte”. Per prima cosa, togliere e sbattere i tappetini, con particolare attenzione per la pulizia di quelli in gomma e avendo cura, prima di riposizionarli, di asciugare “il tappetino dalla parte inferiore”, per impedire la corrosione della lamiera. Nella pulizia con l’aspirapolvere, non bisognava “trascurare le parti meno accessibili, per esempio la parte bassa di fianco ai sedili”. Anche il portacenere aveva “la sua importanza: dev’essere non solo svuotato, ma anche lucidato”, e non bisognava dimenticarsi che certi modelli ne avevano “più d’uno”. Per i pedali bastava uno straccio umido, e se i copri-pedali in gomma erano usurati “vendetene dei nuovi”: infatti, “solo copripedali di gomma, integri, permettono una sicura presa e quindi una tranquillità di manovra”. La pulizia dei rivestimenti (in plastica o tessuto) era affidata a “solventi speciali”, oppure si svolgeva “con acqua nella quale si scioglie un po’ di shampoo”. Per le macchie, guai a usare la benzina come smacchiatore, poiché “potrebbe rovinare la gomma piuma”. Ulteriore passaggio, “lo spolverare”,






“iniziando dal volante” e passando poi al cruscotto, allo specchietto interno “(ma non spostarlo dalla sua posizione!)” al cambio e al “poggiabraccia, reggimano”, fino alla “mensola vicino al lunotto posteriore”. Infine, “pulire l’interno dei vetri con pelle di daino e lucidare con panno asciutto”. Ovviamente, “nello sportellino del cruscotto o nelle tasche interne delle portiere, come pure nel bagagliaio, non fate la pulizia se non vi è stata richiesta dal cliente, poiché sono «vani privati»”. Insomma, un trattamento completo e minuzioso che, dopo un po’ di attesa, restituiva ai clienti delle stazioni Aral un’auto scintillante in ogni sua parte, dal motore al posacenere!




COSA È IL TEMPORARY MANAGEMENT?
Per Temporary Management s’intende l’affidamento della gestione di un'Impresa o di una sua parte a un manager esterno per un periodo ben definito, con l’obiettivo di garantire continuità all'organizzazione, accrescendone le competenze manageriali esistenti e risolvendo al contempo alcuni momenti critici, sia negativi (tagli, riassestamento economico e finanziario) che positivi (crescita, sviluppo di nuovi business), raggiungendo un risultato specifico. Un intervento di Temporary Management non si limita a un check-up e a delle proposte, ma prevede l’inserimento, nell'organico dell’Azienda, di una figura professionale (Temporary Manager) per un tempo concordato ricevendo specifiche deleghe operative: prendere decisioni, implementarle e gestirle. In sintesi, significa che il Temporary Manager viene dotato di tutte le opportune leve (poteri, deleghe) in grado di permettergli di operare con determinazione e senza incertezze. Il Temporary Management è un modo per acquisire risorse in supporto alla gestione esistente: per le piccole medie Imprese rappresenta un’opportunità per "portare in casa" competenze ad alto livello a investimenti accessibili e certi.
Quando utilizzare il Temporary Management?
Discontinuità dirigenziale: • Allontanamento o dimissioni del General Manager aziendale • Integrazione successiva a una nuova acquisizione • Passaggio generazionale • Crisi aziendale • Internazionalizzazione • Apertura di nuove filiali produttive e commerciali Transizioni critiche (positive e negative): • Forte crescita e/o espansione • Cambio di strategia aziendale • Integrazione culturale e organizzativa post-acquisizione • Modifica degli assetti finanziari • Rilancio aziendale Nuovi progetti: • Start-up di nuovi progetti o nuove attività • Sviluppo di nuovi canali distributivi • Ideazione di un nuovo brand, nuovi prodotti, innovazione • Riposizionamento dei prodotti del brand.
Perché affidarsi a un Temporary Manager?
Affidarsi a un Temporary Manager porta vantaggi significativi per un'azienda, sia dal punto di vista economico che strategico. • Costi: il Temporary Manager non ha costi aggiuntivi né oneri tipici dei contratti a tempo indeterminato • Efficacia: il Temporary Manager mira al risultato, s’immerge da subito nella specifica realtà aziendale, perché il suo intervento è rivolto alla crescita ed è limitato ad un arco temporale ben definito • Arricchimento: il Temporary Manager ha esperienze significative, conosce mercati esteri e possiede un ampio network • Tutoring e Coaching: il Temporary
Manager, mentre svolge il suo compito, trasferisce conoscenze e competenze al management interno di riferimento (per esempio, le nuove generazioni) garantendo, al termine del suo intervento, la stabilità dei risultati conseguiti e la continuità.
La proposta di Sigma Experience
Il team di Sigma Experience possiede delle esperienze significative nelle posizioni di vertice e un vasto know-how nella gestione; è in grado di supportare le piccole medie Imprese sia nei processi di crescita, sia in quelli di ridimensionamento o di gestione di eventi straordinari.
Alessio Cassinelli Lavezzo a.cassinelli@sigmaexperience.it www.sigmaexperience.it
