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SE IL SACRO SI PRESTA AL PROFANO CARLO CHIONNA SI CROCIFIGGE UTILIZZANDO LA PROPRIA IMMAGINE PER IL MARCHIO DI CUI È FONDATORE, MA A DIFESA DEL MADE IN ITALY. SUBITO SI SCATENA LA POLEMICA E IL DIBATTITO, FORSE SCONTATO, SI CONCENTRA SULL’UTILIZZO DEL SACRO PER SCOPI COMMERCIALI, SULLA CAMPAGNA CHE VIENE TACCIATA DI BLASFEMIA, CONDANNATA E OSCURATA. MA PERCHÉ CHIONNA ARRIVA A TANTO? OLTRE ALL’INEVITABILE, DIAMO VOCE ALLE INTENZIONI. DI CHIARA POZZOLI
Offensiva o no, è sicuramente coraggiosa. Forse più nell’intenzione che nell’immagine. Peccato che la morale, alla fine, non sia questa. Già, perché l’imprenditore Carlo Chionna crocifisso e con la scritta ‘Perdona loro perché non sanno quello che indossano’ e la didascalia ‘Dio salvi il Made in Italy. Dedicato a tutti coloro che ci credono ancora’ è finita sui giornali non come campagna pubblicitaria, quale è, foriera di un preciso messaggio sociale, ma per l’accusa di blasfemia di cui è stata tacciata. I maggiori quotidiani nazionali, infatti, hanno rifiutato il soggetto advertising di 9.2 e sul sito del marchio di abbigliamento se ne può leggere il nutrito elenco: ‘La
Stampa’, ‘La Repubblica’, ‘Il Corriere della Sera’, ‘QN’, ‘Libero’, ‘Il Messaggero’, ‘Il Mattino’, ‘Il Giornale’. Questo epilogo, piuttosto scontato a dire il vero (e prevedibile, visto che è lo stesso Chionna a definire la campagna “volutamente provocatoria”, anche se, si legge in una nota a posteriori, essa “non vuole es-
sere offensiva”), ha in parte oscurato il motivo che ha spinto l’imprenditore bolognese a elaborare una creatività di tale calibro, multisoggetto, sempre ispirata alla vita di Gesù Cristo. Oltre alla crocifissione, infatti, vi sono la rivisitazione dell’Ultima Cena con gli abiti al posto dei piatti e la scritta ‘Prendete e indossatene tutti…’ e l’episodio di Lazzaro, con la resurrezione di una donna avvolta nel tricolore e la scritta ‘Italia, svegliati, alzati e cammina da sola’. La diatriba intorno a questo fatto, dunque, si dirama tra il filone di chi discute dell’opportunità di utilizzare i soggetti sacri per scopi commerciali (e quindi dei limiti che la legge deve imporre per evitare di offendere la sensibilità collettiva) e, dall’altra parte, il filone di coloro che pongono l’attenzione sulle ragioni della campagna, ovvero sul Made in Italy come valore da difendere. I perché della campagna Il precedente è costituito dalla creatività (sempre a firma dello stesso imprenditore) del giugno 2010, in cui Chionna appare vestito da gladiatore, con tanto di scu-
La campagna del marchio di abbigliamento 9.2 di giugno 2010. Il suo fondatore Carlo Chionna è ritratto come ‘L’Italico’, gladiatore a difesa del Made in Italy. La campagna è precedente a quella che ritrae l’imprenditore crocifisso
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