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In copertina / Cover Alessandro Bonvicino, detto il / known as Moretto (1492/1495 circa - 1554), Ritratto del conte Girolamo Martinengo di Padernello, 1542-1543 circa, olio su tela / oil on canvas 83,8 x 67,8 cm, Museo Lechi, Montichiari Musei
Per la riproduzione del dipinto si ringrazia il Comune di Montichiari e il Sistema Museale Montichiari Musei
Testi / Texts
Alba Cappellieri
Il volume è stato sottoposto al processo di blind peer review ed è stato approvato da revisori esterni indipendenti
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Crediti fotografici / Photo credits
© Scala Archives / National Portrait Gallery, p. 56
© Van Cleef & Arpels SA, p. 116
Courtesy Archivio Gio' Pomodoro, p. 126
© Photo by Gianni Penati / Conde Nast via Getty Images, p. 136
© Photo by Gianni Penati / Condé Nast via Getty Images, p. 137
© Tiffany & Co., p. 153
Photo by Roberto Casasola, p. 161
Courtesy Mattioli, p. 162
Courtesy Aonie, p. 164
Courtesy Federica Rossi Jewels, p. 164
Photo by Roberto Casasola, p. 167
Photo by Daniel Simon / Gamma-Rapho via Getty Images, p. 170
Photo by Daniel Simon / Gamma-Rapho via Getty Images, p. 170
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Le riproduzioni, la stampa e la rilegatura sono state eseguite in Italia / Reproductions, printing and binding in Italy
Stampato da / Printed by Tipostampa S.r.l., Moncalieri (To)
Finito di stampare nel mese di gennaio 2025 / Printed January 2025
Il mondo antico
Sumeri, Egizi e il tesoro di Priamo: le prime catene
Atene, Roma e Bisanzio: le cinture e le catene per il corpo
Dal rigore medievale allo splendore rinascimentale
Dai fasti del Barocco alla Rivoluzione francese L’Ottocento, la Rivoluzione industriale e la catena tra artigianato e industria
Il Novecento: tra esprit nouveau e street style
La catena oggi tra arte, moda e design
Appendice
Come si fa una catena: tecniche e tecnologie
Forme e tipologie
Il distretto vicentino
The ancient world
The Sumerians, Egyptians and Priam’s treasure: the first chains
Athens, Rome and Byzantium: belts and body chains
From Medieval rigour to Renaissance splendour
From Baroque magnificence to the French Revolution
The 19th century, the Industrial Revolution and chain among craftsmanship and industry
The 20th century: among esprit nouveau and street style
The chain today among art, fashion and design
Appendix
How chain is made: tecniques and technologies
Shapes and types
The Vicenza district
Bibliography

Dettaglio dalla tomba di Thomas Christian, Cimitero di Walton, Mississippi | Detail from the grave Marker of Thomas Christian, Walton Cemetery, Mississippi
orna, mentre per Platone essa rappresentava il legame tra vita terrena e spiritualità, un elemento che serpeggiava intorno all’universo.
Dal punto di vista mitologico, Omero descrisse una catena che collegava cielo e terra, costruita da Zeus, e fu probabilmente da questo ideale omerico che si sviluppò la concezione cristiana.
La catena ha un significato importante anche dal punto di vista religioso: per la dottrina cristiana la catena d’oro è connessione tra l’uomo e Dio, simbolo di fede eterna, mentre per buddhisti e induisti essa è l’emblema del karma, quella stretta connessione tra le azioni degli esseri umani e le loro conseguenze.

English School, Lo schiavo in ginocchio, “Non sono un uomo e un fratello?”, ca. 1800 | English School, The Kneeling Slave, “Am I not a Man and a Brother?”, ca. 1800
them feel ennobled and embellished. Plato on the other hand, thought it represented the link between earthly life and spirituality, an element that wound around the universe.
From the mythological point of view, Homer spoke of a chain, made by Zeus, that connected the heavens and the earth and it was probably from this Homeric ideal that the Christian concept developed. The chain also has an important meaning from the religious aspect: for the Christian doctrine, the gold chain is a connection between man and God, a symbol of eternal faith, while for Buddhists and Hindus, it is an emblem of karma, that close connection between a human being’s actions and their consequences.

membro della famiglia reale deceduto, in questo caso la regina Pu-Abi, anche di servi, guardie, musicisti e membri della corte, e ciò ha portato al ritrovamento di grandi quantità di gioielli: oltre agli splendidi esemplari della tomba della regina, vi erano numerosi oggetti provenienti dalla sua corte: collane, cinture, orecchini, braccialetti per le donne; collane, bracciali, ornamenti pettorali e catene per gli uomini. È interessante notare come la lavorazione della catena fosse tutt’altro che semplice: oltre ai comuni anelli, sono state ritrovate catene del tipo nodo entro nodo, tecnica che sembra essere stata preferita dagli orafi antichi a quella più semplice della saldatura diretta di anello in anello. Gli anelli venivano


l’attività degli orafi greci fu limitata a causa della ridotta disponibilità di oro; a questo periodo risalgono le cinture auree, costituite da complessi intrecci a catena e molte sono quelle che, come decorazione del fermaglio, presentavano il nodo d’Ercole variamente arricchito con teste di animali nell’aggancio della catena. I popoli greci ritenevano che la catena fosse il gioiello




Chatelaine, oro e pietre preziose, fine XVIII secolo | Chatelaine, gold and precious stones, late 18th century
Destra. Chatelaine francese con incisione di Jules-Paul Brateau, oro, smalti, platino, diamanti, 1875-1878 | Right. French chatelaine with engraving by Jules-Paul Brateau, gold, enamels, platinum, diamonds, 1875-1878. The Metropolitan Museum of Art, New York




Carlo Giuliano, bracciale di ispirazione rinascimentale con catena d’oro, smalti, diamanti e perle, 1877 | Carlo Giuliano, Renaissance-inspired bracelet with gold chain, enamels, diamonds and pearls, 1877
Castellani, catena con granati, pietre dure e oro, costruita con 14 intagli ovali lavorati con motivi classici, 1870 | Castellani, chain with garnets, hard stones and gold, built with 14 oval carvings worked with classic motifs, 1870
e altri materiali non preziosi, corte attorno al collo, semplici o con pendente un lucchetto, avvolte a più giri attorno ai polsi, o in vita come una cintura.
La terza principale controcultura, l’hip hop, nacque negli Stati Uniti, nei ghetti afroamericani di New York, alla fine degli anni settanta ed era costituita da quattro anime: i graffiti, il rap, la breakdance e il djing. In principio questa subcultura si pose in antitesi alla disco music e ai suoi miti, per denunciare la vita nei ghetti e nelle periferie degradate, ma anche per riscattare questi luoghi e rimanere in contatto con la strada e lo spirito day-to-day degli afroamericani. Il loro guardaroba era costituito da maglie e da pantaloni oversize, felpe da jogging, sneakers, ma soprattutto pesanti gioielli d’oro, spesso ricoperti di pietre preziose. In particolare i rapper indossavano, e tutt’oggi indossano, catene massicce in oro giallo, a volte arricchite da diamanti, lunghe, voluminose, semplici o con pendenti, come ad esempio il simbolo del dollaro, grumette ma soprattutto forzatine nelle loro molteplici derivate e varianti. È interessante notare come la forzatina evocasse il nodo che si usava per legare i forzati neri ai remi, quando venivano deportati dall’Africa per essere ridotti in schiavitù nelle coltivazioni americane, di fatto un richiamo alla condizione di emarginazione e abbandono degli afroamericani. Con l’hip hop e le culture street style a esso riconducibili, la catena divenne un simbolo di denuncia e allo stesso tempo di riscatto sociale da parte di chi voleva far sentire la propria voce. A partire dagli anni novanta le tribù metropolitane furono “divorate” dai mass-media, dando luogo a un supermercato degli stili, in cui tutte le diverse subculture offrirono elementi da assemblare per costruire il proprio stile o per dar vita a subculture ibride,
1970, movimento punk, spille come piercing | 1970s, punk subculture, pin as piercing




Tiffany&Co, bracciale collezione Hardwear, catena oro, diamanti | Tiffany&Co, bracelet, Hardware collection, chain in gold, diamonds, 2017

Marco Gurrieri per Gurrieri Gioielli, collana Ortigia, collezione Arethusa, metallo, pietre dure, ceramica, 2023 | Marco Gurrieri for Gurrieri Gioielli, Ortigia necklace, Arethusa collection, metal, semiprecious stones, ceramic, 2023
Jiwinaia, Aura collana Baroque Pearl, ottone rodiato, zircone, perla d’acqua dolce coltivata, smalto, 2022, ph Xiangyu Liu | Jiwinaia, Aura Baroque Pearl necklace, rhodium plated brass, cubic zirconia, freshwater cultured pearl, enamel, 2022, ph Xiangyu Liu
Iosseliani, collana, ottone, cristalli, conchiglie | Iosseliani, necklace, brass, crystals, shells


Alba Cappellieri
Accademica, curatrice e autrice, Alba Cappellieri è Professore Ordinario di Design del Gioiello e dell’Accessorio Moda al Politecnico di Milano dove dirige il Master internazionale in Jewelry&FashionAccessories: Creativity, Management, Communication. Dal 2013 al 2016 ha insegnato Design for Innovation alla Stanford University. È membro del Comitato Scientifico dell’Ecole Van Cleef&Arpels a Parigi, della fondazione Gijs Bakker ad Amsterdam, della Fondazione Cologni a Milano, del Premio Altagamma Giovani imprese di Milano, del De Beers New Talents Awards a Gaborone, del WJI 2030 Talent & Education committee. Nel 2014 ha fondato e diretto il Museo del Gioiello in Basilica Palladiana a Vicenza.
Ha curato mostre internazionali tra le quali Van Cleef & Arpels, Time, Nature, Love (Seoul 2024), Pomellato&the Arts (Shanghai 2024), Tiffany Wonder (Tokyo 2024), Buccellati The Prince of Goldsmiths (Venezia 2024), e le sue più recenti pubblicazioni includono: Tre secoli di Alta Gioielleria: la Collezione Pennisi (Skira 2023), Tiffany the Landmark, con C. Young, (Assouline 2023), Buccellati: a century of timeless beauty (Assouline 2021), Bulgari Serpenti: il Potere delle Metamorfosi (Silvana Editoriale 2021), Diva!The Italian Glamour in Fashion Jewelry (Silvana Editoriale 2021).
Is an Italian scholar, curator and author in the fields of jewelry. She is the Head of the Jewellery and Fashion Accessories Programs at the Politecnico di Milano, where she also serves as Director of the International Master in Jewelry&FashionAccessories: Creativity, Management, Communication. She is a member of the Scientific Committee of the Ecole Van Cleef & Arpels in Paris, of the Gijs Bakker Foundation in Amsterdam, of the Altagamma Awards in Milan, of the Fondazione Cologni in Milan, of the De Beers New Talents Awards in Gaborone. From 2013 to 2016 she taught Design Driven Innovation at the Stanford University. In 2014 she was the founder and director of the Jewellery Museum in Vicenza.
She curated several International exhibitions including Van Cleef & Arpels, Time, Nature, Love (Seoul 2024), Pomellato&the Arts (Shanghai 2024), Tiffany Wonder (Tokyo 2024), Buccellati The Prince of Goldsmiths (Venice 2024), e le sue più recenti pubblicazioni includono: Tre secoli di Alta Gioielleria: la Collezione Pennisi (Skira 2023), Tiffany the Landmark, con C. Young, (Assouline 2023), Buccellati: a century of timeless beauty (Assouline 2021), Bulgari Serpenti: il Potere delle Metamorfosi (Silvana Editoriale 2021), Diva!The Italian Glamour in Fashion Jewelry (Silvana Editoriale 2021).