Insieme per - agosto 2014

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angelo corti

il gomitolo dell’alleluja Ha annunciato con tanto esempio e poche parole la fede nel Signore risorto e il suo amore per Lui, e si è adoperato affinché potesse continuare a esserci l’Azione cattolica nella parrocchia di Parè

Quando si pensa al dono grande della fede si torna col pensiero e con il cuore a ringraziare il Signore per quelle persone - tante e diverse - che hanno contribuito a far scoprire questo Tesoro prezioso che dà senso e sapore all’esistenza. Sono genitori, parroci, catechisti, persone consacrate... coloro che nelle diverse situazioni della vita accompagnano una persona all’incontro con il Signore Gesù. Sono educatori che testimoniano la bellezza del credere e la donano agli altri, dentro e attraverso la Comunità. “ Il cristiano è parte di un popolo che viene da lontano e che si chiama Chiesa. Nessuno diventa cristiano da sé” ha detto pochi giorni fa Papa Francesco. Ed è vero, la fede si trasmette così, come un gomitolo che si srotola nel tempo, il cui filo passa di padre in figlio, da generazione a generazione, nel modo in cui lo Spirito dispone e ispira. Nella comunità parrocchiale di Parè, Angelo Corti, morto il 9 giugno, è stata una di queste persone: ricevuto il gomitolo da chi l’ha preceduto, ha sroto-

lato a sua volta la parte del filo a lui donato, condividendola con chi ha vissuto e incontrato. La sua è stata una testimonianza significativa di vita cristiana donata alla famiglia, alla professione, alla parrocchia per la quale Angelo si è speso fino in fondo, amandola e servendola con impegno nelle diverse espressioni della liturgia e della pastorale: oratorio e educazione dei giovani, consiglio pastorale, corale, gruppo teatrale, formazione degli adulti, Azione Cattolica... L’esperienza in Ac era per lui un’occasione preziosa, un dono ricevuto e da proporre ad altri : tanto ci ha creduto e tanto si è adoperato affinché potesse continuare ad esserci in parrocchia questa Associazione che educa e forma persone

adulte nella fede. Il nome “Angelo” etimologicamente significa colui che annuncia, che si fa tramite, che serve mediante un comunicare. E questo è ciò che Angelo è stato nella sua vita: fiducioso nella Provvidenza e quindi poco incline all’affanno, capace di leggere la realtà con la sapienza di chi ha una relazione intima con il Signore e una profonda confidenza con la sua Parola, è stato testimone credibile, ha annunciato con tanto esempio e poche parole la fede nel Signore risorto e il suo amore per Lui. Anche nell’ultimo periodo segnato dalla sofferenza ha dato prova della sua fede solida e ha trasmesso serenità a chi gli stava vicino, riuscendo a dare ancora consigli carichi di affetto e di speranza. Ora che in Cielo sta raccogliendo i frutti del bene seminato qui a piene mani, ora che contempla il Signore delle cime camminando felice per le Sue montagne, in chi lo ha conosciuto sorge forte nel cuore il canto dell’Alleluja. Laura Bellandi

giovani adulti

ripensiamo il progetto Dopo diverse riflessioni il Consiglio diocesano è giunto alla conclusione che è necessario rivedere l’intera proposta

La fascia dei 30/40enni rappresenta una stagione della vita ricca di prospettive, dove i sogni, i desideri , le scelte sperate diventano realtà, si fanno vita quotidiana, ma dove si è ancora alla ricerca di una certa stabilità affettiva-vocazionale (matrimonio, laicato responsabile, ecc.) , lavorativa e sociale. La scelta, come presidenza diocesana di curare questa fascia di età, risale a circa 3 anni fa, quando si è costituito un gruppo di lavoro, con l’obiettivo di analizzare la situazione dei 30/40enni in Diocesi e la conseguente fase di progettualità, per elaborare proposte ad hoc per loro. Naturalmente questa attenzione non è maturata dal nulla, ma si è sviluppata principalmente seguendo alcuni passaggi rilevanti. Il primo: cercare di rispondere alle proposte del centro nazionale, il quale nello scorso triennio, attraverso la commissione adulti -giovani, ha lavorato sulla fascia 30/40enni (studio della situazione nazionale, questionario e sintesi del lavoro, materiali formativi,

ecc.), ritenendo che essi sono fondamentali per crescere i nuovi adulti, in quanto proprio per il loro stile di vita, complesso e variegato, portano vitalità e novità nell’associazione. Il secondo: come Diocesi, abbiamo constatato che questa fascia di età è veramente preziosa per la nostra associazione, perchè rappresenta il futuro, sia per una sorta di sfida missionaria (tipica dell’A.c.) e di annuncio del Vangelo, sia come crescita, inserita come rilancio dell’A.c. diocesana e territoriale. Il terzo: attraverso una mappatura dei 30/40enni presenti in Diocesi, ci siamo resi conto che tanti di loro sono sparsi nelle varie parrocchie e che, per diversi motivi, non riescono a partecipare a un cammino formativo territoriale, perdendo così il senso di appartenenza all’associazione, riducendosi a partecipare agli appuntamenti diocesani di rito ( assemblea diocesana, ecc). A livello diocesano, in questi 3 anni sono state proposte diverse attività formative per

i 30/40enni, spaziando dall’aspetto spirituale a quello politico-sociale (weekend di spiritualità, giornate di studio sociale, educativo, campi estivi, ecc.). Nonostante la qualità proposta nelle nostre attività, non siamo riusciti a raggiungere la fascia di età medio-bassa (30-35 anni), nemmeno con l’apporto di modifiche alle formule delle attività proposte, sperimentando incontri territoriali ( zona Como e zona Sondrio), migliorando la modalità di diffusione degli eventi. Dopo diverse riflessioni, come consiglio diocesano si è giunti alla conclusione che è necessario rivedere l’intera proposta. Riteniamo che sia importante curare il passaggio tra giovani e adulti. A livello diocesano è stata costituita una commissione che si occupa del progetto 30/40enni. Per qualsiasi informazione, scambio di idee e opinioni non abbiate paura a contattarmi quale referente del gruppo. Fulvia Digoncelli Vicepresidente Adulti poldoefuffi@alice.it

adele e franco

Così vivi e così vicini Li immaginiamo sempre sorridenti e sereni

Lo sguardo corre verso la verde vallata dei Forni, dove Franco e Adele, in modo repentino e inaspettato, hanno incontrato “sorella morte” lunedì 9 giugno. E con loro è morto il giovane pilota dell’idrovolante Pietro Brenna. Anche la famiglia di mia mamma ha origini premanesi e per questo so quanto gli oriundi che lasciano il paese mantengano ancora uno stretto legame con Premana e i suoi alpeggi. Così era per Franco: appena poteva vi ritornava con Adele che aveva condiviso fin dall’inizio la sua passione. E così sono ritornati anche per questo ultimo viaggio: me li immagino sorridenti e sereni sorvolare i boschi, il fiume, i caselli... Del resto, pensando a tutti questi anni passati insieme, io li ricordo sempre così: sorridenti e sereni. Da giovane insegnante nella scuola materna del mio paese, con Adele eletta presidente, donna saggia, capace di coltivare relazioni e dirimere conflitti. Poi insieme in oratorio, nel gruppo delle catechiste. E poi ancora nella nostra zona Grigne ad accogliere i primi immigrati che giungevano in Italia, dalla Cambogia o dal Libano; un’intera comunità attivata a trovare casa, lavoro, insegnare l’italiano... Franco molto occupato col suo lavoro a viaggiare, ma entrambi impegnati a costruire una famiglia calda negli affetti, unita, aperta agli altri, solidale. La ricchezza che ricevevano la donavano poi con semplicità là dove sentivano di essere chiamati: ai percorsi fidanzati, alle attività educative dell’ oratorio, nella vita associativa dell’Azione cattolica... La formazione qui ricevuta li ha motivati a impegnarsi anche nell’ ambito civile. Nel decennio 1980/90 Franco è stato consigliere comunale e Adele aveva accettato con generosità di far parte della mia lista civica proprio in questo ultimo mandato elettorale. «Se posso essere una risorsa...» mi aveva risposto quando glielo ho proposto, camminando sul Lungolago; guardava Franco e sono sicura che anche questa decisione l’avevano presa insieme! Infine in questi ultimi due anni, liberi da impegni di lavoro, Franco e Adele hanno potuto vivere una nuova primavera e trovare più tempo per i numerosi nipoti e per trafficare le loro doti in nuovi impegni: Adele presidente parrocchiale dell’Ac e Franco, ministro straordinario dell’Eucarestia e impegnato nella San Vincenzo. Tutta la comunità continua a ricordarli con stima e affetto e io debbo confessare di sentirli ancora così vivi e vicini da “coinvolgerli” (così come ho sempre fatto) per avere un consiglio, un’opinione, un sostegno. Misterioso é il nostro destino e tutto passa, ma Franco e Adele hanno di sicuro lasciato un segno indelebile: tutto l’amore ricevuto e donato che non andrà perduto. Cristina Bartesaghi


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