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I rifiuti diventano abiti

Fibre International combatte l’impatto ambientale del settore della moda con la filosofia del chilometro zero e del riciclo

di Enzo Argante

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Convertire i rifiuti derivanti dalla plastica in tessuti e abiti alla moda: nasce così Fibre, business unit del gruppo Valerio deputata alla produzione e alla commercializzazione di capi d’abbigliamento ecosostenibili e ultima nel circuito di filiera integrata dell’impresa. Grazie ai tessuti derivanti dal riciclo della plastica e rigenerati, il brand di Pettoranello del Molise, nato nel 2020, sta anche rilanciando l’ex polo produttivo sartoriale Ittierre dove per anni sono stati convertiti in capi di moda le idee creative di alcuni tra i più affermati stilisti del panorama italiano. Con Fibre International, viene rilanciata così una realtà produttiva che ha reimpiegato una parte di quelle maestranze che per decenni ha reso famoso il distretto industriale, con una valenza sociale importante sia in termini occupazionali che di riqualificazione, di una zona da sempre eccellenza nel settore tessile. “La moda è uno dei settori a maggior impatto ambientale, sia per la filiera troppo lunga e ormai dislocata a livello globale, sia per il materiale utilizzato spesso di bassa qualità e altrettanto inquinante”, afferma Antonio Alessandro Valerio, amministratore e direttore creativo del gruppo. “Realizzare abiti con una filiera locale a chilometro zero e con l’impiego di materie prime sostenibili è il un punto di partenza per una vera rivoluzione green”. Un cambiamento che si rivela sempre più necessario: secondo un nuovo studio pubblicato su Harvard Business Review, intitolato The Myth of Sustainable Fashion, negli ultimi 25 anni il settore della moda non ha fatto altro che generare impatto ambientale, con le emissioni di carbonio che oscillano dal 4%, secondo McKinsey e Global Fashion Agenda, al 10%, stando all’Onu.

Nel corso del Phygital Sustainability Expo a Roma il Gruppo ha presentato in anteprima una collezione di capispalla in materiale riciclato cruelty free che adotta imbottiture in fibre naturali e vegetali come lino e cachemire, in sostituzione a quelle classiche in piuma d’oca. “Siamo orgogliosi di aver preso parte a questo progetto nel quale sostenibilità e moda si sposano. Un connubio che dimostra come le fibre naturali siano un’autentica risorsa che, se affidata all’estro creativo di bravi stilisti, può divenire un elemento di bellezza ed eleganza”, ha dichiarato Valerio. “Inoltre può accompagnare la spinta creativa che muove il fashion verso un approccio più sostenibile e attento all’ambiente”. L’obiettivo strategico del Gruppo è contribuire a ridurre l’impronta sul pianeta e le persone, in particolare con le scelte d’acquisto di materiali e con i processi produttivi. Il contrasto allo sfruttamento di acqua e terreno per la produzione delle materie prime e dei capi finiti, la lotta allo spreco dei tessuti e degli articoli

IL BRAND MOLISANO STA ANCHE RILANCIANDO L’EX POLO PRODUTTIVO SARTORIALE ITTIERRE, CON UN RISVOLTO IMPORTANTE IN TERMINI OCCUPAZIONALI E DI RIQUALIFICAZIONE

Antonio Alessandro Valerio, amministratore e direttore creativo del gruppo

dismessi, insieme alla straordinaria opportunità della moda circolare, sono parte delle nuove strade intraprese dall’azienda di Pettoranello. Una realtà che, nonostante il cruccio principale di molte aziende continui ad essere la crescita del ricavo e non la riduzione dell’impatto ambientale, vuole arrivare all’appuntamento dell’Agenda Onu 2030 lasciandosi alle spalle un percorso virtuoso e sostenibile. Anche in corrispondenza di una situazione che vede il nostro Paese in prima linea in questa battaglia. “L’Italia è la nazione europea con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti, pari al 79,4%, quasi il doppio rispetto alla media Ue, che si aggira intorno al 49%”, spiega il direttore creativo di Fibre. "Grazie a questo processo virtuoso, riusciamo a risparmiare 23 milioni di tonnellate di petrolio all’anno e circa 63 milioni di tonnellate di co2 equivalenti. La carenza di materie prime ci ha spinti a utilizzare quella fonte di energia rinnovabile e non inquinante che è l’intelligenza umana”.

La scelta green del Gruppo Valerio va nel solco delle regole base dell’economia circolare: “Vogliamo essere attori di primo piano in questa tipologia di processi, dove i beni vengono pensati e prodotti per rimanere in circolazione il più a lungo possibile. Una volta arrivati a fine vita, non vengono gettati, ma riutilizzati o riciclati per creare nuovo valore. È l’opposto della tradizionale economia lineare che, invece, segue questo schema: estrarre, produrre, utilizzare e gettare. Realizzare abiti con una filiera locale a chilometro zero e con l’impiego di materie prime sostenibili è il punto di partenza per una vera rivoluzione green”. Fibre ha elaborato un piano concreto per ridurre l’impatto ambientale: “Basiamo la nostra filosofia produttiva sulla ricerca dei materiali attraverso laboratori di analisi e introduciamo un nuovo approccio volto a ridisegnare la filiera mondiale del tessile attraverso un’analisi dei luoghi di produzione delle materie prime e dei luoghi di trasformazione”, afferma ancora l’amministratore del gruppo. “A Pettoranello del Molise, vera e propria culla della modellistica e del design dell’abbigliamento, Fibre introduce innovazioni di processo e di prodotto al fine di ottenere benefici per l’uomo e per l’ambiente, intervenendo sulla modellazione degli abiti con strumenti di analisi digitale e attraverso l’impiego di materiali naturali e di riciclo con il minimo impatto ambientale”.

Nato nel 1998 dal progetto vitivinicolo della famiglia Moretti Cuseri. Un supertuscan elegante, dotato di un'identità unica: tra valorizzazione del territorio e dei vitigni, eccellenza, rigore e innovazione realizzati a partire da una tradizione capace di evolversi. La migliore selezione di una varietà storica di Sangiovese proveniente da un clone unico. Un aggiunta di Merlot per dare immediatezza e longevità.

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