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Guardaroba in affitto

Ti iscrivi, scegli i capi e li noleggi. Poi decidi: comprarli o restituirli. The Paac è la startup che vuole rivoluzionare lo shopping

di Roberta Maddalena

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Complice la tecnologia, stare al passo con le tendenze è sempre più difficile. Questo si riflette nelle nostre scelte di shopping, che ci inducono spesso a fare scelte frettolose, da rimpiangere poco dopo per motivi di budget, spazio, e, soprattutto, ambientali. Avere a completa disposizione un guardaroba illimitato, che però non occupi in via permanente l’armadio dando, altresì, l’opportunità di variare il proprio stile a seconda dell’umore della giornata sarebbe, è proprio il caso di dirlo, un sogno. The Paac ha trasformato questa idea vincente in business.

Gli artefici sono il ceo Alessandro Franzese, Antonio Carmine Napolitano (creative director) e Raffaele Solaro (cmo), che nel 2020 hanno lanciato la startup partendo dal modello della sharing economy. Il suo funzionamento è semplice: ti iscrivi, scegli il piano più adatto alle tue esigenze (tre le opzioni, 69 euro per il piano Smart, 39 per il Basic, 49 per l’Event) e scegli quattro capi dal sito con l’aiuto di un personal shopper high-tech. Il tuo “Paac” arriverà tramite corriere con i capi, che potrai indossare per una, due settimane oppure per un mese, a seconda del piano selezionato. Al termine di questo periodo, potrai acquistarli a un prezzo scontato o restituirli.

“L’idea è nata una sera, mentre aspettavo che la mia ragazza si preparasse per uscire: osservava il guardaroba pieno di vestiti e diceva di non avere nulla da mettere. In quel momento ho avuto l’idea e ho creato una soluzione di fashion leasing che riducesse l’impatto ambientale della moda”, spiega Franzese.

A proposito di impatto ambientale, uno studio della University of Manchester rivela che, in media, circa il 12% del guardaroba di una donna rimane “inattivo”. E ogni anno vengono gettati 92 milioni di tonnellate di indumenti. “Ottimizzando, e allungando, la vita dei capi, lasciando alle utenti la possibilità di trattenere i loro preferiti, risparmiamo circa 250mila litri d’acqua e 250 chili di co2 l’anno per ogni utente attivo sulla piattaforma”.

Finora, la startup ha raccolto circa 430mila euro. “Grazie al capitale raccolto siamo riusciti a migliorare il servizio, e sviluppare una tecnologia che ci garantisce un elevato tasso di soddisfazione e fidelizzazione. Inoltre, stiamo aprendo un round per raccogliere un milione di euro, che ci permetterà di avviare il processo di internazionalizzazione e sviluppare ulteriormente il servizio in Italia”.

Al momento sono 20 le collaborazioni con i brand di fascia medio-alta. Inoltre, è stato aperto un canale B2B2C: “In questo caso ci poniamo come partner per il brand, offrendo un servizio personalizzato grazie a un approccio da full service provider. Questo permette al brand di lanciare un’iniziativa sostenibile senza dover creare un team ad hoc. Inoltre, si possono capitalizzare prodotti di stagioni attuali e precedenti senza dover creare collezioni specifiche, preservando il posizionamento del brand”. www.thepaac.com

IL 12% DEL VESTIARIO DI UNA DONNA RIMANE INATTIVO E VENGONO GETTATI 92 MILIONI DI TONNELLATE DI INDUMENTI ALL’ANNO: IL FASHION RENTAL È L’ULTIMA TENDENZA DELLA MODA CIRCOLARE E A BASSO IMPATTO

INFRASTRUTTURE L’UNIONE FA LA SICUREZZA

La formula vincente di un evento unico che ha saputo mettere in rete 500 specialisti di strade e ferrovie

di Fabrizio Apostolo*

La sicurezza è scesa in pista. Letteralmente. In quel tempio riconosciuto della velocità, l’Autodromo Nazionale di Monza, che per un giorno (il 12 ottobre scorso, anniversario della scoperta dell’America) è diventato anche un maxi-laboratorio di innovazione e testing. Merito di una manifestazione, Visione Sicurezza, che saputo riunire nel circuito del capoluogo brianteo, place to be 2022 anche in virtù del Centenario della struttura e dei successi della squadra di Sensi e Pessina, ben 500 specialisti delle infrastrutture stradali e ferroviarie, tra dirigenti e funzionali del Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, progettisti, imprenditori, sviluppatori di tecnologie concepite per mettere in sicurezza e far durare a lungo, tra le altre cose, i ponti e le gallerie. Visione Sicurezza è un progetto forte di 35 Sponsor giunto alla terza edizione e rivolto ai professionisti delle infrastrutture il cui lavoro, però, come è noto, è determinante per consegnare alle comunità reti sempre più sicure e rispettose dell’ambiente, due obiettivi che si possono raggiungere anche e soprattutto grazie all’innovazione. Il messaggio di Visione Sicurezza, per quanto riguarda le strade, è stato anche e soprattutto quello di Jean Todt, oggi Inviato Speciale Onu per la Sicurezza Stradale, collegato via video con i partecipanti per condividere con loro quello che è molto più di un impegno, mentre sul fronte ferroviario è stata importante la voce di Anceferr, l’associazione delle imprese del settore guidata da Vito Miceli, che tra l’altro ha dichiarato: “Le stazioni appaltanti dovrebbero offrire incentivi, riconoscimenti e agevolazioni alle imprese virtuose che considerano la sicurezza non un costo, ma un investimento, e consentire solo a chi ha reali competenze e adeguate professionalità di realizzare gli interventi, proprio in quanto garantisce gli standard di qualità e sicurezza richiesti”.

Green technology

Per sensibilizzare il settore sui temi della si-

Conference, laboratori, networking ed experience (per esempio la guida in pista) a Visione Sicurezza 2022

Insieme per vivere una mobilità più sicura, innovativa e sostenibile. Mettendo in azione il cuore. È stata la sfida, vinta, di Visione Sicurezza 2022

curezza, dell’innovazione e anche della sensibilità ambientale (l’evento ha compensato le 15 ton di CO2 prodotte investendo in un progetto di tutela forestale in Zimbabwe), la conference&media company Vision, guidata dai ceo Irina Mella Burlacu e Giorgio Mannelli, rispettivamente anche ceo dei Platinum Sponsor Vita International e AstepON, ha organizzato un evento “kolossal”, portando sul palco della conferenza ben 30 relatori, tra cui il filosofo Vito Mancuso e l’innovatore Bibop Gresta, nonché diversi amministratori delegati e direttori tecnici di aziende del settore, facendo correre in pista i manager, con opportuni training e affiancati da istruttori Puresport, nonché facendo provare loro l’esperienza delle Tesla

autonome portate da Driwell con Noleggio Elettrico. Ultimi ma non ultimi, è il caso di dirlo, i laboratori, con 16 tecnologie fatte toccare con mano ai partecipanti, dai sistemi innovativi di illuminazione per guardrail a luce radente (GuardLED) ai materiali compositi di rinforzo per le strutture.

Cultura tecnica

L’opera di sensibilizzazione di Visione Sicurezza 2022, che ha avuto il patrocinio di Mims (Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili), Ansfisa (Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Infrastrutture Ferroviarie, Stradali e Autostradali), Anas (Gruppo FS Italiane) e Cni (Consiglio Nazionale ingegneri), che ha erogato sei crediti formativi, proseguirà anche attraverso un nuovo magazine rivolto agli addetti ai lavori, Vision Journal, le cui edizioni speciali cartacee sono state presentate ufficialmente proprio nel corso dello “special day” dell’Autodromo lombardo. Racconta e racconterà esattamente i temi di Visione Sicurezza: la sicurezza, l’innovazione e la sostenibilità ambientale di strade e ferrovie. Trovate l’edizione digitale e anche il numero zero del cartaceo, in versione sfogliabile, su www.visionjournal.it.

Network specialistico

Chiudiamo sottolineando ancora una volta l’importanza del messaggio di Visione Sicurezza: l’unione di intenti tra tutti gli attori della filiera delle infrastrutture, dai normatori ai gestori, dai progettisti agli imprenditori, agli sviluppatori di tecnologie. A Monza, come abbiamo ricordato, erano in 500, in presenza, decisamente di più ci seguono costantemente, ogni giorno, su web e social, con uno spirito che è soprattutto quello dei costruttori di ponti o di gallerie: lo spirito della connessione per andare - tutti insieme - in un’unica direzione, quella del miglioramento costante delle opere che ci consentono di muoverci. Per farlo occorre la buona tecnica, naturalmente, ma anche quello spirito che sa gettare il cuore oltre l’ostacolo, quel “coraggio”, ovvero “azione del cuore (cor, cordis)” che il professor Mancuso sul palco di Monza ha indentificato come sintesi piena di senso dei termini “sicurezza” e “visione”. L’intelligenza dell’andare oltre ma poggiando sempre su solide basi, fatte di competenza e serietà. Per saperne di più: www.visionesicurezza.it. *Responsabile Comunicazione Visione Sicurezza

I ceo di Vision Irina Mella Burlacu e Giorgio Mannelli con (al centro) Fabrizio Apostolo, VisionJ

ISTRUZIONE, CONCORSI E PUBBLICO IMPIEGO

Nel diritto universitario lo studio legale Bonetti & Delia ha condotto molte battaglie: tra queste gli oltre 20mila ammessi a medicina e odontoiatria

Lo studio legale Bonetti & Delia, nato dalla fusione dello studio legale dell’avvocato Michele Bonetti e quello dell’avvocato Santi Delia, portando avanti un nuovo know how dei due avvocati, dal 2005 si è specializzato nella materia dell’istruzione, del pubblico impiego e dei concorsi pubblici, conseguendo numerose ed importanti vittorie in tali ambiti. Nel campo del diritto universitario lo studio legale Bonetti & Delia ha portato avanti diverse e fondamentali battaglie, prima fra queste quella per l’accesso ai corsi di laurea a numero chiuso. Per medicina e odontoiatria sono oltre 20mila gli ammessi nel corso degli anni grazie al percorso giudiziale svolto con lo studio. Molti sono stati i risultati scaturiti dalle battaglie intraprese nel corso degli anni, come l’introduzione della graduatoria unica nazionale, l’accesso ad anni successivi al primo da corsi di laurea affini o da atenei esteri senza superare la prova di ammissione e l’ampliamento dei posti utili all’accesso. Lo studio legale Bonetti & Delia, da sempre specializzato nell’ambito del pubblico impiego e nelle varie impugnazioni dei concorsi pubblici, ha ottenuto svariate vittorie in tale settore, come il ricorso straordinario accolto dal Presidente della Repubblica che ha determinato l’abilitazione ad oltre un milione di docenti diplomati in magistrale. A tutela del personale sanitario, lo studio attualmente è impegnato in pratiche innovative, tra cui quelle inerenti al diritto alla stabilizzazione anche del personale già di ruolo a tempo indeterminato, seppur in categorie inferiori. Inoltre a tutela del personale delle forze dell’ordine lo studio ha intrapreso una battaglia in merito al mega concorso per il reclutamento di 1.300 allievi di Polizia. Giunta la questione fino alla Corte Costituzionale, è stato possibile consentire migliaia di reclutamenti. Infine, lo studio legale Bonetti & Delia si contraddistingue per il costante impegno in tutto il diritto amministrativo, essendo caratterizzato da competenze specifiche, le quali risultano fondamentali e necessarie per affrontare la gestione di contenziosi individuali e collettivi in materia di accesso al pubblico impiego, sanità, istruzione e diritto universitario e forze armate. Le punte di diamante dello studio rimangono per tali categorie la materia del diritto all’istruzione, il contenzioso nei concorsi pubblici e il pubblico impiego, dove i due fondatori dello studio legale sono impegnati in prima persona in tutti i tribunali della Repubblica e dinanzi alle giurisdizioni superiori.

Gli avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, fondatori dello studio legale

QUANTO È IMPORTANTE LA STRUTTURA SOCIETARIA

Crescita, innovazione e metodi di controllo dei rischi: l’organizzazione amministrativa e finanziaria deve essere in grado di garantire questi aspetti

Le pmi Italiane affrontano poche volte le tematiche di ristrutturazione e di governance, andando spesso a rimediare anziché prevenire sui sistemi di controllo e sulle procedure interne. Uno dei principali problemi consiste nella necessità di implementare alcune linee guida internazionali. Queste infatti sono spesso e progettate pensate per società di grandi dimensioni e/o quotate in borsa, e quindi con molte risorse già organizzate e disponibili. La mancanza di personale qualificato da responsabilizzare per i diversi ambiti amministrativi, nonchè la difficoltà di gestire decine di fornitori esternalizzati, molto spesso sono due aspetti che costituiscono anche un limite. In questo contesto, molte aziende si ritrovano senza procedure, e senza una chiara definizione dei ruoli di responsabilità. Lo Studio Gazzani cerca di guidare le imprese ad una chiara organizzazione amministrativa e finanziaria, aiutando le aziende a individuare la forma di struttura più adatta alle loro esigenze, che permetta il giusto equilibrio tra la crescita, l’innovazione e allo stesso tempo dei metodi di controllo dei rischi e di monitoraggio degli obiettivi minimi della cultura aziendale. In Italia non è sufficiente essere aderenti alla legge, per la presenza di una burocrazia molto lenta e onnipresente: ecco perché risulta fondamentale e vincente andare oltre gli obiettivi minimi di legge, implementando e aggiornando periodicamente le procedure di controllo. Molte linee guida, come ad esempio gli standard Gli (Global reporting initiative), i Modelli di Governance 231 (un insieme di protocolli che regolano e definiscono la struttura aziendale e la gestione dei suoi processi sensibili), il Codice etico e il Bilancio di Sostenibilità, possono essere proporzionali alla struttura dell’azienda e contenere gli impatti generati dall’impresa stessa. Seguire linee guida internazionali o sistemi di procedure interne si rivela fondamentale nella delega di alcune responsabilità in azienda: solo in questo caso la responsabilità della governance può essere limitata, contenuta e monitorata, fintanto esclusa per l’imprenditore. Un semplice esempio può essere costituito da un investimento immobiliare fatto da una società. Se l’investimento, poi rivelatosi scorretto, è stato perfezionato dopo la singola analisi di una sola persona, senza un sistema di controllo in grado di prevenire una possibile frode, il giudice lecitamente contesterà l’operazione fraudolenta non soltanto all’amministratore, ma anche all’imprenditore stesso. Se invece l’investimento fosse stato concluso in seguito allo Studio di un Comitato Tecnico dedicato, che avesse previsto la doppia autorizzazione all’investimento, l’eventuale pregiudizio potrebbe essere stato limitato e dunque sarebbe stata esclusa la responsabilità dell’imprenditore.

Massimo Gazzani, partner e fondatore di studio Gazzani

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