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di Santi Urso

Cattivi di successo Diabolik e la sua splendida compagna, Eva Kant, hanno compiuto cinquant’anni. Insieme cercheranno di sfuggire all’ispettore Ginko chissà per quanto tempo ancora!

L’incontro tra Diabolik ed Eva Kant avviene nel 1963 al terzo numero del fumetto (intitolato L’arresto di Diabolik).

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Quello che è successo nel paradiso terrestre lo sappiamo: Adamo stava ringraziando Dio per l’idilliaca vita coniugale che gli aveva confezionato proprio nel momento in cui Eva stringeva il patto col serpente. Da quel momento è diventata quasi una regola: condividere tutto, casa, preoccupazioni e lavoro più che cementare può portare alla disgregazione di un’unione, e alla ricerca di complicità esterne, più fantasiose ed evasive. A Diabolik è andata diversamente: con la sua Eva è complicità indissolubile e inespugnabile. Lo ha confermato lei stessa, “intervistata” in occasione del suo “compleanno” da Antonio D’Orrico, su Sette, il magazine del Corriere della Sera: «Io lo amo e Diabolik mi ama come la prima notte». L’intesa è incominciata nel marzo del 1963, e finora nessuno meglio di Andrea Leggeri (in Dammi un bacio da fumetto, antologia di amori di carta, pubblicata da Coniglio editore) ne ha cantato la poesia: «Sono la coppia più longeva del fumetto italiano, complici nell’amore come nell’attività criminale che li vede impegnati a rubare ai ricchi per dare… a se stessi. Il più spietato e glaciale degli antieroi del fumetto si scioglie soltanto in compagnia della sua eterna fidanzata, con la quale vive un rapporto simbiotico. La proverbiale freddezza del “re del terrore” svanisce puntualmente davanti agli occhi verdi della splendida Eva, che lungi dall’essere la classica figura femminile di contorno, gli tiene testa per carisma e personalità. Ma gli è senz’altro superiore in quanto a fascino». I lettori, che hanno negli occhi i suoi lineamenti, ispirati alle bionde di Alfred Hitchcock (da Grace Kelly a Kim Novak), lo sanno da generazioni, chi non la conosce o l’ha trascurata (magari distratto da televisive, veline, vallettine, prezzemoline inutilmente procaci) si è avvicinato a quel fascino nella mostra che la classica rassegna Cartoomics, il Salone del fumetto di FieraMilano Rho, ha dedicato a Lady Eva Kant. Un omaggio accompagnato dall’arrivo in edicola, nel fatale marzo, di I segreti di Morben, un albo della “diabolika” saga tutto dedicato a lei dalla Astorina, la casa editrice che ha inventato la coppia.

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Il primo numero di Diabolik esce nel novembre 1962 (il prezzo di copertina è 150 lire). C’è da sottolineare che la sua Jaguar nera truccata ha anticipato di un anno l’Aston Martin di James Bond. Diabolik ha avuto una versione cinematografica nel 1967 per la regia di Mario Bava: il “re del terrore” fu interpretato da John Phillip Law, Eva Kant da Marisa Mell e l’ispettore Ginko da Michel Piccoli. Diabolik è diventato anche una serie di cartoni animati.

La ricorrenza è un’occasione per riflettere sul destino del “re del terrore”, ispirandosi alle parole di un grande studioso, Franco Fossati, che scriveva: «Molto è stato detto – il più delle volte a sproposito – circa l’influenza negativa del cosiddetto fumetto nero sul grosso pubblico, soprattutto sui giovani. La nascita di Diabolik ha allarmato a lungo i benpensanti che hanno voluto vedere in questi albi solo l’esaltazione del delitto e di ogni possibile crimine contro i valori che regolano la società». L’osservazione fotografa perfettamente l’accoglienza riservata all’uomo in nero, che, oltretutto sparigliava il gioco degli eroi convenzionali: per molti il suo ininterrotto, malefico, trionfo sull’ispettore Ginko era una rivoluzionaria risposta alle edificanti gesta benefiche di Superman (o Nembo Kid che dir si voglia). E la difesa di Fossati era in anticipo sui tempi della gloria: è scritta nel dizionario I fumetti in 100 personaggi pubblicato da Longanesi nel 1977. Dove si ricorda anche: «Contrariamente a quanto affermano improvvisati “esperti” Diabolik fu accolto con una certa freddezza dal pubblico. A prima vista si confondeva con i normali gialli scritti e nessuno avrebbe potuto supporre che era nato un nuovo genere». Il fumetto nero, appunto.

Il vero boom arriva nel 1964, in sintonia con l’aria di ribellione che si comincia a respirare (le prime consistenti contestazioni studentesche iniziano quell’anno) e Fossati ne ricordava i fumettistici effetti collaterali: «Il successo commerciale di Diabolik determinò la nascita di un gran numero di imitazioni, il più delle volte scadenti ed effimere ma che provocavano le solite reazioni: lettere dei benpensanti ai giornali, polemiche, sequestri, processi, condanne». Nessun epigono è sopravvissuto a Diabolik. Il tempo ha dato abbondantemente ragione a lui, rimasto in sostanza fedelissimo alla formula iniziale, senza aggiunte gratuite di erotismo e violenza. E i 50 anni di Eva sono l’occasione per riflettere anche su un’intesa basata esclusivamente sulla forza dell’amore: Diabolik e Eva sono una coppia di fatto. Mai sposati, sono rimasti inseparabili amanti sin dal primo incontro (avvenuto nella terza uscita delle avventure di Diabolik, nato nel novembre 1962, e fino a quel momento fidanzato con un’altra). Fossati ricordava: «Uniti da un rapporto completo e profondo – neppure sfiorati da stanchezze o tradimenti – il loro amore è fatto di sguardi, di sentimenti e di attimi di abbandono». Una monogamia non insolita (Flash Gordon e Dale, l’Uomo mascherato e Diana, Mandrake e Nar-

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Telediabolik Sky Cinema sta lavorando alla realizzazione della serie tratta dal fumetto cult: le vicende saranno fedeli alla linea tracciata dalle due sorelle Giussani. La serie (13 episodi da 50 minuti) farà calare lo spettatore nel mondo di Diabolik, un mondo sospeso nel tempo. Un mondo di luci e ombre, di avidità e onore, di piani geniali, fughe spettacolari, colpi di scena e sofisticate tecnologie a servizio del crimine. E dove il bene e il male sono in perenne conflitto. Il progetto, che sta attirando l’interesse del mercato internazionale, sarà realizzato con la collaborazione di Mario Gomboli, che ha raccolto l’eredità delle sorelle Giussani e ne prosegue l’avventura, curando la pubblicazione dei fumetti attraverso la casa editrice Astorina. La realizzazione del trailer (da dove sono riprese queste foto) ha richiesto tre mesi di lavoro, tra riprese e post-produzione. Lo studio del costume è durato quasi due mesi, con un lungo lavoro creativo per trovare il giusto equilibrio tra l’aderenza al fumetto e le opportunità date dalla trasposizione filmica del personaggio. E dalla gamma di movimenti data da un corpo vero: per il trailer, il costume è stato indossato da un ex atleta, campione di nuoto, che ha reso in modo straordinario la capacità di Diabolik di muoversi come un’ombra invisibile e imprendibile. Tutti gli ambienti del trailer sono stati ricreati con ricostruzioni 3D e le riprese, a 4k, sono state effettuate con la Red Epic, le macchine da presa di ultimissima generazione. 93 For Magazine


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Sopra, Angela e Luciana Giussani insieme con i personaggi da loro inventati, Diabolik ed Eva, in un disegno rievocativo pubblicato nell’albo Ritorno all’isola di King, uscito nel novembre 2002, quarant’anni dopo il primo numero. «Diabolik è un criminale, non un giustiziere», ripeteva spesso Angela Giussani per descrivere l’eroe del suo fumetto.

da conoscono tentazioni e non scappatelle, anche se The Magician è un po’ chiacchierato per via dell’erculeo e altrettanto fedele Lotar), ma resa leggendaria dalla tenacia e dal comportamento di Eva. Che sa trarre d’impaccio Diabolik anche quando pare spacciato ed è tanto fedele quanto autonoma. Ed è questo che la rende unica: lei cammina a fianco del suo uomo. Di ragazze indipendenti e coraggiose è pieno il mondo del fumetto, da Dragon Lady a Sala, da Barbarella a Pravda, da Phoebe Zeit-Geist a Valentina (in Italia, per una breve stagione, la sola rivale di Eva Kant in popolarità), ma il prezzo dell’indipendenza è, come spesso accade anche nella vita reale, una solitudine gabellata per scelta consapevole. Alla personalità di Eva si dev’essere trasmessa la forza tranquilla di Angela e Luciana Giussani: in tempi in cui si parlava molto di diritti e parità hanno creato un personaggio femminile che dava alle donne il più combattivo degli esempi.

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