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La concessionaria è forte su mobile e desktop e attende la delibera per poter introdurre lo standard HBBTV2, necessario a far funzionare le smart tv in Italia. Luca Di Cesare, managing director per l’Italia, ha sollevato anche il problema delle misurazioni: «gli istituti di misurazione danno risultati sostanzialmente differenti, è necessario accordarsi si una sola fonte»

Smartclip Attende l’avvento dell’Addressable Tv. E svela: “I video preroll sono più efficaci degli in-text”



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editoriale

di

Daniele Bologna - dbologna@growingcm.com

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stavolta parliamo di lavoro Qual è la meta perfetta per chi cerca un lavoro in ambito informatico e tecnologico? Quale treno prendere se si ha una passione sfrenata per i social media o per il digital marketing? Dove conviene trasferirsi se si vuole un lavoro in ambito dell’automazione? Jobrapido, primo motore di ricerca di lavoro al mondo, attivo in 58 Paesi con 35 milioni di utenti unici mensili e con più di 60 milioni di utenti registrati, ha approfondito il tema del mercato dell’Innovazione in Italia, creando una vera e propria mappa dei lavori più richiesti al momento nel nostro Paese per i settori più legati allo sviluppo tecnologico. L’analisi è stata condotta prendendo in considerazione il numero di annunci presenti nel mese di luglio all’interno del portale Jobrapido. Sono più di 10.000 le offerte delle aziende nel nostro Paese nei settori più legati all’innovazione. Il podio è occupato dalla Programmazione, per un totale di 5.257 annunci presenti, quello del Marketing e Comunicazione Digitale, che raccoglie 3.072 annunci, e quello dell’Ingegneria, soprattutto legata ai processi di automazione, con 1.911 annunci. Il Nord Italia è senza dubbio la meta migliore per chi sa destreggiarsi tra codici, sviluppo di applicazioni e linguaggio Java. Milano, in particolare, si dimostra molto attiva nella ricerca di personale in questi ambiti, per un totale di 1.517 annunci. Tra le figure professionali più ricercate spiccano Developer, App Developer e Java Developer.La tecnologia, indubbiamente, apre a nuovi scenari anche per quanto riguarda le strategie di Marketing e Comunicazione. Secondo i dati Jobrapido, al primo posto di Milano segue il Centro Italia, con Roma in particolare, che si dimostra una meta ideale per professionisti di Social Media e Marketing Online o per gli esperti di Big Data, per un totale di 319 annunci. Tra le figure più richieste compaiono Social Media Manager, Digital Marketing Manager, E-Commerce Manager e Data Analyst. Con una laurea in Ingegneria il Piemonte è una buona meta. E proprio l’ingegneria è forse il campo di studi più utile per chi voglia intraprendere un percorso professionale nel mondo della tecnologia e dello sviluppo tecnico di prodotti innovativi. Il Nord Italia, ancora una volta, è la destinazione con più possibilità per chi ha una laurea in questo ambito, soprattutto per chi si vuole cimentare nello sviluppo di processi di automazione. A Torino c’è buona richiesta di personale in questo settore, per un totale di quasi 200 annunci. Le figure più ricercate? Ingegnere dell’Automazione, Project Engineer e Quality Engineer. “Lo sviluppo tecnologico sta cambiando le priorità nelle strategie di business aziendale e questo, indubbiamente, porta alla necessità di poter contare su figure esperte in materia”, ha dichiarato Rob Brouwer, chief executive officer di Jobrapido.

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Smartclip attende l’avvento dell’Addressable Tv. E svela: “I video preroll risultano più efficaci degli in-text”

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in questa immagine, da sinistra, giuseppe bronziono, sales director, e luca di cesare, manager director per l’italia di smartclip. In questa intervista raccontano nel dettaglio obiettivi e prospettive della struttura

La concessionaria è forte su mobile e desktop e rimane in attesa della delibera che introdurrà lo standard HBBTV2, necessario per poter portare anche in Italia l’Addressable TV. Luca Di Cesare, managing director per l’Italia, ha sollevato anche il problema delle misurazioni: «gli istituti di misurazione danno risultati sostanzialmente differenti, è necessario accordarsi su una sola fonte» di

Francesco Lattanzio

Il

segmento video continua a crescere e così gli attori al suo interno. Le possibilità a disposizione degli advertiser sono ormai innumerevoli, e tra mobile e desktop sono possibili molte combinazioni per la delivery delle campagne. In Italia, però, manca un frammento che potrebbe dare ulteriore linfa all’immortale televisione, proprio grazie a quello che negli ultimi anni si è configurato come il suo principale rivale a livello di revenue: internet. L’Addressable Tv non è ancora in realtà nella Penisola, ma Smartclip ha già dimostrato la sua potenza in Germania e presto lo farà nei paesi Scandinavi. Intanto la società ha aggiunto alla

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sua proposta in-text e preroll un nuovo formato creativo ad alto impatto, con la collaborazione di ArenaDaemon. Le novità non sono finite, e 360com ha chiesto a Luca Di Cesare, managing director di Smartclip Italia, le mosse e la visione della società. Insieme a ArenaDaemon avete lanciato da poche settimane un nuovo formato Ghost Over. Come funziona? Il formato è stato pensato per il mobile, che per noi ha un ruolo strategico molto importante. Consiste in una creatività che appare in sovraimpressione sul contenuto e si muove sullo spazio dello schermo, ma permette all’utente di continuare la lettura, abbinando un forte im-

patto a una user experience di qualità. Siamo sempre alla ricerca di formati innovativi e impattanti ma che mantengano anche alti standard di ux, e la nostra ultima proposta ha già incontrato pareri favorevoli da parte dei nostri clienti, tanto che a poche settimane dalla presentazione alcune campagne sono già in via di rollout. Come si compone la vostra offerta video? Oltre al formato GhostOver, raggiungiamo gli utenti su mobile e desktop, attraverso formato in-text e preroll. Gli ultimi sono quelli più richiesti e lavoriamo associando a contenuti video di qualità ads premium secondo un’attitudine televisiva. Nella maggioranza dei casi le campagne che eroghiamo sono

collegate a flight tv. In tanti parlano di una carenza di inventory di qualità. È d’accordo? Anche voi lo considerate un problema? Quando siamo arrivati in Italia si parlava ancora poco di preroll. Andavano invece i formati espandibili, quelli che ora consideriamo generalmente invasivi. Abbiamo quindi avuto tre anni di tempo per formare un inventario in un momento particolarmente propizio e abbiamo ottenuto risultati importanti, tanto che ora disponiamo mensilmente di un bacino di 130 milioni di preroll su desktop e 60 milioni, tra ANNO ANNOVIIVII| |#4 #4| |MARTEDÌ MARTEDÌ1818OTTOBRE OTTOBRE2016 2016


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preroll e pre app, su mobile. Offriamo anche formati in-text appoggiandoci ai nostri partner, ma sembra che i clienti percepiscano i preroll come una possibilità più efficace. Le metriche d’altronde confermano, mostrando migliori risultati in relazione a tutti i KPI. A livello internazionale operate molto anche con l’Addressable Tv. Perché in Italia non è ancora attiva? L’Addressable Tv non è altro che l’unione di due servizi: al flusso della televisione lineare si aggiunge internet e la sua interattività. La sfida del web si gioca sui dati, e presto sarà così anche sul territorio televisivo. In confronto al resto dell’Europa, dove è già possibile fruire del nuovo standard, in Italia non è ancora stato adottato il nuovo protocollo HBBTV2 (Hybrid broadcast broadband Tv) e bisognerà attendere la delibera per poter introdurre il mezzo sul territorio. Broadcaster e inserzionisti però capiscono quanto sia rivoluzionaria questa tecnologia, e in effetti possiamo dire che sia il futuro della pubblicità. Consegna nelle mani degli advertiser possibilità al momento riservate al digital, come geotargetizzazione degli spot tv, controllo di frequenza e interattività, ottimizzando e potenziando così

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Speciale IAB Seminar Video i budget per la pubblicità. Vi permetterebbe di aumentare la vostra offerta multiscreen. Il multiscreen è un approccio che abbiamo adottato dal primo momento. Un inserzionista non può limitarsi a investire su un solo device e per questo abbiamo strutturato la nostra tecnologia per la consegna delle ads su desktop, mobile, smart tv e console. Queste ultime non sono più solamente dispositivi di gioco, ma accedono ad app e marketplace all’interno dei quali riusciamo a monetizzare in maniera interessante. Inoltre incidono in termini di inventario e ci permettono di ampliare la nostra offerta in programmatic. Quindi si, l’aggiunta dell’Addressable Tv al nostro portafoglio di prodotti chiude sostanzialmente il cerchio dell’offerta video. Parliamo di viewability. UPA, insieme a FCP, sta

preparando un White Paper sul digitale e tra gli argomenti di confronto ci saranno gli standard relativi alla fruizione della pubblicità video online. È possibile arrivare a conciliare tante teste e tante richieste? Al momento la situazione è proprio così, direi un po’ confusa, con inserzionisti diversi che richiedono standard differenti, rendendo particolarmente complicato il lavoro delle concessionarie che non si sono attrezzate per tempo. Io partecipo alle discussioni sedendo al tavolo di FCP e devo dire che è un tema molto sentito da tutti gli operatori del mercato che si stanno riunendo per trovare insieme la soluzione migliore. Per quanto riguarda Smartclip nello specifico, non soffriamo molto della diversità di standard che ci vengono richiesti, ci preoccupa piuttosto la frammentazione della misura che è a

mio avviso il problema centrale: i risultati sulle stesse campagne restituiti da istituti differenti, a volte, sono cosi diversi tra loro da suggerire che la stessa campagna sia andata, contemporaneamente, male e bene. È importante quindi affidarsi a un istituto di misurazione riconosciuto da entrambi gli attori della compravendita pubblicitaria. Possiamo valutare l’andamento del 2016? L’anno sta andando bene, siamo in linea con gli obiettivi di crescita che ci siamo dati all’inizio delle attività. Avete delle novità in cantiere? Continuiamo a lavorare per migliorare i nostri prodotti e per offrire sempre nuove soluzioni ai nostri partner. Quindi ci saranno novità interessanti. L’introduzione dell’Addressable TV, in ogni caso, sarà il nostro focus principale.

In linea con gli

obiettivi di crescita

in questa foto, il team di smartclip, che oggi è in grado di allineare un patrimonio mensile costituito da un bacino di 130 milioni di preroll su desktop e 60 milioni su mobile tra preroll e pre app

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In Italia, il 16,5% della spesa in advertising digitale riguarda il video

Tradelab: video e programmatic, un matrimonio destinato a durare L’intervista al country manager, Gaetano Polignano, che spiega l’andamento del mercato programmatico e i vantaggi che la tecnologia può offrire nel campo delicato del video advertising di Anna Maria Ciardullo

Tradelab è una piattaforma di marketing programmatico, ma non solo. È anche un’azienda attenta alle novità, sensibile ai cambiamenti del mercato e sempre alla ricerca di dati e tendenze da scandagliare tramite analisi approfondite e l’instancabile lavoro del suo team motivato ed esperto. I provider programmatici, come Tradelab, svolgono un vero e proprio lavoro di evangelizzazione rivolto ai propri clienti per assicurarsi che siano a conoscenza delle opportunità sempre nuove che il mercato offre e, soprattutto, per spingere le aziende a inserire nuovi formati e tecnolo-

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gie all’interno dei loro piani media. Tra le principali tendenze del 2016 nel mercato del programmatic adv vi è senza dubbio quella del video che rappresenta oltre un ottavo della spesa advertising in programmatic. Tutto ciò che c’è da sapere sull’argomento nell’intervista a Gaetano Polignano, Country Manager di Tradelab. A quanto ammonta la percentuale di video advertising sul mercato programmatico? Gli Italiani, da sempre grandi amanti del canale televisivo, stanno cambiando abitudini approcciandosi sempre di più al digitale. Il tempo di fruizione lineare della tv è in declino da diversi anni,

mentre il 77% degli italiani guarda video in streaming per circa 2h al giorno. Questa crescita è dovuta a differenti fattori: la diffusione della fibra ottica e del 4G, la penetrazione della Smart TV e l’integrazione del video all’interno dei social. Per stare al passo con i tempi, tra il 2014 e il 2015, gli advertiser che, fino a poco tempo fa mettevano il budget video digitale in secondo piano rispetto a quello televisivo, hanno iniziato a investire sul digitale portando l’Italia ad un’alta percentuale di spesa su questo canale: il 16,5%, una taglia di mercato tra le più alte al mondo, pari merito solo con gli USA. Altro dato interessante riguarda la crescente importanza del programmatic: 38 milio-

ni sono i ricavi realizzati grazie all’acquisto automatizzato nel 2015 e si prevede che nel 2020 lo share raggiunga il 46.6% per un valore di 245 milioni di euro. In che cosa consiste la differenza principale tra una campagna televisiva e una campagna video in programmatic? Se il KPI resta il GRP per entrambi, nei fatti il digitale ha numerose specificità che rendono il video online difficilmente comparabile alla tv tradizionale. Mentre in televisione lo spot dell’inserzionista viene lanciato in un tunnel pubblicitario di qualche minuto, insieme a spot di altri advertiser, sul web un unico advertisement

viene caricato su un solo video. Il targeting viene effettuato in modo iperprofilato per individuo, mentre per la televisione il targeting resta impreciso, familiare. Il fatto di targettizzare un utente, invece di un nucleo familiare, dà la possibilità di utilizzare il video come il first step di una completa strategia di storytelling, in cui i successivi touchpoint potranno avere messaggi differenti a seconda della posizione dell’utente nel funnel di conversione. Un altro elemento che davvero fa la differenza è la possibilità di misurare precisamente l’impatto della campagna e la visibilità dell’annuncio. Il dibattito sulla viewability è sempre all’ordine del giorno e la visibilità sta diventando un kpi fondamentale per tutti i brand. Come è possibile misurare la visibilità dei video? Ci sono diverse possibili strategie: può essere affidabile diffondere unicamen-

te in click-to-play, in quanto implica che l’utente sia davanti al contenuto al lancio del video. Anche l’inseri-

mento di un tag ogni quarto di video è un metodo altrettanto sicuro per conoscere la visibilità reale, come la posANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016


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trasparenti riguardo a queste metriche, che sono preziosissime per la valutazione reale dell’impatto del video sull’utente. Infine, è importante utilizzare dei sistemi antifrode affidabili che assicurino la diffusione dei preroll prima del caricamento di giochi o di altri contenuti non di qualità, come siti di streaming e così via .

sibilità di stoppare il video quando l’utente cambia la finestra di navigazione. Altro elemento spesso trascurato,

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è che è necessario che tutti i player (non solo i trading desk, ma anche le concessionarie, gli editori, ecc) siano

Come si integra il video nelle strategie multischermo? Il cross device si rivela estremamente importante in campagne video, dato che il mobile sta diventando la piattaforma principale per il consumo di video, insieme al tablet. Al cambiamento del comportamento del consumatore, che da spettatore televisivo si sta pian piano trasformando in un consumatore multiscreen, deve seguire anche un cambiamento del formato a seconda del device: al momento il formato più inflazionato per il video è il preroll ma, per esempio, per la navigazione da mobile è consigliato produrre dei video più corti, integrati al contenuto e quindi meno fastidiosi per la navigazione dell’utente. Il mercato sta reagendo in fretta, esistono aziende specializzate, che propongono interazioni

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16,5% 46%

si tratta dell’ampia fetta di connazionali che guarda video in streaming per almeno due ore al giorno

si riferisce alla quota di investimenti in pubblicità digitale che viene impiegata per realizzare video

molto specifiche per terminale integrando all’interno del video degli elementi dipendenti dalla geolocalizzazione dell’utente in grado di aumentarne il livello di coinvolgimento.

Il fatto che un video adv sia skippable o no dipende dal formato o è una scelta che fa di volta in volta l’inserzionista? Nella maggior parte dei casi

questo dato è collegato all’incidenza sull’adv digitale del programmatic stimata per l’anno 2020

dipende o dal formato o dal contesto. Formati come l’inread o l’overlay sono non skippable per definizione. Per quanto riguarda il contesto, vi faccio un esempio semplice: su un contenuto di lunga durata, tipo il re-

play di un’emissione televisiva che può durare 30 minuti o anche più, lo skip non è una necessità, in quanto il video adv è associato a un contenuto televisivo per il quale l’utente non avrebbe avuto la possibilità di saltare la pubblicità. Per i video più corti, invece, lo skip e la durata d’intervento (15/30 secondi) variano in funzione del formato e del device, tenendo comunque conto che l’impatto di un video visto al 100% in modalità skippable sarà molto più alto rispetto a quello di un video non skippable o in auto-run. Quali sono ad oggi i formati di pubblicità video emergenti? Il preroll resta un formato imprescindibile, tuttavia il mercato programmatico può offrire un’ampia gamma di formati accessibili più o meno a larga scala: in-read, skin video, native video, insterstitial o ancora i video in overlay che garantiscono una visibilità ottimale. I provider programmatici, come Tradelab, hanno un vero e proprio lavoro di evangelizzazione da effettuare presso i propri clienti per assicurarsi che siano a conoscenza delle novità proposte dal mercato e, soprattutto, per trasformare questi nuovi formati nello standard per i prossimi piani media. ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016


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La societa’ sempre in crescita a livello globale, in italia soprattutto sul fronte ssp

Smart AdServer, la tecnologia Full Stack dai formati video di elevato impatto

ti instream e outstream, supportati da un player HTML5 compatibile con i contenuti FLASH per agevolare il buying da parte degli inserzionisti. Stiamo lavorando anche ad una nuova SDK per iOS 10, che consentirà il capping anche sugli ultimi modelli del device Apple, dotati dell’opzione “disattiva tracciamento”. Lato SSP, invece, stiamo siglando sempre più accordi: posso affermare che la nostra roadmap per l’integrazione di nuove DSP è in continua evoluzione.

Andrea Ceccoli, country manager di smart adserver per l’Italia

La company offre plug-in a numerose strutture che spiccano tra più importanti player e SDK in ambiente mobile, con l’obiettivo di fornire ai clienti soluzioni instream e outstream dall’elevata qualità. e rispettose della user experience di

Francesco Lattanzio

Dall’offerta alla domanda, passando per i formati. È questa l’area in cui opera una tecnologia “Full Stack”. Il tempo speso nella fruizione di contenuti video cresce sia su mobile sia su desktop, ma è il primo che traina il generale sviluppo del mercato. Smart AdServer è attenta su tutti i fronti: propone formati impattanti dedicati a entrambi i canali, oltre ad occuparsi di erogare e monetizzare le campagne dei suoi clienti. Tra tutte queste attività, Andrea Ceccoli, country manager per l’Italia, rivela novità di prossima uscita relative alla compatibilità dei formati Flash con Html5 ed una soluzione per il capping sui disposi-

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tivi che montano il sistema operativo iOS 10. Come agite nel segmento video? Le soluzioni video proposte dalla nostra piattaforma sono integrate con i maggiori player del mercato sia per erogare campagne video dirette sia per monetizzarle attraverso SmartRTB+, la nostra SSP. L’obiettivo è fornire ai nostri clienti soluzioni instream ed outstream, declinabili cross-device se-

condo gli standard IAB VAST 3.0 e VPAID 2.0. Per raggiungerlo abbiamo integrato i nostri plugin ai più importanti player sul mercato (Brightcove, Flowplayer, JW, etc) e le nostre SDK nelle app dei nostri partner. Il video mobile è uno dei maggiori driver di crescita per Smart AdServer, considerando che i CPM sono i più alti sul mercato e che uno spot video - in confronto a un banner tradizionale ha una capacità attrattiva

sette volte maggiore. Una proposta in-text diventa poi fondamentale per aumentare l’inventory, specialmente per gli editori che non dispongono di un numero adeguato di contenuti video. Quali formati offrite? In generale, nella costruzione di tutti i nostri formati puntiamo a proporre la migliore user experience e cercare con questa di ottimizzare la strategia di vendita dei nostri clienti. Abbiamo un grande ventaglio di offerta, ma tra

le ultime release evidenzierei: il Go-to-vertical, che occupa tutto lo schermo dello smartphone per proporre video verticali full screen o rettangolari al centro di una cover a tutta pagina; il VideoBackground, un video masthead per desktop ed espandibile nel momento in cui l’utente si sofferma sul player; il Video-Parallax, in cui il contenuto pubblicitario è erogato in una finestra mantenendo un senso di continuità quando si effettua lo scroll attraverso l’effetto

parallasse. Quest’ultimo è stato lanciato recentemente e molto presto sarà disponibile anche in modalità programmatic. Vi definite Full Stack. Cosa intendete? E su cosa state operando? La nostra tecnologia consente l’erogazione di campagne dirette e in programmatic, garantendo un’interazione costante tra adserver e SSP, con l’obiettivo di ottimizzare la monetizzazione dell’inventario dei nostri clienti. Proponiamo forma-

Quanto è soddisfatto del 2016 vissuto da Smart AdServer? La società sta crescendo molto anche a livello globale: abbiamo raddoppiato le risorse rispetto all’anno scorso e stiamo lanciando il nostro ufficio in Cina, avendo già acquisito i primi clienti in area APAC. In Italia cresciamo soprattutto sul fronte della SSP, che oramai rappresenta buona parte del nostro fatturato. Nel 2016 abbiamo raggiunto un aumento del 100% anno su anno. Si tratta di una diretta conseguenza dell’intensificazione delle attività di supporto locale nei confronti dei nostri partner, siano essi publisher o trading desk. ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016


P R E MI UM P RO GR A MMAT IC MO B I L E V I D E O PREMIUM VIDEO INVENTORY AT SCALE

REINVENTING VIDEO ADVERTISING

teads.tv


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Moment Scoring e Cross Device Optimisation, i prodotti di punta messi in campo nel competitivo settore mobile

È questo il “momento” di Rocket Fuel di Ottavia Quartieri

«Il video è un comparto molto importante per l’intero panorama pubblicitario italiano, soprattutto per la tipicità del nostro mercato, in quanto proveniamo da un dominio quasi assoluto della televisione, più che in qualsiasi altro Paese. Basti pensare, infatti, che mentre in Uk il digitale già da due anni ha superato definitivamente la tv, in Italia invece si ferma al 2025% del totale». Queste macro tendenze sono sintomatiche anche dell’espansione che sta avendo lo stesso video non solo all’interno dei confini nazionali, ma anche a livello internazionale, come ha sottolineato il Managing Director Italia, Spagna e Menager Region di Rocket Fuel Enrico Quaroni. «A livello globale lo spending pubblicitario nell’ambito del video digital adv avrà una crescita del 34% tra 2016-2017 con un investimento pari a 2324 miliardi di dollari. Siamo di fronte a numeri che fanno quasi paura per la loro dimensione. Sempre in ambito video, poi, sono previste crescite conside-

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revoli anche in Europa; in particolare, nelle stime per il 2016 in Western Europe, il video è valutato circa 8 miliardi di dollari, numero ancora “piccolo” rispetto ai 18 miliardi che può vantare, sempre per quest’anno, il mercato video statunitense. A questo punto, visti i dati, sarebbe un errore strategico non partecipare alla “fantastica corsa al video” e non mettere sul mercato soluzioni ad hoc che ci rendano appetibili sulla base delle esigenze di questo settore», sottolinea Quaroni. Tra queste, il Managing Director della società annovera la necessità di metriche di misurazione più precise e che agiscano in real time - come view rate, in-target, completed view, viewability - che in televisione, per esempio, difficilmente si possono misurare, mentre grazie al calcolo in programmatic è possibile farlo, contemporaneamente e in modo più sistematico. «E oggi - continua Quaroni - può essere competitivo ed emergere nel panorama dell’online, solo chi ha un prodotto tecnologicamente avanzato».

a livello globale lo spending pubblicitario nell’ambito del video digital adv avrà una crescita del 34% nel corso del biennio 2016-2017, con un investimento pari a circa 23-24 miliardi di dollari

enrico quaroni

Le stime per il 2016 in Western Europe parlano di un comparto video che vale circa 8 miliardi di dollari, a fronte dei 18 negli Usa: Enrico Quaroni, Managing Director Italia, Spagna e Mena Region della società, fa il punto della situazione sul mercato italiano e sulle novità di prodotto Le soluzioni messe in campo da Rocket Fuel «Rocket Fuel è presente sul mercato con la soluzione Moment Scoring™ che non solo permette di comprare le inventory di migliore qualità, ma anche di comprarle nel momento e nel contesto più adeguati ed efficaci per quanto riguarda l’invio del messaggio pubblicitario video». È proprio questo il nome dato all’algoritmo proprietario di Rocket Fuel che evidenzia il valore del singolo momento, diverso da persona a persona. «In sostanza, ogni occasione per mostrare un annuncio è il momento a cui stiamo assegnando un valore. Avanzati algoritmi di apprendimento automatico migliorano continuamente il Moment Scoring™, imparando ciò che ha funzionato in passato per dare tutte le informazioni e migliorare il successivo momento di influenza. Il Moment Scoring™ apprende dai dati anonimi generati dagli utenti per determina-

re quanto è probabile che rispondano interagendo con un annuncio pubblicitario», ha spiegato Quaroni. L’algoritmo inoltre funziona sia su desktop sia su mobile, che ultimamente sta giocando un ruolo sempre più importante e perciò non può essere tralasciato in quanto luogo di scambi per acquistare video. «Ciò che rende difficile gestire il mobile è una sua misurazione puntuale, perché mancano ancora gli strumenti adatti, a differenza del desktop che invece può vantare metriche più evolute, come quelle elencate precedentemente. Anche per questa difficoltà, nonostante il mobile sia il canale prevalente, risulta ancora dal punto di vista pubblicitario, sotto utilizzato e quindi anche lontanissimo dalle richieste che arrivano per il desktop». È un mezzo dalle enormi potenzialità, ma ancora troppo enigmatico. Serve uno studio approfondito e soluzioni efficaci ad hoc per ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016


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tormentoni

La web-serie che conquista la rete creata dalla unit TDH misurazione e tracciamento. Rocket Fuel sta lavorando in questa direzione e ha sviluppato una soluzione cross device che permette di identificare lo stesso utente su canali differenti: Cross Device Optimisation. Si tratta di un primo passo nella prossima generazione di adv digitale, che estende i vantaggi del programmatic ovunque attraverso tutti i canali e i dispositivi, includendo in futuro i wearable, l’Internet of Things e oltre. «Rocket Fuel riesce a riconoscere in maniera statistica un singolo utente su differenti piattaforme, permettendo così ai marketer di

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raggiungere un individuo nel momento di maggiore “influenzabilità”. Ciò serve per evitare di sovraesporre gli utenti sempre agli stessi messaggi e soprattutto per sfruttare i canali mobili, in maniera quasi equivalente alle attività desktop. Il 2016 di Rocket Fuel «Questi primi dieci mesi sono stati contrassegnati da un’ulteriore crescita a doppia cifra, oltre le aspettative, e anche la regione MENA, che seguo io, sta dando segnali incoraggianti. In Italia si prevede una crescita del mercato programmatic intorno al 60% tra il 2016 e il 2017, che significa maggiori

sforzi per mantenere un buon passo, come negli anni precedenti. Mi aspetto che in futuro, grazie anche alla crescita naturale del settore, possa riservare belle soddisfazioni, in termini di prodotto e fatturato». Facendo un paragone con l’estero, Quaroni analizza come in realtà il mercato italiano sia già piuttosto avanti, perché c’è stata una maturità e una serietà da parte di tutti i player del settore nell’affrontare questi temi. «A questo proposito è già avvenuta quella sorta di selezione naturale tra prodotti seri e non, anche perché su internet, a differenza di altri canali, non puoi scherzare: o funzioni o non funzioni», ha concluso Quaroni.

un frame tratto dalla web-serie firmata da TDH, unit del gruppo armando testa, per il correttore di osama

svelato da iab italia il concept di fondo della prossima edizione dell’evento di milano

Iab Forum, innovazione sempre

due giorni ricchi di appuntamenti intorno al concetto delle “Limtless Possibilities” di David Lucchi

Iab Italia ha svelato il concept di Iab Forum 2016 (che si terrà presso il MiCo Milano Congressi - Ala Nord, Gate 14, il il 29 e 30 novembre prossimi): ad accomunare i due giorni ricchi di appuntamenti e ospiti sarà il concetto delle “Limtless Possibilities”, che si concretizzano al moltiplicarsi di IoT e “always on” in infinite possibilità contatto e, a loro volta, in infinite possibilità comunicazione. Già ora è possibile iscriversi online (www.iabforumregistration.com/login) per partecipare gratuitamente all’evento che, oltre a confermarsi l’appuntamento di riferimento per la industry del digital advertising, rappresenterà un momento di riflessione e arricchimento per tutti i player che operano nel mondo del digitale e delle innovazioni tecnologiche. Tanti gli interlocutori di prestigio ad avvicendarsi sul palco, che affronteranno le tematiche più “calde” del mondo interattivo: si parlerà del futuro digitale che si sta configurando grazie al moltiplicarsi dei dispositivi con-

nessi, di creatività esponenziale e modelli “disruptive”, della mobilità “senza limiti” resa possibile dalle tecnologie “hyper”, dell’importanza dei nuovi modelli relazionali tra azienda e consumatore. Senza dimenticare numerosi altri temi rilevanti per il mondo del digitale e dell’advertising, come sono la realtà virtuale, l’intelligenza artificiale e i bot. Tra gli special guest del Forum 2016, Iab annuncia la presenza di Stephen Attenborough, di Virgin Galactic, che parlerà di come i viaggi-vacanza spaziali estenderanno oltre i limiti la realtà di persone e aziende, delineando scenari innovativi anche per il mondo del digital advertising. «Innovazione ed evoluzione vanno di pari passo. Iab Forum sta sempre di più affermandosi come hub capace di accogliere i protagonisti e gli autori di questo cambiamento. E mai come quest’anno vogliamo portare creatività ed energia nel mondo dell’advertising, che rappresenta molto per il nostro Paese, soprattutto in termini di innovazione digitale» ha dichiarato Carlo Noseda, Presidente di Iab Italia.

È uscita una web-serie “tormentone” che sta conquistando la rete. TDH, unit d’innovazione del Gruppo Armando Testa, per il brand Osama ha realizzato tre video virali e uno “unofficial” per promuovere il correttore (bianchetto) con 20 metri di “lunghezza”. I quattro video con la sceneggiatura del direttore creativo Jacopo Morini e il regista Luca Traina, in pochi giorni hanno realizzato più di 2 milioni di views, più di 20 mila like e 6.000 condivisioni, diventando un vero tormentone su Facebook con un sentiment decisamente positivo. Gli ingredienti vincenti sono uno humour irriverente e uno studio del pay off efficace: “Osama il bianchetto che ce l’ha più lungo”…” conviene di più perché dura di più”. I protagonisti sono due bravi attori neri, un esile e simpatico ragazzo bianco e, ovviamente, il correttore più “dotato” presente sul mercato...

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di Francesco Lattanzio

Le persone sono il fulcro del marketing, perché è a loro che ci si rivolge. Gesti, azioni, toni e maniere sono un biglietto da visita per un brand che vuole avvicinarsi ai suoi consumatori, e lo stesso vale per le aziende che operano nel segmento. Sarà forse per questo che RadiumOne ha deciso per un light restyling. Il nome non cambierà, a trasformarsi sarà il claim. Il percorso dal vecchio “We know your next consumer” al nuovo “Connections that matter” è un viaggio attorno alla persona, dove si mantiene il suo studio specifico pur aprendosi alla sua collocazione in mezzo a un insieme. Un passaggio che pone l’accento sulle connessioni, sull’engagement e sul raccoglimento di dati decisivi per scavalcare i walled garden. «Siamo in grado di abbattere i walled garden, liberandoci dal limitato ecosistema dei siti web per andare a capire cosa succede anche sui social e nelle app di messaggistica. È fondamentale per un advertiser evincere chi parla del suo brand, come e dove. Insomma, conoscere come si comportano i suoi consumatori su tutte le piattaforme che utilizzano», spiega Mattia Stuani, Managing Director per l’Italia.

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La società intende comunicare l’espansione del proprio focus dal soggetto alla persona immersa nel suo primario contesto sociale

Per RadiumOne è tempo di rebranding

Il nuovo claim è “Connections Thet Matter”. Per sottolineare soprattutto la capacità di raccogliere le informazioni relative alle azioni effettuate anche sui dark social e i social network, abbattendo i walled garden e uscendo, così, dal mero ambito dei siti web Mattia Stuani

Il nuovo approccio: tre colonne portanti Il nuovo modo di interpretare le campagne poggia tre colonne portanti. In primo luogo, è molto importante l’identificazione dei touch point utilizzati dagli utenti. «Oltre al behaviour misuriamo anche l’interazione (sia sui social che sul dark social), aggiungendo al percorso dell’utente le azioni che dimostrano il suo interesse verso i contenuti e i prodotti. Questi dati vengono immagazzinati dalla

dmp, in un passaggio che chiamiamo “identificazione”», continua Stuani. Poi è il momento dell’ ”amplificazione”, ovvero l’ampliamento dei destinatari dell’advertising attraverso la ricerca di utenti che abbiano comportamenti simili a quelli misurati, attraverso un approccio probabilistico «che diventa deterministico quando l’user con cui viene condiviso il contenuto ci interagisce», precisa. Completato questo passaggio, una volta raccolta la seed

audience necessaria a raggiungere una determinata reach, incomincia il processo di “attivazione”. «Una volta costruita l’audience seed, è possibile attivarla automaticamente, senza costruire manualmente il segmento e incrociando i segmenti per migliorare l’affinità col target richiesto », conclude Stuani. Gli strumenti a disposizione Anche gli strumenti a supporto hanno cambia-

to nome, e sono fondamentali per capire come si mette in pratica il nuovo approccio. Smart Link permette l’accorciamento dell’url e lo parametrizza. «Una volta cliccato, il nuovo indirizzo rilascia un cookie al cliente e ci permette di sapere come, e da dove, quest’ultimo è arrivato sul sito», dice Stuani. Sharing Analytics, invece, riesce a proporre dati diversi e complementari a quelli presenti sul mercato, andando a misurare anche le condivisioni sui social e sui dark social. «I link parametrizzati riescono a in-

dividuare la provenienza degli utenti, siano essi arrivati da un indirizzo passato da un amico su una app di messaggistica o dai social network. Questi dati si aggiungono a quelli “classici”, arricchendo le informazioni sull’utente», continua. Mobile Analytics indaga i comportamenti degli user in-app e offre la possibilità di comprare cross-device. È sufficiente che un utente faccia log in sullo stesso sito, appartenente agli editori che montano la nostra sdk, sia da mobile sia da desktop, per avere a disposizione gli spazi su profi-

li di cui sono definiti gli interessi e la propensione all’acquisto. Quest’ultima suggerita dalle azioni sui siti, da quelle sui dark social e dalle interazioni con i link. È possibile, quindi, riuscire ad avvicinare gli utenti più prossimi alla fine del funnel, conoscendo la loro propensione all’acquisto», rivela ancora Stuani. «Siamo in grado di attivare i dati paid, earned, shared e owned del brand allo stesso modo degli altri advertiser, ma a questi aggiungiamo anche quelli che ad oggi vanno persi. Offriamo così un vantaggio per quanto riguarda il performance marketing, andando a inquadrare precisamente anche la propensione all’acquisto determinata dal comportamento, dalle azioni e dalle condivisioni».

con il claim arriva anche un nuovo approccio, che si basa su tre pilastri: identificazione, amplificazione, attivazione ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016



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Un passo più mirato, maggiormente focalizzato, moderno, consono alle proprie esigenze. ma non certo improvvisato

Tra consolidamento e trasformazione: il 2016 di Subito è sempre più verticale

La stagione che va a concludersi dalle parole della ceo, Melany Libraro tra attitudini generaliste e focus più mirati, dal rebranding agli obiettivi di crescita su tre mercati molto importanti: automotive, real estate e job Le campagne tv e radio realizzate da subito rappresentano la quota più significativa degli investimenti milionari messi in campo nel corso del 2016 con lo scopo di far conoscere meglio il servizio

melany libraro 14 14

di Davide Sechi

Cambiare faccia pur rimanendo se stessi. Un passo più mirato, maggiormente focalizzato, moderno, consono alle proprie esigenze, ma non certo improvvisato. Tutto e subito? Sì, ma con calma e intelligenza. E programmazione accurata. Subito.it, che adesso si chiama solo Subito, si avvia a chiudere la stagione dei cambiamenti, delle trasformazioni, dei ripensamenti, dei ponti per un futuro più radioso. Ecco cosa è accaduto e cosa potrà succedere a breve. Ce lo racconta la chief executive officre Melany Libraro. Un piccolo-grande riassunto delle puntate appena precedenti: il 2016 di Subito, su cosa si è basato, che soddisfazioni ha portato? E che numeri avete totalizzato in chiave online? Il 2016 è un anno di conso-

lidamento, ma anche di trasformazione: dopo il rebranding di settembre 2015, abbiamo iniziato a raccogliere i frutti di quel lavoro e, a seguire, abbiamo sviluppato una nuova strategia focalizzata sui mercati verticali per noi più importanti, ovvero automotive, real estate e job. Senza tralasciare il nostro dna di marketplace generalista, che ci consente di approcciare ogni mese 8 milioni di utenti unici, abbiamo creato a marzo la nuova area “Motori”, che copre il 30% del volume degli annunci presenti su Subito. La ragione di questa scelta è evidente: il 25% del totale dei veicoli usati venduti in Italia passa attraverso Subito, ovvero oltre 1,1 milioni di vetture. Questa macrocategoria ha quindi la necessità di essere diversa da tutte le altre e di essere valorizzata anche attraverso un’offerta dedicata per gli oltre 5.000 professionisti che scelgono di usare Subito.

Subito come azienda che investe: cosa avete lanciato, promosso e pubblicizzato durante l’anno in corso? Quest’anno abbiamo programmato due momenti di campagna, sia in tv sia in radio, con l’obiettivo di accrescere la nostra brand reputation come marketplace ideale per vendere e comprare. La focalizzazione delle campagne sui mercati automotive, elettronica e sport ha dato un’ulteriore spinta proprio a quelle categorie in cui siamo forti o che volevamo spingere maggiormente, vista la particolare attenzione data quest’anno a Motori. Per aumentare la verticalità proprio nell’automotive, le campagne sono state accompagnate da contenuti social dedicati che potessero coinvolgere la fan base in modo divertente e disruptive. Un esempio è la campagna Facebook “Pimp my” in cui abbiamo realizzato tre video per raccontare in modo irri-

verente e dissacrante tre modelli icona di auto, la Panda, la Renault Espace e il Land Rover Defender. I video hanno raggiunto quasi 2 milioni di visualizzazioni nel corso di due settimane. Quali mezzi hanno interessato maggiormente i vostri investimenti adv? Come avete declinato le vostre attività di comunicazione online e anche social? Le campagne tv e radio rappresentano la quota più significativa degli investimenti milionari pianificati nel 2016. Per incentivare chi ancora non ha provato Subito a scoprire il nostro servizio, abbiamo puntato sull’aspetto razionale della compravendita e sottolineato, attraverso i dati degli annunci pubblicati, l’efficacia di Subito. Le campagne sono state supportate per il web con formati specifici, su YouTube e Facebook con ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016


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un’amplificazione social attraverso contenuti dedicati ed extra takes. Cambi in vista per quel che concerne le strutture pubblicitarie che vi seguono? Da gennaio ci siamo affidati a Publicis Italia per sviluppare le campagne creative a seguito del rinnovato cambio d’immagine e stiamo portando avanti questa collaborazione che proseguirà per i prossimi due anni. Forse è presto, ma ci proviamo: quali

saranno le strategie di comunicazione sulle quali vi baserete nel corso del 2017? Continueremo senz’altro a consolidare la nostra leadership e la top of mind come marketplace generalista, ma punteremo anche a crescere all’interno dei mercati verticali automotive, real estate e job. Inoltre, particolare attenzione sarà riposta a tutte le piccole e medie imprese del tessuto economico italiano offrendo loro un prodotto, Subito Impresa+, sempre più customizzato sulle loro esigenze.

Subito come concessionaria: chi avete accolto? Quali sono stati i risultati? Infine, quale tipologia di aziende vi sta cercando o cercate? Subito è considerato un business partner di qualità e questo rappresenta una spinil coinvolgimento della fan base passa dai social

per aumentare la verticalità nel settore dell’automotive, le campagne sono state accompagnate da contenuti social dedicati, con lo scopo di coinvolgere la fan base in modo divertente e disruptive

ta notevole che porta a un importate incremento degli investimenti sulla nostra piattaforma, in particolare da parte delle piccole e medie imprese, sempre più conscie della necessità di avere una presenza sul digital e delle sue potenzialità. Per il 2016 speriamo di continuare a crescere in linea con i trend degli anni passati, anche se siamo ben consapevoli delle sfide del mercato. Prevediamo l’adozione della tecnologia full stack di AppNexus, in modo da garantire al meglio un ritorno degli investimenti ai nostri clienti.

un’immagine degli Yombe

concerti in arrivo a milano e torino, all’insegna delle note tricolori e del talento

Beck’s sostiene la musica italiana doppio appuntamento sponsorizzato dal marchio di birra: merk & kremont e gli yombe di Sara Domansi

Beck’s, la birra tedesca numero uno al mondo, continua a sostenere la musica italiana e i giovani talenti. Il 4 novembre partirà una serie di eventi dedicati alla musica più amata dal pubblico giovane che vuole divertirsi, sentirsi libero e indipendente. Beck’s riporta, quindi, a Milano, sul palco dei Magazzini Generali, e a Torino, alle Lavanderie Ramone, i Merk & Kremont - dj e produttori ventiquattrenni della progressive house, protagonisti dell’estate 2016 perché hanno prodotto la hit che ha fatto ballare l’Italia “Andiamo a comandare” di Fabio Rovazzi - e gli Yombe, duo electropop italiano che sta attirando l’attenzione di pubblico e critica di tutta Europa. Il filo che lega Beck’s ai Merk & Kremont e agli Yombe è lo stesso: il talento e la giovane età. Merk & Kremont sono un duo italiano composto da Federico Mercuri e Giordano Cremona. Lo scorso mese hanno preso parte agli Mtv Digital Days - dove Beck’s era Official Sponsor -, come supporter del celeberrimo Steve Aoki. Il successo dei Merk &

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Kremont è internazionale: Zedd ha proposto a Las Vegas il loro remix di “Rather Be” dei Clean Bandit, che ha avuto un enorme successo. Bob Sinclar ha voluto che il remix del suo singolo “Someone Who Needs Me” realizzato dai Merk & Kremont venisse pubblicato come remix ufficiale. Il loro suono unico è una perfetta combinazione di ingredienti, descritto come “grinding ‘n’ groovy”. I Merk & Kremont hanno ricevuto il sostegno anche di altri grandi artisti come Steve Angello, Avicii, Hardwell, Nicky Romero, Benny Benassi e molti altri. Gli Yombe sono un duo electro-pop italiano di artisti emergenti fondato dal musicista e produttore Alfredo Maddaluno e dalla cantante e songwriter Cyen, che con la loro musica innovativa e ricca di energia stanno raccogliendo consensi in tutta Europa. L’omonimo EP d’esordio uscito lo scorso marzo è stato accolto con grande interesse ed entusiasmo dai media italiani e non solo: l’EP è stato infatti in streaming in anteprima esclusiva sul noto sito di riferimento per tutte le novità relative agli artisti internazionali complex.com. ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016


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La new entry vanta un’esperienza quasi decennale nell’universo digital

Corinna Marrone Lisignoli è stata nominata nuova publisher director di Teads Una carica importante che estende il Team Publishing e da’ ulteriore spinta alla promessa d’innovazione di cui la società, da sempre, è promotrice di Massimo Luiss

Teads, ideatore della pubblicità video outstream e primo video advertising marketplace al mondo, ha annunciato l’ingresso della sua nuova Publisher Director, Corinna Marrone Lisignoli. Con un’esperienza quasi decennale nell’universo digital, Corinna Marrone Lisignoli ha iniziato la sua carriera come giornalista acquisendo, negli anni, una particolare sensibilità verso le esigenze dei publisher. Significativo è il suo know how in ambito programmatico, in cui opera sin dal 2011. Formatasi in Netbooster, digital agency indipendente con uffici in tutta Europa, si è nutrita delle conoscenze derivanti dai mercati più evo-

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corinna marrone lisignoli

luti che ha portato, poi, in 4w MarketPlace e messo al servizio di 4w Matic, nuova unit dedicata all’automated trading. All’inizio del 2015 Corinna Marrone entra a far parte del team PubMatic, SSP americana, contribuendo alla start up dell’ufficio italiano. Qui, ricopre il ruolo internazionale di Senior Customer Success Manager Southen Europe gestendo numerose partnership con publisher premium, elaborando strategie di ottimizzazione per incrementare la monetizzazione e fornendo consulenza agli editori che operano nel mondo del programmatic advertising. Oggi, Corinna Marrone si unisce al team di Teads Italia, in veste di nuova Publisher Director per dirigere un team di qualificati professionisti che quotidianamente curano i rapporti con gli editori. «Sono assolutamente entusiasta di intraprendere questa nuova avventura in un’azienda del calibro di Teads e sono qui “to make the difference” - dichiara con sguardo soddisfatto -. Conosco le esigenze sia editoriali che commerciali dei publisher e ho esperienza in diversi mercati e ambiti. Il mio obiettivo primario è quello di condividere le mie conoscenze e far sì che i nostri partner possano crescere non solo in ter-

A proposito di Teads

Teads, fondata nel 2011, è leader globale dei formati pubblicitari video native e di una piattaforma di monetizzazione globale per i publisher online. I publisher lavorano con Teads per valorizzare al meglio la loro inventory, per monetizzare attraverso la forza vendita di Teads, la propria rete commerciale o l’acquisto in programmatic. Le soluzioni video native di Teads comprendono una serie di formati inseriti all’interno di un contenuto editoriale come l’inRead. Questo formato ha letteralmente cambiato le regole del gioco all’interno del mercato della pubblicità video online, creando livelli d’inventory premium senza precedenti. I brand e le agenzie possono accedere a questa premium inventory, sia desktop che mobile, attraverso programmatic o managed service. Teads vanta un team formato da oltre 450 dipendenti, 100 dei quali impegnati in attività di ricerca e sviluppo, in 26 uffici in 18 paesi.

mini di revenue ma anche e soprattutto di soddisfazione». «Corinna arriva nella nostra azienda in una fase importante della crescita di Teads. Siamo il primo video marketplace del mondo, dichiarato anche da comScore, e sicuramente il suo contributo strategico sarà un valore aggiunto per l’Italia. I publisher partner di Teads avranno una persona che saprà supportarli nella valorizzazione della loro inventory grazie anche

dario caiazzo, managing director di teads italia, commenta con toni soddisfatti la new entry nel gruppo

alle recenti release che sono al 100% orientate a coordinarsi con i singoli stili editoriali su desktop ma soprattutto su mobile. Da sempre il publishing team è stato un dipartimento di grande prestigio in Europa. In tal senso il precedente manager italiano a capo di questa sezione ha costruito basi solide su cui Corinna saprà costruire il suo valore aggiunto», ha aggiunto Dario Caiazzo, Managing Director di Teads Italia. ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016



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Quello appena tradcorso è stato Un anno di grande crescita che ha arricchito il portfolio clienti della società

Filmati poco pesanti, contenuti rich media e personalizzati. E’ questa la ricetta originale di Beintoo per i mobile video

La mobile company sviluppa formati rich media dinamici che sulla base della stessa video clip sovrappone specifiche call to action relative alla location in cui si trova l’utente in quel momento. L’intervista al ceo Andrea Campana sul tema di Ottavia Quartieri

Che il mobile stia piano piano - in realtà non troppo guadagnando campo rispetto al desktop non è più una notizia. Ma sapere che cosa fanno gli utenti quando utilizzano un device in mobilità, invece, può diventarlo. E tra le pratiche più diffuse online compare sicuramente la visione dei video: «Lo smartphone è il device più rilevante per quanto riguarda il consumo di online video e chi si occupa di comunicazione deve tenerlo ben presente». Così Andrea Campana, ceo di Beintoo, ci introduce al tema caldo di giornata: il video. Secondo Beintoo, che ama definirsi un’agenzia nativamente mobile, che ruolo giocano i video fruiti su

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smartphone e tablet? E ancora, in che cosa si differenziano da quelli su desktop? «Siamo una Mobile Data Company e da sempre mettiamo al centro del nostro prodotto lo studio degli utenti che accedono ai contenuti in mobilità. La nostra tecnologia e i nostri creativi si preoccupano di “ciò che fanno le nostre audience con il proprio smartphone”. Partiamo dai dati. Secondo una ricerca di mercato svolta a inizio anno da Ooyala, il 46% di tutti i video guardati online nel Q4 2016 sono stati fruiti attraverso uno smartphone. Secondo la stessa ricerca, il

55% del traffico dati mobile del 2015 è stato consumato per guardare video online. La risposta, ancora una volta, arriva dagli utenti. Lo smartphone è il device più rilevante per quanto riguarda il consumo di online video e chi si occupa di comunicazione deve tenerlo ben presente. Da un punto di vista pubblicitario, che è l’ambito nel quale Beintoo opera, è da tenere presente che il dispositivo mobile presenta almeno tre caratteristiche fondamentali che lo differenziano dal desktop. Innanzitutto l’utente è attento ai costi di navigazione, soprattutto in un mercato, quello italiano, dove l’acces-

so alle WiFi open è ancora limitato. Per questo motivo è necessario considerare di erogare messaggi pubblicitari “pesanti”, come i video, principalmente a utenti collegati a WiFi. Il dispositivo mobile garantisce inoltre un livello di interattività superiore rispetto al desktop, soprattutto in virtù del fatto che il player riproduce quasi sempre il video a tutto schermo. Per questo motivo gli advertiser e le loro agenzie creative devono pensare a contenuti video rich media, ovvero interattivi e sviluppati con tecnologia HTML5 VPAID. Il terzo punto riguarda la personalizzazione del messaggio video.

Sebbene sia pratica comune riciclare il video pubblicitario desktop in ambito mobile (e questa facilità di adattamento è stata per molto tempo uno dei driver della crescita del mobile video), il device mobile fornisce molti più dati rispetto al personal desktop utili per ottimizzare le campagne. Beintoo sviluppa formati rich media dinamici che sulla base della stessa video clip sovrappone specifiche call to action, come un coupon o un drive to store, relative alla location in cui si trova l’utente in quel momento». Come sono andati questi primi dieci mesi dell’anno? Previsioni per la chiusura del 2016? Eventuali novità che avete in serbo per il futuro? «Il 2016 è stato un anno di grande crescita per il mercato mobile e Beintoo ha trovato clienti innovativi con cui lanciare prodotti nuovi come

le campagne mobile arricchite con cluster socio-demo, messi a disposizione da alcune telco, e l’offerta cross device che mira a seguire l’utente su più dispositivi con un messaggio coerente. Sicuramente la novità dell’anno è rappresentata da BeAttribution, il nostro prodotto di dri-

Secondo i risultati di un’indagine svolta da Ooyala, nel corso dell’ultimo trimestre dello scorso anno il 46% di tutti i video guardati online sono stati fruiti da utenti che hanno preferito utilizzare uno smartphone

ve to store proprietario che consente all’inserzionista di valutare in tempo reale la retemption (in termini di visite al negozio) delle campagne pubblicitarie mobile. Stiamo attualmente proponendo questo prodotto al mercato e raccogliendo i primi ordini», ha concluso Andrea Campana.

Andrea Campana ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016



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il mercato e’ sempre più affamato di formati instream, ma la domanda non sembra così soddisfatta dall’offerta di contenuti video

UpStory fa play sui video ads: formato nativo, prestazioni superiori al pre-roll di Francesco Lattanzio

Video, native e programmatic sono i tre fili più robusti nelle mani di quel grande burattinaio chiamato advertising digitale. Su questo ormai c’è poco da obiettare. Le società più ambiziose nel panorama si legano a queste tre discipline per sviluppare i propri business, con la leadership come obiettivo sullo sfondo. BizUp, che già sedeva su una delle vette del native, ha deciso di abbracciare anche le altre due materie, offrendo i primi formati in programmatic ed espandendo la propria offerta video al di fuori del video seeding, già operato da qualche tempo. Durante lo scorso mese, la società ha lanciato tre nuovi formati, UpSlide, UpVideo e UpCube, due dei quali legati proprio al video. Per capire meglio i come e i perché di questa release, 360com ha intervistato Davide Schioppa, sales director di UpStory.

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La piattaforma ha deciso di lanciare tre nuove soluzioni durante lo scorso mese, tra le quali spicca senz’altro UpVideo, che sfrutta al meglio inventory outstream vendute in cpcv. con un chiaro obiettivo di fondo: «andare incontro agli advertiser abituati ai pre-roll, ma garantendo migliori performance» UpStory si è arricchita di tre nuovi formati ultimamente, tra cui UpVideo. Come si configura la vostra proposta legata al video? UpVideo è frutto di test approfonditi sulla video viewability e sul comportamento degli utenti, uniti ai feedback degli investitori pubblicitari. Come sappiamo, infatti, il mercato è affamato di pre-roll, ma la domanda non è soddisfatta dall’offerta di contenuti video. Il video outstream ha provato a dare una risposta a questo problema ma gli advertiser tendono ancora a preferire pianificazioni pre-roll a causa dei migliori view-through rate, che generano un inferiore costo per view equivalente. Da queste evidenze è nato il nostro nuovo formato UpVideo, che potremmo defi-

nire “l’uovo di colombo”: se da un lato infatti ha un DNA nativo (si posiziona in-text, garantisce un match semantico con il contenuto, non interrompe l’utente) dall’altro, fissandosi in cima alla pagina dopo lo scroll, supera il “tallone d’Achille” del video outstream garantendo VTR molto

Davide Schioppa, sales director UpStory

più alti. Maggiore performance preservando la user experience, questo era il nostro obiettivo di fondo: ebbene, crediamo di esserci riusciti. Invece, dal punto di vista del modello commerciale, il formato è acquistabile sia a CPM (modello al quale sono abituati tutti gli investitori che acquistano pre-roll) sia a “cpcv” (Cost per Complete View). Il formato sta riscuotendo già un ottimo successo e sarà disponibile sia in reservation che in programmatic. Avete appena debuttato nel segmento video adv. Perché adesso? Avete notato particolari opportunità in questo periodo o semplicemente non eravate pronti? UpStory già da due anni propone campagne di video seeding in click-toplay, ottimali per la distribuzione di branded content sul nostro network di 4.000 blogger e social influencer. Queste campagne, però, hanno ovviamente dei limiti in termini di reach e frequenza. Con alle evoluzioni che si sono susseguite sulla nostra piattaforma tecnologica nel ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016


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2016 (che ci hanno consentito di erogare annunci native in-feed e in text) e alla crescita incredibile del bacino del nostro network premium, l’offerta si è completata con un formato pubblicitario di video-advertising “puro”, nato per perfezionare la distribuzione di video-ads in maniera scalabile e con performance garantite. Ora abbiamo a disposizione tutti i prodotti di native advertising indispensabili per ogni inserzionista, sia che punti sullo storytelling puro sia che punti sull’awareness o sulla performance. UpStory è legata anche agli influencer, altrettanto coinvolti nelle dinamiche relative ai video. Che ruolo hanno? I video branded content (spesso di lunghezza superiore ai classici 30 secondi) possono generare un’ attenzione enormemente superiore a quelli dei classici spot, se distribuiti nelle modalità e nei luoghi corretti. Da sempre crediamo, infatti, che gli influencer e i publisher specializzati rappresentino il miglior canale per diffondere questo tipo di contenuti spon-

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sorizzati perché il brand può sfruttare l’autorevolezza di veri opinion leader e trovare utenti realmente interessati a ciò che si vuole comunicare, scatenando conversazioni ed engagement. Grazie alla nostra offerta native completa, possiamo oggi offrire ai brand soluzioni integrate di digital PR e advertising, lavorando sia sulla reputazione delle iniziative di sponsored post/video seeding con i nostri influencer sia sull’ampia scala raggiungibile dalle pianificazioni con UpVideo. I trend internazionali suggeriscono un’evoluzione del video diretta ai filmati a 360 gradi. Che ne pensa? Sono un fan dei video a 360 gradi, la user experience che propongono mi sembra davvero incredibile. Questa tecni-

ca permette la visione in realtà virtuale se supportata da strumenti appositi (visori, n.d.r.), ma credo che il mercato italiano sia ancora troppo acerbo per abbracciare appieno questa tecnologia. Più che un problema di formato pubblicitario (adat-

tare uno spazio video per ospitare una creatività a “a 360 gradi” è piuttosto facile) l’effort maggiore ricade sul cliente (che deve avere una storia da raccontare) e sui i creativi, che devono avere (e saper usare) i mezzi per produrre questo tipo

di contenuti. Quando gli altri pezzi della filiera saranno pronti a sviluppare questo genere di contenuti, ovvero appena ci sarà domanda, saremo pronti a proporre soluzioni per integrarli nella nostra proposta. Ma da quanto vedo, la diffusione delle telecamere per registrare a 360 gradi è appena iniziata e ci vorrà qualche tempo prima che l’industria pubblicitaria adotti in massa questo formato. Resta indubbio il potenziale che potrebbe avere, soprattutto dal lato storytelling e product placement. Credo che il turismo sia la cate-

goria che potrebbe maggiormente beneficiare dell’avvento di questi video e dei relativi visori. Come sta andando, invece, il 2016? Sebbene UpStory sia relativamente giovane (nasciamo a inizio del 2015), in poco tempo si è accreditata come una delle realtà italiane più attive e riconosciute nel mercato del native advertising. In qualsiasi ambito toccato, abbiamo portato novità sia sul piano della proposition commerciale (ad esempio siamo stati i primi ad offrire campagne di influencer marketing

a performance garantita) sia sul piano tecnologico, sia creativo. Registriamo una crescita enorme del bacino pubblicitario e dal punto di vista dei ricavi viaggiamo a un netto raddoppio rispetto all’anno passato. Grazie alla recente acquisizione di BizUp da parte di Alkemy (avvenuta ad Aprile 2016) ora abbiamo le “spalle più larghe” e puntiamo sempre più in alto, potendo offrire ai nostri clienti soluzioni integrate di advertising e consulenza nel campo del marketing digitale. Vogliamo diventare leader di settore in Italia e il valore aggiunto delle nostre soluzioni native è un ottimo punto di partenza. Avete ulteriori novità pronte ad essere lanciate nei prossimi mesi? Ovviamente: oltre all’evoluzione continua dei formati nativi (ne abbiamo altri due in uscita, tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017) la “next big thing” sarà l’integrazione completa dei dati di audience sulla nostra piattaforma ad uso e consumo degli advertiser, che potranno in questo modo pianificare native su UpStory con risultati sempre piùprecisi e performanti. ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016


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Il consiglio di amministrazione di axélero, internet company quotata sul mercato AIM Italia, attiva nel mercato italiano dei media, del marketing e della pubblicità digitale, con focus sulle aziende italiane e la pubblica amministrazione, che accompagna nel percorso di digitalizzazione, ha approvato la relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2016. Leonardo Cucchiarini, Presidente e Amministratore Delegato di axélero, ha commentato: «In questa prima parte del 2016 abbiamo beneficiato degli investimenti fatti nel corso dell’esercizio 2015, accelerando sensibilmen-

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Approvata la relazione finanziaria consolidata al 30 giugno 2016. I conti tornano

I numeri sorridono ad axélero: aumentano il valore e l’utile netto La quota di Ebitda sale fino a oltre sei milioni di euro, utili in progresso dell’88% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E prosegue l’accelerazione di Nicolò Franceschi

te sulla crescita dei ricavi, ottenendo così un segnale positivo dal più rilevante indicatore-chiave di performance sul quale misuriamo la validità delle nostre scelte e iniziative gestionali. I risultati conseguiti nel primo semestre 2016 evidenziano la forte accelerazione del Gruppo nell’acquisizio-

ne di nuovi clienti che sempre di più riconoscono la validità dei nostri prodotti e che ci stanno permettendo di conquistare importanti quote in un mercato in forte crescita. Tali risultati - ha proseguito Cucchiarini - confermano, ancora una volta, la capacità di axélero di crescere a tassi sostenuti mantenendo allo stesso tempo un’eleva-

ta marginalità, nonostante i significativi investimenti, soprattutto nell’ambito di customer experience e customer satisfaction, che pongono le basi per un successo di lungo periodo.” La strategia Nel primo semestre 2016 la strategia di axélero, portata avanti con successo dal suo management team, si è fo-

calizzata sugli investimenti lungo tre precise direttrici di crescita: l’acquisizione di talenti, l’accelerazione nello sviluppo della rete commerciale, anche sotto il profilo qualitativo, l’innovazione della gamma prodotti, in termini di ampiezza e sofisticazione. Si aggiunge una quarta direttrice: l’investimento sulla customer experience e customer satisfaction, attraverso un nuovo sistema Customer Relationship Management e un Customer Care Center di qualità, che ha l’obiettivo di analizzare, nel corso del tempo, il grado di soddisfazione dei clienti, di creare una stabile relazione con loro e promuoverne una attiva retention. Il numero di risorse attive nella rete di vendita è cresciuto in maniera significativa passando dalle 77 persone del 30 giugno 2015 alle 424 del 30 giugno 2016. La posizione finanziaria netta al 30 giugno 2016 è negativa per 6,7 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2015, quando era positiva per 7,4 milioni. Tale andamento riflette il proseguimento degli investimenti effettuati nel corso del 2015 e nel primo seme-

stre 2016, nonché l’assorbimento di risorse finanziarie legato alla variazione del capitale circolante netto derivante dal forte incremento del valore della produzione. Questo prevede, da un lato, il pagamento da parte del cliente del prezzo unitario del servizio dilazionato nel tempo e porta, pertanto, ad un incremento dei crediti commerciali. Dall’altro, un esborso finanziario legato all’erogazione di anticipi provvigionali alla rete commerciale sui nuovi ordini acquisiti. Il valore della produzione del gruppo del primo seme-

stre 2016 ammonta a 24,3 milioni di euro, in crescita di 17,8 milioni (+272%) rispetto ai 6,5 milioni riscontrati al 30 giugno 2015 e di oltre 4 milioni rispetto all’esercizio 2015. L’incremento del valore della produzione al 30 giugno 2016 è da ascriversi principalmente all’espansione e al consolidamento commerciale, grazie anche ai nuovi prodotti lanciati nel corso del 2015, per i quali le attività di investimento avviate nel 2014, in linea con le previsioni, sono ancora in corso. Forte balzo in avanti L’Ebitda prima dei costi di natura non ricorrente, del primo semestre 2016 cresce a 6 milioni di euro (+146%), in miglioramento di 3,6 milioni rispetto

Leonardo Cucchiarini ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016


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ai 2,4 milioni al 30 giugno 2015, nonostante il sensibile aumento dei costi per servizi (principalmente costi di acquisizione di nuova clientela e di erogazione dei servizi stessi e delle spese generali) e dei costi per il personale, per effetto del processo di acquisizione di nuovi talenti. Il risultato operativo (Ebit) del primo semestre 2016 è pari a Euro 3 milioni, in crescita rispetto a Euro 1,5 milioni al 30 giugno 2015. Il risultato prima delle Imposte del primo semestre 2016 si attesta a 2,9 milioni di euro, in crescita rispetto agli 1,4 milioni al 30 giugno 2015. Il risultato netto del primo semestre 2016 è pari a 1,9 milioni di euro, in crescita di 1 milione (+88%) rispetto al 30 giugno 2015. La

posizione finanziaria netta del primo semestre 2016 è negativa per 6,7 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2015, quando era positiva per 7,4 milioni, in considerazione di quanto sopra indicato. La valida proposizione commerciale e il consolidamento della rete di vendita hanno permesso di registrare risultati che si sono espressi in misura costante anche nei mesi successivi al primo semestre 2016, determinando una crescita continua del numero di nuovi clienti e dei relativi ordini. Incorporazioni Nel frattempo, le assemblee straordinarie di axélero e delle sue controllate al 100% - Originalitaly, Abcsalute, Shoppingdonna e Pro-

fessionisti - hanno approvato il progetto di fusione per incorporazione in axélero S.p.A. che si concluderà presumibilmente entro l’esercizio 2016. L’operazione rafforza il coordinamento tra società distinte che operano nello stesso settore e con modalità analoghe e mira ad una maggiore efficienza operativa e finanziaria. Nel corso del mese di luglio 2016, la società ha rilasciato un nuovo listino di vendita, nell’ambito di una più ampia strategia commerciale, che prevede tra l’altro, la riduzione delle modalità di pagamento concesse al cliente a massimo ventiquattro mesi. Poi, in data 4 agosto 2016, axélero ha acquisito il 100% di Privategriffe. Il pieno controllo della società rappresenta

Soluzioni efficaci oltre che innovative

Axélero S.p.A., quotata sul mercato AIM Italia dal dicembre del 2014, è una internet company fondata nel 2008 da Leonardo Cucchiarini e Stefano Maria Cereseto. La società opera nel mercato italiano dei media, del marketing e della pubblicità digitale accompagnando Pmi, grandi imprese e Pubblica Amministrazione nel percorso di digitalizzazione. In particolare, axélero offre soluzioni efficaci e innovative di digital advertising e digital marketing, disegnate espressamente con l’obiettivo di supportare piccole, medie e grandi aziende, istituzioni nazionali e locali, nell’ottenere visibilità, contatti utili e risultati concreti.

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La Basilica di San Nicola a Bari ora si può visitare in un tour tutto virtuale

La internet company axélero, quotata sul mercato AIM Italia e market maker digitale ad alto tasso di innovatività, ha annunciato il lancio del Virtual Tour della Basilica di San Nicola a Bari, che permetterà ai cittadini italiani, e ai turisti di tutto il mondo, di visitare online le meraviglie della chiesa barese, grazie alle tecnologie di axélero che permettono una navigazione immersiva e coinvolgente. Disponibile per pc, smartphone e ta-

un investimento strategico in grado di dotare la società di nuovi asset tecnologici proprietari e di un accesso a uno specifico segmento di mercato di Pmi e SoHos. Il consiglio di amministrazione ha inoltre esaminato e conferito i poteri al Presidente per la sottoscrizione di contratti di cessione di crediti commerciali pro solvendo e pro soluto, che consentiranno al Gruppo di autofinanziare la crescita del valore della produzione, mediante lo smobilizzo dei propri crediti commerciali, così da far fronte alle

esigenze finanziarie connesse al modello di vendita che prevede la dilazione di pagamento concessa al cliente. Tali nuove risorse finanziarie si andranno a sommare alle linee di finanziamento di medio e lungo periodo per circa 7 milioni di euro e di affidamento per l’anticipo dei crediti commerciali per 8 milioni concessi nel primo semestre da primarie banche con le quali la società opera. Evoluzione prevedibile della gestione

blet all’indirizzo http://www.toursannicola.it/, il Virtual Tour accompagnerà i “visitatori digitali” in un percorso multimediale della struttura, grazie ad immagini in alta risoluzione e schede testuali dettagliate dedicate ai vari punti di interesse della Basilica di San Nicola, uno dei più grandiosi esempi di architettura romanica oggi disponibile in Italia. Ricreando una visita guidata online con il valore aggiunto dell’interattività offerta dalle moderne tecnologie digitali sembrerà di trovarsi davvero all’interno della chiesa. Lo sviluppo del progetto ha coinvolto circa dieci professionisti, tra fotografi, esperti di post-produzione fotografica, sviluppatori software, web designer e grafici lungo l’arco degli ultimi mesi; il gruppo di lavoro ha provveduto alla realizzazione di 40 immagini “panoramiche”, costituite da quasi 500 fotografie in HDR (risoluzione 4000x6000) e di 74 “punti d’interesse” ricreando per gli utenti online e da mobile l’esperienza di navigare nell’incanto architettonico e artistico della Basilica. Inoltre, in fase di produzione, il team di lavoro ha inserito venti “hotspot” interattivi, nodi cliccabili che consentono ai navigatori di accedere ad approfondimenti testuali dedicati alla storia e ai dettagli architettonici del monumento.

Intanto axélero proseguirà gli investimenti intrapresi nel primo semestre 2016 focalizzandosi principalmente sullo sviluppo di nuovi prodotti, sul consolidamento del profilo di “rete commerciale di eccellenza” e sullo sviluppo della customer experience e customer satisfaction. Prosegue, inoltre, l’investimento in nuove tecnologie, che consentano un’efficiente gestione amministrativa (implementazione di un nuovo sistema Erp) e gestionale (nuovo Crm) capace di sostenere il trend di crescita intrapre-

so. Tali direttrici continueranno a rappresentare per axélero il driver di forte accelerazione al fine di guadagnare sempre maggiori quote di mercato e di valutare nuove opportunità su mercati, anche a livello internazionale, ancora non presidiati. Alla luce della strategia di sviluppo intrapresa e in parte già realizzata nel primo semestre 2016 è verosimile attendersi che l’esercizio in corso si chiuda in modo soddisfacente e che si possano realizzare risultati sempre crescenti nei prossimi esercizi. ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016


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Un’ascesa continua, soprattutto alla conquista delle giovani donne tra 18 e 34 anni

Il fenomeno web si chiama tv serial

Good Move, la start-up innovativa specializzata nella monetizzazione editoriale premium a 360 gradi per i vertical principali Smart Woman, Advanced Entertainment e Engaging Automotive, festeggia il successo di TVSerial.it che fa numeri da boom con oltre un milione di utenti unici di Marianna Marcovich

Di proprietà di ASAP Online Media, TVSerial.it (www.tvserial.it) mixa la modalità del magazine alla dimensione della Fanpage, grazie a una formula vincente di accattivanti news, anticipazioni, recensio-

ni e molto altro sulle serie televisive. Il sito, a settembre, ha registrato su Google Analytics ben 8.521.402 pagine viste in 1.521.399 sessioni eseguite da 1.096.209 utenti, con tempi di permanenza di 2 minuti e 27 secondi. Sorprende la dimensione del target don-

Ed mod tetueros dolor ing eum zzriusto duisl

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na 18-34 (72,8% donne, di cui 86,27% 18-34), giustificata dalla passione maturata per show come “Grey’s Anatomy”, “Orange is the new black” e così via. La giovane età dell’audience si riflette anche nell’elevata visualizzazione da mobile (65,7%), seguita da pc (30.5%) e tablet

(3,8%). Sbirciando gli insights di Facebook, dal 5 settembre al 2 ottobre i dati sono eclatanti. Con “soli” 155.890 fan (dato aggiornato alle 10:00 di mercoledi 5 ottobre), l’engagement è unico: ben 1.402.596 interazioni con i post e una copertura di 13.058.747 utenti. Ma da dove arriva un tale successo? «TVSerial.it s’inserisce nella nostra strategia di portali verticali - spiega Gabriella Crafa, a.d. di Asap Online Media -. Grazie a TVSerial abbiamo arricchito l’offerta per gli utenti e rientra fra i nostri portali di punta. Il successo, dipende da un insieme di fattori tra cui la strategia di comunicazione che funziona molto bene sui social, la diffusione mirata di contenuti e la capacità di raggiungere in modo efficace il target di riferimento. Inoltre, abbiamo un team giovane capace d’intercettare il proprio target ma ne parla anche la lingua». Anche Alessandro Mandelli, Co-Founder di Good Move, commenta: «Siamo molto soddisfatti di essere riuscitia trasformare TVSerial in un caso di integrazione editoriale-pubblicitaria in cui l’impiego dei più interessanti formati pubblicitari ha permesso ai maggiori player dell’entertainment da un lato di promuovere i propri prodotti in una modalità molto “Native” e dall’altro di raggiungere una rilevante audience di giovani appassionati con una grandissima capacità di influenzare le loro community».

Novità nel team della struttura che punta a un mix qualitativo di contenuti verticali

Blogo: nominato Michele Traversa, è Head of Media Agencies & Trading Desks La nomina ribadisce la strategia della concessionaria che nel 2017 sarà focalizzata sulla crescita della linea Programmatic di Massimo Luiss

È Michele Traversa il nuovo responsabile Centri Media e Agenzie di Blogo che per il 2017 punta su un mix qualitativo di contenuti verticali, progetti speciali e programmatic. Già Key Account Manager, con la nuova carica l’obiettivo è sviluppare la strategia commerciale focalizzando sulla crescita delle suddette attività, attraverso un approccio a 360 gradi, con particolare attenzione ai trend del digital marketing e all’innovazione dell’offerta commerciale. «Guiderò il team di sales attivo sulle agenzie e trading desks con l’obiettivo di valorizzare al meglio l’inventory e le forti verticalità di Blogo, attraverso l’incremento della vendita in modalità programmatica e il rafforzamento di soluzioni di branded content» ha di-

michele traversa

chiarato. Con un focus sui centri media, lavorando dalla sede di Milano - e per tutta Italia Traversa promuoverà e valorizzerà l’offerta completa di Blogo che comprende innovative soluzioni di display advertising, programmatic buying, performance e progetti speciali. Blogo.it è una testata giornalistica registrata dal 2004. E’ il primo editore nativo digitale proprie-

tario di tutta l’offerta editoriale, con sei canali verticali proprietari, tutti responsive. Ha una redazione interna con una produzione di centinaia di contenuti originali al giorno e una forte componente social. Vanta più di 100 live ogni mese e oltre due milioni di di fan targettizzati sui social network. E’ un pioniere nel campo di native adv, content e adv format in Italia. ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016



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Le prospettive per l’ampio utilizzo della nuova metodologia messa a punto dall’istituto GfK

Shopper Conversion analizza a fondo il processo di conversione all’acquisto

sto e, di conseguenza, aumentare fatturato, profitto e performance dei punti vendita. Shopper Conversion, la nuova metodologia GfK dedicata all’analisi della conversione all’acquisto, affronta questa complessità in modo del tutto innovativo. I metodi di ricerca tradizionali, sostanzialmente basati sulle dichiarazioni degli intervistati, colgono quasi esclusivamente gli aspetti razionali delle scelte, offrendo una visione parziale delle meccaniche di conversione. Shopper Conversion, invece, utilizza tecnologie innovative di misurazione implicita dei comportamenti, studiando il processo di conversione all’acquisto nella sua parte comportamentale, basata su processi irrazionali, quindi nella sua completezza.

A tutti piace pensare di avere un approccio razionale agli acquisti, ma numerosi studi hanno messo in luce l’esistenza di molteplici fattori che condizionano proprio il processo di acquisto. Ognuno di noi entra in un punto vendita - fisico o virtuale - con un’intenzione di acquisto, ma la decisione finale avviene solo di fronte allo scaffale. Spesso l’impulso ci fa mettere nel carrello prodotti che non avevamo pianificato di acquistare, altre volte vediamo un’offerta oppure riceviamo un consiglio che ci fa

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cambiare idea; o magari non riusciamo a trovare quello che cercavamo e decidiamo, allora, di provare qualcosa di nuovo. Dall’intenzione alla decisione Il passaggio dall’intenzione alla decisione finale su cosa acquistare viene definito “conversione all’acquisto”. Comprendere cosa avviene durante il processo di conversione, quali sono i fattori che determinano o frenano l’acquisto è fondamentale, sia per la distribuzione che per le aziende produt-

Per capire meglio cosa succede nelle varie fasi che portano un consumatore alla decisione finale è ora disponibile una sofisticata strumentazione che agisce in maniera semplice e innovativa di Sebastiano Zeri

trici, al fine di progettare nuove strategie in grado di migliorare l’esperienza di acqui-

Raccolta di dati Tutto questo si traduce in una raccolta di dati concreti sui fattori chiave e le barriere che - all’interno del punto vendita reale o virtuale - influenzano il processo di acquisto. Dati che consentono di avere informazioni reali sulla visibilità e sull’efficacia delle promozioni, sulla validità dell’allestimento, dei display, della disposizione dei prodotti sugli scaffali e della scelta dell’assortimento. Shopper Conversion si compone di tre fasi di ricerca integrate, realizzabili anche singolarmente: 1 Conoscere lo shopper. In questa fase, vengono acquisite informazioni che

caratterizzano lo shopper (profilo, abitudini e comportamenti di acquisto, budget di spesa, canali frequentati), sia a partire dai dati del Panel GfK, sia attraverso studi di segmentazione e profilazione specifici. Le informazioni raccolte in questa fase permettono di contestualizzare le informazioni raccolte nelle fasi successive. 2 Tracciare il percorso. Consiste nel monitoraggio del percorso d’acquisto all’interno del punto vendita attraverso l’utilizzo di Sensori RTLS (Real Time Locating System), disposti su cestini e carrelli, che rilevano il percorso degli shopper e Sensori OSS (Optical Smart Sensors) disposti sugli scaffali, che rilevano l’interazione degli acquirenti con una determinata categoria. Questi dati vengono poi integrati con i dati di vendita da scontrino - andando a definire i tassi finali di conversione a livello di totale negozio, reparto, categoria, marca o singola unità di vendita - e con l’analisi delle attività promozionali. 3 Gestire la categoria. É la fase della simulazione virtuale, che consente di testare, in modo realistico e interattivo, potenziali alternative di presentazione dello scaffale, di assortimenti e di promozioni (alternative messe a punto sulla base dei risultati delle due fasi precedenti oppure frutto di ipotesi). Si basa sulla piattaforma virtuale Simstore, esclusiva di GfK, che permette di simulare reali occasioni di acquisto e di scelta di fronte lo scaffale. L’efficacia e la concretezza operativa connesse a Shopper Conversion sono state già pienamente confermate da una serie di appositi studi, sia per quanto riguarda l’ampio spettro dei beni di largo consumo, sia per aree specifiche quali farmaceutica, elettrodomestici, telefonia, moda e abbigliamento. ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016


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Marketer e retailer stanno concentrando le energie per spingere gli utenti a spendere di più in social commerce

I millennials amano tanto i social network. Ma non li usano per fare shopping di Anna Maria Ciardullo

Marketer e retailer stanno concentrando le energie per spingere gli utenti dei social media a spendere i loro soldi in social commerce, tentando di trasformare le piattaforme social in veri e propri negozi online. Molti pensano che sia imminente un’enorme ondata di social marketing, in quanto, colpire gli utenti dove gli stessi scelgono di stare, consente un migliore collegamento e maggiori opportunità per la conversione. Tuttavia i millennials, il cui potere d’acquisto dovrebbe raggiungere oltre 200 miliardi di dollari nel 2017, non si stanno muovendo secondo le aspettative. Un’infografica curata da Gum Gum, azienda specializzata in marketing e social intelligence, espone i risultati di una ricerca che ha esaminato le abitudini di fruizione dei social tipiche di questo cluster di giovanissimi. Tra i millennials

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Il potere d’acquisto dei giovanissimi dovrebbe raggiungere oltre 200 miliardi di dollari nel 2017. Eppure, pare che non siano affatto propensi a spenderli sulle loro piattaforme preferite, dove si connettono solo con lo scopo di curiosare e combattere la noia. ma soprattutto comunicare con gli amici

intervistati da GumGum, il 42% accede a Instagram più di cinque volte al giorno, e il 38 % si collega a Snapchat sempre più di cinque volte al giorno. I marketer potrebbero vedere in questi dati la necessità di concetrare i loro

sforzi per commercializzare su entrambi i siti, ma prima sarebbe più importante capire bene le motivazioni che spingono i più giovani utenti ad eseguire così frequentemente l’accesso alle proprie piattaforme social preferite.

con gli amici. Diversi i dati riferiti a Snapchat: il 53% accede per comunicare con gli amici, il 37% lo utilizza per guardare storie e il 7% per seguire le celebrità. La maggior parte degli utenti preferisce guardare piuttosto che postare i propri contenuti, ad esempio, il 73% degli utenti Pinterest preferisce naviga-

re senza postare nulla e solo il 40% degli utenti Instagram naviga la piattaforma e pubblica le proprie immagini con la stessa frequenza. I tassi di acquisto Ma, senza dubbio, la statistica più schiacciante di questa ricerca è quella che si riferisce ai tassi di acquisto rela-

tivi al social commerce. Il 99% degli intervistati ha, infatti, dichiarato di non aver mai effettuato un acquisto su Snapchat. Lo stesso per il 94% degli utenti di Pinterest e il 91% di quelli di Instagram. Inoltre, il 60% del totale sceglie sempre di skippare gli annunci dove possibile. Gli utenti social sono profondamente collegati tra loro e alle loro piattaforme preferite, ma prendere in considerazione solo questo aspetto non è sufficiente per generare un’efficace strategia di marketing e perché si verifichi una reale spinta alla conversione istantanea. Presentare semplicemente il brand non basta per coinvolgere i millennials. I marketer possono avere qualche chance solo se in grado di diventare un tutt’uno con le piattaforme e le loro community, poiché vendere sui social, soprattutto ai più piccoli, non è affatto semplice, nonostante il potere d’acquisto sia in costante crescita.

Da Instagram a Snapchat Il 37% degli utenti intervistati ha dichiarato di accedere Instagram solo per passare il tempo e sconfiggere un momento di noia mentre il 20% si connette per comunicare ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016


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Per editori a caccia di nuovi best seller e aziende interessate ad aumentare la propria brand awareness

Sorprendente: analytics, social network e brand storytelling vivono in un’unica piattaforma G2-Startups ha presentato Meetale, incubatore di scrittori. e inaugurato il format Innovation Coffee Break, a colazione con l’innovazione. Introduzione affidata a Federico Barilli, di Italia Startup di Nicolò Franceschi

Roberta Gilardi, Ceo di G2Startups, acceleratore di impresa, ha inaugurato Innovation Coffee Break, il nuovo format di networking per fare colazione parlando di innovazione. Gradito ospite, Federico Barilli, segretario di Italia Startup, associazione no profit che sostiene e dà voce all’ecosistema delle startup italiane e di cui G2 è socio come acceleratore. Insieme al caffè e alla presentazione dei nuovi servizi di accelerazione per startup e imprese, G2 ha introdotto una delle startup accelerate, Meetale, che ha

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meetale lavora al fianco degli scrittori emergenti

Nel corso dell’evento, insieme ai servizi di accelerazione per startup e imrese, G2 ha introdotto anche una delle startup da lei accelerate, meetale, che ha presentato al mercato un nuovo tool

presentato al mercato il nuovo tool della sua piattaforma di incubazione per scrittori emergenti, editori a caccia di nuovi best seller e aziende interessate ad aumentare la propria brand awareness attraverso lo storytelling. «Ci è piaciuto Meetale perché ci è sembrato che mancassero idee come questa. In un’epoca segnata dalla disinterme-

diazione e dal pluralismo di voci, che spesso inficiano la qualità della fonte e dei contenuti, Meetale ci è subito parso un ottimo link tra chi tenta la strada della scrittura e chi cerca o ha dei prodotti editoriali che vuole testare sul mercato. E’ un buon tool b2b per le aziende dell’editoria, ma non solo, che vogliano cogliere l’opportunità della ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016


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un modo per Sostenere lo sviluppo delle imprese G2-Startups è un acceleratore di startup e di imprese che ha nella propria mission l’obiettivo di sostenere lo sviluppo delle imprese utilizzando primariamente le startup come driver di innovazione. Il progetto G2 nasce e si sviluppa dal 2011, raccogliendo l’esperienza professionale di Massimiliano Gilardi, ventidue anni trascorsi nell’investment banking e nella consulenza finanziaria, e quella di Roberta Gilardi, impegnata per oltre venticinque anni negli ambiti di industria e servizi, esperta di innovazione strategica, marketing e business. Nel 2016 il progetto di sviluppo dell’acceleratore “G2” originario già in atto raccoglie l’interesse di SO.GE.FID., Società Generale Fiduciaria e di Revisione, struttura che da oltre quarant’anni opera nel mercato e soprattutto incontra le competenze e la perfetta sintonia di Luigi Passeri, amministratore delegato della Fiduciaria. Insieme fondano G2-Startups, che accanto al ruolo di acceleratore di startup espresso nel portfolio in crescita, si propone di offrire servizi, format e soluzioni di elevato standard in ambito innovazione al mercato delle imprese di ogni dimensione, con una offerta in grado di stimolare il processo, formare le competenze, lavorare in profondità sui modelli di business. Una proposta nata anche con lo scopo di riuscire a favorire la contaminazione guidata tra le imprese e le startup, sviluppando a fondo i livelli necessari di intraprenditorialità (www.g2-startups.com).

Mission Proposta

acceleratore di startup e di imprese che ha l’obiettivo di sostenere lo sviluppo delle imprese: ecco g2-starups

meetale ha un nuovo tool nella sua piattaforma di incubazione per scrittori emergenti, editori e aziende

nonché primo premio al Festival Giallo Garda sezione racconti inediti», ha sottolineato Fabio Dessole, editor di Arpeggio Libero, che ha registrato un incremento costante del 20% grazie agli autori scoperti su Meetale.

L’apertura a contest con altri atto-

ri del sistema startup, come ShareWood (gosharewood. com) ha creato interessanti casi di engagement, aumentando la brand reputation del marchio.

Su questa onda sono nati concorsi, lezioni di storytelling ed eventi letterari in collaborazio-

IDEA

meetale è un link tra chi tenta la strada della scrittura e chi cerca o vuole testare il mercato

ne con autorevoli enti, come la Fuis (Federazione Unitaria Italiana Scrittori), il progetto Erasmus (www.esnitalia.org/ it/erasmus-penfriend), BookCity Milano, tanto per citarne alcuni.

Ma, come nei migliori racconti, l’innovazione di Meetale continua...

user generated content per favorire la brand awarness

quello avanzato da meetale è un ottimo strumento b2b per le aziende dell’editoria che desiderano cogliere l’opportunità della diffusione dello user generated content per aumentare la quota della propria brand awarness

diffusione dello user generated content per aumentare la propria brand awareness attraverso un massiccio engagement del lettore-scrittore» ha detto Roberta Gilardi, Ceo di G2-Startups -. Il mercato degli Stati Uniti si è già accorto di questi strumenti da tempo e ha creato un mercato fiorente finanziando startup di questo tipo. In Ita-

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lia, invece, questa digitalizzazione del piano di business di una editoria un po’ in crisi ci sembra molto interessante e non ancora valorizzata. Inoltre, ci piace l’idea di indirizzare delle iniziative e startup con un’ottica in cui viene favorita la cultura ma c’è anche un buon riscontro di business».

«L’associazione vede con favore lo sviluppo di star-

tup promettenti, sostenute da partner che ne appoggiano la crescita, in logica sia di mentorship che di funding - ha dichiarato Federico Barilli, Segretario Generale di Italia Startup -. E’ la logica virtuosa del nostro ecosistema, che quest’anno sta dando segnali incoraggianti in termini di investimenti in startup innovative».

«Ho scoperto Mee-

tale al Salone Internazionale del Libro di Torino, nel 2015, e da allora abbiamo sempre collaborato. Grazie a Meetale ho scoperto molti autori che hanno aiutato il business della mia casa editrice, come Marta Tempra, che nel tempo è divenuta una delle mie autrici di punta con due raccolte di racconti e un romanzo storico, “A.D. 1243”,

Per lo YouTube della parola l’evoluzione continua

Meetale è un incubatore digitale di scrittori fondato nel 2011 con la logica di YouTube, ma dedicato specificamente ai libri. Ora, cinque anni dopo l’atto di creazione, Fabio Biccari, chief executive officxer, e Omar Speranza, chief technology officer di Meetale, sono pronti a presentare l’evoluzione in incubatore digitale di scrittori e media per le imprese, quale tool destinato a ottimizzare i servizi di storytelling a supporto della brand awareness aziendale e a collaborare direttamente con le case editrici nello scovare i talenti di domani e contribuendo alla crescita del loro fatturato. Dunque, un autentico, grande juke box di scrittori emergenti, ma anche un’innovativa piattaforma capace di analizzare il mercato dell’editoria (www.meetale.com). ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016

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Criteo Fashion Flash Report: in Italia la moda è leader nelle vendite da tutti i device mobili di Cecilia Bianchi

Criteo, azienda tecnologica specializzata in performance marketing, ha pubblicato la nuova edizione del “Fashion Flash Report”, relativa al secondo trimestre del 2016. Il report prende in esame i

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Nella nuova ricerca dedicata al settore, la società ha analizzato a fondo i trend relativi alle vendite online nel corso del secondo trimestre 2016 trend delle vendite online del settore fashion, mettendoli a confronto con i risultati dello stesso trimestre ottenuti nel 2015 e si basa sull’analisi di 720.000 transazioni effettuate ver-

so 61 retailer fashion su tutti i dispositivi. Lo studio rivela, in particolare, che in Italia il settore della moda sta migrando sempre più verso il mobile, classificandosi tra le

prime categorie retail, con una media del 32% di vendite avvenute via mobile e un terzo delle vendite del settore realizzata tramite smartphone, leader indiscusso del mobile in Italia.

Il numero delle transazioni mobile nel corso del secondo trimestre del 2016 è cresciuto del 6% rispetto al secondo trimestre dello scorso anno, con picchi di vendita durante la mattina e la sera. Inoltre, appare sempre più alta la propensione alla spesa da parte dei consumatori che hanno già acquistato online. Gli utenti che hanno effettuato un acquisto sono cinque volte più propensi ad acquistare nuovamente entro trenta giorni dall’ultimo atto di acquisto. «L’utilizzo del mobile da parte dei consumatori continua ad essere il trend più significativo dell’ecommerce, con gli smartphone che si attestano in Italia i dispositivi di acquisto privilegiati. Il 66% delle transazioni via mobile è avvenuta tramite questi device, superando di gran lunga l’utilizzo dei tablet - ha dichiarato Alberto Torre, Managing Director di Criteo Italia -. Il fashion si conferma in Italia il comparto con la più alta penetrazione delle vendite da smartphone, proponendosi come modello guida per gli acquisti digitali degli italiani». Il report completo è disponibile al link http://www.criteo.com/ resources/fashion-flashreport-2016

i nuovi dati che sorridono a sky: bene i ricavi e più abbonamenti andrea zappia

Sky Italia procede senza intoppi. E con soddisfazione. Il gruppo, che fa capo a Rupert Murdoch e che in Italia è guidato da Andrea Zappia, sta evidenziando buoni trend di crescita. Ultima prova sono i dati di bilancio relativi al primo trimestre dell’anno fiscale 2016-2017 (che va dall’1 luglio al 30 settembre 2016), diffusi di recente. Spiccano ricavi in aumento del 4% e si tratta della più alta crescita dei ricavi Q1 dal 2009. E ci si riferisce a circa 609 milioni di sterline, più o meno 720 milioni di euro con tasso di cambio attuale. Nei giorni scorsi l’amministratore delegato Zappia lo aveva sottolineasto: Sky è diventata “la prima vera media company italiana, con ampi margini di crescita”. Abbonati in crescita (+22 mila) per il quarto trimestre consecutivo; e migliore crescita Q1 degli ultimi quattro anni. La pay tv conta, in totale, 4,76 milioni di abbonati. “L’Italia resta un Paese importante nonostante la flessione significativa del mercato degli ultimi anni”, ha precisato il manager, aggiungendo che oggi, davanti alla difficoltà di reggere i fatturati degli Over-the-Top, “Sky è riuscita a combattere una situazione economica complicata, restando stabile, con un business plan più resiliente rispetto ad altri operatori”. I dati resi noti sembrano confermare, in effetti, quanto dichiarato da Zappia. Sky ha una posizione stabile - a differenza del competitor Mediaset Premium, ancora alla ricerca di una soluzione con Vivendi - e sta investendo molto sull’innovazione. Inoltre, c’è stato il debutto di Sky Go Plus e nelle prossime settimane arriveranno nuovi servizi: Alta Definizione su on-demand, un’interfaccia per My Sky e il lancio della Sky Kids app.

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Tablet — — Smartphone

Per la maggior parte dei responsabili marketing è sempre la stessa persona

— Domenica — L’ora del film

6.30 del pomeriggio — Martedì — TV in streaming — Facebook — Parzialmente nuvoloso —

— Ricerca per le vacanze Ricerca per visita medica —

— Musica in streaming — Torino — Attrezzatura sportiva

Risparmi per l’Università —

— Architettura — 28˚ C 22˚ C — — Guardando un panorama Libri — — Notizie Adv su assicurazione vita — Milano —

— Scarpe da ginnastica appena viste

Alla ricerca di un Minivan — Consegna di cibo a domicilio — Attrezzatura sportiva — — Pubblicità di tour operator vista ieri

— FIFA

— Programmare un viaggio

— Viaggio

Moment Scoring™ considera Roberto ogni volta in maniera diversa Se è la coppa del mondo o se è il momento di assaporare un bicchiere di vino, il Moment Scoring di Rocket Fuel aiuta i responsabili marketing a raggiungere Roberto sulla base di ciò che lo interessa in quel momento. Non sorpende quindi che la ricerca che Rocket Fuel ha commissionato a Forrester dimonstri che Moment Scoring è in grado di aumentare le performance della campagna fino al 229%*.

Non importa quale sia il tuo obiettivo, Rocket Fuel può aiutarti a non sprecare i tuoi budget pubblicitari e a cogliere il miglior attimo di marketing. Scopri di più sulla nostra piattaforma di marketing multi-channel sia tramite la nostra piattaforma self-service che tramite il nostro managed service e permettici di presentarti le nostre soluzioni DMP e DSP. Visita oggi il nostro sito RocketFuel.com/Fortune.

Viaggio —

Libri —

Instagram — Auto —

— Libri Calcio — — Auto — 11.30 del mattino

— 2 prodotti nel carrello

Ciclismo — *Su studio TEI (Total Economic Impact) commissionato a Forrester da Rocket Fuel nel 2013, è emerso che la tecnologia di programmatic buying di Rocket Fuel, grazie all’algoritmo di intelligenza artificiale proprietario, ha generato un ritorno sull’investimento (ROI) del 229% per le agenzie e del 192% per gli advertiser su un arco temporale di tre anni.

Mappe —


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Il contesto connesso richiede un passaggio di paradigma di comunicazione da un’ottica reach a una di engagement

Serve approfondire la valutazione non tanto della copertura, quanto dell’efficacia. Il 20% dei cosiddetti “touchpoint” è responsabile dell’80% dell’impatto. Saperne valutare i risultati in una visione unificata permette di dare priorità e risorse ai più impattanti

Touchpoint, istruzioni per l’uso In un mondo connesso, l’approccio ai touchpoint da parte delle aziende evolve, per tenere conto dei cambiamenti che lo scenario presenta. Se ne è parlato al recente seminario organizzato da Kantar TNS dal titolo “Touchpoint: optimizing impact on Brand, Experience & Sales”. Nel corso dell’incontro si è discusso di case history di rilievo, grazie alle testimonianze di Angelo Liverani, Head of Automotive & Luxury Brands di Google, e Marina Guida, Head of Vertical di Amazon. «Cambia il contesto in cui viviamo e operiamo, cambiano i comportamenti dei consumatori, cambiano le loro attese sull’experience che il contatto ha generato» ha aperto Gabriella Bergaglio, Marketing Director di Kantar TNS. E in questa crescente complessità, dove la tecnologia ha abilitato nuove e molteplici opportunità di contatto, insieme all’opportunità di connettersi, emerge il rischio di disomogeneità fra i diversi touchpoints. Un

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rischio pericoloso, se pensiamo che “touchpoint” è un momento di “esperienza del brand” e che ha il grande potere di incidere sulla percezione della marca, di rafforzarla… o di indebolirla, secondo i casi.

Esperienza omogenea «Il consumatore si aspetta, infatti, un’esperienza omogenea, allineata, ma i brand non sempre riescono a garantirla. Inoltre, i touchpoint non hanno più un ruolo prestabilito: il consumatore attiva le piattaforme a lui più “vicine”, comode, utili. Comprendere le attese in termini di esperienza della propria target audience nelle diverse piattaforme è oggi, la grande sfida per le marche» ha commentato Federico Capeci, Chief Digital Officer & Ceo Italy di Kantar TNS. Creare engagement è difficile e gli utenti non sono così aperti ai contenuti brandizzati come i brand vorrebbero. Si oscilla fra l’interesse per i Branded Content, 38% (secondo i dati di Global Connected Life 2016) e la sensazione di essere per-

I protagonisti dell’indagine Connected Life

E’ lo studio globale di Kantar Tns che analizza le abitudini e i comportamenti di 70.000 utenti di internet fra i 16 e i 65 anni, di 57 paesi nel mondo. Con l’obiettivo di guidare le grandi sfide per gli specialisti del marketing, evidenzia come la connettività cambi il comportamento delle persone. Lo studio viene svolto osservando approfonditamente i consumatori e le connessioni esistenti tra loro, fornendo la guida strategica necessaria per tenere, coinvolgere e influenzare le persone che contano per il processo di crescita dei brand. La ricerca è stata effettuata online tra giugno e settembre 2016. E’ stato misurato l’utilizzo di Instagram e Snapchat su utenti che li usano regolarmente (su base giornaliera, settimanale, mensile o meno frequentemente).

Kantar TNS

E’ una delle agenzie di ricerche leader nel mondo, con esperti impegnati in più di ottanta Paesi. La struttura offre insight concreti e azionabili che possano supportare le aziende in processi decisionali d’impatto focalizzati sulla crescita dei brand. Attraverso specifiche expertise nell’innovazione, nell’area del brand e della comunicazione, shopper activation e customer relationship, la società aiuta i suoi clienti a identificare, ottimizzare e stimolare l’attivazione nei “momenti chiave” per la crescita del loro business. La sigla fa parte di Kantar, una delle aziende leader a livello mondiale nell’insight, consulenza e data management.

Kantar

E’ il gruppo di riferimento nell’area dell’insight, nel campo della consulenza e nel data management. Lavorando insieme trasversalmente all’intera gamma di discipline di ricerca e di consulenza, i suoi marchi specializzati, che impiegano non meno di 30 mila persone, forniscono intuizioni e strategie di business per clienti localizzati in almeno cento paesi. Kantar è parte del gruppo Wpp e i suoi servizi sono utilizzati da oltre la metà delle aziende di Fortune Top 500.

Mastering multi-modal touchpoints The key to navigating the connected world successfully lies in thinking beyond a traditional siloed approach to touchpoints. Successful brands portray a coherent, but tailored message and experience across the touchpoints that matter most.

Multiple touchpoints

Building equity

And customer relationships

On average, people use different touchpoints before making a purchase, presenting multiple opportunities to persuade.

Irresistible brands communicate coherently across touchpoints. And truly irresistible ones enjoy twice the market share of their competitors.

Consistently good service across multiple channels is rewarded with strong loyalty… while poor performance threatens relationships.

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Travel

Consistently good service

Consistently poor service

Market share

3.7

12%

touchpoints

Technology

10%

4.3

8%

Auto

Airlines

120 Relationship strength

di Daniele Bologna

87

92

17

18

6%

5.2

Irresistibility

New service channels

Decisions on the move

Digital channels are taking a strong position next to more traditional ones. And they’re destined to become more dominant.

Decision-making is moving out of store. Almost two thirds of product research is now online.

Airlines

Online research

Current usage

20

1 channel

17%

of eCommerce now comes from mobile devices.

3%

Developed

62%

growth in eCommerce globally in 2015 equates to 120 million new online shoppers.

Emerging

36% 27%

24% 25%

24% 39%

17% 27%

14% 21%

Hotline

Email

Social/IM

App

Website

64%

A great opportunity to target shoppers pre-store before decisions are made.

Getting it right

Integrate social Share of online screen time

39%

Emerging markets

32%

31%

Our research shows that:

20%

30%

of touchpoints

25%

Social eclipses all other media in emerging markets when it comes to time spent online. To engage with consumers, social needs to be an essential component of your strategy.

4 3+ channels

Mobile drives eCommerce growth

Preferred

Developed markets

2 channels

106

20%

Watching video or TV online

Social networking

Connected Life provides the most comprehensive view of the connected consumer, reaching 60,500 people across 50 countries. To find out visit tnsglobal.com/touchpoints.

Online shopping

80% can deliver

impact

The key to navigating the connected world lies in identifying and focusing on these one in five touchpoints.

Source: TNS’s Connected Life study, Consumer Insight surveys, databases and development projects.

ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016


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Primato al consumatore: è lui a condurre il gioco E’ lo stesso consumatore che decide di assegnare differenti ruoli ai touchpoint: il social, per esempio, gioca un ruolo differenziato nel customer journey. Per il 62% degli internauti offre accesso ai brand content, mentre per il 39% risponde a esigenze informative sul brand; inoltre, per il 32% è il luogo dove poter fare domande. Occorre comprendere le attese del consumatore in termini di experience, per poter strutturare adeguatamente i contenuti e le differenti modalità di relazione.

seguitati online (34%). Indubbiamente, i brand che sanno come utilizzare dati e informazioni su interessi e comportamenti, possono ottenere grandi risultati in termini di apprezzamento ed engagement. Gli ad blocker incombono D’altro canto, questo può

portare, invece all’utlilizzo di ad-blocker, con evidente erosione della spesa in adv, nel caso la percezione di intrusività prevalga, quando il “contenuto” ed il “momento” di fruizione del punto di contatto non sono allineati con le esigenze del consumatore. Come riuscire, dunque, a dare valore ai touchpoint,

a sfruttarli per influenzare il consumatore e rafforzare la percezione del brand? «I più recenti studi sulle neuroscienze hanno evidenziato come la nostra mente non immagazzini tutto quello che vede (o vive). L’esposizione è importante, ma non è sempre significativa per creare “memorie” utili a modificare i

marina guida

comportamenti e influenzare le scelte al momento dell’acquisto. Invece, la nostra mente sembra lavorare sulla base del ricordo di esperienze, che hanno generato emozioni. La comunicazione, quindi, richiede engagement, più che reach e frequenza, per fare in modo di stimolare emozioni, costruire esperienze e fissare ricordi» ha detto Walter Caccia, Head of Brand & Communication Italy di Kantar TNS. Una valutazione integrata offre la possibilità di dare priorità ai più efficaci, focalizzare risorse economiche ed energie dove l’impatto è maggiore. Il 20% dei touchpoint è infatti responsabile dell’80% dell’impatto effettivo. Sapere su quali poter investire è un elemento prioritario del processo strategico del brand. Conviene lavorare in un’ottica integrata Altro elemento interessante, è la possibilità di lavorare in ottica integrata fra i diversi

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angelo liverani

walter caccia

federico capeci

touchpoint. Le sinergie che si creano offrono alle marche grandi opportunità di crescita, grazie ad una sorta di effetto moltiplicativo che si crea. Il valore di alcuni touchpoint come quelli digitali sta proprio nel saperne sfruttare le dinamiche che possono emergere quando operano in modo integrato, l’effetto moltiplicativo che possono avere a supporto del brand engagement. Il consumer journey è uno degli ambiti in cui il digital offre, attraverso il mobile, grandi opportunità di “connection” con la marca. Nei diversi momenti che precedono l’acquisto, il mobile può rispondere alle esigenze informative del consumatore in modo versatile, efficace e profilato. Il caso del settore Automotive è emblematico. «L’acquirente di auto arriva in concessionario già informato: il 96% ha fatto ricerche online prima di decidere l’acquisto - ha detto Angelo Liverani, Head of Automotive and Luxury Brand di Goo-

gle -. Spesso ha visto video e studiato marche, modelli e varianti che lo hanno spinto a recarsi in concessionario... e questo a maggior ragione per i più giovani. Le aziende dispongono oggi di una moltitudine di touchpoint per intercettare questi shopper ed agire promuovendo i loro prodotti in modo personalizzato per portare traffico interessato al dealer».

dal consumatore “adeguati”, possa influenzare positivamente la relazione. E viceversa… possa incrinarla, generando emozioni negative che possono costruire memorie in grado di incrinare la relazione e la seguente scelta, al momento del riacquisto.

Spazio all’experience Se guardiamo all’experience, poi, emergono altre considerazioni. Abbiamo oggi a disposizione una molteplicità di canali per entrare in contatto con un brand e quando vogliamo fare una richiesta, ci rivolgiamo ancora per la stragrande maggioranza dei casi al call center o ai canali tradizionali di contatto, come i negozi. I nuovi canali digitali sono in forte crescita in termini di utilizzo futuro, ma quello che è interessante è vedere come la risposta ricevuta, se in tempi considerati

Un tema complesso «Un tema complesso, dunque, quello dei touchpoint - ha chiuso Federico Capeci - che però può offrire grandi soddisfazioni al brand, in termini di crescita, se “maneggiato” con le dovute attenzioni. Comprendere e monitorare le dinamiche di gestione e valutazione integrata, anche in relazione ai risultati dei competitor, è il primo passo per una strategia di marca concreta. Una strategia che mette al centro della relazione il consumatore, offrendoci una visione unificata necessaria per dare priorità ai touchpoint in grado di guidare la crescita di marca». ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016


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L’identikit di Cristina Favini

Strategist e Manager of Design, responsabile del progetto Weconomy, in Logotel dal 1998 Cristina Favini “disegna” e accompagna progetti di service design per importanti aziende italiane e internazionali. Autrice del modello “Iceberg” per la trasformazione fisicodigitale dell’impresa e delle reti di vendita, negli ultimi quindici anni ha concretizzato la sua passione per l’innovazione collaborativa progettando, implementando e condividendo numerosi concept a livello internazionale. Sviluppa analisi e ricerche condividendo gli studi e l’esperienza acquisita attraverso convegni, seminari e workshop. Appassionata di design, colleziona “libri game e libri d’artista” grazie ai quali esplora l’incontro tra linguaggi e discipline diverse.

Al recente Consumer & Retail Summit, Logotel ha aperto la tavola rotonda dedicata alla “Disruptive Innovation”

Ridefinizione radicale dell’ecosistema: cambia il concetto di valore del cliente Per la loro portata “disruptive” le grandi innovazioni come l’avvento dell’età digitale ridefiniscono radicalmente l’ecosistema in cui vivono le organizzazioni, il ruolo produttivo delle imprese, il concetto di valore per il cliente e i modelli di business delle aziende stesse. «Ci siamo abituati a vedere l’innovazione come tensione a un miglioramento continuo di un’offerta, di un servizio, di un modello di pagamento nella relazione con i clienti - afferma Cristina Favini, Strategist e Manager of Design di Logotel -, ma cosa succede quando rompia-

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lo dice Cristina Favini: «Alla base di ogni innovazione ci sono Community di persone in trasformazione che condividono servizi e contenuti per creare valore alle aziende» di Matteo Dedè

mo gli schemi o un cliché? Quando un supermercato non ha prodotti? Quando un punto vendita non ha la cassa? Quando non si paga più con i soldi? Quando a vendere è il cliente?». Un tema caldo L’innovazione è di certo un tema “caldo” e di stretta attualità nel panorama italia-

no, tanto che la decima edizione del Consumer & Retail Summit, che si è tenuto alla sede milanese del Gruppo 24 Ore di Milano, ha voluto dedicargli una delle tre tavole rotonde previste in scaletta. Il Summit, giunto alla decima edizione e organizzato da 24 Ore Eventi in collaborazione con le testate Mark Up e Gdo Week, è stata un’occasione per confrontarsi sulle sfide del retail, ripercor-

rendo gli scenari di oggi e di domani alla luce delle grandi trasformazioni in atto soprattutto nella relazione con i consumatori.

Nuove regole Ad aprire la tavola rotonda intitolata “Disruptive innovation: servizio, prodotto, comunicazione. Le nuove regole del gioco” - che prevedeva la partecipazione di amministratori delegati, direttori marketing e responsabili commerciali di aziende del settore, - è stata Cristina Favini, di Logotel, con un intervento in cui sono stati sintetizzati una se-

l’innovazione è un tema caldo e di stretta attualità, tanto che la decima edizione del Consumer & retail summit, svoltasi a milano, ha voluto dedicargli una delle tre tavole rotonde che erano previste da una ricca scaletta

cristina favini ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016


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rie di contenuti guida: «Innovare significa generare un nuovo inizio che abbia senso per le persone, che migliori la vita realmente - ha spiegato Cristina Favini -, di conseguenza ogni innovazione è uno strappo, un cambiamento portato a terra che viene adottato da molti. Quindi, l’interrogativo che dobbiamo porci è: come far adottare le nuove regole del gioco alla nostra organizzazione? Come coinvolgere e portare a bordo migliaia di persone che sono nei nostri punti di vendita, dietro i te-

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lefoni, dietro le casse, vera frontiera di avanguardia nella trasformazione nelle nostre reti di vendita, in velocità in uno scambio continuo? Siamo tanto impegnati a rompere i cliché, rompiamo anche quello che riguarda le persone. Non parliamo di social, di intranet, di e-learning, ma di come coinvolgere e motivare ad agire il cento per cento di una rete di persone con obiettivi di business. Parliamo di fare il design di nuovi modelli di relazione in contesti omnichannel».

Il ruolo giocato dalle community Alla base di ogni vera innovazione ci sono community di persone in trasformazione. Una trasformazione che Logotel favorisce e accompagna con la realizzazione di Business Community Network che ogni giorno mettono in connessione migliaia di persone erogando servizi e contenuti. «Le Business Community Network - ha sottolineato Favini - permettono alle aziende di essere più agili, ad esempio grazie ai feedback che

vengono raccolti in tempo reale da tutte le persone dislocate sul territorio. In questo modo è possibile ritarare un’offerta commerciale per renderla più appealing e in linea con i need dei clienti finali. I partecipanti di una community sono ingaggiati in una experience continua che ne aumenta responsabilizzazione e autonomia. Le Business Community Network supportano un sistema motivazionale individuale e collettivo sempre orientato al raggiungimento degli obiettivi di business. Durante questi quindici anni di lavoro dedicato alle Business Community Network ciò che ogni giorno ci sorprende è la continua condivisione di esperienze e best practices che creano valore immediatamente disponibile per le persone di una organizzazione. Lo vediamo nelle trenta community che gestiamo per altrettante reti di vendita, per oltre 80 mila persone che supportiamo tutti i giorni, anche per venditori e filiali internazionali. Progetti che, nel caso della community più grande, sono dedicati a 21 mila persone; la community più longeva ha più di quindici anni. Una Business Community Network significa fare design di nuovi modelli di relazione in contesti omnichannel», ha concluso la manager di Logotel.

A Londra un esperimento sensazionale nel campo dell’intelligenza artificiale

Deep Mind sa andare in metrò Ecco i primi risultati della start up acquistata da google solo due anni fa di Daniele Bologna

Si chiama Deep Mind ed è la start-up londinese sull’intelligenza artificiale acquistata da Google nel 2014 per 400 milioni di sterline, nella speranza di compiere rapidi passi avanti in questo campo. Proprio di recente ne ha compiuto uno che viene considerato di cruciale valore. Per la prima volta, una ‘’macchina’’ ha risolto problemi solamente attraverso un meccanismo di deduzione, senza avere ricevuto una precedente conoscenza dell’argomento. Problemi semplici, per cominciare: pianificare il miglior percorso fra due distanti stazioni del metrò di Londra o comprendere le relazioni fra parenti in un albero di famiglia. E’ tuttavia il primo passo verso un “computer neurale differenziabile’’. Quindi, un computer capace di ragionare da solo. Gli scienziati di Deep Mind ci sono arrivati combinando un “network neurale’’ con la tradizionale memoria dei computer. I network neurali sono dei sistemi connessi modellati su reti neurali biologiche come il cervello. Svolgono un grande

ruolo nei recenti progressi realizzati nelle ricerche sull’intelligenza artificiale. Finora, tuttavia, erano stati in grado di accedere soltanto a dati contenuti nel proprio network. In un articolo sulla rivista scientifica Nature, la squadra di venti studiosi di Deep Mind ha affermato, invece, di essere riuscita a creare network neurali che accedono a dati esterni, come per esempio testi codificati in convenzionali forme digitali. In grado, insomma, di fare ricerche sul web per conto proprio, come farebbe ognuno di noi per sapere quale è il percorso più breve per andare da Victoria Station a Camden Town nell’Underground della capitale britannica. «E’ una pietra miliare importante e molto interessante nelle ricerche sull’intelligenza artificiale», la definisce Jay McClelland, direttore del Centre for Mind, Brain and Computation della Stanford University. «Questo, però, è solo uno studio di ricerca - avverte Alex Graves, responsabile del progetto - e richiederà un sacco di lavoro a livello ingegneristico, non voglio fare supposizioni su dove arriverà in termini di soluzioni di problemi pratici». ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016


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di Matteo Dedè

Il dominio non conosce limiti. Non basta la leadership nel commercio digitale. E neppure il primato nella consegna a domicilio. Ora Amazon vuole espandersi anche nel mondo dei negozi più tradizionali, quelli fatti di mattoni e cemento. Secondo la recente ricostruzione del quotidiano Usa The Wall Street Journal, la società di Jeff Bezos starebbe pianificando l’apertura di piccoli punti vendita in cui i clienti potranno acquistare alimentari come frutta, verdura, latte e carne. Oppure ritirare, magari sulla strada dal lavoro verso casa, e senza neppure scendere dalla macchina, la merce ordinata online. Offerta che all’inizio, secondo le indiscrezioni, sarebbe aperta solo agli abbonati a Fresh, il servizio di consegna a domicilio di prodotti freschi entro ventiquattro ore. Ma potrebbe essere poi estesa a tutti i clienti, con una sfida frontale alle grandi catene di supermercati, Walmart in primis. Ogni anno ogni americano spende 5.500 dollari in alimentari, il doppio dell’esborso medio di un abbonato ad Amazon Prime. L’interesse per il commercio fisico, per Amazon, non è una novità. Il gigante della rete lo sta già sperimentando con

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All’inizio l’offerta aperta solo agli abbonati a Fresh, il servizio di consegna a domicilio del “fresco” avverrà entro 24 ore

Nell’alimentare sta arrivando un colosso digitale: è Amazon

La società fondata da Jeff Bezos starebbe pianificando l’apertura di piccoli punti vendita in cui i clienti potranno acquistare prodotti alimentari come frutta, verdura e latte

Jeff Bezos

le librerie; e dopo la prima, aperta lo scorso anno a Seattle, ne arriveranno presto altre quattro. Insieme ai negozi di elettronica, una ventina di punti vendita temporanei spuntati nei maggiori centri commerciali degli Stati Uniti, che

entro il prossimo anno dovrebbero salire a cento. Non è, però, un ritorno al passato, piuttosto la volontà di proporre una esperienza di acquisto totale, seguendo il cliente in tutti i suoi spostamenti tra mondo online e offline. E ridisegnando di

conseguenza anche la modalità di acquisto nei negozi fisici. Non c’è da aspettarsi, insomma, di trovare i classici scaffali o i tradizionali cassieri. Secondo le indiscrezioni, negli alimentari di Amazon (nome in codice Project Como) i clien-

ti potranno ordinare i prodotti a più lunga scadenza grazie a tablet o attraverso il proprio smartphone, per poi farseli recapitare a casa. Oppure potranno ordinarli online e poi ritirarli con un veloce drive-in. Perché è vero che la propensione de-

gli americani ad acquistare alimentari online, oggi appena il 2% del mercato, sta rapidamente aumentando. Ma consegnare i freschi a domiclio resta un ingente problema logistico, oltre che un business dai margini molto bassi. La stessa Walmart, dopo aver comperato per 3,3 miliardi di dollari la società di ecommerce Jet. com, ha in progetto di aprire entro la fine del prossimo anno dei “pick-up point”, dei punti ritiro merce, in un quarto almeno dei suoi 5 mila negozi. Fresh, il servizio di consegna a domicilio su abbonamento, 15 dollari al mese, è presente in sette città americane e a Londra. E quest’anno, dopo un periodo di pausa, Amazon ha ricominciato ad allargarlo, aggiungendo alla lista anche Boston. La mappa dei negozi mattoni e cemento dovrebbe essergli ricalcata sopra, con il primo drive-in che potrebbe partire a Seattle entro breve. Per i punti vendita veri e propri potrebbe volerci un po’ di più, vanno trovati i luoghi strategici nelle grandi città. Senza contare i possibili incidenti di percorso, visto che Amazon ha ancora poca esperienza di commercio nel mondo fisico. Eppure, la società di Bezos ha mostrato una enorme capacità di colonizzare nuovi business. Walmart e gli al-

tri sono avvisati. Tutto questo mentre le stasse Amazon ha deciso di sfidare, su un altro versante, Spotify e Apple, lanciando un servizio di musica in streaming a pagamento. Il servizio sarà, al momento, disponibile negli Stati Uniti e in Gran Bretagna e sarà aperto entro la fine dell’anno a Germania e Austria. Quindi, non all’Italia. Il catalogo di Amazon Music Unlimited, questo il nome del servizio, comprende “decine di milioni di brani”, e va ad aggiungersi ad Amazon Prime Music, già disponibile in molte nazioni (ma non nel nostro paese), gratuitamente per i membri di Prime, con un database di circa due milioni di canzoni. «Pensate a questo come a un servizio offerto su due livelli differenti: il primo è quello introduttivo, mentre Unlimited è il servizio completo», ha spiegato Steve Boom, vice presidente di Amazon e responsabile del settore Digital Music. Il costo di Music Unlimited è in linea con quello dei concorrenti, dieci dollari al mese; scendono a otto dollari per i clienti Amazon Prime. Il servizio va ad arricchire l’agone delle piattaforme di musica in streaming e arriva proprio in un momento in cui la fruizione della musica è decisamente cambiata. ANNO VII | #4 | MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2016


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al via dal 24 ottobre su Mediaset Premium. Un nuovo brand nel pacchetto “Serie & Doc”

E’ al debutto in Italia Investigation Discovery Visibile al canale 320 del digitale terrestre, l’originale e ambiziosa proposta, targata Discovery, si snoda in un groviglio appassionante tra indagini, misteri e segreti di Daniele Bologna

Un nuovo grande brand targato Discovery debutta su Mediaset Premium: si tratta di ID - Investigation Discovery che arriva finalmente in Italia dal 24 ottobre, al canale 320 del digitale terrestre. Una novità che va ad arricchire il pacchetto “Serie & Doc” dei clienti di Mediaset Premium con uno dei brand più famosi e riconoscibili al mondo. Ci sono passioni, indagini e misteri: ecco un palinsesto ricco di produzioni di qualità, dal ritmo incalzante e coinvolgente che attraverso ricostruzioni, approfondimenti, inchieste e indagini porta alla scoperta di ogni segreto del crime, uno dei generi più apprezzati dal pubblico. Presen-

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te in 163 Paesi nel mondo, ID - Investigation Discovery è un vero e proprio fenomeno negli Stati Uniti dove è il canale via cavo con la crescita d’ascolto più alta e con il maggior tasso di permanenza tra le donne da 25 a 54 anni. Un vero e proprio pilastro del portfolio Discovery, grazie alla capacità di intrattenere, raccontare e stupire, grazie a un linguaggio che resta sempre moderno e accattivante. Alessandro Araimo, senior vice president e & Coo di Discovery Networks Southern Europe afferma: «Siamo davvero lieti di portare anche in Italia ID - Investigation Discovery, in partnership esclusiva con Mediaset Premium. Il nostro obiettivo è quello di continuare a offri-

re programmi originali e innovativi anche sul pay. Una piattaforma su cui investiamo costantemente, proponendo con continuità contenuti pregiati e mai visti prima». Franco Ricci, amministratore delegato di Mediaset Premium, dichiara: «L’arrivo di ID - Investigation Discovery sulla nostra piattaforma risponde alla strategia di rafforzamento dell’offerta Mediaset Premium nell’area cinema, serie tv e factual, con un ricco bouquet di canali che si affiancano ai già ben noti ed esclusivi contenuti sportivi». ID - Investigation Discovery arriva, dunque, in Italia con tante produzioni di successo tra cui spiccano “True Crime”, storie di omicidi, con la nota scrittrice e giornalista Aphrodite Jones alle prese con alcuni dei casi di omicidio più atroci del nostro tempo, e “Vite segrete di mogli (im)perfette”, la

serie-docu che indaga sulle vicende di donne con intenzioni mortali, disposte a distruggere le loro vite apparentemente perfette pur di ostacolare la verità. Tanta anche l’attenzione a tematiche sociali: nel palinsesto, infatti, non mancheranno programmi su violenza contro le donne, bullismo, discriminazioni e altri fatti di cronaca.

Un palinsesto ricco

di produzioni di qualità

Nella foto qui a sinistra compare alessandro araimo, svp & coo Discovery Networks southern europe; nelle altre due immagini qui sopra alcune scene tratte da contenuti del palinsesto di investigation discovery

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