La scuola elementare durante il periodo fascista: i registri della scuola S. Giuseppe di Sassari

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Come si vede dalle cronache, il legame tra assistenze e propaganda divenne sempre più stretto: “Per sopperire alle necessità dei più bisognosi mi sono stati consegnati dal Patronato Scolastico tre buoni valevoli per ottenere altrettante paia di scarpe, e altri tre buoni per altrettante divise di Balilla. Ho potuto così soddisfare l’aspirazione di tre dei miei alunni che, per le particolari condizioni d’indigenza delle famiglie, non possedevano ancora la sospirata divisa. Inoltre, per opera del Patronato scolastico, funziona la refezione. Essa avrà la durata di un mese, con due turni di 15 giorni ciascuno, e ne usufruiscono dieci alunni di ciascuna classe, cinque per turno, scelti tra i balilla, in possesso della divisa e tra i più poveri.”83

Il Patronato Scolastico oltre al materiale didattico anche se in pochi casi, distribuiva anche le scarpe e qualche divisa, e se questi non arrivavano da esso, pervenivano

dall’Organizzazione

Nazionale

Balilla

(ONB)

o

da

altre

organizzazioni giovanili: “Oggi è venuto in classe il comandante de la centuria a la quale appartengono i miei alunni Balilla per consegnare ai tre tesserati più poveri il buono per la divisa gratuita come dono pasquale. Sono tanti i poveri che la scelta mi è stata un po’ difficile, ma credo di aver dato i biglietti a quello che più la meritavano. Anche questo regalo è stato accolto con molta gioia dai bambini che ringraziano con vero cuore i buoni che pensano a loro proteggendoli, aiutandoli, cercando di farli crescere sani, forti e buoni.”84 “Infatti un decreto del 17 marzo 1930, affido i Patronati scolastici comunali all’ONB. Le attività di assistenza per gli alunni disagiati, organizzate fino ad allora dai patronati e finanziate da enti pubblici, dallo Stato e da privati, (come refezioni gratuite, copertura parziale o totale delle spese di abbigliamento, libri e materiale scolastico, soggiorni in colonie ecc.,) potevano venir fatte passare in questo modo per opere di beneficenza organizzate dall’opera stessa, assumendo così un preciso valore politico”.85 Tuttavia dei 6292 Patronati scolastici esistenti nel 1930 soltanto 2662 funzionavano in maniera efficiente.86

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Classe IIª masc., 12 aprile 1933, maestra Emilia franco, Appendice 5. Classe Iª masc., 12 aprile 1933, maestra Elisa Lorenzoni, Appendice 4. 85 J. CHARNITZKY, Fascismo e scuola, La nuova Italia, Firenze, 1994, p. 338 86 Ivi, p. 339 84

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