Gli studenti sardi a Salamanca nei secoli XVI e XVII

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che permetteva di trovare un impiego con facilità. Infatti i primi studenti sardi che vi perseguirono il grado si videro già impegnati, agli inizi del seicento, nell’amministrazione del regno oppure ottennero la cattedra come professori nelle due università dell’isola. Professori come Antonio Canales de Vega a Cagliari, Paolo Ornano e Francesco Piquer a Sassari. La possibilità di studiare in questa università rappresentava un incentivo per gli studenti, i quali optavano per gli studi giuridici che garantivano loro validi posti di lavoro, come nell’alta burocrazia del Regno e della Chiesa, e per i “meno fortunati” erano sempre disponibili uffici minori. La presenza degli studenti sardi nell’università salmantina raggiunge il culmine nel periodo che va dal 1580 al 1690, con ben 72 studenti33. Una diminuzione del numero ci fu tra il 1600 e il 1610, probabilmente dovuta alla peste che colpì la Castiglia ma anche ai limiti posti dallo studio salmantino, il quale negava l’accesso in città agli studenti non provvisti della documentazione attestante la provenienza da zone non infette. Purtroppo mancando i libri di matricola di questi anni non è stato possibile indagare in modo preciso sul numero degli studenti. La maggior affluenza si verifica tra il 1620 e il 1650 e soprattutto tra il 1620 e il 1630 con 17 iscrizioni. Tra il 1630 e il 1650 le immatricolazioni si stabilizzano con 22 presenze. Dopo il 1650 ci fu un nuovo calo a causa della peste che colpì la Sardegna riducendo notevolmente il numero degli studenti. Chi aveva già iniziato gli studi li dovette interrompere lasciando Salamanca per 33

A. RUNDINE, La formazione dei «letrados» sardi, in XIV Congresso di storia della Corona d’Aragona, cit., p. 540, cfr. A. RUNDINE, Gli studenti sardi all’Università di Salamanca. (1580 - 1690) in Università studenti maestri, cit., p. 43-103.

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