I galatei fascisti

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diritto per ciascuna famiglia di celebrare queste ricorrenze in un’atmosfera di dolce benessere e pace serena. Ma v’è qualche cosa di più che dobbiamo mettere qui in rilievo giacchè è soltanto sullo sfondo dell’ordinamento fascista che possono imperniarsi le usanze nazionali. Il 24 dicembre, si celebra in tutta Italia la – Giornata della madre e del fanciullo -. Istituita dal duce nell’anno XI dell’era fascista […] per onorare ed esaltare nella madre e nel fanciullo la più consolante poesia della vita[…]. Non è senza un motivo ideale che Benito Mussolini ha scelto la vigilia di Natale per tale celebrazione. Egli ha inteso a porre le nuove generazioni sotto l’egida della più soave e più alta figura di donna e madre, di colei che partorì il divino fanciullo.”37

Nel gennaio 1928 fu istituita anche la Befana fascista. Il duce la preferiva a Babbo natale che riteneva un’usanza forestiera. Ad ogni bambino disagiato venivano offerti regali. Molte categorie commerciali e professionali raccoglievano doni e denaro da consegnare alle famiglie più povere. La gestione dei regali era curata dalle organizzazioni femminili e giovanili fasciste. “ Per avere i doni della Befana si doveva presentare domanda alle sedi del fascio o dei gruppi rionali, che si riservavano di controllare che i richiedenti, bambini appartenenti ai ceti più poveri urbani e rurali, ne avessero davvero diritto. I regali potevano essere un capo di vestiario, dei dolci e della frutta, un’immagine del Duce, e variavano anche in base alle disponibilità delle risorse disponibili e alla partecipazione di più o meno cospicue donazioni private.”38 37

V. Piccini, Nuove usanze per tutti, cit., p. 69 G. Gabrielli, D. Montino, La scuola fascista, istituzioni, parole d’ordine e luoghi dell’immaginario, Ombre corte, Verona 2009 38

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