RACCONTI DI VITA

Page 46

44

Il giorno dopo la nave riprese a navigare e, dopo aver attraversato il Golfo di Aden, ci immettemmo nell’Oceano Indiano. L’Indrapoera, sulla quale eravamo imbarcati, era una nave armata e, quindi, soggetta ad essere attaccata dai sottomarini nemici in qualsiasi momento; difatti, dopo tre giorni di navigazione ci fu un allarme perché ci si aspettava di essere silurati. Ci fecero andare tutti in coperta e molti furono presi dal panico. Ricordo che alcuni siciliani si raccomandavano a Santa Rosalia. Poi per fortuna, dopo alcune ore, l’allarme cessò ed il giorno 31 ottobre entrammo nel vastissimo Porto di Mombasa in Kenya, (vedi foto n° 25) dove furono sbarcati alcuni prigionieri. Venimmo a sapere, poi, che il piroscafo Nova Scotia, proveniente dallo stesso porto di Massaua; il 28 novembre 1942, esattamente un mese dopo la nostra partenza, con 768 prigionieri e internati italiani, fu affondato dal sommergibile tedesco U 177 al largo di St.Lucia Bay nel Natal; oltre 600 italiani trovarono orribile morte nelle acque infestate dagli squali e i pochi supersiti furono salvati dall’interessamento del comandante del sommergibile tedesco -accortosi con sgomento della vera natura del carico della nave nemica- che provocò l’intervento di una nave portoghese inviata dal vicino Mozambico. I resti mutilati e irriconoscibili di circa 120 persone riposano oggi nel cimitero dei prigionieri di guerra di Hillary, presso Durban. Ci era andata bene! Dopo una sosta di qualche ora si riprese a navigare, ma nessuno sapeva quale fosse la nostra destinazione definitiva. Sempre con la paura di essere attaccati da sottomarini nemici, il viaggio continuò ancora per qualche giorno ed il 13 novembre del 1942, dopo 16 giorni di navigazione, di primo mattino, entrammo nel porto di Durban in Sud Africa, allora dominio inglese (vedi foto n° 26) Fummo caricati subito su un trenino a scartamento ridotto e, la sera stessa fummo portati nel campo di concentramento di transito di Pietermaritzburg, (vedi foto n° 26) dove vi erano alcune tende che avevano ospitato altri prigionieri che ci avevano preceduto. Era già quasi sera ed a causa della pioggia che c’èra stata, si camminava nel fango. Sotto le tende c’era soltanto dell’erba bagnata e, non ci restò che buttarci sopra la nostra coperta per riposare.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.